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Resoconto dell'Assemblea

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XIX LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Lunedì 9 gennaio 2023

ATTI DI CONTROLLO

AMBIENTE E SICUREZZA ENERGETICA

Interpellanza:


   Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, per sapere – premesso che:

   al fine di risolvere le criticità del sistema di collettamento e depurazione della sponda bresciana del lago di Garda, nel 2017 veniva firmata la dichiarazione di intenti sul livello delle acque del lago tra le province di Mantova, Brescia e Verona e il comune di Peschiera del Garda;

   il 30 novembre 2020 il Consiglio provinciale di Brescia, con l'approvazione della «Mozione Sarnico», deliberava che le infrastrutture di depurazione, anche a progetto, dovessero essere localizzate «nelle aree territoriali dei comuni afferenti all'impianto stesso»;

   alla luce del citato atto di indirizzo, l'ufficio d'ambito di Brescia chiedeva ad Acque Bresciane, società in house della provincia di Brescia che gestisce il servizio idrico integrato, di individuare nuove ipotesi di localizzazione per il sistema di depurazione, conformi con gli indirizzi espressi dalla provincia e con i regolamenti regionali;

   il 9 aprile 2021 Acque Bresciane trasmetteva all'Ufficio d'ambito della provincia di Brescia la relazione Prot. 31745 «Valutazione nuovi scenari localizzativi» e lo studio redatto con la supervisione scientifica dell'università di Brescia «Confronto fra scenario a progetto e nuovo scenario alternativo» nei quali si comunicava che il nuovo scenario rispondente alla citata mozione del Consiglio provinciale risultava quello di Peschiera + Lonato;

   in particolare, nella relazione si concludeva: «Per le scelte progettuali sopra sintetizzate, la soluzione Lonato consente un significativo contenimento anche dei costi di esercizio, in particolare dei costi energetici del sistema di collettamento. Per tutte le considerazioni sopra esposte Acque Bresciane conferma la sostenibilità tecnica della soluzione Lonato, in alternativa alla soluzione a progetto, e si rimette alle determinazioni dell'ATO rispetto alla prosecuzione dell'iter autorizzativo»;

   nonostante ciò, con decreto-legge 9 giugno 2021, n. 80 (articolo 17-octies, comma 7), veniva stabilito che «Al fine di consentire la rapida attuazione del sistema di collettamento e depurazione del lago di Garda e la conseguente tempestiva dismissione della condotta sublacuale, giunta al termine della propria vita tecnica, il Prefetto di Brescia è nominato Commissario straordinario, con i poteri di cui all'articolo 4, commi 2 e 3, del decreto-legge 18 aprile 2019, n. 32, convertito, con modificazioni, dalla legge 14 giugno 2019, n. 55, per la progettazione, l'affidamento e l'esecuzione delle nuove opere per il collettamento e la depurazione della sponda bresciana del lago di Garda»;

   il predetto decreto, prevedendo la nomina di un Commissario straordinario, escludeva, di fatto, la provincia di Brescia e tutta la sua comunità da ogni decisione, tanto che l'allora prefetto di Brescia, Attilio Visconti, in qualità di Commissario straordinario, con una nota del 23 luglio 2021, ben prima, quindi, della conversione in legge del provvedimento di iniziativa governativa, annunciava che «il sistema di collettamento e depurazione a servizio della sponda bresciana del lago di Garda si articolerà in due depuratori che verranno ubicati a Gavardo e Montichiari», disattendendo del tutto la delibera del Consiglio provinciale di Brescia con la quale si stabiliva, come detto, che le infrastrutture di depurazione dovessero essere localizzate «nelle aree territoriali dei comuni afferenti all'impianto stesso»;

   l'ipotesi del depuratore del Garda realizzato nei comuni di Gavardo e Montichiari prevede un investimento di oltre 170 milioni di euro, da aggiornare, nonché elevati costi di gestione, oggi lievitati anche a causa dell'aumento del costo delle materie prime e dei costi energetici: si pensi all'onere dell'energia di una rete che, in termini di chilometri, si raddoppia e che prevede due depuratori anziché uno solo;

   il progetto è stato, peraltro, portato avanti nonostante i diversi pareri negativi, non solo del Consiglio provinciale, ma dello stesso Commissario europeo per l'ambiente, Virginijus Sinkevicius, che in risposta a un'interrogazione ha dichiarato: «Lo smaltimento fognario è disciplinato dalla Direttiva sul trattamento delle acque reflue urbane. I dati comunicati dall'Italia indicano che Gavardo e Montichiari non soddisfano i requisiti di trattamento»;

