XIX Legislatura

XI Commissione

Resoconto stenografico



Seduta n. 21 di Mercoledì 3 aprile 2024
Bozza non corretta

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Rizzetto Walter , Presidente ... 3 

INDAGINE CONOSCITIVA SUL RAPPORTO TRA INTELLIGENZA ARTIFICIALE E MONDO DEL LAVORO, CON PARTICOLARE RIFERIMENTO AGLI IMPATTI CHE L'INTELLIGENZA ARTIFICIALE GENERATIVA PUÒ AVERE SUL MERCATO DEL LAVORO:

Audizione di rappresentanti di CGIL, CISL, UIL e UGL.
Rizzetto Walter , Presidente ... 3 
De Luca Alessio , Politiche dell'innovazione digitale, Responsabile Ufficio 4.0 della CGIL (Intervento da remoto) ... 4 
Rizzetto Walter , Presidente ... 8 
Pirulli Mattia , Segretario Confederale della CISL ... 8 
Rizzetto Walter , Presidente ... 12 
Pagliara Angelo , Funzionario segreteria generale UIL (Intervento da remoto) ... 12 
Rizzetto Walter , Presidente ... 13 
Conti Stefano , Segretario nazionale UGL ... 14 
Rizzetto Walter , Presidente ... 16 
Scotto Arturo (PD-IDP)  ... 16 
Barzotti Valentina (M5S)  ... 17 
Soumahoro Aboubakar (Misto)  ... 18 
Malagola Lorenzo (FDI)  ... 18 
Rizzetto Walter , Presidente ... 19 
De Luca Alessio , Politiche dell'innovazione digitale, Responsabile Ufficio 4.0 della CGIL (Intervento da remoto) ... 19 
Pirulli Mattia , Segretario Confederale della CISL ... 20 
Conti Stefano , Segretario nazionale UGL ... 22 
Rizzetto Walter , Presidente ... 23 

Audizione di Luca Foschini, Presidente e CEO di Sage Bionetworks:
Rizzetto Walter , Presidente ... 23 
Foschini Luca , Presidente e CEO di Sage Bionetworks (Intervento da remoto) ... 24 
Rizzetto Walter , Presidente ... 27 
Foschini Luca , Presidente e CEO di Sage Bionetworks (Intervento da remoto) ... 28 
Rizzetto Walter , Presidente ... 29 
Foschini Luca , Presidente e CEO di Sage Bionetworks (Intervento da remoto). Open ... 29 
Rizzetto Walter , Presidente ... 30 

ALLEGATO: Documentazione presentata dai rappresentanti della CISL ... 31

Sigle dei gruppi parlamentari:
Fratelli d'Italia: FdI;
Partito Democratico - Italia Democratica e Progressista: PD-IDP;
Lega - Salvini Premier: Lega;
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Forza Italia - Berlusconi Presidente - PPE: FI-PPE;
Azione - Popolari europeisti riformatori - Renew Europe: AZ-PER-RE;
Alleanza Verdi e Sinistra: AVS;
Noi Moderati (Noi con L'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro) - MAIE: NM(N-C-U-I)-M;
Italia Viva - il Centro - Renew Europe: IV-C-RE;
Misto: Misto;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-+Europa: Misto-+E.

Testo del resoconto stenografico
Pag. 3

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
WALTER RIZZETTO

  La seduta comincia alle 15.20.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante la resocontazione stenografica e la trasmissione attraverso la web-tv della Camera dei deputati.

Audizione di rappresentanti di CGIL, CISL, UIL e UGL.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sul rapporto tra intelligenza artificiale e mondo del lavoro, con particolare riferimento agli impatti che l'intelligenza artificiale generativa può avere sul mercato del lavoro, l'audizione di rappresentanti di CGIL, CISL, UIL e UGL.
  Ricordo che l'audizione odierna sarà svolta consentendo la partecipazione di deputati e auditi in videoconferenza, secondo le modalità stabilite dalla Giunta per il regolamento.
  Intervengono in videoconferenza per CGIL Alessio De Luca, politiche dell'innovazione digitale, responsabile dell'Ufficio 4.0, e Rossella Marinucci, mercato del lavoro e politiche attive del lavoro. Sono presenti, per CISL, Mattia Pirulli, segretario confederale, e Livia Ricciardi, dipartimento politiche mercato del lavoro. In videoconferenza, per UIL abbiamo Angelo Pagliara, funzionario segreteria generale. Sono presenti, per UGL, Stefano Conti, segretario nazionale, e Venanzio Cretarola, dirigente sindacale.
  Ringrazio i nostri ospiti per la partecipazione. Ricordo che ciascuna relazione dovrebbe avere una durata complessiva di circa cinque minuti, minuto più minuto meno.Pag. 4
  Do immediatamente la parola, per CGIL, ad Alessio De Luca, politiche dell'innovazione digitale e responsabile dell'Ufficio 4.0.

