Camera dei deputati

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Resoconto dell'Assemblea

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XIX LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Mercoledì 4 ottobre 2023

ATTI DI INDIRIZZO

Mozione:


   La Camera,

   premesso che:

    l'Italia è fra i Paesi europei in cui è più grave il fenomeno della dispersione scolastica: al 9,7 per cento è la dispersione implicita al termine della scuola superiore. Le disuguaglianze territoriali si manifestano sotto forma di povertà educativa nelle regioni meridionali e le percentuali dei dispersi sono più elevate, con una punta del 19,8 per cento in Campania;

    in Campania, Calabria e Sicilia, più del 60 per cento degli studenti non raggiunge il livello base delle competenze in italiano, mentre quelle in matematica sono disattese dal 70 per cento degli studenti, proprio in Campania, Calabria, Sicilia e Sardegna. Significa che queste persone non saranno in grado di gestirsi un progetto di vita autonoma, soventi vittime del lavoro in nero e sottopagato, quando non intercettate dalla stessa malavita organizzata, e non saranno in grado di partecipare appieno alla vita democratica del nostro Paese;

    la percentuale dei Neet in Italia è del 23,1 per cento, ma in regioni come Sicilia, Campania, Calabria e Puglia, i quindici-ventinovenni che non studiano e non lavorano hanno superato quelli che lavorano: 3 giovani Neet ogni 2 giovani occupati;

    l'assillo della politica e del Governo dovrebbe essere quello di garantire un'educazione di qualità, a partire dalla prima infanzia, per contrastare la dispersione scolastica. E per farlo dovrebbe darsi delle priorità precise: innanzitutto, rendere obbligatorio il ciclo di istruzione, a partire dalla scuola dell'infanzia sino al compimento dei 18 anni di età; ridurre il numero degli alunni in classe per garantire qualità della didattica, maggiore coinvolgimento e apprendimento da parte degli studenti, nonché piena integrazione dei ragazzi, soprattutto quelli con più disabilità; estendere il tempo pieno nelle scuole primarie, ma anche il tempo prolungato negli istituti di istruzione secondaria di primo e secondo grado; garantire l'accesso all'asilo nido e alla scuola dell'infanzia a tutte le bambine e a tutti i bambini all'interno del territorio nazionale, superando ogni forma di discriminazione sociale e territoriale; istituire delle zone di educazione prioritaria e solidale, dedicate alle aree più svantaggiate;

    vivere in aree svantaggiate, come quartieri di periferia, città satellite, aree interne, pregiudica le aspirazioni e la crescita dei minori oltre che delle comunità. Con il paradosso che proprio nelle aree dove si concentra la povertà minorile, la rete dei servizi socio-educativi, che dovrebbe essere più solida, è estremamente debole, accentuando i divari di partenza;

    negli anni il sistema dell'istruzione e della formazione è stato oggetto di un processo di snaturamento, rispetto alle finalità di liberazione ed emancipazione che la Costituzione gli assegna. Impoverito, precarizzato, burocratizzato e piegato alle logiche del mercato. Non si tratta di una questione settoriale, ma di uno snodo decisivo per il futuro delle giovani generazioni e della stessa democrazia; perché il modello di formazione è una pietra angolare del modello di società che si intende costruire, nelle relazioni sociali e intellettuali, nelle forme del lavoro e della vita, persino visto l'impatto che, fin dall'infanzia, le tecnologie virtuali e digitali hanno sui processi di conoscenza e sull'universo emotivo – sul tipo di umanità che abiterà la Terra dai prossimi decenni; a determinare il successo scolastico concorrono da un lato le capacità dello studente, dall'altro una serie di componenti su cui è possibile agire. Per citarne solo alcune, il contesto famigliare, la qualità degli insegnanti, i metodi di insegnamento, i fattori ambientali;

    serve la volontà politica di dare alla scuola una rinnovata dignità sociale, di stanziare risorse per procedere a una ristrutturazione dell'intero sistema scolastico e dei suoi metodi, recuperandone la missione costituzionale di promozione della persona e di emancipazione dei futuri cittadini attraverso l'istruzione;

    gli istituti scolastici vanno intesi come un presidio culturale e civico del proprio territorio, non come una spesa da tagliare. Invece, come previsto dalla legge di bilancio 2023, a partire dall'anno scolastico 2024/25, rispetto alle 8.089 istituzioni scolastiche funzionanti nell'anno scolastico 2023/24, si prevede per il prossimo triennio un taglio di ben 780 istituzioni scolastiche di cui 628 solo nel prossimo anno, con ricadute pesantissime soprattutto sulle regioni del Sud che subiranno un vero e proprio stravolgimento della rete scolastica (per il prossimo anno scolastico -128 scuole in Campania, -79 in Calabria, -58 in Puglia, -42 in Sardegna, -92 in Sicilia) e, di conseguenza, tagli agli organici sia sulle due figure uniche della scuola che sul resto del personale docente, educativo ed Ata;

    uno studio della società di investimento Moneyfarm, pubblicato ad ottobre 2022, ha cercato di quantificare a quanto ammontino le spese legate all'istruzione che le famiglie italiane debbono sostenere per un figlio dal nido fino all'università, considerando anche la necessità di dare ai ragazzi una formazione che comprenda quelle soft skill sempre più ricercate nel mercato del lavoro; da questo studio emerge come per un percorso di studio «standard», presso gli enti di pubblica istruzione della città in cui si è residenti, sia necessario un investimento di circa 53.000 euro, considerate rette, costo dei libri e dei materiali didattici, l'acquisto di device informatici e alcune attività extrascolastiche come lezioni di inglese e attività sportive; tali costi possono arrivare fino a 700.000 euro nel caso di frequenza presso strutture private e università straniere. È quindi evidente la necessità di garantire la completa gratuità del percorso di istruzione presso le strutture pubbliche, al fine di garantire l'esigibilità reale del diritto allo studio e di contrastare la crescita sempre più veloce delle diseguaglianze sociali;

    secondo Assoutenti, quest'anno affrontare l'anno scolastico costerà una media tra il +8 per cento e il +10 per cento a studente. I prodotti di cartoleria registrano un incremento medio del 9,2 per cento su base annua, a causa dei rincari delle materie prime e dei maggiori costi di produzione. Per i libri di testo la spesa è variabile e sale in base dal grado di istruzione: si passa dai circa 300 euro a studente della prima media ai 600 euro del liceo, compresi i dizionari, ma si può arrivare anche a 700 euro in alcune classi, un business che supera quota 1 miliardo di euro all'anno. Sul fronte dei testi scolastici i rincari sono nell'ordine del +8/+10 per cento rispetto allo scorso anno e la spesa media solo per i libri salirà in media di circa 45 euro a studente, con un aggravio totale di +95 euro;

    poiché si ritiene necessario superare i divari e le disuguaglianze tra studenti, appare fondamentale adottare misure omogenee per l'accesso alla gratuità dei libri di testo e per garantire a tutti i giovani il diritto allo studio. Per questo il gruppo Alleanza verdi e sinistra ha depositato alla Camera dei deputati una proposta di legge per prevedere l'estensione della gratuità dei libri di testo per tutti gli studenti che frequentano fino all'ultimo anno di obbligo scolastico e appartenenti a nuclei familiari con Isee fino a 35.000 euro;

    recentemente molti dirigenti scolastici e alcuni sindacati studenteschi hanno anche segnalato il problema dell'accesso ai viaggi di istruzione: questi viaggi spesso non sono per tutti e tutte, soprattutto a causa dei loro costi aumentati a causa dell'inflazione. Alcuni istituti hanno messo in atto strategie per cercare di aggirare questi ostacoli che in alcuni casi impediscono la partecipazione anche del 50 per cento degli studenti e studentesse, proponendo viaggi di istruzione che prevedano destinazioni in Italia, generalmente più economiche – anche se si parla comunque di una spesa di 400 euro per una gita – o mettendo a disposizione delle famiglie un «fondo di solidarietà». Lasciare ai singoli istituti l'onere di stabilire come gestire questo problema però non garantisce pienamente il diritto allo studio dei ragazzi e incrementa le differenze;

    gli ultimi fatti di violenza avvenuti a Palermo e a Caivano, e le giovani età dei loro protagonisti, evidenziano quanto sia radicata l'educazione sessista nel nostro Paese. Un'educazione che rimanda un modello di donna oggetto, con stereotipi di genere radicati, che legittimano le violenze negando che siano tali, biasimando la vittima e i suoi comportamenti e non gli stupratori. C'è un cambiamento culturale da promuovere. Per concretizzarlo non servono solo leggi penali, ma serve soprattutto un investimento economico serio, che investa nell'autonomia della donna, nell'educazione al rispetto e nell'abbattimento degli stereotipi. Un ruolo fondamentale è sicuramente quello delle scuole, dove però i progetti di educazione all'affettività, educazione di genere ed educazione alla sessualità sono troppo spesso sporadici e non strutturali, legati alla buona volontà dei dirigenti o degli insegnanti o alla disponibilità di risorse spot,

impegna il Governo:

1) al fine di migliorare la qualità didattica e il processo di formazione delle alunne e degli alunni, contrastare l'abbandono e la dispersione scolastica, garantire il successo formativo, oltre che evitare un affollamento nelle aule, sia per ragioni sanitarie sia per ragioni didattiche, a fissare, con un opportuno intervento normativo, a 18 il numero massimo di alunni per ogni classe di ogni ciclo della scuola italiana;

2) a prevedere l'introduzione del tempo pieno in tutti gli istituti scolastici della scuola primaria dello Stato e a garantire, in ciascuna di queste scuole, una percentuale aggiuntiva dell'organico docente e Ata non inferiore al 20 per cento dell'organico attuale;

