XIX Legislatura

XI Commissione

Resoconto stenografico



Seduta n. 22 di Mercoledì 10 aprile 2024

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Rizzetto Walter , Presidente ... 3 

INDAGINE CONOSCITIVA SUL RAPPORTO TRA INTELLIGENZA ARTIFICIALE E MONDO DEL LAVORO, CON PARTICOLARE RIFERIMENTO AGLI IMPATTI CHE L'INTELLIGENZA ARTIFICIALE GENERATIVA PUÒ AVERE SUL MERCATO DEL LAVORO

Audizione di rappresentanti di illimity Bank.
Rizzetto Walter , Presidente ... 3 
Russomando Marco , Direttore Risorse Umane e Organizzazione di illimity Bank (Intervento in videoconferenza) ... 3 
Nisini Tiziana , Presidente ... 4 

Audizione di rappresentanti di EIT Digital:
Nisini Tiziana , Presidente ... 4 
Menna Federico , Chief Executive Officer di EIT Digital (Intervento in videoconferenza) ... 5 
Nisini Tiziana , Presidente ... 7 
Menna Federico , Chief Executive Officer di EIT Digital ... 7 
Nisini Tiziana , Presidente ... 7 

Audizione di rappresentanti della Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche (FNOPI):
Nisini Tiziana , Presidente ... 7 
Giurdanella Pietro , Presidente dell'Ordine delle Professioni Infermieristiche (OPI) di Bologna (Intervento in videoconferenza) ... 8 
Nisini Tiziana , Presidente ... 9 

Audizione di rappresentanti del Gruppo Sirti:
Rizzetto Walter , Presidente ... 9 
Sannino Giovanni , Direttore ICT Management del Gruppo SIRTI ... 9 
Rizzetto Walter , Presidente ... 11 
Sannino Giovanni , Direttore ICT Management del Gruppo SIRTI ... 11 
Rizzetto Walter , Presidente ... 12 

Allegato 1: Documentazione presentata dai rappresentanti di illimity Bank ... 13 

Allegato 2: Documentazione presentata dai rappresentanti del Gruppo Sirti ... 20

Sigle dei gruppi parlamentari:
Fratelli d'Italia: FdI;
Partito Democratico - Italia Democratica e Progressista: PD-IDP;
Lega - Salvini Premier: Lega;
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Forza Italia - Berlusconi Presidente - PPE: FI-PPE;
Azione - Popolari europeisti riformatori - Renew Europe: AZ-PER-RE;
Alleanza Verdi e Sinistra: AVS;
Noi Moderati (Noi con L'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro) - MAIE: NM(N-C-U-I)-M;
Italia Viva - il Centro - Renew Europe: IV-C-RE;
Misto: Misto;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-+Europa: Misto-+E.

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
WALTER RIZZETTO

  La seduta comincia alle 14.10.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante la resocontazione stenografica e la trasmissione attraverso la web-tv della Camera dei deputati.

Audizione di rappresentanti di illimity Bank.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sul rapporto tra intelligenza artificiale e mondo del lavoro, con particolare riferimento agli impatti che l'intelligenza artificiale generativa può avere sul mercato del lavoro, l'audizione di rappresentanti di illimity Bank.
  Ricordo che l'audizione odierna sarà svolta consentendo la partecipazione da remoto in videoconferenza dei deputati e degli auditi secondo le modalità stabilite dalla Giunta per il regolamento.
  Interviene in videoconferenza per illimity Bank il dottor Marco Russomando, Direttore risorse umane e organizzazione di illimity, che ringrazio per la partecipazione.
  Le cedo immediatamente la parola, dopo averle ricordato che la sua relazione dovrebbe avere una durata di circa cinque minuti.

