ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/00516

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 19
Seduta di annuncio: 55 del 21/02/2023
Firmatari
Primo firmatario: ASCARI STEFANIA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 21/02/2023


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 21/02/2023
Stato iter:
05/04/2023
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 05/04/2023
NORDIO CARLO MINISTRO - (GIUSTIZIA)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 05/04/2023

CONCLUSO IL 05/04/2023

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-00516
presentato da
ASCARI Stefania
testo di
Martedì 21 febbraio 2023, seduta n. 55

   ASCARI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   da notizie di stampa, si è appreso che, in data 6 luglio 2022, un giudice della Corte d'appello di Torino ha assolto un giovane uomo che era stato condannato in primo grado per violenza sessuale nel 2019 perché, secondo lo stesso magistrato, come si legge nelle motivazioni della sentenza, la vittima sarebbe stata «alterata per l'uso smodato di alcol» e avrebbe «indotto l'uomo a osare», lasciando la porta del bagno socchiusa. Inoltre, è stato evidenziato che l'imputato «non ha negato di avere abbassato i pantaloni della giovane», rompendo addirittura la cerniera: secondo il giudice della Corte d'appello, tuttavia, «nulla può escludere che sull'esaltazione del momento, la cerniera, di modesta qualità, si sia deteriorata sotto forzatura»;

   in data 20 aprile 2022, la Commissione di inchiesta del Senato sul femminicidio e la violenza di genere ha approvato all'unanimità la relazione su «La vittimizzazione secondaria delle donne che subiscono violenza e dei loro figli nei procedimenti che disciplinano l'affidamento e la responsabilità genitoriale». Tale relazione è il risultato dell'esame di 1.500 fascicoli processuali di separazione con affido di minori e 40 di denuncia di sottrazione di figli da parte delle madri;

   la Commissione sul femminicidio spiega come tutto questo si traduca nel fatto che «molte donne fanno più fatica a denunciare che a interrompere la relazione e la convivenza e preferiscano chiedere agli avvocati di depositare in tempi rapidi un ricorso consensuale anziché intraprendere un percorso penale». Le denunce, dunque, continuano a spaventare e non sempre vengono viste come mezzi di tutela; le vittime spesso sono terrorizzate dal processo penale, ma anche dalle conseguenze che questo può avere sui propri compagni violenti;

   la relazione dedica un'intera sezione alla «formazione specialistica in materia di violenza domestica», affermando che «appare fondamentale incrementare la formazione di tutti gli operatori sul tema della violenza domestica»;

   occorrerebbe, dunque, prevedere una specializzazione obbligatoria di tutti gli attori istituzionali coinvolti: forze dell'ordine, magistrati, avvocati, consulenti, operatori dei servizi sociali con corsi di formazione obbligatoria sugli indici di riconoscimento della violenza domestica e sulla normativa nazionale e sovranazionale in materia. In seguito a tale formazione, sarebbe utile anche la creazione di liste di professionisti specializzati sulla trattazione di casi di violenza di genere;

   infine, la relazione spiega come per diffondere le conoscenze acquisite e individuare gli indicatori di violenza, tali percorsi di formazione dovrebbero essere anche condivisi tra magistratura, forze dell'ordine, avvocatura, servizi sociali, servizi sanitari, centri e associazioni anti violenza;

   l'articolo 5 della legge n. 69 del 2019, il cosiddetto «Codice rosso», prevede l'attivazione di specifici corsi di formazione per il personale della Polizia di Stato, dell'Arma dei carabinieri e della Polizia penitenziaria. In attuazione del comma 2 dell'articolo 5, è stato adottato il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 6 dicembre 2021, che ha stabilito che i corsi di formazione, al fine di garantire un'adeguata preparazione per il riconoscimento del fenomeno ed evitarne o limitarne le ulteriori conseguenze, gestire il rapporto con le vittime e offrire assistenza nella fase di denuncia e in quella di reinserimento, presentano contenuti omogenei, organizzati nelle seguenti macroaree: approfondimento delle specifiche fattispecie di reato; contenimento e neutralizzazione della pericolosità riconducibile alla violenza di genere attraverso le misure di prevenzione; misure operative di contrasto; approccio alle vittime; modalità di avviamento degli autori dei reati a percorsi trattamentali dedicati; prevenzione della vittimizzazione secondaria; valutazione dei bisogni della vittima e attività informativa dedicata. Il decreto prevede, inoltre, che per la condivisione e l'aggiornamento dei dettagli contenutistici dei corsi e l'organizzazione dei rispettivi programmi possa essere, in ogni momento, convocato un Tavolo tecnico interforze composto dai rappresentanti competenti per la formazione –:

   se il Governo sia a conoscenza dei fatti sopra esposti e quali iniziative di competenza ritenga opportuno porre in essere affinché vi sia una specializzazione obbligatoria di tutti gli attori istituzionali coinvolti, tra cui magistrati e avvocati, nonché su ogni forma di violenza di genere.
(4-00516)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 5 aprile 2023
nell'allegato B della seduta n. 83
4-00516
presentata da
ASCARI Stefania

