XIX Legislatura

Commissioni Riunite (VIII e X)

Resoconto stenografico



Seduta n. 5 di Martedì 9 aprile 2024
Bozza non corretta

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Cavo Ilaria , Presidente ... 3 

INDAGINE CONOSCITIVA SUL RUOLO DELL'ENERGIA NUCLEARE NELLA TRANSIZIONE ENERGETICA E NEL PROCESSO DI DECARBONIZZAZIONE

Audizione di rappresentanti di WWF Italia.
Cavo Ilaria , Presidente ... 3 
Midulla Mariagrazia , responsabile clima ed energia di WWF Italia (intervento in videoconferenza) ... 3 
Cavo Ilaria , Presidente ... 5 
Midulla Mariagrazia , responsabile clima ed energia di WWF Italia (intervento in videoconferenza) ... 5 
Cavo Ilaria , Presidente ... 6 
Pavanelli Emma (M5S)  ... 6 
Squeri Luca (FI-PPE)  ... 7 
Cavo Ilaria , Presidente ... 7 
Midulla Mariagrazia , responsabile clima ed energia di WWF Italia (intervento in videoconferenza) ... 7 
Cavo Ilaria , Presidente ... 9 
Squeri Luca (FI-PPE)  ... 9 
Midulla Mariagrazia , responsabile clima ed energia di WWF Italia (intervento in videoconferenza) ... 9 
Cavo Ilaria , Presidente ... 9 

Audizione di rappresentanti del Comitato Nucleare e Ragione:
Cavo Ilaria , Presidente ... 9 
Totaro Pierluigi , presidente del Comitato Nucleare e Ragione ... 10 
Cavo Ilaria , Presidente ... 13 
Squeri Luca (FI-PPE)  ... 13 
Pavanelli Emma (M5S)  ... 14 
Cavo Ilaria , Presidente ... 15 
Totaro Pierluigi , presidente del Comitato Nucleare e Ragione ... 15 
Cavo Ilaria , Presidente ... 17 

Allegato 1: Documentazione depositata dalla rappresentante di WWF Italia ... 18 

Allegato 2: Documentazione depositata dal rappresentante del Comitato Nucleare e Ragione ... 27

Sigle dei gruppi parlamentari:
Fratelli d'Italia: FdI;
Partito Democratico - Italia Democratica e Progressista: PD-IDP;
Lega - Salvini Premier: Lega;
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Forza Italia - Berlusconi Presidente - PPE: FI-PPE;
Azione - Popolari europeisti riformatori - Renew Europe: AZ-PER-RE;
Alleanza Verdi e Sinistra: AVS;
Noi Moderati (Noi con L'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro) - MAIE: NM(N-C-U-I)-M;
Italia Viva - il Centro - Renew Europe: IV-C-RE;
Misto: Misto;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-+Europa: Misto-+E.

Testo del resoconto stenografico
Pag. 3

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE
DELLA X COMMISSIONE ILARIA CAVO

  La seduta comincia alle 13.40.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante la resocontazione stenografica e la trasmissione attraverso la web-tv della Camera dei deputati.

Audizione di rappresentanti di WWF Italia.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, ai sensi dell'articolo 144, comma 1, del Regolamento, l'audizione di rappresentanti di WWF Italia nell'ambito dell'indagine conoscitiva sul ruolo dell'energia nucleare nella transizione energetica e nel processo di decarbonizzazione.
  Ringrazio Mariagrazia Midulla, responsabile clima ed energia di WWF, per la partecipazione ai nostri lavori e le cedo la parola, pregandola di voler sintetizzare e non dare lettura del documento eventualmente trasmesso alle Commissioni, che sarà comunque allegato al resoconto stenografico della seduta odierna. Ricordo che il tempo a disposizione è di cinque minuti.
  Do la parola alla dottoressa Midulla per lo svolgimento della sua relazione.