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE
TIZIANA NISINI

  MARCO RUSSOMANDO, Direttore Risorse Umane e Organizzazione di illimity Bank (Intervento in videoconferenza). Buongiorno a nome di illimity. Ringrazio lei e la Commissione per l'invito a esprimere le nostre valutazioni nel contesto della vostra indagine conoscitiva sul rapporto tra intelligenza artificiale e lavoro.
  In questi quattro minuti e mezzo proverò a fornirvi una brevissima sintesi. Da circa venti, trent'anni, in modo sempre più incrementale, le aziende hanno basato il loro successo di lungo periodo sulla capacità di essere sostenibili e resilienti. Adesso si parla di anti-fragilità. Questa capacità di adattamento è evidente che oggi deve affrontare questo fenomeno esponenziale, cioè, semplificando, il ruolo della macchina verso l'umano nell'assumersi una svariata quantità di compiti.
  È vero che la macchina – questo è un dato certo – non può competere con l'intelligenza artificiale in termini di capacità di elaborazione, ma il pensare è una metacapacità, possiamo chiamarla così, decisamente umana. Citando il filosofo americano Chomsky, la nostra mente resta un sistema estremamente efficiente che non deduce correlazioni tra dati minimali, ma crea spiegazioni. Lui parla di capacità di generare lunghi treni di pensiero.
  Per queste considerazioni, dal nostro, dal mio punto di vista, l'intelligenza artificiale, portata nel campo del lavoro, ha una duplice funzione e un duplice impatto. È trasformativa dei lavori, come tutte le rivoluzioni, evoluzioni e devoluzioni che ci sono state nella storia dell'economia, ma è anche potenziante nel lavoro.
  La metafora che mi piace usare è quella del copilota di rally, che non è al volante, che però vede e indica la direzione e la velocità con cui procedere.
  L'intelligenza artificiale può essere un copilota che conosce molto bene l'ecosistemaPag. 4 in cui si muove. È in grado di essere super sapiente, quindi può conoscere più del pilota, ma non è in grado di sviluppare la saggezza, che è la capacità invece di scegliere e di decidere, che resta estremamente umana.
  Per questo io non vedo un rapporto di avversione, nel senso sia letterale che metaforico del termine, ma vedo la possibilità di una congiunzione tra questi due mondi.
  Utilizzo i due minuti che restano per andare direttamente sulle proposte di intervento che ovviamente offriamo come piccolissimo contributo sulla intelligenza artificiale nel mondo del lavoro, guardando soprattutto ovviamente alla realtà del nostro Paese.
  Io vedo una grande opportunità di quello che gli americani chiamerebbero sustainable employability. Questo passa attraverso interventi molto banali, che anche mio figlio coglierebbe, che sono tutti quelli che riguardano gli stimoli e gli incentivi sulla formazione della forza lavoro, che va a incidere sulle competenze tecniche verticali, quindi sulla capacità di imparare a utilizzare l'intelligenza artificiale (quello che in gergo si chiama counting ovvero la capacità di saper fare le domande, perché dalla qualità delle domande naturalmente arriva la qualità delle risposte), e non solo.
  Faccio riferimento anche a quello che nella nostra azienda utilizziamo abbastanza spesso, ovvero alla possibilità di introdurre meccanismi come quelli dell'Erasmus, cioè scambi tra organizzazioni che siano pubbliche o private, che condividono i loro strumenti e le loro idee di innovazione (quindi due, tre, quattro o sei mesi dove dipendenti di aziende diverse si scambiano tra di loro); delle partnership strategiche che pure in questi anni il Governo e il Parlamento ha favorito, quindi tra mondo universitario, centro di ricerca e aziende, al fine di avvicinare la ricerca teorica con l'applicazione pratica. Questo potrebbe essere di grandissimo beneficio soprattutto per le PMI che hanno meno capacità di investimento in tecnologia e quindi potrebbero beneficiare di queste partnership.
  L'ultima proposta, che secondo me è la più importante, forse un po' visionaria, ma un po' più larga, è quella di trasformare l'intelligenza artificiale in uno strumento per il mercato del lavoro.
  Sappiamo benissimo che in Italia – al di là del livello di disoccupazione, su cui pure ci sono stati dei miglioramenti negli ultimi anni – sul divario di genere abbiamo ancora milioni di opportunità lavorative che non vengono soddisfatte, perché mancano capacità che le imprese o le organizzazioni in generale stanno cercando; in questo l'intelligenza artificiale potrebbe essere un potentissimo strumento per fare due cose: anticipare l'evoluzione dei bisogni da parte delle aziende, indicando che tipi di competenze, che blocchi di competenze sono necessarie tra due, tre, quattro, cinque o sei anni. La macchina è in grado di farlo. Dall'altra parte, si potrebbe utilizzare l'intelligenza artificiale per andare a indagare, quindi a mappare le competenze possedute da disoccupati e inoccupati.
  Mettendo insieme questi due mega blocchi di dati, si potrebbe, in un'ottica pubblico-privato, intervenire con degli interventi formativi veramente ad hoc che preparano il disoccupato, l'inoccupato e lo stesso occupato alle offerte di lavoro che ancora non si stanno concretizzando, ma che si concretizzano nel breve e medio termine, quindi con una logica credo molto più proattiva che semplicemente reattiva.
  Credo che i miei cinque minuti si siano più o meno esauriti. Vi ringrazio ancora per l'invito. È stato un piacere.

  PRESIDENTE. Se non ci sono domande da parte dei colleghi deputati, ringrazio l'audito. Avverto che i rappresentanti di illimity Bank hanno messo a disposizione della Commissione una documentazione, di cui autorizzo la pubblicazione in calce al resoconto stenografico della seduta odierna (vedi allegato 1). Dichiaro conclusa l'audizione.

Audizione di rappresentanti di EIT Digital.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sul rapporto tra intelligenza artificiale e mondo Pag. 5del lavoro, con particolare riferimento agli impatti che l'intelligenza artificiale generativa può avere sul mercato del lavoro, l'audizione di rappresentanti di EIT Digital.
  Ricordo che l'audizione odierna sarà svolta consentendo la partecipazione da remoto in videoconferenza dei deputati e degli auditi secondo le modalità stabilite dalla Giunta per il regolamento.
  Intervengono in videoconferenza per EIT Digital Federico Menna, Diva Tommei e Davide Minchella. Ringrazio i nostri ospiti per la partecipazione.
  Dopo aver ricordato che la relazione dovrebbe avere una durata complessiva di circa cinque minuti, cedo la parola al dottor Menna.

