XIX Legislatura

Commissione parlamentare per il contrasto degli svantaggi derivanti dall'insularità

Resoconto stenografico



Seduta n. 19 di Mercoledì 17 aprile 2024
Bozza non corretta

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Calderone Tommaso Antonino , Presidente ... 2 

INDAGINE CONOSCITIVA SULL'INDIVIDUAZIONE DEGLI SVANTAGGI DERIVANTI DALLA CONDIZIONE D'INSULARITÀ E SULLE RELATIVE MISURE DI CONTRASTO

Audizione di Marco Falcone, assessore regionale all'economia della Regione Siciliana, in videoconferenza, e di Alessandro Aricò, assessore regionale alle infrastrutture e alla mobilità della Regione Siciliana.
Calderone Tommaso Antonino , Presidente ... 2 
Falcone Marco , assessore regionale all'economia della Regione Siciliana ... 2 
Calderone Tommaso Antonino , Presidente ... 8 
Nicita Antonio  ... 8 
Calderone Tommaso Antonino , Presidente ... 10 
Falcone Marco  ... 10 
Calderone Tommaso Antonino , Presidente ... 12

Testo del resoconto stenografico
Pag. 2

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
TOMMASO ANTONINO CALDERONE

  La seduta comincia alle 8.45.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante l'attivazione degli impianti audiovisivi a circuito chiuso e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

  (Così rimane stabilito).

Audizione di Marco Falcone, assessore regionale all'economia della Regione Siciliana, in videoconferenza, e di Alessandro Aricò, assessore regionale alle infrastrutture e alla mobilità della Regione Siciliana.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione in videoconferenza dell'assessore Marco Falcone, assessore regionale all'economia della Regione Siciliana, e di Alessandro Aricò, assessore regionale alle infrastrutture e alla mobilità della Regione Siciliana, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulla individuazione degli svantaggi derivanti dalla condizione di insularità e sulle relative misure di contrasto.
  Do quindi la parola a Marco Falcone, assessore regionale all'economia della Regione Siciliana, collegato in videoconferenza.

