XIX Legislatura

Commissioni Riunite (Commissione speciale istituita il 19 ottobre 2022, ai sensi dell'articolo 22, comma 2, del Regolamento della Camera dei deputati e Commissione speciale per l'esame degli atti urgenti presentati dal Governo del Senato della Repubblica)

Resoconto stenografico



Seduta pomeridiana n. 2 di Mercoledì 9 novembre 2022
Bozza non corretta

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Pella Roberto , Presidente ... 3 

Audizione della presidente dell'Ufficio parlamentare di bilancio, Lilia Cavallari (Attività conoscitiva preliminare all'esame della Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2022 e della relativa Integrazione, ai sensi dell'articolo 118-bis, comma 3, del Regolamento della Camera e dell'articolo 125-bis, comma 3, del Regolamento del Senato):
Pella Roberto , Presidente ... 3 
Cavallari Lilia , presidente dell'Ufficio parlamentare di bilancio ... 3 
Pella Roberto , Presidente ... 14 
Guerra Maria Cecilia (PD-IDP)  ... 14 
Marattin Luigi (A-IV-RE)  ... 15 
Garavaglia Massimo  ... 16 
Pella Roberto , Presidente ... 17 
Cavallari Lilia , presidente dell'Ufficio parlamentare di bilancio ... 17 
Pella Roberto , Presidente ... 19

Sigle dei gruppi parlamentari:
Fratelli d'Italia: FdI;
Partito Democratico - Italia Democratica e Progressista: PD-IDP;
Lega - Salvini Premier: Lega;
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Forza Italia - Berlusconi Presidente - PPE: FI-PPE;
Azione - Italia Viva - Renew Europe: A-IV-RE;
Alleanza Verdi e Sinistra: AVS;
Noi Moderati (Noi con L'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro) - MAIE: NM(N-C-U-I)-M;
Misto: Misto;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-+Europa: Misto-+E.

Testo del resoconto stenografico
Pag. 3

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
DELLA COMMISSIONE SPECIALE ISTITUITA IL 19 OTTOBRE 2022, AI SENSI DELL'ARTICOLO 22, COMMA 2, DEL REGOLAMENTO DELLA CAMERA DEI DEPUTATI ROBERTO PELLA

  La seduta comincia alle 12.05.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Buongiorno a tutti. Saluto il collega senatore Nicola Calandrini, presidente della Commissione speciale del Senato.
  Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante la resocontazione stenografica e la trasmissione attraverso la web-tv della Camera dei deputati.

Audizione della presidente dell'Ufficio parlamentare di bilancio, Lilia Cavallari.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione della presidente dell'Ufficio parlamentare di bilancio, dottoressa Lilia Cavallari, che ringrazio per la sua presenza, nell'ambito dell'attività conoscitiva preliminare dell'esame della Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2022 e della relativa Integrazione, ai sensi dell'articolo 118-bis, comma 3, del Regolamento della Camera dei deputati e dell'articolo 125-bis, comma 3, del Regolamento del Senato della Repubblica.
  Do quindi la parola alla presidente dell'Ufficio parlamentare di bilancio, dottoressa Lilia Cavallari, che ringrazio ancora per la partecipazione alla seduta odierna. A lei la parola, presidente.