  FEDERICO MENNA, Chief Executive Officer di EIT Digital (Intervento in videoconferenza). Buongiorno. Spero che riusciate a sentirmi bene.
  Signor presidente, gentili onorevoli, prima di tutto vorrei ringraziarvi per l'opportunità preziosa che ci consente di presentare oggi il nostro lavoro che facciamo ogni giorno sulla innovazione della formazione nell'ambito delle tecnologie digitali e di fornire la nostra prospettiva su quest'ambito, che è quanto mai attuale e importante.
  L'intelligenza artificiale, infatti, sta trasformando la società e l'economia e in particolare il mondo del lavoro. La prospettiva che riporterò oggi è quella di EIT Digital, organizzazione di cui sono amministratore delegato, e si basa sulle nostre attività che operano sia a livello europeo che negli Stati membri.
  Per darvi un po' di contesto su EIT Digital, siamo un'organizzazione fondata dalla Commissione europea nel 2010, quindi abbiamo circa quattordici anni di vita. Abbiamo negli anni creato una generazione di talenti, circa 4 mila studenti hanno partecipato ai nostri programmi di laurea specialistica in ambito digitale. Abbiamo un network di circa mille investitori e abbiamo creato 500 start-up che abbiamo aiutato poi a crescere tramite connessione con questi investitori.
  Siamo presenti in 23 città europee, tra cui Trento e Milano in Italia e anche a San Francisco negli Stati Uniti. I nostri programmi partono da un presupposto, quello che non c'è innovazione senza formazione e quindi tramite il nostro ecosistema, che ho appena descritto, facilitiamo l'accesso alla formazione digitale sia a specialisti sia a persone che stanno entrando nel mondo del lavoro, per mantenersi aggiornati sulle nuove tecnologie. Poi aiutiamo queste persone a entrare e a migliorare la loro posizione lavorativa o a creare aziende che poi aiutiamo a crescere tramite programmi di creazione di start-up di innovazione o accesso a finanziamenti.
  Per quanto riguarda l'intelligenza artificiale, è un argomento che noi trattiamo su larga scala in diversi ambiti. Prima di tutto ci occupiamo di analizzare il mercato e quali sono i trend sia a livello degli Stati membri che a livello europeo. Abbiamo recentemente lanciato un report sull'impatto dell'intelligenza artificiale in Europa, con particolare focus su alcuni Stati membri.
  Per quanto riguarda la parte di formazione, abbiamo delle lauree specialistiche che guardano sia all'intelligenza artificiale più in senso stretto, ma anche all'evoluzione, quindi intelligenza artificiale generativa o intelligenza artificiale emotiva addirittura.
  Aiutiamo anche i professionisti già nel mondo del lavoro a mantenersi aggiornati, sia con corsi base che con corsi avanzati.
  Infine, supportiamo la creazione di aziende che fanno dell'intelligenza artificiale il proprio core business, e ne abbiamo create circa 500 in questi anni.
  Ora vorrei concentrarmi sul tema dell'intelligenza artificiale. Innanzitutto, il contesto globale ci mostra che l'intelligenza artificiale, soprattutto dopo la crescita esponenziale dell'intelligenza artificiale generativa, sta vedendo investimenti a livello mondiale che stanno crescendo anno dopo anno. Quindi, se fino al 2022 si vedeva un trend in crescita, ma stabile, nel 2023 parliamo di una crescita di quattro-cinque volte anno su anno. È veramente impressionante e sta trasformando il mondo del lavoro e della società in modo emblematico.Pag. 6
  Non è più solo una questione tecnologica, è un tema che copre tutti, e chiunque oggi può utilizzare strumenti basati sull'intelligenza artificiale. Quindi, è un tema che va affrontato non solo nell'ambito tecnologico, ma a livello più globale.
  L'Italia riflette il trend globale, quindi vediamo in Italia la diffusione dell'intelligenza artificiale come uno strumento che da un lato offre enormi opportunità per innovare e per fare efficienza e dall'altro pone anche sfide importanti dal punto di vista economico e sociale.
  A livello di adozione da parte delle imprese, l'Italia, purtroppo, in questo momento, è inferiore alla media europea, però può contare su una base scientifica e accademica che è eccellente; meglio della media europea, decisamente. Questo dà ottimismo sul fatto che l'Italia non debba essere inferiore rispetto agli altri Stati membri dell'Unione europea.
  Come settori economici, e questo si collega a quello che ho detto prima, l'intelligenza artificiale, soprattutto quella generativa, impatta tutti i settori, quindi è veramente un impatto trasversale. Chiaramente, l'ambito tecnologico e quello delle media company è molto impattato, ma in realtà possiamo vedere come le banche, i servizi finanziari, l'energia, i servizi legali, business, qualsiasi tipo di industria viene, in un modo o nell'altro, toccata e impattata dall'intelligenza artificiale e in tutte le funzioni aziendali, dalla supply chain, al procurement, al legale, al corporate IT, alle customer operation. Quindi, è assolutamente necessario intervenire e farlo in modo veloce.
