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Resoconto dell'Assemblea

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XIX LEGISLATURA

Allegato A

Seduta di Lunedì 29 maggio 2023

COMUNICAZIONI

Missioni valevoli
nella seduta del 29 maggio 2023.

  Albano, Barelli, Bellucci, Benvenuto, Bignami, Bitonci, Braga, Carloni, Cecchetti, Cirielli, Colosimo, Alessandro Colucci, Enrico Costa, Sergio Costa, Delmastro Delle Vedove, Evi, Fassino, Ferrante, Ferro, Fitto, Foti, Frassinetti, Freni, Gava, Gebhard, Gemmato, Giachetti, Giglio Vigna, Giorgetti, Grippo, Guerini, Gusmeroli, Leo, Lollobrigida, Lupi, Magi, Mangialavori, Mazzi, Meloni, Minardo, Molteni, Mulè, Nordio, Orlando, Nazario Pagano, Pichetto Fratin, Prisco, Rampelli, Richetti, Rixi, Roccella, Rotelli, Scerra, Schullian, Francesco Silvestri, Siracusano, Sportiello, Trancassini, Traversi, Tremonti, Zoffili, Zucconi.

(Alla ripresa pomeridiana della seduta).

  Albano, Barelli, Bellucci, Benvenuto, Bignami, Bitonci, Braga, Carloni, Cecchetti, Cirielli, Colosimo, Alessandro Colucci, Enrico Costa, Sergio Costa, Delmastro Delle Vedove, Evi, Fassino, Ferrante, Ferro, Fitto, Foti, Frassinetti, Freni, Gava, Gebhard, Gemmato, Giachetti, Giglio Vigna, Giorgetti, Grippo, Guerini, Gusmeroli, Leo, Lollobrigida, Lupi, Magi, Mangialavori, Mazzi, Meloni, Minardo, Molteni, Mulè, Nordio, Orlando, Nazario Pagano, Pichetto Fratin, Prisco, Rampelli, Richetti, Rixi, Roccella, Rotelli, Scerra, Schullian, Francesco Silvestri, Siracusano, Sportiello, Trancassini, Traversi, Tremonti, Zoffili, Zucconi.

Annunzio di proposte di legge.

  In data 26 maggio 2023 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge d'iniziativa dei deputati:

   BRAGA: «Disposizioni per il contenimento del consumo di suolo e la rigenerazione urbana» (1179);

   MALAVASI e MANZI: «Disciplina della formazione universitaria, specialistica e post-specialistica del personale delle professioni sanitarie» (1180);

   MALAVASI ed altri: «Riordino del profilo professionale e della formazione dell'operatore socio-sanitario e sua ridenominazione quale assistente socio-sanitario» (1181);

   PANIZZUT ed altri: «Disposizioni per la prevenzione delle discriminazioni e la tutela dei diritti delle persone che sono state affette da malattie oncologiche» (1182).

  Saranno stampate e distribuite.

Adesione di deputati a proposte di legge.

  La proposta di legge VARCHI ed altri: «Disposizioni in materia di ordinamento delle professioni pedagogiche ed educative e istituzione del relativo albo professionale» (659) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Cangiano.

Assegnazione di progetti di legge a
Commissioni in sede referente.

  A norma del comma 1 dell'articolo 72 del Regolamento, i seguenti progetti di legge sono assegnati, in sede referente, alle sottoindicate Commissioni permanenti:

   II Commissione (Giustizia):

  DORI: «Modifiche agli articoli 82, 106-bis e 130 del testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di spese di giustizia, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 maggio 2002, n. 115, concernenti la parificazione dei criteri per la liquidazione dei compensi del patrocinio a spese dello Stato nel processo civile, penale, amministrativo, contabile e tributario» (1062) Parere delle Commissioni I e V.

   VI Commissione (Finanze):

  ROMANO ed altri: «Introduzione dell'articolo 1857-bis del codice civile e modifica all'articolo 33 del codice di cui al decreto legislativo 6 settembre 2005, n. 206, in materia di obbligo di contrarre e recesso della banca nei rapporti di conto corrente» (1091) Parere delle Commissioni I, II, X e XIV.

   VII Commissione (Cultura):

  MANZI ed altri: «Introduzione dell'educazione all'affettività e al rispetto delle differenze nelle attività didattiche delle scuole del sistema nazionale di istruzione» (1054) Parere delle Commissioni I, V, XI e XII.

  MANZI ed altri: «Istituzione di un fondo per il concorso dello Stato al finanziamento della spesa per la partecipazione a viaggi di istruzione» (1063) Parere delle Commissioni I e V.

  MANZI ed altri: «Riconoscimento della personalità giuridica e concessione di un contributo in favore dell'Istituto nazionale Ferruccio Parri – Rete degli istituti della storia della Resistenza e dell'età contemporanea» (1073) Parere delle Commissioni I, V e XI.

  S. 551. – Senatori SEGRE ed altri: «Celebrazioni per il centesimo anniversario della morte di Giacomo Matteotti» (approvata dal Senato) (1178). Parere delle Commissioni I, V e VI (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per gli aspetti attinenti alla materia tributaria).

   XII Commissione (Affari sociali):

  CONSIGLIO NAZIONALE DELL'ECONOMIA E DEL LAVORO: «Tutela del diritto all'oblio delle persone guarite da patologie oncologiche» (1066) Parere delle Commissioni I, II, V, VI, XI e XIV.

Modifica dell'assegnazione di proposta di legge a Commissione in sede referente.

  La seguente proposta di legge – già assegnata alle Commissioni riunite VII (Cultura) e X (Attività produttive) – è assegnata, in sede referente, alla X Commissione (Attività produttive), che ne ha fatto richiesta al fine di procedere all'abbinamento, ai sensi dell'articolo 77 del Regolamento, con il disegno di legge n. 1134:

   BILLI ed altri: «Modifiche al codice della proprietà industriale, di cui al decreto legislativo 10 febbraio 2005, n. 30, in materia di diritto di brevetto per le invenzioni dei ricercatori delle università, degli enti pubblici di ricerca, delle pubbliche amministrazioni e degli istituti di ricovero e cura a carattere scientifico» (101) – Parere delle Commissioni I, II, V, VII (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento), XI, XII, XIII e XIV.

Assegnazione di proposte di inchiesta parlamentare a Commissioni in sede referente.

  A norma del comma 1 dell'articolo 72 del Regolamento, le seguenti proposte di inchiesta parlamentare sono assegnate, in sede referente, alle sottoindicate Commissioni permanenti:

   IX Commissione (Trasporti):

  SIMIANI: «Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulle cause del disastro della nave "Moby Prince"» (Doc XXII, n. 29) – Parere delle Commissioni I, II (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per le disposizioni in materia di sanzioni), III, IV e V.

   XII Commissione (Affari sociali):

  TOCCALINI ed altri: «Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulla condizione giovanile» (Doc XXII, n. 24) – Parere delle Commissioni I, II, V, VII, IX e XI.

Annunzio di progetti
di atti dell'Unione europea.

  La Commissione europea, in data 25 e 26 maggio 2023, ha trasmesso, in attuazione del Protocollo sul ruolo dei Parlamenti allegato al Trattato sull'Unione europea, i seguenti progetti di atti dell'Unione stessa, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi, che sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alle sottoindicate Commissioni, con il parere, se non già assegnati alla stessa in sede primaria, della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea):

   Proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio sull'attestazione e sulla comunicazione delle asserzioni ambientali esplicite (direttiva sulle asserzioni ambientali) (COM(2023) 166 final), che è assegnata in sede primaria alle commissioni riunite VIII (Ambiente) e X (Attività produttive);

  Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica il regolamento (UE) 2019/881 per quanto riguarda i servizi di sicurezza gestiti (COM(2023) 208 final), che è assegnata in sede primaria alle commissioni riunite I (Affari costituzionali) e IX (Trasporti). Questa proposta è altresì assegnata alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea) ai fini della verifica della conformità al principio di sussidiarietà; il termine di otto settimane per la verifica di conformità, ai sensi del Protocollo sull'applicazione dei princìpi di sussidiarietà e di proporzionalità allegato al Trattato sull'Unione europea, decorre dal 26 maggio 2023.

  La proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che stabilisce misure intese a rafforzare la solidarietà e le capacità dell'Unione di rilevamento delle minacce e degli incidenti di cibersicurezza, e di preparazione e risposta agli stessi (COM(2023) 209 final), già trasmessa dalla Commissione europea e assegnata, in data 26 maggio 2023, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alle Commissioni riunite I (Affari costituzionali) e IX (Trasporti), con il parere della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea), è altresì assegnata alla medesima XIV Commissione ai fini della verifica della conformità al principio di sussidiarietà; il termine di otto settimane per la verifica di conformità, ai sensi del Protocollo sull'applicazione dei princìpi di sussidiarietà e di proporzionalità allegato al Trattato sull'Unione europea, decorre dal 26 maggio 2023.

Annunzio di provvedimenti
concernenti amministrazioni locali.

  Il Ministero dell'interno, con lettere in data 24 maggio 2023, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 141, comma 6, del testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali, di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, i decreti del Presidente della Repubblica di scioglimento dei consigli comunali di Cesano Boscone (Milano) e Volpara (Pavia).

  Questa documentazione è depositata presso il Servizio per i Testi normativi a disposizione degli onorevoli deputati.

Comunicazione di nomine ministeriali.

  Il Ministro della cultura, con lettera in data 23 maggio 2023, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 19, comma 9, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, la comunicazione concernente il conferimento, ai sensi del comma 3 del medesimo articolo 19, al dottor Mario Turetta, dell'incarico di Segretario generale del Ministero della cultura.

  Questa comunicazione è trasmessa alla I Commissione (Affari costituzionali) e alla VII Commissione (Cultura).

  Il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, con lettera in data 25 maggio 2023, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 19, comma 9, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, la comunicazione concernente il conferimento, all'ingegnere Domenico Capomolla, ai sensi dell'articolo 12, comma 7, del decreto-legge 28 settembre 2018, n. 109, convertito, con modificazioni, dalla legge 16 novembre 2018, n. 130, dell'incarico di direttore dell'Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie e delle infrastrutture stradali e autostradali (ANSFISA).

  Questa comunicazione è trasmessa alla I Commissione (Affari costituzionali), alla VIII Commissione (Ambiente) e alla IX Commissione (Trasporti).

Atti di controllo e di indirizzo.

  Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell'Allegato B al resoconto della seduta odierna.

ERRATA CORRIGE

  Nell'Allegato A ai resoconti della seduta del 24 gennaio 2023, a pagina 6, seconda colonna, quarantaquattresima riga, le parole: «e V» devono intendersi sostituite dalle seguenti: «, V e VI (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per gli aspetti attinenti alla materia tributaria)».

  Nell'Allegato A ai resoconti della seduta del 27 febbraio 2023, a pagina 6, seconda colonna, ottava riga, le parole: «e V» devono intendersi sostituite dalle seguenti: «, V e VI (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per gli aspetti attinenti alla materia tributaria)».