3) a prevedere l'introduzione del tempo prolungato pomeridiano nei cicli scolastici della scuola secondaria di I e II grado, basato sull'istituzione di cattedre orario comprensive delle ore di insegnamento e del tempo mensa, per almeno tre giorni a settimana;

4) ad adottare iniziative normative volte ad elevare progressivamente l'obbligo scolastico fino all'età di diciotto anni e, conseguentemente, ad elevare progressivamente l'età per l'accesso al lavoro con qualsiasi forma di contratto individuale;

5) ad adottare iniziative di competenza volte a prevedere la totale gratuità della formazione scolastica, dall'asilo nido fino all'assolvimento dell'obbligo scolastico, al fine di assicurare il diritto allo studio, prevedendo anche la gratuità dei libri di testo fino all'ultimo anno di obbligo scolastico;

6) ad adottare iniziative volte a prevedere l'istituzione di un fondo di solidarietà per i viaggi di istruzione presso il Ministero dell'istruzione e del merito da ripartire, sulla base dell'indice di disagio sociale, tra i diversi istituti di scuola secondaria di primo e secondo grado, e a prevedere l'estensione dell'utilizzo della Carta della cultura giovani per i viaggi di istruzione;

7) ad adottare iniziative volte a prevedere, già nel prossimo disegno di legge di bilancio, risorse economiche dirette al rinnovo del contratto collettivo nazionale 2022/2024 del comparto «Istruzione e ricerca»;

8) ad adottare iniziative normative volte a rivedere i criteri per la definizione del «dimensionamento scolastico» contenuti nella legge di bilancio 2023 (legge 29 dicembre 2022, n. 197) nei prossimi provvedimenti utili al fine di scongiurare l'accorpamento delle sedi e il dimezzamento del contingente organico dei dirigenti scolastici e dei direttori dei servizi generali e amministrativi;

9) ad adottare iniziative volte ad istituire nelle aree del Paese con maggiori percentuali di abbandono scolastico, con maggiori difficoltà di natura sociale o geografica o, in generale, con minore disponibilità di servizi o facilità di accesso ad essi, tenendo conto sia dell'indice di abbandono scolastico, sia dell'indice di disagio sociale (ids), le «Zone di educazione prioritaria e solidale», e a garantire in dette zone l'aumento dell'organico scolastico e del tempo scuola.
(1-00188) «Piccolotti, Zanella, Bonelli, Borrelli, Dori, Evi, Fratoianni, Ghirra, Grimaldi, Mari, Zaratti».

Risoluzioni in Commissione:


   Le Commissioni X e XI,

   premesso che:

    il gruppo Magneti Marelli produce componenti per le auto, in particolare, ammortizzatori e batterie. È stato fondato nel 1919 con un accordo tra l'azienda elettromeccanica Ercole Marelli e la Fiat;

    dal 1967 la Fiat ottenne il controllo totale del gruppo, che fu interessato da un'importante espansione all'estero con l'apertura di stabilimenti in tutti i continenti;

    nel 2017 l'azienda aveva un fatturato di 8,2 miliardi e impiegava 43 mila lavoratori, di cui poco più di 10 mila in Italia;

    nel 2018, poco prima della fusione tra Fiat Chrysler (FCA) e il gruppo francese PSA, la Magneti Marelli è stata venduta al gruppo giapponese CK Holdings per 5,8 miliardi di euro. CK Holdings è a sua volta controllato dal fondo americano KKR;

    negli accordi posti in essere per la cessione, il gruppo FCA ha garantito che i nuovi proprietari avrebbero mantenuto gli stabilimenti e i posti di lavoro in Italia;

    attualmente, Magneti Marelli in Italia ha 11 stabilimenti produttivi e circa 7.200 addetti;

    a quanto è dato sapere, il fondo KKR ha scaricato sul gruppo i debiti miliardari contratti per acquisirlo, limitando drasticamente gli investimenti, in particolare, quelli relativi alla transizione verso i motori elettrici;

    due settimane fa la proprietà di Magneti Marelli ha comunicato l'intenzione di procedere alla chiusura definitiva dello stabilimento di Crevalcore (BO), in cui lavorano 229 persone, motivando tale decisione con il calo degli affari dovuto alla transizione energetica dai motori a combustione a quelli elettrici. Il gruppo intende trasferire la lavorazione dei componenti di plastica nello stabilimento di Bari, mentre la produzione dei componenti in alluminio sarà esternalizzata;

    l'annunciata chiusura ha immediatamente determinato mobilitazioni, scioperi e un presidio permanente davanti ai cancelli della fabbrica, da parte di sindacati e lavoratori;

    intanto, l'azienda ha sospeso la procedura di chiusura, ma non l'ha ritirata, confermando l'intenzione di voler procedere con l'operazione annunciata;

    le istituzioni locali si sono attivate per chiedere una riconversione dell'impianto, mentre il 3 ottobre 2023 si è tenuto un incontro al Ministero delle imprese e del made in Italy tra il Governo, la regione Emilia-Romagna e la proprietà di Magneti Marelli CK Holdings, per verificare la possibilità di mantenere attivo lo stabilimento di Crevalcore;

    si ritiene, dunque, necessario intervenire affinché sia avviata ogni iniziativa utile a salvaguardia dei posti di lavoro coinvolti e che determini il ritiro della procedura di cessazione dell'attività,

impegnano il Governo:

   ad intraprendere ogni iniziativa volta al monitoraggio delle risultanze del tavolo di confronto con la partecipazione dei vertici aziendali di Magneti Marelli, allo scopo di favorire l'assunzione di provvedimenti diretti a scongiurare la cessazione dell'attività del sito di Crevalcore (BO) e a garantire la tutela dei lavoratori;

   ad adottare le necessarie iniziative di competenza al fine di tutelare i livelli occupazionali dello stabilimento in questione e, congiuntamente, garantire la salvaguardia di una realtà strategica per il territorio emiliano;

   ad assumere le opportune iniziative di competenza allo scopo di valutare la possibilità di pervenire alla concreta attuazione di un accordo per la riconversione industriale del sito di Crevalcore (BO), che garantisca la salvaguardia e l'assorbimento di tutti i lavoratori coinvolti.
(7-00153) «Giovine, Rizzetto, Schifone, Battilocchio, Davide Bergamini, Caparvi, Cavandoli, Coppo, Giaccone, Giagoni, Malagola, Mascaretti, Matteoni, Nisini, Tassinari, Volpi, Zurzolo».


   La VII Commissione,

   premesso che:

    le iniziative culturali rappresentano una prima risposta contro ogni forma di degrado;

    gli investimenti e gli interventi a favore della cultura non sono mai sufficienti per favorire un rilancio di tutte le attività culturali, dalle più grandi città ai piccoli comuni, incentivando la sussidiarietà e valorizzando l'impegno di professionisti e volontari;

    le associazioni culturali, soprattutto nei contesti più disagiati, svolgono un ruolo molto importante di supporto e sussidiarietà per promuovere la legalità e contrastare l'abbandono scolastico;

    già nel 2016 e nel 2022 è stato consentito di destinare il 2 per mille delle dichiarazioni dei redditi a favore delle associazioni culturali;

    nella legge n. 208 del 2015, al comma 985, si stabilisce che per l'anno finanziario 2016, con riferimento al precedente periodo d'imposta, ciascun contribuente può destinare il due per mille della propria imposta sul reddito delle persone fisiche a favore di un'associazione culturale iscritta in un apposito elenco istituito presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, e viene anche fissato un tetto di spesa per questa destinazione, dato che il comma si conclude con le parole: «Per le finalità di cui a presente comma è autorizzata la spesa di 100 milioni di euro per l'anno 2016»;

    nel decreto-legge n. 104 del 2020, convertito in legge, con modificazioni, dalla legge n. 126 del 13 ottobre 2020, è stato inserito l'articolo 97-bis in base al quale «Per l'anno finanziario 2021, con riferimento al precedente periodo d'imposta, ciascun contribuente può destinare il due per mille della propria imposta sul reddito delle persone fisiche a favore di un'associazione culturale iscritta in un apposito elenco istituito presso la Presidenza del Consiglio dei ministri». Anche in questo caso è stato previsto un tetto di spesa con il testo: «La corresponsione delle somme per l'anno 2021 opera nel limite massimo di 12 milioni di euro»,

impegna il Governo

ad adottare iniziative normative volte a introdurre nel disegno di legge di bilancio per il 2023 la destinazione del due per mille a favore delle associazioni culturali, valutando l'opportunità di stabilizzare tale previsione.
(7-00154) «Amorese, Mollicone».

