ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/00090

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 19
Seduta di annuncio: 11 del 18/11/2022
Firmatari
Primo firmatario: ZARATTI FILIBERTO
Gruppo: ALLEANZA VERDI E SINISTRA
Data firma: 18/11/2022


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'INTERNO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 18/11/2022
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-00090
presentato da
ZARATTI Filiberto
testo di
Venerdì 18 novembre 2022, seduta n. 11

   ZARATTI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   i giudici del tribunale di Roma hanno accolto il ricorso di due madri: sul documento rilasciato dal Comune di Roma è necessario indicare la qualifica neutra di «genitore»;

   i giudici del tribunale civile di Roma (XVIII sezione) hanno accolto il ricorso di due madri per l'identità da scrivere sulla carta di identità elettronica valida per l'espatrio della figlia;

   «Il tribunale accoglie parzialmente il ricorso e per l'effetto dichiara il difetto di legittimazione passiva di Roma Capitale». È una sentenza importantissima, che spiana la strada all'abolizione della norma, contenuta nel cosiddetto decreto Salvini del 31 gennaio 2019, che imponeva la dicitura «padre» e «madre», e al riconoscimento del ruolo genitoriale di due mamme o due papà anche sui documenti del minorenne;

   l'ordinanza del 9 settembre 2022, non impugnata dal Ministero dell'interno, è rivolta al Ministero dell'interno e ora il sindaco di Roma, «come ufficiale del Governo», «è tenuto ad indicare (apportando al software e/o dell'hardware predisposto per la richiesta, la compilazione, l'emissione e la stampa delle carte d'identità elettroniche le modifiche che si rendessero all'uopo necessarie) le qualifiche "neutre" di "genitore" in corrispondenza dei nomi delle ricorrenti (...)»;

   il ricorso delle due mamme era stato portato avanti dalle associazioni Rete Lenford e Famiglie Arcobaleno, che fin dal 31 gennaio 2019 si erano attivate per modificare la dicitura impressa sulle carte d'identità elettroniche rilasciate a minorenni;

   l'adozione del provvedimento andava infatti contro le indicazioni del Garante della privacy e della Conferenza Stato-città e metteva in seria difficoltà le famiglie omogenitoriali: migliaia di mamme e di papà, già legalmente tali in forza di legge o di intervenute sentenze di adozione, sono state costrette (e lo sono ancora oggi) a vedere il proprio nominativo femminile indicato sotto la dicitura «padre» e viceversa il proprio nominativo maschile indicato sotto la dicitura «madre»;

   l'ordinanza, ampiamente motivata, precisa: «Discutendosi, nella fattispecie, del rilascio della Carta d'Identità Elettronica valida per l'espatrio, la falsa rappresentazione del ruolo parentale di una delle due genitrici, in evidente contrasto con la sua identità sessuale e di genere, comporta conseguenze (almeno potenziali) rilevanti sia sul piano del rispetto dei diritti garantiti dalla Costituzione, sia sul piano della necessaria applicazione del diritto primario e derivato dell'Unione europea»;

   inoltre, il giudice ha aggiunto: «La carta d'identità è un documento con valore certificativo, destinato a provare l'identità personale del titolare, che deve rappresentare in modo esatto quanto risulta dagli atti dello stato civile di cui certifica il contenuto. Ora, un documento che, sulla base di un atto di nascita dal quale risulta che una minore è figlia di una determinata donna ed è stata adottata da un'altra donna, indichi una delle due donne come "padre", contiene una rappresentazione alterata, e perciò falsa, della realtà ed integra gli estremi materiali del reato di falso ideologico commesso dal pubblico ufficiale in atto pubblico (articoli 479 e 480 del codice penale)»;

   la sentenza rappresenta un importante risultato, ora sta al Governo annullare il decreto se non vuole continuare ad offendere la dignità e l'identità di tante famiglie, che volta per volta dovrebbero chiedere a un tribunale di disapplicare il decreto per vedersi riconosciuti i propri diritti fondamentali –:

   se il Ministro interrogato non ritenga, anche alla luce di quanto in premessa, di dover annullare il decreto in oggetto, tutelando così i diritti dei più deboli, in questo caso i minorenni, evitando che vengano riportate su documenti ufficiali informazioni false e lesive della dignità dei bambini con due mamme o due papà anziché veder riconosciuta la loro storia e la loro famiglia.
(4-00090)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

giudice

software

minore eta' civile