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Resoconto dell'Assemblea

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XIX LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Mercoledì 22 marzo 2023

ATTI DI INDIRIZZO

Risoluzioni in Commissione:


   La IV Commissione,

   premesso che:

    Il programma pluriennale di acquisizione del sistema «Forza NEC-Network enabled capability», è uno di quei programmi della Difesa in corso di esecuzione sui quali si è concentrata da tempo l'attenzione della Commissione difesa, sia per la rilevanza dell'impegno finanziario previsto in questo investimento, sia per il carattere fortemente innovativo e tecnologico del progetto. Il progetto è volto a realizzare uno strumento militare adatto ad operare in ambienti interforze e multinazionali dotando le diverse unità operative schierate in campo, dai posti di comando alle varie piattaforme (carri armati, veicoli di trasporto truppe, sistemi di ricognizione, semoventi di artiglieria) fino al singolo soldato, di opportuni sistemi digitali di elaborazione e di comunicazione, pienamente integrati ed interoperabili tra di loro;

    l'avvio del programma è stato approvato dalla Commissione difesa della Camera nel corso della seduta dell'8 aprile 2009 e, successivamente, la IV Commissione con la propria attività conoscitiva (indagini conoscitive ed audizioni) ha monitorato lo sviluppo e l'attuazione del programma, anche alla luce del contesto strategico di riferimento in perenne cambiamento;

    in quanto teso all'acquisizione di capacità operative e tecnologiche completamente digitalizzate e come tali in grado di sfruttare le opportunità offerte dalle moderne tecnologie il programma «Forza Nec» ha catalizzato nel tempo altri programmi di procurement della Difesa, come il programma SIACCON (Sistema Automatizzato di Comando e Controllo), il SICCONA (Sistema di Comando, Controllo e Navigazione), il BFSA (Blue Force Situational Awareness) e, da ultimo, il programma Soldato futuro, volto ad incrementare le capacità di sopravvivenza della fanteria attraverso la fornitura di una serie di strumenti, quali vestiario, equipaggiamento di protezione e nuovi sistemi d'arma, all'altezza dei nuovi e complessi teatri operativi;

    in relazione al programma Soldato futuro (ora Soldato sicuro), la Commissione Difesa della Camera nel corso della seduta del 13 novembre 2019, si è da ultimo pronunciata favorevolmente sul programma pluriennale di Ammodernamento e Rinnovamento n. SMD 01/2019, volto all'acquisizione di 65.695 sistemi «Soldato sicuro», composto da materiali (items) che rappresentano lo stato dell'arte della migliore tecnologia disponibile, da impiegare a seconda del profilo di missione, e definiti secondo un approccio incrementale ed evolutivo;

    questa componente comprende materiale atto a garantire non solo la piena operatività del soldato, ma anche – strettamente legata a questa – la sua capacità di resistenza a eventi esterni che impattano anche sul suo stato fisico e di salute. In particolare infatti il materiale è suddiviso in: pacchetto base, che contempla tutti gli item considerati essenziali (mimetica, stivaletti, sopravvestito per la protezione dalle intemperie); pacchetto Cold, che consente alle unità di operare in condizioni climatiche estreme di bassa temperatura ed in ambienti montani; pacchetto Flame retardant, specificatamente sviluppato e progettato per il personale che opera a bordo dei mezzi blindo/corazzati; accessori che si configurano quali dispositivi di protezione individuale, come cuffie antirumore, occhiali balistici, protezioni per il volto, guanti, ginocchiere e gomitiere ed apparati termici;

    come si vede dall'elenco dei dispositivi ad oggi compresi nella dotazione del «Soldato sicuro», inclusi quelli più specifici riferiti alla cosiddetta componente sopravvivenza, manca la specifica previsione di dispositivi atti a monitorare in tempo reale lo stato di salute complessivo del combattente appiedato e la sua conseguente «presenza sul campo» in contesti difficili o comunque tali da richiedere la piena disponibilità e conseguente ottimale performance delle sue risorse anzitutto fisiche, rigorosamente e oggettivamente misurate sulla base di parametri medici standard richiesti per un impegno non ordinario, e tali da integrare una vera e propria componente «salute»;

    di fatto, si rileva quindi come all'interno delle cinque componenti in cui sono strutturati i citati Sistemi Individuali di Combattimento manchi attualmente un sistema integrato ad hoc, tale da configurare una apposita componente salute, in grado di monitorare in modo continuativo i parametri vitali e di prevenire/rilevare alterazioni dello stato di salute più o meno gravi che possano mettere a rischio la vita o quantomeno compromettere il benessere fisico del soldato;

    appare pertanto necessario che quanto prima la Difesa includa in questa importante fase di rafforzamento degli strumenti di protezione del «Soldato futuro» anche il progetto Healthy Soldier, frutto della collaborazione fra il Dipartimento di medicina dei sistemi dell'Università di Roma Tor Vergata e il Dipartimento di neurologia della Miami Miller School of Medicine di Miami, Florida, una qualificata équipe operante nell'ambito di un gruppo di ricerca clinica e di base a sviluppo multidisciplinare che ha prodotto più di duecento lavori internazionali, destinataria di numerosi riconoscimenti nazionali e internazionali, fra l'American Heart Association e il National Institute of Health; il team medico citato ha altresì fondato insieme agli ingegneri informatici dell'Università di Tor vergata un centro di ricerca IC-LOC (Interdisciplinary Center for Advanced Studies on Lab-on-Chip and Organ-on-chip Applications) per lo studio delle funzioni fisiologiche e patologiche dell'organismo umano attraversi l'uso di chip e di sensori, che è alla base del progetto Healthy Soldier;

    gli obiettivi primari del progetto Healthy Soldier consistono: nella prevenzione o rilevazione delle condizioni patologiche acute (ivi incluse quelle potenzialmente letali, come le aritmie cardiache), con conseguente possibilità di intervenire tempestivamente dal punto di vista medico e terapeutico e di salvare la vita e/o migliorare la prognosi del soldato; nella raccolta ed analisi dei dati relativi allo stato di salute del soldato (a medio e lungo termine), al fine di rilevare tempestivamente eventuali variazioni dello stato di salute subacute o croniche (COVID-19, epidemie sconosciute riferite specificamente ai territori della missione) e di mettere in atto le strategie cliniche e terapeutiche per il mantenimento dello stato di salute ottimale del soldato; la raccolta ed analisi dei dati relativi allo stato di salute del soldato (a medio e lungo termine) a fini epidemiologici e di ricerca scientifica;

    per il raggiungimento di tali obiettivi il progetto Healthy Soldier propone l'utilizzo di wearable devices comprensivi di sensori in grado di monitorare i principali parametri vitali del soldato nelle diverse condizioni a cui è sottoposto durante le operazioni; nel contempo l'analisi dei dati raccolti è effettuata mediante l'utilizzo di appositi algoritmi che permettono di stabilire lo stato di salute del soggetto;

    rilevato che nell'ultimo Documento programmatico pluriennale della Difesa trasmesso al Parlamento e relativo al triennio 2022-2024 la Difesa fa presente che «è in corso la specifico iter d'approvazione per un secondo documento finalizzato all'avvio di un'ulteriore tranche acquisitiva del programma Soldato sicuro», è evidente che il progetto Healthy Soldier, attraverso la creazione e l'implementazione nei termini descritti di una apposita «componente salute», nascente dal complesso lavoro del team di ricerca citato, appare pienamente atto ad integrare e ottimizzare gli obiettivi previsti dal citato progetto Soldato sicuro, già approvato dal Parlamento, garantendo la salute del militare e standard di benessere psicofisico che sono parte integrante del concetto di sicurezza del soldato e di massimizzazione dell'operatività dello stesso nel contesto bellico,

impegna il Governo

ad avviare ogni iniziativa di propria competenza affinché la Difesa possa quanto prima integrare e ottimizzare gli obiettivi del programma «Soldato sicuro», già autorizzato dal Parlamento, con i risultati del prestigioso lavoro di ricerca Healthy Soldier, anche attraverso la stipula di un apposito protocollo d'intesa che tenga conto delle specifiche esigenze dello strumento militare e del suo impiego in contesti operativi sempre più complessi.
(7-00075) «Saccani Jotti, Minardo, Carrà».


   La IX Commissione,

   premesso che:

    90 per cento del traffico merci mondiale viaggia attraverso il mare, il 98 per cento delle telecomunicazioni digitali viaggia attraverso dorsali marine e i cavi sottomarini si estendono per oltre 1,2 milioni di chilometri;

    oltre l'80 per cento dei fondali marini è ancora inesplorato, l'Italia si estende per 8000 chilometri di coste al centro del mar Mediterraneo e il rapporto frontiera Marittima/frontiera terrestre è di 7:1;

    l'Italia occupa la seconda posizione in Europa per ciò che attiene ai trasporti marittimi, la terza nella cantieristica navale, nel turismo costiero, nelle risorse marine non biologiche; la nostra nazione è al quarto posto per risorse biologiche marine, al quinto posto nelle attività portuali;

    tali circostanze impongono di migliorare l'attuale trend, specialmente per ciò che attiene alle attività portuali e di intraprendere azioni efficaci di tutela delle nostre risorse marine, biologiche e non;

    l'agenzia europea per la sicurezza marittima (EMSA), istituita con Regolamento (CE) n. 1406 del 2002 del Parlamento europeo e del Consiglio del 27 giugno 2002, ha il precipuo compito di fornire consulenza tecnica e assistenza operativa per migliorare la protezione dei mari, la preparazione e l'intervento in caso di inquinamento e la sicurezza marittima;

    L'EMSA, per regolamento istitutivo, fornisce alla Commissione, ai Governi e alle Autorità informazioni dettagliate e affidabili per intervenire efficacemente al fine di migliorare la sicurezza marittima nel suo complesso e per implementare le regole di prevenzione dell'inquinamento causato dalle navi. Assiste, inoltre, la Commissione nel costante processo di aggiornamento e sviluppo della legislazione comunitaria in materia di sicurezza marittima e prevenzione dell'inquinamento causato dalle navi, sì da permettere agli Stati membri di avviare le iniziative necessarie per migliorare le misure in vigore e valutarne l'efficacia. Per svolgere i compiti che le sono assegnati, l'EMSA effettua visite negli Stati membri e svolge ispezioni per conto della Commissione;

    la sede centrale dell'Agenzia è a Lisbona, ma l'articolo 5, comma 3, del Regolamento istitutivo, il cui contenuto è ribadito nello statuto di istituzione, al Capitolo Secondo, recita quanto segue:

     «Su richiesta della Commissione, il consiglio di amministrazione può decidere, con l'accordo e la cooperazione degli Stati membri interessati e tenendo nel debito conto le implicazioni sul bilancio, ivi compresi gli eventuali contributi che gli Stati membri interessati possano erogare, di istituire i centri regionali necessari per svolgere, nel modo più efficiente ed efficace, taluni compiti dell'Agenzia. Nel prendere tale decisione, il consiglio di amministrazione definisce il preciso ambito di applicazione delle attività del centro regionale, evitando nel contempo inutili oneri finanziari e rafforzando la cooperazione con le esistenti reti regionali e nazionali»;

    l'istituzione di un centro regionale in Italia rappresenterebbe una grande occasione per la nostra nazione sotto numerosi profili, anche occupazionali;

    la regione Campania proponeva la candidatura Napoli quale sede di un centro regionale dell'EMSA;

    la conferenza delle regioni deliberava all'unanimità, in data 17 gennaio 2019, il proprio sostegno alla candidatura di Napoli e della regione Campania;

    quest'ultima, con deliberazione della G.R. n. 517 del 22 novembre 2021 confermava la propria volontà di sostenere Napoli come sede EMSA per il Mediterraneo ed approvava il relativo Protocollo d'Intesa con l'Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centrale (AdSPTC), già sottoscritto il precedente 23 novembre 2021;

    nonostante l'impegno e le potenzialità della candidatura di Napoli quale sede di un centro regionale dell'Agenzia europea per la sicurezza marittima, non risulta essere stata inoltrata alcuna richiesta ufficiale di detta candidatura da parte dai precedenti Governi, nei confronti della Commissione europea;

    non risulta, quindi, che sia stata mai avviata una fase di approfondimento e valutazione della candidatura, né in sede italiana, né tantomeno in quella europea in ordine alla possibilità di istituire una sede dell'Emsa a Napoli;

    superfluo evidenziare che i risvolti positivi della predetta istituzione vanno annoverati: l'impulso che questa istituzione comporterebbe alle Aziende che operano nel settore Spazio in Italia e nel Mezzogiorno, tenuto conto dell'attrazione che una tale Infrastruttura svolgerebbe per nuovi insediamenti industriali. Il tutto in connessione con il Programma Space Economy PNRR e Fondo complementare (2.7 G€) oltre alle risorse previste nel Bilancio Europeo 2021-2027;

    l'Italia rappresenta l'Europa nel Mare Mediterraneo e, in chiave strategica, l'istituzione di una sede decentrata dell'Agenzia comporterebbe dei vantaggi notevoli, anche sotto il profilo logistico,

impegna il Governo

ad adottare ogni opportuna iniziativa al fine di vagliare la possibilità di istituire una sede regionale dell'Emsa in Italia e nel qual caso di sostenere la città di Napoli quale Centro regionale del Mediterraneo dell'agenzia europea per la sicurezza marittima.
(7-00077) «Deidda, Cangiano, Ciocchetti, Frijia, Amich, Almici, Raimondo, Gaetana Russo, Sbardella, Longi, Marchetto Aliprandi, Polo, Di Giuseppe, Ciaburro».


