ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE 3/00343

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 19
Seduta di annuncio: 90 del 19/04/2023
Firmatari
Primo firmatario: PITTALIS PIETRO
Gruppo: FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE - PPE
Data firma: 18/04/2023


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 18/04/2023
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta orale 3-00343
presentato da
PITTALIS Pietro
testo di
Mercoledì 19 aprile 2023, seduta n. 90

   PITTALIS. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   all'inizio del 2015 in Emilia, e segnatamente a Reggio Emilia, è scattata l'operazione antimafia denominata Aemilia, un'inchiesta coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Bologna che ha portato all'arresto di 160 persone, di cui 117 in Emilia-Romagna, accusate a vario titolo dei reati di associazione a delinquere di tipo mafioso, estorsione, usura, detenzione illegali di armi, reimpiego di capitali di illecita provenienza, emissione di fatture per operazioni inesistenti e altro;

   i contorni di quella vicenda, fino pochi giorni orsono sconosciuti, sono emersi a seguito di numerose notizie di stampa. Risulta, infatti, che il sostituto procuratore della D.N.A., Roberto Pennisi, che per circa due anni ha affiancato come pubblico ministero il collega della procura di Bologna, dottor Mescolini, nelle indagini sulla penetrazione della 'ndrangheta cutrese in Emilia, abbia evidenziato una non banale questione: «Una organizzazione mafiosa per essere tale ha bisogno di legami nella politica, nell'economia, nella finanza. Altrimenti è una normale banda di criminali e gangster. Ecco, in Emilia è mancata esattamente questa parte dell'indagine. Era l'indagine che io volevo fare, e che non è stata fatta»;

   dalle dichiarazioni del dottor Pennisi risulta che in quell'indagine «Non si vollero toccare i politici dem». Pennisi aveva predisposto una informativa, diversa da quella del collega di Bologna, in ordine ai soggetti che avrebbero dovuti essere destinatari di provvedimenti restrittivi, lasciando fuori alcuni elementi per poter proseguire l'indagine. Secondo il dottor Pennisi «il collega Mescolini mise solo in parte alcuni aspetti della mia informativa. E fu la sua ad andare al Gip. Avevo stilato anche uno stralcio per il passaggio dell'indagine ad altri livelli»;

   lo stralcio non venne disposto e furono indagati soltanto due esponenti di Forza Italia, Giuseppe Pagliani, capogruppo a Reggio Emilia, e Giovanni Bernini, assessore a Parma. Entrambi sono stati poi prosciolti da ogni accusa;

   tale situazione ha comportato la reazione dell'ordine degli avvocati di Reggio Emilia che ha visto nella vicenda minate le fondamenta stesse dello Stato democratico. A fronte della protesta si è assistito alla levata di scudi dell'Anm, dimentica, fra l'altro, dell'allontanamento del pubblico ministero Mescolini da parte del Csm da Reggio Emilia, proprio in virtù dei suoi rapporti con il Partito Democratico;

   sembrerebbe, inoltre, esistere una relazione del dottor Pennisi nella quale si sottolineavano le criticità dell'indagine Aemilia: una relazione dalla quale emergerebbe una differente storia di quel processo in cui vennero incriminati solo due politici di centrodestra, innocenti, ma nessuno dei tanti nomi importanti della sinistra di governo della regione che comparivano nelle carte processuali sembra essere implicato;

   la vicenda, ove confermata, costituirebbe, a parere dell'interrogante, un precedente gravissimo che metterebbe a serio repentaglio l'autonomia e l'indipendenza della magistratura. Invero l'indagine ha evidenziato che il clan dei cutresi avrebbe, per anni, concluso ogni tipo di affare, dagli appalti alle costruzioni sino all'affidamento di servizi, apparentemente all'insaputa delle pubbliche amministrazioni competenti –:

   se sia a conoscenza dei fatti riportati in premessa e se e quali iniziative, per quanto di competenza, intenda intraprendere in ordine alla vicenda rappresentata.
(3-00343)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

mafia

arma personale

criminalita'