   a parere dell'interrogante, inoltre, non sussistono i presupposti di necessità e urgenza di cui all'articolo 120, secondo comma, della Costituzione che avrebbero consentito all'allora Governo di sostituirsi alla provincia, avendo la stessa già assunto decisioni in materia;

   la Repubblica italiana, in tutte le sue articolazioni, sancisce il principio di leale collaborazione, in base al quale i diversi livelli di governo devono cooperare fra loro, in quanto, nonostante le diversità di funzione e struttura, essi fanno pur sempre parte del medesimo ordinamento –:

   se il Governo sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e se non ritenga sussistano i presupposti per revocare la nomina del Commissario straordinario per il sistema di collettamento e depurazione del lago di Garda e tornare a una gestione ordinaria.
(2-00039) «Almici».

DIFESA

Interrogazione a risposta immediata in Commissione:

IV Commissione:


   GRAZIANO, DE MARIA, FASSINO e CARÈ. — Al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:

   da notizie a mezzo stampa – che analizzavano l'ultimo decreto del Ministro della difesa datato 10 febbraio 2021, riferito all'inflazione del 2020, che determina il controvalore in denaro delle voci costituenti il trattamento alimentare –, parrebbe che il valore medio pro capite per l'approvvigionamento dei pasti per il personale delle Forze armate, ammonti a circa 2,5 euro. Generalmente, i contratti per il servizio di catering nonché le convenzioni con gli esercizi di ristorazione sul territorio nazionale, sono stipulati prima che inizi l'anno e pertanto non sono coerenti con l'attuale aumento dell'inflazione e non considerano l'attuale crisi dei beni alimentari che il Paese sta attraversando;

   di contro, le società interessate, per onorare gli accordi sul servizio di ristorazione e garantirsi comunque il giusto livello di redditività, potrebbero essere costrette ad abbassare la qualità dei prodotti che utilizzano determinando un peggioramento delle pietanze da servire al personale militare. In maniera analoga, per la «gestione diretta» dei servizi di ristorazione nelle strutture della difesa, gli importi previsti per l'acquisto di viveri non potrebbero ormai essere più idonei a garantire un pasto dignitoso al personale militare;

   l'indice dei prezzi al consumo ha continuato a crescere trainato dall'aumento dei costi del comparto energetico. Secondo l'Istat, infatti, l'inflazione si attestava al +6,9 per cento su base annua, livello che non si registrava dal marzo del 1986. Tra i settori che hanno fatto segnare maggiori rincari c'è sicuramente quello alimentare con +6,7 per cento dei prezzi del «carrello della spesa»;

   in particolare l'Istituto di statistica afferma che «accelerano ulteriormente i prezzi degli altri oli alimentari (da +65,3 per cento a +70,2 per cento; +5,7 per cento su base mensile), quelli di pasta secca, pasta fresca e preparati di pasta (da +13,4 per cento a +16,6 per cento, +1,9 per cento su aprile) e i prezzi del burro (da +15,6 per cento a +22,6 per cento; +6,7 per cento il congiunturale). Sale di poco la crescita dei prezzi degli alimentari non lavorati (da +7,8 per cento a +7,9 per cento; +1,1 per cento su base mensile)» –:

   se il Ministro interrogato, di concerto con il Ministro dell'economia e finanze, non ritenga di indicizzare e tarare sulla base dell'inflazione il controvalore del pasto per il personale militare, in modo da garantire uno standard alimentare costante ai militari, considerando che il rialzo dei prezzi sarà sostenuto e persistente.
(5-00193)

ECONOMIA E FINANZE

Interrogazione a risposta scritta:


   VIETRI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR. — Per sapere – premesso che:

   il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 24 settembre 2020 ha ripartito, tra circa 3.100 comuni delle aree interne e montane, 210 milioni di euro nel triennio 2020-2022 per il sostegno delle attività economiche, artigianali e commerciali territoriali, al fine di contrastare la marginalizzazione e i fenomeni di declino demografico propri delle aree interne del nostro Paese;

   ai sensi del combinato disposto degli articoli 5, comma 2, e 7, comma 1, del citato decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, tali fondi avrebbero dovuto, peraltro, essere utilizzati e, quindi, ripartiti tra le attività artigianali e commerciali interessate, entro sei mesi dalla conclusione dell'annualità di erogazione del contributo da parte del Ministero dell'economia e delle finanze ai singoli comuni;