  LILIA CAVALLARI, presidente dell'Ufficio parlamentare di bilancio. Grazie, Presidente. Buongiorno, bentrovati a tutti, Pag. 4onorevoli e senatori. Mi dicono che il tempo a disposizione è abbastanza ristretto, quindi cercherò di contenere il mio intervento al massimo in mezz'ora.
  Siamo qui oggi a valutare la Nota di aggiornamento del Documento di economica e finanza 2022 e la richiesta di approvazione della Relazione che il Governo presenta al Parlamento ai sensi dell'articolo 6 della legge n. 243 del 2012.
  L'aggiornamento è reso necessario da cambiamenti nel quadro congiunturale, per quanto riguarda la parte tendenziale, e soprattutto dalla nuova predisposizione del quadro programmatico che non era previsto nella precedente validazione del quadro tendenziale che abbiamo fatto.
  Quali sono le novità del quadro congiunturale? C'è un rallentamento dell'economia mondiale, particolarmente pronunciato nella seconda metà dell'anno, che constatiamo in un calo degli scambi internazionali del commercio mondiale e, in particolare, un rallentamento per quanto riguarda i mercati che sono più importanti per l'export italiano, primo tra tutti la Germania.
  C'è un persistente aumento dell'inflazione: sapete tutti che l'inflazione nel mese di ottobre ha raggiunto l'11,9 per cento e il dato acquisito per l'anno è l'8 per cento. Come sapete tutti, questa inflazione è trainata fortemente dalla componente energetica e inizia anche a trasferirsi a valle in altri settori produttivi: l'inflazione acquisita di fondo, la core inflation, è intorno al 3,7 per cento per quest'anno.
  Quindi i due punti sono un rallentamento del quadro macroeconomico, un rallentamento della crescita mondiale, e a questi si aggiunge una forte inflazione. La forte inflazione si è accompagnata ad un orientamento restrittivo delle politiche monetarie, che quindi ha comportato un aumento dei tassi di Pag. 5interesse e un profilo dei tassi di interesse che si prevede essere più in rialzo anche nell'orizzonte di programmazione.
  Tali eventi hanno richiesto un aggiustamento dei valori tendenziali rispetto a quanto avevamo già fatto e anche validato nel mese di settembre. Di fatto il tendenziale per il biennio in questione rimane per la finanza pubblica invariato e c'è un aggiustamento solamente marginale e moderato per il biennio successivo. L'aggiustamento principale avviene sui dati macro, cioè una revisione al rialzo della crescita per quest'anno e una revisione al ribasso della crescita per l'anno prossimo, per il 2023.
  Che cosa è successo? Quest'anno abbiamo avuto, rispetto alla NADEF di settembre, un dato sul PIL trimestrale del terzo trimestre molto favorevole, più favorevole rispetto alle attese di tutti i previsori – noi compresi – e quindi questo 0,5 per cento di crescita del terzo trimestre del 2022, che ha portato il dato acquisito per la crescita dell'anno in corso al 3,9 per cento.
  Permangono, tuttavia, forti indicazioni di rallentamento, che sono evidenziate da una marcata riduzione degli indici di fiducia, sia dei consumatori sia delle imprese, e da una serie di indicatori congiunturali, che volgono tutti decisamente al ribasso.
  Questo ci porta a prevedere – noi dell'UPB, così come il Governo, così come i principali previsori – un rallentamento nel quarto trimestre e probabilmente anche nel primo trimestre dell'anno prossimo.
  Per cui la previsione del Governo di crescita per l'anno in corso è del 3,7 per cento, quindi un aumento rispetto al 3,3 per cento previsto solamente a settembre, e sconta questa dinamica più favorevole dell'economia ed è al di sotto dell'acquisito perché sconta una previsione di rallentamento in questi ultimi mesi. Viceversa, la previsione tendenziale per il 2023 è in forte Pag. 6ribasso, è allo 0,3 per cento, che era il numero che l'UPB aveva previsto già a settembre.
  Questo è il quadro tendenziale che abbiamo già validato a settembre. Non ci sono differenze sull'orizzonte di validazione. In riferimento alla NADEF, l'UPB valida l'anno corrente e l'anno successivo, quindi il 2023.
  Per quanto riguarda il programmatico, su questa tendenza si innesta quanto vedremo con maggiore dettaglio in seguito, quando parleremo di finanza pubblica: si innesta per l'appunto la richiesta di revisione degli obiettivi programmatici, quindi una rimodulazione degli obiettivi programmatici di indebitamento netto e, quindi, una manovra netta che per il 2023 è nell'ordine dell'1,1 per cento del PIL; per il 2024 moderata, 0,1 per cento; per il 2025 avrà un segno negativo, cioè sarà più o meno una restrizione di poco superiore a 2 decimi di PIL.