MOZIONI CASO ED ALTRI N. 1-00139 E MANZI ED ALTRI N. 1-00147 CONCERNENTI INIZIATIVE VOLTE AL SUPERAMENTO DELLE CRITICITÀ RELATIVE AL FENOMENO DEL «CARO AFFITTI» PER GLI STUDENTI FUORI SEDE

Mozioni

   La Camera,

   premesso che:

    1) il diritto allo studio universitario, costituzionalmente garantito, tutela e promuove la possibilità di proseguire la formazione di studentesse e studenti dopo l'ottenimento del diploma di scuola secondaria superiore; a tal fine, dunque, è necessario rimuovere gli ostacoli, soprattutto quelli di natura socioeconomica, che potrebbero limitare l'accesso ai livelli più alti dell'istruzione in Italia;

    2) l'effettivo esercizio del diritto allo studio e l'accesso ai «gradi più alti degli studi» (articolo 34 Costituzione) è spesso ostacolato, in Italia, dai costi che le famiglie devono sostenere, non riuscendo, di fatto, a valorizzare le capacità e i meriti degli studenti;

    3) la disponibilità di risorse finanziare è, infatti, un fattore determinante nell'accesso all'istruzione superiore e universitaria: in Italia, soltanto il 20 per cento della popolazione tra i 25 e i 64 anni è in possesso di una laurea e soltanto il 62,7 per cento è in possesso di un diploma (in Europa, la media è, rispettivamente, del 33,4 per cento e del 79,3 per cento – dati Istat 2021). Il report sui livelli di istruzione dell'Istat segnala anche un forte divario territoriale nei livelli di istruzione:

     a) al Sud il 38,5 per cento degli adulti ha il diploma di scuola secondaria superiore e soltanto il 16,2 per cento ha conseguito una laurea;

     b) al Centro-Nord circa il 45 per cento è diplomato e oltre il 20 per cento è laureato (21,3 per cento al Nord e 24,2 per cento al Centro);

    4) l'Italia ha il tasso di laureati fra i 25 e i 34 anni fra il più basso d'Europa, intorno al 30 per cento nel 2020, contro una media europea del 45 per cento;

    5) gli obiettivi della Strategia Europa 2020, tra i quali l'innalzamento della quota di 30-34enni in possesso di una laurea, restano lontani; in Italia, per il secondo anno consecutivo, il dato si è stabilizzato al 27,8 per cento: un gap molto netto rispetto alla media europea che si attesta al 41 per cento e con gli altri grandi Paesi dell'Unione europea (in Francia si arriva al 48,8 per cento, in Spagna al 44,8 per cento e in Germania al 36,3 per cento);

    6) la rete Eurydice, nel suo report «National Student Fee and Support Systems in European Higher Education – 2020/21», ha analizzato e confrontato i dati di 38 Paesi europei, inclusi i 27 Stati membri dell'Unione europea. Emerge come la formazione universitaria pubblica in Italia abbia dei costi molto elevati (1.628 euro ogni anno di tasse, con le dovute differenze in base ai corsi di studio e all'Isee familiare), superiori alla media europea. Sono escluse dal conteggio le spese, ad esempio, per gli affitti, i pasti e i trasporti. Esistono le borse di studio, ma raramente sono strumenti efficaci: soltanto il 14 per cento circa degli studenti percepisce borse di studio e l'Italia si riconferma tra i Paesi che erogano meno borse di studio negli ultimi anni (tra il 2018 e il 2021, circa 7 mila studenti non hanno beneficiato dei sostegni economici pur risultando idonei);

    7) in Europa la situazione è diversa sia in termini di modalità di erogazione degli aiuti statali (borse di studio e prestiti scolastici), sia in termini di percentuali di borse di studio erogate (in media circa il 30 per cento, con le eccezioni, ad esempio, di Malta il 95 per cento, Danimarca il 92 per cento e Svezia l'88 per cento), inoltre esistono, programmi statali di sostegno alle famiglie per abbassare o azzerare i costi collaterali (affitti, trasporti, pasti). In Francia, ad esempio, la Caf (Caisse d'Allocation Familiale) è un organismo pubblico che permette di contenere i costi di affitto di una casa (si rivolge sia agli studenti – francesi e stranieri – sia a famiglie numerose, persone anziane o con disabilità);

    8) l'insieme dei supporti al diritto allo studio che viene fornito alle famiglie con un valore Isee basso per garantire a tutti l'accesso agli studi universitari è costituito prevalentemente dall'esenzione dalle tasse totale o parziale, dalle borse di studio in denaro, nonché dai posti letto in residenze universitarie (le vecchie case dello studente);

    9) con la legge di stabilità per il 2017 è stata introdotta la no tax area, che si applica per tutte le istituzioni universitarie e Afam statali e permette a chi ha un Isee basso di beneficiare di riduzioni delle tasse universitarie, con l'obiettivo di aumentare la platea di beneficiari del diritto allo studio;

    10) in base ai recenti dati disponibili su Open Data, il 26 per cento degli studenti iscritti a corsi di laurea e laurea magistrale è completamente esente dal pagamento delle tasse, l'11 per cento gode di una riduzione parziale, il restante 61 per cento dei ragazzi iscritti paga le tasse secondo scaglioni fissati sempre in base all'Isee. Per quanto riguarda il dottorato e i master, i primi sono per la maggior parte banditi con borsa di studio, cioè retribuiti, tuttavia, nel complesso il 17 per cento dei dottorati italiani sono pagati dai ragazzi, anzi il più delle volte dalle loro famiglie, di tasca propria, e i master universitari non sono quasi mai coperti da borse di studio (lo è il 10 per cento del totale dei posti);

    11) per quanto riguarda i posti messi a disposizione dalle regioni gratuitamente per i vincitori di borsa di studio, ci sono molte differenze da regione a regione; si passa da tassi di alloggiati di oltre 80 per 1000 iscritti a meno di 10 per 1000 iscritti; Campania, Lazio e Sicilia sono le regioni che garantiscono meno domande di posti letto accolte, con percentuali inferiori a una domanda accolta su cinque; più che per mancanza di requisiti una domanda non è accolta per assenza di possibilità di offrire un servizio;

    12) anche riguardo alle borse di studio, la percentuale di beneficiari effettivi varia sensibilmente da regione a regione, con picchi dell'85 per cento in piccole regioni come Basilicata, Valle d'Aosta e Liguria e il 57 per cento di Lazio e Friuli-Venezia Giulia e il 46 per cento del Veneto;

    13) si segnalano continuamente ritardi nell'erogazione delle borse di studio e sono migliaia gli studenti e le studentesse in grave difficoltà economica che, in tutta Italia, stanno attendendo da mesi;

    14) la piaga degli studenti idonei alla borsa che non possono accedere ai sostegni del diritto allo studio per carenza di risorse mette a rischio gli stessi percorsi universitari, dato che in questa situazione precaria gli studenti si trovano a doversi sostenere con mezzi propri o cercare un lavoro, dovendo anche conseguire i crediti necessari a rispettare i criteri di merito per il mantenimento della borsa di studio con il rischio di non farcela e finire così ad abbandonare gli studi;

    15) l'investimento 1.7-M4C1 del PNRR «Borse di studio per l'accesso all'università» ha la finalità di garantire la parità di accesso all'istruzione, agevolando la partecipazione a percorsi di istruzione terziaria per gli studenti in difficoltà socioeconomiche;

    16) in particolare, con la suddetta misura si stanziano 500 milioni di euro (250 milioni rispettivamente per il 2022 e per il 2023) con l'obiettivo di erogare 330.000 borse entro il 2023 e 336.000 entro il 2024, aumentandone gli importi medi;

    17) è evidente che in un sistema che cerca di essere inclusivo ci sono ancora moltissimi che restano indietro, soprattutto nelle periferie; come mostra il rapporto sul territorio 2020 di Istat: nell'ultimo decennio, l'aumento dei laureati è stato maggiore nelle grandi città e minimo nei centri rurali. Tra il 34 per cento dei 30-34enni residenti nelle grandi città è laureato, contro il 24 per cento di chi vive nelle cittadine e nei sobborghi e il 22,5 per cento di chi abita nelle aree rurali;

    18) a peggiorare il quadro sono i dati sulla povertà: secondo l'Istat la povertà è ai massimi storici, circa 5,6 milioni in povertà assoluta; nel 2021 sono in povertà assoluta 1,9 milioni di famiglie (7,5 per cento del totale da 7,7 per cento nel 2020) e circa 5,6 milioni di individui (9,4 per cento come nel 2020). Pertanto la povertà assoluta conferma i massimi storici toccati nel 2020, anno d'inizio del COVID-19. 1,4 i minori in povertà, inoltre, con il consistente aumento dei prezzi registrato nell'ultimo anno, superiore al 6 per cento, questi numeri rischiano di aumentare sensibilmente;

    19) dunque, a limitare il numero di studenti è soprattutto la difficoltà economica nel sostenere un percorso di studio lungo e che prevede moltissime spese; i finanziamenti sono insufficienti a coprire il reale fabbisogno delle borse di studio, inoltre i costi per il materiale didattico da acquistare per i vari corsi di studio e, ancor più grave, la disomogeneità dei livelli di offerta dei servizi per il diritto allo studio tra le aree del Paese e, spesso, anche all'interno delle medesime regioni, mettono a rischio la garanzia del diritto allo studio;

    20) gli affitti, come noto, hanno raggiunto oramai costi proibitivi compromettendo l'effettività del diritto allo studio e rendendo di fatto l'accesso all'istruzione universitaria sempre più un privilegio di classe anziché un diritto costituzionalmente garantito, rappresentando di fatto un fondamentale tassello della più generale emergenza abitativa;

    21) appare evidente che tutto il sistema a garanzia del diritto allo studio si rivela sostanzialmente incapace di garantire ai propri studenti l'accesso a condizioni minime per un percorso di studio proficuo e sereno;

    22) il «caro affitti» comporta infatti conseguenze non trascurabili sulla qualità della vita degli studenti, poiché si traduce in precarietà, rinuncia a determinate opportunità formative o ritardo nell'autonomia dalle famiglie, quelle che ancora possono permettersi di mandare i figli all'università;

    23) per una reale garanzia del diritto allo studio, in ogni suo ordine e grado, occorre sostegno concreto, reale, tanto agli studenti quanto alle famiglie sui quali gravano sempre più i costi per l'accesso agli studi;

    24) per tutte le problematiche evidenziate, negli ultimi giorni gli studenti universitari hanno avviato una mobilitazione nazionale per denunciare la crisi abitativa legata al caro affitti e chiedere risposte concrete al Governo;

    25) dopo la pandemia i costi degli alloggi sono stati notevolmente incrementati raggiungendo cifre mai toccate prima;

    26) l'incremento dei prezzi dell'energia, unitamente al forte rialzo dell'inflazione, ai tassi di interesse, nonché alla richiesta di alloggi notevolmente superiore alla disponibilità nella maggior parte delle città italiane, sta, da tempo, peggiorando lo squilibrio tra domanda e offerta al punto che l'accesso ad alloggi a prezzi accessibili è un problema sempre più urgente per gli studenti «fuori sede», legato all'aumento dei canoni di locazione e a una crisi abitativa senza precedenti, soprattutto nelle aree a forte vocazione universitaria e turistica;

    27) con particolare riferimento ai costi delle utenze, occorre altresì considerare che, nella maggior parte dei casi, gli alloggi affittati dagli studenti risultano essere seconde case e ciò determina, a parità di consumi, che la spesa per l'energia elettrica risulti anche del 30 per cento più alta rispetto a quella di un'utenza domestica residente, a causa di costi fissi più elevati;

    28) inoltre, è un dato acquisito che, oggi, i proprietari di case trovino più conveniente e meno rischioso optare per affitti a turisti, mediante piattaforme online, piuttosto che destinare i propri immobili agli studenti, anche in ragione di una normativa fiscale di favore per gli affitti brevi;

    29) secondo quanto emerso dal rapporto «Lo student housing tra PNRR e mercato», presentato nell'ambito del convegno «Il PNRR e l'investimento nello student housing» del 13 aprile 2023, allo stato attuale, la copertura dei posti letto offerti agli studenti universitari fuori sede, pari al 40 per cento degli iscritti, si attesta intorno al 10,5 per cento e deriva da enti specifici che però coprono solo l'8,1 per cento del totale. Considerando che il fabbisogno stimato dell'offerta strutturata di posti letto deve essere pari ad almeno il 20 per cento degli studenti fuori sede (tasso di copertura medio europeo), sarebbero necessari almeno 130 mila posti letto;

    30) il citato rapporto inoltre sottolinea come il numero di studenti universitari cosiddetti fuori sede, ovvero che risiedono in una provincia diversa da quella della sede universitaria e comunque a più di 100 chilometri di distanza dal luogo di studio, si è mantenuto in crescita nell'ultimo anno, sulla scia di un incremento che prosegue in modo costante dal 2015: nel 2022, infatti è aumentato di circa 2,5 punti percentuali rispetto al 2021 ed ammonta a oltre 660 mila ragazzi;

    31) tale incremento è alla base dell'alterazione della tipologia di offerta presente sul mercato immobiliare universitario: insieme ai turisti, infatti, il numero di studenti fuori sede che, annualmente, decidono di intraprendere un percorso didattico in una città diversa da quella di origine incide sulla domanda rilevante di alloggi che, inevitabilmente, genera pressione sui canoni di locazione. Basti considerare che, nelle città a forte vocazione universitaria e turistica, il canone delle stanze da affittare agli studenti ha registrato aumenti rilevanti rispetto ai 12 mesi precedenti: a Padova, ad esempio, si è registrata una crescita quasi del 20 per cento e a Bologna del 19,5 per cento in più;

    32) i dati Istat, inoltre, evidenziano come i prezzi delle camere singole risultino aumentati di ben 11 punti percentuali rispetto al 2021, e di 13 punti rispetto al 2022, fino a raggiungere un costo medio mensile di 539 euro e annuale di 6.468,00 euro con picchi massimi nelle grandi città come Milano, Padova, Roma, Firenze e Bologna, che hanno toccato affitti mensili anche di 700 euro al mese; città dove peraltro si concentra circa un quarto del totale dei «fuori sede» italiani. A tali costi si devono aggiungere le spese accessorie – condominio, tassa sui rifiuti e utenze varie – che hanno subito anch'esse forti rincari;

    33) la situazione è ancor più penalizzante per gli studenti residenti nei comuni delle aree interne, fortemente svantaggiati nel raggiungimento delle sedi universitarie. Nei principali centri urbani, a possedere un titolo di studio universitario è un residente su tre, quota che scende al 20 per cento, dunque un residente su cinque, nei comuni periferici, rendendo evidente la correlazione tra perifericità del territorio e ridotto numero di persone con istruzione universitaria;