   secondo quanto consta all'interrogante, i fondi sarebbero stati erogati, tra gli altri, anche al comune di San Mauro Cilento, nel salernitano, ma l'ente non avrebbe provveduto a pubblicare il bando per far accedere le attività economiche locali alla ripartizione di questi fondi che rappresentano una opportunità di notevole importanza, soprattutto in considerazione dei gravi effetti economici del protrarsi dell'emergenza pandemica, prima, e del conflitto bellico dopo;

   ad oggi, non è chiaro se il comune abbia effettivamente ricevuto tali fondi e, in caso positivo, se e come siano stati spesi dall'amministrazione locale, posto che le attività commerciali e artigianali ricadenti nel comune di San Mauro Cilento lamentano la mancata ripartizione dei fondi –:

   accertata la veridicità e gravità dei fatti esposti in premessa, di quali informazioni disponga il Governo in merito ai fatti esposti in premessa, con particolare riguardo alle motivazioni della mancata pubblicazione del bando da parte del comune di San Mauro Cilento e alla effettiva utilizzazione dei fondi stanziati dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 24 Settembre 2020 da parte dell'amministrazione comunale.
(4-00226)

GIUSTIZIA

Interrogazioni a risposta orale:


   MULÈ. — Al Ministro della giustizia, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   le norme sull'ordinamento penitenziario di cui alla legge n. 354 del 1975, all'articolo 11, regolano l'accesso dei detenuti alle prestazioni del Servizio sanitario nazionale, prevedendo anche il trasferimento in strutture sanitarie esterne nel caso in cui determinate cure non possano essere assicurate all'interno dell'istituto penitenziario;

   nella casa di reclusione di Spoleto, ove sono presenti circa ottanta detenuti sottoposti al regime carcerario comunemente detto 41-bis, sembra non sia possibile garantire un'assistenza sanitaria continua nell'arco delle ventiquattro ore;

   l'ospedale civile San Matteo degli infermi è la struttura sanitaria più vicina e più attrezzata, anche con specifiche sezioni previste per la degenza di detenuti, particolarmente necessarie per garantire la sicurezza nei periodi di ricovero di detenuti ai quali si applica il così detto regime carcerario dell'articolo 41-bis, presenti nel carcere di Spoleto –:

   se alla luce di quanto riportato in premessa l'ospedale civile San Matteo degli infermi abbia i necessari requisiti per essere individuato come la struttura sanitaria di riferimento in caso di ricovero esterno dei detenuti della casa di reclusione di Spoleto.
(3-00083)


   DORI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   il 6 aprile 2020, mentre il Paese faceva i conti con le misure introdotte per frenare il diffondersi del Covid, nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, secondo la ricostruzione degli inquirenti e grazie alle videocamere di sorveglianza e alle testimonianze dei detenuti, si svolgeva un gravissimo pestaggio, brutale e immotivato, nei confronti dei detenuti;

   per quei fatti, nel luglio 2022 sono stati rinviati a giudizio un totale di 105 persone, tra agenti penitenziari, funzionari del Dipartimento amministrazione penitenziaria e dell'azienda sanitaria locale;

   i reati contestati a vario titolo sono: tortura, omicidio colposo come conseguenza di tortura, lesioni pluriaggravate, abuso di autorità, falso in atto pubblico;

   dodici imputati sono invece accusati dell'omicidio colposo del detenuto algerino Hakimi Lamine, pestato il 6 aprile, ma morto il seguente 4 maggio;

   all'udienza preliminare si sono costituiti parti civili decine di detenuti e alcune associazioni;

   secondo il Garante dei detenuti della Campania, Samuele Ciambriello, quanto avvenuto il 6 aprile 2020 rappresenterebbe «una mattanza di Stato»;

   gli agenti, dopo le denunce e le indagini, sono stati sospesi dal giugno 2021 quando è stata eseguita un'ordinanza di custodia cautelare nei loro confronti;

   da quel che si apprende dai mezzi di stampa, nel corso del tempo alcuni esponenti istituzionali hanno espresso solidarietà nei confronti degli agenti sotto processo;

   il viceministro Bignami, in un'intervista pubblicata sul quotidiano Domani il 14 dicembre 2022, e qualche giorno prima a Ferrara al congresso del nuovo sindacato dei Carabinieri, ha ipotizzato una revisione del reato di tortura introducendo il concetto di reiterazione che lo renderebbe di difficile se non di impossibile applicazione;

   la coordinatrice nazionale di Antigone, Susanna Marietti, ha commentato: «Si rischia le modifiche alla norma che criminalizza la tortura, vengano fatte per neutralizzarne l'impatto. Sarebbe un errore culturale, giuridico e politico gravissimo»;

