ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/00506

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 19
Seduta di annuncio: 55 del 21/02/2023
Firmatari
Primo firmatario: FRATOIANNI NICOLA
Gruppo: ALLEANZA VERDI E SINISTRA
Data firma: 20/02/2023


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 20/02/2023
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 21/02/2023
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE delegato in data 22/02/2023
Stato iter:
28/04/2023
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 28/04/2023
SILLI GIORGIO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INT.)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 28/04/2023

CONCLUSO IL 28/04/2023

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-00506
presentato da
FRATOIANNI Nicola
testo di
Martedì 21 febbraio 2023, seduta n. 55

   FRATOIANNI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   diverse testate giornalistiche tra cui il Manifesto, il Fatto Quotidiano, Rainews e Fanpage.it, hanno denunciato che nei giorni scorsi le autorità ucraine avrebbero impedito a tre giornalisti italiani, Andrea Sceresini, Alfredo Bosco e Salvatore Garzillo, di documentare il conflitto in corso vietando loro, di fatto, di poter svolgere la loro professione;

   i suddetti cronisti seguono l'evoluzione dei combattimenti dal 2014, ben prima dell'invasione russa del 24 febbraio 2022 e in questi nove anni hanno raccontato con correttezza gli eventi bellici, schierandosi esclusivamente dalla parte della popolazione martoriata;

   malgrado la loro comprovata professionalità, Sceresini e Bosco si sono visti improvvisamente rifiutare l'accredito militare, mentre Salvatore Garzillo, collaboratore di Fanpage.it, è stato respinto al confine con la Polonia;

   i tre giornalisti sarebbero stati inseriti dai servizi segreti ucraini in una black-list di persone non gradite con la grave accusa, mai ufficialmente formalizzata, di essere fiancheggiatori dei russi;

   da una lettera inviata all'Associazione Articolo 21 dall'avvocata Alessandra Ballerini, che difende i tre cronisti, si apprende che tale accusa, totalmente infondata, si traduce di fatto in una gravissima violazione del diritto di informazione e in un rischio concreto per la sicurezza dei tre giornalisti;

   la sospensione degli accrediti regolarmente rilasciati nel marzo 2022 comporta infatti l'impossibilità di muoversi liberamente nel Paese e di svolgere la loro professione giornalistica, specie nelle zone vicino al fronte, e il rischio concreto di essere arrestati al primo posto di blocco;

   l'unica notizia ufficiale al momento comunicata ai giornalisti Sceresini e Bosco riguarderebbe un ipotetico «interrogatorio» al quale dovrebbero essere sottoposti e che dovrebbe essere eseguito da membri della Sbu, il servizio di sicurezza ucraino; inizialmente questo «interrogatorio» avrebbe dovuto svolgersi a Kramatorsk il 6 febbraio 2023, ma ad oggi pare non sia ancora stato svolto e Sceresini e Bosco hanno trascorso alcuni giorni in una città spesso bombardata dai russi, impossibilitati a uscire per ovvie ragioni di sicurezza;

   successivamente, su consiglio dell'ambasciata italiana in Ucraina, i due cronisti si sono spostati a Kiev, dove hanno sede gli uffici centrali della Sbu e sono ancora in attesa di essere interrogati;

   per quanto riguarda Salvatore Garzillo il 14 febbraio 2023 gli è stato impedito di entrare in Ucraina attraverso la frontiera polacca, in quanto «non gradito» e neppure a lui sarebbero state fornite ulteriori spiegazioni;

   da notizie giornalistiche si apprende inoltre che, oltre ad Andrea Sceresini, Alfredo Bosco e Salvatore Garzillo, sarebbero altri sette o otto i giornalisti italiani che si troverebbero in Ucraina nelle medesime condizioni, tutti impossibilitati a svolgere il loro lavoro e documentare la guerra;

   a parere dell'interrogante occorre un immediato e deciso intervento del Governo italiano nei confronti delle autorità ucraine affinché tale inaccettabile situazione si possa celermente concludere con un esito positivo per tutti i giornalisti coinvolti, e questi possano riprendere ad esercitare liberamente e in tutta sicurezza la loro professione;

   nelle prossime ore è previsto un incontro a Kiev tra la Presidente del Consiglio dei ministri Giorgia Meloni e il Presidente Zelensky e ciò potrebbe rappresentare l'occasione per porre alla sua attenzione la vicenda dei giornalisti italiani bloccati in Ucraina –:

   quali urgenti iniziative di competenza il Governo intenda assumere nei confronti delle autorità ucraine, per comprendere, in relazione ai fatti esposti in premessa, cosa sia effettivamente accaduto e quali imminenti iniziative intenda assumere a tutela dei nostri concittadini e a difesa della libertà di informazione, affinché tutti i giornalisti italiani in Ucraina attualmente impossibilitati a svolgere la loro professione possano tornare liberamente e in sicurezza al loro lavoro di cronisti, utilizzando a tal fine ogni occasione di incontro con esponenti del Governo ucraino, a partire dall'attesa imminente visita della Presidente del Consiglio dei ministri Giorgia Meloni a Kiev.
(4-00506)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Venerdì 28 aprile 2023
nell'allegato B della seduta n. 94
4-00506
presentata da
FRATOIANNI Nicola

  Risposta. — L'Ambasciata d'Italia a Kiev è stata contattata in parallelo dai connazionali Salvatore Garzillo da un lato, e da Alfredo Bosco e Andrea Sceresini dall'altro, per l'impossibilità di svolgere la loro professione di reporter free lance in Ucraina.
  Nel dettaglio, al signor Garzillo il 14 febbraio è stato impedito l'accesso al territorio nazionale ucraino mentre tentava di raggiungerlo in treno attraversando un valico di frontiera con la Polonia. Grazie all'intervento dell'Ambasciata a Kiev, la situazione del signor Garzillo, fermato prima che entrasse in Ucraina, si è sbloccata e il giornalista ha riottenuto l'accredito.
  Ai signori Bosco e Sceresini, mentre si trovavano già sul suolo ucraino, sono stati invece sospesi il 6 febbraio i propri accrediti giornalistici per poter operare nel teatro bellico. Ai connazionali, cui è stato comunque concesso di restare nel Paese e di circolare liberamente, è stato riferito che il Servizio di sicurezza ucraino (Sbu) li avrebbe convocati per un interrogatorio volto ad approfondire la natura del loro incarico in Ucraina.
  Non appena i tre connazionali hanno illustrato all'Ambasciata d'Italia a Kiev le rispettive vicende, la sede diplomatica si è immediatamente attivata presso le Autorità locali. Lo stesso ambasciatore Zazo ha coinvolto gli apparati di sicurezza sollecitando chiarimenti di Kiev.
  Senza dimenticare che l'Ucraina è un paese in guerra, con forti preoccupazioni per la sicurezza nazionale, l'Ambasciata d'Italia a Kiev continua a sollecitare le autorità ucraine affinché Bosco e Sceresini possano tornare presto in Ucraina. La libertà di stampa è un valore fondamentale e costituirà uno dei criteri di valutazione nell'ottica di una futura adesione all'Unione europea.
  Anche Germania, Francia, Spagna, Belgio e Olanda hanno avuto casi analoghi. Si sta quindi valutando un eventuale passo congiunto presso le autorità ucraine.

Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri e la cooperazione internazionale: Giorgio Silli.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

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