  MARCO FALCONE, assessore regionale all'economia della Regione Siciliana. Grazie, presidente, per l'opportunità che la Commissione assegna alla Regione Siciliana con questa audizione che faremo con il collega Alessandro Aricò.Pag. 3
  Avremo, quindi, l'opportunità di parlare non solo dei costi, importanti, dei disagi e dei divari che la Regione Siciliana, assieme alla regione Sardegna, sconta rispetto al Sud, ma soprattutto al resto d'Italia e all'Europa, ma voglio incentrare, personalmente – poi magari il collega Aricò parlerà e focalizzerà la sua attenzione, immagino, su tutto ciò che attiene ai trasporti, alle difficoltà e alle possibilità che dovremo attuare a favore della Regione Siciliana – il mio intervento, non prolungandomi, soprattutto sulle opportunità che chiediamo al Governo nazionale per poter limitare, attenuare e mitigare i disagi e tutto ciò che è rappresentato dalle difficoltà della condizione di insularità in cui si trova, assieme alla Sardegna, la nostra Regione Siciliana.
  Siamo partiti già da una analisi. Il mio predecessore, il professore Gaetano Armao, aveva commissionato uno studio, un'analisi, non soltanto dei costi, ma anche delle difficoltà intrinseche alla condizione di insularità in cui si trova la Regione Siciliana.
  Erano stati stimati costi per circa 6,5 miliardi di euro, pari a oltre il 7 per cento del nostro prodotto interno lordo (PIL), che si aggira intorno agli 86-87 miliardi di euro annui. Avevamo in quella occasione manifestato l'esigenza di ridurre questo gap. Nel frattempo sono intervenuti l'Unione europea e il Parlamento europeo, riconoscendo e prendendo in considerazione, partendo anche dall'articolo 174 del Trattato europeo (TFUE), la condizione dell'insularità, ponendo in essere anche uno sguardo alla coesione, innanzitutto economica, ma poi certamente sociale e territoriale che deve accomunare tutti i territori ricompresi all'interno dell'Unione europea, cioè tutti i territori dei ventisette Paesi membri dell'Unione europea.
  Abbiamo verificato, partendo da questo dato, che si tratta di un costo eccessivo che i nostri concittadini devono sostenere Pag. 4annualmente. Quell'esborso corrisponde a circa 1.300 euro annui rispetto ai cittadini di altre regioni d'Italia.
  Oggi, invece, il nostro Governo e il Parlamento nazionale hanno riconosciuto e dato dignità all'insularità, inserendola specificatamente e prevedendola nella nostra Carta costituzionale. È chiaro che oggi dobbiamo dare seguito a un principio non soltanto internazionale, ma costituzionale, che rappresenta un principio garantito dal massimo ordinamento nazionale, la Costituzione italiana.
  Partendo da questo principio, vorremmo anche specificare che il Governo era già intervenuto in precedenza assegnando 100 milioni di euro per tre anni, il 2023, il 2024 e il 2025, per rimuovere i disagi e il gap infrastrutturale.
  Partendo da questo principio, era stato anche istituito un fondo di 4,6 miliardi di euro per arrivare fino al 2033. Quel fondo dovrebbe servire per attutire o mitigare le difficoltà innanzitutto nel settore dei trasporti – ma di questo parlerà il collega Aricò – oltre ad altri tipi di difficoltà che riguardano la formazione, l'istruzione e l'innovazione nella nostra isola.
  Il Governo ha fissato un principio costituzionale, ha riconosciuto, come primi interventi finanziari, alcune misure, due misure, una delle quali si concluderebbe l'anno prossimo, il 2025. Su questo la prima nostra proposta è quella di continuare sino al 2030 o quanto meno sino al 2027, che è il termine, che coincide con la programmazione comunitaria, che vede la Regione Siciliana all'interno dell'obiettivo 1. È classificata, infatti, tra quelle regioni che necessitano di interventi comunitari al fine di equipararla e di ricollocarla all'interno della stessa dimensione di coesione territoriale, economica, sociale e demografica delle altre regioni d'Italia e quindi anche d'Europa.Pag. 5
  La prima richiesta che il Governo della Regione Siciliana segnala alla Commissione è proprio quella di riproporre i 100 milioni di euro annui sino al 2030 o quanto meno sino al 2027.
  La seconda questione che vorremmo porre è relativa a tutto ciò che ruota attorno agli interventi per le nostre imprese. Vorrei ricordare che, all'interno di un quadro di coesione internazionale, che l'Unione europea garantisce, noi sappiamo che i nostri imprenditori hanno una difficoltà e un disagio, che è quello della logistica, dei trasporti, della distanza geografica, chilometrica, rispetto al mercato.
  Il nostro mercato non si rivolge verso l'Africa, ma si rivolge, così come nel resto d'Italia, verso il Nord Europa, verso l'Europa in genere. Questo comporta che si parte da una condizione non soltanto di insularità, ma anche di distanza chilometrica.
  Se vi è questa distanza, riteniamo che all'interno delle politiche economiche che bisogna realizzare sia necessario anche guardare ai sostegni alle imprese che, molte volte, oltre un certo limite, che è considerato e definito «de minimis», può essere ritenuto differente fra regioni e regioni.