   precedentemente, l'attuale sottosegretario per la giustizia, Andrea Delmastro Delle Vedove, con interpellanza 2-00834 del 15 giugno 2020 chiedeva al Ministro della giustizia se volesse «sollecitare da parte del direttore generale dell'amministrazione penitenziaria il conferimento dell'encomio solenne al corpo di polizia penitenziaria in servizio presso l'istituto penitenziario di Santa Maria Capua Vetere che, in operazione di particolare rischio, ha dimostrato di possedere, complessivamente, spiccate qualità professionali e non comune determinazione operativa»;

   ricordiamo che l'introduzione del reato di tortura, ex articolo 613-bis del codice penale, è avvenuta in Italia solo con l'approvazione della legge n. 110 del 2017, allo scopo di colmare un vulnus creatosi dopo l'approvazione della Convenzione di New York del 1984 e ratificata dal nostro Paese nel novembre del 1988 con legge n. 489, denominata «Ratifica ed esecuzione della Convenzione contro la tortura ed altre pene o trattamenti crudeli, disumani o degradanti, firmata a New York il 10 dicembre 1984», oltre che alla Carta dei diritti dell'Unione europea;

   una modifica del reato di tortura, come ipotizzata da esponenti dell'attuale Governo, sarebbe contraria agli impegni assunti a livello internazionale –:

   se il Ministro interrogato intenda chiarire l'intenzione del Governo di novellare il reato di tortura, nel senso annunciato da alcuni suoi esponenti, depotenziando di fatto l'articolo 613-bis del codice penale, provocando un preoccupante allontanamento dell'Italia dalle norme internazionali e un suo avvicinamento a Paesi che non garantiscono pienamente i diritti umani.
(3-00084)

IMPRESE E MADE IN ITALY

Interrogazione a risposta scritta:


   SCOTTO. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:

   il supermercato a marchio Ipercoop con sede ad Afragola è ubicato nel complesso commerciale «le porte di Napoli»;

   dopo l'addio delle coop emiliane e con l'accordo di cessione del 10 luglio 2019 i due soci del gruppo Gdm, con una lunga esperienza in coop, hanno preso in mano le redini degli ipermercati di Afragola e Quarto e accettato la sfida per il rilancio e lo sviluppo di queste due realtà produttive in difficoltà, ma con enormi margini di ripresa;

   presso la sede di Afragola del supermercato sono occupati attualmente 130 lavoratori;

   l'indotto della sede di Afragola abbraccia una platea di 80 lavoratori e lavoratrici;

   nell'ottobre 2022 l'azienda ha annunciato la chiusura del sito commerciale determinando le proteste dei lavoratori che si sono subito attivati per poter difendere il proprio diritto del posto di lavoro;

   situazione non dissimile si è verificata anche in altre sedi, ovvero l'Ipercoop del centro commerciale Vulcano Buono sito a Nola, che prima della chiusura contava 85 dipendenti;

   queste notizie arrivano in un momento di estrema difficoltà per le famiglie italiane ed in particolare nel sud Italia, dove la carenza di lavoro rende difficile il reinserimento nel circuito lavorativo di un numero così alto di lavoratori e lavoratrici –:

   quali iniziative – per quanto di competenza – intenda intraprendere e se non ritenga necessario aprire subito un tavolo di crisi convocando i vertici di Ipercoop, Gdm e le parti sindacali per aprire subito un tavolo di crisi volto a risolvere la situazione al fine di determinare la conservazione dei livelli occupazionali.
(4-00227)

INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interrogazione a risposta in Commissione:


   BRAGA. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   nel mese di novembre 2009 il Cipe ha approvato il progetto preliminare ed il finanziamento per la variante alla ex strada provinciale 639 nel territorio della provincia di Lecco, ricompresa nei comuni di Lecco, Vercurago e Calolziocorte. Successivamente, nel luglio successivo, lo stesso ente approvava anche il progetto definitivo del relativo lotto funzionale «S. Gerolamo» a carico sia del Cipe che della provincia di Lecco;

   nel corso degli anni successivi la conduzione dell'appalto ha tuttavia palesato numerose difficoltà che hanno avuto come conseguenza il blocco dei lavori. Con sentenza dell'ottobre 2019, il tribunale di Milano, sezione imprese, ha quindi dichiarato risolto il contratto tra provincia di Lecco e appaltatore formalizzando l'accordo per la riconsegna delle aree di cantiere;

   con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 21 novembre 2019, la ex strada provinciale 639 è riclassificata quale strada di interesse nazionale e questo ha comportato l'avvio di un'interlocuzione tra la provincia di Lecco ed Anas, al fine di affidare a quest'ultima la progettazione esecutiva necessaria per il nuovo appalto;