  MARIAGRAZIA MIDULLA, responsabile clima ed energia di WWF Italia (intervento in videoconferenza). Signor presidente, la ringrazio per questo spazio.
  Verrò subito al punto. Il nucleare, secondo il WWF, non solo il WWF italiano, ma il WWF a livello internazionale, non ha Pag. 4alcun ruolo nella transizione energetica. Questa è la risposta breve alla sua domanda.
  Riteniamo che, allo stato attuale delle conoscenze, non ci siano le tecnologie per dare una risposta adeguata. Soprattutto, i tempi di realizzazione del nucleare sarebbero assolutamente sfalsati rispetto alle esigenze della transizione.
  Le tecnologie del futuro, ovviamente, le giudicheremo nel futuro. So che, contemporaneamente a questo dibattito, al Senato si sta svolgendo un'inchiesta, un'indagine sulla fusione. I tempi della fusione, anche secondo una timeline mostrata da un esperto a favore della fusione, sono comunque molto lunghi. Già lo sono stati, ma lo saranno ancora, perché si parla del 2070. Chi ha promesso la fusione entro il 2030 credo abbia detto una cosa non vera, sapendo di dire una cosa impossibile.
  Per quanto riguarda, invece, le altre tecnologie, noi riteniamo che la transizione debba avvenire nei prossimi dieci anni. Nei prossimi dieci anni saremo nelle condizioni, con le tecnologie attuali, cioè le fonti rinnovabili e gli accumuli, di poter decarbonizzare tutto il settore elettrico, comprendendo nell'approvvigionamento con energia elettrica anche settori che oggi sono coperti da combustibili fossili, settori energetici, quindi, non coperti dall'energia elettrica attualmente. Mi riferisco, per esempio, al riscaldamento civile piuttosto che alla mobilità.
  È evidente che noi questo impulso nei prossimi dieci anni lo possiamo dare, e lo possiamo dare senza fare ricorso al nucleare. Su questo, con le altre associazioni ambientaliste, Greenpeace e Legambiente, abbiamo promosso e affidato uno studio a istituti seri, che lo hanno svolto e ci hanno confermato, facendo rilievi economici e tecnologici, che questo è possibile.
  Andando nel merito delle tecnologie oggi disponibili, abbiamo diverse esperienze che ci dimostrano che i tempi di Pag. 5realizzazione sono molto lunghi, ma anche che i problemi che queste tecnologie hanno mostrato sono tutt'altro che risolti.
  Senza voler porre tempo in mezzo, vado direttamente alla questione degli small modular reactors, che oggi vanno tanto di moda, di cui si parlava anche nel 2011, quando è stato fatto un referendum, con una stragrande maggioranza di italiani che si è espressa - oltre il 90 per cento degli italiani - contro il ritorno al nucleare. Di questi piccoli reattori si parlava anche allora. Al momento, questi reattori non usano tecnologie diverse dai reattori attualmente usati, però moltiplicano i problemi. Costano di più, in quanto la spesa per un piccolo reattore è analoga a quella di un grande reattore, non è proporzionata all'energia prodotta. Provocano, quindi, un aumento dei costi dell'energia prodotta e, sostanzialmente, non risolvono, anzi moltiplicano il problema delle scorie.
  Noi oggi siamo in presenza di una guerra in Europa...

  PRESIDENTE. Devo invitarla a chiudere. Abbiamo già sforato i cinque minuti. La pregherei di fare il ragionamento conclusivo. Grazie.