    34) nell'attuale contesto normativo, la realizzazione di alloggi e residenze per studenti universitari avviene in regime di cofinanziamento da parte dello Stato ai sensi della legge 14 novembre 2000, n. 338, recante «Disposizioni in materia di alloggi e residenze per studenti universitari», da ultimo incrementato nella quota massima del 75 per cento dal decreto-legge governance del PNRR (decreto-legge n. 77 del 2021);

    35) il potenziamento dell'offerta abitativa nazionale e la programmazione integrata della disponibilità di alloggi pubblici e privati per studenti si basa, secondo quanto disposto dall'articolo 13 del decreto legislativo del 29 marzo 2012, n. 68, sulla collaborazione fra i soggetti che offrono servizi per il diritto allo studio, anche mediante specifici accordi con le parti sociali e i collegi universitari legalmente riconosciuti e ad essi equiparati;

    36) il decreto-legge 30 aprile 2022, n. 36 (legge n. 79 del 2022) ha previsto la possibilità di destinare le risorse del PNRR all'incremento di posti letto per studenti universitari, ovvero al finanziamento di interventi di adeguamento delle residenze universitarie agli standard europei. In particolare, l'articolo 14, comma 6-viciesquater, prevede che con bando del Ministero dell'università e della ricerca, le risorse del PNRR indicate nell'ambito dei bandi adottati in applicazione della legge n. 338 del 2000, che siano in essere alla data di entrata in vigore della disposizione, possono essere destinate ai suddetti interventi;

    37) per integrare e perfezionare le disposizioni di attuazione della citata riforma 1.7 della Missione 4, Componente 1, del PNRR («Alloggi per gli studenti e riforma della legislazione sugli alloggi per studenti»), è intervenuto il decreto-legge 9 agosto 2022, n. 115 (legge n. 142 del 2022) con l'obiettivo di favorire ulteriormente la disponibilità di nuovi alloggi e residenze per studenti universitari, prevedendo semplificazioni procedimentali aggiuntive per consentire l'effettivo impiego delle risorse europee, al fine di conseguire gli obiettivi temporali connessi al raggiungimento dei target M4-C1 del PNRR (articolo 39);

    38) l'obiettivo della riforma del PNRR, per il quale sono stati stanziati 960 milioni di euro, è volto a finanziare la realizzazione di nuovi alloggi e ad incrementare a oltre centomila entro il 2026 il numero dei posti letto per gli studenti fuori sede su tutto il territorio nazionale;

    39) da ultimo, il cosiddetto «decreto aiuti-ter» (decreto-legge 23 settembre 2022, n. 144, articolo 25), con una novella alla disciplina dell'housing universitario di cui alla citata legge n. 338 del 2000, ha destinato la parte residua delle risorse stanziate con la citata riforma del PNRR, per un importo pari a 660 milioni di euro, all'acquisizione della disponibilità di nuovi posti letto presso alloggi o residenze per studenti delle istituzioni della formazione superiore;

    40) nonostante gli ultimi dati pubblicati dall'Istat sulla povertà in Italia mostrino un quadro allarmante, né la legge di bilancio per il 2023, né i provvedimenti successivi, hanno previsto alcun rifinanziamento del fondo destinato agli inquilini morosi incolpevoli e del fondo nazionale per il sostegno all'accesso alle abitazioni in locazione, di cui all'articolo 11 della legge 9 dicembre 1998, n. 431, incrementato di 160 milioni di euro per l'anno 2020 dall'articolo 29 del decreto-legge n. 34 del 2020 – con una quota a favore delle locazioni di immobili abitativi per gli studenti fuori sede –, di ulteriori 160 milioni per l'anno 2021 (articolo 11, legge di bilancio 2021, legge n. 178 del 2020) e, da ultimo, dall'articolo 37 del cosiddetto «decreto aiuti» (decreto-legge n. 50 del 2022) che ha assegnato al fondo una dotazione di 100 milioni di euro per il 2022;

    41) come noto si tratta di strumenti fondamentali per alleviare il disagio abitativo, soprattutto alla luce dell'attuale congiuntura economica caratterizzata da una forte contrazione dell'offerta di credito;

    42) la legge di bilancio 2023 è intervenuta sulla dotazione del fondo affitti degli studenti universitari fuori sede, prevedendo uno stanziamento di soli 4 milioni di euro per il 2023 e di 6 milioni di euro per il 2024, rispetto ai 15 milioni di euro previsti dalla legge di bilancio 2021;

    43) l'attuale situazione, denunciata dagli studenti universitari negli ultimi giorni, rende evidente l'esigenza di rafforzare forme di sostegno abitativo, indirizzando, in primis, in modo corretto ed efficace i fondi del PNRR e consolidando le forme di cofinanziamento a favore dei comuni per l'acquisto e la ristrutturazione di alloggi, a partire dal patrimonio invenduto degli enti previdenziali, gli edifici pubblici non utilizzati e i beni immobili confiscati alla mafia,

impegna il Governo:

1) ad adottare urgentemente iniziative di competenza che vadano nella direzione di un blocco dei rincari degli affitti, di investimenti negli alloggi, dell'incremento dei fondi a sostegno degli studenti fuori sede;

2) ad intraprendere, con urgenza, iniziative per assicurare il conseguimento dei target del PNRR e per renderne strutturali i risultati, colmando così definitivamente i divari con gli altri Paesi dell'Unione europea e, dunque, reperire le necessarie ulteriori risorse per incrementare adeguatamente il Fondo integrativo statale per la concessione di borse di studio, al fine soddisfare le legittime aspettative degli idonei nonché per scongiurare il rischio della perdita delle risorse previste dal PNRR;

3) al fine di garantire il diritto allo studio in modo uniforme su tutto il territorio nazionale, ad adottare iniziative affinché siano rivisti i bandi per il diritto allo studio per una maggiore tutela delle studentesse e degli studenti fuori sede, definendone l'importo e tenendo conto altresì della spesa per l'affitto e relative spese accessorie, in relazione ai canoni di locazione mediamente praticati sul mercato nei diversi comuni sede dei corsi di studio;

4) a rivedere e rendere più inclusivi i criteri per la definizione dello status di «fuori sede», cui corrispondere un importo maggiore di borsa di studio, anche al fine di superare le attuali diseguaglianze territoriali al riguardo;

5) ad incrementare la disponibilità di alloggi e residenze per studenti fuori sede, anche mediante interventi di recupero e ristrutturazione degli edifici esistenti, all'esito di una complessiva ricognizione del patrimonio immobiliare in disuso o dismesso appartenente a enti e istituzioni pubbliche, al fine di migliorare l'offerta di edilizia universitaria destinata ad esigenze abitative temporanee per ragioni di studio;

6) ad individuare, nel prossimo provvedimento utile, risorse adeguate per incrementare la dotazione finanziaria del fondo affitti degli studenti universitari fuori sede introdotto dalla legge n. 178 del 2020;

7) ad attuare programmi di rigenerazione urbana, con il coinvolgimento degli istituti universitari nella co-progettazione degli spazi pubblici e degli edifici, al fine di individuare soluzioni progettuali innovative, realizzare contesti urbani inclusivi e infrastrutture materiali e digitali flessibili in grado di rispondere alle effettive esigenze dei cittadini e degli studenti, in linea con il paradigma della smart city;

8) a rafforzare strutture, infrastrutture e servizi al Sud e nelle aree interne del Paese, dove i giovani continuano a vedere carenza di servizi e di opportunità professionali, al fine non solo di favorire la crescita del territorio, ma di elevare la qualità del tessuto sociale, anche per consentire agli studenti di non essere obbligati, ma a scegliere di essere «fuori sede»;

9) ad adottare misure strutturali di contenimento del canone di locazione di mercato, valutando l'applicazione di indici alternativi all'aggiornamento dell'indice di inflazione Foi;

10) ad implementare il campo di indagine dell'Osservatorio nazionale della condizione abitativa (Osca) di cui all'articolo 12 della legge n. 431 del 1998, al fine di consentire alle istituzioni e alle parti sociali di acquisire informazioni e dati statistici dettagliati e aggiornati per sviluppare adeguate strategie volte a favorire la mobilità nel settore della locazione e il reperimento di alloggi da destinare all'emergenza abitativa e agli studenti fuori sede, nonché il monitoraggio dell'andamento delle locazioni;

11) a istituire un tavolo interministeriale presso il Ministero dell'università e della ricerca che affronti il tema dell'emergenza abitativa anche per gli studenti fuori sede, composto da rappresentanti del Ministero dell'economia e delle finanze, del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, delle regioni e delle province autonome di Trento e di Bolzano, dell'Anci, del Consiglio nazionale degli studenti universitari (Cnsu), del Consiglio universitario nazionale (Cun) e Consiglio rettori universitari italiani (Crui), e con la partecipazione delle principali associazioni studentesche nazionali;

12) ad applicare alle utenze per uso domestico non residente degli immobili affittati dagli studenti fuori sede la medesima struttura delle componenti tariffarie relative alla copertura degli oneri generali di sistema prevista per i clienti dei servizi elettrici per uso domestico residente, nonché a ridurre l'Iva applicata ai contratti, purché lo studente dimostri di essere l'intestatario dell'utenza, di aver stipulato un contratto di affitto della durata di almeno sei mesi, regolarmente registrato, e sia in regola con il percorso di studi;

13) ad adottare le iniziative di competenza volte a potenziare la leva fiscale allo scopo di incentivare la disponibilità di immobili o alloggi per studenti e il contenimento delle spese connesse al relativo godimento, e a tal fine:

   a) migliorare l'offerta qualitativa e quantitativa di immobili e alloggi per studenti esentando integralmente dal pagamento dell'Imu dovuta sugli immobili, o a parte di essi, destinati ad alloggio o residenza per studenti, garantendo comunque che il vantaggio fiscale venga trasferito allo studente affittuario in forma di riduzione del canone di locazione o dei costi accessori;

   b) ridurre l'aliquota della cedolare secca applicata ai redditi conseguiti dalla locazione di immobili destinati ad alloggio o residenza per studenti, a partire dai comuni con maggiore densità di studenti e carenza abitativa, sempre a condizione che il vantaggio fiscale venga trasferito allo studente affittuario in forma di riduzione del canone di locazione o dei costi accessori;

   c) esentare dall'imposta di registro e di bollo i contratti di locazione stipulati da studenti;

   d) sostenere i costi connessi al godimento di immobili e alloggi per studenti incrementando il limite di spesa massima ammessa a detrazione e la percentuale di detrazione riconosciuta in relazione al pagamento di canoni di locazione o canoni relativi a contratti di ospitalità da parte di studenti fuori sede, estendendo altresì l'ambito applicativo dell'incentivo anche al deposito cauzionale, alle spese condominiali e alle spese comunque connesse al godimento dell'immobile (ad esempio utenze);

   e) introdurre un contributo, in forma di detrazione o credito d'imposta, anche attraverso la previsione di rimborso diretto (cash back), ai compensi, comunque denominati, pagati a soggetti di intermediazione immobiliare in dipendenza della stipula di contratti di locazione per studenti;

   f) introdurre un contributo, in forma di detrazione o credito d'imposta, anche attraverso la previsione di rimborso diretto (cash back) ove sostenute dallo studente, in relazione alle spese per la ristrutturazione, a partire dalle spese per l'eliminazione delle barriere architettoniche, o l'acquisto di mobili destinati ad immobili adibiti ad alloggi per studenti.
(1-00139) «Caso, Orrico, Amato, Cherchi, Ilaria Fontana, Sergio Costa, L'Abbate, Morfino, Santillo, Appendino, Fenu, Lovecchio, Raffa, Alifano, Auriemma, Carotenuto, Barzotti, Torto, Carmina, Pavanelli, Scutellà, Aiello, Caramiello, Giuliano, Donno, Marianna Ricciardi, Quartini, D'Orso, Dell'Olio, Ascari, Penza, Di Lauro, Bruno, Francesco Silvestri, Baldino».