   dopo numerosi incontri tra i soggetti interessati e a seguito del nullaosta del Ministero, nel settembre 2021 viene formalizzata la sottoscrizione della convenzione con Anas per il completamento della progettazione esecutiva; la convenzione prevede una tempistica di consegna della progettazione esecutiva entro 12 mesi dalla sopra richiamata sottoscrizione, ossia entro settembre 2022;

   la rilevanza dell'opera per il collegamento delle province di Lecco e Bergamo è confermata anche dall'inserimento della stessa tra gli interventi previsti per le prossime Olimpiadi invernali di «Milano-Cortina 2026», affidati alla responsabilità del commissario straordinario Sant'Andrea, incaricato di seguire l'avanzamento delle opere;

   già in data 13 giugno 2022 con interrogazione a risposta in Commissione presentata dall'onorevole Fragomeli si esprimeva preoccupazione per i tempi della progettazione esecutiva e si chiedeva un interessamento a riguardo del Governo, ma l'interruzione anticipata della legislatura, determinata dalla crisi del Governo Draghi, ha di fatto impedito di avere adeguata risposta all'atto ispettivo;

   allo stato attuale sono ormai scaduti da oltre 3 mesi i termini ultimi previsti dalla convenzione per la progettazione esecutiva – necessaria ad aggiornare il progetto per riappaltare l'opera – con la quale sarà possibile quantificare le eventuali risorse finanziarie aggiuntive per il completamento dell'opera, anche a seguito dell'aumento del costo delle materie prime e dell'incidenza dei costi energetici;

   i ritardi accumulati negli anni, la presenza di un cantiere bloccato, nonché il mancato rispetto della tempistica stabilita dalla convenzione per la progettazione esecutiva stanno causano notevoli disagi ai cittadini residenti nei comuni interessati dall'opera e stanno mettendo in discussione la tempistica di completamento di un'opera fondamentale, inserita tra gli interventi previsti per le prossime Olimpiadi invernali di «Milano-Cortina 2026» –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza della suddetta situazione e non ritenga necessario adottare ulteriori iniziative nei confronti di Anas e del commissario straordinario Sant'Andrea affinché si possa addivenire al completamento della progettazione esecutiva secondo le tempistiche concordate nella convenzione sottoscritta nel settembre 2021, al fine di garantire il rispetto di tutti gli impegni necessari al completamento della variante alla ex strada provinciale 639 nel territorio della provincia di Lecco, ricompresa nei comuni di Lecco, Vercurago e Calolziocorte-lotto «San Gerolamo», opera prioritaria e prevista per le Olimpiadi di «Milano-Cortina 2026».
(5-00194)

Interrogazione a risposta scritta:


   RAFFA. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   la strada statale 120 dell'Etna e delle Madonie (SS 120) è una strada statale che si trova in Sicilia e muove dalla strada statale 113 Settentrionale Sicula per giungere allo svincolo autostradale di Fiumefreddo di Sicilia, è una delle principali strade della regione e serve un'amplissima area dell'entroterra siciliano, compresa nelle province di Palermo, Enna, Messina e Catania;

   in particolare il tratto ricompreso tra i comuni di Cesarò e Troina della citata strada statale 120 versa in uno stato pessimo, con numerosi tratti in cui la strada è completamente dissestata per l'intera larghezza della sede stradale di entrambe le corsie di marcia, in alcuni punti si sono creati dei veri e propri scalini dove le macchine rischiano di danneggiarsi nonostante li si percorra a passo d'uomo;

   in particolare i tratti di alcune centinaia di metri prima e dopo il ponte «Mannera Vecchia», presentano dissesti importanti e molto pericolosi per l'incolumità di chi li percorre;

   da mesi non appare essere stato posto in essere alcun intervento, se non l'apposizione di segnali stradali temporanei per imporre il limite di velocità di 30 chilometri per numerosi diversi tratti della strada statale 120 –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza di quanto descritto in premessa e se intenda attivarsi, per quanto di competenza, anche nell'ambito dei contratti in essere con Anas S.p.a., e dei suoi poteri di indirizzo e controllo, affinché sia ripristinato lo stato di normale percorribilità della strada statale 120.
(4-00230)

INTERNO

Interrogazione a risposta scritta:


   RAMPELLI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   una lite per strada a Tor Bella Monaca si è trasformata in una rivolta contro la pattuglia dei carabinieri incaricata di proteggere Tiziana Ronzio, presidente dell'associazione Torpiùbella, premiata dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella per le sue denunce contro i clan e il narcotraffico;

   in particolare, intorno alle 21 del 5 gennaio 2023 un gruppo di sei persone avrebbe iniziato a litigare e picchiarsi in mezzo alla strada, di fronte alle Torri dell'Ater, dove Ronzio abita, protetta dai carabinieri con la formula della vigilanza mobile, ovvero pattugliando la via e le strade limitrofe;

   secondo la testimonianza di Ronzio «Ho sentito all'improvviso un gruppo di persone urlarsi contro di tutto. Mi sono affacciata e ho visto almeno 4 ragazzi e due donne, tra cui una coppia, che hanno iniziato a picchiarsi di brutto. Altri li guardavano fermi sulla strada. Una di loro abitava qui vicino. Ma due ragazzi subito si sono scagliati contro i militari, gridando che dovevano andarsene e farsi i fatti loro. Hanno iniziato a prenderli a calci e spintoni. I carabinieri hanno cercato di riportare i ragazzi alla calma e di bloccarli. Ma anche le altre persone hanno smesso di litigare e si sono scagliati contro i militari strattonandoli e spingendoli per mandarli via»;

   la rissa sarebbe improvvisamente passata in secondo piano per trasformarsi in una violenta aggressione contro i militari, con calci, pugni, schiaffi e anche un tentativo di investimento; una vicenda intollerabile che non è sfociata in una tragedia solo grazie alla prontezza dei carabinieri che sono riusciti a chiamare i rinforzi e a bloccare i più facinorosi;

   il bilancio finale di quella che può definirsi una notte di terrore testimonia solo in parte la gravità di quanto accaduto: due arresti e due denunce, tra cui un minorenne, con le accuse di minaccia, violenza, resistenza e lesioni a pubblico ufficiale, mentre i due carabinieri aggrediti hanno riportato 7 e 3 giorni di prognosi per le contusioni riportate;

   fra le persone che hanno aggredito i militari ci sarebbero anche figure legate allo spaccio e al clan Sparapano;

   solo qualche ora prima, sempre nelle stesse strade della Capitale, un uomo, già noto alle forze dell'ordine, aveva esploso dei colpi di pistola dalla sua macchina; mentre a fine anno l'arresto di sei membri del clan Moccia e le immagini di un barista in ginocchio a chiedere pietà agli indagati, protagonisti di una spedizione punitiva nella sua attività commerciale, aveva riportato il tema della criminalità a Tor Bella Monaca tra le prime pagine dei quotidiani;

   dure e certamente condivisibili le parole del presidente del VI Municipio, Nicola Franco, che ha organizzato una fiaccolata di solidarietà e chiesto l'intervento del Governo: «L'aggressione ai danni dei due carabinieri, incaricati della scorta di una cittadina di Tor Bella Monaca, in via Santa Rita da Cascia, non può essere trascurata. I Ministeri della difesa e dell'interno prendano atto che questo è un territorio da considerare diversamente dal resto di Roma: occorrono maggiori Forze dell'Ordine»; Tor Bella Monaca è un quartiere capitolino tristemente noto per essere la piazza di spaccio più grande di Roma, dove gli atti di violenza non sono una novità e dove il traffico di stupefacenti avviene alla luce del sole, sotto gli occhi dei residenti –:

   di quali informazioni il Governo disponga in merito ai gravi fatti esposti in premessa e quali urgenti iniziative di competenza intenda adottare per riportare sicurezza e legalità nel quartiere romano di Tor Bella Monaca.
(4-00229)

ISTRUZIONE E MERITO

Interrogazione a risposta scritta:


   RAIMONDO. — Al Ministro dell'istruzione e del merito. — Per sapere – premesso che:

   dalle notizie apparse sui media e dalle comunicazioni del sindaco del comune di Cesano Boscone (MI) si è appreso che in data 27 dicembre 2022 è crollata una parte del controsoffitto dell'aula adibita a mensa scolastica della scuola statale primaria «P. Gobetti» di Cesano Boscone (MI);

   fortunatamente il crollo non ha provocato il ferimento di alunni, insegnanti e personale scolastico perché la scuola era chiusa per le festività natalizie;

   è opportuno verificare se sono state compiute da parte dell'amministrazione comunale, proprietaria dell'edificio, tutte le attività di messa in sicurezza in vista della riapertura della scuola avvenuta il 9 gennaio 2023;

   quanto accaduto a Cesano Boscone, unitamente ad altre situazioni verificatesi negli ultimi anni in diverse scuole d'Italia, ripropone la necessità di avviare un'attività di monitoraggio della messa in sicurezza degli edifici scolastici –:

   se sia a conoscenza di quanto accaduto nella scuola statale primaria «P. Gobetti» di Cesano Boscone;

   quali iniziative, per quanto di competenza, abbia intrapreso o intenda intraprendere al fine di potenziare il sistema dei controlli della messa in sicurezza delle scuole di ogni ordine e grado;

   quali investimenti sono stati previsti per la messa in sicurezza delle scuole italiane.
(4-00228)