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interrogazione a risposta in Commissione:


   MAZZETTI e PAOLO EMILIO RUSSO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro per la pubblica amministrazione, al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:

   con delibera n. 222 del 6 marzo 2023 la regione Toscana ha stabilito un obbligo, in capo a tutti i possessori di un caminetto o di una stufa a legna (definiti come: generatore alimentato a biomassa con potenza inferiore ai 10 kW di classe inferiore a 4 stelle), di accatastarli, entro il 30 settembre 2023, presso il Sistema informativo regionale sull'efficienza energetica (Siert), al fine di monitorare l'inquinamento da pm10 in modo più attendibile, nonché al fine di seguire l'evoluzione del parco impiantistico, la frequenza delle manutenzioni e l'impatto sulla qualità dell'aria;

   il provvedimento contribuisce all'attuazione del Piano regionale per la qualità dell'aria ambiente (Prqa), approvato con deliberazione di Consiglio regionale n. 72 del 18 luglio 2018, nel quale si stabilisce tra l'altro il divieto, per i comuni critici (tipicamente: le aree urbane e i fondovalle), di utilizzo di biomassa per il riscaldamento nelle nuove costruzioni o ristrutturazioni (fatte salve le aree non metanizzate);

   per ottemperare all'obbligo occorre collegarsi tramite internet, attraverso le proprie credenziali Spid, al Siert. Il sistema collegherà direttamente il generatore a biomassa sotto il codice-impianto già corrispondente all'unità immobiliare;

   per i cittadini che abbiano difficoltà nelle procedure informatiche di registrazione è attivato il numero telefonico verde dedicato, a cui è possibile chiedere informazioni (ma non c'è la possibilità di registrarsi) oppure recarsi presso la sede dell'Agenzia regionale recupero risorse (di cui è presente uno sportello in ogni comune capoluogo della regione) previo appuntamento da prendersi al numero verde;

   il mancato accatastamento, in coerenza con le disposizioni di cui all'articolo 23-quinquies, comma 6, della legge regionale n. 39 del 2005, comporta l'applicazione di sanzioni che vanno da 500 a 3.000 euro;

   il problema non sta nell'accatastamento di tali strutture, ma nella complessità della procedura sopra descritta per determinate categorie di cittadini;

   nel PNRR sono previsti finanziamenti a favore delle categorie più fragili e vulnerabili, ai fini della loro inclusione e partecipazione alla vita pubblica e ai servizi, nonché per la tutela dei loro diritti. Con il progetto «Polis – Case dei servizi di cittadinanza digitale», finanziato con 800 milioni di euro in 5 anni, in collaborazione con Poste italiane e con il Ministero dello sviluppo economico, nei territori difficilmente raggiungibili, e nei comuni più piccoli, verranno costituiti 6.910 hub fisici di accompagnamento e assistenza all'uso dei servizi digitali;

   in attesa dell'introduzione di tali sistemi, in merito alla attuazione della delibera regionale in premessa, dovrebbe essere consentito ai soggetti che non hanno Spid e computer o hanno difficoltà a recarsi presso il capoluogo regionale, di ottemperare all'obbligo tramite, a esempio, una semplice comunicazione al comune dove questi impianti si trovano;

   inoltre non appare coerente l'estensione della misura ai piccoli comuni oltre i 200 metri di altitudine nei quali, per loro conformazione, tali inquinanti si disperdono. Peraltro in Toscana, la qualità dell'aria è superiore a quella della gran parte delle altre regioni –:

   se non si ritenga opportuno adottare iniziative di competenza, in raccordo con la regione Toscana e le altre amministrazioni interessate, affinché lo svolgimento di procedure amministrative come quelle descritte in premessa possa avvenire secondo modalità che tengano conto dei soggetti digitalmente fragili e delle effettive condizioni della qualità dell'aria.
(5-01418)

AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INTERNAZIONALE

Interrogazione a risposta scritta:


   GIACCONE, BILLI e FORMENTINI. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   il 25 e 26 luglio 2022, a Tirana, una delegazione italiana coordinata dal senatore Tommaso Nannicini, come da nomina del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, e composta da esperti del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, INPS e Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale ha firmato un Accordo tra Italia e Albania in materia di sicurezza sociale e il relativo Allegato I sul trasferimento di dati personali;

   rispondendo all'interrogazione 5-00381, il 15 febbraio 2023 il Governo ha confermato che Italia ed Albania hanno raggiunto un accordo in materia di sicurezza sociale, applicabile a tutti coloro che esercitano o hanno esercitato un'attività subordinata o autonoma in uno dei due Stati contraenti, con particolare riferimento alle prestazioni pensionistiche, alle indennità di disoccupazione malattia, principalmente nel lungo periodo;

   nella medesima circostanza, il Governo aveva altresì precisato come in data 13 febbraio 2023 il Ministero del lavoro e delle politiche sociali avesse comunicato al Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale il proprio assenso tecnico sulla firma dell'accordo sopracitato e sul relativo disegno di legge di ratifica, subordinato alla verifica degli oneri derivanti dalla sua sottoscrizione;

   stando a questa ricostruzione fornita dal Governo, non è chiaro se l'Accordo bilaterale sia stato effettivamente perfezionato dall'Italia, ferma restando la certezza relativa alla volontà di sottoscriverlo e presentarlo al Parlamento per ottenerne l'autorizzazione alla ratifica ed esecuzione a che punto siano le procedure per il perfezionamento dell'Accordo italo-albanese in materia di sicurezza sociale e quale tempistica si preveda per la successiva presentazione al Parlamento del disegno di legge di autorizzazione alla ratifica.
(4-01673)

ECONOMIA E FINANZE

Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:

VI Commissione:


   MEROLA e STEFANAZZI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   il decreto-legge 4 maggio 2023, n. 48, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 luglio 2023 n. 85, ha previsto, all'articolo 40, l'innalzamento della soglia di esenzione per i cosiddetti fringe benefit da 258,23 a 3.000 euro per tutto il 2023 esclusivamente ai lavoratori dipendenti e ai collaboratori che abbiano nel loro nucleo figli a carico;

   nella categoria dei fringe benefit rientrano tra l'altro anche i finanziamenti concessi ai dipendenti a tassi agevolati rispetto a quelli di mercato, in relazione ai quali la disciplina generale prevista all'articolo 51, comma 4, lettera b), del Tuir di cui al decreto del Presidente della Repubblica n. 917 del 1986 stabilisce che concorre a formare il reddito di lavoro dipendente il 50 per cento della differenza tra l'importo degli interessi calcolato al tasso ufficiale di sconto (attualmente tasso di riferimento della Bce) vigente al termine di ciascun anno e l'importo degli interessi calcolato al tasso applicato sugli stessi;

   tale metodo di calcolo risulta inadeguato per i finanziamenti a tasso fisso atteso che, per questa tipologia di prestiti, il vero beneficio è rappresentato dalla differenza tra il tasso fisso al momento della contrazione del prestito e il tasso fisso agevolato rispetto a quello di mercato alla stessa data;

   con gli attuali tassi della Bce in salita, molti dipendenti, in particolare del settore bancario, che hanno ricevuto il beneficio del tasso fisso agevolato oggi si trovano a dover corrispondere di fatto un tasso variabile;

   l'ancoraggio del beneficio al Tur (tasso ufficiale di riferimento) calcolato anno per anno in costanza di contratto introduce, nei mutui a tasso fisso, un elemento di ingiustificata aleatorietà e l'aumento del limite di detassazione a 3.000 euro non elimina l'anomalia;

   questa errata interpretazione sta mettendo in difficoltà molti lavoratori dipendenti che hanno stipulato un mutuo a tasso fisso agevolato per l'acquisto della prima casa –:

   se intenda adottare iniziative di competenza volte a correggere il criterio di determinazione forfettaria del reddito in caso di concessione di finanziamenti a tasso fisso ai dipendenti, anche prevedendo una modifica normativa per tutti i mutui in corso e di nuova stipula secondo la quale, la tassazione, per i mutui a tasso fisso, avvenga sulla base del differenziale eventuale tra tasso del mutuo e Tur al giorno dell'erogazione, mentre per i mutui a tasso variabile sulla base del differenziale tra tasso applicato e Tur rilevato alla fine di ogni anno.
(5-01426)


   OSNATO, GIORDANO, CONGEDO, DE BERTOLDI, FILINI, MATERA, MATTEONI, MAULLU e TESTA. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   l'articolo 3 decreto-legge 145 del 2013 ha introdotto un credito d'imposta per le imprese che effettuano investimenti in attività di ricerca e sviluppo;

   detta norma ha subito reiterate modifiche che prima hanno progressivamente esteso l'ambito soggettivo e oggettivo dell'intervento, poi hanno ristretto l'ambito oggettivo, creando incertezze interpretative e applicative;

   le istruzioni e i pareri del Ministero delle imprese e del made in Italy sono rigidi nell'individuazione delle attività eleggibili al credito d'imposta e basati «sugli esempi e le spiegazioni specifiche fornite nel Manuale di Frascati dell'OCSE» ma risultano ingiustificatamente restrittivi rispetto alla normativa ed ignorano le previsioni del manuale di Oslo;

   l'Agenzia delle entrate ha accolto una nozione ampia di credito inesistente, contestando in via pressoché automatica l'inesistenza dei crediti d'imposta R&S. La contestazione di compensazione di crediti asseriti inesistenti determina, con importi superiori a cinquantamila euro/anno, la configurabilità del reato ex articolo 10-quater decreto legislativo n. 74 del 2000, con potenziale applicazione della pena della reclusione, centinaia di amministratori oggetto di procedure penali e enormi rischi finanziari per le aziende;

   la prassi dell'Agenzia è stata censurata da tre sentenze della Cassazione (nn. 34443, 34444 e 34445 del 2022) e rimessa nel dicembre scorso (sentenza n. 35536) alle Sezioni Unite, senza che ciò abbia inciso su detta prassi;

   l'attuale normativa e la prassi riguardanti i crediti R&S in compensazione, sono penalizzanti e discriminatorie per il contribuente: 1) con riguardo alla riscossione di imposte, interessi e sanzioni in pendenza di giudizio, nonché la contestazione pressoché automatica di compensazione di crediti inesistenti, mettono il contribuente in una posizione di soggezione, 2) la normativa speciale di Riversamento consente di spalmare gli importi al massimo in tre anni ed è applicabile ai soli crediti di R&S registrati nei periodi 2014-2019, utilizzati entro il 22 ottobre 2021, escludendo i crediti oltre detto limite;

   occorrerebbe introdurre una chiara distinzione tra crediti «non spettanti» ed «inesistenti», in coerenza alla giurisprudenza della Cassazione;

   inoltre, le attività definite di R&S andrebbero valutate alla luce anche del manuale di Oslo e non solo del manuale di Frascati;

   dovrebbe infine essere previsto l'accesso al riversamento non solo per i crediti d'imposta registrati ante 2019 ed utilizzati al 22 ottobre 2021 ma anche per quelli registrati/utilizzati successivamente –:

   quali iniziative di competenza intenda adottare il Governo, con riferimento a quanto richiamato in premessa, in attuazione dei principi comunitari e nazionali dello statuto del contribuente e del relativo Codice europeo.
(5-01427)


