ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/00082

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 19
Seduta di annuncio: 11 del 18/11/2022
Firmatari
Primo firmatario: PORTA FABIO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA
Data firma: 17/11/2022
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
FERRARI SARA PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA 18/11/2022


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
  • MINISTERO DELL'INTERNO
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE 17/11/2022
MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE 18/11/2022
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 24/11/2022
Stato iter:
13/02/2023
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 13/02/2023
FERRO WANDA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (INTERNO)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 13/02/2023

CONCLUSO IL 13/02/2023

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-00082
presentato da
PORTA Fabio
testo di
Venerdì 18 novembre 2022, seduta n. 11

   PORTA e FERRARI. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   la legge 14 dicembre 2000, n. 379, recante «Disposizioni per il riconoscimento della cittadinanza italiana alle persone nate e già residenti nei territori appartenuti all'impero austro-ungarico e ai loro discendenti» (i cui effetti, prorogati al 2010 con il decreto 30 dicembre 2005, n. 273, sono scaduti), consentiva ai nati nei territori dell'ex impero austroungarico di ottenere jure sanguinis il riconoscimento della cittadinanza anche agli emigrati e ai loro discendenti;

   in occasione di precedenti atti di sindacato ispettivo, il Ministero dell'interno ha riferito che le istanze presentate a far data dal 2003, principalmente presso i consolati italiani in Brasile e Argentina, ove risiede il maggior numero di emigrati discendenti dalle suddette popolazioni, ammontano a poco meno di 50.000 e che ne risultano definite circa 38.000 (risposta all'interrogazione n. 4-05806 del novembre 2020);

   a distanza di venti anni dall'inizio del trattamento amministrativo delle istanze, dunque, non sarebbero state esaminate un quinto delle domande. E questo nonostante il decreto del Ministero dell'interno del 13 gennaio 2009 abbia previsto, nell'ipotesi in cui le istanze risultino munite di documentazione completa ed esauriente, nonché del parere favorevole delle autorità riceventi, che il nulla osta venga rilasciato direttamente dal direttore centrale per i diritti civili, la cittadinanza e le minoranze, senza il preventivo avviso della commissione interministeriale, istituita presso l'ufficio studi e legislazioni del dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del Ministero dell'interno, che viene convocata soltanto quando la complessità dell'esame della documentazione necessiti di una più ampia ed articolata valutazione;

   risultano numerose istanze pervenute dalle rappresentanze consolari, a mezzo posta elettronica certificata (PEC), che il Ministero dell'interno riferisce essere ancora in corso di trattazione, anche per necessità di integrazioni documentali; e ve ne sono altre, non quantificabili perché mai registrate, che vengono segnalate dai diretti interessati, ma che non risultano agli atti e per le quali si rende pertanto necessario di volta in volta richiedere alle sedi diplomatiche competenti rinvio della relativa documentazione. Si tratta di pratiche di cittadinanza di trentini rimaste inevase o delle quali si sono perse le tracce, sia al Ministero dell'interno, sia nelle rappresentanze consolari in Brasile, come risulta anche dalle diverse segnalazioni dell'Associazione trentini nel mondo;

   il ritardo di anni nel semplice svolgimento di una procedura amministrativa fissata da una legge dello Stato non solo collide con un fondamentale diritto di cittadinanza e, in particolare, con il diritto del cittadino ad avere per ogni atto amministrativo una risposta certa in tempi definiti, ma rischia di vanificare lo spirito di una legge volta a reintegrare le prerogative di cittadini sottoposti a dolorose prove storiche e umane –:

   quali siano i dati aggiornati delle pratiche esaminate, per le quali si sia avuta una compiuta valutazione e una conseguente risposta ai soggetti interessati;

   quante pratiche giacciano ancora presso le rappresentanze italiane, quante ne siano state trasmesse al Ministero dell'interno e quante di queste richieste abbiano ottenuto il nulla osta;

   quale previsione di ordine temporale i Ministri interrogati intendano avanzare in ordine al completo trattamento delle pratiche di richiesta di cittadinanza giacenti, alla luce dell'andamento amministrativo consolidato nel tempo.
(4-00082)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Lunedì 13 febbraio 2023
nell'allegato B della seduta n. 50
4-00082
presentata da
PORTA Fabio

  Risposta. – Con riferimento all'atto di sindacato ispettivo in esame, si rappresenta quanto segue.
  Come è noto, la legge 14 dicembre 2000, n. 379 reca «Disposizioni per il riconoscimento della cittadinanza italiana alle persone nate e già residenti nei territori appartenenti all'impero austro-ungarico e ai loro discendenti».
  L'esame delle istanze presentate a tal fine rientra tra le competenze istituzionali della direzione centrale per i diritti civili, la cittadinanza e le minoranze del Ministero dell'interno.
  Per l'acquisizione del nostro
status civitatis, gli interessati hanno reso dichiarazioni agli ufficiali di stato civile dei comuni di residenza oppure – se residenti all'estero – alle autorità diplomatico-consolari, producendo a corredo una corposa documentazione.
  Dal 2003 al 2022 risultano definite 40.137 domande e sono ancora in istruttoria circa 400 pratiche, corrispondenti a circa 2.200 richiedenti, cui vanno aggiunte anche le istanze pervenute dalle rappresentanze consolari a mezzo posta elettronica certificata e non ancora registrate al sistema informatico.
  Si rappresenta altresì che ciascuna pratica è collegata al capostipite familiare emigrato e può comprendere la documentazione relativa a un numero variabile di richiedenti discendenti, talora anche oltre 100, in assenza di limitazioni al grado di parentela.
  Si tratta di istanze molto articolate, che presuppongono un altrettanto complessa istruttoria e un'elevata specializzazione da parte dell'Ufficio.
  Purtroppo l'epidemia da COVID-19, unitamente alla diminuzione costante delle unità lavorative in seguito al passaggio in stato di quiescenza e al blocco del
turn over, ha determinato nel corso del biennio 2020/2021 un rallentamento della trattazione delle pratiche in giacenza.
  Al fine di risolvere più sollecitamente le criticità che hanno limitato lo svolgimento procedimentale ordinario, è stato promosso un più elevato coinvolgimento della commissione interministeriale istituita presso la predetta direzione centrale e incaricata dell'esame congiunto delle istanze complesse.
  L'impegno profuso dal Ministero dell'interno consentirà di giungere con rapidità all'esaurimento delle pratiche da trattare, che sono già notevolmente diminuite negli ultimi tempi. Recentemente, infatti, i tempi di trattazione si sono notevolmente ridotti, con la definizione di oltre 1.000 istanze in quattro mesi.

Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Wanda Ferro.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

diritti delle minoranze

diritto dell'individuo

migrante