  ALESSIO DE LUCA, Politiche dell'innovazione digitale, Responsabile Ufficio 4.0 della CGIL (Intervento da remoto). Vi ringraziamo per l'audizione. Farò una sintesi, dopodiché vi forniremo un documento più esteso sul tema.
  L'introduzione di sistemi di intelligenza artificiale nel più generale processo di digitalizzazione sta avvenendo in tutti i settori industriali, del terziario e dei servizi. Studi recenti sull'impatto dell'intelligenza artificiale ci consegnano un quadro in grande trasformazione sia dal punto di vista produttivo che professionale e occupazionale.
  Il fenomeno è talmente profondo che gli studi ci dicono produrrà effetti sul 60 per cento dei lavoratori delle economie avanzate e sul 40 per cento a livello globale. È necessario, quindi, dal nostro punto di vista, che lo si affronti nella sua complessità: politiche industriali dirette all'insieme del sistema produttivo italiano, tutele dei cittadini, lavoro e occupazione. La velocità della sua diffusione e la potenzialità dei suoi utilizzi sono straordinari e trovano applicazione attraverso lo sviluppo verticale di differenti ecosistemi industriali nel settore pubblico. Il contesto, però, è quello di una trasformazione del mercato in corso da anni, determinato fondamentalmente dall'e-commerce e piattaforme digitali, con una straordinaria concentrazione nelle mani di pochi colossi che hanno riscritto le regole del commercio e dei processi produttivi.
  È difficile immaginare che, nel quadro dato, le imprese di piccole dimensioni siano in grado di rispondere alla concorrenza di multinazionali che stanno investendo enormi capitali in questo ambito. Siamo perciò convinti che la risposta a questa inedita trasformazione debba essere sistemica, con politiche industriali comunitarie dirette a ridurre in questo ambito la Pag. 5concorrenza tra imprese europee per facilitare lo sviluppo di tecnologie continentali e ridurre i costi, realizzando un riequilibrio dello sviluppo tecnologico.
  Ci saranno dall'Unione Europea una serie di sostegni che segnano un cambio di impostazione per le politiche industriali: le fabbriche di intelligenza artificiale, gli ecosistemi per la ricerca sull'intelligenza artificiale sostenuti finanziariamente tramite Horizon Europe e il programma Europa Digitale.
  Secondo le previsioni, il pacchetto determinerà investimenti pubblici e privati complessivi, pari a circa 4 miliardi di euro fino al 2027. Certamente, si tratta di un primo importante passo dell'Unione europea, anche se siamo distanti dagli investimenti delle grandi multinazionali, come Microsoft, con 10 miliardi, o della Cina, con 26,7 miliardi.
  Si partirà purtroppo da un ritardo già conseguito nello sviluppo di tecnologie nel condizionamento del mercato.
  È indispensabile costruire nel Paese politiche industriali con un ruolo portante delle imprese pubbliche e un rafforzamento del ruolo degli enti pubblici. Lo abbiamo sperimentato in questi ultimi decenni, il mercato non è in grado di determinare, ancor più nella dimensione nazionale, un salto di qualità che ci metta nella condizione di competere con le grandi imprese multinazionali o le superpotenze. Anche per questo confermiamo la nostra contrarietà ai processi di privatizzazione in atto.
  L'intelligenza artificiale sta rivoluzionando anche la ricerca del lavoro e la selezione del personale, attraverso algoritmi avanzati di screening dei curriculum e analisi dei dati.
  La Ministra del lavoro e delle politiche sociali definisce l'esperienza SIISL (Sistema informativo per l'inclusione sociale e lavorativa), la piattaforma che permetterà alle agenzie di indirizzare gli utenti verso i posti di lavoro disponibili, più consoni alle competenze individuali, tra le più significative di Pag. 6utilizzo dell'intelligenza artificiale da parte della pubblica amministrazione.
  La questione che ancora una volta si pone, però, è la totale assenza di confronto con il sindacato. Saranno così i lavoratori a subire passivamente l'uso dell'intelligenza artificiale all'oscuro delle necessarie informazioni e tutele. È invece necessario stabilire regole e limiti. Certamente nel regolamento europeo sull'intelligenza artificiale si indicano strumenti ad alta rischiosità, si escludono utilizzi nei luoghi di lavoro, si predispone il controllo ultimo dell'uomo, si parla della possibilità del singolo di chiedere trasparenza, ma nel testo, per esempio, non si prevede la contrattazione come strumento per regolare processi ed effetti. Manco, poi, un quadro chiaro di funzionamento delle autorità.
  Il regolamento ipotizza diversi organismi che possono intervenire sullo sviluppo dell'intelligenza artificiale in Europa per verificarne la conformità, ma non si fa cenno ad autorità di controllo a livello nazionale europeo. Per alcuni aspetti è più avanzata la direttiva per il lavoro sulle piattaforme digitali, che stabilisce, infatti, l'informativa sulla consultazione dei rappresentanti dei lavoratori, una procedura semplificata per il riconoscimento della tipologia contrattuale da applicare ai lavoratori, indica l'esigenza del rafforzamento della capacità organizzativa e operativa delle autorità – in Italia INL è garante per il trattamento dei dati – anche se poi si lascia decidere ai singoli Paesi dell'Unione europea le modalità applicative.
  Molte applicazioni di intelligenza artificiale sono rivoluzionarie e potranno migliorare le condizioni di vita delle persone. Basti pensare alle applicazioni in campo medico e più in generale nella ricerca scientifica nell'ambito della sicurezza sul lavoro.Pag. 7
  Il tema fondamentale, però, è come si regola l'utilizzo, come si determinano i limiti, come mi evita che il plusvalore generato da questa innovazione aumenti diseguaglianze e concentrazione di ricchezza e potere a discapito del mondo del lavoro.
  Per questo, vi chiediamo che si individui un tavolo istituzionale con il Governo e le parti sociali per la valutazione generale del fenomeno, si avvii un confronto tra le parti per una valutazione di impatto per una discussione sulla trasformazione dei modelli organizzativi per ragionare di professione, formazione, salario e durata della prestazione lavorativa, anche con il supporto delle autorità competenti (in tal senso va rafforzato e reso esigibile il ruolo della contrattazione collettiva), si definisca normativamente il ruolo e la modalità organizzativa delle autorità competenti per migliorare la capacità di iniziativa e il supporto al confronto tra le parti sociali, si definiscano delle nuove politiche industriali.
  Industria 4.0, con un generico sostegno alle imprese senza condizionalità, non ha generato in questi anni quel salto necessario né all'innovazione dell'impresa né al quadro occupazionale e alla crescita delle nuove professioni. Abbiamo la necessità di un intervento dello Stato che indirizzi lo sviluppo, che accompagni le transizioni digitali e green, che sostenga processi di formazione continua, che garantisca ammortizzatori sociali e politiche attive in grado di garantire una giusta transizione del lavoro.
  La competizione nell'era dell'intelligenza artificiale è, ancora più che in passato, sulla qualità del lavoro e sugli investimenti in ricerca e formazione. Continuare a puntare sulla svalorizzazione del lavoro e sulla compressione dei salari, sulla via del basso sviluppo, sarebbe un drammatico errore e una strategia controproducente per le stesse imprese.
  Vi ringrazio. Vi invieremo un documento più articolato.

Pag. 8

  PRESIDENTE. Do la parola, per CISL, a Mattia Pirulli, segretario confederale.