   La Camera,

   premesso che:

    1) le proteste degli studenti davanti alle università delle ultime settimane hanno fatto emergere, a partire dall'elevato importo degli affitti (cosiddetto caro affitti), l'enorme problema del costo degli studi e della necessità di implementare gli strumenti di welfare e i fondi per il diritto allo studio;

    2) il problema del caro affitti e della mancanza di alloggi per gli studenti rappresenta una vera e propria emergenza che «discrimina» una parte significativa della popolazione giovanile, impossibilitata per ragioni economiche a mantenersi agli studi, in palese contrasto con quanto previsto dalla Costituzione;

    3) l'articolo 34 della Costituzione stabilisce che «I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi. La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso»;

    4) prima, la pandemia ha costretto gli studenti a rimanere in casa per due anni. Ora, con la ripresa delle attività, si trovano di fronte a un altro ostacolo: l'elevato costo delle tasse universitarie e degli affitti. Se studiare diventa un lusso che solo pochi possono permettersi, si sta negando un diritto fondamentale e creando un futuro meno promettente per tutti;

    5) l'articolo 1, commi 252-266, della legge 11 dicembre 2016, n. 232 (legge di bilancio per il 2017), ha introdotto per le istituzioni universitarie e dell'alta formazione la disciplina della no tax area, diretta a consentire a quanti sono in possesso di un reddito Isee di entità prefissata di beneficiare dell'esonero dal pagamento delle tasse universitarie;

    6) dalla sua effettiva operatività, nell'annualità 2017/2018, tale misura, finalizzata ad ampliare l'accesso all'istruzione terziaria degli studenti in condizioni disagiate, ha prodotto un significativo incremento degli studenti totalmente esonerati dalle tasse universitarie su base Isee (passati dal 10,2 per cento del 2016/2017 al 29,3 per cento nel 2020/2021) e l'aumento di quasi il 39 per cento degli aventi diritto alla borsa;

    7) il recente rapporto pubblicato da Federconsumatori sui costi della vita da universitario rivela che un fuori sede in terza fascia, con 40 mila euro di reddito familiare lordo, spende in media 9.211 euro annui affittando una stanza singola (+9 per cento rispetto al 2010) e 8.101 euro annui affittando una stanza doppia (+12 per cento rispetto al 2010). Di poco inferiore la spesa per gli studenti in seconda fascia, con un reddito lordo inferiore ai 20 mila euro, per i quali le spese di alloggio fanno registrare un tasso di aumento analogo alla terza fascia;

    8) l'alloggio rappresenta sicuramente il bisogno più importante per tutti gli studenti che studiano in una sede universitaria diversa dalla propria città di residenza;

    9) dall'analisi svolta dalle associazioni studentesche e rese note dal Cnsu (Consiglio nazionale degli studenti universitari), nell'ultimo rapporto sulla condizione studentesca, il dato che emerge in modo prorompente è lo squilibrio esistente rispetto agli alloggi studenteschi tra copertura del servizio pubblico e copertura delle locazioni private;

    10) i posti alloggio forniti dagli enti regionali per il diritto allo studio non sono sufficienti a soddisfare il fabbisogno di una sistemazione per studenti e studentesse;

    11) una carenza aggravata dall'aumento esponenziale del numero degli studenti che negli ultimi anni hanno cambiato città per affrontare il percorso universitario: se nel 2006 i fuori sede erano 350 mila, nel 2010 sono saliti a 750 mila, mentre nel 2019 hanno raggiunto quota 830 mila, a fronte di una disponibilità di circa 40 mila alloggi universitari;

    12) non potendo accedere agli alloggi pubblici e alle case dello studente, molti fuori sede sono costretti a prendere in affitto, spesso «in nero», abitazioni private i cui canoni di locazione mensile in alcune città difficilmente scendono sotto i 700 euro. Ma anche ricorrendo al mercato degli alloggi privati non è facile trovare una sistemazione: secondo l'Associazione nazionale degli studenti fuori sede esiste solo un alloggio disponibile ogni 15 studenti;

    13) secondo l'Unione piccoli proprietari (Uppi), che ha incrociato i dati Istat e quelli del Ministero, resi pubblici nel 2021/2022, sono almeno 64 mila gli studenti fuori sede che non possono assolutamente permettersi un affitto di mercato;

    14) al netto di chi beneficia, in base a criteri di reddito e merito, di alloggi gratuiti o a prezzo calmierato negli studentati, la popolazione interessata ad un intervento immediato è pari ad almeno 80.000 studenti nelle città a maggiore «tensione abitativa studentesca», dei quali circa il 20 per cento può integrare con i redditi familiari o con occupazioni saltuarie;

    15) da numerose analisi effettuate a livello nazionale, sommando i posti gestiti direttamente dagli organismi regionali per il diritto allo studio, a quelli in capo agli atenei e a quelli dei collegi non statali legalmente riconosciuti, si arrivano a sfiorare 51 mila posti alloggio a fronte di una richiesta potenziale di circa 764 mila sistemazioni, meno di un terzo dell'offerta residenziale di Francia e Germania;

    16) parte di questo fenomeno è anche la tendenza al pendolarismo, confermata dall'ultima indagine di Eurostat sulle condizioni di vita e di studio degli studenti universitari italiani. Il rapporto rivela che il 50,6 per cento per abbattere i costi dell'affitto e per la difficoltà di reperire un alloggio sceglie di fare il pendolare, rinunciando di fatto a vivere pienamente l'esperienza degli studi universitari;

    17) l'esiguo numero dei posti letto nelle residenze universitarie consente a poco meno del 5 per cento degli studenti fuori sede di usufruirne. A ciò si aggiunge il ritardo nei tempi di pubblicazione dei bandi e delle relative graduatorie, nonché dell'assegnazione dei posti letto che, spesso, vengono messi a disposizione degli studenti quando l'anno accademico è già cominciato;

    18) negli ultimi anni si è registrato un costante intervento finalizzato ad aumentare le risorse del fondo integrativo statale per la concessione di borse di studio, al fine di ridurre il numero degli studenti cosiddetti «idonei non beneficiari», ossia di studenti che, per mere ragioni legate all'insufficienza dei fondi, non si vedono riconosciuti i benefici, pur rientrando pienamente in tutti i requisiti di eleggibilità per l'accesso agli stessi. La legge di bilancio per il 2021 (legge n. 178 del 2020, articolo 1, comma 519) ha incrementato il fondo di 70 milioni di euro annui dal 2021. La legge di bilancio per il 2023 (L. 29 dicembre 2022, n. 197, art. 1, comma 556) ha incrementato il predetto fondo di 250 milioni di euro per ciascuno degli anni 2024 e 2025. Ad oggi, il fondo, allocato sul capitolo 1710 dello stato di previsione del Ministero dell'università e della ricerca, è passato da uno stanziamento di 149,2 milioni di euro per il 2013 a uno stanziamento di 307,8 milioni di euro per il 2022, con un incremento percentuale del 106,3 per cento, a cui andranno ad aggiungersi gli ulteriori stanziamenti della legge di bilancio per il 2023, al momento presenti sono per le annualità 2024 e 2025 e non stabilizzati;

    19) fino al 2014/2015 il gap tra aventi diritto e borsisti era piuttosto ampio: in media quasi un quarto degli idonei non beneficiava di borsa. A partire dal 2017/2018 quasi il 98 per cento degli idonei è beneficiario di borsa, per effetto combinato dell'aumento delle risorse finanziarie e della revisione dei criteri di riparto del fondo integrativo statale avvenuta nel 2017. Nel nuovo meccanismo di riparto, infatti, è stabilita una corresponsabilità precisa di Stato e regioni nel finanziamento delle borse e impegni economici proporzionati all'entità del fondo integrativo statale ricevuto a carico delle regioni (non inferiore al 40 per cento);

    20) nonostante tali previsioni, ancora nel 2020/2021 circa 3.000 studenti aventi diritto sono rimasti esclusi dal beneficio;

    21) il legislatore è, inoltre, intervenuto con il decreto-legge n. 34 del 2020, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 77 del 2020 (articolo 236, comma 3) e con la legge di bilancio per il 2021 (legge n. 178 del 2020, articolo 1, comma 518), consentendo di ampliare progressivamente le previsioni originariamente recate dalla legge di bilancio per il 2017 relative all'esonero totale dal pagamento del contributo onnicomprensivo annuale per l'iscrizione universitaria (cosiddetta no tax area) e, al contempo, sono state modificate alcune di quelle relative all'esonero parziale, allo scopo comune di ampliare il numero degli studenti beneficiari;

    22) tuttavia, dai dati Ocse (2020), i relativi Paesi investono mediamente nell'istruzione il 4,9 per cento del prodotto interno lordo, di cui circa l'1,5 per cento in quella terziaria, mentre l'Italia si attesta al di sotto di tale livello, laddove la spesa complessiva è pari al 3,9 per cento, di cui solo lo 0,9 per cento è destinato all'istruzione terziaria;

    23) in un recente articolo, il quotidiano la Repubblica riportava puntualmente come «dopo cinque anni di continua salita e dopo due anni di pandemia, il numero delle immatricolazioni all'università sia sceso del 3 per cento. Il ritorno delle lezioni in presenza e l'aumento severo del prezzo degli affitti, delle bollette e dei trasporti, ha indotto migliaia di giovani a rinunciare ad iscriversi. Troppo poche e troppo basse sono le borse di studio, assolutamente insufficienti (appena 40.000) i posti negli studentati pubblici che dovrebbero salire a 100.000 nel 2026 grazie al Piano nazionale di ripresa e resilienza»;

    24) il Piano nazionale di ripresa e resilienza ha, infatti, previsto specifici interventi a sostegno dell'università al fine di favorire uno sviluppo significativo di un'economia della conoscenza, proposta dall'Agenda di Lisbona del 2000 nella quale università e ricerca svolgono un ruolo fondamentale;

    25) la missione 4 «Istruzione e ricerca» del Piano nazionale di ripresa e resilienza si propone, quindi, di colmare i ritardi e le carenze accumulate dal Paese nei settori della scuola e dell'università, prevedendo specifici investimenti (1.7 e 1.8) diretti, rispettivamente, ad incentivare la realizzazione di nuove strutture di edilizia universitaria e a finanziare l'aumento delle borse per il diritto allo studio a favore degli studenti meritevoli e bisognosi, aumentandone l'importo di 700 euro in media, arrivando così ad un importo di 4.000 euro per studente e ampliando, al contempo, la platea dei beneficiari;

    26) nell'ambito della riforma 1.7, con un finanziamento pari a 960 milioni di euro, è previsto- quale target da conseguire entro il mese di dicembre 2026 – la realizzazione di 60.000 posti letto aggiuntivi, «portandoli da 40.000 a oltre 100.000»;

    27) un primo obiettivo parziale di 7.500 nuovi posti letto risulta conseguito, attraverso lo stanziamento di 300 milioni di euro, entro la scadenza del dicembre 2022, quello successivo – consistente nella realizzazione di almeno altri 52.500 nuovi posti letto entro il settembre 2026 – risulta ancora da avviare, con il rischio concreto di non centrare l'obiettivo entro la scadenza prevista;

    28) ad oggi risultano stanziati 300 milioni di euro per realizzare i primi 7.500 posti letto;

    29) il decreto-legge 23 settembre 2022, n. 144 («aiuti ter»), all'articolo 25, ha stanziato la parte residua delle risorse disponibili – pari a 660 milioni di euro – per l'acquisizione di nuovi posti letto presso alloggi o residenze per studenti delle istituzioni della formazione superiore;

    30) le risorse saranno ripartite tra imprese ed operatori economici, anche in convenzione o in partenariato con le università, con le istituzioni Afam o con gli enti regionali per il diritto allo studio, tramite bando, e avranno la finalità di coprire in tutto o in parte, per i primi tre anni, il costo di gestione dei posti letto da destinare a studenti borsisti fuori sede con contestuale previsione, a favore degli operatori, di un regime di tassazione agevolato;

    31) la misura introdotta non contiene, però, previsioni riguardo a cosa accadrà al termine del triennio quando i costi ricadranno interamente sull'operatore immobiliare privato, con possibili ripercussioni significative sull'entità della tariffa da applicare agli studenti;

    32) la legge 29 dicembre 2022, n. 197 (legge di bilancio per il 2023), ha previsto uno stanziamento di 4 milioni di euro per il 2023 e 6 milioni di euro per il 2024 per il rifinanziamento del fondo affitti studenti fuori sede, decisamente inferiore rispetto allo stanziamento previsto nella legge di bilancio per il 2021 (15 milioni di euro) ed insufficiente, quindi, rispetto alle effettive necessità della popolazione studentesca;

    33) gli alloggi per studenti sono soggetti al rispetto di standard molto rigidi a tutela della qualità della vita e della sicurezza dei propri studenti. Tali standard non sono previsti per gli affitti presso le abitazioni private, nell'ambito delle quali si verificano in molti casi episodi di degrado e sfruttamento degli studenti;

    34) la condizione degli studenti si riflette, più in generale, nella situazione del disagio abitativo nel nostro Paese;

    35) nella XVIII legislatura con la legge 30 dicembre 2021, n. 234 (legge di bilancio per il 2022), sono stati stanziati, a favore del fondo nazionale per il sostegno all'accesso alle abitazioni in locazione, 230 milioni di euro per l'anno 2022, poi aumentato di ulteriori 100 milioni per l'anno 2022 dall'articolo 37 del decreto-legge 17 maggio 2022, n. 50, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 luglio 2022, n. 91, per un totale di 330 milioni di euro, mentre la legge 29 dicembre 2022, n. 197 (legge di bilancio per il 2023), non ha previsto alcun rifinanziamento del suddetto fondo;