   La X Commissione,

   premesso che:

    l'articolo 2, comma 6, della legge n. 481 del 1995, prevede che l'Arera, l'Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente, svolga attività consultiva e di segnalazione al Governo nelle materie di propria competenza;

    il decreto legislativo n. 102 del 2014 ha attribuito ad Arera specifici poteri di regolazione e controllo nel settore del teleriscaldamento;

    nell'esercitare tali poteri, Arera persegue la promozione della concorrenza, nonché dello sviluppo del settore, nella prospettiva di una maggiore efficienza del servizio e di tutela degli utenti;

    anche nel settore del teleriscaldamento Arera esercita i poteri di controllo, ispezione e sanzione previsti dalla citata legge n. 481 del 1995, in analogia a quanto già avviene negli altri settori regolati;

    l'articolo 10, comma 17, lettera e), del suddetto decreto legislativo n. 102 del 2014, prevede che Arera definisca le tariffe di cessione del calore esclusivamente nei casi di nuove reti di teleriscaldamento, qualora sussista l'obbligo di allacciamento alla rete di teleriscaldamento, imposto da comuni o regioni;

    in ambito nazionale non vi sono ad oggi reti di teleriscaldamento caratterizzate dall'obbligo di allacciamento degli utenti e, pertanto, i prezzi non sono soggetti a regolamentazione da parte di Arera;

    nel settore del teleriscaldamento il prezzo del servizio è in genere determinato sulla base delle seguenti metodologie: a) la metodologia del costo evitato, che prevede di fissare il prezzo in modo da riflettere i costi sostenuti per il soddisfacimento dei propri fabbisogni termici attraverso un servizio di climatizzazione alternativo, in genere, una caldaia alimentata a gas naturale; b) la metodologia cost plus, che prevede di fissare il prezzo sulla base dei costi sostenuti dall'esercente per la fornitura del servizio comprensivo di una adeguata valorizzazione del capitale investito;

    nelle realtà in cui il prezzo è determinato sulla base del costo evitato, a partire dall'ultimo trimestre del 2021 si è verificata una crescita significativa dei prezzi del servizio di teleriscaldamento per effetto dell'incremento delle quotazioni del gas naturale anche laddove una quota rilevante del calore è prodotta da impianti di generazione alternativi a costo minore, tra cui in particolare impianti di termovalorizzazione, che non hanno subito un corrispondente incremento dei costi di produzione dell'energia termica;

    sempre nelle realtà in cui il prezzo del servizio è determinato sulla base del costo evitato, si rileva inoltre anche un'elevata eterogeneità dei prezzi, nonostante l'applicazione di tale metodologia dovrebbe portare a risultati pressoché equivalenti;

    a fronte di questa situazione, Arera con delibera del 1° marzo 2022 (80/2022/R/TLR), ha avviato una indagine conoscitiva sull'evoluzione dei prezzi e dei costi del servizio di teleriscaldamento al fine di disporre degli elementi informativi necessari a:

     a) valutare la congruità dei parametri adottati dagli esercenti per l'applicazione della metodologia del costo evitato, al fine di verificare l'effettiva corrispondenza del prezzo del servizio di teleriscaldamento con il costo che l'utente avrebbe sostenuto utilizzando un sistema di climatizzazione alternativo;

     b) valutare gli effetti dell'incremento delle quotazioni del prezzo del gas naturale sui prezzi e sui costi del servizio di teleriscaldamento, in modo da consentire una valutazione dell'impatto delle metodologie di determinazione del prezzo del servizio sul benessere sociale complessivo e sull'efficienza allocativa;

     c) quantificare gli switching cost per il passaggio a servizi di climatizzazione alternativi, in modo da valutare l'efficacia della concorrenza ex post (nella fase successiva all'attivazione del servizio);

     d) valutare l'opportunità di una segnalazione al Governo e al Parlamento per promuovere l'introduzione di una regolazione cost reflective delle tariffe del servizio di teleriscaldamento;

    con deliberazione del 2 novembre 2022 547/2022/R/TLR, Arera ha chiuso la suddetta indagine conoscitiva ed approvato il documento recante «Esiti dell'indagine conoscitiva sull'evoluzione dei prezzi e dei costi del servizio di teleriscaldamento»;

    in esito alla suddetta indagine conoscitiva, Arera ha constatato due profili di criticità in relazione alle dinamiche di mercato e all'equità dei prezzi del servizio di teleriscaldamento e più precisamente: a) «con riferimento alle dinamiche di mercato, i prezzi applicati dagli esercenti del servizio di teleriscaldamento sono risultati in genere superiori al costo di erogazione di un servizio equivalente tramite caldaia a gas»; b) «con riferimento all'equità dei prezzi applicati, in alcune reti, caratterizzate da un significativo utilizzo di impianti di termovalorizzazione per la produzione di energia termica, si è determinata una progressiva divaricazione tra costi e ricavi del servizio in quanto, all'incremento dei ricavi, non è seguita una corrispondente crescita dei costi variabili di produzione»;

    tali criticità sono ribadite e sviluppate nelle «Proposte di intervento» del documento recante gli esiti dell'indagine conoscitiva, ai punti 6.1 e 6.5 di seguito riportati:

     «6.1 Nell'ambito dell'indagine conoscitiva sono emerse alcune potenziali criticità per il settore. In primo luogo, i prezzi del servizio di teleriscaldamento sembrano in genere superiori al costo evitato di una caldaia a gas, che dovrebbe invece rappresentare il prezzo massimo applicabile [...]»;

     «6.5 Oltre a quanto evidenziato in merito al funzionamento del mercato, [...] sono emerse delle potenziali criticità in merito all'equità dei prezzi applicati. [...] Nelle reti caratterizzate dall'utilizzo di fonti energetiche con bassi costi variabili (rifiuti e geotermico), all'incremento dei prezzi del servizio (tipicamente indicizzati alle quotazioni del gas naturale) non è seguito un corrispondente aumento dei costi variabili di produzione. La divaricazione tra il livello di costi e ricavi ha determinato una crescita significativa dei margini destinati alla remunerazione del capitale investito, con potenziali extraprofitti per gli operatori del settore»;

    al fine di contribuire al superamento delle criticità riscontrate nel funzionamento del mercato e di assicurare l'equità dei prezzi del servizio, Arera individua una possibile soluzione «nell'introduzione di una regolazione cost reflective dei prezzi del servizio di teleriscaldamento» per la quale «l'Autorità potrebbe definire i criteri generali per la determinazione delle tariffe, comprensivi delle modalità di recupero dei costi di capitale e dei costi operativi, nonché dei criteri di separazione contabile per l'attribuzione dei costi comuni a più attività» (punto 6.6);

    per Arera, nei sistemi di teleriscaldamento caratterizzati da minori costi di produzione di energia termica, come appunto quelli alimentati da termovalorizzatori o fonti geotermiche, mediante la definizione di tariffe regolate cost-reflective «sarebbe inoltre possibile trasferire parte dei benefici agli utenti, con positive ricadute economiche e sociali.» (punto 6.7);

    in conclusione del documento, Arera sottolinea come «le attuali modalità di determinazione del prezzo del servizio non consentono di valorizzare adeguatamente le esternalità ambientali, con potenziali disincentivi all'innovazione tecnologica del settore [...]. La definizione di tariffe cost reflective potrebbe consentire la corretta internalizzazione dei benefici ambientali e la conseguente realizzazione di investimenti che non risultano attualmente sostenibili in un'ottica privata, pur essendo efficienti da un punto vista sociale.» (punto 6.8);

    sempre con riferimento ai servizi resi mediante le reti di teleriscaldamento, l'articolo 1, comma 16, della legge 29 dicembre 2022, n. 197 (legge di bilancio 2023), in parziale deroga alla disciplina sull'imposta sul valore aggiunto, estende l'aliquota Iva ridotta al 5 per cento anche alle forniture di servizi di teleriscaldamento contabilizzate nelle fatture emesse per i consumi stimati o effettivi dei mesi di gennaio, febbraio e marzo dell'anno 2023;

    l'Iva al 5 per cento permette di applicare anche al teleriscaldamento una delle principali misure di mitigazione delle conseguenze dell'aumento dei prezzi. La proposta risponde a criteri di equità e appare economicamente sostenibile, considerando che, secondo i dati forniti da Arera, il teleriscaldamento rappresenta solo il 3 per cento del mercato della climatizzazione;

    si rammenta che dal 1° dicembre 2022 la tariffa del teleriscaldamento è aumentata dell'11,76 per cento, e l'incremento rispetto al settembre scorso è stato del 21,63 per cento mentre rispetto al gennaio 2021 del 108,18 per cento quindi più che raddoppiato. Da qui è emersa la necessità di un intervento rapido sull'aliquota Iva che con gli attuali costi funziona come moltiplicatore a carico delle famiglie,

impegna il Governo:

   a recepire le proposte di intervento contenute nel documento «Esiti dell'indagine conoscitiva sull'evoluzione dei prezzi e dei costi del servizio di teleriscaldamento», approvato dall'Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente con deliberazione del 2 novembre 2022, n. 547/2022/R/TLR, attraverso l'adozione di opportune iniziative legislative finalizzate a regolare le tariffe dei servizi di teleriscaldamento sulla base di un sistema cost-reflective dei prezzi del servizio, dando mandato alla stessa Autorità di definire i criteri generali per la determinazione delle tariffe, comprensivi delle modalità di recupero dei costi di capitale e dei costi operativi, nonché dei criteri di separazione contabile per l'attribuzione dei costi comuni a più attività;

   ad adottare tutte le iniziative normative utili volte a prevedere una proroga dei termini della riduzione dell'Iva al cinque per cento per il settore del teleriscaldamento prevista dalla legge di bilancio 2023.
(7-00076) «Evi, Bonelli».