  Si parla spesso di aiuti di Stato. Gli aiuti di Stato sappiamo tutti che non sono altro che quegli interventi che fa il settore pubblico per aiutare le imprese, per rimuovere le difficoltà che si trovano ad affrontare. Questi aiuti vengono fissati nel limite di 300.000 euro in tre anni.
  Dobbiamo, però, considerare la difficoltà di un'azienda o di una qualunque impresa che si trovi in Sicilia o in Sardegna rispetto a un'impresa che si trova invece nel Centro o nel Nord Italia.
  Per questa ragione noi chiediamo che la Commissione raccolga e si faccia carico di trasmettere questa nostra richiesta alla Commissione europea: l'idea è la proposta di differenziare Pag. 6il limite del de minimis all'interno di una regola omogenea che riguardi l'intero contesto internazionale.
  Questo servirebbe per evitare che un'azienda possa avere la stessa condizione di un'altra azienda di un'altra regione, ma con condizioni iniziali molto deficitarie, difficoltose.
  A nostro avviso, a parità di condizioni, è giusto che il de minimis sia riconosciuto omogeneamente a tutte le regioni. A differenza di competitività territoriale sociale o socio economica è chiaro che gli interventi come gli aiuti di Stato siano differenziati nelle varie regioni, guardando alla peculiarità della nostra insularità.
  Un'altra questione riguarda il concorso che viene fatto dalla regione nei confronti del Fondo sanitario nazionale e quindi regionale. La Regione Siciliana sino al 2006 concorreva nella spesa del fondo sanitario regionale per il 42,5 per cento. Se il fondo fosse di 10 miliardi, 4,25 miliardi li avrebbe messi la Regione Siciliana e il resto lo Stato, in ragione del fatto che una parte di IVA e di IRPEF che i cittadini siciliani versano alle casse pubbliche, una parte ingente va allo Stato e una parte minoritaria per l'IVA e una parte maggioritaria di IRPEF, pari al 7,1 per cento vanno alla regione.
  Successivamente, invece, dal 2006 questo 42,5 per cento è diventato il 49,11 per cento. Se considerate che nel 2006 il Fondo sanitario era di 8,5 miliardi, ed oggi siamo arrivati invece a 10,4 miliardi, vi renderete conto che c'è stata una lievitazione di concorso da parte della Regione Siciliana nel Fondo sanitario regionale. Questo significa che la regione interviene per oltre 750 milioni di euro in più.
  Ultimamente il Presidente Schifani e il Ministro Giorgetti hanno fatto un accordo in virtù del quale siamo riusciti ad avere per il 2024 un contributo di 350 milioni, che diventerà di Pag. 7400 milioni nel 2025 e di 450 milioni nel 2026, sino ad arrivare a 600 milioni di euro.
  Questo serve per mitigare il maggiore concorso al Fondo sanitario regionale. Però, attenzione, non è soddisfacente, nel senso che non vorremmo ricevere un contributo, ma vorremmo che venisse rifissata la percentuale al 42,5 per cento. Nel momento in cui ogni anno il Fondo sanitario nazionale aumenta e quindi dallo Stato arrivano maggiori risorse, la regione deve concorrere per il 49,11 per cento. Per cui, se da un lato lo Stato ci dà delle risorse, dall'altro lato ci impone di darne altre.
  Andando verso la conclusione, proprio perché non vorrei rubare troppo tempo alla Commissione, vorrei scendere un po' nello specifico.
  Un'altra questione è legata alla riforma fiscale. Attenzione, è stata fatta la riforma fiscale, sono state ridotte le aliquote da quattro a tre scaglioni. A questo punto, però, era stato detto che tutto veniva fatto a saldi invariati. Purtroppo, non è così. Dai dati disponibili avremo, purtroppo, un minore gettito, noi come Regione Siciliana, di circa 360 milioni di euro: una parte, la mette lo Stato e una parte, circa 164 milioni, insistono sulle casse della regione.
  Noi chiediamo alla Commissione che si faccia parte diligente per poter evitare che dalla riforma fiscale, alla fine, la Regione Siciliana possa avere un danno malgrado la legge delega stabilisca che non devono esserci scostamenti nelle entrate delle regioni, a maggior ragione per le regioni a Statuto speciale, a maggior ragione per le regioni insulari, tra le quali, assieme alla Sardegna, c'è la Sicilia.
  Sono queste le proposte che noi facciamo. In ultimo – non voglio sottrarre nulla al collega Aricò – vorrei sottolineare che mentre tutte le regioni a Statuto ordinario partecipano al Fondo nazionale dei trasporti, la Regione Siciliana paga totalmentePag. 8 il trasporto pubblico locale (TPL), soprattutto su gomma, che costa circa 200 milioni di euro l'anno. Questo è un altro tema che penso che il collega Aricò tratterà.
  Presidente Calderone, ringraziandola ancora per l'opportunità che ci ha dato, riteniamo di poter consegnare – se vuole, magari, con una relazione che depositeremo – all'onorevole Commissione e agli onorevoli componenti della stessa, queste nostre considerazioni, che non vogliono essere un piagnisteo, ma solo un'analisi, uno studio fatto non soltanto dai tecnici della Regione Siciliana, ma anche dalle università siciliane, con il contributo anche di una indagine svolta dall'ISTAT non più tardi del dicembre del 2023. Si tratta di alcune proposte che servirebbero ad attuare la coesione economica, demografica e territoriale.
  La ringrazio e rimango a sua completa disposizione e a disposizione dell'intera Commissione.