    36) il mancato rifinanziamento del fondo nazionale per il sostegno all'accesso alle abitazioni in locazione e il fondo destinato agli inquilini morosi incolpevoli, strumenti fondamentali per l'attuazione delle politiche di sostegno al diritto alla casa, non consente alle amministrazioni locali di intervenire per affrontare la precarietà abitativa, il caro affitti e gli sfratti per morosità che, come noto, sono ripresi a partire dal 1° gennaio 2022, dopo il blocco stabilito durante il periodo pandemico, determinando così un aumento drammatico delle persone senza casa, e ciò costituisce una vera e propria emergenza nel Paese;

    37) recenti rilevazioni dell'Istat evidenziano un forte incremento dei canoni di locazione nel corso degli ultimi mesi, che secondo le stime dell'istituto registrano un aumento del 7,4 per cento su base annua e del 14,2 per cento su base biennale, in gran parte a causa dall'aumento dell'inflazione;

    38) le recenti preoccupazioni espresse da numerosi sindaci, che si trovano in prima fila ad affrontare un problema che investe un numero crescente di residenti e, da ultimo, le proteste degli studenti universitari a fronte del caro affitti, giunti ormai a livelli insostenibili, sono la cartina di tornasole della situazione del disagio abitativo nel nostro Paese;

    39) occorrono, quindi, interventi definiti attraverso una programmazione effettiva degli investimenti per l'edilizia residenziale pubblica, da considerare una componente essenziale per un nuovo welfare in grado di diminuire precarietà e povertà, e investimenti mirati al diritto allo studio e al welfare studentesco, che dovrebbero rappresentare la priorità per il Paese e per il suo futuro,

impegna il Governo:

1) ad adottare iniziative urgenti a sostegno degli studenti fuori sede, finalizzate a contrastare il caro affitti e la mancanza di alloggi universitari;

2) a garantire che le risorse previste dalla riforma 1.7 della missione 4, componente 1, del Piano nazionale di ripresa e resilienza, così come previsto dal decreto ministeriale 27 dicembre 2022, n. 1437, del Ministero dell'università e della ricerca, vengano utilizzate per il finanziamento di progetti delle università pubbliche per acquisire, costruire e ristrutturare, entro il 2026, studentati universitari pubblici;

3) ad adottare iniziative volte a garantire e monitorare l'obiettivo che almeno il 50 per cento delle risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza destinate a soggetti privati venga investita in nuovi alloggi per studenti coperti dal diritto allo studio;

4) ad incrementare, nel primo provvedimento utile, le risorse del fondo di cui all'articolo 1, comma 526, della legge 30 dicembre 2020, n. 178, di almeno 60 milioni di euro, finalizzato a corrispondere un contributo per le spese di locazione abitativa per gli studenti fuori sede;

5) a prevedere, nel primo provvedimento utile, un incremento e una stabilizzazione – a decorrere dall'annualità successiva a quella individuata nella legge di bilancio per il 2023 – del fondo integrativo statale per la concessione di borse di studio, di cui all'articolo 18, comma 1, lettera a), del decreto legislativo 29 marzo 2012, n. 68, di concerto con la Conferenza Stato-regioni, e altresì a promuovere il superamento delle disparità territoriali e l'omogeneità dei tempi e delle caratteristiche dei bandi relativi alle borse di studio dei diversi atenei pubblici italiani;

6) ad adottare iniziative volte a superare la condizione dei cosiddetti studenti idonei alla borsa ma non beneficiari, ovvero di coloro che, pur avendo, ai sensi della disciplina vigente, titolo alla borsa di studio, non ne possono usufruire in ragione dell'insufficienza complessiva delle risorse stanziate;

7) a istituire un tavolo permanente per la questione abitativa coordinato dal Ministero dell'università e della ricerca e dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, di concerto con la Conferenza Stato-regioni, che coinvolga le associazioni studentesche, i sindacati, le parti sociali e i soggetti di rappresentanza del mondo universitario quali Cnsu, Cun, Crui;

8) a garantire, in attuazione della legge 14 novembre 2000, n. 338 – che prevede il cofinanziamento da parte dello Stato per interventi rivolti alla realizzazione di alloggi e residenze per studenti universitari – adeguate risorse per concludere la graduatoria ed emanare quanto prima gli attesi bandi ministeriali (IV-V) e i relativi decreti di piano;

9) a mettere in atto azioni informative capillari dirette alle scuole secondarie superiori sul funzionamento e sulle opportunità garantite dalla disciplina della no tax area, al fine di favorire la transizione scuola-università, consentendo così agli studenti di essere consapevoli della possibilità di essere esentati dalla contribuzione studentesca.
(1-00147) «Manzi, Zingaretti, Ascani, Furfaro, Orfini, Fornaro, Berruto, Toni Ricciardi, Casu».


MOZIONI BRAGA ED ALTRI N. 1-00143 E FRANCESCO SILVESTRI ED ALTRI N. 1-00146 CONCERNENTI INIZIATIVE IN MATERIA DI ATTUAZIONE DEL PIANO NAZIONALE DI RIPRESA E RESILIENZA

Mozioni

   La Camera,

   premesso che:

    1) la piena attuazione del PNRR rappresenta una prova fondamentale per la credibilità e l'affidabilità dell'Italia nel contesto internazionale. La rinuncia, anche parziale, come recentemente prefigurato dal Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR, Fitto, e da altri esponenti del Governo, al conseguimento degli obiettivi e delle riforme del PNRR avrebbe ricadute negative per il nostro Paese, a partire dalle trattative in corso nelle sedi istituzionali dell'Unione europea relativamente al nuovo Patto di stabilità, sulle previsioni programmatiche relative al prodotto interno lordo e alle altre variabili macroeconomiche e di finanza pubblica come descritte nel Documento di economia e finanza 2023, nonché sui mercati finanziari internazionali per la collocazione dei titoli del debito pubblico;

    2) al nostro Paese sono stati riconosciuti oltre 191 miliardi di euro per l'attuazione del PNRR, di cui 68,9 miliardi di euro in sovvenzioni e 122,6 miliardi di euro in prestiti. La sua attuazione prevede un percorso serrato fino al 30 giugno 2026, con scadenze concordate con la Commissione europea a cui sono legate le 10 rate di erogazione di risorse fondamentali per il raggiungimento di tutti gli obiettivi qualitativi e quantitativi (milestones e target) obbligatori del PNRR, irrinunciabile occasione per dare slancio alla nostra economia già a partire dal corrente anno;

    3) le prime due Relazioni al Parlamento sullo stato di attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza hanno certificato il pieno conseguimento di tutti gli obiettivi e le riforme concordate entro i termini previsti. Conseguentemente, sono state erogate le due rate del PNRR, per un ammontare complessivo di 42 miliardi di euro;

    4) le incertezze del Governo in carica sull'attuazione del PNRR hanno determinato nel breve volgere di pochi mesi una situazione di stallo che potrebbe compromettere il raggiungimento degli obiettivi previsti per l'anno in corso e il conseguente ottenimento della terza e della quarta rata spettante all'Italia per complessivi 35 miliardi di euro;

    5) il 30 dicembre 2022 il Governo ha comunicato di aver raggiunto i 55 traguardi-obiettivi del PNRR per il secondo semestre 2022 e ha inviato alla Commissione europea la richiesta di pagamento della terza rata del valore di 19 miliardi di euro. Allo stato attuale, tuttavia, in conseguenza dell'incerta gestione del PNRR da parte dell'Esecutivo in carica, sono tuttora in corso le valutazioni della Commissione europea, che si stanno lungamente protraendo. La quarta rata in scadenza a giugno 2023, legata al raggiungimento di ulteriori 27 obiettivi, e alla conseguente assegnazione di 16 miliardi di euro, per stessa ammissione dell'Esecutivo, è a fortissimo rischio;

    6) in pochi mesi la positiva dote, anche reputazionale, lasciata dal Governo Draghi è stata dilapidata attraverso vaghi annunci circa la «impossibilità» di raggiungere gli obiettivi entro il 2026, «spostamenti» di opere sulle altre fonti di finanziamento e «smantellamenti» cui non è seguito nessun atto ufficiale;

    7) l'evidenza di tale cambiamento è emersa con chiarezza il 28 marzo 2023, quando le sezioni unite in sede di controllo della Corte dei conti hanno presentato al Parlamento la terza relazione semestrale sullo stato di attuazione del PNRR. Tale relazione ha evidenziato numerose criticità che, qualora non opportunamente e tempestivamente affrontate, avrebbero messo a repentaglio il raggiungimento degli obiettivi europei e nazionali connessi al piano. In particolare, relativamente ai profili di attuazione del Piano, rispetto agli obiettivi europei, che risultano tutti conseguiti alla scadenza del secondo semestre del 2022, per gli obiettivi nazionali risulta un conseguimento pari solo al 62 per cento, nella misura in cui «le attività inerenti a 7 target risultavano solo avviate, 5 target figuravano ancora in via di definizione, mentre per ulteriori 8 obiettivi emergevano ritardi rispetto alla scadenza programmata». Per quanto concerne l'attuazione finanziaria, la Corte dei conti ha sottolineato come oltre la metà delle misure interessate dai flussi sulle specifiche contabilità di tesoreria e da quelli del bilancio mostri ritardi o sia ancora in una fase sostanzialmente iniziale dei progetti, e in particolare l'avanzamento dei pagamenti nelle missioni legate alle politiche agricole, all'istruzione scolastica e agli interventi per la resilienza, la valorizzazione del territorio e l'efficienza energetica dei comuni stia procedendo a rilento;

    8) con l'avanzare del cronoprogramma, la relazione della Corte dei conti ha evidenziato un atteso aumento del peso relativo dei target rispetto alle milestone, a cui dovrebbe associarsi un maggiore impegno del Governo, delle strutture preposte alla governance e dei diversi livelli istituzionali coinvolti;

    9) anziché monitorare costantemente l'avanzamento dell'attuazione del Piano da parte delle amministrazioni pubbliche e velocizzare le procedure, anche riconsiderando pochi e limitati obiettivi con il concorso di tutte le forze politiche alla luce del mutato quadro internazionale, il Governo ha scelto la strada della discontinuità politica e amministrativa rispetto al passato perseguita, a giudizio dei firmatari del presente atto di indirizzo, attraverso infantili ricerche di responsabilità pregresse e intempestivi e dannosi cambiamenti nella governance che stanno generando, come previsto, ulteriori rallentamenti;

    10) a seguito dell'approvazione del decreto-legge 24 febbraio 2023, n. 13, la nuova governance prevista dall'Esecutivo è ancora in fase di avvio, con conseguenti ricadute sull'intero processo di attuazione degli interventi già previsti e da attuare e, in relazione agli evidenti ritardi che si stanno accumulando, l'Esecutivo sta ripetutamente tentando di addossare le responsabilità sui precedenti Governi;

    11) fatto ancora più grave è che risultano assolutamente insufficienti le attività di relazione e confronto con le istituzioni europee, come chiaramente indicato nella recente nota informativa del Parlamento europeo sullo stato di avanzamento dell'attuazione dei PNRR nazionali. Nonostante la Commissione europea abbia reso chiaro che la revisione dei piani nazionali sia possibile, purché all'interno dei binari tracciati dai regolamenti dell'Unione europea, ad oggi risulta che dal Governo non è giunta alle sedi istituzionali dell'Unione europea alcuna formale richiesta di revisione del PNRR, e ciò in netto ritardo rispetto a quanto già fatto da altri Stati membri;

    12) in tale contesto di grave incertezza e ritardo, risulta assolutamente necessario che il Governo ponga in essere, con urgenza, un costruttivo dialogo anche con le Camere, garantendo corretta informazione, fornendo relazioni e schede-progetto che rendano chiare le prospettive del Piano;

    13) il Parlamento sinora non è stato coinvolto in alcun modo né sulle modifiche che il Governo intenderebbe apportare al PNRR né tantomeno sull'inserimento, ai sensi del nuovo regolamento (UE) 2023/435, di un apposito capitolo dedicato al piano REPowerEU, adottato a seguito dell'invasione russa dell'Ucraina e che ha come obiettivo quello di rendere l'Europa indipendente dai combustibili fossili russi ben prima dell'anno 2030;

    14) l'inserimento di tale capitolo consentirà all'Italia di avere a disposizione ulteriori risorse, pari a 2,76 miliardi di euro, derivanti dal trasferimento delle risorse Ets, oltre alla possibilità di trasferire fino al 7,5 per cento delle dotazioni dei fondi relativi alla programmazione 2021-2027 della politica di coesione, e di ricevere ulteriori disponibilità finanziarie;