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interrogazione a risposta scritta:


   GHIRRA, GRIMALDI, ZARATTI, ZANELLA, BONELLI, BORRELLI, DORI, EVI, FRATOIANNI, MARI e PICCOLOTTI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della difesa, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   da notizie di stampa si è appreso che decine di militari ucraini avrebbero intrapreso, a far data dall'inizio del mese di marzo 2023, un addestramento nella caserma di Santa Barbara, nel comune pontino di Sabaudia in provincia di Latina, diretto, nello specifico, all'apprendimento dell'utilizzo del SAMP-T, sofisticato sistema antimissile sviluppato nei primi anni del 2000 nell'ambito del programma italo-francese Fsaf (Famiglia di Sistemi Superficie Aria) ancora non sperimentato in Ucraina;

   dalle medesime fonti si apprende che attività analoghe si starebbero svolgendo in una base militare in Sardegna, dove decine di militari ucraini sarebbero ospitati e addestrati dal personale militare italiano;

   la notizia, data inizialmente dal Fatto Quotidiano, è stata poi confermata da fonti militari all'agenzia Ansa, secondo cui l'addestramento avrebbe riguardato l'uso di un sistema missilistico difensivo terra-aria, che Italia e Francia forniranno all'esercito ucraino nei prossimi mesi e che verrà utilizzato per abbattere i missili nemici durante i bombardamenti. Gli addestramenti di soldati ucraini non starebbero avvenendo solo in Italia: sono in corso o programmati in molti altri stati dell'Unione, fra cui Germania e Spagna, oltre che nel Regno Unito e negli Stati Uniti, spesso con un impiego maggiore di soldati rispetto a quello avvenuto in Italia;

   i soldati ucraini, sarebbero arrivati a inizio marzo con un volo speciale all'aeroporto militare di Pratica di Mare e sarebbero stati ospitati nella caserma Santa Barbara di Sabaudia, una struttura in cui normalmente opera circa un migliaio di soldati italiani;

   ad oggi non risulta alcuna presa di posizione ufficiale dalle autorità nazionali ma la notizia, ripresa ampiamente da testate giornalistiche e televisive, sembrerebbe essere stata confermata, come detto, dal Ministero della difesa; le medesime fonti del Ministero della difesa avrebbero poi comunicato che altri militari ucraini avrebbero partecipato a prove su mezzi blindati alla scuola di fanteria di Cesano, in provincia di Roma, mentre la citata sessione di addestramento in Sardegna non sarebbe stata ancora confermata;

   l'addestramento si sarebbe concluso – almeno per quanto riguarda la caserma di Santa Barbara – il 17 marzo 2023 e l'attività militare sarebbe stata svolta nel massimo riserbo per motivi di sicurezza: le prime conferme sarebbero trapelate solo dopo la partenza dei soldati per Kiev, al fine di tutelare sia la struttura militare di Sabaudia sia il personale ucraino coinvolto;

   la notizia ha destato scalpore nell'opinione pubblica e sconcerto oltre che forte preoccupazione in capo agli interroganti: l'invio delle armi in Ucraina e a quanto si apprende l'addestramento sul loro utilizzo, finora, infatti è stato l'unico strumento perseguito dal Governo in questo conflitto;

   al contrario, a parere degli interroganti, sarebbe utile percorrere con maggiore impegno e decisione le vie diplomatiche a livello internazionale per il raggiungimento della pace;

   iniziative come queste alimentano la paura che la fine del conflitto sia sempre più lontana e che contemporaneamente si possa scivolare in un conflitto globale –:

   se il Governo e i Ministri interrogati, ciascuno per quanto di propria competenza, siano a conoscenza dei fatti esposti in premessa, quali basi militari siano coinvolte e in che misura, per quanto tempo e con quale dispendio economico;

   quali valutazioni siano state poste alla base della determinazione di condurre l'addestramento nelle sedi laziali e, laddove confermata, nella sede sarda;

   se non ritengano opportuno attivarsi fattivamente per promuovere iniziative dirette al superamento dell'invio di armi come unica misura diretta alla conclusione della guerra e al raggiungimento della pace.
(4-00708)

AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INTERNAZIONALE

Interrogazione a risposta in Commissione:


   DI SANZO, PORTA, TONI RICCIARDI e CARÈ. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   la Carta d'identità elettronica (CIE), secondo il Codice dell'Amministrazione Digitale (CAD) è «il documento d'identità munito di elementi per l'identificazione fisica del titolare rilasciato su supporto informatico dalle amministrazioni comunali con la prevalente finalità di dimostrare l'identità anagrafica del suo titolare». Tale Carta di identità può essere usata sia come strumento per la verifica dell'identità sia come chiave di accesso ai servizi online della Pubblica Amministrazione, come avviene per lo SPID;

   il processo di emissione della CIE è di competenza del Ministero dell'interno, e di conseguenza dei comuni, mentre i compiti di produzione e fornitura sono affidati all'Istituto Poligrafico Zecca dello Stato. Tale documento di identità garantisce livelli elevatissimi di sicurezza nel processo di emissione e fornisce standard di sicurezza adeguati a livello internazionale, come l'anticlonazione e l'anticontraffazione, tramite inchiostri speciali e microchip su cui sono registrati i dati del cittadino oltre che le immagini digitali delle foto e delle impronte; quindi in grado di fornire una identità certa del cittadino sia fisica che digitale;

   molti cittadini italiani residenti all'estero ed iscritti all'AIRE hanno ancora difficoltà nell'ottenere lo SPID e pertanto la CIE sarebbe una valida soluzione per accedere ai servizi online. Attualmente, a questi connazionali non è possibile richiedere tale documento di identità elettronica presso gli uffici anagrafe dei comuni di iscrizione AIRE, in Italia, dove possono richiedere soltanto il documento di identità cartaceo: una disparità di trattamento rispetto ai cittadini italiani residenti sul territorio nazionale che lede i diritti dei residenti all'estero creando, di fatto, due categorie di cittadini;

   all'articolo 3 del CAD si afferma che «Chiunque ha il diritto di usare, in modo accessibile ed efficace, le soluzioni e gli strumenti di cui al presente Codice ...», di conseguenza l'accesso alla CIE deve essere garantito a tutti i cittadini italiani, compresi quelli residenti all'estero;

   attualmente, la CIE viene rilasciata esclusivamente dagli Uffici consolari italiani siti nei Paesi UE e in Gran Bretagna, Svizzera, Norvegia, Principato di Monaco, San Marino e Santa Sede – Città del Vaticano, mentre i cittadini italiani iscritti all'AIRE che vivono in altri Paesi extra-UE non possono accedere a tale servizio in quanto i relativi consolati non sono abilitati ad operare tale rilascio e, di conseguenza, per questi connazionali non vi è oggi alcuna possibilità di ottenere la CIE risultando discriminati rispetto sia ai residenti in Italia, sia ai residenti in paesi dove è possibile il rilascio della CIE tramite le rappresentanze consolari;

   è importante e opportuno, anche nella prospettiva del Progetto del turismo delle radici, permettere rapidamente il rilascio della carta di identità elettronica a tutti i cittadini italiani all'estero, iscritti all'AIRE, che ne facciano richiesta nei comuni di iscrizione AIRE e possibilmente anche in altri comuni –:

   se i Ministri interrogati non ritengano di procedere in maniera celere ad apportare quelle modifiche amministrative che consentirebbero, in accordo con l'articolo 3 del CAD, ai nostri connazionali residenti all'estero, di ottenere il rilascio della CIE presso il comune di iscrizione AIRE, durante il loro soggiorno in Italia, con ritiro del documento in questione presso la sede dell'anagrafe comunale o la spedizione ad un indirizzo, in Italia, indicato dal cittadino al momento della richiesta unitamente all'indicazione di un suo delegato al ritiro della CIE.
(5-00579)

Interrogazione a risposta scritta:


   URZÌ, CALOVINI, CIABURRO, DI GIUSEPPE e ALMICI. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   dal 22 al 24 marzo 2023 è prevista una visita dell'Ufficio di presidenza e dei capigruppo del Consiglio provinciale di Bolzano presso il Parlamento austriaco, con un programma di incontri con rappresentanze parlamentari a vario livello. La sera del 22 marzo si terrà un incontro conviviale su invito dell'Ambasciatore italiano;

   come riportato dal Corriere dell'Alto Adige in un articolo del 21 marzo, il 20 marzo 2023, nel corso di una conferenza stampa promossa a Bolzano dal movimento secessionista «Suedtiroler Freiheit» (StF), alla presenza dei consiglieri regionali e provinciali Sven Knoll, Myriam Atz Tammerle, l'ex consigliera Eva Klotz e l'ex deputato austriaco Werner Neubauer, è stata indirizzata alla rappresentanza diplomatica italiana a Vienna una brutale campagna di delegittimazione con affermazioni per cui le delegazioni del Consiglio provinciale di Bolzano, in visita nella capitale austriaca, non potrebbero né dovrebbero avere contatti con le nostre autorità diplomatiche, facendo intendere questo supporto logistico e ruolo di mediazione diplomatica come un'interferenza italiana;

   il movimento secessionista ha definito l'evento del 22 marzo un «tentativo di influenzare la politica austriaca sull'Alto Adige», paventando addirittura presunti illeciti da parte della rappresentanza diplomatica italiana che avrebbe tentato, a suo dire, di corrompere l'ex deputato austriaco del «Freiheitliche Partei Österreichs» (FPO) Werner Neubauer, il tutto senza citare o portare alcuna documentazione a riguardo in una vera e propria opera di grave screditamento –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa;

   se intenda intervenire, con proprie iniziative, per salvaguardare l'onorabilità della rappresentanza diplomatica italiana a Vienna a seguito delle gravi dichiarazioni del movimento secessionista StF;

   quale procedura diplomatica sia seguita ordinariamente per missioni di istituzioni locali e regionali italiane con istituzioni estere non omologhe ma nazionali, parlamentari e di governo;

   quali iniziative di tutela delle istituzioni italiane in Austria siano prevedibili in relazione alle scomposte accuse di «illeciti» con «tentativi di corruzione» ai danni di diplomatici presso l'Ambasciata italiana a Vienna verso ex parlamentari austriaci.
(4-00713)

AMBIENTE E SICUREZZA ENERGETICA

Interrogazioni a risposta scritta:


   ZANELLA. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, al Ministro della salute, al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:

   la «plasticosi», malattia indotta direttamente dall'ingestione diretta di plastica, è stata scoperta da un team di ricercatori internazionali, guidato dal Museo di storia naturale di Londra. Le principali vittime sono gli animali selvatici;

   i primi casi, individuati in alcuni uccelli marini del Pacifico sud-occidentale, sono stati descritti sul Journal of Hazardous Material nello specifico, i ricercatori hanno osservato gli effetti su alcuni esemplari di berta piedicarnicini (Ardenna carneipes);

   considerata la quantità di plastica presente sulla terra e in mare, è ragionevole immaginare che anche altre specie animali siano colpite dalla nuova patologia;

   la plastica, lo sappiamo, è ormai ovunque: nell'aria che respiriamo, nei prodotti alimentari e nell'acqua che beviamo, nel nostro sangue e persino nella placenta umana. Secondo i dati Unep diffusi durante l'ultima Conferenza sugli oceani tenutasi lo scorso luglio 2022, la plastica è la frazione più grande, più dannosa e più persistente dei rifiuti in mare e rappresenta almeno l'85 per cento dei rifiuti marini totali;

   gli effetti fisiologici connessi con l'ingestione di plastiche includono conseguenze gravi negli animali, come l'ostruzione del tratto gastrointestinale e quindi il passaggio del cibo nell'intestino, il blocco della secrezione degli enzimi digestivi, la diminuzione dell'appetito, l'abbassamento del livello degli ormoni steroidei, l'ovulazione ritardata e il fallimento riproduttivo. Visto l'incremento della produzione dei manufatti in plastica e il conseguente aumento della loro diffusione in mare, l'impatto della plastica sulla vita degli animali che vivono in ambiente marino è destinato purtroppo ad aumentare;

   la plastica si concentra nei mari sotto forma di microplastiche, frammenti di plastica inferiori a 5 millimetri che, una volta ingeriti, possono accumularsi lungo la catena trofica, fino ad arrivare all'apice della piramide dove si ritrova l'uomo come ultimo consumatore, con possibili fenomeni di bioaccumulo nei singoli organismi e biomagnificazione lungo la catena;

   i detriti di plastica sono una minaccia perché impattano sugli animali in due diverse modalità;

   impatto diretto: molti studi hanno dimostrato che pesci, rettili e mammiferi marini ingeriscono plastica scambiandola per cibo. Detriti grandi e piccoli causano irritazione e danni al sistema digestivo. Se la plastica rimane nell'intestino senza riuscire ad essere espulsa, l'animale non riesce a nutrirsi e può morire per malnutrizione e fame. Secondo i dati UNESCO, circa 100.000 mammiferi marini vengono uccisi ogni anno dalla plastica e almeno un milione di uccelli marini muoiono annualmente a causa della plastica ingerita;

   impatto indiretto: i detriti plastici accumulano sostanze inquinanti da 100 mila a 1 milione di volte i livelli riscontrati nell'acqua di mare e alcune di queste sostanze sono da tempo bandite a livello internazionale. I composti inquinanti come gli ftalati rendono le plastiche mortali tanto per i danni fisici, quanto per la tossicità data dalle sostanze chimiche che contengono;

   gli effetti più immediati dell'ingestione di plastica sono facilmente osservabili soprattutto in grandi vertebrati filtratori, come la balenottera comune (Balaenoptera physalus) o lo squalo elefante (Cetorhinus maximus), ma le plastiche sono state rinvenute anche nei contenuti stomacali di tanti predatori attivi quali uccelli, rettili, mammiferi marini, pesci e cefalopodi –:

   se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti esposti e se non ritengano urgentemente avviare un monitoraggio per individuare eventuali contaminazioni anche nella nostra fauna selvatica;

   se il Ministro della salute non ritenga di dover effettuare analisi specifiche per scongiurare il consumo di carne e pesce contaminata che, una volta ingerita, si accumula lungo la catena trofica, fino ad arrivare all'apice della piramide dove si ritrova l'uomo come ultimo consumatore, con possibili fenomeni di bioaccumulo nei singoli organismi e biomagnificazione lungo la catena.
(4-00706)