   CENTEMERO, BAGNAI, CAVANDOLI e GUSMEROLI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   il decreto-legge 18 ottobre 2012, n. 179, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 dicembre 2012, n. 221, e successive modificazioni, in materia di «Ulteriori misure argenti per la crescita del Paese», reca disposizioni riguardanti anche gli investimenti in start-up innovative, con particolare riferimento agli incentivi fiscali in regime ordinario e in regime «de minimis»;

   in particolare, il comma 1 dell'articolo 29 prevede per le persone fisiche una detrazione dall'imposta lorda sul reddito per un importo pari attualmente al 30 per cento della somma investita dal contribuente nel capitale sociale di una o più start-up innovative direttamente ovvero per il tramite di organismi di investimento collettivo del risparmio che investano prevalentemente in start-up innovative;

   in alternativa all'agevolazione fiscale in regime ordinario, il successivo articolo 29-bis dispone una detrazione, in regime «de minimis», dall'imposta lorda sul reddito delle persone fisiche di un importo pari al 50 per cento della somma investita dal contribuente nel capitale sociale di una o più start-up innovative direttamente ovvero per il tramite di organismi di investimento collettivo del risparmio che investano prevalentemente in start-up innovative;

   l'investimento massimo detraibile non può eccedere, in ciascun periodo d'imposta, l'importo rispettivamente di euro 500.000 per la detrazione ordinaria e di euro 100.000 per la detrazione in regime «de minimis» e deve essere mantenuto per almeno tre anni;

   a parere degli interroganti, l'agevolazione degli investimenti in start-up innovative assume un ruolo di primo piano nell'ottica di sostenere la crescita economica e l'occupazione, specialmente giovanile, favorendo un'evoluzione dell'intero tessuto imprenditoriale nell'ambito della tecnologia e dell'innovazione –:

   quanti siano ad oggi i contribuenti beneficiari degli incentivi fiscali per gli investimenti in start-up innovative di cui in premessa.
(5-01428)


   FENU, ALIFANO, RAFFA e LOVECCHIO. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   l'articolo 1, decreto-legge 6 novembre 2021, n. 152, ha introdotto il contributo a fondo perduto e credito d'imposta per le imprese turistiche al fine di migliorare la qualità dell'offerta ricettiva;

   con avviso del Ministro del turismo del 23 dicembre 2021 sono state emanate le modalità applicative per l'erogazione del contribuire dei crediti d'imposta;

   l'articolo 9 del citato avviso ha espressamente previsto, contrariamente al testo di legge originario, la cedibilità del credito, in tutto o in parte, con facoltà di successiva cessione «anche» in favore di banche e intermediari finanziari (ammettendo quindi la prima cessione a favore di qualsiasi soggetto privato);

   la cedibilità del credito è stata poi confermata anche con fonte primaria dall'articolo 28, comma 3-ter, lettera a), numeri 1) e 2), del decreto-legge 27 gennaio 2022, n. 4;

   la citata disposizione, modificando il comma 8 dell'articolo 1 del decreto istitutivo della misura, ha testualmente previsto: «il credito d'imposta è cedibile, solo per intero, senza facoltà di successiva cessione ad altri soggetti, fatta salva la possibilità di due ulteriori cessioni solo se effettuate a favore di banche e intermediari finanziari»;

   la definizione delle modalità di cessione, da effettuare in via telematica, sono demandate a un provvedimento del direttore dell'Agenzia delle entrate;

   a parte il contrasto normativo tra il decreto del Ministro e la disposizione di legge in merito all'estensione della cessione (parziale o solo per intero), molti operatori lamentano l'impossibilità di accedere alla cessione;

   il provvedimento direttoriale non sarebbe stato ancora emanato né risulta attivo il canale telematico;

   inoltre, nella descrizione illustrativa dell'incentivo consultabile sui siti web del Ministero del turismo e di Invitalia (gestore della misura) si fa unicamente riferimento alla possibilità di cedere esclusivamente a banche e a intermediari finanziari;

   sempre con riferimento alla cessione del credito, in alcune risposte a richieste di chiarimenti specifici sul punto da parte di imprese, il gestore Invitalia avrebbe evidenziato che sono «in corso approfondimenti normativi in merito alla cessione», allarmando ulteriormente gli operatori –:

   se confermi la cedibilità del credito d'imposta in premessa, specificando se sia ammessa la cessione parziale anche in favore di soggetti diversi da banche e intermediari finanziari come previsto dalla legge, e, in caso affermativo, quali siano le modalità di cessione e le tempistiche di attivazione del canale telematico.
(5-01429)


   DE PALMA, MAZZETTI, RUBANO, SALA e BATTILOCCHIO. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   secondo proiezioni su dati reali del Caf Acli, elaborati su una platea di oltre 78 mila clienti che hanno presentato il modello 730 e hanno ceduto almeno un credito d'imposta per lavori edilizi, con lo stop alle cessioni, il 25 per cento di coloro che hanno venduto i bonus casa sarebbe spiazzato. E non riuscirebbe più a usare – in tutto o in parte – le agevolazioni nella dichiarazione dei redditi;

   limitatamente al bonus 110 per cento, il 95 per cento dei crediti gestiti dal Caf Acli è stato ceduto da contribuenti che non avrebbero potuto usarti interamente in dichiarazione. In sostanza, senza possibilità di cessione, tali agevolazioni sono destinate a essere usate solo da contribuenti con adeguata capacità fiscale, mentre il blocco della cessione determina la perdita dei credito d'imposta da parte del soggetto incapiente;

   il 26 settembre 2023 Eurostat ha reso nota la sua decisione su come contabilizzare i crediti d'imposta nel bilancio dello Stato per l'anno 2023, spiegando all'Istat che questi, sia pure con le restrizioni del decreto-legge del febbraio 2023, sono per il momento da registrare nei conti pubblici come pagabili, cioè devono esser contabilizzati integralmente nell'anno in cui sono stati richiesti;

   Eurostat giustifica questa decisione sulla base dei documenti forniti dall'Italia. Per quanto riguarda la contabilizzazione del superbonus maturato nel 2024, Eurostat chiede all'Istat un riesame entro la fine del primo semestre 2024;

   se i crediti di competenza del 2022 non saranno utilizzati entro il mese di novembre 2023, saranno persi dai titolari e diventeranno a tutti gli effetti «non pagabili»;

   nel documento Eurostat si chiedono spiegazioni anche sui crediti d'imposta incagliati e sugli interventi che il Governo dovrebbe intraprendere per risolvere il problema. Lo stock degli incagli è fermo a una previsione della scorsa primavera, di 30 miliardi di euro. Molti degli incagli sono nelle mani di incapienti;

   rendere effettivamente «pagabili» crediti afferenti al 2023 potrebbe essere positivo in uno scenario in cui dal 2024 dovesse entrare in vigore un nuovo Patto di stabilità –:

   quali siano gli intendimenti del Governo in merito allo sblocco dei crediti classificati pagabili e se sussistano rischi per la contabilità pubblica in merito a una eventuale riclassificazione da pagabili e non pagabili dei crediti d'imposta relativi ai bonus edilizi attualmente incagliati.
(5-01430)


   BORRELLI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   nel più ampio contesto di dematerializzazione e digitalizzazione dei processi di gestione di documenti e dati fiscali, il cosiddetto decreto «Rilancio» ha previsto a decorrere dal 1° gennaio 2021 l'operatività della cosiddetta «lotteria degli scontrini», concorso a premi collegato agli acquisti effettuati dai cittadini con modalità «cashless» che punta a combattere l'evasione fiscale facendo leva sulla condotta del cliente che, per potervi partecipare e beneficiare dell'esenzione fiscale integrale del premio riscosso, deve richiedere all'atto di una transazione lo scontrino fiscale;

   i premi della lotteria per il loro intero ammontare non concorrono a formare il reddito del vincitore nel periodo di imposta di riferimento, né le somme percepite sono assoggettate a alcun prelievo erariale. Si tratta di un incentivo molto rilevante se solo si considera che per alcuni giochi è invece stabilito un prelievo, sulla parte della vincita eccedente 500 euro, fissato nella misura del 12 per cento per le lotterie nazionali a estrazione istantanea, Enalotto e Superstar, e dell'8 per cento per le vincite al lotto;

   fino al 2022, la lotteria prevedeva, dietro ricorso a particolari codici, estrazioni a cadenza settimanale, mensile e annuale. Successivamente con provvedimento direttoriale n. 15943 del 2023 l'Agenzia delle entrate ha imposto a tutti gli esercenti di dotarsi di un nuovo sistema informatico in grado di generare un QR-code da riportare sullo scontrino aprendo così la strada alla lotteria istantanea con verifica immediata della vincita;

   l'Agenzia delle entrate ha diramato le specifiche tecniche per l'adeguamento dei registratori telematici di cassa fissando al 2 ottobre 2023 il termine ultimo per perfezionarlo a fronte del riconoscimento di un credito d'imposta pari al 100 per cento della spesa sostenuta, entro un limite massimo di 50 euro per ogni apparecchio, un importo sicuramente esiguo a fronte di un costo di adeguamento che può raggiungere 150 euro;

   nata per combattere l'evasione fiscale ed incentivare i pagamenti elettronici, la lotteria degli scontrini sembra non aver suscitato grande interesse tra i contribuenti/consumatori. Infatti passato l'entusiasmo iniziale di quando fu lanciata, nel 2021, sull'iniziativa è calato il silenzio. Secondo gli ultimi dati diramati i partecipanti sarebbero solo 112.000 al giorno mentre i tagliandi emessi meno di un terzo rispetto all'anno del suo debutto –:

   quali iniziative intenda adottare al fine di rilanciare le condivisibili e originarie finalità della lotteria degli scontrini e di consentirle di conseguire i risultati attesi.
(5-01431)

