ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/00384

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 19
Seduta di annuncio: 47 del 01/02/2023
Firmatari
Primo firmatario: BONELLI ANGELO
Gruppo: ALLEANZA VERDI E SINISTRA
Data firma: 01/02/2023


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA SICUREZZA ENERGETICA
  • MINISTERO DELLA CULTURA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA SICUREZZA ENERGETICA delegato in data 01/02/2023
Stato iter:
19/04/2023
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 19/04/2023
PICHETTO FRATIN GILBERTO MINISTRO - (AMBIENTE E SICUREZZA ENERGETICA)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 19/04/2023

CONCLUSO IL 19/04/2023

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-00384
presentato da
BONELLI Angelo
testo di
Mercoledì 1 febbraio 2023, seduta n. 47

   BONELLI. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, al Ministro della cultura. — Per sapere – premesso che:

   da quanto si apprende da organi di stampa, su iniziativa del Consorzio di bonifica della Piana di Venafro (Isernia) sarebbe stato siglato un protocollo di intesa tra lo stesso Consorzio di Bonifica e sedici comuni, ricadenti in un vasto territorio delle province di Isernia e Caserta, finalizzato ad estendere l'attuale comprensorio irriguo del consorzio, oggi limitato alla destra orografica del fiume Volturno nel territorio di Venafro, alle pianure di Capriati e Torcino (Caserta);

   detto protocollo d'intesa sarebbe attuato attraverso un progetto strategico che prevede la costruzione di vasche per l'accumulo delle acque pluviali, la realizzazione di una condotta acquedottistica associata alla costruzione di un ponte stradale sul fiume Volturno e altre opere connesse di rilevante impatto ambientale;

   l'area oggetto dell'intervento ricade in parte nella Zona speciale di conservazione – IT8010027) denominata «Fiumi Volturno e Calore Beneventano» e in quella presente nel medio Volturno, per la conservazione della lontra europea (Lutra lutra), entrambi siti della Rete Natura 2000, e quindi il progetto di eventuali nuove infrastrutture deve essere soggetto alla procedura e relativo parere di Valutazione d'incidenza, ricompresa nell'ambito della procedura di Valutazione impatto ambientale ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica n. 357 del 1997, articolo 5, comma 4;

   le aree ove verrebbero realizzate le nuove infrastrutture previste dal progetto strategico sarebbero interessate inoltre da diversi vincoli paesaggistici derivanti dalla presenza di fiumi, torrenti e corsi d'acqua e di territori ricoperti da foreste e boschi ripariali, oltre che oggetto di specifici vincoli derivanti da dichiarazione d'interesse pubblico a norma dei decreti ministeriali 23 giugno 1975 (Comune di Venafro) e 11 febbraio 1976 (Comune di Pozzilli);

   la localizzazione delle nuove infrastrutture previste risulterebbe in contrasto con il Piano Stralcio di Tutela Ambientale dell'ex Autorità di Bacino dei fiumi Liri-Garigliano e Volturno, recepito all'interno del sistema di pianificazione dell'Autorità di Bacino distrettuale dell'Appennino meridionale che prevede il «Progetto Conservazione Zone Umide – Area Pilota Le Mortine», adottato ai sensi del comma 1 dell'articolo 18 della legge 18 maggio 1989, n. 183 e successivamente approvato con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 27 aprile 2006 Gazzetta Ufficiale serie generale n. 245 del 20 ottobre 2006;

   la zonizzazione del suddetto Progetto di Conservazione rimanda a specifiche discipline d'uso e divieti volte a tutelare e conservare le zone di alveo di magra o delle relative pertinenze, coincidenti in buona parte con i sistemi naturali o semi-naturali, soggetti a notevole pressione o minaccia antropica –:

   se i Ministri interrogati risultino a conoscenza dei fatti esposti in premessa e quali iniziative di competenza intendano assumere affinché siano adeguatamente valutati tutti gli impatti su habitat e specie della rete Natura 2000, fortemente minacciati dall'eventuale realizzazione degli interventi oggetto del protocollo d'intesa su iniziativa del Consorzio di bonifica della Piana di Venafro (IS) e sia garantito il rigoroso rispetto delle norme di tutela sui beni e le aree sottoposte a vincolo paesistico ai sensi del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 (Codice dei beni culturali e del paesaggio).
(4-00384)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 19 aprile 2023
nell'allegato B della seduta n. 90
4-00384
presentata da
BONELLI Angelo