   MAIORANO. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   ai sensi dell'articolo 73 del decreto del Presidente della Repubblica 24 luglio 1977, n. 616, la materia riguardante i consorzi di bonifica rientra tra quelle di competenza delle regioni, che vi provvedono nel rispetto dei principi fondamentali determinati con legge dello Stato;

   la legge di riferimento è in questo senso il regio decreto 13 febbraio 1933, n. 215, che agli articoli 54 e seguenti norma i consorzi di bonifica, con compiti di presidio e di tutela territoriale;

   per l'adempimento dei loro fini istituzionali i consorzi hanno la facoltà, ai sensi dell'articolo 59 del medesimo regio decreto, d'imporre contributi alle proprietà consorziate;

   sia la Corte costituzionale (sentenza del 19 ottobre 2018 n. 188) sia la Corte di cassazione (ex plurimis, sezione quinta civile, sentenza 15 maggio 2013, n. 11801) hanno chiarito che, ai fini dell'esazione di un contributo, dall'intervento di bonifica deve derivare un vantaggio diretto e specifico, conseguito o conseguibile dal singolo fondo;

   per la giurisprudenza non è pertanto sufficiente a motivare la richiesta di contributo l'esistenza di un beneficio generico riguardante tutto il territorio di competenza del consorzio, che non abbia una ricaduta diretta a vantaggio del fondo interessato;

   a fronte di detta impostazione in diverse regioni italiane si registrano situazioni caotiche e contraddittorie proprio in materia di contributi;

   in particolare, diversi proprietari lamentano di dover versare contributi a fronte di alcun beneficio conseguito per il fondo oppure per la mera inclusione del loro fondo nel territorio di competenza del consorzio o, ancora, di dover pagare per interventi sporadici e marginali o, infine, lamentano di aver ricevuto richieste di contributi che presentano motivazioni scarse o comunque insufficienti;

   se per tanti proprietari l'entità delle somme richieste, a volte esigua, è tale da farli desistere dall'idea di fare reclami, assistiamo comunque alla proliferazione di ricorsi e impugnazioni, che, se da una parte rappresentano un disagio per i proprietari, dall'altra determinano oneri e adempimenti anche per l'ente impositore –:

   se si intenda attivare iniziative di competenza per adeguare la legislazione statuale di riferimento in materia di contributi di bonifica ai pronunciamenti delle supreme corti di legittimità e conseguentemente favorire l'armonizzazione anche delle normative regionali in materia.
(4-00709)


   DORI. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   da tempo le centraline Arpa per la misura degli inquinanti registrano valori fuori controllo per le polveri sottili in tutta la pianura Padana e, in particolare, nella «bassa», tra il lodigiano e il mantovano;

   sono valori che, per il pm 10, superano di oltre due volte quelli previsti come soglia per gli episodi acuti di inquinamento, ma che rispetto ai valori massimi indicati dall'Oms arrivano ad essere anche sette-otto volte più elevati di quelli indicati per il pm 10, e addirittura 18 volte più alto per il parametro pm 2.5;

   i dati sono altamente allarmanti. Basti pensare che nei giorni scorsi le centraline di Codogno è stato toccato il record di 54 μg/m3;

   la situazione è critica sotto il profilo ambientale e sanitario;

   la pianura Padana ha una delle più alte concentrazioni di allevamenti d'Europa;

   come denunciato anche da Legambiente Lombardia, non solo non vengono attivate misure temporanee di salvaguardia, al momento attive nelle sole province di Mantova e Brescia, ma addirittura, non vengono poste limitazioni agli spandimenti agricoli di liquami zootecnici, particolarmente intensi in questa fase stagionale, e che rappresentano senza dubbio la prima causa di formazione di particolato atmosferico secondario;

   ogni inverno in quel territorio vengono sversati sui campi milioni di tonnellate di materie fecali e liquidi maleodoranti prodotti dagli allevamenti intensivi, soprattutto di bovini e suini. La terra agricola non è tuttavia in grado di riceverle perché le vegetazioni sono in fase di riposo e quindi non possono assimilarne i nutrienti;

   nel 2020 il Ministero delle politiche agricole, in dicembre, per venire incontro agli allevatori, ha autorizzato l'impiego di liquami anche nei mesi di dicembre e gennaio, mesi in cui – per rispettare la direttiva europea – vige il divieto di spandimento;

   la stessa Legambiente ha contestato questa circolare agli uffici della Commissione europea, evidenziando la violazione di quattro direttive, in materia di acque, aria, rifiuti e inquinamento da nitrati;

   gli spandimenti selvaggi non possono in nessun caso essere considerati pratiche agricole –:

   se i Ministri interrogati intendono predisporre un programma nazionale, in accordo con le regioni, di riduzione dell'intensità di allevamento nella pianura Padana, anche trasferendo le risorse comunitarie a beneficio della zootecnia sostenibile, al fine di salvaguardare il territorio del sud lodigiano dall'eccessivo uso di pratiche nocive da parte della zootecnia.
(4-00711)

CULTURA

Interrogazione a risposta scritta:


   PASTORELLA. — Al Ministro della cultura, al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:

   la Società italiana degli autori ed editori (Siae) è un ente pubblico economico a base associativa, preposto alla protezione e all'esercizio dell'intermediazione del diritto d'autore in Italia, dichiaratamente in forma di società di gestione collettiva senza scopo di lucro;

   Siae svolge, inoltre, funzioni connesse con la protezione delle opere dell'ingegno e può assumere, per conto dello Stato, di enti pubblici o privati, servizio di accertamento e riscossione di tasse (percezione e ripartizione dei proventi), contributi e altri diritti;

   Siae oggi tutela il diritto d'autore di ogni repertorio artistico per oltre 100 mila associati e mandanti, amministrando 62 milioni di opere italiane e internazionali;

   i social network sono diventati una delle piattaforme più importanti per la diffusione e la promozione della musica italiana, sia in Italia che nel mondo, tanto che secondo la Federazione industria musicale italiana (Fimi), per l'intera industria musicale italiana, i ricavi dai social media sono stati, relativamente alle sole piattaforme Facebook e Instagram, superiori ai 20 milioni di euro per l'anno 2022;

   il mancato rinnovo dell'accordo tra Siae e Meta (impresa che controlla sia Facebook che Instagram) per l'utilizzo, all'interno delle piattaforme, di opere musicali coperte dal diritto d'autore per la realizzazione di contenuti digitali non a carattere commerciale, ha comportato la rimozione della quasi totalità delle canzoni italiane dai due social network;

   il danno dovuto al blocco delle canzoni italiane dai social network Instagram e Facebook non è solamente di natura economica ma colpisce anche la capacità dell'industria musicale italiana di promuovere, attraverso la diffusione delle canzoni, la cultura italiana al di fuori dei confini nazionali;

   le conseguenze negative di questo mancato accordo si estendono oltre il comparto musicale in senso stretto, coinvolgendo anche l'industria creativa dei cosiddetti «creator digitali» che utilizzano i brani musicali nei propri contenuti originali prodotti sulle stesse piattaforme di social media;

   l'Italia è l'unico Paese in cui non si è trovato un accordo tra gli enti rappresentanti dei diritti d'autore degli artisti e la società Meta riguardo all'utilizzo dei contenuti musicali sulle piattaforme social –:

   se il Governo intenda aprire velocemente un tavolo di conciliazione tra i soggetti coinvolti, al fine di favorire un accordo che tuteli non soltanto le parti direttamente interessate, ma anche tutto l'indotto industriale che sia a valle che a monte vive della diffusione dei contenuti musicali sulle piattaforme digitali.
(4-00715)

ECONOMIA E FINANZE

Interrogazione a risposta scritta:


   PRETTO e COIN. — Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   con la legge 29 novembre 1980, n. 844, veniva ratificata la convenzione tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica federale del Brasile per evitare le doppie imposizioni e prevenire le evasioni fiscali in materia di imposte sul reddito, con protocollo aggiuntivo, firmata a Roma il 3 ottobre 1978;

   la maggior parte delle Convenzioni internazionali, in materia di tassazione sulle pensioni all'estero stipulate dall'Italia, prevedono la detassazione delle pensioni erogate dall'Inps da parte dell'Italia e la tassazione da parte del Paese estero di residenza;

   l'articolo 18, comma 1, della suddetta Convenzione attribuisce al Paese di residenza la potestà fiscale sulle pensioni e sulle altre «remunerazioni analoghe»; di seguito, si esplicita però che: «L'ammontare delle pensioni o degli assegni alimentari che eccede i suddetti limiti (5.000 dollari statunitensi) è imponibile in entrambi gli Stati contraenti»;

   a norma del successivo articolo 19, comma 4, «le pensioni pagate nel quadro di un sistema di sicurezza sociale di uno Stato contraente ad un residente dell'altro Stato contraente sono imponibili soltanto in quest'ultimo Stato»;

   a quanto risulta agli interroganti, fin dal principio la Convenzione è stata applicata da entrambi i Paesi con interpretazione riferita all'articolo 19, comma 4, prevedendo quindi che i pensionati italiani residenti in Brasile paghino le imposte sulle proprie pensioni nel solo Paese di residenza. Dall'anno 2000, invece, la Repubblica Italiana ha deciso di applicare la Convenzione facendo prevalere il sopra citato articolo 18, comma 1, in cui viene sancito il principio della tassazione concorrente per le pensioni eccedenti i 5.000 dollari statunitensi annui, mettendo quindi in una condizione di doppio prelievo fiscale circa 11.000 italiani pensionati residenti in Brasile, con i conseguenti disagi per i suddetti cittadini –:

   quali iniziative di competenza, anche di carattere normativo e diplomatico, si intenda adottare al fine di garantire ai pensionati italiani residenti in Brasile una situazione complessiva di prelievo fiscale più equa e ponderata.
(4-00710)

INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interrogazione a risposta in Commissione:


   D'ALFONSO. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti . — Per sapere – premesso che:

   il 22 febbraio 2018 sono stati consegnati i lavori per il completamento della SS 652 Fondovalle Sangro. Un'opera strategica per la regione Abruzzo, costata 190,4 milioni, attesa da 40 anni, che collega l'Adriatico al Tirreno e potenzia l'infrastrutturazione dell'area economica trainante dell'Abruzzo, la Val di Sangro;

   con deliberazioni di Giunta regionale n. 470 del 2014 e n. 310 del 2015, l'opera è stata individuata tra le priorità infrastrutturali della regione Abruzzo;

   attualmente l'avanzamento è pari al 51,5 per cento dei lavori eseguiti, per un importo di euro 65 milioni circa. Per coprire il fabbisogno di risorse complessivo e consentire l'immediata realizzazione nel periodo 2014-2018 la regione ha finanziato l'opera con 78 milioni di euro stanziati all'interno delle risorse masterplan Abruzzo (Dgr n. 229 del 19 aprile 2016) e ulteriori 62 milioni di euro stanziati su impulso della regione tramite il «decreto sblocca Italia» decreto-legge n. 133 del 12 settembre 2014, a cui si aggiungono 20,4 milioni della legge n. 388 del 2000 e 30 milioni della legge di stabilità 2013;

   per questa «autostrada senza pedaggio» era prevista la riapertura al traffico entro il 2022 e, a quanto si apprende da ANAS, ad oggi la riapertura è prevista per il 2024 a causa di ragioni oggettive che hanno bloccato il cantiere: è stata rinvenuta una sacca di metano insorgente da una profondità di duemila metri (l'Anas dovrà fare una perizia di variante suppletiva del valore di almeno 20 milioni), e i costi sono lievitati comprensibilmente;

   risulta all'interrogante che l'impresa e la stazione appaltante siano impegnate con serietà nel recuperare il tempo perso generato dalle cause di forza maggiore descritte;

   è opinione dell'interrogante che ci sia bisogno di un monitoraggio costante della sacca di metano che potrebbe generare esplosioni pericolose. Inoltre, è necessario che la regione Abruzzo svolga una funzione di accompagnamento e ausilio che è esattamente il contrario del disinteresse mostrato finora;

   si tratta di un'opera infrastrutturale che non può tardare il suo completamento e soprattutto non può diventare scenario di incidenti e, per questo, serve un monitoraggio istituzionale appropriato, per evitare che sorprese ulteriori possano far ritenere il contratto iniziale completamente fuori mercato –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e quali iniziative, per quanto di competenza, intenda assumere al fine di consentire lo sblocco e la ripresa produttiva del cantiere della Fondovalle Sangro;

   se ravvisi l'urgenza di promuovere iniziative cogenti al fine di rafforzare la capacità di accelerazione, del cantiere, consapevoli che l'opera, se finita in un anno anziché in ulteriori tre, porterà con sé notevoli comodità e opportunità per le persone e le merci riferite alla necessità di trasportistica industriale del distretto economico di Atessa.
(5-00590)