  Dal punto di vista del mondo del lavoro, quindi, vediamo due aspetti. Il primo è un aspetto positivo: l'intelligenza artificiale sta portando più inclusione e più equità. Se guardiamo in termini di genere, estrazione sociale e posizione geografica, l'AI permette a chiunque di avere lo stesso tipo di opportunità e permette anche di avere il personale delle aziende più concentrato su risultati e sul prendere decisioni migliori basate sui dati, piuttosto che su task ripetitivi. Il secondo è un aspetto negativo: come spesso sentiamo, una diffusione illimitata e soprattutto incontrollata dell'intelligenza artificiale può causare problemi, come quello della disinformazione o della diffusione di notizie non vere. Inoltre, gli esseri umani fanno errori, ma l'intelligenza artificiale può fare errori ancora più grandi, soprattutto se operata in modo incontrollato.
  Ciò che vorrei lasciarvi, sulla base di questo contesto e sulla base di questa analisi degli aspetti positivi e negativi, si diversifica in due gruppi di conclusioni.
  Il primo gruppo riguarda le aziende. Le aziende fanno la nostra economia e sono una parte importante della nostra società, quindi se guardiamo dal punto di vista delle aziende abbiamo persone che sono abituate a essere servite con rapidità come quando usano Uber, in modo intelligente come quando guardano Netflix e in modo olistico come quando fanno ricerche su Google, e si aspettano la stessa esperienza da ogni azienda, sia che siano clienti di questa azienda sia che siano dipendenti di questa azienda. Quindi, sarà fondamentale che le nostre aziende siano in grado di indirizzare questi aspetti per poter avere un vantaggio competitivo rispetto alle altre. Inoltre, insieme alla crescita dell'adozione dell'intelligenza artificiale, le persone si fanno sempre più domande sul loro ruolo e hanno bisogno di una conferma della loro importanza. Quindi, sarà fondamentale reinventare i ruoli, per fare in modo che le persone capiscano che l'intelligenza artificiale da sola non risolverà i problemi e non sarà un sostituto degli esseri umani. Questo è fondamentale.
  Infine, l'intelligenza artificiale non ha tratti umani per generare i risultati, ma sarà necessario creare delle interfacce per capire le macchine e per farle dialogare con gli esseri umani, in modo che siano in grado di rispondere ai nostri bisogni emotivi e tecnici. Quindi, sarà necessario che anche i nostri percorsi di risorse umane, comunicazioni interne e cultura aziendale si adattino per tenere in conto le esigenze delle persone che si interfacciano con l'intelligenza artificiale.
  Il secondo gruppo di conclusioni che vorrei lasciarvi è legato a chi fa le leggi, ai Pag. 7decisori, perché senza una discussione e un confronto reciproci fra chi fa le leggi e chi fa impresa non penso che riusciamo a trovare una quadra che aiuti il Paese. Secondo me, possiamo vedere quattro elementi. Il primo è che l'intelligenza artificiale non sostituisce l'intervento umano ma facilita l'esecuzione di passaggi ripetitivi, quindi può migliorare l'efficienza e l'innovazione all'interno delle aziende. Tuttavia, è necessario che vengano messe in piedi regolamentazioni che mitighino le possibili conseguenze negative dell'uso dell'intelligenza artificiale.
  A livello europeo abbiamo l'AI Act, ma non possiamo pensare che questo sia l'unico strumento che venga adottato anche negli Stati membri. Infine, devono essere messe in piedi – questa, secondo me, è la parte più importante – politiche che garantiscano un adeguato aggiornamento delle competenze e una creazione di una consapevolezza sull'utilizzo delle tecnologie di intelligenza artificiale. Questo richiederà risorse e una sinergia pubblico-privato. Questo si lega all'ultimo punto, che è quello relativo ai percorsi formativi. Non è sufficiente che i percorsi formativi seguano l'evoluzione tecnologica. Questi devono anticiparla e unire le competenze tecniche a quelle economiche e imprenditoriali. Anche in questo caso mi viene da dire che la sinergia pubblico-privato è fondamentale.
  Queste sono le nostre conclusioni. Ciò che ho presentato lo depositeremo come memoria scritta, in un formato composto di slide, in modo che possa essere consultato successivamente.
  Vi ringrazio di nuovo per l'opportunità e resto a disposizione per eventuali domande o commenti.