  Risposta. — Con l'atto di sindacato ispettivo in esame l'interrogante, preso spunto da una notizia pubblicata da organi di stampa, secondo cui in data 6 luglio 2022, un giudice della Corte d'appello di Torino avrebbe assolto un giovane uomo, condannato in primo grado per violenza sessuale nel 2019, perché – come si legge nelle motivazioni della sentenza – la vittima sarebbe stata «alterata per l'uso smodato di alcol» e avrebbe «indotto l'uomo a osare», lasciando la porta del bagno socchiusa, avanza quesiti specifici in ordine alla conoscenza dei fatti e circa le iniziative volte a favorire la necessaria specializzazione di tutti gli attori istituzionali che si trovino ad occuparsi del contrasto ad ogni forma di violenza di genere.
  Orbene, va preliminarmente evidenziato che il Ministero della giustizia ha adottato diverse iniziative, di natura amministrativa, per monitorare e prevenire i fenomeni di violenza, anche domestica o in danno delle donne.
  Ed infatti, ad un anno dall'entrata in vigore del cosiddetto Codice rosso, ha avviato una complessa ed articolata attività di studio sul tema della violenza di genere, con particolare attenzione alla fase di prima applicazione delle misure introdotte dalla legge 19 luglio 2019 n. 69.
  La citata novella recava, infatti, significative modifiche al codice penale, al codice di procedura penale e altre disposizioni in materia di tutela delle vittime di violenza domestica e di genere, e l'attività intrapresa dal Dicastero mirava proprio ad acquisire un'adeguata conoscenza dell'impatto delle nuove norme sulla realtà giudiziaria.
  In occasione del primo
report sulla disciplina introdotta dal cosiddetto Codice Rosso (legge n. 69 del 2019) gli uffici di procura sono stati consultati al fine di verificare l'adeguatezza, l'omogeneità e le modalità di attuazione di alcune delle più importanti innovazioni normative portate dalla legge.
  E così, quanto agli uffici di procura, sotto il profilo organizzativo, questi hanno proceduto alla:

   1) creazione di gruppi specializzati nella materia;

   2) priorità nell'iscrizione delle predette notizie di reato;

   3) utilizzazione di protocolli di indagine;

   4) adozione di linee guida e questionari per l'ascolto della persona offesa;

   5) delega alla polizia giudiziaria a contenuto particolarmente specifico;

   6) l'onere di motivare per iscritto il ricorso alla clausola di deroga ai tre giorni;

   7) la predisposizione di un set di domande da porre alla persona offesa per categorie di reati;

   8) creazione all'interno degli uffici di spazi dedicati all'accoglienza ed all'ascolto delle vittime;

   9) viene richiesto in fase di ascolto di chiedere alla persona offesa di indicare l'eventuale pendenza di procedimenti di separazione e divorzio ai fini dell'operatività di cui all'articolo 64 disposizioni attuative del codice di procedura penale;

   10) approccio integrato tra i soggetti istituzionalmente deputati alla cura ed alla tutela delle vittime di tale tipologia di reati ovvero tra procura, tribunali, centri antiviolenza, consigli dell'Ordine degli avvocati, associazioni del settore;

   11) promozione e svolgimento di attività formative specifiche, rivolte sia al personale di magistratura sia alle forze di polizia;

   12) procedura di comunicazione della avvenuta scarcerazione dell'autore del reato alla vittima;

   13) attenzione (anche sotto il profilo grafico) alla sezione riguardante la violenza di genere, attraverso la strutturazione di apposite sezioni dedicate e ben caratterizzate visibili dalla stessa home page dei siti; all'interno delle sezioni dedicate sono indicate anche orari e luoghi ove si trovano eventuali sportelli di ascolto attivati di concerto con gli uffici.