  Risposta. — Con riferimento all'interrogazione in esame, acquisiti gli elementi specifici, si rappresenta quanto segue.
  Il consorzio di bonifica della Piana di Venafro rappresenta che allo stato attuale è stato definito un mero protocollo di intesa, un atto di indirizzo politico-amministrativo di impegno per le parti coinvolte.
  Il consorzio stesso si è fatto promotore della sua divulgazione e sottoscrizione, in conformità con quanto previsto nella legge di settore della regione Molise n. 42 del 2005, con lo Statuto consortile vigente e con il Piano generale di bonifica vigente. Il protocollo di intesa, propedeutico all'eventuale approvazione di un accordo quadro o di una convenzione, è stato presentato lo scorso 4 giugno 2022 durante un'iniziativa che ha visto la partecipazione delle autorità politiche ed amministrative degli enti territoriali coinvolti e dell'autorità di bacino, nonché della cittadinanza. A seguito della ricezione delle adesioni formali da parte dei comuni aderenti, avvenute tramite deliberazioni di Giunta o consiliari, il protocollo di intesa è stato riapprovato nella stesura finale, con rinnovo del mandato per la sottoscrizione dell'atto finale al legale rappresentante dell'ente nella persona del suo presidente.
  Il protocollo di intesa tra il consorzio ed i comuni aderenti e firmatari condurrà alla predisposizione, la formale condivisione e la finale adozione di apposito accordo quadro tra le amministrazioni pubbliche interessate, individuandone le linee di intervento progettuali, ed il consorzio stesso quale capofila. Le successive convenzioni o gli accordi attuativi prevedranno le attività dettagliate da porre in essere, e definiranno i responsabili, gli obiettivi, le forme di impegno di natura istituzionale ed economica e di offerta di servizi, nonché le modalità di svolgimento e la durata dell'accordo quadro in parola.
  Ad oggi, sono stati predisposti un
master plan e progetti di fattibilità tecnico-economica approvati dal comitato esecutivo ed implementati nel «Piano Triennale dei LL.PP. del Consorzio», con elaborati redatti a cura dell'ufficio tecnico consortile ed a firma del direttore. Per il solo intervento di ampliamento del comprensorio irriguo fuori dal perimetro di competenza, già previsto nel piano di bonifica consortile vigente, i documenti tecnici e programmatici sono stati tutti predisposti e sottoscritti dal suddetto direttore, che ne ha assunto gratuitamente l'onere.
  È stata affidata la progettazione definitiva di talune opere del
master plan/studio di fattibilità, esclusivamente per gli interventi ricompresi all'interno del perimetro di competenza, restando in capo al direttore la progettazione definitiva delle opere irrigue al di fuori del comprensorio, a titolo gratuito.
  Una volta completato, il progetto definitivo sarà sottoposto all'approvazione del comitato esecutivo e del consiglio consortile per quanto di rispettiva competenza; successivamente, verrà posto a corredo e base di apposito accordo di programma, da sottoporre al tavolo istituzionale e politico di tutte le amministrazioni ed enti competenti per le determinazioni conseguenziali, come da normativa vigente. Dopo la sottoscrizione dell'accordo quadro, il consorzio indirà apposita Conferenza di servizi, ponendo il progetto definitivo approvato ad istruttoria per l'acquisizione di tutti i pareri e/o le autorizzazioni previste per legge, compresa la procedura di VIA. Le successive fasi vedranno il consorzio, in qualità di capofila e come da protocollo di intesa, proporre e candidare a finanziamento pubblico gli interventi condivisi ed approvati, con successiva progettazione esecutiva ed esecuzione dei lavori da porre totalmente a carico di detto finanziamento.
  Pertanto, come già anticipato e auspicato dall'interrogante e confermato dal consorzio, l'intero progetto, una volta definito, dovrà essere assoggettato a Valutazione di incidenza (VIncA), eventualmente da ricomprendere nella procedura integrata VIA-VIncA qualora il progetto sia assoggettato anche a valutazione di impatto ambientale. Le procedure consentiranno di esaminare tutti gli eventuali impatti su
habitat e specie tutelati dalla Rete Natura 2000. Tuttavia, si rappresenta che la VIncA è delegata alle autorità regionali ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica n. 357 del 1997, o alla Commissione tecnica per la verifica dell'impatto ambientale, nel caso di progetti di competenza statale, atteso che la definizione del progetto risulta ancora in fase propedeutica.
  Nel merito ulteriore del progetto, il consorzio rappresenta altresì che il
master plan – studio di fattibilità del citato protocollo di intesa prevede tre linee programmatiche di intervento, fra cui in primis l'ampliamento del comprensorio irriguo consortile. Attraverso la realizzazione di opere idrauliche di adduzione, accumulo e distribuzione della risorsa idrica, si stima di riuscire ad irrigare, a pressione e per aspersione, 1.200 ettari circa di nuove aree agricole immediatamente prossime al comprensorio di competenza, ricadenti nei comuni di Ciorlano e Capriati a Volturno; parte di essi sono oggi serviti da pozzi privati. L'intervento consentirà di superare il prelievo dalla falda profonda con rilevante beneficio ambientale. È previsto altresì l'allaccio alla condotta dell'impianto irriguo in esercizio, un nuovo adduttore, la costruzione di una vasca di accumulo giornaliero e di condotte primarie di adduzione e secondarie di distribuzione, la rifunzionalizzazione della viabilità consortile esistente e la realizzazione di nuovi tratti, la costruzione di un ponte sul Volturno, atto a consentire il passaggio del nuovo adduttore, la realizzazione di collegamenti ciclo-pedonali.