  PRESIDENTE. La ringrazio.
  Non essendovi richieste di intervento da parte dei colleghi, le pongo io una domanda. A livello nazionale ed europeo esistono già iniziative in grado di sostenere l'upskilling dei lavoratori nell'ambito dell'applicazione dell'intelligenza artificiale?
  Do la parola al nostro ospite per la replica.

  FEDERICO MENNA, Chief Executive Officer di EIT Digital. Sì, esistono. Noi stessi abbiamo programmi per le aziende che vogliono fare l'upskilling dei propri dipendenti. Ci sono anche azioni fatte più a livello di Commissione europea, che poi avranno ricadute sugli Stati membri, come la creazione di corsi specifici per i diversi settori che sono impattati dall'intelligenza artificiale.
  La sua domanda, dunque, è molto pertinente. Ovviamente, va fatto ancora di più. Però, è sicuramente un buon punto di partenza, e credo che l'Europa e l'Italia abbiano una grande opportunità.

  PRESIDENTE. Rimaniamo in attesa delle slide e del documento.
  Nel salutarla e ringraziarla, dichiaro conclusa l'audizione.

Audizione di rappresentanti della Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche (FNOPI).

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante la resocontazione stenografica e la trasmissione attraverso la web-tv della Camera dei deputati.
  L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sul rapporto tra intelligenza artificiale e mondo del lavoro, con particolare riferimento agli impatti che l'intelligenza artificiale generativa può avere sul mercato del lavoro, l'audizione di rappresentanti della Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche (FNOPI).
  Ricordo che l'audizione odierna sarà svolta consentendo la partecipazione da remoto e in videoconferenza dei deputati auditi, secondo le modalità stabilite dalla Giunta per il regolamento.
  Interviene in videoconferenza, per FNOPI, il dottor Pietro Giurdanella, presidente dell'Ordine delle professioni infermieristiche di Bologna, che ringrazio per la partecipazione e al quale cedo la parola, dopo aver ricordato che la sua relazione dovrebbe avere una durata complessiva di circa cinque minuti.