  PRESIDENTE. Assessore, siamo noi a ringraziare lei per la sua esaustiva relazione, anche perché non ha parlato di suggestioni, ma ha parlato di dati che, nelle forme procedimentali di rito, provvederemo a trasmettere ai ministri competenti. Se ci sono minori entrate o maggiori esborsi, altro che eliminare gli svantaggi dell'insularità. Potremmo quasi dire che si sta veleggiando al contrario e questo certamente non va bene.
  Detto questo, ringraziandola ancora, do la parola ai colleghi che intendono intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  ANTONIO NICITA. Saluto l'assessore.
  Assessore, sul quadro che lei ha fatto, che adesso da ultimo ripeteva il presidente, siamo concordi sul fatto che sia la questione relativa alla ridefinizione del contributo sul Fondo sanitario della regione, sia i temi che riguardano la possibilità Pag. 9di recuperare in compensazione questa tipologia di esborso aggiuntivo, sia anche una ridefinizione delle quantità di raccolta fiscale che devono restare nel territorio, questi sono da una parte temi specifici, ma possono essere inseriti – questo è un po' l'osservazione su cui chiedo una reazione anche all'assessore – in qualche misura in una nuova definizione di insularità.
  Come membro della Commissione raccolgo la sollecitazione, e penso anche il presidente, che ci fa l'assessore sull'idea di porre il tema complessivo della ridefinizione delle politiche degli aiuti di Stato nell'ambito dell'insularità, che pure è presente nel trattato. Qui forse una suggestione potrebbe essere quella di immaginare un rafforzamento dal punto di vista di una sorta di eccezione di insularità trasversale e orizzontale in diversi settori per un certo periodo di tempo, proprio perché il deficit, il rapporto tra insularità e mercati, che pure è stato citato dall'assessore, effettivamente è un tema che ci svantaggia per un problema di distanza, ma anche per un tema di difficoltà storica in tanti diversi settori, tra cui la questione dello spopolamento, perché, ovviamente, la riduzione della popolazione influisce sul costo unitario dei servizi e influisce ancora sulla efficacia ed efficienza delle risorse.
  La mia domanda, però, è più relativa a come facciamo a ridefinire e quali rapporti la Commissione europea sta avendo con la Regione Siciliana, per esempio, sulla nuova programmazione europea e, in particolare, su quanta parte di quel tipo di spesa è relativa ad indicatori classici e quanto possiamo, invece, man mano spostare quel tipo di intervento o proporre di spostarlo, perché non dipende da noi, sulla riduzione degli svantaggi da insularità.
  È difficile fare questa distinzione, ma questo è uno degli obiettivi che si è data la Commissione, cioè provare a distinguere degli svantaggi tipici della coesione territoriale, cercando Pag. 10di individuare quali parti di spesa per le infrastrutture e anche di compensazione sono necessarie proprio per il gap da insularità di per sé, separandolo in qualche modo dalle altre politiche.
  Da questo punto di vista – ultima domanda – chiedo all'assessore se non ritiene che possa essere interessante una collaborazione più stretta, della quale si fa anche tramite questa Commissione, proprio con la Sardegna, cioè cercare di fare sistema su alcune linee, e penso soprattutto a quelle del trasporto aereo attraverso economie di scala tra le isole stesse e per avere una maggiore «forza contrattuale» sia nei confronti dello Stato, sia anche nella discussione con la Commissione europea, trattandosi in fondo delle due principali isole e gli arcipelaghi connessi del Mediterraneo. Grazie.