  MATTIA PIRULLI, Segretario Confederale della CISL. Buongiorno a tutti. Grazie per questa prima occasione di confronto. Noi abbiamo preparato una memoria, che consegneremo, molto più vasta del mio intervento.
  Partiamo da due tipi di approcci, che, a livello di mass media, hanno molto spazio in questo momento. C'è una visione molto apocalittica dell'introduzione dell'intelligenza artificiale, che possa generare la perdita di milioni di posti di lavoro oppure l'estremo opposto, il partito degli integrati che ritengono che tutto sarà perfetto con l'intelligenza artificiale.
  Noi riteniamo che si debba avere, su questo tema, innanzitutto un approccio socio-materialista e che quindi siano diverse le variabili che possono intervenire su questo tema, dall'organizzazione del lavoro al modello di sviluppo e di contesto, dalle scelte compiute da chi interviene nella formazione delle decisioni. Quindi, in base a questi fattori, riteniamo che, proprio perché sono questi gli elementi che incidono, ci debba essere un pieno coinvolgimento di tutte le parti in gioco nell'introduzione dell'intelligenza artificiale.
  A nostro avviso, ci sono degli elementi di positività che sicuramente potrebbero derivare o che già derivano dall'intelligenza artificiale, ad esempio anche una modulazione dell'intensità dei carichi di lavoro fisici anche per avere meno stress per il lavoratore, accrescere l'autonomia anche dei lavoratori su certe attività e ridurre l'esposizione a taluni rischi legati proprio all'attività svolta. Dall'altra, però, l'introduzione può avere anche degli elementi di negatività soprattutto sulle variabili qualitative. Abbiamo, ad esempio, il tema di come incide sulla conciliazione fra vita e lavoro.Pag. 9
  Abbiamo già, nel pratico, un'esperienza legata, ad esempio, al tema della disconnessione o all'utilizzo di semplici strumenti come lo smartphone dal carico cognitivo di lavoro e delle esposizioni a rischi psicosociali. Questi sono i possibili elementi negativi.
  C'è un ultimo aspetto positivo, che potrebbe essere legato all'introduzione dell'intelligenza artificiale e che riguarda anche il nostro Paese, che è il tema della produttività. Recenti studi hanno dimostrato come questa introduzione potrebbe migliorare la produttività anche del lavoro e del lavoratore.
  Dal nostro punto di vista, l'analisi, come dicevamo, va fatta non sull'incidenza sul lavoro in generale, neanche sulle singole mansioni, ma sulle singole task, cioè le singole azioni e attività che all'interno del lavoro si svolgono. È indubbio che su ogni attività lavorativa l'intelligenza artificiale avrà un effetto maggiore o minore.
  È da considerare che molto spesso si immagina una sostituzione o una piena sostituzione delle mansioni più basse. Questo è possibile, ma a livello di alcune task – ribadisco – non in senso di totale mansione. Questo potrebbe essere comunque uno strumento che, soprattutto sulle attività più routinarie o più ripetibili, potrebbe permettere di avviare il lavoratore anche verso altre attività lavorative.
  Sulle mansioni più alte, però, è altrettanto vero che un'incidenza dell'intelligenza artificiale potrebbe esserci, e le recenti notizie ce ne portano riscontro, e potrebbe essere interpretata positivamente anche per liberare nuove attività del lavoratore, non tanto su attività materialistiche, quanto su quelle più intellettuali. Quindi, si può liberare ulteriore tempo per task di relazioni, di coordinamento, di studio, di riflessività e di innovazione anche a favore di un miglioramento dell'attività.Pag. 10
  Come prevedere interventi di prevenzione? A nostro avviso ricopre un ruolo strategico la formazione. Noi continuiamo a ripetere che il tema della formazione è strategico nelle sue tre fasi. La prima è la fase di ingresso nel mondo del lavoro, e quindi un orientamento e una revisione anche del sistema scolastico che sia orientato e sappia orientare verso non tanto le hard skills quanto sulle soft skills, cioè sulla capacità anche di apprendere.
  La seconda attiene alla formazione continua, cioè di coloro che già sono al lavoro e vivranno l'introduzione di intelligenze artificiali nelle loro attività, al fine di non subire questo cambiamento, ma poterlo accompagnare ed essere accompagnati.
  La terza fase riguarda tutto il tema delle transizioni lavorative, perché sicuramente, così come è stato sempre nella storia, ad ogni cambiamento avremo delle evoluzioni che porteranno anche a perdite di lavoro o meglio a nuove forme di lavoro.
  Noi riteniamo, quindi, che sicuramente sia positiva questa scelta dell'Unione europea di dare vita a un primo regolamento – siamo i primi nel mondo che attivano un regolamento di questo tipo – che evidenzia anche delle criticità importanti, anche nella fase di selezione dei lavoratori. Proprio perché ad oggi non siamo di fronte a un'intelligenza artificiale forte, ma siamo di fronte a tante intelligenze artificiali deboli, utilizzate in diversi ambiti, siamo consapevoli che dietro a queste intelligenze artificiali ci sono sempre delle persone che definiscono i criteri per lo sviluppo.
  Siamo altrettanto consapevoli che spesso l'algoritmo va anche oltre quanto uno ha progettato. Proprio per questo, a nostro avviso, va monitorato questo andamento perché non ci Pag. 11siano fenomeni di discriminazione, ad esempio, anche nella scelta e nella candidatura ad attività lavorativa.
  Come dicevo, la formazione, a nostro avviso, è una strada, ma la sua introduzione negli ambiti lavorativi ci pone due temi.
  Il primo, mi permetto di citarlo, è che la sua attuazione non deve essere unilaterale, ma sempre più partecipativa del mondo del lavoro e quindi che veda la partecipazione dei datori di lavoro e dei lavoratori. Per questo credo sia strettamente connessa anche la proposta di legge d'iniziativa popolare in discussione presso le Commissioni VI (Finanze) e XI (Lavoro) legata proprio alla partecipazione, che già all'interno prevede alcune di queste attività anche di confronto.
  Il secondo ambito per svilupparlo è la contrattazione. Cito solo due esemplificazioni, tutte e due unitarie: un recente accordo firmato con Assogrocery, che è una piattaforma digitale delle tre federazioni FeLSA CISL, NIdiL CGIL e UILTemp, dove si prova anche a definire, partendo dal presupposto che è una intelligenza artificiale debole e quindi che ci sono sempre dietro dei parametri definiti dal datore di lavoro, modalità di trasparenza dell'algoritmo anche per possibili distorsioni generate dall'algoritmo stesso. Questa credo sia una prima esemplificazione.
  Anche la seconda esemplificazione è molto interessante e riguarda i grandi contratti: la piattaforma dei metalmeccanici unitaria parla anche di intelligenza artificiale, di come approcciare l'intelligenza artificiale. A mio avviso, questo è proprio il compito della contrattazione, quello di accompagnare, di prevenire e, se è possibile, anzi, necessariamente, di gestire questi cambiamenti che ci troveremo di fronte.
  Vengo a un ultimo aspetto. Noi riteniamo che l'introduzione dell'algoritmo porterà sicuramente a una serie di conseguenze. Proponiamo anche dei comitati aziendali sull'esperienza del Pag. 12Covid, comitati bilaterali per potersi confrontare su questi temi all'interno dell'azienda e vederne le ricadute, ma concordo con chi mi ha preceduto che necessariamente ci possa essere anche una Commissione nazionale permanente o un luogo di confronto permanente per monitorare l'andamento e la sua introduzione nei diversi ambiti di vita lavorativa e nei diversi ambiti del lavoro, in modo tale che non sia un'intelligenza artificiale di chapliniana memoria, in cui è la macchina che sfrutta l'uomo, ma dove l'uomo possa avere vantaggio da queste nuove introduzioni e accompagnare questa ulteriore novità.
  Non vado oltre. Rimandiamo, per approfondimenti, alla nostra relazione.