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  PIETRO GIURDANELLA, Presidente dell'Ordine delle Professioni Infermieristiche (OPI) di Bologna (Intervento in videoconferenza). Signor presidente, ringrazio per questa audizione.
  La Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche è un ente pubblico non economico e agisce quale organo sussidiario dello Stato. Rappresenta presso le istituzioni 102 ordini provinciali e interprovinciali e comprende oltre 450 mila infermieri, di cui 9 mila infermieri pediatrici.
  Circa l'intelligenza artificiale, possiamo dire che negli ultimi anni la tecnologia ha fatto registrare progressi notevoli. A tal riguardo, i brevetti registrati negli ultimi 7-8 anni sono aumentati esponenzialmente. Nel medesimo arco temporale sempre più ricercatori hanno rivolto la loro attenzione a questo campo e gli investimenti sono aumentati del doppio in Germania, triplicati negli Stati Uniti, fino ad arrivare a dodici volte in Israele. Nel 2020 le start-up americane di intelligenza artificiale hanno raccolto oltre 38 miliardi di dollari di finanziamenti e oltre 25 miliardi quelle asiatiche.
  Accanto a queste tendenze generali, vi sono stati momenti particolari di progresso. In campo sanitario emerge la scoperta, nel 2020, di un nuovo antibiotico attraverso l'utilizzo dell'intelligenza artificiale. Alimentata da nuovi algoritmi e da una potenza di calcolo sempre maggiore e poco costosa, di fatto l'intelligenza artificiale si sta diffondendo pressoché in ogni settore, influenzando e modificando il comportamento delle persone e in particolare i loro bisogni.
  Nel campo della salute l'intelligenza artificiale è emersa negli ultimi anni come una forza trasformativa, capace di rendere e ridefinire non solo il percorso clinico e assistenziale, ma anche il modo in cui organizziamo l'assistenza sanitaria. L'utilizzo di algoritmi di apprendimento automatico e analisi dei dati per elaborare grandi quantità di informazioni sanitarie in modo rapido e accurato rende sempre più precise le decisioni cliniche e contribuisce al miglioramento degli esiti di salute dei pazienti. Tale forza trasformativa avrà un impatto rilevante sulle professioni sanitarie, sui cittadini e più in generale su tutto il sistema salute. L'equilibrio tra queste dimensioni e la coerenza di sviluppo saranno determinanti sull'esito finale.
  Per quanto riguarda le professioni, esse nascono per aiutare le persone a superare le loro conoscenze limitate e agiscono come intermediarie, interpretando e applicando le competenze teoriche e pratiche. L'impatto delle tecnologie e l'influenza che determineranno nei cittadini rendono necessaria un'evoluzione dello schema di riferimento fino ad oggi utilizzato dalle stesse professioni.
  In questo quadro sono possibili due scenari. Il primo è rassicurante e familiare: in questo modello i professionisti continuano a lavorare come hanno fatto dalla metà del diciannovesimo secolo, standardizzando e semplificando i loro vecchi modi di lavorare. Il secondo è una prospettiva ben diversa: implica una trasformazione nel modo in cui le competenze dei professionisti sono messe a disposizione della società.
  L'introduzione di un'ampia gamma di sistemi sempre più capaci integrerà e in alcuni casi sostituirà parte del lavoro dei professionisti. Questa nuova dimensione richiede una ricollocazione degli ambiti di intervento, mantenendo il valore della professione e l'apporto offerto al cittadino. Per gli infermieri questo valore risiede nella dimensione assistenziale del bene della persona, della famiglia e della collettività e della relazione di cura, infine anche del gesto assistenziale.
  Anche i cittadini saranno coinvolti in questa transizione. L'evoluzione in chiave digitale all'accesso alle cure da parte dei cittadini richiederà conoscenze e competenze di cui tenere conto. La competenza è una parola chiave nel nostro ragionamento e il termine ha un'etimologia interessante, deriva da competere (cum-petere) ovvero andare insieme, far convergere in un medesimo punto.
  Oltre alla competenza del cittadino, devono essere considerate anche le barriere che ostacolano l'implementazione di soluzioniPag. 9 digitali, tra cui la possibilità stessa di accesso alla tecnologia. Vari studi, tra cui uno dell'OMS condotto nel 2022, evidenziano il paradosso per cui coloro che potrebbero avvantaggiarsi degli strumenti di sanità digitale sono quelli meno abili all'uso del digitale. Questi dati necessariamente devono far riflettere, con l'obiettivo di evitare la creazione di un nuovo bisogno di salute generate dalle inedite categorie dei fragili digitali e dei poveri digitali.
  Infine, il sistema salute a nostro parere potrà giovare dell'innovazione tecnologica in atto se verrà declinato in chiave di connected care, ovvero di un sistema funzionalmente capace di connettere persone, bisogni, dati e competenze in un modello di cambiamento nel quale si possano coprogettare i modelli di presa in carico, in una logica nella quale gli sviluppatori comprendono meglio le esigenze dei professionisti e i pazienti e le organizzazioni possono comprendere i ragionevoli limiti di servizio, semplificando i percorsi rivolti al paziente, migliorando l'aderenza terapeutica e l'appropriatezza, revisionando i processi attraverso una rivisitazione dei ruoli, unita all'aggiornamento delle competenze.
  Concludendo, la Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche ritiene che il processo evolutivo in atto debba essere accolto positivamente, puntando a una crescita armonica e sinergica di tutti gli attori coinvolti nel processo di trasformazione digitale in atto. Nello specifico, reputiamo necessario lavorare affinché i nuovi processi mediati e supportati da tecnologie digitali vengano introdotti in maniera armonica all'interno dei processi, adeguando le normative di riferimento, puntando su nuovi profili di competenze e di responsabilità dei professionisti e valorizzando l'apporto dell'équipe di cura. Bisogna lavorare, inoltre, per mitigare gli effetti deleteri del digital divide, come l'impegno verso la costruzione di sistemi digitali inclusivi che garantiscano stabilità e multicanalità integrata. Infine, bisogna garantire ai professionisti sanitari le digital skill attraverso i percorsi di formazione accademica e continua dei professionisti sanitari.
  Per quanto sopraesposto, integrato con le osservazioni dettagliate che invieremo, la Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche riconosce alla pregiata Commissione il merito di affrontare tematiche molto determinanti e si rende ulteriormente disponibile per ogni confronto utile. Con questo, vi ringrazio.

  PRESIDENTE. La ringrazio.
  Non essendovi richieste di intervento da parte dei colleghi, nel rinnovarle il nostro ringraziamento per il contributo e nel chiederle eventualmente di mandarci una memoria rispetto a quanto ha detto, dichiaro conclusa l'audizione.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
WALTER RIZZETTO

Audizione di rappresentanti del Gruppo Sirti.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sul rapporto tra intelligenza artificiale e mondo del lavoro, con particolare riferimento agli impatti che l'intelligenza artificiale generativa può avere sul mercato del lavoro, l'audizione di rappresentanti del Gruppo Sirti.
  L'audizione sarà svolta consentendo la partecipazione da remoto e in videoconferenza dei deputati, secondo le modalità stabilite dalla Giunta per il regolamento.
  È presente, per il gruppo Sirti Spa, il dottor Giovanni Sannino, direttore ICT management, che ringrazio per la partecipazione e al quale cedo immediatamente la parola, dopo aver ricordato che la relazione dovrebbe avere una durata di circa cinque minuti. Il dottor Sannino ha già inviato un documento.

