ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/00255

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 19
Seduta di annuncio: 34 del 12/01/2023
Firmatari
Primo firmatario: BORRELLI FRANCESCO EMILIO
Gruppo: ALLEANZA VERDI E SINISTRA
Data firma: 11/01/2023


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA CULTURA
  • MINISTERO DELL'INTERNO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA CULTURA delegato in data 12/01/2023
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-00255
presentato da
BORRELLI Francesco Emilio
testo di
Giovedì 12 gennaio 2023, seduta n. 34

   BORRELLI. — Al Ministro della cultura, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   a seguito dell'epidemia di colera del 1836 che sconvolse Napoli e la sua provincia, fu istituito nel capoluogo campano il Camposanto dei colerosi in via Cupa Sant'Aniello per ospitare le spoglie di diverse migliaia di vittime contagiatesi nella città ricadenti nel «Primo Distretto di Napoli» che comprendeva gli ex comuni di San Giovanni a Teduccio e Barra (oggi comune di Napoli) nonché i comuni di Portici, San Giorgio a Cremano e Resina (oggi Ercolano). I comuni citati furono costretti a consorziarsi per la drammatica situazione determinatasi a seguito del diffondersi dell'epidemia;

   nel cimitero, oltre alle migliaia di vittime – prioritariamente appartenenti alle classi sociali meno abbienti – furono seppelliti il fisico Macedonio Melloni, primo direttore dell'Osservatorio vesuviano ricordato da un cippo funerario, nonché l'artista tedesco Theodor Martens e chissà quanti altri ancora. Solo nel periodo 1836/37 nella sola città di Portici il colera ebbe esito letale in 1.881 casi (Il colera a Napoli nel 1836, A. Forti Messina);

   dopo la disposizione che poneva fine alle inumazioni, i comuni assicuravano per un certo periodo di tempo la guardiania, che fu sospesa a partire dall'immediato secondo dopoguerra lasciando fino ai giorni nostri il Camposanto incustodito ed esposto allo scempio e al vilipendio;

   il sito è gestito dal comune di Napoli e tutelato dalla Soprintendenza. Da anni intellettuali ed associazioni culturali, chiedono con insistenza al comune di Napoli, oltre che alle amministrazioni dell'originario consorzio, di intervenire per sottrarre il Camposanto, nel frattempo divenuto una discarica, al totale degrado e a prendersi cura del luogo, poiché i rifiuti nel 2013 venivano accatastati fuori e dentro il Cimitero, le tombe oltraggiate, il cancello divelto, le mura in molti punti abbattute: uno scempio inenarrabile;

   negli anni si susseguivano impegni da parte delle autorità locali ad intervenire con progetti per il recupero e la tutela del Camposanto;

   nel 2013 grazie all'impegno di alcune associazioni culturali, di don Luigi Tornatore e di altri sacerdoti nonché di artisti e intellettuali del territorio delle realtà cittadine dell'ex consorzio, ebbe inizio una battaglia contro sversamenti di rifiuti e la forte richiesta di avere cura del Camposanto;

   nel 2014 il comune di Napoli con deliberazione di G.C. n. 548 stanziava 86.722,27 euro per «Interventi urgenti di manutenzione e bonifica nel cimitero dei colerosi sito alla via Sant'Aniello». I lavori iniziarono nella primavera del 2016, ma ripulita l'area, il progetto di recupero si fermava e il lavoro e le risorse impegnate non produssero i risultati auspicati. Dopo pochi mesi, il Camposanto fu nuovamente infestato dalle erbacce;

   nell'ottobre del 2020 nel Camposanto veniva montato un ponteggio per eseguire i lavori di manutenzione di un fabbricato confinante con il muro del Camposanto. Il ponteggio era stato collocato improvvidamente a ridosso delle tombe e addirittura un puntello che sorreggeva l'impalcatura metallica fu montato sopra il cippo funerario di Macedonio Melloni. Vista l'inerzia di tutti gli attori chiamati in causa, alcune associazioni si rivolgevano alla stampa cittadina ed in particolare Il Corriere del Mezzogiorno del 14 ottobre 2020 pubblicava un articolo recante il titolo: «Al Cimitero dei colerosi impalcature sulle tombe. Oltraggiato Melloni. Sotto accusa i lavori di una palazzina privata. Danni. Sfregio alla lapide del fisico e fondatore dell'osservatorio Vesuviano»;

   malauguratamente, anche lo scorso 4 novembre 2022 si riproponeva sostanzialmente la stessa situazione del 2020, con l'esecuzione di lavori non autorizzati che mettevano a rischio il cimitero –:

   se e quali urgenti iniziative si intendano adottare, in raccordo con gli enti territoriali interessati, al fine di recuperare, salvaguardare e valorizzare il Camposanto dei colerosi sito a Napoli in via Cupa Sant'Aniello.
(4-00255)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

cimitero

malattia infettiva

poverta'