  MARIAGRAZIA MIDULLA, responsabile clima ed energia di WWF Italia (intervento in videoconferenza). Noi oggi siamo in presenza di una guerra, una guerra in cui, purtroppo, una centrale nucleare - come prevedibile - è diventata un obiettivo sensibile. È diventata un obiettivo non solo sensibile, ma colpito. Tant'è che, probabilmente, nelle prossime ore, nei prossimi giorni bisognerà assolutamente fare uno screening, anche di tipo sanitario, rispetto a possibili fuoriuscite radioattive.
  La cosa che noi vorremmo evidenziare è che, anche dal punto di vista della sicurezza, gli small modular reactors moltiplicherebbero i problemi. Non viviamo certamente in tempi in cui questa è una questione di secondaria importanza.Pag. 6
  Come vedete, non mi sono riferita agli incidenti, che pure ci sono stati e che sicuramente dovrebbero consigliare cautela rispetto all'uso delle tecnologie del nucleare.
  Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie a lei.
  Do la parola ai colleghi che intendono intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  EMMA PAVANELLI. Grazie presidente.
  Dottoressa, la ringrazio per quanto ci ha illustrato. Spero che ci invierete comunque una memoria scritta, se non è stato già fatto, anche con maggiori approfondimenti.
  Le domande sarebbero tante, ma non abbiamo molto tempo. Magari nella scheda illustrativa ci può anche rispondere in maniera molto più approfondita.
  Per quanto riguarda gli small modular reactors, facendo ricerche più approfondite, a quanto sembra, oggi i maggiori produttori, se non addirittura gli unici produttori di questi tipi di piccoli reattori provengono tutti dalla Russia. Non solo. La maggior parte della filiera proviene dalla Russia, dalla trasformazione dell'uranio alla gestione di questi reattori, piccoli o grandi che siano. Anche qui, si fa riferimento al possibile problema di sicurezza nazionale, in quanto, ovviamente, chi poi deve cogestire dal punto di vista della sicurezza fa sì che in questo momento sarebbe proveniente completamente dall'estero e metterebbe in crisi qualora ci fosse qualche problema ulteriore oggi, tra l'altro pensando all'espansione della guerra, visto che ultimamente non si parla d'altro.
  Vorrei sapere se anche voi avete questo tipo di notizie e, visto che avete fatto anche delle ricerche e uno studio approfondito, se vi rientra anche questo aspetto. Tutta la filiera, in realtà, oggi è estera e prevalentemente proveniente dalla Russia.Pag. 7
  Grazie.

  LUCA SQUERI. Signor presidente, anch'io ringrazio per l'esposizione. Se fosse convincente, se ci fosse un supporto oggettivo, mi avrebbe convinto. La domanda è questa: se avete dei dati, dei numeri, al di là dell'analisi che avete detto sarà fatta da qualche istituto serio. Però già talune affermazioni sono state fatte, per cui, immagino ci siano elementi oggettivi per affermare che nei prossimi dieci anni sarebbe possibile far sì che tutta la corrente elettrica sia prodotta da fonti rinnovabili. Anche qui, entrerei nel merito di quali fonti rinnovabili, ricordando che, negli ultimi vent'anni incentivando solo il vento, con 200 miliardi di euro, attualmente il vento rappresenta solo il 3,5 dell'energia prodotta a livello generale e ricordando che già adesso il nucleare in Italia supera questa cifra per il fatto che, importando il nucleare dai Paesi vicini, abbiamo una produzione di corrente elettrica da nucleare che si assesta al 20 per cento.
  Per cui, se ci fossero stati numeri a supporto della tesi esposta mi avrebbe convinto.

  PRESIDENTE. Faccio una domanda anch'io, sempre rispetto ai dati riferiti agli studi cui è stato fatto cenno, ovvero quelli che porterebbero al 2070, invece, il tema della fusione. Grazie.

  MARIAGRAZIA MIDULLA, responsabile clima ed energia di WWF Italia (intervento in videoconferenza). Rispondendo subito all'ultima domanda, quella della presidente. Ho fatto riferimento a una slide mostrata nel corso dell'indagine in corso al Senato. Sicuramente sarà mia cura farvi avere le slide di cui parlavo. Ho sentito dire quanto riferito in convegni da persone assolutamente non d'accordo con me sul nucleare. Questo è Pag. 8l'orientamento. D'altro canto, noi sappiamo che da molti anni si dice che tra trent'anni avremo la fusione. I trent'anni passano, ma la fusione ancora non c'è. Oggettivamente è una cosa difficile. Non è una polemica. Purtroppo, è una cosa molto difficile, che presenta problemi tecnici notevolissimi, per essere diplomatica.
  L'altra cosa che sicuramente volevo dire è che una parte della filiera del nucleare, non so se di small modular reactors in particolare, ma comunque della filiera del nucleare, vede la Russia come protagonista. Ho vissuto e ho seguito molti G7 e G8. Nel G8 la Russia ha sempre fatto pressione perché venisse inserito il nucleare. L'Italia non aveva aderito a questa richiesta, anche in tempi passati.
  Sicuramente c'è questo tipo di problema. Al di là del tipo di Paese che presiede la filiera, noi abbiamo anche recentemente avuto casi di aziende statunitensi che hanno dichiarato bancarotta, che hanno chiuso, proprio perché la tecnologia ha tuttora dei problemi e tuttora non è una tecnologia commercializzabile e commercializzata su una scala che permetta di tenerla in considerazione.
  Rispetto alle «provocazioni» amichevoli dell'onorevole Squeri, vorrei dire che noi abbiamo questi studi suffragati certamente dai dati. Io evito, durante l'esposizione, di dare molti dati, perché si perdono, a meno che non abbia delle slide a supporto. Abbiamo sicuramente molti dati a supporto sia del fatto che le rinnovabili, intendendo soprattutto le nuove rinnovabili, quindi il solare e l'eolico, sono assolutamente in grado di sopperire, di provvedere al 100 per cento dell'approvvigionamento del settore elettrico. Del resto, se lei pensa che questa è una posizione del G7 energia assunta due anni fa e anche dell'AIEA, dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica, non credo che costoro Pag. 9possano essere tacciati di essere ambientalisti ideologici. Credo che questo lo possa confermare.
  Le faremo avere sicuramente questi studi, a corredo di questa audizione, oltre che la scheda sul nucleare.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire nuovamente l'onorevole Squeri.