    15) come indicato nella comunicazione della Commissione europea 2023/C 80/01, gli Stati membri sono stati fortemente invitati a presentare i PNRR modificati con il capitolo REPowerEU entro il 30 aprile 2023, e cioè prima del termine legale del 31 agosto 2023, al fine di consentirne la verifica e la valutazione da parte della Commissione stessa senza ritardi;

    16) ciononostante, il Governo a metà aprile 2023 comunicava di non essere ancora in grado di fornire nemmeno un'indicazione dei progetti che dovrebbero essere inclusi nel nuovo capitolo REPowerEU e, al contempo, rendeva noto di avere intenzione di rivedere alcuni investimenti del PNRR, per mutate condizioni ed esigenze o per difficoltà di realizzazione nei tempi previsti;

    17) nella raccomandazione specifica per il nostro Paese – COM(2023) 612 del 24 maggio 2023 – presentata nel quadro del pacchetto di primavera del semestre europeo, la Commissione europea afferma che l'Italia dovrebbe finalizzare rapidamente il capitolo REPowerEU del suo PNRR al fine di avviarne l'attuazione,

impegna il Governo:

1) ad adempiere con urgenza, al fine di salvaguardare la credibilità e l'affidabilità del nostro Paese nel contesto internazionale, nonché la stabilità dei fondamentali economici e di finanza pubblica, all'attuazione di tutti gli impegni previsti dal PNRR e concordati con le istituzioni europee;

2) in merito alla terza tranche di risorse del PNRR, a garantire la piena e totale collaborazione con la Commissione europea attraverso uno scambio costruttivo e continuo ed un'informazione efficace e completa, che permetta di dare soluzione al ritardo nel pagamento della terza rata in tempi rapidi e utili per il Paese;

3) ad adottare iniziative volte a garantire il conseguimento, entro il 30 giugno 2023, dei traguardi e degli obiettivi – 27 interventi tra riforme e investimenti – necessari all'ottenimento, senza ritardi, dell'erogazione della quarta rata del PNRR;

4) ad improntare le proprie relazioni con le istituzioni europee, soprattutto in vista della prospettata revisione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, alla massima trasparenza, alla massima condivisione e alla chiarezza di proposte e prospettive di cambiamento del PNRR;

5) a mantenere costantemente informato il Parlamento circa lo stato di attuazione del PNRR, e a dar conto dell'utilizzo delle risorse e dei risultati raggiunti e delle eventuali misure necessarie per accelerare l'avanzamento dei progetti o per una migliore efficacia degli stessi rispetto agli obiettivi, garantendo, per quanto di competenza, altresì il pieno coinvolgimento del Parlamento sulle modifiche da apportare al PNRR, comunque rimanendo nel solco tracciato dal Next Generation Eu e dal Dispositivo per la ripresa e la resilienza, individuandole in maniera puntuale e dettagliata, fornendo un'informazione piena e tempestiva, mediante le relative schede-progetto, sulle ragioni di tali cambiamenti e sugli effetti che questi determinerebbero sull'utilizzo delle risorse e sulla crescita complessiva del Paese;

6) a mettere al centro della prospettata revisione del PNRR gli interventi sul fronte del dissesto idrogeologico e del consumo del suolo che, come dimostrano i recenti accadimenti nelle Marche e in Emilia Romagna, necessitano di un ulteriore rafforzamento e di una rapida esecuzione;

7) a garantire la centralità degli interventi per la transizione green e digitale, quali elementi strutturali del processo di ammodernamento del Paese e precondizione per la sua crescita;

8) ad adottare iniziative volte a garantire la realizzazione degli obiettivi inerenti alle priorità trasversali e, in particolare, a rispettare la riserva d'impiego del 40 per cento delle risorse del PNRR allocabili territorialmente per le regioni del Mezzogiorno;

9) a procedere tempestivamente alla presentazione del capitolo dedicato al piano REPowerEU all'interno del PNRR, come raccomandato dalla Commissione europea, comunque garantendo, per quanto di competenza, il coinvolgimento del Parlamento sulla definizione dei programmi ivi ricompresi e sull'utilizzo delle relative risorse, anche al fine di assicurare la coerenza con gli obiettivi fissati dal PNRR e la piena sostenibilità economico-sociale, territoriale e ambientale.
(1-00143) «Braga, Amendola, De Luca, Ubaldo Pagano, Ascani, Bakkali, Barbagallo, Berruto, Boldrini, Bonafè, Carè, Casu, Ciani, Cuperlo, Curti, D'Alfonso, De Maria, De Micheli, Di Biase, Di Sanzo, Fassino, Ferrari, Forattini, Fornaro, Fossi, Furfaro, Ghio, Gianassi, Girelli, Gnassi, Graziano, Gribaudo, Guerini, Guerra, Iacono, Lacarra, Lai, Laus, Letta, Madia, Malavasi, Mancini, Manzi, Marino, Mauri, Merola, Morassut, Orfini, Orlando, Peluffo, Porta, Provenzano, Quartapelle Procopio, Toni Ricciardi, Roggiani, Andrea Rossi, Sarracino, Scarpa, Schlein, Scotto, Serracchiani, Simiani, Speranza, Stefanazzi, Stumpo, Tabacci, Vaccari, Zan, Zingaretti».


   La Camera,

   premesso che:

    1) in risposta alla crisi generata dalla pandemia di COVID-19, il Consiglio europeo del luglio 2020, dopo un lungo e difficile negoziato, ha approvato il bilancio dell'Unione per il settennato 2021-2027, nell'ambito del quale è stato previsto il nuovo strumento detto Next Generation EU (Ngeu) che, pensato per favorire la ripresa e la resilienza delle economie nazionali, non reperisce risorse da contributi degli Stati, ma (e questa è stata la novità principale) reperisce denaro in prestito sui mercati finanziari per conto dell'Unione europea, per un totale di 750 miliardi di euro. Di questi 750 miliardi, all'Italia sono stati assegnati poco meno di 209 miliardi;

    2) al fine di accedere ai fondi del Dispositivo di ripresa e resilienza (Rrf), nel quadro di Ngeu, l'Italia ha quindi approvato il proprio Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), con Decisione di esecuzione del Consiglio del 13 luglio 2021, ovvero un insieme di azioni e interventi disegnati per superare l'impatto economico e sociale della pandemia e costruire un'Italia nuova, dotandola degli strumenti necessari per affrontare le sfide ambientali, tecnologiche e sociali di oggi e di domani. Il Piano si articola in 6 Missioni, che rappresentano le aree «tematiche» strutturali di intervento: digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo; rivoluzione verde e transizione ecologica; infrastrutture per una mobilità sostenibile; istruzione e ricerca; inclusione e coesione; salute;

    3) come noto, l'erogazione dei finanziamenti è collegata a un meccanismo di tappe e obiettivi intermedi, le cosiddette milestones, che vede coinvolta la Commissione europea e gli Stati membri, attraverso il Comitato Economico-Finanziario in cui siedono i direttori del Tesoro dei 27 Stati membri. In particolare, nel cosiddetto cronoprogramma sono indicate le misure legislative previste dal PNRR italiano come risultante dalla decisione adottata dal Consiglio dell'Unione europea citato e dal relativo allegato, nonché sulla base dei successivi operational agreements. Per ogni misura, sono specificati: il termine entro il quale è indicata l'adozione della misura nella decisione del Consiglio dell'Unione europea; la tipologia di misura (fonte normativa); la missione di appartenenza o la tipologia di riforma; lo stato di attuazione e altri elementi ritenuti utili;

    4) il Documento di economia e finanza 2023 riporta un'analisi degli impatti macroeconomici affidando al Programma nazionale di riforma (Pnr) ulteriori elementi di dettaglio sul sentiero di sviluppo dell'economia italiana nel medio-lungo periodo. In particolare, gli esercizi presentati offrono una documentazione dell'impatto positivo che si registrerebbe sul Pil e sulle principali grandezze macroeconomiche, senza tuttavia esternare le ipotesi circa tempi e modalità di realizzazione degli interventi stimati per il PNRR e per le riforme;

    5) sulla revisione della programmazione delle risorse del PNRR, infatti, il Def 2023 non fornisce informazioni dettagliate in merito alla dinamica annuale della spesa, in attesa degli esiti delle interlocuzioni con le istituzioni europee sulla rimodulazione di alcuni degli interventi e dei relativi cronoprogrammi. La spesa per investimenti finanziati dal Piano è dunque attesa in crescita nell'anno in corso e nei due successivi, raggiungendo il picco nel 2025 (1,8 per cento del Pil, pari ad oltre 39 miliardi, a fronte dei 36 previsti nella NaDEF 2022), per quanto, come pure riportato in audizione da Banca d'Italia, si tratti di «prospettive circondate da incertezza straordinaria, su cui gravano forti rischi al ribasso. In un simile contesto, il ruolo di stabilizzazione delle politiche è stato e continua ad essere rilevante; affinché gli strumenti già a disposizione – in particolare gli interventi finanziati dal PNRR – possano dispiegare appieno la loro efficacia è cruciale che il loro utilizzo sia improntato alla tempestività e all'efficienza»;

    6) sempre più centrale anche per il mantenimento del percorso di crescita appare, quindi, la piena attuazione delle riforme e degli investimenti del PNRR;

    7) nel 2022 ha preso piena forma il quadro comune di valutazione, espressamente previsto dalle disposizioni regolamentari che disciplinano il Dispositivo per la ripresa e resilienza. I progressi nell'attuazione dei Piani nazionali vengono ora monitorati, in modo omogeneo e comparabile, anche attraverso 14 indicatori comuni, riferibili all'impatto delle misure sui sei Pilastri europei (Regolamento delegato UE/2021/2106);

    8) per quanto concerne le iniziative cosiddette «in essere», in esito ad una preliminare perimetrazione delle voci di bilancio che ne accolgono le risorse, i dati ancora non definitivi di consuntivo mostrano un livello di pagamenti di competenza di 2,4 miliardi nel 2022, superiore a quello di 1,5 miliardi del 2021. Tale andamento denota un tasso di finalizzazione degli stanziamenti in crescita nel triennio, ma comunque fermo nel 2022 al 41 per cento (dal 20,3 per cento del 2020 e 30,5 per cento del 2021). Particolarmente a rilento l'avanzamento dei pagamenti nelle missioni legate alle politiche agricole, all'istruzione scolastica e agli interventi per la resilienza, la valorizzazione del territorio e l'efficienza energetica dei comuni;

    9) in base a quanto previsto dall'articolo 1, comma 1043, della legge 30 dicembre 2020 n. 178 (legge di bilancio per il 2021) e dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri adottato in data 15 settembre 2021, il Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato ha sviluppato il sistema informatico ReGiS. Al 13 febbraio 2023, le unità progettuali censite nel sistema si attestavano a circa 134 mila ed erano relative a 148 delle 285 misure che compongono il PNRR (52 per cento del totale);

    10) secondo la relazione della Corte dei conti del marzo 2023 il livello di attuazione finanziaria del PNRR si attesta attorno al 6 per cento. In particolare, ad esclusione della missione 3 «Infrastrutture per una mobilità sostenibile», tutte le altre missioni si attestano ben al di sotto del 10 per cento; tre missioni (4, 5 e 6) non raggiungono nemmeno la soglia del 5 per cento. Tale situazione mette in evidenza l'importante sforzo finanziario richiesto nei prossimi anni per assicurare il pieno utilizzo delle risorse stanziate nel Piano. Nel periodo triennale, un progresso più lento, rispetto al cronoprogramma, si rileva nelle misure della componente 3 «Turismo e cultura 4.0» (ferma al 4,8 per cento) della missione 1 «Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura», e nelle missioni 5 «Inclusione e coesione» (37,8 per cento) e 6 «Salute» (23 per cento);

    11) nel Country Report sull'Italia pubblicato il 24 maggio 2023 dalla Commissione Ue insieme alle Raccomandazioni specifiche per Paese si legge che, conformemente all'articolo 19, paragrafo 3, lettera b), e all'allegato V, criterio 2.2, del regolamento (UE) 2021/241, il PNRR comprende un'ampia serie di riforme e investimenti che, da attuare entro il 2026, si rafforzano reciprocamente, ma la cui attuazione rischia crescenti ritardi. L'Italia ha presentato 3 richieste di pagamento, corrispondenti a 151 tappe e obiettivi del Piano, per un esborso complessivo di 42 miliardi di euro: l'importo si riferisce alle prime due richieste di pagamento, mentre la terza è in fase di valutazione e la quarta, in scadenza a giugno, e legata al raggiungimento di 27 obiettivi per una assegnazione pari a 16 miliardi, è a fortissimo rischio;

    12) come sottolinea la stessa Commissione europea, procedere rapidamente con l'attuazione del piano e la negoziazione della sua modifica è essenziale a causa della natura temporanea del dispositivo per la ripresa e la resilienza in vigore fino al 2026;