  Noi siamo chiamati dalla legislazione europea a validare le previsioni del Governo e lo facciamo, con una procedura che è standardizzata in un memorandum, a seguito di interlocuzioni con il Governo.
  Quest'anno i tempi per la validazione del quadro macroeconomico sono stati veramente molto ristretti, quindi lasciatemi ringraziare i miei collaboratori per lo sforzo disumano che hanno fatto nel mettere insieme le analisi e, quindi, portare a termine questo processo, e ringraziare anche il membri del panel – perché noi confrontiamo le previsioni del Governo non solo con le previsioni nostre interne UPB, ma anche con le previsioni di un panel di previsori esterni, che comprende il CER, REF Ricerche, Oxford Economics e Prometeia – e anche loro sono stati veramente molto reattivi e quindi molto comprensivi.
  La validazione riguarda sostanzialmente il 2023, perché nel 2022 il tendenziale e il programmatico coincidono, quindi la Pag. 7validazione del programmatico del 2023 è positiva, nel senso che validiamo le previsioni del Governo. Ripeto, le previsioni evidenziano una crescita del PIL reale dello 0,6 per cento, quindi 3 decimi di punto in più rispetto all'andamento tendenziale.
  La validazione è basata sostanzialmente sulla convergenza, o meglio, sulla non eccessiva distanza o allineamento delle previsioni del Governo con le nostre previsioni e con la mediana di previsione del panel dei nostri previsori. Questo vale tanto per il PIL reale quanto per il PIL nominale, che incorpora la variazione dei prezzi. Non so se voi avete sottomano già il testo, c'è una figura che sintetizza queste informazioni a pagina 21, dove vedete le previsioni del Governo, che sono rappresentate dal quadrato, le previsioni nostre, che sono rappresentate da un rombo, e le previsioni del panel, che sono invece dei cerchi.
  Nel 2023 sia il PIL reale sia il PIL nominale sono all'interno dell'intervallo di validazione, anche molto vicini alla mediana e vicini alle nostre stime. Notate che c'è una maggiore distanza nelle previsioni proprio del nostro panel sul PIL nominale, a motivo di una incertezza sulle previsioni dell'inflazione e della persistenza dell'inflazione; viceversa, le previsioni del PIL reale, invece, sono più strette e quindi più precise.
  Sostanzialmente validiamo anche i fattori che provocano i movimenti del PIL, cioè che sia la crescita maggiore del 2022 sia la crescita minore del 2023 sono fondamentalmente trainate, in un caso, da un aumento e, nell'altro caso, da un rallentamento delle componenti interne di domanda, sostanzialmente dei consumi delle famiglie e degli investimenti, sia pubblici sia privati.
  L'esercizio di validazione si ferma in sede NADEF al biennio 2022-2023. Noi comunque guardiamo anche al biennio successivo 2024-2025 perché è rilevante la dinamica di crescita: è Pag. 8rilevante sia il PIL reale sia il PIL nominale per la sostenibilità della finanza pubblica. E qui troviamo un disallineamento nelle previsioni del Governo rispetto a quanto risulta dai nostri modelli, rispetto anche alla mediana dei previsori, soprattutto per il 2024, dove quindi l'1,8 per cento tendenziale e l'1,9 per cento programmatico di crescita del PIL reale sono piuttosto al di sopra anche del limite superiore delle nostre previsioni. Noi stimiamo l'1,4 per cento, quindi circa 5 decimi di punto di differenza sulle previsioni del PIL. Come vedremo, questo può avere una qualche rilevanza per il profilo di riduzione del debito.
  Sostanzialmente il processo di validazione ha portato ad un esito positivo. Comunque riconosciamo l'esistenza di forti incertezze in tale quadro di previsione. Chiaramente, più si allontana l'orizzonte di previsione, maggiore è l'incertezza.
  Quindi segnaliamo il persistere di fattori di rischio, che sono legati soprattutto all'evoluzione della guerra, quindi alle implicazioni che la guerra ha sui mercati dell'energia; tutti questi scenari sono fatti senza ipotesi di razionamento del gas, per esempio, e quindi sono tutti scenari in cui c'è una continuità, anche se ridotta, nelle misure e nelle forniture di gas: chiaramente quello che può succedere da quel punto di vista ha forti implicazioni sui prezzi e sulle quantità. Rischi relativi al persistere di strozzature nella logistica, nelle catene di offerta; e, dal punto di vista dell'offerta, un elemento importante che ci sentiamo di sottolineare riguarda l'attuazione del PNRR, perché lo stimolo e la crescita dell'economia in questo orizzonte di previsione è fortemente influenzato da una dinamica molto sostenuta degli investimenti pubblici – questo si vede soprattutto nel 2023 – e, quindi, è importante che questi investimenti siano effettivamente realizzati e che non ci siano ritardi nella spesa.Pag. 9