  LUCA SQUERI. Mi ha già risposto. Volevo chiederle, senza provocazione, se potesse renderci edotti di questi dati. Ha detto che ce li fa arrivare. La ringrazio.

  MARIAGRAZIA MIDULLA, responsabile clima ed energia di WWF Italia (intervento in videoconferenza). Grazie a lei.

  PRESIDENTE. Attendiamo quindi questi dati. Non essendoci altre richieste di intervento, ringrazio l'ospite intervenuta. Autorizzo la pubblicazione in allegato al resoconto stenografico della seduta odierna della documentazione consegnata dalla rappresentante di WWF Italia (vedi allegato 1) e dichiaro conclusa l'audizione.

Audizione di rappresentanti del Comitato Nucleare e Ragione.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, ai sensi dell'articolo 144, comma 1, del Regolamento, l'audizione di rappresentanti del Comitato Nucleare e Ragione nell'ambito dell'indagine conoscitiva sul ruolo dell'energia nucleare nella transizione energetica e nel processo di decarbonizzazione.
  Ringrazio Pierluigi Totaro, presidente del Comitato Nucleare e Ragione, per la partecipazione ai nostri lavori e le cedo la parola, pregandola di voler sintetizzare e non dare lettura del documento eventualmente trasmesso alle Commissioni, che Pag. 10sarà comunque allegato al resoconto stenografico della seduta odierna. Ricordo che il tempo a disposizione è di circa cinque minuti.
  Do la parola al presidente Totaro per lo svolgimento della sua relazione.