  PRESIDENTE. Do la parola, per UIL, ad Angelo Pagliara, funzionario della segreteria generale.

  ANGELO PAGLIARA, Funzionario segreteria generale UIL (Intervento da remoto). Grazie, presidente. Ringrazio la Commissione per questa audizione su un tema così importante. Sarò molto breve e anche la nostra memoria sarà molto breve e vi spiego qui di seguito la ragione.
  L'analisi dell'impatto dell'intelligenza artificiale sul mondo del lavoro è un'analisi tuttora in corso. I colleghi che mi hanno preceduto hanno specificato che esistono diverse interpretazioni. C'è chi dà interpretazioni più ottimistiche e chi dà interpretazioni più pessimistiche.
  Anche l'allegato 3, che ci avete gentilmente inviato, in relazione al programma dell'indagine conoscitiva parla di narrazioni e valutazioni contrapposte. Dunque, è un processo tuttora in divenire per cercare di comprendere quelli che sono e quelli che saranno gli impatti sul mondo del lavoro.
  Come organizzazione siamo impegnati, sia a livello nazionale, ma anche attraverso le rappresentanze europee e internazionali,Pag. 13 anche noi nell'analisi degli studi che riguardano l'impatto dell'intelligenza artificiale sul mondo del lavoro, così come sono impegnati degli istituti accademici e anche organizzazioni sovranazionali.
  L'intelligenza artificiale, e ne siamo tutti consapevoli, solleva delle problematiche che riguardano innanzitutto la tenuta dei valori democratici, dei diritti, ma anche e soprattutto gli effetti dell'automazione sulle disuguaglianze.
  Come ho specificato prima, il nostro è un approccio abbastanza laico della questione. Vorremmo cercare di comprenderne di più e di capirne di più, ma pensiamo che sia necessario farlo insieme.
  Il dialogo sociale, a nostro avviso, resta la via maestra ed esiste già un esempio, presidente, a livello europeo. Lo scorso settembre l'ex Prima ministra francese Élisabeth Borne ha istituito in Francia, un comitato per l'intelligenza artificiale, al cui interno hanno partecipato anche i rappresentanti delle parti sociali. C'erano i datori di lavoro e c'erano i sindacati. Proprio qualche settimana fa quella Commissione ha prodotto una serie di primi risultati al presidente Macron e sulla base di quelli elaboreranno delle proposte congiunte.
  Dico questo per ricollegarmi alla richiesta fatta anche dai colleghi precedentemente, relativa alla necessità, a nostro avviso, di istituire un comitato per l'intelligenza artificiale alla presenza delle parti sociali, il cui obiettivo deve essere quello di cercare di monitorare e di comprendere meglio gli effetti che l'introduzione di dispositivi di intelligenza artificiale potranno avere sulla produttività, sull'occupazione e anche sui diritti.
  Mi fermo qui, presidente. La nostra memoria ripercorrerà questi aspetti.

  PRESIDENTE. Do infine la parola, per UGL, a Stefano Conti, segretario nazionale.

Pag. 14

  STEFANO CONTI, Segretario nazionale UGL. Buon pomeriggio. Grazie, presidente.
  La domanda, che tra l'altro è la domanda principale dell'indagine conoscitiva, è se questa intelligenza artificiale creerà posti di lavoro o invece li distruggerà. Questa è una domanda che ha subito nel tempo varie modifiche. Inizialmente, nel periodo pre-pandemico, sui media la notizia che circolava per la maggiore era che l'intelligenza artificiale avrebbe sostituito posti di lavoro, ma ne avrebbe creati molti di più.
  Negli ultimi tempi, invece, si assiste all'evoluzione di notizie che sono diametralmente opposte. Anche degli studi autorevoli, fatti negli Stati Uniti dalla Bank of America e dalla Goldman Sachs, ma anche in Italia dal Politecnico di Milano, hanno evidenziato come, invece, probabilmente, si tende a pensare che i posti sostituiti saranno di più di quelli creati.
  C'è poi un aspetto importante che questa trasformazione tecnologica, rispetto a quelle che ci hanno preceduto nel corso della storia, sta assumendo degli aspetti invasivi non solo per quanto riguarda i lavoratori, ma tutti i cittadini, con il rischio di sostituire non solo quei lavori ripetitivi, come si immaginava all'inizio, ma anche le proprietà intellettuali di molti mestieri.
  Per cui, è importante assolutamente innanzitutto affrontarlo con una discussione, aspetto che, purtroppo, finora è mancata e che, devo dire la verità, sta avvenendo negli ultimi mesi, grazie anche alle iniziative di questo Governo.
  Tra l'altro, abbiamo appreso con interesse positivo il fatto che il Presidente del Consiglio, visto che noi abbiamo la presidenza italiana del G7 fino al 31 dicembre di quest'anno, porterà tra gli argomenti principali proprio l'intelligenza artificiale.
  Questo per noi è importante perché, oltre a riguardare i lavoratori, riguarda tutti i cittadini, ponendosi una questione Pag. 15dei dati sensibili, per esempio, e di un codice etico dell'intelligenza artificiale.
  Riteniamo che questo sia un argomento che non è stato trattato fino a oggi, se non da padre Benanti, che è l'unico italiano all'ONU per quanto riguarda la Commissione sulla intelligenza artificiale. Questa è una trasformazione tecnologica che riguarda tutti gli aspetti, anche quelli privati.
  Poi c'è il tema della formazione, che è stato sollevato da chi mi ha preceduto, e lo condivido. È evidente che noi, come sindacato, dobbiamo accompagnare questo processo e la formazione riteniamo che sia lo strumento più adatto per riqualificare i lavoratori, quindi reinserirli in una nuova attività in azienda oppure per dare loro quella formazione certificata e continuativa che li possa eventualmente rimettere nel mercato del lavoro avendo delle prospettive di inserimento magari in altre aziende.
  C'è poi un tema che non è stato toccato ancora, ma credo che sia determinante. In Italia abbiamo un tasso di alfabetizzazione digitale ridotto rispetto al resto d'Europa. Questo è dovuto al fatto che abbiamo purtroppo un'età media molto alta di over 65. Per cui, anche rispetto alle introduzioni e alle innovazioni tecnologiche che l'intelligenza artificiale consente, è chiaro che se non abbiamo una popolazione che è in grado di recepire queste trasformazioni e utilizzare i sistemi di intelligenza artificiale, non sarà facile andare avanti.
  Riteniamo, quindi, che forse vada anche pensata una campagna di alfabetizzazione digitale per il Paese. Riteniamo anche noi, e abbiamo avuto modo di dirlo già in passato, che forse sarebbe opportuno istituire una Commissione, almeno per i prossimi trentasei mesi, tra Governo, parti datoriali e organizzazioni sindacali proprio, per monitorare il corso e la trasformazionePag. 16 dell'intelligenza artificiale anche, torno a ripetere, riguardo alla tutela dei dati sensibili.
  Sappiamo, infatti, che questo è un sistema in continuo sviluppo, per cui forse sarebbe opportuno che la Commissione si possa riunire in maniera continuativa e periodica almeno per accompagnare questa prima fase.
  Riteniamo che questa possa essere un'opportunità se noi saremo in grado di mantenere l'uomo al centro del processo. Altrimenti, credo che sarà un problema gestire, soprattutto per i prossimi anni, quello che può diventare invece un problema occupazionale molto grave.