Interrogazione a risposta in Commissione:


   FORATTINI e UBALDO PAGANO. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   con il decreto del Ministero dell'economia e finanze del 25 luglio 2023 sono state introdotte significative novità inerenti a processo di approvazione del bilancio di previsione degli enti locali;

   come ha sottolineato ANCI in una nota di approfondimento dedicata, «...risultano poco aderenti all'assetto ordinamentale vigente di Comuni e Città Metropolitane alcuni contenuti del provvedimento in esame, che, di fatto, incardinano ciascuna delle singole fasi endo-procedimentali del processo di approvazione del bilancio in una regolamentazione di dettaglio, che può risultare gravemente limitativa dell'autonomia regolamentare in materia degli enti».

   tali disposizioni «anziché facilitare le attività dei responsabili finanziari degli enti locali semplificandone gli adempimenti, li inquadra in un processo organizzativo che sembra ignorare le delicate problematiche connesse alla certezza delle risorse disponibili e al carattere politico non solo delle decisioni che sottostanno alla formazione del bilancio, ma dello stesso processo che porta alla sua formulazione finale,..» soprattutto...«in un contesto nel quale, da oltre un decennio, rilevanti appostamenti di risorse per gli enti locali sono demandati a provvedimenti di fine anno (precedente), se non dell'anno stesso di riferimento del bilancio».

   un cambiamento così incisivo delle regole sulla redazione del bilancio rischierebbe di non consentire a molti comuni il rispetto delle procedure e delle tempistiche della nuova disciplina qualora quest'ultime facessero riferimento al bilancio di previsione 2024-2026, ciò anche perché i comuni sono stati abituati a lavorare in un contesto di continue proroghe dei termini di deliberazione dei bilanci determinata dalla mancata soluzione di problematiche strutturali fortemente acuite dai drammatici tagli seguiti alla crisi del debito sovrano, nello scorso decennio, da una perequazione, avviata dal 2015, distorta in quanto non finanziata dallo Stato e dalle enormi complicazioni tecniche derivanti dalla riforma contabile –:

   se il Ministro interrogato ritenga che il decreto possa violare o limitare l'autonomia degli enti locali sulla predisposizione del bilancio di previsione e se non ritenga necessario adottare iniziative volte a posticipare l'entrata in vigore della nuova disciplina ivi prevista.
(5-01425)

GIUSTIZIA

Interrogazione a risposta scritta:


   KELANY, FILINI e FOTI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   lo scorso 29 settembre 2023 il giudice, dottoressa Iolanda Apostolico, della sezione immigrazione del tribunale di Catania, con quattro provvedimenti, nel contenuto del tutto identici tra loro, ha inteso non convalidare i provvedimenti di trattenimento disposti dal questore di Ragusa ai sensi dell'articolo 6-bis del decreto legislativo n. 142 del 2015 nei confronti di quattro cittadini tunisini, sbarcati a Lampedusa tra il 19 settembre 2023 e il 20 settembre 2023, richiedenti protezione internazionale ai sensi dell'articolo 28-bis del decreto legislativo n. 25 del 2008, nell'ambito della procedura disciplinata dal medesimo articolo 28-bis;

   in base a quanto emerge dalle ordinanze in parola, i richiedenti hanno dichiarato in udienza di essere privi di documenti perché smarriti durante la traversata dalla Tunisia all'Italia e hanno motivato la richiesta di asilo per: 1) persecuzione per caratteristiche fisiche del richiedenti (particolari linee della mano) che i cercatori d'oro tunisini, sulla base di credenze locali, ritengono favorevoli per la loro attività; 2) dissidi con i familiari della ragazza, i quali volevano uccidere il richiedente perché ritenuto responsabile del suo decesso durante altro tentativo di traversata e sbarco in Italia; 3) costi della sanità in Tunisia, che avrebbero determinato la morte di tre figli e il ricovero della moglie in ospedale; 4) minacce ricevute da alcuni creditori;

   sempre in base a quanto emerge dagli atti, il Vicequestore, tra i vari motivi, avrebbe ampiamente rappresentato che tre dei quattro richiedenti erano già stati oggetto di provvedimento di espulsione (i primi due) e condanna per furto aggravato (il terzo);

   le ordinanze sono state adottate dopo l'approvazione da parte del Governo della disciplina sulle procedure accelerate di frontiera, che stabilisce forme più restrittive in caso di richiesta di protezione in specifici casi, sconfessandone sostanzialmente il contenuto, con motivazioni, peraltro, che prima facie, ad avviso degli interroganti, appaiono apodittiche e disancorate dall'impianto normativo di diritto interno ed eurounitario;

   da notizie di stampa, segnatamente dalle inchieste dei quotidiani Libero e Il Giornale del 2 ottobre 2023, il giudice, avrebbe pubblicato sul proprio profilo Facebook, poi prontamente chiuso, delle notizie che esprimono delle forti convinzioni politiche contrarie alle politiche restrittive in materia di immigrazione e favorevoli alle attività poste in essere dall'associazionismo Ong;

   in particolare, il giudice avrebbe postato, tempi addietro, una petizione contro Salvini allorquando questi ricopriva il ruolo di Ministro dell'interno;

   posizioni e opinioni che lasciano trasparire un fumus di contrasto con le previsioni costituzionali di terzietà, imparzialità e indipendenza del ruolo e della funzione di un giudice, princìpi fissati anche dall'articolo 6 della Cedu e richiamati nel parere n. 4 del Consiglio consultivo dei giudici europei del Consiglio d'Europa dello scorso 2 dicembre 2022: «Il CCJE ritiene che i giudici debbano dare prova di moderazione nell'esprimere i loro punti di vista e opinioni in circostanze in cui ciò potrebbe compromettere la loro indipendenza, la loro imparzialità o la dignità della loro funzione e mettere in pericolo l'autorità del potere giudiziario»;

   il giudice Apostolico è assegnata alla sezione speciale immigrazione del tribunale di Catania, e in più occasioni parrebbe essersi pubblicamente espressa sui social in maniera contraria a politiche migratorie restrittive, mostrando ad avviso degli interroganti evidenti attitudini ideologiche in tal senso;

   le ordinanze di annullamento dei provvedimenti del questore sembrano quindi afflitte da un vizio di motivazione determinato proprio da un'impostazione ideologica, che tradirebbe la violazione dei princìpi di terzietà e imparzialità –:

   di quali elementi disponga in relazione a quanto segnalato in premessa e se intenda valutare la sussistenza dei presupposti per l'adozione di iniziative di carattere ispettivo al riguardo.
(4-01672)

IMPRESE E MADE IN ITALY

Interrogazione a risposta in Commissione:


   SIMIANI. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:

   l'articolo 6 del decreto-legge n. 50 del 2022 (convertito in legge n. 91 del 15 luglio 2022) è intervenuto sulla geotermia, prevedendo per i titolari di concessioni di impianti di fonti energetiche geotermiche di corrispondere annualmente 0,05 centesimi di euro per ogni chilowattora di energia elettrica prodotta dal campo geotermico della coltivazione a favore dello sviluppo sociale, economico e produttivo dei comuni sui cui territori insistono le concessioni;

   al tal fine il comma 2-quinquies del medesimo provvedimento prevede che «con decreto del Ministro dello sviluppo economico, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze e con il Ministro della transizione ecologica, d'intesa con i presidenti delle regioni interessate e sentiti i comuni coinvolti, da adottare entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, sono definite le modalità di erogazione, ripartizione e utilizzo delle risorse di cui al comma 2-quater»;

   ad oggi, dopo quasi 18 mesi dalla pubblicazione della legge n. 91 del 2022, il decreto interministeriale non è stato ancora emanato;

   tali ritardi sulla corretta erogazione di risorse già stanziate stanno di fatto penalizzando i territori interessati, privandoli di risorse utili per promuovere la crescita sociale, economica ed occupazionale di zone spesso marginali;

   si tratta di risorse peraltro di natura privata che non ricadono sulla finanza pubblica;

   già in data 29 agosto 2022 il presidente dell'Anci Antonio Decaro sollecitava l'emanazione, in una lettera ai Ministri interessati, del decreto disposto dall'articolo 6 del decreto-legge n. 50 del 2022 proponendo, per individuare i criteri di riparto ed erogazione, «un percorso coerente e più, semplice che può fondarsi su un riparto di risorse basato sui criteri del decreto legislativo n. 22 del 2010, articolo 16 ovvero ai comuni in cui è compreso il campo geotermico coltivato, proporzionalmente all'area delimitata dal titolo o dall'insieme dei titoli di coltivazione, assicurando comunque ai comuni, sede di impianti, una quota non inferiore al 60 per cento» –:

   a quanto ammontino le risorse che, annualmente, ciascun comune interessato dovrebbe ricevere in attuazione del citato articolo 6 del decreto-legge n. 50 del 2022.
(5-01433)

Interrogazione a risposta scritta:


   BRAGA e PELUFFO. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:

   il distretto tessile lariano, al quale afferiscono oltre 1.300 imprese che occupano complessivamente 15.200 dipendenti, è custode di un patrimonio di esperienze e competenze tecnico-artistiche tramandate da generazioni, costantemente aggiornato nel tempo e rafforzato da un'innata propensione all'innovazione sostenuta da centri formativi d'eccellenza;

   la filiera tessile del distretto lariano è tra le più complete e articolate al mondo, basti pensare che per quanto concerne l'utilizzo della seta il 70 per cento della produzione europea viene lavorato nella provincia di Como;

   il legame tra cultura, industria e artigianato è presidiato sul territorio lariano, definito «The Italian Textile Valley», da una filiera che valorizza le competenze del made in Italy, la creatività del saper fare, la ricerca, l'innovazione. Como è peraltro «Città creativa UNESCO», con riferimento al cluster «Crafts and Folk Art», ambito della cultura del fare, dell'artigianato tessile, del design, dell'economia circolare, della filiera moda sostenibile e di quella serica;

   lo scorso agosto 2023 sono stati emanati due specifici decreti interministeriali che hanno consentito ai distretti tessili locali, rispettivamente di Prato e Biella, di ricevere un aiuto per la ripartenza e il rilancio della loro competitività colpita duramente dalla crisi pandemica da COVID-19 e dall'aumento dei costi energetici e delle materie prime, con la destinazione di risorse complessivamente quantificate in 15 milioni di euro;

   il distretto tessile di Como-Lecco, parimenti duramente segnato dalle conseguenze della crisi sanitaria e dagli effetti negativi globali della guerra russo-ucraina con un aumento tendenziale dei costi energetici non regolamentati del 5,7 per cento e prezzi di gas e petrolio ben superiori a quelli precedenti al 2022 (dati Istat), non ha invece beneficiato di alcuna forma di sostegno;

   nonostante la grave flessione della produzione industriale e artigianale del territorio, le imprese tessili lariane hanno continuato a dimostrare una capacità di reazione e resilienza alle sfide proposte dalle esigenze della digitalizzazione e della sostenibilità;

   la Camera di Commercio di Como-Lecco, le associazioni di categoria e le organizzazioni sindacali si sono fatti portavoce di un documento condiviso e unitario nel quale evidenziano l'urgente esigenza di un'applicazione equa e uniforme delle politiche di sostegno al settore tessile anche nel distretto di Como-Lecco –:

   se il Ministro interrogato non ritenga opportuno dover applicare in modo equo e uniforme anche al distretto tessile di Como-Lecco adeguate politiche di sostegno, così come fatto per il distretto tessile di Prato e Biella, volte ad assicurare pari opportunità di ripresa e crescita economica.
(4-01674)

INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interrogazione a risposta in Commissione:


   PASTORINO. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:

   nel corso della XVIII legislatura l'interrogante si è interessato in prima persona dell'esecuzione delle varianti della strada statale 45, con specifica richiesta di notizie relativamente ai lavori nei lotti 2° e 3° e alle tempistiche degli stessi, imbastendo una fitta interlocuzione con i Ministeri competenti e facendosi intermediario delle richieste e delle istanze dei sindaci dei territori interessati, nonché della popolazione da essi rappresentata;

   nel corso della legislatura corrente, ha presentato l'interrogazione a risposta immediata in Commissione 5-00202, discussa a gennaio 2023. In risposta all'atto citato l'onorevole Ferrante, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e la mobilità sostenibili, ha comunicato che era ancora in corso la procedura di Via (valutazione impatto ambientale) presso il Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica, che aveva richiesto integrazioni poi fornite da Anas il 9 gennaio 2023;

   il rappresentante del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti concludeva assicurando che, una volta terminata tale procedura, iniziata a novembre del 2019, sarebbe stato possibile chiudere la conferenza dei servizi presso il Ministero e procedere quindi all'appalto. Tuttavia, da allora sono trascorsi dieci mesi e ancora non si hanno notizie della chiusura del procedimento –:

   se si intendano fornire elementi informativi in ordine all'evoluzione del procedimento amministrativo riguardante l'esecuzione delle varianti SS 45 della Val di Trebbia nonché la tempistica prevista per l'esecuzione dei lavori.
(5-01434)

INTERNO

Interrogazione a risposta orale:


   QUARTAPELLE PROCOPIO, MALAVASI e SERRACCHIANI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   l'associazione Guru Nanak Dev Ji è un'associazione sikh costituita a Pasiano (PN) e aderente all'Unione Sikh Italia (USI) – piattaforma rappresentativa di oltre 60 centri sikh presenti su tutto il territorio italiano – ente che ha fatto richiesta di riconoscimento giuridico come ente di culto;

   a Novellara, in provincia di Reggio-Emilia, si trova il primo tempio sikh in Italia, il Gurdwara Singh Sabha, che conta più di cinquemila frequentatori abituali ed è il più importante luogo di culto del sikhismo in Italia; tale tempio aderisce ad Usi;

   da mesi dirigenti del tempio di Pasiano – che ricoprono anche cariche nazionali all'interno di Usi, tra cui il presidente Bajwa Satwinder Singh, cittadino italiano di origine indiana – sono fatti oggetto di minacce da parte di sedicenti fazioni sikh avverse alla linea di dialogo e integrazione in Italia nel rispetto delle leggi portata avanti da Usi;

   tali minacce sono state tempestivamente e ripetutamente segnalate alle forze dell'ordine, indicando i nomi degli autori;

   di fronte alle ripetute denunce, le forze dell'ordine hanno derubricato più volte gli scontri come faida interna, senza mettere in atto alcuna misura di presidio del territorio o protezione;

   in data 6 settembre 2023 ignoti hanno dato fuoco al garage del presidente dell'Unione Sikh Italia, Bajwa Satwinder Singh, provocando danni per decine di migliaia di euro;

   nella serata di lunedì 18 settembre 2023, dopo le 19, un numeroso gruppo di, persone si è raccolta sotto casa di un esponente della comunità sikh, genero del presidente di Usi, e armati di bastoni, armi da taglio e di una pistola hanno aggredito il presidente stesso, suo genero, ed altre persone, comprese delle donne. Al presidente dell'Usi è stato rotto un braccio, a suo genero sono state inferte varie coltellate che hanno arrecato gravi danni e hanno determinato l'esigenza di un ricovero d'urgenza, al Presidente dell'associazione di Pasiano, oltre a diverse ferite da arma da taglio, è stata fracassata una gamba con una palla di ferro;

   nella notte tra il 22 e il 23 settembre 2023, a Novellara, sono state lanciate tre bottiglie incendiarie da ignoti contro l'abitazione di Iqbal Singh, cittadino italiano di fede sikh, vicepresidente di Usi;

   esistono tensioni internazionali che partono da fatti analoghi e che sottolineano come la portata di questi eventi sia maggiore e con cause profonde, che non possono più essere derubricate semplicemente come faide interne;

   il Primo Ministro canadese Justin Trudeau ha accusato New Delhi – al vertice del G20 tenutosi in India – di essere stato il mandante ultimo dell'omicidio del capo di una comunità Sikh, l'attivista Hardeep Singh Nijjar, in British Columbia lo scorso giugno 2023;

   la Ministra degli esteri canadese, Melanie Joly, ha annunciato l'espulsione di un diplomatico indiano definito «il capo» dell'intelligence indiana in Canada –:

   quali iniziative, per quanto di competenza, il Ministro interrogato abbia adottato o stia adottando per individuare e fermare i responsabili di una catena di violenze che sembra destinata ad andare oltre casi episodici e locali;

   se e come intenda tutelare la sicurezza e la libertà religiosa degli esponenti di Unione Sikh Italia, impegnata nel suo percorso di integrazione nella società italiana ora minacciata da frange estremiste e violente, e di tutti i sikh italiani che hanno fiducia nelle istituzioni democratiche, che non vogliono e non devono scegliere tra sicurezza personale, libertà di credo e libertà di vivere appieno la propria cittadinanza.
(3-00707)

ISTRUZIONE E MERITO

Interrogazione a risposta in Commissione:


   MANZI. — Al Ministro dell'istruzione e del merito. — Per sapere – premesso che:

   il piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) ha stanziato per asili nido e scuole dell'infanzia risorse pari a circa 4 miliardi di euro per interventi infrastrutturali e circa un miliardo per il potenziamento dei servizi nella fascia di età 0-6 anni, al fine di garantire alle famiglie italiane oltre 260.000 nuovi posti negli asili nido e circa 1.900 interventi di edilizia;

   l'obiettivo è quello di garantire in ciascun comune o bacino territoriale un numero di posti adeguato alla popolazione compresa tra i 3 e i 36 mesi;

   i tempi imposti dal PNRR presentano scadenze difficili da rispettare in considerazione delle procedure amministrative cui necessariamente gli enti locali devono ottemperare;

   fonti di stampa riportano un problema relativo all'anagrafe degli immobili scolastici dell'infanzia che, seppure di proprietà comunale e quindi pubblici, sono gestiti da privati e, per questo, sembrerebbero non poter accedere ai fondi statali, a partire da quelli previsti dal PNRR;

   l'articolo 3 della legge n. 23 del 1996, in attuazione dell'articolo 14, comma 1, lettera i), della legge n. 142 del 1990 attribuisce ai comuni la realizzazione, la fornitura e la manutenzione ordinaria degli edifici da «destinare a sede di scuole materne, elementari e medie»;

   l'articolo 4 disciplina la programmazione, le procedure di attuazione e finanziamento degli interventi in ragione della competenza prevista dal suddetto articolo 3;

   in particolare il comma 2 stabilisce che la programmazione dell'edilizia scolastica si realizza mediante piani generali triennali e piani annuali di attuazione predisposti e approvati dalle regioni, sentiti gli uffici scolastici regionali, sulla base delle proposte formulate dagli enti territoriali competenti sentiti gli uffici scolastici provinciali;

   sono, inoltre, recenti diverse dichiarazioni del Ministro Valditara sui fondi PNRR da destinare anche alle paritarie: «Non esistono scuole di serie A e di serie B» e «anche le scuole paritarie fanno parte del progetto»;

   la normativa sembrerebbe, da quanto segnalato, non essere chiara e prestarsi a interpretazioni contrastanti che starebbero generando un trattamento differenziato tra le attuali scuole dell'infanzia e gli asili nido che con i fondi del PNRR verranno dati probabilmente in gestione ai privati per il nostro Paese è fondamentale il raggiungimento degli obiettivi esposti in quanto l'impatto sociale della presenza scolastica per la popolazione dai 0 ai 6 anni risulta estremamente rilevante sia in termini di sviluppo cognitivo degli infanti sia quale strumento di inclusione e sostegno alle famiglie –:

   se il Ministro interrogato non intenda adottare le iniziative di competenza al fine di garantire uguale trattamento a tutte le scuole del sistema nazionale di istruzione di cui alla legge n. 62 del 2000.
(5-01424)