  GIOVANNI SANNINO, Direttore ICT Management del Gruppo SIRTI. Buongiorno, onorevole presidente e onorevoli commissari, e grazie. Siamo riconoscenti per aver individuato in Sirti un'azienda che sul territorio nazionale, di fatto, è un player nel mondo dell'intelligenza artificiale, che sicuramente è un mondo che toccherà industria,Pag. 10 formazione, ricerca e, non ultima, la pubblica amministrazione.
  Il gruppo Sirti opera sul mercato italiano dal 1921 (faccio un breve excursus, non è una pubblicità). È un gruppo nato come Società italiana reti telefoniche interurbane, quindi la società che de facto ha creato la rete di telecomunicazioni nazionale, ha attraversato tutta l'evoluzione tecnologica delle reti e oggi ha due grandi anime: la Sirti Telco Infrastructures, che è l'azienda che si occupa, di fatto, di creare e manutenere le reti – fibra ottica, radiomobile, rame – e la Sirti Digital Solutions, che è l'azienda tech che si occupa di informatica (quindi integratore di tecnologia, cybersecurity, sviluppo software, cloud e così via).
  È un'azienda presente in maniera capillare sul territorio. Abbiamo circa 3.500 addetti. Di fronte al tema dell'intelligenza artificiale, ovviamente, stiamo lavorando perché sarà sicuramente una questione che ci interesserà.
  Il nostro ruolo nel Paese lo abbiamo detto prima. Abbiamo dei riconoscimenti, per cui pensiamo di essere un attore importante in questo mercato. Siamo un'azienda che ha un'estrema attenzione ai temi sociali, ai temi ambientali e alla trasparenza. Questo lo certificano anche le nostre certificazioni, SA8000 e ISO 14001. Pensiamo, quindi, di dare un apporto non solo quantitativo, ma anche qualitativo all'industria.
  Che cos'è l'intelligenza artificiale? Nella mia memoria ho cercato di semplificare un qualcosa di estremamente complesso. Intanto, è un campo di ricerca multidisciplinare. Perché parlo di «campo di ricerca» e non di «campo di applicazione»? È anche un campo di applicazione, ma, poiché è in continua trasformazione, in continua metamorfosi, di fatto è una ricerca continua. Qual è l'obiettivo dell'intelligenza artificiale? L'intelligenza artificiale ha l'obiettivo di elaborare degli algoritmi che altro non fanno che amplificare la potenzialità di macchine o di persone per risolvere problemi complessi. Qual è la dote dell'intelligenza artificiale? Come fa a eseguire questi compiti? Con i dati. L'intelligenza artificiale non è altro che un motore statistico che utilizza una mole di dati enorme, un data lake enorme, e lo riesce a elaborare in un tempo minimo, cosa che un essere umano non riesce a fare.
  Di fatto, una persona che utilizza l'intelligenza artificiale – che, ripeto, è uno strumento, non è un essere umano, non è un essere umano senziente, non prende decisioni, ma semplicemente esegue delle azioni – assolutamente può aumentare il ritmo di produzione piuttosto che aumentare la qualità di un servizio che offre rispetto a chi non utilizza lo strumento.
  Cosa fa, in particolare, quella che viene chiamata «IA generativa»? L'intelligenza artificiale esiste da diverso tempo. Qual è stato il change, il cambio, l'evento che sta facendo parlare un po' tutti dell'intelligenza artificiale? Il lancio dell'applicazione ChatGPT del 2023, cioè il fatto che la macchina possa parlare con l'umano, quindi dare l'impressione che la macchina possa pensare e addirittura essere senziente. Di fatto, la macchina applica un algoritmo, un algoritmo che viene dato da un essere umano.
  Brevemente, per chiudere questa fase. Il sistema è potentissimo. È in grado di replicare immagini, è in grado di replicare testi, è in grado di produrre musica e di risolvere – come abbiamo detto – diversi problemi complessi. All'interno di un sistema come il nostro, il sistema Paese, che cosa potrebbe succedere? L'avvento di questo strumento può sicuramente aumentare il PIL di un Paese. Ci sono diversi studi. Non ultimo, leggevo ieri, lo studio di Microsoft. Però, paradossalmente, bisogna capire se poi questo aumento del PIL di fatto porta anche a un aumento dei posti di lavoro. Ci sono due risposte. Sicuramente tutte quelle attività – tra cui alcune attività che sono presenti nella nostra azienda – ripetitive, meccaniche potranno essere sostituite dall'intelligenza artificiale. Ma l'intelligenza artificiale farà nascere un numero infinito di nuove professioni.
  L'avvento del computer anni fa si diceva che avrebbe portato la settimana lavorativa da cinque giorni a quattro giorni. Poi, di fatto, questo non è accaduto. Anzi, forse è Pag. 11pure aumentata la settimana lavorativa. Però ha fatto nascere nuovi mestieri. La stessa cosa sarà data dall'intelligenza artificiale. Produrremo con più qualità, produrremo, magari, con più efficienza su una linea produttiva. Ad esempio, alla fine di questa audizione l'intelligenza artificiale darà subito il report. Qualcuno, però, dovrà istruire l'algoritmo per ricercare le parole chiave, che oggi in questa Commissione magari sono «intelligenza artificiale» oppure «tagli di posti di lavoro» oppure «creazione di nuovi posti di lavoro». E ci sarà il virgolettato. Magari ci sarà subito un report pronto, fatto da una macchina intelligente. Ma chi istruirà l'algoritmo? C'è bisogno di una nuova professione. Nasceranno nuove professioni, sicuramente.
  L'acqua con le mani non si ferma sicuramente, però che cosa bisogna fare per gestire questo cambio, questa innovazione tecnologica? Come azienda, abbiamo un osservatorio, magari un po' privilegiato. Essendo integratori di tecnologia, noi viviamo un po' tutti i campi tecnologici e li viviamo in anteprima rispetto al mercato, perché abbiamo un digital lab dove studiamo le nuove tecnologie, le facciamo vedere ai nostri clienti e poi le implementiamo pure sul mercato. Ci stiamo preparando, quindi, e prepariamo i nostri tecnici alle professioni del futuro, ai nuovi servizi.
  Ovviamente, tutto il sistema – in ambito di ricerca, di formazione, in ambito scientifico – dovrà preparare le nuove professioni, secondo me, su quattro direttrici fondamentali: impresa, pubblica amministrazione, ricerca (intesa come enti di ricerca), scuola e formazione. Formazione a tappeto, di tutti, quindi di chi non è ancora professionalizzato e di chi sarà professionalizzato.
  Come gruppo, la nostra visione è quella che sicuramente strumenti come il Fondo nuove competenze, che è stato lanciato subito dopo il Covid o, comunque, durante il Covid, sono stati strumenti molto efficaci, che noi abbiamo utilizzato e che ci hanno permesso, ad esempio, di preparare la rivoluzione della fibra. Quello, ad esempio, è uno strumento sicuramente da tenere in considerazione.
  Inoltre, abbiamo lanciato all'interno dell'azienda, ma ovviamente la mettiamo a disposizione anche dei clienti, una Academy. Abbiamo nominato, all'interno dell'azienda, degli evangelist, che non sono San Matteo o San Marco, ma semplicemente persone esperte in una determinata materia, che pubblicano all'interno di un sito aziendale video, documenti piuttosto che informazioni, quindi una sorta di blog vivo, per offrire competenza ad altre persone. Ovviamente, possono essere contattati per approfondimenti.