INTERNO

Interrogazione a risposta orale:


   CASU, DI BIASE, MADIA, MANCINI, MORASSUT, ZINGARETTI e ORFINI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   L'Anpi, Comitato provinciale di Roma, Sez. «M. Abruzzese e V. Mallozzi» di Anzio-Nettuno, ha denunciato che il prossimo 25 marzo 2023, presso il Campo della Memoria di Nettuno, si svolgerà una iniziativa per commemorare l'anniversario del 23 marzo 1919, data in cui vennero fondati da Benito Mussolini i Fasci di combattimento;

   suddetta iniziativa reclamizzata attraverso il sito azionetradizionale.com, sito di chiara matrice fascista, non fa assolutamente mistero della volontà celebrativa della ricorrenza;

   si legge testualmente che «L'occasione sarà dedicata anche alla celebrazione dei trent'anni del Campo, sacrario dove riposano i Leoni del Barbarigo ed i giovani eroi che difesero Roma dallo sbarco angloamericano.»;

   tale manifestazione è chiaramente apologetica del fascismo e incompatibile con i princìpi costituzionali e legislativi in essere nel nostro ordinamento;

   Nettuno, si ricorda, è città Medaglia d'Oro al Merito Civile per quanto subìto dalla popolazione durante l'occupazione nazifascista e per il contributo dato alla lotta di liberazione –:

   se il Governo sia a conoscenza di quanto riportato in premessa e se non ritenga di dover tempestivamente intervenire per quanto di competenza, anche per i profili di ordine pubblico, e alla luce della legislazione vigente attuativa del divieto costituzionale di riorganizzazione del disciolto partito fascista.
(3-00274)

Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:

I Commissione:


   BORDONALI, IEZZI, RAVETTO, STEFANI e ZIELLO. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   nelle ultime settimane a Brescia si sono verificati numerosi e gravissimi episodi di violenza che, nonostante l'encomiabile e quotidiano impegno delle forze dell'ordine, evidenziano una effettiva mancanza di sicurezza in città;

   sono ormai all'ordine del giorno risse e aggressioni, violenze sessuali e omicidi, per lo più commessi da stranieri, che, riportati dalla stampa ma minimizzati dall'attuale amministrazione, danno invece atto di una situazione ormai fuori controllo e pericolosa per la sicurezza dei cittadini;

   in particolare la zona adiacente alla stazione ferroviaria, che dovrebbe essere il biglietto da visita della città, è diventata invece abituale luogo di incontro per vere e proprie risse tra baby gang e faide tra egiziani e pachistani per ragioni etniche e razziali, oltre che teatro di scippi e attività quotidiane di spaccio di sostanze stupefacenti;

   i cittadini e i commercianti di Brescia sono ormai esasperati da questa situazione di degrado e di marginalità che investe anche altre zone della città, sia in centro dove dilagano diverse baby gang nella zona di Piazza Vittoria sia in periferia, una situazione sicuramente aggravata dall'elevato numero di stranieri irregolari presenti sul territorio dovuto ad anni di politiche lassiste dei precedenti Ministri dell'interno di centro-sinistra nel governare il fenomeno migratorio;

   l'attuale Governo ha messo invece in campo numerose iniziative a favore anche delle amministrazioni locali che ad oggi hanno conseguito positivi risultati per una più efficiente governance dei fenomeni che incidono sul bene della sicurezza urbana;

   tra questi si possono citare l'implementazione dell'uso del Taser, la cui proposta di utilizzo anche da parte dei corpi di Polizia locale è stata purtroppo rifiutata dall'attuale amministrazione di Brescia, e la recente direttiva dell'attuale Ministro dell'interno per rafforzare i controlli nelle stazioni ferroviarie e nelle aree adiacenti più esposte alla criminalità –:

   se il Governo ritenga che le autorità locali a Brescia abbiano attivato tutte le misure possibili per il controllo del territorio e, dunque, per contrastare fenomeni come quelli di cui in premessa, inclusa la riqualificazione urbanistica degli edifici e delle aree in situazione di degrado.
(5-00580)


   PAOLO EMILIO RUSSO. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   il 16 gennaio 2023 il Ministro dell'interno ha avviato un'operazione chiamata «stazioni sicure», che si sostanzia in un'importante mobilitazione di forze dell'ordine, volta a effettuare controlli presso le principali stazioni ferroviarie;

   indagini condotte sulla percezione della sicurezza da parte dei cittadini dimostrano infatti che molti italiani si dicono preoccupati di poter subire furti, molestie o aggressioni, in particolare nei luoghi cosiddetti «ad alta frequentazione anonima», e tra questi luoghi rientrano le stazioni;

   l'interrogante ritiene che tale operazione sia una prima risposta concreta e necessaria alle citate preoccupazioni dei cittadini circa la possibilità di essere vittime di reati e che affronti tempestivamente una richiesta di sicurezza che esiste in particolare nelle grandi città –:

   a quali risultati abbiano condotto i controlli finora effettuati e se non intenda estendere l'operazione «stazioni sicure» ad altri luoghi «ad alta frequentazione anonima», prevedendo a tal fine, se necessario, un maggiore stanziamento di risorse.
(5-00581)


   MAGI e SOUMAHORO. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   come riferisce Alessandra Ziniti su Repubblica del 7 marzo 2023, gli 81 sopravvissuti del naufragio di Cutro, avvenuto nella notte tra il 25 e il 26 febbraio, sono stati condotti in due capannoni di fronte al Cara di Crotone;

   «Niente letti per tutti, niente riscaldamento, un solo bagno con una sola doccia (senza tendine), un lavandino con due rubinetti, imbarazzante promiscuità per le donne e per i bambini costretti a dormire insieme agli uomini. Niente lenzuola, niente cuscini, niente sedie, piccole pile di piatti di carta con gli avanzi di cibo e bottiglie d'acqua per terra»;

   queste persone, provate dalla traversata, dall'orrore del naufragio e dalla tragedia della perdita dei loro cari sono, di fatto, trattenute da 9 giorni in un luogo inospitale, in condizioni che, stando a quanto riportato dalla stampa, sembrano essere ai limiti dell'umano, sprovvisti di vestiario adeguato al clima ancora rigido di questi giorni, senza scarpe né coperte;

   come dichiarato al quotidiano La Stampa in data 7 marzo dalla professoressa Alessandra Sciurba, coordinatrice della Clinica legale migrazione e diritti che ha visitato la struttura, i migranti «sono trattenuti in forma arbitraria in due capannoni inadeguati non solo per chi è scampato a un naufragio terribile, ma per qualunque essere umano», essi infatti non potrebbero uscire in autonomia dalle strutture, neanche per recarsi a trovare le salme dei loro parenti;

   i sopravvissuti non dovrebbero essere trattenuti in capannoni simili, bensì condotti in centri di accoglienza straordinaria (Cas) limitatamente alle esigenze di prima accoglienza e per l'espletamento delle operazioni necessarie alla definizione della posizione giuridica, e poi trasferiti in strutture Sai (Sistema di accoglienza e integrazione) –:

   se non ritenga utile chiarire in che condizioni e per quanto tempo i superstiti della tragedia del 26 febbraio 2023 siano stati ospitati negli edifici che risultano essere fatiscenti anche al fine di conoscere se siano state rispettate tutte le disposizioni previste dalla normativa vigente.
(5-00582)


   DE CORATO e URZÌ. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   numerosi episodi di cronaca degli scorsi mesi mostrano un quadro allarmante circa la sicurezza all'interno e nelle immediate vicinanze delle stazioni ferroviarie;

   in particolare, le stazioni di Milano Centrale e di Roma Termini, che costituiscono i principali snodi ferroviari del Paese per numero di transiti e sono annoverate tra le più importanti stazioni d'Europa, versano in condizioni critiche: le strade limitrofe sono ormai «zona franca» per senzatetto e microcriminalità, nonché teatro di attività illecite, e al suo interno si sono registrate numerose aggressioni;

   l'accoltellamento di una turista israeliana e l'aggressione a un uomo aggredito a coltellate da una banda di malviventi per il suo smartphone e poche decine di euro, alla stazione Termini di Roma, nonché i cinque colpi di rapina messi a segno nell'area attorno alla stazione Centrale di Milano nell'arco di soli venti minuti, i quali hanno provocato ben sei feriti, uno dei quali gravemente, sono solo alcuni dei recenti fatti di cronaca che dimostrano la pericolosità delle stazioni ferroviarie principali;

   i problemi di ordine pubblico affliggono, tuttavia, anche le altre zone della città: a Milano, ad esempio, nell'area verde di fronte la Caserma del Reparto Mobile della Polizia di Stato in via Cagni a Milano, nel quartiere Niguarda, numerosi immigrati, in attesa di richiedere il permesso di soggiorno, si accampano e sostano nella suddetta area rendendosi protagonisti di liti, tafferugli, molestie e risse, non solo tra di loro ma anche nei confronti dei commercianti della zona, dei passanti e degli agenti di polizia che spesso intervengono per quietare le situazioni;

   la recente direttiva inviata ai prefetti delle città di Roma, Milano e Napoli, contenente l'invito a rinforzare la vigilanza nelle aree esterne degli scali ferroviari, si pone l'obiettiva sia di assicurare una maggiore protezione ai frequentatori di tali zone, sia quello di contenere la percezione di insicurezza della popolazione in queste zone della città –:

   quali ulteriori iniziative, per quanto di competenza, intenda adottare per estendere il potenziamento dell'attività di controllo, già previsto nei dintorni delle stazioni ferroviarie, ad altre zone delle città, al fine di garantire la sicurezza dei cittadini.
(5-00583)


   ALFONSO COLUCCI, AURIEMMA, PENZA, RICCARDO RICCIARDI e SERGIO COSTA. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   una città, Napoli, sotto scacco, per l'intera giornata del 15 marzo 2023 e parte della nottata successiva, ostaggio di una guerriglia scatenatasi tra bande violente di ultras che hanno messo in gravissimo pericolo l'incolumità dei tifosi, dei cittadini e degli stessi agenti delle forze dell'ordine: cortei non autorizzati, scontri, saccheggi, auto della polizia incendiate, lancio di bombe carte e pietre, tavolini divelti, persone impossibilitate a muoversi liberamente, pesanti danni, uomini delle forze dell'ordine feriti;

   drammatici fatti che replicano, a brevissima distanza, la guerriglia consumatasi domenica 8 gennaio 2023 tra ultras entrati in contatto nell'area di servizio di Badia Al Pino, lungo l'autostrada A1, incrocio, ad avviso degli interroganti perfetto e largamente prevedibile, rispetto alla traiettoria dei due gruppi, diretti l'uno a Nord e l'altro a Sud per assistere alle rispettive concomitanti partite di calcio di interesse; la gravità e l'estensione degli atti compiuti hanno portato alla decisione di chiudere l'autostrada, con pesantissime conseguenze anche sulla circolazione;

   l'area di Badia Al Pino è la stessa in cui, l'11 novembre 2007, nel corso di violentissimi scontri tra due gruppi di ultras entrati in contatto, si è consumato l'omicidio del giovane Gabriele Sandri ed è un luogo a tutt'oggi considerato di gravissimo rischio ove è da scongiurarsi ogni eventualità di un contatto che coinvolga frange estreme di tifo organizzato collegato ad eventi sportivi calcistici;

   fatti gravi e violenti quali quelli riportati hanno il potere, altresì, di distruggere le competizioni sportive e lo sport, il suo valore sociale e la sua funzione educativa e formativa;

   come indicato sul sito web istituzionale, il dicastero dell'interno «si pone come garante della sicurezza del cittadino, della tutela dell'incolumità e delle libertà individuali garantite dalla Costituzione» ed «è sul territorio che si manifesta l'autorità di un governo nel realizzare determinati fini», tra i quali «l'ordine pubblico e la cura dei propri cittadini» –:

   se non ritenga vi siano state carenze in ordine all'adeguatezza degli indirizzi, della strategia e delle azioni posti in essere per la gestione degli eventi sportivi calcistici preannunciati nonché, ad avviso degli interroganti, prevedibilmente a grande rischio di scontri tra tifoserie, dell'8 gennaio e del 15 marzo 2023 indicati in premessa, in particolare in ordine alle attività finalizzate alla prevenzione, alla garanzia del loro svolgimento in sicurezza e alla tutela e al mantenimento dell'ordine pubblico.
(5-00584)