  PRESIDENTE. Se avete documenti, vi chiedo di mandarceli, per cortesia.
  Do la parola ai deputati che intendano porre quesiti o formulare osservazioni.

  ARTURO SCOTTO. Mi piace molto il titolo di questa memoria presentata alla CISL, «Oltre la paura». Per stare sull'essenziale, domani incardineremo delle proposte di legge presentate dalle opposizioni sulla riduzione dell'orario di lavoro, quella che banalmente viene definita «settimana corta».
  Come sappiamo, non c'è mai stato un salto tecnologico, una rivoluzione industriale che non sia stata accompagnata da una riduzione del peso dell'orario di lavoro, della fatica, eccetera.
  In molti dei vostri interventi ho ascoltato riferimenti di questo tipo. Che opinione avete rispetto a questo aspetto? Serve una legislazione che vada nella direzione di incentivare tale aspetto anche per intervenire sul tema dell'impatto che l'intelligenza artificiale avrà inevitabilmente su una riduzione dei posti di lavoro in alcuni settori? Il sindacalista di UGL diceva che il tema non riguarda solo i lavori ripetitivi, ma anche quegli intellettuali.Pag. 17
  Nel corso delle audizioni che abbiamo svolto questo elemento è emerso in maniera abbastanza forte. Per cui, la mia domanda è sostanzialmente questa. Ad esempio, la piattaforma unitaria dei sindacati dei metalmeccanici FIOM, FIM e UILM pone il tema della riduzione dell'orario di lavoro in cima alle rivendicazioni.
  Ci sono importanti aziende che stanno andando in questa direzione, come Luxottica, Lamborghini, i bancari, Oro Saiwa ed altri, che provano a sperimentare. Vi chiedo se una sperimentazione in questa direzione sia considerata un passo utile e necessario nel tempo breve, non come una prospettiva di lungo periodo che si realizzerà.

  VALENTINA BARZOTTI. Ringrazio gli auditi.
  Leggeremo con interesse le memorie. Ho due domande, sostanzialmente. La prima è sul discorso della formazione, che è stata posta da CISL. Secondo voi, questa formazione come dovrebbe essere, di quanto tempo dovrebbe necessitare? È evidente che siamo davanti a una trasformazione epocale e anche molto veloce. Per cui, se la formazione può essere una via interessante da percorrere, e probabilmente lo è, vorrei anche capire, però, di che consistenza stiamo parlando.
  Mentre andiamo avanti con questa audizione sempre più ritengo che sia necessario o sarebbe stato necessario un qualcosa di più da parte di questo Governo. Avere un ministero ad hoc e non soltanto un Dipartimento sulla transizione digitale, come era nella scorsa legislatura, sarebbe stata la scelta migliore.
  Su questo vi chiedo un approfondimento, perché UGL adesso ci ha detto che sarebbe interessante avere un continuo monitoraggio, quindi una sorta di tavolo permanente. Francamente, il collegamento mi è venuto in automatico, perché probabilmente un ministero sarebbe stato più calzante in una fase così Pag. 18cruciale come quella che stiamo vivendo e che ci trova un po' scoperti. Anche da quello che state dicendo voi mi sembra che questa sia un po' la prova provata.
  Detto questo, meno male che questa Commissione sta svolgendo questo enorme lavoro, perché, diversamente, ci troveremmo molto in difficoltà.
  Pensate che sarebbe stato meglio avere un ministero o secondo voi questo tavolo potrebbe essere sufficiente?

  ABOUBAKAR SOUMAHORO. Ringrazio gli auditi.
  Vorrei porre due domande. La prima riguarda il processo di sindacalizzazione soprattutto in quei settori dove il lavoro è sempre più immateriale, cioè la dimensione fisica del lavoro, che viene delocalizzato, che non vuol dire che non sia materiale. Questo per riferirmi a quanto diceva prima il rappresentante della CISL.
  La seconda domanda riguarda il futuro del sindacato. All'interno di questa dimensione l'azione sindacale come si pone in termini di progettualità, in termini di futuro?
  Per ritornare all'idea del tavolo, il monitoraggio va fatto. Resto convinto, anche per provenienza, che il sindacato è per sempre.

  LORENZO MALAGOLA. Provo a svolgere un'ulteriore riflessione anche alla luce delle domande di chi mi ha preceduto, entrando più nello specifico del funzionamento dell'intelligenza artificiale, cioè di questo famoso o famigerato algoritmo, per comprendere cos'è e come funziona.
  Ascoltando le relazioni emergeva tutto il tema della negoziazione dell'algoritmo e della asimmetria informativa rispetto al contenuto e al funzionamento dell'algoritmo, che poi è la sintesi, è il cuore del meccanismo dell'intelligenza artificiale, soprattutto quella generativa, che è quella che poi potrà mettere Pag. 19maggiormente in pericolo e in discussione anche i lavori ad alto valore aggiunto.
  Come sindacato, che tipo di aspettative avete rispetto al regolatore? Vi aspettate che l'algoritmo sia lasciato nelle mani del mercato e anche della contrattazione, come giustamente veniva ricordato, o avete una aspettativa invece di regolazione da parte del legislatore per definire parametri, processi e anche elementi di trasparenza sul funzionamento di questo algoritmo da parte delle istituzioni?

  PRESIDENTE. Considerate che alle ore 16.15 dobbiamo rientrare in Aula e abbiamo ancora un'ultima audizione. Abbiamo qualche minuto a disposizione per le risposte alle domande formulate dai colleghi.
  Do la parola ai nostri ospiti per la replica.