LAVORO E POLITICHE SOCIALI

Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:

XI Commissione:


   SOUMAHORO. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   il 7 agosto 2023 Fakaman Dembele, giovane bracciante nato in Mali di 28 anni, veniva trovato morto nei pressi di un albero di ulivo dopo una giornata di lavoro nei campi a raccogliere pomodori;

   non è ancora chiaro se la morte del bracciante sia conseguenza della fatica oppure se soffrisse di patologie pregresse;

   Fakaman Dembele era stato trovato vicino a Torretta Antonacci, accampamento nei pressi di San Severo, in provincia di Foggia, dove viveva;

   sul tema degli insediamenti abitativi dei braccianti agricoli l'interrogante aveva presentato una interrogazione a risposta immediata in Commissione lo scorso 15 febbraio 2023 a cui aveva risposto il Sottosegretario al lavoro e alle politiche sociali Claudio Durigon;

   in particolare, l'interrogante chiedeva aggiornamenti circa la ripartizione delle risorse del Pnrr per la Missione 5 – Inclusione e Coesione, Componente M5C2, Ambito di intervento 2, Investimento 2.2. a Piani Urbani Integrati – Superamento degli insediamenti abusivi per combattere lo sfruttamento dei lavoratori in agricoltura;

   il Sottosegretario illustrava gli aggiornamenti del tavolo di coordinamento istituito presso il Ministero per sostenere e accompagnare le Amministrazioni comunali nel lavoro di elaborazione delle strategie e di predisposizione dei documenti (a partire dai piani di azione locale) richiesti dalle procedure e linee guida per accedere ai finanziamenti sulla specifica missione in esame del Pnrr, a partire dalla realizzazione delle misure finalizzate al superamento degli insediamenti. In particolare il Sottosegretario si soffermava sulle iniziative finalizzate a superare l'insediamento di Borgo Mezzanone e consentire la ricollocazione dei lavoratori nelle nuove unità abitative;

   in particolare, il Sottosegretario indicava giugno 2023, nel rispetto della tempistica di attuazione del Pnrr, come scadenza entro cui si sarebbe provveduto alla stipula delle convenzioni con i comuni;

   a quanto risulta all'interrogante, negli insediamenti dei braccianti agricoli in provincia di Foggia persistono situazioni di estremo disagio. La maggior parte di loro vive ancora in baracche prive di servizi essenziali come acqua potabile e infrastrutture per la raccolta dei rifiuti, insieme a familiari e minori in condizioni di estrema marginalità sociale –:

   quale sia lo stato di avanzamento dei progetti di superamento degli insediamenti abusivi per contrastare lo sfruttamento dei lavoratori in agricoltura previsti dal Pnrr e, in particolare, se in il Ministro interrogato, alla luce degli evidenti ritardi nell'attuazione del piano non intenda assumere iniziative urgenti di competenza.
(5-01419)


   SCHIFONE, RIZZETTO, COPPO, GIOVINE, MALAGOLA, MASCARETTI, MATTEONI, VOLPI e ZURZOLO. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   l'editore dell'agenzia di stampa Dire ha annunciato, lo scorso 25 settembre 2023, l'avvio di una procedura di licenziamento che prevede 28 esuberi: 15 giornalisti e 13 grafici;

   tale decisione arriva dopo quasi due anni di contratti di solidarietà durante i quali i giornalisti hanno sacrificato una consistente parte della loro retribuzione, per la salvaguardia dei livelli occupazionali. Sacrifici resi ancora più gravosi dai pagamenti tardivi delle retribuzioni, oltretutto, liquidate, nell'ultimo anno, quasi sempre in due soluzioni;

   l'Assemblea dei redattori dell'Agenzia Dire ha ritenuto inaccettabili e illegittimi questi licenziamenti, rilevando inoltre la lacunosità e la carenza di motivazione della procedura di licenziamento attivata dall'azienda. Tra l'altro, questa decisione è intervenuta in prossimità dell'avvio della nuova normativa che interessa il settore dell'informazione primaria;

   si ritiene dunque necessario adottare urgenti iniziative affinché vengano tutelati i lavoratori coinvolti e salvaguardati i livelli occupazionali, di un settore fondamentale per l'informazione. Al riguardo, infatti, si evidenzia che l'attività svolta dalle agenzie di stampa è di primario rilievo non solo nell'ambito del pluralismo dell'informazione, ma anche per le istituzioni –:

   se e quali iniziative di competenza intenda adottare a tutela dei lavoratori e dei livelli occupazionali dell'agenzia di stampa Dire.
(5-01420)


   FOSSI, SCOTTO, GRIBAUDO, LAUS e SARRACINO. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   è notizia di queste ore la Maxi operazione del Ros in Sardegna, con 32 arresti per associazione a delinquere di tipo mafioso, associazione segreta, associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, abuso d'ufficio, rivelazione di segreto d'ufficio, corruzione aggravata dal metodo mafioso, peculato e procurata inosservanza di pena aggravata dal metodo mafioso, nell'ambito dell'operazione definita «Monte Nuovo»;

   nel corso dell'operazione sono stati sequestrati ingenti somme di denaro in contanti, munizioni, oltre 130 kg di marijuana;

   l'organizzazione criminale avrebbe interferito nell'attività delle amministrazioni pubbliche e procurato voti in occasione delle elezioni;

   tra le persone coinvolte in questa inchiesta risulta anche il presidente e amministratore delegato di Anpal Servizi, Massimo Temussi;

   il dottor Temussi ha ricoperto la carica di consulente della Ministra interrogata dal 19 gennaio 2023 al 10 marzo 2023;

   lo scorso 9 marzo, l'assemblea dei soci di Anpal servizi, ha proceduto alla nomina del dottor Temussi a presidente della società;

   il 14 febbraio, dopo soli 8 mesi dalla nomina dei precedenti vertici, la Ministra interrogata, d'intesa con il Ministro dell'economia e delle finanze ha firmato un decreto di decadenza dei vertici della società, all'insegna del più spietato spoil system, per far posto al suo consulente: già nell'aprile scorso si era avuto notizia di un'indagine che vedeva indagato il Presidente della Regione Solinas, in relazione alle nomine di competenza regionale, e altre 19 persone, tra cui Massimo Temussi;

   Anpal Servizi, il cui azionista unico è il Ministero dell'economia e delle finanze, opera come ente strumentale dell'ANPAL, l'agenzia vigilata dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali, che ne determina gli indirizzi e obiettivi per la promozione dell'occupazione in Italia e all'estero;

   successivamente, ai sensi dell'articolo 3, commi 1-14, del decreto-legge 22 giugno 2023, n. 75, si è provveduto alla soppressione dell'ANPAL e al trasferimento delle sue competente e strutture all'interno del Ministero del lavoro e delle politiche sociali;

   una soluzione più che opinabile, ma che dimostra il costante interesse della Ministra interrogata nella gestione di tali delicate funzioni, con particolare riferimento agli assetti organizzativi degli enti in questione;

   pur nel pieno rispetto del principio di innocenza, non si può non rilevare come la credibilità di funzioni di tale rilevanza sociale non può essere compromessa da addebiti tanto gravi –:

   quali urgenti iniziative intenda assumere al fine di restituire certezza e credibilità alla gestione della società Anpal Servizi.
(5-01421)


   CAROTENUTO, BARZOTTI, AIELLO e TUCCI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   la crisi economica e sociale che il nostro Paese sta attraversando si è ripercossa sui livelli occupazionali, specie su quei lavoratori con contratti precari, atipici, a chiamata, molti dei quali esclusi dal sistema di protezione degli ammortizzatori sociali. Tra questi vanno menzionate le migliaia di lavoratori, gran parte dipendenti di società cooperative, addetti da diversi anni ai servizi di manovalanza e facchinaggio presso gli enti, le basi e i reparti dell'Amministrazione della difesa;

   le loro prestazioni hanno garantito e continuano a garantire lo svolgimento di attività proprie del Ministero della difesa non più eseguite da personale interno e ritenute essenziali ai fini dell'operatività delle strutture militari presso le quali prestano la loro opera;

   gran parte dei servizi ai quali sono addetti questi lavoratori precari è di carattere continuativo e permanente nel tempo e, nella stragrande maggioranza dei casi, tali tipologie di prestazioni si configurano per orari e modalità di organizzazione come lavoro subordinato tra l'Amministrazione della difesa e questi lavoratori. Ciononostante, questo personale ha aperto una vertenza sindacale e si è avvalso dell'assistenza legale per l'ottenimento della maggiorazione del 25 per cento prevista quando si superano le 56 ore mensili, arrivando anche ad essere impiegato per 100 ore. Le cooperative hanno percepito l'aumento come da tabelle rilasciate dal Ministero del lavoro di quasi 2 euro, andando così ad intaccare il monte ore con un ulteriore aggravio in busta paga;

   avere in forza effettiva organica, presso il Dicastero della difesa, il personale operaio precario – gran parte dipendente di società cooperative e da più di trenta anni addetto ai servizi di manovalanza e di facchinaggio presso gli enti, le basi e i reparti dell'Amministrazione della difesa, sarebbe oltremodo vantaggioso sia a livello economico, sia per la tempestività con la quale potrebbe portare a termine determinate tipologie di lavori, soprattutto stante l'attuale aumento delle attività proprie del Ministero della difesa da un lato, e la carenza di personale interno atto a tali mansioni dall'altro –:

   se sia a conoscenza dei fatti citati in premessa e quale siano, per gli aspetti di competenza, le sue valutazioni in merito, anche tenuto conto che, fermo restando le esigenze legate alla stabilità dei conti pubblici, l'assunzione a tempo indeterminato dei lavoratori citati appare necessaria e urgente, anche per consentire un miglioramento delle loro condizioni di vita.
(5-01422)