  PRESIDENTE. Do la parola al nostro ospite per la replica.

  MARCO FALCONE, assessore regionale all'economia della Regione Siciliana. Grazie, presidente. Apprezzabilissimi sono i suggerimenti e i contributi che il senatore Nicita ha voluto porre alla Commissione, ma anche a me e alla Regione Siciliana: ridefinizione del contributo sanitario, recupero dell'esborso aggiuntivo a seguito della riforma tributaria, politiche e aiuti di Stato. Ho preso qualche appunto.
  La questione su cui ha posto l'accento è relativa al fatto se la programmazione comunitaria, che assegna alla Regione Siciliana 5 miliardi e 810 milioni di euro nel settennio 2021-2026, possa anche essere indirizzata verso la riduzione di questo gap; un gap infrastrutturale, certamente, un gap di depauperamento demografico con lo spopolamento delle aree interne, oppure di interventi e di aiuti nei confronti delle imprese.
  Procedo per ordine.Pag. 11
  Sui trasporti e sulle infrastrutture parlerà dopo di me il collega Aricò. È chiaro che oltre 1,7 miliardi di euro della programmazione comunitaria sono rivolti verso le infrastrutture. Altri 1,5 miliardi di euro sono rivolti, invece, alle aree interne.
  Nell'immaginario, nella visione sino al 2027, il precedente Governo pensò che fosse necessario un intervento significativo verso le aree interne. Abbiamo previsto la costituzione di ventinove coalizioni territoriali, cioè di Unioni di comuni, a cui vengono erogati circa 50 milioni per ciascuna coalizione, che servono per intervenire sui servizi, sulle politiche scolastiche, sulla formazione e sulla sanità. Servono per ridurre questo gap delle aree interne, onde evitare lo spopolamento delle stesse.
  Vorrei ricordare, invece, che, per quanto riguarda le imprese, in passato si è parlato tantissimo di fiscalità di vantaggio. Si è detto che le isole soprattutto, quindi Sardegna e Sicilia, che tra l'altro ricomprendono anche altre isole minori – solo la Sicilia ne ha diciassette – dovrebbero beneficiare di una politica fiscale di vantaggio.
  Anche nell'ultima finanziaria, che abbiamo approvato i primissimi giorni dello scorso gennaio, abbiamo inserito una misura che riguarda il sostegno all'occupazione; una misura che consiste nello stanziamento di 50 milioni annui per il 2024, il 2025 e il 2026, quindi pari a 150 milioni, perché riteniamo di poter, con questa misura, aiutare le imprese ad assumere circa 5.000 persone inoccupate o a far uscire dal sommerso 5.000 lavoratori o una parte di essi, 1.000 o 2.000, un numero «x» di lavoratori che oggi lavorano nel sommerso, quindi in nero.
  Questa misura è aggiuntiva rispetto ad altre misure nazionali, proprio perché vogliamo incentivare le attività in un momento in cui vi è la questione del cuneo fiscale e del costo del lavoro. Un'impresa, quando deve fare il proprio bilancio, Pag. 12deve considerare tre voci. La prima è il costo del personale; la seconda è il costo di produzione del materiale, delle merci, delle materie che si producono; la terza è la logistica, ovvero il costo che devono sostenere per poter conferire e trasferire al destinatario i loro prodotti.
  Le imprese nell'ultima voce hanno un costo maggiore rispetto ad altre imprese, che le pone in una condizione di anomala competitività. Se vi è una anomala competitività, dobbiamo ridefinire e riallineare il sistema in una oggettiva e omogenea competitività.
  In questo senso abbiamo previsto e immaginato questa misura aggiuntiva, un contributo di 10.000 euro per tre anni, sino a 30.000 euro, o di 15.000 euro per le donne o gli over 50, a quelle aziende che assumano nuovo personale o facciano uscire i lavoratori dal sommerso.
  Stiamo procedendo alla notifica della misura alla Commissione europea per verificare se possa essere accolta, perché ci vuole il via libera della Commissione. Potrebbe, invece, malauguratamente, succedere che sia considerata alterazione del mercato all'interno degli aiuti di Stato e quindi venga fatta uscire dai limiti anche del de minimis, ma questa è un'altra storia.
  Noi – e non proseguo oltre per non tediarvi – già nella nostra programmazione, senatore Nicita, stiamo intervenendo e lo stiamo facendo non soltanto con fondi comunitari, ma anche con il bilancio della regione, perché possiamo farlo, con interventi a sostegno delle nostre imprese.

  PRESIDENTE. La ringrazio, assessore. Non essendoci altri colleghi che intendono intervenire, salutiamo l'assessore Falcone, ancora ringraziandolo per il suo intervento e per le sue delucidazioni, che certamente saranno molto utili per la Commissione. Buon lavoro, assessore.

Pag. 13

  MARCO FALCONE, assessore regionale all'economia della Regione Siciliana. Grazie, presidente. Saluto tutti i componenti.
  Mi permetterò, onorevole presidente, di trasmettere una relazione, in maniera tale che possa rimanere agli atti con le nostre proposte che, come Regione Siciliana, inoltriamo, al fine di farle valutare alla Commissione e, ove ritenesse opportuno, di poterle trasferire a chi di competenza, come ha detto opportunamente lei.
  Grazie ancora. Buona giornata e buon lavoro.

  PRESIDENTE. Assolutamente sì, assessore.
  Comunico ai colleghi che l'assessore Aricò ieri, con il favore delle tenebre, in tarda serata, ci ha fatto pervenire una comunicazione, rappresentando che, per sopravvenuti impegni istituzionali, non può essere presente.
  Ovviamente, non è mia abitudine polemizzare, ma istituzione è anche e soprattutto la Commissione bicamerale che ho l'onore di presiedere. Quindi, se i colleghi sono d'accordo, convocherei nuovamente l'assessore Aricò per la prossima seduta, chiedendogli che, se non potrà essere presente per sopravvenuti impegni istituzionali ancora più importanti rispetto alla convocazione di una Commissione parlamentare bicamerale, magari ce lo comunichi in tempo utile, perché la Commissione ha gli impegni che sappiamo e i parlamentari di Camera e Senato hanno altrettanti importanti impegni istituzionali.
  Convocherei anche l'assessore all'economia – lo anticipo – della regione Sardegna, per i colleghi sardi, nonché i vertici del Consorzio autostradale siciliano, visto e considerato che – è auspicabile – sarà presente l'assessore alle infrastrutture, per avere una visione sinottica e sinergica della situazione delle autostrade siciliane.Pag. 14
  Ovviamente, lo stesso metodo lo adotteremo successivamente per la rete stradale sarda. Questi saranno gli impegni della Commissione per la prossima settimana.
  Non essendoci altri punti all'ordine del giorno, dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 9.20.