  PIERLUIGI TOTARO, presidente del Comitato Nucleare e Ragione. Signora presidente, la ringrazio.
  Sono particolarmente emozionato, perché parlo a nome di quasi 300 cittadine e cittadini che si occupano giornalmente, in quanto tecnici, professori universitari, studenti, scienziati, di divulgazione scientifica, di promozione di una corretta informazione sul tema dell'energia nucleare.
  Il mio intervento vorrebbe proprio iniziare portando la testimonianza di aver toccata con mano, io e i miei colleghi, cosa significa parlare con la gente, con le preoccupazioni, con i pregiudizi che la gente ha nei confronti di questa tecnologia, ma soprattutto di quanto una corretta divulgazione possa cambiare la percezione delle cose e possa, in qualche modo, orientare le persone ad accettare con più tranquillità le diverse innovazioni tecnologiche, tra cui anche l'energia nucleare.
  Questo è un presupposto, un punto di partenza importante. Questo è il messaggio che volevo lasciare a voi oggi. Quando parliamo della possibilità di un ritorno dell'energia nucleare nel nostro Paese non stiamo parlando soltanto di una sfida di tipo tecnologico ed economico, ma anche di una sfida culturale. Ed è su questo piano che, purtroppo, il nostro Paese è ancora carente e sul quale il mio invito, e le proposte che facciamo come associazione sono queste: proprio di prendere atto delle evidenze scientifiche che ci sono a supporto di questa opzione tecnologica e di portarle all'attenzione della cittadinanza.
  Questo tipo di attività dovrebbe avere una valenza di tipo bipartisan. La tecnologia nucleare non ha colori politici, non è Pag. 11di destra o di sinistra. È una possibilità che abbiamo di poter far progredire il nostro Paese. Su questo, come dicevo prima, l'Italia, purtroppo, è ancora un po' indietro. Lo abbiamo visto in questi giorni, in questi mesi, nel modo con cui sta procedendo l'iter per l'individuazione del sito per il deposito di rifiuti radioattivi. I cittadini, purtroppo, hanno un'informazione parziale, spesso contraddittoria, e questo mette in difficoltà, perché acuisce il senso di resistenza nei confronti di questa infrastruttura, che, in realtà, dovrebbe essere riconosciuta come necessaria da parte di tutti. Eppure, quello che percepisce la gente è una sorta di conflitto tra istituzioni, tra quello che dicono le istituzioni centrali e quello che poi riportano le amministrazioni locali.
  Su questo c'è molto lavoro da fare e noi crediamo che il punto di partenza imprescindibile sia proprio quello di riconoscere, per quanto riguarda il deposito, la necessità dell'opera e, dal punto di vista dell'interazione con la cittadinanza, un maggior coinvolgimento, una maggiore informazione essendo anche in grado di saper separare i fatti, le evidenze fattuali e scientifiche, dalle opinioni.
  Andando nel dettaglio sulla possibilità del ritorno del nucleare in Italia, valgono le stesse considerazioni. Esistono delle fortissime evidenze scientifiche riguardo il valore che questa tecnologia può portare. Io ho preparato alcune immagini(vedi allegato 2). La prima è già in proiezione. È relativa al ruolo che può avere il nucleare nella lotta ai cambiamenti climatici. Qui è riportato il tasso di emissioni di CO2 per le diverse fonti energetiche. Vediamo come il nucleare si trova nella posizione ottimale avendo dei quantitativi di CO2 paragonabili a quelli delle fonti rinnovabili.
  Se andiamo ad analizzare anche altri tipi di fattori, quale l'impatto ambientale, per esempio, in termini di consumo di Pag. 12risorse del territorio, le risorse ambientali, anche in questo caso si evidenzia come il nucleare risulti essere una fonte che debba essere presa in considerazione. Lo stesso vale per altri parametri che hanno permesso di mettere insieme tutti gli aspetti relativi all'impatto che questa fonte energetica rispetto ad altre può avere sugli ecosistemi.
  I grafici che sto illustrando sono stati prodotti da organismi scientifici riconosciuti a livello internazionale e sono poi gli elementi alla base dei quali l'Unione europea ha classificato la fonte nucleare da fissione come sostenibile.
  Un aspetto importante, da sottolineare, è che questo vale anche per le tecnologie attualmente esistenti, non solo quelle di futura generazione. Analoghe considerazioni si possono fare su tutta la filiera, sulla modalità con cui l'industria nucleare gestisce i rifiuti radioattivi. Anche in questo caso esiste un consenso scientifico sul fatto che le tecniche attualmente note permettano di conservare i rifiuti in modalità sicura e senza conseguenze per l'uomo e l'ambiente.
  Dire che il trattamento dei rifiuti radioattivi è un problema in realtà nasconde gli ostacoli sociali e di accettazione rispetto a questo tipo di infrastrutture, ma non è una problematica di tipo tecnologico.
  Anche in termini di sicurezza il nucleare dimostra – anche in questo caso i fatti parlano chiaro –, a prescindere dell'impatto emotivo che c'è stato nei due o tre incidenti importanti nel corso della storia, la sicurezza che questa fonte ha se andiamo per esempio ad analizzare il tasso di mortalità per unità di energia prodotta e lo andiamo a confrontare con quello delle altre fonti.
  Tutto questo per dire che è importante per noi, per la nostra associazione, che le forze politiche prendano innanzitutto atto di queste evidenze tecnologiche e scientifiche e, responsabilmente,Pag. 13 prendendone atto, facciano poi delle scelte che non siano basate su preconcetti. Penso che sia giunto il momento che alcune forze politiche responsabilmente valutino nuovamente la loro posizione alla luce di queste evidenze che si sono consolidate nel tempo, affinché siano poi le analisi costi e benefici, eventualmente, a portare a una decisione sulla introduzione di questa fonte e in quale misura, anche andando a chiarire con i cittadini queste scelte, considerando che, per esempio, una delle narrative che spesso è ancora molto radicata è quella di vedere questa fonte come in contrapposizione con le fonti rinnovabili. Questo non è vero. Si tratta di tecnologie, come ho potuto anche mostrare in questi grafici, che hanno molti aspetti in comune, quelli della sostenibilità, della capacità di andare nella direzione giusta per la lotta ai cambiamenti climatici, ma sono anche complementari dal punto di vista dell'integrazione all'interno di una rete elettrica. È per questo che devono essere viste come alleate e non in contrapposizione l'una rispetto all'altra.
  Parlavo inizialmente dell'importanza di considerare questa problematica anche dal punto di vista culturale. La sfida culturale che dobbiamo affrontare è proprio questa, di saper rivedere posizioni che l'Italia ha preso in passato e provare a immaginare un futuro che sia veramente quello che desideriamo, ovvero sostenibile per tutti.