   GIACHETTI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   il 15 marzo 2023 a Napoli ci sono stati violenti disordini e scontri tra i tifosi della squadra di calcio tedesca Eintracht Franco forte e quelli del Napoli, prima e dopo la partita di ritorno degli ottavi di finale di Champions League;

   i disordini sono iniziati nel primo pomeriggio e proseguiti fino a notte inoltrata e ai tifosi tedeschi si sarebbero uniti anche alcuni tifosi italiani dell'Atalanta, con i quali sono gemellati;

   già in passato la tifoseria di Francoforte aveva allarmato le autorità italiane: si ricordano in particolare gli episodi del marzo 2019, quando, in occasione di un incontro a Milano tra Eintracht e FC Internazionale, l'Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive segnalò alla Questura i rischi legati all'arrivo in città di 13.500 tedeschi e del dicembre 2018, quando i tifosi dell'Eintracht si erano presentati in 20.000 a Roma per la partita contro la Lazio, causando seri disagi in città e scontrandosi con la polizia nei pressi dello Stadio Olimpico;

   anche altre tifoserie si sono distinte per aver vandalizzato le nostre città: si ricorda in particolare l'episodio gravissimo del 2015, quando i tifosi del Feyenoord devastarono Piazza di Spagna e la Fontana della Barcaccia subì danni permanenti;

   a conferma del fatto che, anche in considerazione degli scontri tra tifosi in occasione della partita di andata, il pericolo per Napoli-Eintracht fosse percepito come reale, è stata inizialmente vietata la vendita dei biglietti a tutti i residenti in Germania, divieto che il TAR ha prima tolto e successivamente limitato ai soli residenti a Francoforte;

   come i fatti del 15 marzo 2023 hanno tragicamente confermato, anche nella sua versione più ampia tale divieto non appare sufficiente: per esempio non impedisce la trasferta, ma solo l'ingresso allo stadio e non tiene conto dei gemellaggi con tifoserie nazionali;

   la sentenza del TAR che ha reso facilmente aggirabile il divieto è comunque datata 13 marzo 2023 e l'orientamento del TAR contrario al divieto era emerso fin dalla prima pronuncia dell'11 marzo 2023, lasciando quindi tutto il tempo per immaginare contromisure adeguate –:

   perché non siano state prese ulteriori contromisure preventive una volta constatata la impossibilità di tenere fermo il proposito di vietare la vendita dei biglietti ai tedeschi e come intenda agire in occasione di prossimi incontri di calcio che vedranno coinvolte tifoserie con precedenti di comportamenti violenti, quale ad esempio quella del Feyenoord, che incontrerà la Roma il prossimo 20 aprile 2023.
(5-00585)


   BONAFÈ e SIMIANI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   il 30 gennaio 2023 la Giunta del comune di Grosseto ha avviato il procedimento della toponomastica cittadina, consistente nel cambio di denominazione di due strade trasverse di via della Pacificazione nazionale, da intitolare rispettivamente a Enrico Berlinguer e Giorgio Almirante;

   tale decisione ha suscitato un acceso dibattito nella comunità cittadina: accomuna infatti due figure profondamente diverse tra loro e che hanno assunto un ruolo antitetico nelle vicende che hanno condotto alla fondazione della Repubblica e all'approvazione della Costituzione;

   da un lato Enrico Berlinguer, che lottò per il ritorno alla democrazia e, nel corso di tutta la sua attività politica e fino alla morte, non ha mai risparmiato le energie per contribuire alla difesa della Costituzione;

   dall'altro, Giorgio Almirante che è stato dapprima coinvolto negli ultimi tragici anni di azione del regime fascista, ricoprendo addirittura il ruolo di segretario di redazione della rivista «La difesa della razza» dal 1938 al 1942 e firmando articoli dal tenore inequivocabilmente razzista;

   successivamente lo stesso Almirante ha svolto un ruolo di primo piano nella Repubblica sociale italiana, sia nella Guardia nazionale repubblicana sia come Capo di gabinetto del Ministro della cultura popolare Fernando Mezzasoma; in tale qualità, tra l'altro, firmò un manifesto, affisso nella primavera del 1944 in molti comuni toscani, nel quale si minacciava l'applicazione della pena di morte per tutti coloro che – tra i soldati ritenuti renitenti e disertori dopo l'8 settembre 1943 e tra i partigiani – rifiutassero di consegnarsi alle truppe nazifasciste entro il 25 maggio 1944; proprio nel contesto del clima generale prodotto anche da tale manifesto, avvennero anche nel grossetano – tra la primavera e l'estate del 1944 – sanguinose stragi di civili, tra cui quella della Niccioleta;

   l'intitolazione di una via a Giorgio Almirante, a parere degli interroganti, non ha quindi nulla a che vedere con un intento di pacificazione;

   ai sensi dell'articolo 1 della legge 23 giugno 1927, n. 1188 «Nessuna denominazione può essere attribuita a nuove strade e piazze pubbliche senza l'autorizzazione del prefetto»;

   secondo quanto riportato in data 16 marzo 2023 dai locali organi di stampa, tale autorizzazione non sarebbe ancora pervenuta –:

   quali iniziative urgenti di competenza intenda assumere, anche attraverso le opportune interlocuzioni con la locale prefettura, per evitare che si dia seguito alla decisione della Giunta comunale di Grosseto.
(5-00586)


   ZARATTI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   le cronache delle partite di calcio non si limitano ormai da tempo a raccontare le prodezze agonistiche di questo o quel campione, ma riferiscono di aggressioni, scontri, risse, assedi, agguati, accoltellamenti, ferimenti, lanci di oggetti, di petardi, di pietre, di bombe, giù giù fino a che talvolta l'insensata spirale di violenza non lascia sul campo il morto;

   Napoli-Eintrach Francoforte – giocata mercoledì 15 marzo 2023 – doveva essere solo una partita di calcio, l'ottavo di finale della Champions League, e invece dopo la partita, sono ripresi i violenti scontri tra le due tifoserie che già nel pomeriggio avevano messo a dura prova la città;

   i momenti di maggiore tensione si sono vissuti nei pressi dell'hotel Royal Continental, sul lungomare Caracciolo, dove alloggiava buona parte dei tifosi tedeschi, con lanci di bombe carta, pietre e bottiglie e solo l'intervento delle forze dell'ordine, con l'uso di lacrimogeni e idranti, ha scongiurato il peggio;

   eppure scene di ordinaria follia per la città avevano contraddistinto la vigilia del match con auto danneggiate e incendiate – anche una della polizia – lancio di petardi e bombe carta, bottiglie, pietre tutto questo nel centro storico con scene di terrore tra i passanti e i commercianti;

   dopo una notte di guerriglia, ai tedeschi si sono aggiunti diversi tifosi dell'Atalanta, storici rivali dei napoletani, che hanno dato loro man forte nei tafferugli;

   che fosse una trasferta a rischio si sapeva già: a Francoforte si erano avvertite le prime schermaglie dopo che, all'esterno di un pub nel quartiere di Sachsenhausen, i supporters azzurri, accerchiati e malmenati da un gruppo di ultras locali erano dovuti ricorrere alle cure mediche;

   sono 8 i tifosi arrestati dalle forze dell'ordine per gli scontri avvenuti prima e dopo la partita: 5 italiani e 3 tedeschi. Un 32enne è stato giudicato con rito direttissimo e condannato a due anni e mezzo di reclusione da scontare agli arresti domiciliari, per gli altri 4 il questore ha disposto il «daspo» per 3 anni;

   è stata palese la sottovalutazione della gestione dell'evento visto che il prefetto l'8 marzo aveva disposto il divieto di vendita dei tagliandi ai residenti in Germania, divieto revocato da una sentenza del TAR-:

   come mai, nonostante tutti i mass-media e il prefetto l'avessero da giorni classificata come una partita difficilissima per l'ordine pubblico, si sia in sostanza permesso di mettere Napoli a ferro e fuoco.
(5-00587)

Interrogazione a risposta in Commissione:


   QUARTAPELLE PROCOPIO e BONAFÈ. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   dall'inizio dell'invasione russa dell'Ucraina, la situazione delle libertà civili e politiche della Federazione russa ha subìto un ulteriore grave deterioramento; lo testimoniano, a partire dalla fine di febbraio 2022, da un lato, le modifiche al codice penale in materia di diffusione di notizie false e offese alle forze armate, che hanno prodotto l'effetto di impedire la libera informazione sulla guerra e l'utilizzo dello stesso termine «guerra», e, dall'altro lato, l'inasprimento della legislazione sugli «agenti stranieri», sulla «propaganda gay», sulle organizzazioni «estremiste» e sulle manifestazioni non autorizzate (una legislazione che, nel suo complesso, limita pesantemente la libertà di associazione, di manifestazione e di espressione del pensiero in Russia); la mobilitazione militare parziale avviata nel settembre 2022, attuata con criteri aleatori e indefiniti, spesso a danno delle fasce più fragili della popolazione, come le minoranze etniche, pone poi per molte persone il rischio di essere sottoposte a procedimenti penali nel caso in cui tentino di sottrarsi agli obblighi militari; risulta quindi importante fornire un sostegno alla società civile russa minacciata dalla repressione del regime putiniano; in quest'ottica consta ai presentatori di questa interrogazione che sia presente anche in Italia un numero non esiguo di cittadini della Federazione russa a rischio nel loro Paese perché oppositori del regime;

   alle interroganti sono giunte, a questo riguardo, segnalazioni di difficoltà burocratiche che queste persone starebbero incontrando; infatti, in molti casi queste persone non se la sentono di chiedere lo status di rifugiato per non perdere il passaporto russo e per non esporre i propri familiari in patria a rischi di ritorsione; si sono potuti riscontrare conseguentemente, ad esempio, casi in cui studenti e studiosi provenienti dalla Federazione russa, che abbiano i loro visti e permessi di soggiorno scaduti dopo il 24 febbraio 2022, non possono rimanere legalmente in Italia e al tempo stesso non intendono rientrare in Russia perché a rischio di persecuzione; inoltre altri lavoratori russi presenti in Italia non intendono rientrare in Russia perché anch'essi a rischio di persecuzione ma, al tempo stesso, non possono sottoscrivere un regolare contratto di lavoro perché, in base agli articoli 21 e 22 del testo unico sull'immigrazione (decreto legislativo n. 286 del 1998) dovrebbero invece trovarsi, al momento della presentazione della domanda per il nulla osta al lavoro da parte del lavoro, proprio in Russia-:

   quali informazioni abbia sugli elementi indicati in premessa con riferimento sia alle domande di protezione internazionale richieste a partire dal 24 febbraio 2022 da cittadini della Federazione russa e al loro tasso di accoglimento, sia alla situazione dei permessi di soggiorno per motivi di ricerca e di studio sia, infine, alle difficoltà nella sottoscrizione di contratti di lavoro da parte di cittadini della Federazione russa a rischio nel loro Paese.
(5-00588)

Interrogazione a risposta scritta:


   CATTOI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   secondo quanto pubblicato sul quotidiano locale «il T» si apprende che il 20 marzo 2023 il sindaco di Trento ha deciso di firmare un atto di nascita che riguarda un bambino concepito tramite fecondazione eterologa da genitori omosessuali;

   si tratta di scelte al momento arbitrarie da parte delle autorità locali, mancando una normativa organica specifica circa il riconoscimento in Italia dei nati da coppie cosiddette arcobaleno;

   la decisione del sindaco è avvenuta nonostante lo stop verificatosi in altre città quali Milano e Padova alla luce della circolare del Ministero dell'interno diretta ai prefetti volta a bloccare la trascrivibilità all'anagrafe di tali atti di nascita –:

   nelle more di una disciplina organica della materia, se e quali iniziative di competenza intenda adottare affinché i sindaci, a prescindere dall'appartenenza partitica, adottino indirizzi comuni e rispettosi delle indicazioni contenute nelle circolari ministeriali.
(4-00705)

ISTRUZIONE E MERITO

Interrogazione a risposta in Commissione:


   MALAVASI. — Al Ministro dell'istruzione e del merito. — Per sapere – premesso che:

   con l'approvazione della delibera della Giunta della regione Emilia-Romagna n. 455 del 28 marzo 2022 si è determinato l'importo unitario delle borse di studio a valere sulle risorse regionali – destinate agli studenti del primo e del secondo anno delle scuole secondarie di secondo grado e del secondo e del terzo anno dei percorsi di Iefp – sulla base del numero complessivo delle domande ammissibili validate dalle province e dalla città metropolitana di Bologna e delle risorse regionali disponibili, valorizzando gli importi delle borse «base» di euro 183,00 e «maggiorata» di euro 229,00;

   sono state assegnate alle province/città metropolitana di Bologna l'importo complessivo di euro 2.198.662,00 per l'anno scolastico 2021/2022 di cui euro 272.002,00 alla provincia di Reggio Emilia che con determina dirigenziale n. 398 del 4 maggio 2022 ha approvato gli elenchi dei beneficiari del biennio ed ha liquidato le risorse assegnate tra il 20 e il 22 luglio 2022;