  Successivamente, si è dato corso ad una più specifica attività di monitoraggio, volta a verificare l'incidenza sui fenomeni di violenza domestica delle misure di contrasto alla diffusione dell'epidemia COVID-19, la quale ha avuto inevitabili ricadute sugli equilibri dei nuclei familiari in esito all'approntamento delle necessarie misure di contenimento.
  Inoltre, è stato condotto un monitoraggio specifico sui flussi informativi dal settore penale al settore civile qualora sia in atto un processo di separazione o divorzio e si debba procedere all'affidamento dei minori sulla base di quanto stabilito dall'articolo 64-
bis disposizioni attuative del codice di procedura penale.
  Ancora, più di recente, il Ministero, a far data dal 1° gennaio 2023, attraverso un intervento tecnologico realizzato sui sistemi informativi penali, si è adoperato per introdurre una importante novità, che consiste nel permettere agli uffici giudiziari di rilevare dati statistici importanti, tra i quali la relazione tra vittima e autore del reato, per monitorare costantemente il fenomeno della violenza di genere. Sono state diramate agli uffici giudiziari le modalità operative di monitoraggio e rilevamento di questi dati.
  Si intende infatti assicurare particolare cura e attenzione nella rilevazione statistica di ogni dato idoneo a consentire la conoscenza sempre più approfondita del fenomeno della violenza di genere in funzione delle scelte strategiche che il Governo potrà compiere nell'obiettivo prioritario della prevenzione e dell'innalzamento degli
standard di tutela della vittima di tali tipologie di reato.
  Peraltro, va precisato che l'aggiornamento e l'innovazione dei sistemi informativi in funzione di una attività di monitoraggio costante delle caratteristiche del fenomeno della violenza di genere attua gli obiettivi del tavolo tecnico istituito nell'ambito dell'accordo di collaborazione tra il Ministero della giustizia e l'Istituto nazionale di statistica (accordo per l'alimentazione della banca dati sulla violenza di genere con i flussi informativi giudiziari) e risponde all'esigenza condivisa di dare concreta attuazione alla convenzione del Consiglio d'Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica anche sulla base della recente disciplina normativa in tema di rilevazioni statistiche sulla violenza di genere (legge n. 53 del 5 maggio 2022).
  Quanto alle previsioni della legge n. 53 del 5 maggio 2022 si intende dare piena attuazione al dettato legislativo che prevede, tra l'altro, la istituzione, con decreto da adottare di concerto con il Ministro dell'interno e sentito il Garante per la protezione dei dati personali, di un sistema interministeriale di raccolta dati attivando le interlocuzioni istituzionali necessarie a tal fine.
  Inoltre, merita ancora evidenziare che il Ministero partecipa stabilmente ai seguenti organismi:

   1) Piano strategico nazionale sulla violenza maschile contro le donne 2021-2023;

   2) Cabina di regia interistituzionale sul fenomeno della violenza nei confronti delle donne e sulla violenza domestica istituita con decreto della Presidenza del Consiglio dei ministri dipartimento per le pari opportunità in data 29 marzo 2022;

   3) Osservatorio nazionale sul fenomeno della violenza nei confronti delle donne e sulla violenza domestica istituita con decreto della Presidenza del Consiglio dei ministri dipartimento per le pari opportunità in data 12 aprile 2022.

  Quanto alla specializzazione degli operatori tutti, le previsioni dell'articolo 5 della legge n. 69 del 2019 trovano una prima risposta nel decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 6 dicembre 2021, inerente la regolamentazione per l'attivazione di specifici corsi di formazione per il personale della Polizia di Stato, dell'Arma dei carabinieri e della Polizia penitenziaria.
  Peraltro va rilevato come, sin dalla sua istituzione (avvenuta nel 2012), la Scuola superiore della magistratura abbia dedicato particolare attenzione al fenomeno in oggetto, dedicando all'argomento della violenza di genere e dei reati sessuali almeno due corsi l'anno nell'ambito della formazione cosiddetta permanente, quella cioè dedicata all'aggiornamento periodico dei magistrati.
  È stato favorito in ciascuno dei corsi un dialogo costante sia con gli enti occupati nella prevenzione e nel contrasto contro questo tipo di reati, sia alle istituzioni pubbliche, con il coinvolgimento dei Presidenti di Camera e Senato, dei componenti la Commissione parlamentare per le pari opportunità ed i Ministri competenti, istituzioni con le quali la scuola ha da sempre un proficuo scambio di informazioni utili a monitorare in tempo reale il fenomeno.
  Sono stati anche organizzati corsi interdisciplinari, per aumentare il dialogo tra magistrati penali e giudici civili specializzati in diritto di famiglia e tutela dei minori, al fine di aumentare anche in questo caso gli scambi di informazioni tra i diversi protagonisti dei procedimenti giudiziari.
  Infine, quanto alla concreta vicenda citata, ferma l'insindacabilità delle decisioni giudiziarie adottate, il Presidente della Corte di Appello torinese ha precisato che «i magistrati del collegio sono persone molto esperte, che da decenni si confrontano con le problematiche dei reati sessuali e che annoverano una pluralità di sentenze di condanna, in riforma di sentenze di primo grado, adottate dopo impegnative integrazioni istruttorie consistenti nell'esame delle persone presunte abusate».

Il Ministro della giustizia: Carlo Nordio.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

violenza sessuale

delitto contro la persona

giudice