  PRESIDENTE. Grazie.
  Do la parola ai colleghi che intendono intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  LUCA SQUERI. Anch'io condivido pienamente l'osservazione che la vera sfida non è dimostrare che il nucleare sia affidabile, necessario sotto diversi punti di vista, ma sia quella dell'accettazione da parte dell'opinione pubblica. È una sfida di carattere culturale.Pag. 14
  Chiederei, al di là della missione generale che avete, nel concreto se state facendo o cosa state facendo per portare avanti questa vostra lodevole iniziativa di informare l'opinione pubblica di come stanno le cose.

  EMMA PAVANELLI. Ringrazio il nostro ospite.
  Sicuramente più informazione c'è tra i cittadini meglio è, sia sul deposito delle scorie sia sugli impianti. Credo che su certi temi servirebbe avere un dibattito pubblico magari meno politico, ma più consapevole, con tutte le informazioni.
  Detto questo, all'interno della questione, delle informazioni non si può nemmeno fare a meno di constatare che il nucleare ci fa comunque dipendere da altri, esattamente come il petrolio, il gas, come peraltro da sua scheda.
  Dal punto di vista ambientale, magari qui in Europa e in Italia, non avendo ovviamente l'uranio a disposizione, non incide personalmente, però comunque va a incidere altrove. Perciò, anche su questo punto bisogna guardare magari in un dibattito pubblico tutta la filiera a trecentosessanta gradi e capire quali sono le positività e le negatività, considerando poi, comunque, che il nostro è un Paese altamente sismico. Abbiamo visto cosa è successo anche in altre nazioni con forti scosse di terremoto. Evidentemente, è un tema che non può uscire dalla discussione e rientrare solo parlando di difficoltà culturale, perché abbiamo avuto già due referendum. I tempi cambiano, le tecnologie cambiano. Sappiamo che si sta lavorando alla fusione. Non sappiamo quando sarà disponibile e quando sarà commercialmente disponibile, perché adesso siamo proprio nelle prime fasi. Forse è bene intanto andare in quella direzione della ricerca delle nuove tecnologie e intanto puntare sulle rinnovabili che sono sicuramente quelle che, per l'Italia almeno, magari non per altri Paesi del centro Europa, avendo tanto Pag. 15vento, tanta acqua e tanto sole, rappresentano sicuramente una soluzione nell'immediatezza.
  Grazie.

  PRESIDENTE. Se non ci sono altri interventi, faccio anche io velocemente una domanda.
  Intanto la ringrazio per la chiarezza dei dati che ha portato, per l'impostazione e anche per il lavoro che state facendo. Anche io mi unisco alla richiesta di concretezza nell'azione, non soltanto quella che state facendo, ma magari anche sull'onda di quello che voi state facendo. Poi, praticamente, come mettiamo in atto questo tema di operazione culturale che è necessario fare oltre che ovviamente una acquisizione di dati tecnici che sono sufficientemente chiari?
  Do la parola al nostro ospite per la replica.