    13) similmente nelle Raccomandazioni si legge che è importante che l'Italia rafforzi la capacità amministrativa, in particolare a livello subnazionale, per realizzare gli impegni del piano, mentre un quadro di governance efficace e pienamente operativo rimane fondamentale per un'attuazione agevole e tempestiva del piano. Anche qui, però, si registra un operato «contrario» del Governo che, invero, in questi ultimi mesi ha operato una riforma della governance (decreto-legge 24 febbraio 2023, n. 13, convertito, con modificazioni, dalla legge 21 aprile 2023, n. 41) al fine di distinguersi per discontinuità politica e amministrativa e, di fatto, oggi ancora in fase di avvio con gravi ricadute sul processo di attuazione degli interventi;

    14) continua ad essere fondamentale identificare tempestivamente potenziali ritardi e problemi di attuazione e adottare misure tempestive per affrontarli. A norma dell'articolo 14, paragrafo 6, del regolamento (UE) 2021/241, il 31 marzo 2023 l'Italia ha espresso l'intenzione di richiedere un ulteriore sostegno tramite prestiti nell'ambito del dispositivo per la ripresa e la resilienza. La negoziazione dell'addendum e del capitolo REPowerEU è in corso, è ancora possibile una revisione del PNRR, ma il Governo italiano non ha ancora presentato alcuna proposta ufficiale;

    15) come pure chiesto dal Movimento 5 Stelle, attraverso atti di indirizzo parlamentari, la stessa Commissione europea ha sottolineato che la rapida inclusione del nuovo capitolo REPowerEU nel piano per la ripresa e la resilienza consentirà di finanziare ulteriori riforme e investimenti a sostegno degli obiettivi strategici dell'Italia nel campo dell'energia e della transizione verde per cui il coinvolgimento sistematico ed effettivo delle autorità locali e regionali, delle parti sociali e di altri portatori di interessi rimane importante per il successo dell'attuazione del PNRR, nonché di altre politiche economiche e occupazionali che vanno oltre il piano, per garantire un'ampia titolarità dell'intero piano agenda politica;

    16) e invero fino ad oggi il Parlamento non è stato coinvolto sull'inserimento di un capitolo specificatamente dedicato al piano REPowerEU, né ancora sulle modifiche che il Governo intenderebbe apportare al PNRR e su cui manca una proposta ufficiale alle stesse istituzioni europee;

    17) affinché PNRR e connesso Pnc rappresentino effettivamente un'occasione storica, probabilmente unica e irripetibile, per investire sul futuro, per fornire ai giovani nuove opportunità di lavoro e, più in generale, disegnare, innestare e realizzare, a tutti i livelli di governo, un nuovo percorso di crescita sostenibile del Paese, sia essa di tipo economico, sociale che ambientale, è fondamentale che il Parlamento, istituzione rappresentativa per eccellenza, svolga maggiormente una funzione di indirizzo e controllo sugli atti del Governo connessi alla relativa attuazione secondo il cosiddetto cronoprogramma;

    18) la denominazione stessa dello strumento finanziario predisposto dalla Commissione europea – Next Generation EU – impone di orientare e modulare tutte le politiche attuative del PNRR in funzione del beneficio che dovrà derivarne, nel medio e lungo periodo, in favore delle giovani generazioni; giova ricordare che due dei tre obiettivi trasversali del PNRR sono rappresentati dalla parità generazionale – accrescimento delle competenze, della capacità e delle prospettive occupazionali dei giovani – e dalla parità di genere: le riforme e gli investimenti delle missioni saranno valutate sulla base dell'impatto che avranno sul recupero del potenziale dei giovani e delle donne;

    19) con riferimento al settore della giustizia, la sua riforma rappresenta certamente una delle sfide di maggiore rilevo che l'Italia si è impegnata ad affrontare nell'ambito del PNRR. Quest'ultimo, al fine di migliorare la celerità e l'efficienza della macchina della giustizia, ha previsto circa 3 miliardi di euro. Nello specifico il PNRR individua la componente «Efficienza energetica e riqualificazione degli edifici» che comprende anche l'obiettivo dell'efficientamento degli edifici pubblici, con uno stanziamento di 410 milioni di euro per l'efficientamento degli edifici giudiziari, allo scopo precipuo di intervenire sulle strutture inadeguate che influiscono sull'erogazione del servizio giudiziario. La misura si pone l'obiettivo di intervenire su 48 edifici, di questi, 38 sono interventi di grande manutenzione e relativi a cittadelle della giustizia (Trani, Bergamo, Monza, Napoli, Benevento, Perugia, Roma, Latina, Velletri, Venezia). Tuttavia, è di tutta evidenza come anche in questo settore molte missioni e componenti abbiano subito una preoccupante decelerazione. Infatti, tra gli obiettivi che non possono dirsi ancora pienamente raggiunti, vi è anche quello relativo al processo di efficientamento energetico degli edifici giudiziari. Come emerge dalla relazione della Corte dei conti del 2023 citata, solo di recente, il Ministero della giustizia ha pubblicato il primo bando di gara per individuare i soggetti incaricati di predisporre la riqualificazione della prima quota, pari al 20 per cento degli edifici giudiziari in forte ritardo nello stato di attuazione;

    20) il 3 maggio 2023 la Commissione europea ha presentato la proposta di regolamento «Act in Support of Ammunition Production» (Asap) volta ad incrementare la produzione di armamenti impiegando fondi dell'Unione europea, pari a cinquecento milioni di euro l'anno destinati alla produzione di un milione di munizioni d'artiglieria, munizioni terra-terra e missili. Il 9 maggio scorso il Parlamento europeo ha approvato la procedura d'urgenza per l'esame della proposta di regolamento Asap con 518 voti favorevoli, 59 contrari tra cui i parlamentari del Movimento 5 stelle, e 31 astenuti. Il Commissario Breton ha dichiarato, in merito alle risorse a disposizione, che stanno liberando finanziamenti dai fondi di coesione e dai fondi del Recovery and Resilience Facility da destinare agli Stati membri che «desiderano co-finanziare la loro industria della difesa». Stando a quanto affermato dal Commissario, il Recovery fund «è stato specificatamente costruito per tre principali azioni: la transizione verde, la transizione digitale e la resilienza. Intervenire puntualmente per sostenere progetti di industriali che vanno verso la resilienza, compresa la difesa, fa parte di questo terzo pilastro». Secondo le dichiarazioni rilasciate dal Commissario Breton, «l'attuale produzione nel settore della difesa dell'Unione è adattata al tempo di pace», sostenendo che l'aggressione russa nei confronti dell'Ucraina «ha cambiato il paradigma» ed ora per le imprese del settore la sfida è «affrontare un aumento della domanda nel settore delle munizioni e dei missili, che richiede loro di produrre di più e più velocemente». Sostanzialmente, dunque, si sta spostando l'asse dell'azione europea dalla promozione della pace, dei suoi valori e del benessere dei suoi cittadini verso un'economia centrata sulla guerra;

    21) con riferimento alla materia fiscale, il PNRR contempla una serie di riforme dirette ad assicurare la sostenibilità delle finanze attraverso l'incremento del gettito, sia potenziando la taxcompliance e il contrasto all'evasione fiscale sia attraverso un piano di revisione delle taxexpenditure. È necessario potenziare le misure di contrasto all'evasione fiscale e migliorare il rapporto tra fisco e contribuente; sotto tale profilo, deve essere garantita la specializzazione e la formazione professionale continua del personale delle agenzie fiscali, con particolare riferimento all'utilizzo delle nuove tecnologie digitali, anche applicate alle attività economiche, all'utilizzo dei big data e al relativo trattamento, alla sicurezza informatica e ai nuovi modelli organizzativi e strategici delle imprese, completando altresì il piano di assunzioni. La semplificazione e la digitalizzazione del sistema tributario rappresentano obiettivi strategici per favorire la comprensibilità del sistema tributario e la partecipazione attiva del contribuente;

    22) nell'ambito delle risorse del PNRR, gli incentivi connessi all'efficientamento energetico e sismico degli edifici e agli investimenti 4.0 rappresentano una componente assai significativa. Il perseguimento dei descritti obiettivi richiede una programmazione strutturale degli strumenti di sostegno agli investimenti lungo tutto l'arco di realizzazione del Piano nonché la riattivazione e il potenziamento dello strumento della cessione del credito, estendendone altresì l'applicazione anche agli incentivi fiscali connessi agli investimenti in beni 4.0;

    23) la missione n. 4 del PNRR, denominata «Istruzione e ricerca», per 30,88 miliardi di euro, mira a rafforzare entro il 2026 le condizioni per lo sviluppo di una economia ad alta intensità di conoscenza, di competitività e di resilienza, partendo dal riconoscimento delle criticità del nostro sistema di istruzione, formazione e ricerca; pertanto, ritardi e inefficienze nell'utilizzo di queste risorse pesano oltremodo e con maggiore incredibile gravità sulle generazioni future;

    24) in materia di «Tutela del territorio e della risorsa idrica» il PNRR prevede lo stanziamento di 15 miliardi di euro, riservando circa 2,49 miliardi agli interventi sul dissesto idrogeologico con l'obiettivo della messa in sicurezza di 1,5 milioni di persone che vivono nelle aree attualmente a rischio idrogeologico. Rispetto al sub-investimento consistente nell'aggiudicazione di tutti gli appalti pubblici per interventi in materia di gestione e riduzione dei rischi idrogeologici, al fine della completa realizzazione dei predetti interventi entro il 30 marzo 2026, non si è conclusa la relativa procedura;

    25) nel PNRR le risorse assegnate al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ammontano complessivamente a 61,5 miliardi di euro. Il 55 per cento delle risorse deve essere destinata a interventi nel Mezzogiorno, al fine di provvedere al riequilibrio territoriale e delle disuguaglianze sociali. Il settore dei trasporti dovrebbe giovare particolarmente dagli investimenti del PNRR, in chiave di maggiore sostenibilità ambientale. Come reca la relazione della Corte dei conti sullo stato di attuazione del PNRR, nel campo infrastrutturale, il semestre in corso vede la scadenza per l'aggiudicazione degli appalti pubblici per l'acquisto di treni puliti per il rinnovo del parco ferroviario, di quelli per la costruzione di 2.500 stazioni di ricarica rapida per veicoli elettrici lungo le superstrade e di almeno 4.000 in zone urbane, dei progetti di produzione di idrogeno in aree industriali dismesse e di quelli per lo sviluppo di almeno 40 stazioni di rifornimento a base di idrogeno lungo autostrade, vicino ai porti, e in prossimità dei terminali logistici. Con riguardo a tale ultima milestone, si rileva una serie di ritardi che hanno portato a un forte rallentamento nell'attuazione del progetto. Tra gli obiettivi che destano particolare preoccupazione si segnala in particolare quello avente ad oggetto l'aggiudicazione della gara per l'acquisto delle tre nuove unità navali veloci per il rinnovo della flotta navale dello Stretto di Messina. Appare evidente, su questo tema che, secondo quanto disposto dal decreto-legge n. 35 del 2023 sul ponte sullo Stretto di Messina, il Governo stia abbandonando l'obiettivo di migliorare l'attraversamento dinamico dello Stretto in funzione del ponte, considerando che l'attraversamento navale sarà comunque sempre necessario anche se e quando il ponte sarà aperto alla circolazione;

    26) nella relazione sullo stato di attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) del 20 gennaio 2023, alla sezione II, investimento 1.1, si specifica che l'obiettivo del potenziamento dei centri per l'impiego (Cpi) è consentire un'efficace erogazione di servizi per l'impiego e la formazione, in via complementare rispetto alla riforma delle politiche attive e della formazione definita nel programma Gol «Garanzia per l'occupabilità dei lavoratori». Ad oggi, sulla base della rendicontazione effettuata dall'Unità di missione istituita presso il Ministero dei lavoro (nota prot. 46/82 del 20 giugno 2022), i Cpi che presentano uno stato di avanzamento complessivo delle attività superiore al 50 per cento sono 327, di cui 95 sono localizzati nell'area Nord-Est (29 per cento), 66 in quella Nord-Ovest (20 per cento), 72 al Centro (22 per cento), 66 al Sud (20 per cento) e 28 nelle isole (9 per cento). Sebbene si prevedesse l'innesto di 11.600 persone entro il 2021 (il raddoppio dell'organico Cpi), il dato reso noto dal Ministero ad agosto 2022 conta appena 3.855 operatori ossia un terzo del totale;