  Chiaramente l'inflazione è un fattore che continua a rendere incerte le nostre stime. Le previsioni più recenti sottolineano che siamo vicini al picco massimo dell'inflazione. A seconda dei previsori, il picco si raggiunge o in questi mesi, cioè nell'ultimo trimestre dell'anno o, al massimo, nel primo trimestre del successivo, e poi dovremmo assistere ad un graduale rientro. Quanto graduale e quindi quanto lungo questo rientro non lo possiamo dire. Anche dalle previsioni che ci sono del nostro panel potete vedere che c'è una forte incertezza. L'incertezza sull'inflazione si accompagna anche a rischi che sono relativi al quadro di governo di politica economica, nel senso che, quanto più l'inflazione è persistente, tanto più ci si può aspettare un indirizzo restrittivo delle politiche monetarie, che chiaramente ha implicazioni evidenti per la finanza pubblica e comporta rischi soprattutto per un Paese ad elevato debito, come il nostro.
  Questo quadro piuttosto fosco che vi sto disegnando porta con sé anche rischi per la stabilità finanziaria, quindi possibilità di rischi sul piano finanziario e dobbiamo tener conto di tutto questo nelle nostre previsioni.
  Per andare più nel dettaglio sulla finanza pubblica, come vi dicevo, la revisione del tendenziale è marginale, invece è più sostanziale la revisione degli obiettivi programmatici.
  Il Governo chiede al Parlamento l'autorizzazione a utilizzare il margine che si libera quest'anno, dovuto alla differenza tra indebitamento tendenziale, 5,1 per cento, ed indebitamento programmatico, 5,6 per cento, quindi 0,5 punti di PIL, per far fronte a misure di sostegno per i costi energetici. Si tratta di circa 9 miliardi, come il Ministro vi ha spiegato chiaramente stamattina.
  Il Governo chiede anche una revisione degli obiettivi programmatici, nel senso di aumentare l'obiettivo di indebitamento Pag. 10in tutti gli anni dell'orizzonte, in maniera via via decrescente, quindi nel 2023 sarà il 4,5 per cento, nel 2024 sarà il 3,6 per cento, se non sbaglio, e nel 2025 sarà il 3 per cento.
  Che cosa giustifica? Sicuramente l'inflazione, sicuramente il rallentamento dell'economia imminente, quindi le previsioni di forte contrazione della crescita economica nel 2023, e quindi la necessità di rimodulare il percorso di rientro.
  Che cosa osserviamo su questo? Osserviamo che è una manovra di sostanziale continuità con l'indirizzo contenuto nel DEF, dove la continuità è data sia dalla graduale discesa dell'indebitamento e quindi del deficit, sia dalla graduale discesa del rapporto debito/PIL. Quindi in questo senso c'è una continuità, con una revisione e una rimodulazione dei tempi che recepisce le notizie congiunturali meno favorevoli, gli sviluppi congiunturali meno favorevoli.
  Per entrare nel dettaglio della finanza, vediamo tali sviluppi congiunturali nei saldi della finanza pubblica, quindi soprattutto sull'indebitamento netto, con un effetto, dovuto soprattutto all'inflazione, tendenzialmente favorevole soprattutto nei primi anni. Abbiamo visto l'effetto favorevole sulla crescita del PIL nominale, quindi dell'inflazione, nel 2022 con dati molto favorevoli sul fabbisogno di cassa e con la crescita delle entrate tributarie, anche trainate dal fatto che si commisurano ad una base imponibile più ampia.
  Tuttavia, con il passare del tempo, gli effetti dell'inflazione sul bilancio pubblico tendono, invece, a pesare in negativo. Il Ministro oggi vi ha resi edotti dei numeri dell'aumento della spesa pensionistica e dell'aumento della spesa per interessi: ciò spiega il tendenziale peggioramento dei saldi tendenziali di finanza pubblica nella parte finale dell'orizzonte di previsione, cioè nel biennio 2024-2025.Pag. 11
  Riguardo all'entità della manovra vi ho detto che siamo nell'ordine dell'1,1 per cento nel 2023, 0,1 per cento nel 2024 e -0,2 per cento o qualcosa di più nel 2023. Quindi, sotto questo profilo, osserviamo continuità sicuramente con l'obiettivo di riduzione del disavanzo e di riduzione del debito. Sottolineiamo la necessità di cautela, di mantenere alta la soglia di attenzione lungo due direttrici: una prima direttrice è l'utilizzo di questi spazi, che il Governo nella Relazione dichiara di utilizzare per fronteggiare il rincaro dei costi dell'energia, quindi per sostenere il potere di acquisto delle famiglie e per sostenere la competitività delle imprese. E su questo l'attenzione è a misure che siano quanto più possibile selettive, misure che siano effettivamente mirate a proteggere sia le imprese più esposte all'aumento dei prezzi energetici, sia le famiglie più vulnerabili in termini di spesa.