  La seconda linea programmatica di interventi prevede il recupero delle risorse idriche derivanti da impianti di depurazione addotte, dopo apposito trattamento, a 3 bacini di accumulo da realizzare per l'uso irriguo consortile o, in caso di non utilizzo ai fini irrigui, reimmesse in corsi d'acqua naturali in condizioni migliori di qualità. Tali opere consentiranno di regolare un ampio volume annuo di risorsa idrica altrimenti persa ed utile per far fronte alle frequenti emergenze idriche, pur senza attingere a pozzi privati ed alla falda profonda. Contestualmente, sono previste opere atte alla rivalutazione paesaggistica ed ambientale, per la navigabilità a piccole imbarcazioni e fruibilità mediante piste ciclo-pedonali, la realizzazione di nuove strade di bonifica e la messa in sicurezza di quelle esistenti, la realizzazione di piste ciclabili nonché di impianti fotovoltaici galleggianti, da posizionarsi su parte della superficie dei bacini di accumulo; si stima una produzione annua di circa 4,5 milioni di chilowattora di energia elettrica «pulita».
  La terza linea programmatica riguarda l'opera strategica di interconnessione tra il sistema acquedottistico ad uso potabile dell'Acquedotto campano occidentale (A.C.O.) e lo schema acquedottistico, ad uso irriguo, del consorzio di bonifica della Piana di Venafro. Tale intervento risulta ricompreso nella «Legge obiettivo: 1° programma delle infrastrutture strategiche», di cui alla Delibera CIPE n. 121 del 21 dicembre 2001, e prevede «L'integrazione della portata dell'Acquedotto Campano Occidentale (A.C.O.) dal fiume Volturno-Venafro». L'intervento risulta ricompreso anche nell'ambito dei «Progetti per la ripresa dello sviluppo in Campania», previsti dalla legge n. 80 del 1984, e di interesse infrastrutturale strategico. Lo schema di progetto proposto prevede che nei mesi più freddi la portata idrica venga derivata in un impianto di potabilizzazione e da questo convogliata fino all'immissione delle acque potabilizzate nell'A.C.O., all'altezza della «finestra di Campopino», nel comune di Venafro. Lungo il percorso della nuova adduttrice è previsto lo sfruttamento del salto idraulico residuo disponibile, mediante realizzazione di centralina idroelettrica di potenza media nominale pari a 900 chilowattora. Si stima una fornitura di circa 40 milioni di metri cubi di acqua potabile e di circa 5 milioni di chilowattora di energia elettrica «pulita».
  Per la realizzazione delle opere, il consorzio di bonifica ha predisposto apposito progetto sottoposto all'approvazione del comitato tecnico-amministrativo regionale del Molise. Come riportato in apposita «Relazione» approvata dal CIPE con Delibera n. 205 del 21 dicembre 1999, le opere in questione erano state inserite nell'ambito di un più generale «Programma di Salvaguardia e valorizzazione delle risorse ambientali della valle molisana del Volturno». Il sistema era stato già sottoposto all'attenzione del Governo centrale ed in particolare al nucleo di Valutazione del Ministero per il bilancio e la programmazione economica, con positivi riscontri in quanto volto ad ottimizzare l'impiego della risorsa idrica del Volturno (per usi potabili, irrigui ed idroelettrici), tale da consentire un regolare ritorno economico da destinare alla salvaguardia delle risorse idriche stesse e dell'ambiente, nonché alla promozione di uno sviluppo economico e paesistico-ambientale dell'area della Valle. Ad oggi l'intervento è rimasto non compiuto, per carenza di finanziamenti. Si segnala al riguardo che nessun intervento è richiesto per adeguare l'Acquedotto campano occidentale, che si stima sovradimensionato rispetto alle attuali portate convogliabili, ed è pertanto già idoneo all'intervento citato che consentirebbe di fornire acqua potabile a circa 600.000 abitanti.
  Tutto ciò premesso, e attese le diverse procedure di autorizzazione che dovranno essere attivate dalle Autorità competenti, anche secondo quanto acquisito dal consorzio si evince che la progettualità delineata mostra il perseguimento di importanti obiettivi in campo ambientale, come il recupero delle acque reflue, l'uso razionale delle risorse idriche, la protezione e la ricarica delle falde acquifere, la produzione di energia da fonti sostenibili, la creazione di piste ciclabili, ma anche in ambito infrastrutturale tramite la valorizzazione dei canali consortili, la messa in sicurezza delle strade consortili esistenti – oltre ad arricchire il sostegno al collegamento sociale, economico e produttivo tra le aree interessate.

Il Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica: Gilberto Pichetto Fratin.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

riserva naturale

corso d'acqua

impatto ambientale