LAVORO E POLITICHE SOCIALI

Interrogazione a risposta in Commissione:


   GIRELLI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   nella Gazzetta Ufficiale n. 271 del 19 novembre 2022 è stato pubblicato il decreto 10 novembre 2022, del Ministro dell'economia e delle finanze, di concerto con il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, recante «Perequazione automatica delle pensioni con decorrenza dal 1° gennaio 2023»;

   la rivalutazione viene attribuita sulla base del cosiddetto cumulo perequativo, considerando come un unico trattamento tutte le pensioni di cui il soggetto è titolare, erogate dall'INPS e dagli altri enti, presenti nel casellario centrale;

   secondo la circolare per le pensioni al di sotto della soglia di quattro volte il minimo (pari ad euro 2101,00 mensile) si prevede una perequazione del 7,3 per cento, mentre per l'adeguamento dei limiti di reddito per il diritto alle pensioni in favore dei mutilati, invalidi civili totali, ciechi civili e sordomuti si prevede un aumento del 5,1 per cento;

   si tratta di ben 2,1 punti percentuali in meno;

   si tratta di rivalutazioni ben al di sotto dell'inflazione reale, che si attesta intorno all'11 per cento e per le pensioni di importo superiore a 4 volte il minimo, la perequazione non sarà intera ma ridotta, tornando ad una situazione pre Governo Draghi, penalizzando le pensioni medie, quindi ancora una volta i più deboli e i più svantaggiati: basti pensare che un pensionato con soli redditi da pensione pari ad euro 17000 annui (al di sotto del limite di reddito indicato nel 2022) che fruiva dell'assegno di invalidità di euro 288,00 pari ad oltre euro 3000,00 in più, con la nuova circolare, per effetto della perequazione del 7,3 per cento, vedrà la sua pensione aumentare di circa euro 1240,00 ma nel frattempo ne perderà oltre euro 3000,00 perché il limite di reddito non è stato rivalutato della stessa percentuale –:

   quali iniziative urgenti, alla luce dei fatti sopraesposti, si intendano adottare al fine di ripristinare condizioni che tutelino gli invalidi civili totali, i quali non devono vedere decurtati gli emolumenti relativi all'invalidità civile.
(5-00192)

PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

Interrogazioni a risposta orale:


   DORI. — Al Ministro per la pubblica amministrazione, al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   con bando pubblicato il 17 novembre 2020 il Ministero della giustizia ha indetto un concorso pubblico su base distrettuale per il reclutamento di 400 unità di personale non dirigenziale a tempo indeterminato per il profilo di direttore;

   alla pagina 21 del piano triennale dei fabbisogni del personale (2022-2024) il Ministero della giustizia afferma: «stante la sussistenza di graduatorie vigenti formatesi al termine di concorsi specifici banditi dal Ministero della giustizia, nella qualifica di direttori e cancellieri esperti, si chiede di portare a compimento, per l'anno in corso e fino ad esaurimento del budget in parola, l'assunzione di 340 unità di direttori, area III, F3, mediante scorrimento ad esaurimento della graduatoria citata, a completa copertura del fabbisogno»;

   in risposta all'interrogazione a risposta orale 3-02870 dell'interrogante, il 14 giugno 2022 il Ministero della giustizia rispondeva che: «va infine ricordato che con nota formale inoltrata al Dipartimento della funzione pubblica... il dicastero ha richiesto di procedere, per l'anno in corso, alla assunzione di tutti gli idonei non vincitori presenti ancora nelle dette graduatorie, 345 idonei quanto a direttori e 686 idonei quanto ai cancellieri esperti»;

   ad oggi è stato disposto un unico scorrimento per soli 34 direttori in data 21 settembre 2022 per i distretti di Corte d'appello di Bologna, Firenze, Genova, Milano, Trieste e Venezia;

   la scopertura dei posti per il profilo di direttore, sulla scorta delle attuali e inadeguate piante organiche, non solo è di gran lunga superiore agli idonei collocati nella vigente graduatoria, ma è resa ancor più critica dall'elevato numero di pensionamenti che non ha trovato di contro un'immissione di personale in numero adeguato e proporzionale;