  Qui sottolineiamo la necessità di monitorare attentamente l'evoluzione della spesa, anche perché gli spazi fiscali si sono ridotti. L'andamento congiunturale che abbiamo visto finora va nella direzione di ridurre ulteriormente gli spazi di manovra e, quindi, è ancora più importante monitorare l'andamento della spesa ed è ancora più importante che le spese siano quanto più possibile selettive.
  L'altro elemento che vorrei sottolineare riguarda la sostenibilità di medio termine della finanza pubblica. Come vi dicevo, c'è continuità nell'impegno a mantenere una discesa del debito, mantenere quindi la discesa del rapporto debito/PIL, e ciò è sicuramente apprezzabile. Perché grande cautela? Grande cautela perché il ritmo, la dinamica, la velocità con cui il debito si riduce dipende fortemente dal contesto macroeconomico.
  Abbiamo fatto alcuni esercizi per darvi un'idea della sensibilità della dinamica del debito, alle condizioni macroeconomiche. Nella previsione programmatica del Governo, si prevede Pag. 12che il debito diminuisca in maniera consistente quest'anno, tra il 2022 e il 2023; in maniera più graduale, quindi ad un ritmo di 1,5 punti percentuali l'anno, nel resto dell'orizzonte di programmazione, e che raggiunga quindi un valore intorno al 141 per cento del PIL nel 2025.
  Ora, per darvi un'idea di quanto sia sensibile tale dinamica alle condizioni e, quindi, di quanto siano importanti le previsioni sull'andamento macro, abbiamo fatto un esercizio in cui prevediamo l'andamento del rapporto debito/PIL, utilizzando non le previsioni del Governo, ma le previsioni dell'UPB. Come vi dicevo, le nostre previsioni sono sostanzialmente simili a quelle del Governo per il 2022 e il 2023, sono più basse per quanto riguarda soprattutto il 2024 e in parte anche il 2025; per contro, c'è una dinamica dell'inflazione nel 2024 e nel 2025 che nel nostro caso è più favorevole rispetto a quella del Governo.
  Quindi, incamerando nelle nostre previsioni, quello che abbiamo chiamato lo scenario macro UPB, se guardate la figura a pagina 45, vedete la dinamica del debito: la linea tracciata sotto è la previsione MEF, lo scenario MEF, e la linea tratteggiata sopra è lo scenario UPB. Come vedete, c'è una sostanziale stabilizzazione del rapporto debito/PIL nel 2023 e una riduzione più moderata rispetto a quella del Governo nel resto dell'orizzonte di programmazione.
  Sempre per dare un'idea della sensibilità di tali previsioni all'incertezza macroeconomica, nella pagina successiva trovate un altro grafico che illustra cosa accade all'andamento del rapporto debito/PIL se ci sono shock che possono colpire tutte le componenti della previsione, che sono sostanzialmente il tasso di crescita del PIL e il tasso di interesse. Come vedete, la previsione della NADEF si conferma più o meno nel 40 per cento dei casi: ciò significa che c'è una probabilità più che Pag. 13doppia che la dinamica sia in realtà meno favorevole di quella prevista nel DEF.
  Quindi la nostra valutazione è anzitutto una validazione delle previsioni del Governo; è una valutazione positiva della continuità del percorso di graduale riduzione del disavanzo e di rallentamento dal debito, con la cautela di monitorare esattamente l'andamento della spesa, e quindi dei saldi di bilancio, soprattutto al fine di garantire la sostenibilità e la solidità della riduzione del debito.
  Abbiamo fatto anche altri esercizi – per quanto non vi sia il tempo adesso per illustrarli – per analizzare una dinamica estesa in un orizzonte di tempo più lungo, ben oltre l'orizzonte di previsione, sempre per darvi un'idea di quanto siano importanti gli scenari macroeconomici per la dinamica del debito. Nell'ultimo esercizio che trovate abbiamo simulato la dinamica del debito su un orizzonte di dieci anni, quindi anche molto oltre l'orizzonte di previsione, in diversi scenari: uno scenario più ottimistico, in cui si ritorna alla crescita pre-COVID, uno scenario mediano, in cui si ritorna al trend pre-COVID, ma con un livello un pochino più basso, quindi significa che il Governo ha sì contrastato, ma non in maniera integrale, la perdita di potenziale, e uno scenario invece pessimistico, in cui addirittura c'è una perdita di potenziale. Come potete vedere, la dinamica cambia sostanzialmente nei tre casi.
  Quindi, in conclusione, per mantenere questo profilo di prudenza, per mantenere questo profilo di solidità della finanza pubblica, è importante mantenere una crescita elevata. Una crescita elevata, nelle condizioni congiunturali attuali, dipende, anche in misura considerevole, da una efficiente, piena e rapida attuazione degli investimenti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