    27) dopo la difficile fase congiunturale, il reddito di cittadinanza (Rdc) ha visto una progressiva riduzione del numero di nuclei familiari beneficiari, ma la legge di bilancio per il 2023 ne ha previsto la soppressione dal prossimo anno, introducendo, nelle more di una sua riforma, una disciplina transitoria particolarmente severa nei confronti delle famiglie che non presentano caratteristiche di vulnerabilità (presenza di minori, di disabili, di ultra sessantenni). Poiché l'Rdc ha avuto un grande rilievo nel contrastare la povertà ed è importante che anche l'Italia si sia dotata di uno strumento universalistico per l'inclusione e il contrasto delle forme estreme di esclusione sociale, per favorire il collocamento sul mercato del lavoro dei beneficiari in grado di esercitare un'attività lavorativa, in un contesto di generale ritardo nei programmi di potenziamento dei centri per l'impiego, appare opportuno correggere taluni elementi di non efficace funzionamento, ma altresì necessario e urgente confermare l'impianto di fondo di quel sistema di tutele anziché procedere sulla scia di quanto disposto con il decreto-legge 4 maggio 2023, n. 48. L'attuazione delle riforme e degli investimenti previsti dal PNRR – in particolare quelli finalizzati all'inclusione lavorativa – insieme all'impegno delle istituzioni coinvolte per la rapida progressione delle altre azioni previste dalla normativa potrà infatti contribuire ad abbinare al mero trasferimento monetario una maggiore garanzia nell'offerta di servizi, in modo omogeneo sul territorio e a conseguire, auspicabilmente, concreti risultati;

    28) nel marzo 2023 la Corte dei conti ha adottato la relazione conclusiva delle istruttorie denominate «Case della Comunità e presa in carico della persona» e «Rafforzamento dell'assistenza sanitaria intermedia e delle sue strutture», accertando talune criticità che sembrano prefigurare un concreto e possibile ritardo, rispetto alla scadenza e rilevando che «sembrerebbe dunque di cogliere la volontà di spostare in avanti la piena integrazione del target Italia relativo all'approvazione dei progetti». La Corte dei conti ha quindi evidenziato la necessità di un maggiore impulso del Ministero sui soggetti attuatori, rammentandone i compiti di coordinamento, monitoraggio, rendicontazione e controllo e rammentandone la responsabilità del monitoraggio costante e continuativo dei dati di avanzamento fisico, procedurale e finanziario delle misure di propria responsabilità, dell'avanzamento dei relativi obiettivi intermedi e finali, nonché della trasmissione e validazione dei dati finanziari e di realizzazione fisica e procedurale dei singoli progetti. La Corte dei conti ha altresì segnalato che non sarebbero state ancora prodotte le rendicontazioni da parte delle regioni che hanno già percepito le rispettive anticipazioni mentre altre regioni non hanno ancora avanzato richiesta di anticipazione;

    29) il fallimento nell'attuazione del PNRR significherebbe far perdere al sistema Paese la possibilità del suo definitivo rilancio, lasciarsi sfuggire una capillare rivoluzione in termini di maggiori investimenti nella sanità, nelle scuole, nelle infrastrutture, in tutto ciò che può consentire all'Italia di affrontare una impegnativa transizione ecologica e digitale, nel segno di una maggiore inclusione sociale, nonché al sistema sovranazionale europeo di tradursi in una Europa più solidale, capace di allontanare lo spettro di tagli e politiche di austerità, suscettibili solo di rinnovare il senso di sfiducia verso l'Italia e verso l'Europa intera,

impegna il Governo:

1) ad adottare ogni iniziativa utile, anche di carattere normativo, al fine di garantire l'integrale, tempestivo ed efficiente utilizzo da parte dell'Italia dei fondi europei del programma Ngeu, come previsto da PNRR e Pnc in tempi celeri e rispettosi del cronoprogramma, in particolare assicurando prioritariamente il raggiungimento di obiettivi trasversali, come la sostenibilità economica, sociale e ambientale degli interventi, nonché la relativa attuazione nell'ambito delle transizioni digitali e green e del riparto bilanciato delle risorse con la destinazione minima del 40 per cento delle stesse al Sud;

2) ad istituire, dopo aver assicurato una accurata operazione di trasparenza, un tavolo operativo con il coinvolgimento di tutte le forze politiche rappresentate in Parlamento, al fine di tentare di superare le conclamate difficoltà operative nell'ambito attuativo del PNRR per scongiurare la possibilità di perdere, anche parzialmente, i fondi ottenuti nel 2020, essenziali per il nostro Paese per investimenti in sanità, nell'istruzione, nelle infrastrutture, verso una autentica transizione ecologica e digitale, nel segno di una maggiore inclusione sociale;

3) a dare celere e piena attuazione agli impegni previsti dal PNRR, anche attraverso un tempestivo e continuo rapporto di collaborazione costruttivo con le istituzioni europee, al fine di scongiurare il mancato pagamento della terza rata, nonché garantire il conseguimento dei traguardi e degli obiettivi necessari all'ottenimento, senza ritardi, della quarta rata del PNRR;

4) a garantire, per quanto di competenza, il coinvolgimento pieno e tempestivo del Parlamento nel processo di definizione della eventuale proposta di modifica del PNRR, assicurando di informare e chiarire in modo puntuale alle competenti Commissioni parlamentari quali siano i cambiamenti richiesti nonché le conseguenti previsioni in termini di effetti degli investimenti e di crescita del sistema Paese, così come nella definizione del capitolo dedicato al piano REPowerEU all'interno del PNRR, al fine di assicurare la coerenza dello stesso rispetto alla evoluzione dell'economia verso un modello sostenibile;

5) ad assicurare massima priorità, nell'attuazione degli investimenti e degli interventi previsti nel PNRR relativamente al contenimento del dissesto idrogeologico e del consumo del suolo, al contrasto alla povertà e all'esclusione sociale, all'equità e progressività del sistema fiscale, alla parità generazionale e di genere, nonché alla funzionalità piena del Servizio sanitario nazionale, in particolare costituendo dei consessi che, per settori ed ambiti di competenza, con il coinvolgimento dei competenti organi parlamentari, provvedano alla valutazione ed al monitoraggio delle fasi di attuazione e soprattutto con riferimento alla definizione della prossima proposta di revisione del PNRR;

6) a monitorare l'attuazione e le modalità di applicazione dell'articolo 47 del decreto-legge n. 77 del 2021, in particolare con riguardo alle misure e ai criteri applicativi forniti alle stazioni appaltanti e agli operatori economici dalle linee guida adottate, ai sensi del predetto articolo 47, comma 8, con il decreto interministeriale 7 dicembre 2021, recante «Adozione delle linee guida volte a favorire la pari opportunità di genere e generazionali, nonché l'inclusione lavorativa delle persone con disabilità nei contratti pubblici finanziati con le risorse del PNRR e del Pnc»;

7) in riferimento agli interventi in materia di edilizia giudiziaria, a procedere con maggiore speditezza, nel rispetto dei tempi previsti, alla costruzione di edifici, riqualificazione e potenziamento del patrimonio immobiliare dell'amministrazione della giustizia, anche in chiave ecologica e digitale, in attuazione dei progetti del PNRR a ciò destinati;

8) a scongiurare la distrazione delle risorse del PNRR a favore del co-finanziamento dell'industria della difesa, in particolare per la produzione di armamenti, considerato che tali fondi rappresentano lo strumento principale di ripresa e rilancio dell'economia del Paese provato dalla recente pandemia;

9) in linea con le recenti raccomandazioni Ue, a preservare la progressività del sistema impositivo e la centralità dello Stato quale garanzia dell'unità e del principio di solidarietà ai fini del raggiungimento della perequazione e del contrasto alle disuguaglianze sociali, ferma restando la necessità di avviare un percorso di graduale riduzione del carico fiscale, anche al fine di sostenere le famiglie, i lavoratori, i giovani, i risparmiatori e le imprese, a partire dalle fasce di contribuenti più fragili e dalle piccole e medie imprese;

10) a favorire lo sviluppo sostenibile introducendo maggiori e crescenti forme di detassazione dei redditi a favore di investimenti a tutela dell'ambiente, a sostegno delle energie rinnovabili, di impianti di autoconsumo e dei processi produttivi e dei prodotti a basso impatto ambientale, nonché dell'efficientamento energetico e della riduzione del rischio sismico del patrimonio edilizio esistente, programmando la durata degli incentivi in funzione del pieno raggiungimento degli obiettivi europei di cui al piano «Fit for 55»;

11) ad assumere ogni iniziativa utile allo sblocco di crediti fiscali edilizi incagliati ai danni di cittadini, imprese e istituti di credito valutando, in considerazione del carattere emergenziale della carenza di liquidità creatasi, l'introduzione di misure straordinarie finalizzate all'ampliamento della capienza fiscale dei soggetti coinvolti o delle possibilità di compensazione;

12) al fine di rafforzare, entro il 2026, le condizioni per lo sviluppo di una economia ad alta intensità di conoscenza, di competitività e di resilienza, a realizzare tutti gli interventi del Piano entro il 2026, in particolare ad intraprendere ogni azione utile volta a rispettare gli obiettivi sul sistema di reclutamento dei docenti al fine di non compromettere l'assunzione, entro dicembre 2024, ovvero altro termine concordato con la Commissione europea, di circa 70 mila docenti, e ad intraprendere con urgenza azioni finalizzate ad assicurare il conseguimento dei target «Borse di studio per l'accesso all'università», al fine di scongiurare il rischio della totale perdita dei fondi previsti dal PNRR, in quanto i ritardi nell'erogazione delle borse ed il permanere in alcune regioni del fenomeno degli «idonei non beneficiari» e del conseguente mancato raggiungimento degli obiettivi, vanificherebbe l'investimento considerato;

13) ad addivenire alla definitiva adozione dei decreti attuativi disciplinanti sulle comunità energetiche rinnovabili, anche al fine di fornire alle famiglie e alle imprese uno strumento fondamentale per contrastare il caro-energia, l'emergenza climatica e la povertà energetica; nonché ad intervenire rapidamente per semplificare le procedure per l'assegnazione delle risorse per l'installazione delle infrastrutture di ricarica elettriche e ad accelerare l'emanazione dei decreti per la definizione dei criteri per lo «Sviluppo del sistema agrivoltaico» al fine di non lasciare il comparto agricolo in attesa di una norma che consentirebbe nuove opportunità di sviluppo e di futuro, contribuendo, in maniera determinante, ad una transizione energetica effettiva e duratura del Paese;

14) ad adottare ogni utile iniziativa volta a garantire l'attuazione dei progetti volti a preservare e rafforzare la biodiversità, con particolare riferimento alla forestazione urbana ed extraurbana e aree urbane e alla riduzione del consumo di suolo;

15) a stimolare le attività relative allo sviluppo dell'idrogeno nel comparto trasporti, l'elettrificazione e la resilienza delle ferrovie del Sud da adottare entro il 30 giugno 2023, l'attività del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti sulle istruttorie – proprie o delegate –, senza disperdere la capacità amministrativa in inutili e costose opere di dubbia fattibilità e pertanto a dar seguito al già programmato acquisto delle necessarie nuove navi per l'attraversamento dello Stretto di Messina;

16) a garantire la piena e tempestiva attuazione degli obiettivi previsti dal PNRR con riguardo alla riforma delle politiche attive del lavoro ed alla lotta al lavoro sommerso, in particolare assicurando l'operatività e l'implementazione delle attività previste nel Piano di potenziamento dei centri per l'impiego;

17) a garantire che l'Italia si sia dotata di uno strumento universalistico per l'inclusione e il contrasto delle forme estreme di esclusione sociale, attraverso il ripristino del sistema del Rdc così come vigente prima della legge di bilancio per il 2023, nonché ad assicurare uno strutturale rafforzamento del comparto degli ammortizzatori sociali, fondamentale nei prossimi anni, al fine di dotare anche il nostro Paese di un implicito strumento di politica anticiclica di natura non discrezionale, anche alla luce delle probabili modifiche delle regole di bilancio europee che dovrebbero prevedere, come indicatore unico di sorveglianza degli equilibri della finanza pubblica, un aggregato di spesa depurato, tra le altre cose, dalla componente ciclica dei sussidi;

18) a non vanificare la grande conquista di aver ottenuto le risorse utili per rafforzare la capacità del Servizio sanitario nazionale (Ssn) assicurando di evitare stasi o rallentamenti procedurali nel percorso volto al rispetto dei previsti milestone e target e per recuperare possibili ritardi accumulati ed a vigilare, per quanto di competenza, affinché i progetti in corso di approvazione rispondano alle esigenze di funzionalità delle strutture sanitarie da realizzare, con riferimento ai contingenti di personale richiesti, ai servizi e alle opere infrastrutturali connaturate alle attività che verranno espletate all'interno delle stesse.
(1-00146) «Francesco Silvestri, Torto, Alfonso Colucci, D'Orso, Onori, Pellegrini, Fenu, Orrico, Ilaria Fontana, Iaria, Pavanelli, Barzotti, Quartini, Caramiello, Scutellà».