  ALESSIO DE LUCA, Politiche dell'innovazione digitale, Responsabile Ufficio 4.0 della CGIL (Intervento da remoto). Provo a essere molto sintetico, anche se le argomentazioni sono infinite.
  Ad una trasformazione così importante, che fondamentalmente agisce sulla capacità produttiva e sull'efficientamento dei processi, e in parte agirà anche a livello occupazionale, riducendo alcuni perimetri di attività, è evidente che c'è un'esigenza straordinaria di discutere di orari di lavoro e di riduzione dell'orario di lavoro. Ovviamente, ogni proposta in questo senso è da noi ben accetta.
  È evidente che, come per altre questioni, anche per la questione della formazione, è per noi fondamentale che ci sia un luogo di confronto, che non è soltanto il tavolo istituzionale dove si può ragionare del fenomeno generale, ma sono un insieme di tavoli settoriali che ci consentono di fare una discussione su perimetri precisi. Ovviamente, come veniva detto Pag. 20dai diversi interlocutori, gli effetti e la trasformazione non sono uguali ovunque. C'è un effetto orizzontale, ma c'è un effetto verticale profondo non soltanto su attività ripetitive. Anzi, forse, le attività ripetitive sono state in parte già superate da pezzi di digitalizzazione più che dall'intelligenza artificiale, ma ci troviamo davanti a una trasformazione di livelli professionali elevati, anche parlando di lavoro autonomo e professionisti.
  C'è, quindi, un'esigenza vera di una discussione che guardi a perimetri specifici, e questo non si può fare se non attraverso la contrattazione collettiva e di settore. Questa è la nostra preferenza anche per ragionare di formazione, perché la formazione non avrà esigenze uguali in ogni settore e in ogni realtà produttiva.
  Sulla regolazione, buona parte del lavoro possiamo dire che è stato svolto, dal punto di vista normativo, dal regolamento europeo, poi vedremo la stesura definitiva, e in parte anche dall'ultima direttiva sul lavoro sulle piattaforme digitali, dove già si è entrati nel merito della regolazione contrattuale e anche di ciò che debbono fare le autorità competenti.
  L'esigenza, quindi, sarebbe quella di meglio inquadrare la contrattazione collettiva, di rafforzarla non soltanto indicandola come consultazione informativa alle organizzazioni sindacali – e questa è una cosa che si può fare dal punto di vista normativo in Italia – ma dando spazio alla contrattazione collettiva, a un ragionamento profondo sull'organizzazione del lavoro e sulla produttività.
  Mi fermo perché non voglio utilizzare tutto il tempo che resta.

  MATTIA PIRULLI, Segretario Confederale della CISL. Sarò molto rapido.
  Onorevole Scotto, serve una legge sull'orario minimo? A nostro avviso, serve un incentivo alla contrattazione per l'abbassamentoPag. 21 di orario. Ad oggi tutte le esperienze di riduzione di orario in ambito contrattuale non sono a costo zero né per l'azienda né per il lavoratore, tant'è vero che se noi prendiamo Luxottica su venti ore cinque sono a carico del lavoratore, quindi in decurtazione di permessi. Questo per dire che si può fare, ma servono sostegni alla contrattazione. Non serve una legge che ponga tutti sullo stesso piano. Questo è quello che riteniamo noi.
  Onorevole Barzotti, sulla formazione, a mio avviso, il tema è la qualità della formazione, non tanto quantità. Dico questo, perché, come veniva detto, le persone che abbiamo di fronte spesso sono molto diverse, sono in settori diversi, sono con caratteristiche diverse. Riteniamo necessaria una formazione di qualità, perché purtroppo oggi ancora c'è tanta formazione non di qualità.
  Se pensiamo che la digitalizzazione in molti ambiti è considerata l'approccio al mondo di Microsoft ed Excel credo sia già una risposta su cosa intendiamo per qualità e non qualità.
  Secondo aspetto, servirebbe un ministero. Su questo sinceramente non ho una risposta. Ho una domanda: dove le organizzazioni sindacali possono superare questi cinque minuti e poter avere un confronto stabile con il Governo per provare a costruire delle risposte su qualcosa che né il Governo né noi conosciamo completamente? Questo ritengo che sia indispensabile, come abbiamo chiesto tutti.
  Onorevole Soumahoro, è molto interessante la sua domanda. Io rappresentavo il mondo del lavoro non stabile o precario o flessibile o come ognuno di voi, secondo sensibilità, lo vuole chiamare. Si può rappresentare anche quel mondo? Sì. Si può e si deve, primo perché, a mio avviso, la necessità del lavoratore, la necessità di una fisicità di confronto e di relazione è innata ed è indispensabile. Ce lo ricordano i tanti tentativi fatti, e Pag. 22pensiamo anche solo al tema di patronati o al tema dei CAF. Spesso si depotenziano, ma la gente continua ad andare lì anche se ci sono strumenti alternativi, anche legati a nuove tecnologie, potendo agire online. Questo perché c'è bisogno di relazione e di confronto.
  Sul futuro del sindacato dovremo imparare anche noi a utilizzare questi strumenti in maniera propositiva per far conoscere il sindacato, perché anch'io sono concorde con lei: di sindacato ci sarà sempre bisogno, ma perché è innanzitutto un ambito di relazione, di confronto e di idee.
  Onorevole Malagola, noi non vogliamo lasciare l'algoritmo al mercato. Noi riteniamo che il mercato debba essere accompagnato non solo da norme, ma anche da piena partecipazione dei lavoratori alle scelte. Scusate se insisto, ma il libero mercato, senza regole, credo che abbia posto dei temi di difficoltà. Resto più politico possibile.
  Tuttavia, riteniamo sicuramente che ci debba essere un ambito anche per coinvolgere pienamente i lavoratori nella conoscenza e nella consapevolezza del tema dell'algoritmo, sapendo che non pensiamo di diventare tutti informatici o in grado di regolamentare l'algoritmo.

  STEFANO CONTI, Segretario nazionale UGL. Intervengo velocemente.
  Sulla formazione è stato detto, formazione mirata e soprattutto certificazione delle competenze acquisite. Cosa può fare in più questo Governo? Intanto, lo abbiamo detto, istituire una Commissione sarebbe importante. Credo anche che nella stesura del programma strategico sull'intelligenza artificiale – quello oggi vigente va dal 2022 al 2024, quindi immagino ci sarà quello che andrà dal 2024 ai prossimi anni – vada inserita la parte relativa ai lavoratori, perché nel precedente programma strategico, fatto molto bene, non c'era nessun riferimento al Pag. 23mondo del lavoro. Questo, quindi, ci aspettiamo che venga preso in considerazione.
  In merito al processo di sindacalizzazione riguardo l'intelligenza artificiale, ritengo che più i processi di automazione saranno evoluti e più ci sarà bisogno del sindacato, proprio per controbilanciare il discorso che facevo prima tra macchina e uomo.
  Che tipo di aspettative ci sono rispetto al regolatore? Sull'algoritmo credo sia importante avere conoscenza, e questo è stato già scritto nel decreto trasparenza e poi modificato nel decreto lavoro, ma ci aspettiamo che si possa anche in futuro, con una forma partecipativa, negoziare e capire quello che c'è all'interno dell'algoritmo, anche per venire incontro a quanto previsto dalle norme del GDPR.