  PRESIDENTE. La ringrazio. È stato molto interessante. Giustamente, come da lei ricordato, il gruppo Sirti, ormai da anni, lo conosciamo per essere un attore molto importante rispetto a questo tipo di temi.
  Chiedo se ci sono domande. Mi pare sia tutto molto chiaro. Grazie anche per il documento.
  Una domanda, se posso, molto brevemente gliela faccio io. Io sono d'accordo con quanto lei ha detto, sono d'accordo con lei soprattutto rispetto a una delle ultime direttrici che lei ha citato, ovvero quella della formazione a tappeto. Noi dobbiamo sicuramente formare le persone per saper utilizzare l'intelligenza artificiale, ma per saperla, di fatto, anche creare.
  Rivolgo questa domanda al rappresentante del gruppo Sirti: a livello infrastrutturale, nel nostro Paese, al netto di fibra, non fibra, posa della fibra, eccetera, a che punto siamo nei confronti, ad esempio, di altri Paesi europei? Abbiamo queste autostrade più o meno virtuali, fisiche e in parte virtuali, che ci permettono di poter percorrere a una determinata velocità un mercato e degli ambienti, delle tecnologie che stanno correndo, invece, moltissimo?
  Do la parola al nostro ospite per la replica.

  GIOVANNI SANNINO, Direttore ICT Management del Gruppo SIRTI. La ringrazio per la domanda. È molto interessante. Ovviamente, altre nazioni non hanno la fortuna di avere le città italiane, piene di opere d'arte, piene di centri storici che, paradossalmente, dal nostro osservatorio, Pag. 12possono essere talvolta una vera impresa. Stendere della fibra ottica all'interno di un centro storico è un'impresa. Occorre sicuramente, da un punto di vista legislativo, forse fluidificare un po' quello che oggi è il «decreto scavi», che è un problema, soprattutto dal punto di vista economico. Le posso assicurare che scavare una strada e poi ripristinarla, rimetterla in sicurezza è un qualcosa di veramente oneroso, che talvolta nei bandi di gara viene dimenticato.
  Bandi di gara all'estremo ribasso sicuramente non vanno d'accordo con la qualità del lavoro e talvolta frenano l'evoluzione delle reti. Noi, da un punto di vista di utilizzo, forse in Italia siamo tra gli utilizzatori maggiori della tecnologia. Non c'è persona che non utilizzi telefoni, App e quant'altro. Dal punto di vista infrastrutturale, potremmo sicuramente essere più veloci. Però, ripeto, ci sono alcune cose che possono, secondo me, essere superate, ma ci vuole un po' più di attenzione, per avere leggi che fluidifichino un po' più la coda di questa attività, che è molto importante.

  PRESIDENTE. Dottor Sannino, è stato molto chiaro. La ringraziamo. Avverto che i rappresentanti del gruppo SIRTI hanno messo a disposizione della Commissione una documentazione, di cui autorizzo la pubblicazione in calce al resoconto stenografico della seduta odierna (vedi allegato 2).
  Dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 14.55.

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ALLEGATO 1

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ALLEGATO 2

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