   è stato determinato, in attuazione della deliberazione della regione Emilia-Romagna n. 878 del 2021 e del decreto del Ministero dell'istruzione n. 356 del 2021, l'importo unitario delle borse di studio a valere sulle risorse nazionali – destinate agli studenti dell'ultimo triennio delle scuole secondarie di secondo grado – sulla base del numero complessivo delle domande ammissibili validate e delle risorse nazionali assegnate disponibili, valorizzando l'importo unitario di euro 261,80, dando atto che all'erogazione delle borse di studio provvederà il Ministero dell'istruzione anche mediante il sistema dei bonifici domiciliati;

   è stato stabilito che ER.GO – Azienda regionale per il diritto degli studi svolga gli adempimenti riferiti alla trasmissione al Ministero dell'istruzione degli elenchi dei beneficiari delle borse di studio ministeriali, secondo le disposizioni previste dal decreto del Ministero dell'istruzione n. 356 del 2021 e sulla base delle indicazioni operative fornite dal Ministero dell'istruzione – Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e di formazione con nota acquisita agli atti con nota acquisita con Prot. 18 marzo 2022.0278972;

   si precisa che si tratta di borse di studio previste dal «Fondo unico per il diritto allo studio» per il contrasto alla dispersione scolastica e il potenziamento del diritto allo studio, dedicato agli studenti con reddito basso;

   gli studenti beneficiari sono stati individuati dalle rispettive regioni tramite apposito bando o anche sulla base di graduatorie già esistenti e finalizzate all'erogazione di analoghi benefici;

   ad oggi tali somme non sono ancora state corrisposte alle famiglie e, in tal senso, la Direzione «Diritto allo studio scolastico e universitario» della regione Emilia-Romagna sta ricevendo molte richieste sui tempi di erogazione del pagamento delle borse di studio relative all'anno scolastico 2021/2022;

   in tal senso, si specifica che i beneficiari delle borse di studio relative all'anno scolastico 2020/2021 sono stati pagati dal Ministero tramite bonifico domiciliato presso gli uffici postali entro il 31 maggio 2022, mentre i beneficiari delle borse di studio relative all'anno scolastico 2021/2022 non solo non hanno ricevuto i fondi, ma non riescono ad ottenere alcuna informazione sui tempi di pagamento;

   la Direzione di cui sopra ha segnalato, insieme ad altre direzioni regionali e ai rappresentanti di Upi e Anci, il ritardo nei pagamenti, chiedendo al Ministero chiarimenti;

   secondo quanto comunicato attraverso carteggio informale, gli uffici del Ministero interpellati dichiarano di avere problemi tecnici e di non poter dare informazioni sulle tempistiche entro cui avverrà il pagamento delle borse di studio;

   questo ritardo e l'assenza di una comunicazione chiara sta arrecando disagi alle famiglie e agli studenti coinvolti –:

   entro quale data si procederà con il pagamento delle borse di studio e quali siano le ragioni di tale ritardo.
(5-00589)

Interrogazione a risposta scritta:


   URZÌ, MATTEONI, RAIMONDO, ALMICI, POLO, LAMPIS, ROSCANI, CIABURRO e MARCHETTO ALIPRANDI. — Al Ministro dell'istruzione e del merito, al Ministro per gli affari regionali e le autonomie. — Per sapere – premesso che:

   è di pochi giorni fa la notizia di un bambino a cui sarebbe stata negata l'iscrizione a una scuola media della provincia di Bolzano, la «Adalbert Stifter», a causa dalla sua scarsa conoscenza della lingua tedesca rilevata a seguito di un test di livello;

   a parere dell'interrogante, l'esclusione dall'istituto in lingua tedesca della provincia autonoma di Bolzano sarebbe in palese contrasto con i principi costituzionali che prevedono l'erogazione dell'educazione scolastica senza limiti e non condizionata da alcun test preventivo, tanto più se si considera che la vicenda è avvenuta nell'ambito della scuola dell'obbligo;

   sarebbe quanto meno auspicabile avviare un'analisi sull'adeguamento dell'organizzazione scolastica del territorio altoatesino – fondata su percorsi differenziati in lingua tedesca o in lingua italiana, così come sancito dallo statuto di autonomia a tutela delle minoranze linguistiche nazionali – a un quadro indiscutibilmente mutato sul piano sociale, culturale e linguistico della società che vede, rispetto al passato, una fortissima richiesta di educazione plurilingue da parte soprattutto italiana e la necessità di forte integrazione dei ragazzi con origine migratoria e, dunque, con scarsa competenza linguistica italiana e tedesca;

   il potenziamento degli strumenti linguistici garantirebbe agli studenti una maggiore futura competitività in un mercato del lavoro che richiede il bilinguismo;

   ferme le garanzie di mantenimento di standard educativi monolingue delle scuole in lingua tedesca, la scuola in lingua italiana dovrebbe poter offrire adeguati standard formativi nell'altra lingua, ma pesa soprattutto la mancanza di un corpo insegnante adeguato all'utilizzo veicolare del tedesco nella docenza di svariate materie;

   nel territorio dell'Alto Adige, sempre più famiglie considerano gli istituti nell'una e nell'altra lingua vere e proprie scuole di formazione linguistica, necessarie all'inserimento lavorativo e sociale in provincia di Bolzano, più che luogo di educazione di carattere generale come altrove-:

   se i Ministri interrogati siano a conoscenza della vicenda in premessa;

   se si intenda avviare, per quanto di competenza, un approfondimento sui gravi episodi di mancata ammissione a istituzioni scolastiche pubbliche a seguito di non previsti test di ammissione linguistica;

   se si intenda avviare una verifica, di concerto con le istituzioni scolastiche dell'Alto Adige e la provincia autonoma di Bolzano, su opportuni supporti alla formazione e reclutamento di personale docente con adeguata specializzazione e forte competenza nelle due lingue provinciali, al fine di garantire che le istituzioni scolastiche locali, nella propria autonomia, possano assolvere sia alla funzione educativa che a quella linguistica.
(4-00712)

LAVORO E POLITICHE SOCIALI

Interpellanza:


   Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, il Ministro dell'economia e delle finanze, il Ministro della salute, per sapere – premesso che:

   l'Ente nazionale di previdenza e assistenza della professione infermieristica (Enpapi), è stato istituito il 24 marzo 1998 per assicurare la tutela previdenziale obbligatoria in favore degli infermieri professionali, assistenti sanitari, vigilatrici d'infanzia, iscritti ai relativi albi provinciali degli ordini professionali e che esercitano, in via esclusiva, attività libero professionale in forma autonoma, associata o societaria;

   le regole per l'elezione degli organi di amministrazione dell'Enpapi sono disciplinate da un regolamento elettorale e la durata del mandato degli organi è di quattro anni e le prossime elezioni dovrebbero tenersi nell'anno 2024;

   come si evince dall'estratto delle deliberazioni adottate nel corso della riunione del Consiglio di indirizzo generale del 29 aprile 2022, con delibera n. 8 del 2022 sono state approvate le modifiche al regolamento elettorale, predisposte dal Consiglio di Amministrazione; il nuovo testo regolamentare, come da Statuto, è stato sottoposto ad approvazione ministeriale;

   la modifica del regolamento consegue al decreto ministeriale 11 giugno 2020, n. 108 che all'articolo 2 disciplina i requisiti di professionalità richiesti per la nomina, non già per la candidatura, a componente dell'organo di amministrazione, rinviando all'articolo 3 per la disciplina delle caratteristiche dei corsi professionalizzanti necessari a compensare l'esperienza in attività di amministrazione, di controllo o di carattere direttivo che sia carente delle materie previdenziali; il medesimo decreto, all'articolo 6, individua, in via tassativa, quali sono invece i requisiti di onorabilità nonché le cause di ineleggibilità e di incompatibilità;

   a garanzia del democratico accesso alle cariche elettive, più in generale, il nostro ordinamento giuridico ammette condizioni di esclusione o limitazione del diritto all'elettorale passivo le quali, tuttavia, derogando al suddetto principio, sono di stretta interpretazione e devono rigorosamente contenersi entro i limiti di quanto sia strettamente indispensabile e ragionevole, talché le cause di incandidabilità, ad esempio, trovano generalmente applicazione nei riguardi di coloro che siano stati condannati per alcuni gravi delitti;

   secondo le anticipazioni di AssoCareNews.it, le predette modifiche regolamentari limiterebbero invece la candidatura anche a coloro che siano in possesso anche di una laurea specialistica in materie giuridiche, economiche, gestionali; ovvero, in alternativa che abbiano maturato requisiti di professionalità per aver svolto – a titolo oneroso e con compenso congruo rispetto all'incarico ricoperto – funzioni o compiti dirigenziali, consiliari, amministrativi o direttivi per uno o più periodi complessivamente non inferiori ad un triennio presso Istituzioni pubbliche o private (profit o non profit, aventi negli ultimi tre anni un volume d'affari medio di euro 500.000,00, se profit, o una raccolta di contributi media, se non profit, pari ad almeno euro 100.000,00), integrate da un corso di formazione in tema di gestione di enti di previdenza erogato dalla struttura formativa Mefop ovvero da altra struttura, di formazione superiore, riconosciuta ed accreditata da Enpapi; in caso di carenza dei predetti requisiti, sono candidabili coloro che abbiano superato, con profitto, un corso di specializzazione della durata di almeno 300 ore di formazione in tema di gestione di enti di previdenza erogato dalla struttura formativa Mefop ovvero altra struttura, di formazione superiore, riconosciuta ed accreditata, a tal fine, da Enpapi. Per la sola carica a Presidente dell'Ente, oltre ai requisiti richiesti per qualsivoglia carica sociale di cui al precedente comma, è indispensabile il possesso dei requisiti stabiliti nel decreto ministeriale 11 giugno 2020, n. 108; invece, per coloro i quali abbiano già ricoperto cariche all'interno degli Organi dell'enpapi il requisito di professionalità è soddisfatto con un corso di aggiornamento, della durata di almeno 20 ore erogato dalla struttura formativa Mefop ovvero da altra struttura, di formazione superiore, riconosciuta ed accreditata, a tal fine, da Enpapi;

   sembrerebbe inoltre che non siano eleggibili anche coloro che abbiano sottoscritto una transazione con ammissione, anche parziale, di responsabilità, o che si trovino in una situazione di contenzioso con l'Enpapi;

   è evidente come i predetti requisiti rischino di rendere incandidabili e ineleggibili la maggior parte degli iscritti alterando il principio democratico e qualsiasi possibilità di alternanza;

   sarebbe peraltro auspicabile che qualsiasi proposta di modifica delle regole elettorali sia condivisa ampiamente e con il necessario anticipo con tutti gli iscritti/elettori e con la Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche (Fnopi), così da consentire a tutti di partecipare e libere e democratiche elezioni –:

   se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti descritti in premessa e se abbia ricevuto il regolamento elettorale de quo, valutandone la conformità alle disposizioni di cui al decreto ministeriale 11 giugno 2020, n. 108 nonché ai principi del nostro ordinamento giuridico come richiamati in premessa;

   se si intenda invitare l'Enpapi alla massima trasparenza e alla più ampia condivisione circa la modifica delle regole elettorali, anche con la categoria professionale di riferimento;

   se ritenga opportuno avviare un attento monitoraggio dell'ordinario ricambio democratico degli organi dell'Enpapi, tenuto conto, peraltro, che l'ente è già reduce da un commissariamento avvenuto nell'aprile del 2019 e durato 16 mesi.
(2-00111) «Sportiello».