  PRESIDENTE. È stato molto interessante. Ripeto, appena avrete qualche altro documento, se ce lo mandate, lo leggeremo con attenzione. Avverto che i rappresentanti della CISL hanno messo a disposizione della Commissione una documentazione, di cui autorizzo la pubblicazione in calce al resoconto stenografico della seduta odierna (vedi allegato).
  Anch'io avevo alcune domande da fare, ma, a questo punto, le rimandiamo. Grazie ancora.
  Dichiaro conclusa l'audizione.

Audizione di Luca Foschini, Presidente e CEO di Sage Bionetworks.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sul rapporto tra intelligenza artificiale e mondo del lavoro, con particolare riferimento agli impatti che l'intelligenza artificiale generativa può avere sul mercato del lavoro, l'audizione di Luca Foschini, Presidente e CEO di Sage Bionetworks.Pag. 24
  Buongiorno, ingegnere Foschini. Le premetto che purtroppo avremo forse meno di dieci minuti, perché sta per ricominciare l'Aula. La ringrazio per la partecipazione e le cedo immediatamente la parola.

  LUCA FOSCHINI, Presidente e CEO di Sage Bionetworks (Intervento da remoto). Buongiorno e grazie dell'invito.
  Vivo in California da più di quindici anni e sono il presidente di Sage Bionetworks, un'organizzazione non profit che gestisce una piattaforma di condivisione di più di due petabytes di dati biomedici e conta più di centomila visite mensili.
  Sono anche cofondatore di Evidation, una compagnia che connette pazienti con percorsi di diagnosi e cure personalizzate, i cui strumenti digitali e di intelligenza artificiale sono stati utilizzati da più di 5 milioni di utenti negli Stati Uniti ed oltre.
  Inoltre, mi impegno nella ricerca scientifica sulle applicazioni dell'intelligenza artificiale nel campo della salute e, infine, investo in start-up di AI in Italia e negli Stati Uniti. Mi auguro di fornirvi spunti di riflessione nella mia esperienza di dirigente, ricercatore, imprenditore e investitore.
  ChatGPT, emblema dell'intelligenza artificiale rigenerativa, è stato il primo servizio online a superare i 100 milioni di utenti a soli due mesi dal lancio. A meno di due anni dal debutto si contano già decine di concorrenti con capacità simili e potenzialità che vanno oltre alla generazione di testo, includendo immagini, video e recentemente sequenze di DNA.
  Si prevede che le capacità dell'AI verranno amplificate non solo da algoritmi migliorati, ma anche dall'hardware, che vedrà un incremento di performance sostanziale nei prossimi dieci anni.
  L'AI ci ha sorpreso per le sue capacità creative, che vanno oltre la generazione di contenuti artistici, includendo la creazione di nuove idee di business, ipotesi scientifiche, nuove classi Pag. 25di antibiotici e nuovi materiali. Tutti i riferimenti saranno presenti nella memoria scritta.
  A questo incremento di creatività si accompagna un aumento della produttività, risultato ben più atteso da una nuova forma di automazione. Studi recenti hanno mostrato un incremento della produttività derivato dall'utilizzo dell'AI generativa dal 20 all'80 per cento nella redazione di documenti professionali, pareri legali, attività di consulenza e sviluppo software.
  Si ritiene che l'impatto più significativo si avrà nell'automazione dei servizi del settore terziario, tanto da venire definito dal fondo americano Sequoia Capital come la più grande opportunità di creazione di valore nella storia.
  Le modalità di questa trasformazione sono, tuttavia, in evoluzione. I benefici si notano particolarmente nell'ambito della produttività individuale, mentre l'impatto è minore per professioni più dipendenti dall'importanza delle relazioni interpersonali e dinamiche di gruppo.
  Gli osservatori più ottimisti sostengono che l'adozione dell'AI creerà nuovi tipi di lavoro, precedentemente inaccessibili, che potranno essere svolti solo attraverso la collaborazione tra umani e intelligenza artificiale.
  Al fine di massimizzare i benefici derivanti dall'utilizzo dell'AI, ritengo siano essenziali cinque punti.
  1) Adottare framework per l'analisi del rischio e la regolamentazione dell'applicazione AI soprattutto quando usate in relazione a uso di dati sensibili, come previsto dall'AI Act recentemente approvato dal Parlamento europeo. È cruciale che nel recepire queste direttive a livello nazionale siano coinvolti diversi tipi di esperti nell'iter normativo, valorizzando le competenze tecniche tanto quanto quelle politiche e legali.
  2) Investire nell'educazione sull'AI e tramite l'AI. Comprendere fin dalle scuole superiori i benefici e i limiti di queste Pag. 26tecnologie contribuirà a un utilizzo responsabile e consapevole allontanando gli estremismi di idolatria e tecnofobia. Parte di questa educazione può avvenire proprio attraverso l'AI stessa, che può offrire un apprendimento personalizzato che si adatta alle esigenze di ciascuno studente.
  3) Creare un'infrastruttura nazionale dedicata all'addestramento di modelli di intelligenza artificiale su larga scala, che siano il più possibile aperti per garantire una maggiore accessibilità e possibilità di verifica. Questo contribuirebbe a ridurre i costi elevati associati all'addestramento, a vantaggio dei ricercatori delle start-up italiane, ispirandosi al modello del consorzio NAIRR negli Stati Uniti e al programma AI-Cluster in Francia. Tale infrastruttura, con l'eccellenza italiana Leonardo come straordinario punto di partenza, rafforzerebbe la sovranità digitale italiana, permettendo anche ricerca su dati sensibili, medici e biologici su larga scala, con il fine ultimo di beneficiare i cittadini italiani similmente a quanto già avviene nel Regno Unito con il progetto UK Biobank.
  4) Incentivare la formazione e l'adozione dell'AI nelle PMI e soprattutto istituire fondi di investimento mirati a start-up innovative nel campo dell'AI e in campo tecnologico in generale, per esempio ispirandosi al modello francese dell'ecosistema French Tech, che negli ultimi dieci anni ha contribuito alla creazione di più di venticinque unicorni, ovvero start-up la cui valutazione supera il miliardo di dollari.
  5) Auspico che l'impatto più significativo dell'AI generativa in Italia sia nel settore sanitario. Vi sono numerose evidenze recenti, inclusi studi controllati e randomizzati, che dimostrano come l'AI possa non solo ridurre gli errori di diagnosi e cura su vasta scala, ma sorprendentemente anche migliorare la comunicazione, l'empatia, la gestione dei piani terapeutici e la comprensione e l'educazione del paziente. Sistemi di intelligenzaPag. 27 artificiale, quando accuratamente testati, potrebbero contribuire a mitigare la carenza di operatori sanitari e medici di base, problema che affligge milioni di famiglie italiane, inclusa la mia, che soffrono di condizioni mediche complesse. Ad esempio, l'AI generativa può facilitare la traduzione e l'interpretazione di documenti cartacei, accelerando la transizione verso il fascicolo sanitario elettronico, assistere nella gestione delle prenotazioni e nel coordinamento tra specialisti, provvedere al monitoraggio continuo di condizioni croniche e in generale rendere i pazienti più autonomi nella gestione della propria salute.
  L'impatto che l'AI può avere nella sanità italiana rappresenta un esempio chiaro di come l'aumento della capacità produttiva possa derivare dall'estensione anziché dalla sostituzione delle competenze del personale esistente e potenzialmente tradursi in un miglioramento sostanziale della cura del paziente.