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  PRESIDENTE. Grazie. Ringrazio di cuore la professoressa Lilia Cavallari, la presidente dell'Ufficio parlamentare.
  Chiederei quanti colleghi hanno piacere di intervenire, anche perché dovremmo terminare l'audizione per le ore 13, per poi procedere con i lavori della Commissione in merito alla NADEF.

  MARIA CECILIA GUERRA. Vorrei fare solo un'annotazione in linea con quanto dicevamo prima durante l'audizione del Ministro.
  Ringrazio l'UPB e la sua Presidente in modo particolare per questo lavoro, che è veramente molto interessante e ricco, ci sono molte informazioni che saranno utilissime anche per il prosieguo del nostro lavoro. Capisco – giustamente ci è stato sottolineato a più riprese – che ci sono elementi molto ampi di incertezza per poter fare stime sia macroeconomiche sia sull'andamento della finanza pubblica.
  Sottolineo che viene scritto – ho sottolineato la frase contenuta in questo momento – che «La valutazione UPB tiene conto di informazioni di massima, fornite dal MEF, circa la composizione della manovra considerata nella NADEF...». Ho avuto modo di ricordare nell'audizione precedente – ci tengo a sottolinearlo perché è un punto secondo me imprescindibile – che le informazioni contenute nella NADEF per noi sono invece assolutamente inesistenti, e quindi volevo capire, senza metterla in imbarazzo, presidente, se avete avuto informazioni sufficienti per poter ricostruire un quadro che tenga conto davvero anche degli elementi programmatici. Mi spaventa in modo particolare il fatto che non si abbia idea neppure della dimensione complessiva della manovra, perché evidentemente il livello assoluto, così come la sua composizione, potrebbe portare a risultati anche molto diversi.Pag. 15
  C'è poi, come abbiamo sottolineato in questa sede, l'aspetto del PNRR. Il Ministro Giorgetti prima ci ha detto che, se non vi saranno modifiche, il PNRR come previsto allo stato attuale non può essere portato in porto. Condivido la sua preoccupazione, quindi non lo dico in tono polemico. Però è evidente che qui, invece, nelle previsioni della NADEF e, immagino, anche nelle vostre, il PNRR viene considerato realizzato nel percorso attualmente previsto. Se mi può dare conferma su tale questione.