  PIERLUIGI TOTARO, presidente del Comitato Nucleare e Ragione. Grazie per le domande.
  La nostra associazione lavora sul territorio. Organizza conferenze e seminari in collaborazione con istituzioni, con amministrazioni, con università.
  Una delle attività che facciamo ogni anno è proprio quella di portare il tema nelle piazze per avvicinare le persone a questa realtà tecnologica.
  Chiaramente, quando prima parlavo dell'importanza di lavorare a livello culturale questo lo si può fare a più livelli. Noi invochiamo anche un impegno istituzionale nei confronti di questo aspetto, attraverso delle campagne informative che le istituzioni dovrebbero portare avanti, con l'auspicio che queste non vengano percepite come delle campagne portate avanti da una forza politica rispetto a un'altra. Sulle evidenze scientifiche, infatti, come dicevo prima, non dovrebbero esserci colori. Dovrebbero essere le istituzioni a farsi carico di questo livello di informazioni.Pag. 16
  Penso, per esempio, alle iniziative che si potrebbero portare avanti nelle scuole. Io sono anche docente di scuola superiore. Esistono una serie di tematiche legate alla sostenibilità ambientale nell'ambito dell'educazione civica, che fanno già parte dei curricula scolastici e nei quali le tematiche energetiche potrebbero essere approfondite in una maniera più completa, proprio alla luce di queste evidenze relative alle tecnologie nucleari, ma più in generale rispetto agli obiettivi che l'Italia si pone. Quindi, di nuovo, non in contrapposizione tra le varie fonti energetiche, ma in maniera tale da presentare alle giovani generazioni quelle che saranno poi le tecnologie che rappresenteranno il loro futuro. L'ottica su cui dobbiamo lavorare è anche questa, quella di pensare alle iniziative che poi l'Italia dovrà prendere per gli obiettivi del 2030 in prima battuta, e su questo sono d'accordo con l'onorevole sull'importanza di puntare sulle fonti rinnovabili, perché sono quelle che hanno sicuramente un'incidenza più rapida nell'abbattimento delle emissioni, ma noi contestualmente dobbiamo lavorare con responsabilità anche rispetto agli obiettivi del 2050, che è una scala temporale più ampia, che mette in maggiore difficoltà, perché ci sono chiaramente dei livelli di incertezza sui quali, però, non possiamo attendere.
  Quando ragioniamo con obiettivi di decarbonizzazione totale al 2050 ecco che le tecnologie nucleari possono entrare in gioco in maniera sinergica, anche ragionando rispetto alle tecnologie attuali oppure a quelle che verranno rese disponibili nel corso degli anni Trenta.
  Chiaramente, tutto va messo sul piatto. Prima parlavo di analisi costi-benefici. In questo sicuramente rientra in gioco anche la tematica dell'approvvigionamento del combustibile. Uno degli aspetti positivi delle tecnologie nucleari è il fatto che il costo del combustibile incide in maniera molto piccola rispetto ai costi totali. Noi sappiamo che il grosso dei costi è quello dell'impianto Pag. 17in sé. Sul costo finale dell'energia elettrica, che fuoriesce da una centrale nucleare, il combustibile incide in una piccola percentuale. Questo ci protegge dalle eventuali oscillazioni di mercato a differenza delle fonti fossili.
  Relativamente ai luoghi di approvvigionamento, è vero che molte delle riserve sono in Paesi che potrebbero essere considerati, dal punto di vista geopolitico, un po' critici, però è anche vero che le maggiori riserve noi le abbiamo in Australia, che è uno dei più grandi esportatori di uranio, e in Canada, che sono Paesi con i quali l'Italia ha delle collaborazioni e un rapporto di amicizia che non dovrebbe farci preoccupare troppo per questo aspetto, che è uno degli aspetti più marginali.
  La localizzazione degli impianti, invece, è più importante. È vero che una parte significativa del territorio italiano ha un livello di sismicità a rischio non basso, ma medio o elevato. È chiaro che uno dei passaggi fondamentali è proprio quello di individuare le aree adatte. L'Italia non manca di zone adatte e lo dimostra il fatto che abbiamo già degli impianti nucleari, poi dismessi anzitempo, che sono stati costruiti in zone dove la sismicità non costituisce un problema.
  È chiaro che questo, a prescindere dalla sismicità o meno, richiederà sicuramente, e per quello ho puntato molto sull'aspetto culturale, un'interazione molto forte con il territorio e una capacità di saper dialogare, abbattendo tutti quei pregiudizi che ben conosciamo su questo tipo di tecnologia.

  PRESIDENTE. Non essendoci altre richieste di intervento, ringrazio l'ospite intervenuto. Autorizzo la pubblicazione in allegato al resoconto stenografico della seduta odierna della documentazione consegnata dal rappresentante del Comitato Nucleare e Ragione (vedi allegato 2) e dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 14.15.

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ALLEGATO 1

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ALLEGATO 2

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