   MARI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   la normativa che ha controriformato il reddito di cittadinanza prevede che gli occupabili dal 1° settembre 2023 possano iscriversi alla piattaforma per richiedere il supporto per la formazione e il lavoro (Sfl) che, se rispettati alcuni requisiti, darà diritto ad una indennità pari a 350 euro al massimo per 12 mensilità con l'obbligo di frequenza di corsi di formazione e accettando le offerte di lavoro ricevute;

   la domanda per accedere al Sfl si effettua attraverso lo SPID sul sito dell'Inps o attraverso i patronati;

   da articoli di stampa emerge che in diversi casi siano stati caricati nella piattaforma anche corsi di formazione già scaduti nel 2022, in altre realtà i corsi di formazione non sono affatto presenti e in altri non sarebbero ancora attivi, alcuni «da definire», altri partiranno nel 2024;

   la Ministra interrogata, presentando la piattaforma a inizio settembre, ha citato 52.798 offerte formative per una platea potenziale di almeno 600 mila di possibili fruitori e 25.691 annunci per circa sessantamila opportunità di lavoro ma l'impressione dell'interrogante è che tali numeri, epurati dai corsi già scaduti e da quelli non ancora attivi, possano risultare fortemente ridimensionati;

   il Paese sta procedendo a macchia di leopardo, con il solito divario Nord-Sud: il presidente di Forma.re, che rappresenta molti enti di formazione siciliani ha infatti dichiarato che in Sicilia non ci sarebbero corsi attivi prima di febbraio 2024, così come risultano ancora da avviare i corsi in Campania, Puglia, Sardegna, Molise e Calabria, con la conseguenza che un numero elevato di persone tra le quasi 200 mila che in estate sono state private del reddito di cittadinanza, resterà per mesi senza alcuna forma di sostegno al reddito;

   il responsabile Caritas in Campania ha denunciato come in pochi mesi il numero dei pasti serviti sia più che raddoppiato e che spendono migliaia di euro in più per aiutare le famiglie a comprare i libri scolastici, le spese sanitarie, gli affitti e le utenze;

   la scelta di escludere i centri per l'impiego dalla piattaforma non ha aiutato l'utenza ad orientarsi e ha disincentivato la partecipazione, sovraccaricando i patronati di ulteriori carichi di lavoro senza riconoscere alcun rimborso per cui sarebbe opportuno che tali servizi venissero inseriti nel paniere degli statisticabili –:

   quali iniziative intenda assumere affinché nella piattaforma Sfl siano presenti corsi di formazione immediatamente e realmente fruibili dall'utenza, dal momento che soltanto l'iscrizione ai suddetti corsi dà diritto all'indennità di 350 euro.
(5-01423)

SALUTE

Interrogazione a risposta orale:


   DI LAURO, AMATO, PAVANELLI e FEDE. — Al Ministro della salute, al Ministro per gli affari regionali e le autonomie. — Per sapere – premesso che:

   l'agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali – Agenas, con deliberazione del Direttore generale n. 399 del 14 settembre 2023, ha costituito il gruppo di lavoro per la definizione delle linee di indirizzo per l'attivazione e l'attuazione delle case della comunità (CdC);

   sul proprio sito, l'Agenas ha dichiarato che questo gruppo di lavoro, multidisciplinare e multiprofessionale, comprende tutti i portatori di interesse coinvolti;

   duole constatare che tale dichiarazione non corrisponde al vero;

   infatti, come denunciato dal presidente dell'ordine degli psicologi, questa categoria, oltre, ad esempio, a quella dei farmacisti, è stata inspiegabilmente esclusa;

   sono stati inclusi sindacati, regioni e persino terzo settore, mentre degli psicologi, che dovrebbero svolgere un ruolo di primaria importanza nell'ambito dell'assistenza socio-sanitaria di prossimità, non viene fatta alcuna menzione;

   il presidente dell'Agenas, una volta rilevate queste dimenticanze, ha dichiarato: «l'Agenzia ha in animo di realizzare il miglior documento possibile e, pertanto, la condivisione dello stesso con i vari stakeholder dell'assistenza sanitaria territoriale ed in particolare con tutti gli operatori e/o i loro rappresentanti coinvolti all'interno delle case di comunità, è già prevista all'interno del nostro programma di lavoro. [...] Allo stesso modo, però, ritengo che i componenti che sono stati indicati nella delibera – e le Istituzioni che essi rappresentano – abbiano tutta la competenza necessaria per implementare un documento in linea con i bisogni di salute dei cittadini/pazienti. Dunque, in conclusione, al momento opportuno ci sarà il modo per confrontarci ed indicare eventuali suggerimenti. In proposito invito sin d'ora coloro che lo vorranno fare a prendere contatto con l'ufficio comunicazione della nostra Agenzia.»;

   si vuole sottolineare in questa sede che l'attuazione delle case di comunità è prevista dalla missione 6 componente 1 del Piano nazionale ripresa e resilienza (PNRR) e dal decreto ministeriale del 23 maggio 2022 n. 77, il quale cita la professione psicologica in più punti trattando dell'assistenza sanitaria territoriale;

   l'assenza degli psicologi nel gruppo di lavoro, ad avviso degli interroganti, è una scelta strategica chiara: si vuole evitare di portare il punto di vista della professione psicologica all'interno della discussione sulle case di comunità che costituiranno il pilastro attorno al quale verrà costruita la sanità territoriale;

   questa impostazione stride fortemente con gli atti di indirizzo ministeriale e con quelli che sono gli obiettivi del Pnrr: si rischia un'esclusione strategica della professione psicologica dalla sanità territoriale, non voluta e non prevista dal legislatore, con gravissimi rischi a lungo termine sul trattamento della salute mentale della popolazione, già messa a durissima prova a seguito dell'emergenza epidemiologica;

   infatti, sono stati approvati diversi atti di indirizzo bipartisan sul tema della salute mentale e sembrerebbe quantomeno opportuno includere esponenti del mondo della psicologia nella riforma dell'assistenza sanitaria territoriale –:

   se siano a conoscenza di quanto esposto in premessa;

   se non si ritenga importante la presenza di tutte le professioni socio-sanitarie nel gruppo di lavoro inerente all'attuazione delle case di comunità, in particolare esponenti dell'ordine degli psicologi;

   quali iniziative di competenza si intenda intraprendere al fine di porre rimedio alle esclusioni citate in premessa.
(3-00708)

Interrogazione a risposta in Commissione:


   MALAVASI. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   l'osteopatia, benché sia stata individuata come professione sanitaria dalla legge n. 3 del 2018, non ha ad oggi ancora terminato il proprio iter di attuazione;

   non è infatti ancora stato delineato il percorso formativo in osteopatia, con l'emanazione del decreto sulla formazione universitaria, necessario per concludere l'iter della legge;

   nonostante siano passati oltre cinque anni dall'approvazione della legge suddetta, il termine per l'adozione del decreto è stato costantemente oggetto di proroghe, da ultima quella contenuta nel decreto-legge 29 dicembre 2022, n. 198, che ha fissato un'ulteriore scadenza al 30 giugno 2023;

   da tale scadenza sono trascorsi tre mesi e, nonostante le numerose rassicurazioni, il provvedimento attuativo non è stato ancora emanato;

   il ritardo nell'attuazione della legge si riflette sulla vita professionale e personale delle migliaia di osteopati che quotidianamente assistono milioni di pazienti sull'intero territorio nazionale. La figura dell'osteopata nel corso degli anni è riuscita a farsi riconoscere come una risorsa preziosa per il nostro Servizio sanitario nazionale, all'interno di un team multidisciplinare per una gestione del paziente che realmente metta la sua salute al centro dell'obiettivo di cura e di promozione della salute –:

   quali siano le ragioni di tale ritardo e con quali tempistiche si concluderà l'attuazione della legge n. 3 del 2018, riconoscendo giusta e meritata dignità professionale agli osteopati.
(5-01432)

Apposizione di firme ad una interrogazione.

  L'interrogazione a risposta immediata in Assemblea Foti e altri n. 3-00703, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 3 ottobre 2023, deve intendersi sottoscritta anche dai deputati: Giorgianni, Tremaglia.

Ritiro di documenti del sindacato ispettivo.

  I seguenti documenti sono stati ritirati dai presentatori:

   interpellanza Baldino n. 2-00174 del 12 giugno 2023;

   interpellanza urgente Lupi n. 2-00223 del 14 settembre 2023;

   interrogazione a risposta scritta Borrelli n. 4-01643 del 27 settembre 2023;

   interrogazione a risposta in Commissione Fossi n. 5-01402 del 28 settembre 2023.