  LUIGI MARATTIN. Grazie, Presidente. Anch'io mi unisco al ringraziamento alla presidente e a tutto lo staff dell'UPB, che è una fonte pressoché inesauribile di approfondimento e dettaglio su tutto l'aspetto della previsione economica.
  In realtà, ho solo una domanda. L'ho fatta anche al Ministro Giorgetti, ma non abbiamo avuto molti elementi di ulteriore riflessione. È la prima volta che mi accade di vedere una stima del Governo sotto la mediana del panel dell'UPB. Voi poi vi conformate. Ma il resto del panel ha stime non banalmente superiori.
  La mia domanda riguarda proprio questo aspetto, poiché personalmente ho davvero qualche dubbio. Tralasciando il 2024, poiché viviamo tempi in cui l'orizzonte del 2024 è totalmente indefinito per gli shock che possono arrivare, tuttavia sono un po' perplesso dal rialzo della crescita tendenziale dal 3,3 per cento al 3,7 per cento per l'anno in corso, sulla base del dato del terzo trimestre, a cui poi segue un crollo della crescita tendenziale a 0,3 per cento: tutto questo in trenta giorni, dal 28 settembre al 4 novembre. E sono ancora più perplesso dal fatto che la manovra programmatica, con 21 miliardi di deficit rispetto al tendenziale, che ha un effetto di impatto sul PIL di 0,3 per cento, equivale ad un moltiplicatore implicito dello 0,2, che non ho mai visto in nessuna stima del Pag. 16Governo. Qui si sono alternati Ministri che hanno valutato moltiplicatori pari a 3. Fra l'altro, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, facente parte del Governo che aveva Ministri che valutavano il moltiplicatore 3, era l'attuale Ministro dell'economia e delle finanze, ma lasciamo perdere. Qui è calcolato un moltiplicatore pari a 0,2, che non ho mai visto.
  Quindi, che idea voi avete sul fatto che il Governo ci sta dicendo di stimolare l'economia con più di 1 punto di deficit e che questo fondamentalmente non ha impatti? Anzi, ha un impatto deflattivo, perché il deflatore scende dal 4,2 al 4,1. Non ho mai visto un punto di deficit che fa calare l'inflazione dei beni prodotti internamente. Infatti, nella proiezione sui consumi finali, il Governo stima 0,1 per cento di incremento dei consumi finali, quando una parte del vostro panel lo stima 0,9 per cento.
  Prima il Ministro Giorgetti ci ha detto che la ripresa sarà trainata dai consumi finali. Ma dove? Ma quando se si stima 0,1 per cento di incremento sui consumi finali a fronte di uno stimolo di 21 miliardi?
  Allora, come dicevo al Ministro Giorgetti, se uno fosse cattivo – io sono notoriamente buonissimo – ma se uno fosse cattivo, direbbe che questa è la tipica manovra di chi si tiene risorse da parte. Sono troppo cattivo? Quindi, che opinione ci può dare, presidente, su questo ovviamente nell'ambito del suo ruolo istituzionale?