  PRESIDENTE. Grazie, ingegnere. È stato molto interessante.
  Personalmente condivido molto dei cinque punti che lei ci ha fornito, nello specifico facendo anche un focus sul quinto punto. Lei, giustamente, ricordava la sanità. Sa che la nostra sanità è governata, di fatto, dalle regioni molto spesso e non ci sono degli standard rispetto ai target da raggiungere di regione in regione; però questo è un altro ragionamento.
  Penso che questo tipo di ecosistema, chiamiamolo così, come l'intelligenza artificiale possa aiutare esattamente laddove lei ha colto.
  Molto brevemente (le rinnovo, purtroppo, che le tempistiche della Camera dei deputati, ahimè, sono queste) la prima domanda che le faccio riguarda il punto n. 2). Lei dice: «comprendere, fin dalle scuole superiori, i benefici e i limiti di queste tecnologie». Secondo lei, in pochi secondi, quali potrebbero essere i limiti o potranno essere i limiti di queste tecnologie?Pag. 28
  Vengo alla seconda domanda. Consultando il vostro sito, ho trovato, ad esempio, un link che mi rimanda ad un testo da cui si evince che il benchmarking continuo – non so se traduco bene – degli algoritmi accelera di fatto lo sviluppo della diagnostica per quanto riguarda le tubercolosi.
  Ci sono, sotto questo punto di vista, già degli esempi qualificanti rispetto al fatto che i sistemi di intelligenza artificiale possano, se ben suggeriti, indicare dei protocolli medici, anche in termini di medicinali, che possano evidentemente aiutarci?

  LUCA FOSCHINI, Presidente e CEO di Sage Bionetworks (Intervento da remoto). Certo.
  Brevemente rispondo al primo punto. I limiti sono tantissimi. La mia memoria e la mia presentazione si focalizzava sulle opportunità, ma la mia ricerca si focalizza principalmente sul limite. Ovviamente, quello che sentiamo di più è che questi sistemi ci forniscono fatti inaccurati o informazioni fuorvianti che possono poi creare problemi di qualsiasi tipo, soprattutto se usati in campo medico. Immaginiamoci che un'informazione fuorviante o allucinazione, come viene chiamata, potrebbe causare un problema nella diagnosi e nella cura del paziente.
  La ricerca sta tentando di gestire questi limiti e le tecnologie miglioreranno, però credo che sia proprio importante capire che questi sono copilot, come li chiamano qui. È un copilota, non è il pilota. È una cosa che sta seduta vicino a te, ma sei tu alla guida, sei tu al volante.
  Sul secondo punto, sicuramente gli algoritmi in campo medico hanno tantissima potenzialità e questo lo credo da quindici anni, da quando ho iniziato il mio percorso al di fuori dell'informatica e dentro la medicina. Credo sia molto importante avere validazioni aperte, quando gli algoritmi hanno un rischio più elevato. Per esempio, ci sono algoritmi con potenzialità diagnostica, come quello che lei menzionava, sul tentare Pag. 29di capire se un colpo di tosse registrato da un telefono è tubercolosi o è Covid o è un altro tipo. Questi algoritmi possono veramente fare danno, se non sono ben validati. Una validazione molto potente è la validazione della massa, ovvero aprire alla comunità scientifica e permetterle di testare questi algoritmi in modo crowdsource, che è quello che facciamo a Sage. È un modo molto potente di capire quali sono effettivamente le opportunità e i limiti.

  PRESIDENTE. Le chiedo un'ultimissima cosa, perché mi interessa particolarmente questo ambito. Mi basta un sì o un no.
  Secondo lei, questa mole di dati – giustamente, lei ci insegna che fondamentalmente l'intelligenza artificiale la nutriamo noi con i dati che a monte inseriamo in questi sistemi – sarà qualcosa che plausibilmente potrà sempre essere open o, evidentemente, ci saranno degli ambiti in cui ci saranno delle società che in quel caso i dati, le trasformazioni di questi dati, attraverso sistemi di intelligenza artificiale, li terranno per sé ed eventualmente poi li faranno pagare alle utenze? È auspicabile un sistema open o ci saranno, sotto questo punto di vista, dei problemi, soprattutto anche per quanto riguarda medicina e sanità?

  LUCA FOSCHINI, Presidente e CEO di Sage Bionetworks (Intervento da remoto). Open dovranno esserlo il più possibile, come dico nella memoria. L'infrastruttura dovrebbe essere open, internet è open. Le cose su cui tutti si possono basare e crescere in un modello precompetitivo dovrebbero rimanere open, perché sono verificabili e incrementano l'accessibilità. Ovviamente, ci sono esempi, al di là dei proprietari, che non verranno resi open dalle diverse compagnie.
  Faceva l'esempio della medicina. Qui c'è anche un problema un po' più tecnico. Quando si allenano questi modelli sui dati Pag. 30sensibili, questi modelli poi ricordano questi dati sensibili e diventano sensibili essi stessi. Quindi, non possono essere in generale fatti open, anche se ci sono modi per gestire questo aspetto.

  PRESIDENTE. Ringraziamo l'ingegner Luca Foschini per il suo tempo. È stato molto interessante.
  Dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 16.20.

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