Interrogazioni a risposta scritta:


   FRATOIANNI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   il reddito di cittadinanza si è dimostrato un indispensabile sostegno al reddito delle persone a più alto disagio economico e sociale, soprattutto durante la fase della grave crisi pandemica e nell'attuale contingenza di guerra, in cui l'inflazione ha raggiunto livelli molto preoccupanti e galoppanti in tutta l'eurozona;

   in base alla sentenza della Corte costituzionale n. 152 del 2020 è stato previsto un aumento delle pensioni di invalidità civile totali, ma tale maggiorazione viene considerata ai fini del calcolo del reddito familiare, portando i disabili che percepiscono anche il reddito di cittadinanza ad una riduzione dell'importo o alla revoca del beneficio;

   come anche ribadito in una nota interpretativa dell'Inps, l'incremento viene infatti calcolato nel reddito familiare, mentre la prestazione stessa no, in quanto i trattamenti previsti per i disabili non vengono considerati ai fini dell'Isee;

   sul calcolo del reddito familiare si basa la determinazione dell'importo del reddito di cittadinanza e, mentre la pensione di invalidità e reddito di cittadinanza sono cumulabili tra loro, quest'ultimo però viene proporzionato in base all'importo della prima, pertanto le persone titolari di entrambi i sostegni, da una parte, si vedono aumentare l'importo della pensione ma, dall'altra, sono soggette alla riduzione del reddito di cittadinanza;

   i tantissimi soggetti interessati, evidentemente tra i più disagiati, sono anche quelli più penalizzati da questa contraddizione normativa e, più volte, tramite diversi atti parlamentari che recepivano le numerosissime istanze ricevute tanto dai singoli invalidi quanto dalle associazioni di riferimento, è stato chiesto al Governo un intervento correttivo-:

   quali iniziative urgenti intenda assumere, anche di carattere normativo, volte ad attuare una pronta revisione delle attuali disposizioni in materia di calcolo del reddito familiare per quanto riguarda il conteggio delle indennità di invalidità e del reddito di cittadinanza.
(4-00707)


   BRAGA. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:

   Suominen-Nonwovens è una multinazionale finlandese specializzata nella produzione di tessuto non tessuto, materiale medicale e per l'igiene. La sua piattaforma di produzione comprende otto stabilimenti: tre situati in Usa, uno in Brasile, quattro in Europa dei quali due in Italia, a Mozzate, in provincia di Como e a Cressa, in provincia di Novara;

   nel gennaio 2023 Suominen-Nonwovens senza alcun preavviso nei confronti dei propri dipendenti e delle rappresentanze sindacali, ha annunciato l'avvio di un piano di cessazione definitiva della produzione entro giugno 2023 dello stabilimento di Mozzate, avviando la procedura di licenziamento per 57 dei 92 dipendenti;

   le motivazione addotte dalla dirigenza alla chiusura del sito di Mozzate fanno riferimento ad una serie di fattori specifici: la normalizzazione della domanda a seguito della forte richiesta dovuta alla crisi pandemica da COVID-19; l'accrescimento della concorrenza nel mercato globale, in particolare di Cina e Turchia; l'aumento record dei costi energetici; l'inadeguatezza dei macchinari del sito di Mozzate a produrre beni ecocompatibili richiesti da un mercato europeo sempre più orientato ad uno sviluppo sostenibile;

   alcune di queste motivazioni risulterebbero in palese contraddizione con lo stato reale dell'azienda. Secondo il Report Annuale 2022 il fatturato netto di Suominen-Nonwovens, nonostante i volumi delle vendite siano effettivamente diminuiti, è stato di 493,3 milioni di euro contro i 443,2 milioni del 2021: un incremento, determinato dall'aumento dei prezzi di vendita, pari all'11,3 per cento. Suominen-Nonwovens ha sì fatto registrare nel 2022 una perdita d'esercizio pari a -13,9 milioni di euro, causata in gran parte dall'aumento dei costi complessivi di produzione a seguito della crisi energetica e geopolitica – che ha peraltro accomunato gran parte delle imprese italiane –, ma il trend dei risultati degli anni precedenti ha sempre segnato utili netti nell'ordine di 20,73 milioni di euro nel 2021 e di 30,2 nel 2020. Inoltre, prima dell'annuncio della chiusura della produzione a Mozzate, il secondo stabilimento italiano di Suominen sito a Cressa, controllato al 100 per cento da quello di Mozzate, ha fatto registrare un incremento di produzione tale da indurre l'azienda ad effettuare all'incirca 25 nuove assunzioni. Infine, la presunta inadeguatezza del sito di Mozzate a produrre articoli ecocompatibili verrebbe confutata da quanto riportato sulla visura camerale che anzi indicherebbe proprio gli impianti di Mozzate come i più idonei a supportare una produzione sostenibile;

   la cessazione della produzione nel sito di Mozzate comporterà un forte impatto in termini occupazionali e sociali. Ciò ha determinato la reazione dei lavoratori e delle organizzazioni sindacali che hanno proclamato lo stato di agitazione e organizzato presso lo stabilimento un presidio permanente;

   le interlocuzioni tra i lavoratori, le organizzazioni sindacali e la proprietà dell'azienda in corso fino a qualche settimana fa, si sono sbrigativamente interrotte. I sindacati hanno avanzato proposte in ordine al miglioramento delle condizioni di buonuscita e al ricollocamento di parte dei lavoratori presso il sito produttivo di Cressa, viste anche le recenti assunzioni attuate, non ottenendo risposte esaustive. La rottura delle trattative da parte di Suominen-Nonwovens sposta ora il confronto sul tavolo di regione Lombardia –:

   se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti esposti in premessa e quali iniziative urgenti intendano assumere a tutela dei livelli occupazionali della Suominen-Nonwovens, al fine di prevenire la pesante crisi occupazionale e le relative conseguenze sociali;

   se non ritengano utile procedere all'apertura di un tavolo di crisi ministeriale, convocando i vertici aziendali e le rappresentanze sindacali, affinché si verifichino tutti gli spazi possibili per salvaguardare i posti di lavoro evitando un ulteriore impoverimento del tessuto produttivo industriale del nostro Paese.
(4-00714)

SALUTE

Interrogazione a risposta in Commissione:


   MARIANNA RICCIARDI, AMATO, DI LAURO e CAROTENUTO. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   le malattie mieloproliferative croniche sono caratterizzate da una proliferazione anomala e neoplastica della cellula staminale mieloide;

   tra le malattie mieloproliferative vi è la policitemia vera, una rara forma di tumore caratterizzata dalla produzione incontrollata di globuli rossi e, in alcuni casi, di globuli bianchi e piastrine. Si tratta di una malattia cronica, contraddistinta da una progressione lenta;

   una lettera dell'associazione AIPAMM (Associazione italiana pazienti con malattie mieloproliferative) inviata a una dirigente di AIFA e, per conoscenza, ai deputati in carica, ha segnalato che trenta pazienti reclutati nella fase osservazionale successiva allo studio clinico randomizzato di fase 2 «Ropeginterferon alfa-2b (sostanza attiva del farmaco Besremi) versus phlebotomy in low risk patients with polycythaemia vera» che terminerà il 31 marzo 2023, andranno incontro a una grave criticità nella cura; la presidente di AIPAMM nella lettera dichiara infatti che «una volta terminato lo studio, da quanto ventilato da alcuni ematologi, i centri coinvolti potranno assicurare la continuità terapeutica ai pazienti fuori dai criteri del rimborso, solo sostenendo il costo della terapia con Besremi a spese proprie»;

   nella lettera, la presidente di AIPAMM ha inoltre precisato che «per essere arruolati nello studio sopracitato, non si doveva aver assunto idrossiurea, mentre ora (dal 31 marzo 2023 ndr), un paziente che ha fatto con successo il trial dovrebbe assumerla e solo nel caso di una sua intolleranza avrebbe diritto di tornare al farmaco che si era prestato a sperimentare» ciò che si verrebbe a verificare rappresenterebbe «esattamente il contrario della continuità terapeutica che, come più volte sancito dall'AIFA e confermato dallo stesso Consiglio di Stato, resta una priorità al fine di "osservare la cautela, una volta iniziato il trattamento con un prodotto, di proseguirlo con lo stesso prodotto"»;

   come riportato nella FAQ n. 1 presentata dal Centro di coordinamento nazionale dei comitati etici e aggiornata al 23 giugno 2022 «il principio di continuità terapeutica non compare come obbligo in un decreto o regolamento specifico, ma è parte integrante delle GCP (Good Clinical Practice), dal momento che la dichiarazione di Helsinki, dalla quale le GCP traggono fondamento, recita all'articolo 34: "prima di una sperimentazione clinica, sponsor, ricercatori e governi dei paesi coinvolti dovrebbero prevedere disposizioni affinché i soggetti coinvolti nella ricerca che hanno tratto beneficio dall'intervento in studio possano accedervi anche a sperimentazione conclusa. Queste informazioni devono essere comunicate ai partecipanti in occasione del consenso informato". (...) Nel maggior interesse del paziente, le informazioni riguardanti il modo per garantire la continuità terapeutica devono essere contenute nell'informativa e nel modello di consenso informato relativo al protocollo sperimentale e comunicate ai partecipanti in occasione della sottoscrizione del consenso informato» –:

   se i pazienti arruolati nello studio clinico di cui nelle premesse siano venuti a conoscenza di tutte informazioni relative al modo per garantire la continuità terapeutica;

   se non ritenga di adottare ogni iniziativa di competenza utile al fine di assicurare la continuità terapeutica dei pazienti coinvolti nello studio clinico di cui nelle premesse, prevedendo misure che evitino ulteriori costi per le persone interessate;

   se non valuti d'intraprendere tutte le iniziative di competenza, in coordinamento con AIFA, affinché i trenta pazienti reclutati nella fase osservazionale successiva allo studio clinico sopracitato continuino ad essere curati con il farmaco che si erano offerti di sperimentare, fatto salva l'individuazione di eventuali controindicazioni.
(5-00578)

Interrogazione a risposta scritta:


   PAVANELLI. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   gli Istituti zooprofilattici sperimentali (I.Z.S.) rappresentano uno strumento operativo del Servizio sanitario nazionale volto a garantire la sorveglianza epidemiologica, la ricerca sperimentale, la formazione del personale, il supporto di laboratorio e la diagnostica nell'ambito del controllo sugli alimenti;

   in altri termini, ad essi è affidata la creazione di una rete di servizi destinati a verificare la salute degli alimenti e dell'ambiente ai fini della salvaguardia della salute dell'uomo;

   a seguito del riordino degli Istituti, effettuato con decreto legislativo n. 106 del 2012, gli Istituti zooprofilattici sperimentali operano di concerto con il Ministero della salute che su di essi detiene il potere vigilanza nonché le altre prerogative di cui all'articolo 14 del citato decreto;

   orbene, secondo quanto appreso da numerose fonti di stampa locale, ci sarebbe l'intenzione di destinare l'area ubicata nella zona di Lidarno sita presso il comune di Perugia all'Istituto zooprofilattico sperimentale di Umbria e Marche con l'intento di realizzare un «Polo strategico produttivo nazionale pubblico con strutture ad elevato contenimento biologico»;

   nel dettaglio, si tratterebbe di polo contrassegnato dalla sigla BLS3, ovverosia un bio-laboratorio dotato di officina farmaceutica finalizzato alla produzione di vaccini sugli animali. Sempre da articoli di stampa locale, si apprende che in quel sito è prevista la nascita di «un polo destinato allo sviluppo e alla produzione di vaccini per i controlli delle malattie degli animali e quelle trasmissibili all'uomo»;

   la presenza di tale struttura all'interno del territorio cittadino potrebbe rappresentare un elevato rischio di carattere igienico-sanitario, nonché per l'incolumità dell'intera comunità circostante, vista anche la ravvicinata distanza dalle abitazioni e dall'aeroporto di Perugia –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza di tale iniziativa dell'Istituto zooprofilattico sperimentale di Umbria e Marche;

   se non intenda, per quanto di propria competenza, adottare iniziative volte ad un riesame della decisione dell'Istituto zooprofilattico sperimentale di Umbria e Marche di realizzare un polo strategico produttivo con strutture ad elevato contenimento biologico adiacente ad aree abitate e all'aeroporto civile;

   quali garanzie sia in grado di fornire a salvaguardia della comunità ivi residente.
(4-00716)

Apposizione di firme ad interrogazioni.

  La interrogazione a risposta immediata in assemblea Benzoni e altri n. 3-00268, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 21 marzo 2023, deve intendersi sottoscritta anche dai deputati: Faraone, Ruffino.

  La interrogazione a risposta immediata in assemblea Dalla Chiesa n. 3-00269, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 21 marzo 2023, deve intendersi sottoscritta anche dai deputati: Mulè, Tassinari.

Ritiro di documenti del sindacato ispettivo.

  I seguenti documenti sono stati ritirati dai presentatori:

   interrogazione a risposta in Commissione Peluffo n. 5-00362 del 13 febbraio 2023;

   interrogazione a risposta scritta Soumahoro n. 4-00687 del 17 marzo 2023;

   interrogazione a risposta orale Alfonso Colucci n. 3-00264 del 20 marzo 2023.