  MASSIMO GARAVAGLIA. Grazie. Seguo il ragionamento di Marattin. Vedo con piacere, finalmente, una NADEF con una previsione prudente. Siamo abituati negli anni, e l'UPB l'ha visto, a previsioni che storicamente poi si manifestano eccessivamente ottimistiche.
  Non ritiene che fare una previsione, soprattutto in un momento, come quello attuale, particolarmente complicato, Pag. 17saggiamente prudenziale sia un elemento che rende molto più solido l'impianto della manovra?

  PRESIDENTE. Concluderei gli interventi e darei la parola per la replica alla presidente.

  LILIA CAVALLARI, presidente dell'Ufficio parlamentare di bilancio. Grazie per l'opportunità che mi è data di precisare alcuni elementi.
  Comincio dalla domanda dell'onorevole Guerra. La NADEF non contiene molte informazioni sulla composizione della manovra. Nel processo di validazione noi abbiamo normali interlocuzioni con il Ministero e, nell'ambito di tali interlocuzioni, ci sono state fornite indicazioni molto di massima sulla composizione della manovra.
  Ciò che vi posso dire è che sarà una manovra fortemente indirizzata a contrastare gli effetti del caro energia, quindi si compone di interventi che sono per larga parte trasferimenti, per larga parte misure che incidono sulle imposte indirette, e ciò ci permette anzitutto di fare previsioni e mi permette anche di rispondere, in qualche misura, a quanto chiedeva l'onorevole Marattin sulla dimensione così prudente, come anche il senatore Garavaglia sosteneva, del delta, cioè dell'impatto della manovra.
  Il Governo stima un impatto della manovra pari allo 0,3 per cento, che giustamente – Marattin sa fare bene i conti – significa un moltiplicatore nell'intorno di 0,2, che è relativamente basso. Ma è un moltiplicatore coerente con quanto ci dicono i nostri modelli per quel tipo di misure. I moltiplicatori di altre componenti del bilancio pubblico, tipicamente della spesa, tipicamente della spesa per investimenti, sono sicuramente più alti. Quel tipo di misure, quindi trasferimenti, imposizione indiretta, hanno tipicamente un moltiplicatore più Pag. 18basso. Quindi questo delta, questo 0,3, che appare estremamente prudente, è prudente: la prudenza è giustificata in uno scenario come quello che abbiamo visto, come quello che stiamo vivendo ed è legata anche alla natura della composizione.
  Sul PNRR, le previsioni, sia le nostre sia quelle del Governo, scontano una puntuale esecuzione del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Ciò significa, sempre per darvi un'idea dei numeri, che l'aumento previsto degli investimenti pubblici per il 2023 è nell'ordine del 35 per cento, e quindi è un aumento considerevole e comporta uno sforzo straordinario per tutti i soggetti attuatori, quindi sia stazioni appaltanti sia imprese. Dobbiamo essere tutti consapevoli che occorre uno sforzo straordinario per chi è chiamato ad attuare il Piano, ma probabilmente vi sono anche esigenze di semplificazione e di fluidificazione delle procedure. La risposta è sì: sono all'interno.
  Sulla stranezza delle previsioni 2022-2023, il dato trimestrale, il terzo trimestre del 2022, ha sorpreso tutti: ha sorpreso noi, che prevedevamo -0,2 per cento; ha sorpreso Banca d'Italia, che prevedeva -0,1 per cento; ha sorpreso il MEF, che non indicava il numero, ma diceva che sarebbe stato leggermente negativo. Ha sorpreso tutti positivamente, nel senso che è un ulteriore indizio, un ulteriore segnale della capacità di resilienza straordinaria della nostra economia. È un dato peraltro provvisorio, che potrebbe anche essere in qualche misura rivisto dall'Istat, ed è un dato per il quale il Q3 incide molto sull'anno in corso con un effetto trascinamento. E questo porta ad aumentare l'acquisito per l'anno in corso al 3,9 per cento: solamente il dato del Q3 fa aumentare il dato acquisito di crescita nell'anno fino al 3,9.Pag. 19
  Quindi la revisione della stima della crescita tendenziale dal 3,3 per cento al 3,6 per cento è giustificata da questa capacità del Q3 di avere un effetto molto forte sull'anno in corso; viceversa, il trascinamento sull'anno successivo, sul 2023, essendo il Q4, cioè il trimestre in corso, previsto negativo praticamente da tutti, sarà in realtà molto ridotto. L'acquisito di crescita nel 2023, con i dati che abbiamo oggi, è intorno allo 0,3. Quindi la previsione tendenziale 2023 sconta un acquisito basso dell'aumento degli ultimi trimestri e sconta un forte rallentamento nel primo trimestre: anche tale osservazione è nelle previsioni sostanzialmente di tutti.
  Speriamo sempre di essere smentiti in positivo e, quindi, speriamo sempre che la straordinaria resilienza dell'economia italiana si mostri anche nel 2023, però ad oggi è ciò che ci dicono i numeri e ci dicono gli indicatori che abbiamo a disposizione.

  PRESIDENTE. Ringrazio ancora una volta la Presidente, la professoressa Lilia Cavallari, per questa sua massima disponibilità.
  Do appuntamento ai colleghi della Camera alle ore 13 presso la Commissione bilancio, per la discussione della NADEF. Dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 12.45.