   il Dipartimento della funzione pubblica non ha ancora adottato il provvedimento che dispone le nuove assunzioni nel Ministero della giustizia;

   il Dipartimento della funzione pubblica ha così motivato il ritardo nell'adozione del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri: «Al riguardo, si rappresenta, preliminarmente, che il citato decreto del Presidente del Consiglio dei ministri raccoglie la totalità delle amministrazioni richiedenti e che, nell'attuale circostanza, sconta una lavorazione più onerosa derivante dall'introduzione del PIAO, posto che solo poche amministrazioni hanno provveduto tempestivamente alla sua adozione entro il termine del 30 giugno. Pertanto, a causa della sua particolare complessità, l'iter di predisposizione del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, avviato dal Dipartimento della funzione pubblica già dal mese di settembre, è tuttora in corso»;

   in attuazione dei commi 147-149 dell'articolo 1 della legge n. 160 del 2019, l'articolo 35 del decreto legislativo n. 165 del 2001 è stato così modificato: «5-ter. Le graduatorie dei concorsi per il reclutamento del personale presso le amministrazioni pubbliche rimangono vigenti per un termine di due anni dalla data di approvazione»;

   sul sito del Ministero della giustizia risulta che le prime graduatorie pubblicate siano state quelle dei distretti delle Corti di appello di Caltanissetta, di Campobasso e di Salerno, per le quali il relativo decreto è stato pubblicato il 4 febbraio 2021, con conseguente scadenza a far data dal 4 febbraio 2023 in assenza di ulteriori provvedimenti –:

   se il Governo intenda adottare con urgenza il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri che autorizzi lo scorrimento integrale delle graduatorie distrettuali per la qualifica di direttore o se intenda almeno prevedere un'immediata proroga delle graduatorie in scadenza.
(3-00081)


   DORI. — Al Ministro per la pubblica amministrazione, al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   con bando pubblicato l'11 dicembre 2020 il Ministero della giustizia ha indetto un concorso pubblico su base distrettuale per il reclutamento di 2.700 unità di personale non dirigenziale a tempo indeterminato per il profilo di cancelliere esperto;

   all'esito della procedura concorsuale in alcuni distretti il numero dei vincitori è risultato inferiore al numero dei posti messi a concorso mentre in altri distretti la graduatoria è composta da un numero di candidati, risultati idonei al termine delle prove, superiore al numero dei posti messi a bando;

   ad ottobre 2021, conclusa la procedura di assunzione dei vincitori, si è provveduto ad effettuare un primo scorrimento delle graduatorie capienti;

   alla pagina 21 del piano triennale dei fabbisogni del personale (2022-2024) si afferma: «stante la sussistenza di graduatorie vigenti formatesi al termine di concorsi specifici banditi dal Ministero della giustizia, nella qualifica di direttori e cancellieri esperti, si chiede di portare a compimento, per l'anno in corso e fino ad esaurimento del budget in parola, l'assunzione di 340 unità di direttori, area III, F3, mediante scorrimento ad esaurimento della graduatoria citata, a completa copertura del fabbisogno esposto nella qualifica, nonché l'assunzione di 686 unità di cancellieri esperti... mediante scorrimento ad esaurimento della graduatoria citata, a copertura parziale del fabbisogno nella qualifica, pari a 1.047 unità richieste»;

   in risposta all'interrogazione a risposta orale 3-02870 dell'interrogante, il 14 giugno 2022 il Ministero della giustizia rispondeva che: «va infine ricordato che con nota formale inoltrata al Dipartimento della funzione pubblica... il dicastero ha richiesto di procedere, per l'anno in corso, alla assunzione di tutti gli idonei non vincitori presenti ancora nelle dette graduatorie, 345 idonei quanto a direttori e 686 idonei quanto ai cancellieri esperti»;

   con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 22 luglio 2022, il Ministero della giustizia è stato autorizzato ad assumere a tempo indeterminato 319 unità di personale, mediante scorrimento della graduatoria del concorso a 2.700 posti per cancelliere esperto;

   il predetto decreto del Presidente del Consiglio dei ministri ha di fatto escluso i restanti 367 idonei, avendo autorizzato l'assunzione soltanto di 319 unità delle 686 totali;

   il Dipartimento della funzione pubblica non ha ancora adottato i provvedimenti che dispongono le nuove assunzioni nel Ministero della giustizia;

   il Dipartimento della funzione pubblica ha così motivato il ritardo nell'adozione del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri: «Al riguardo, si rappresenta, preliminarmente, che il citato decreto del Presidente del Consiglio dei ministri raccoglie la totalità delle amministrazioni richiedenti e che, nell'attuale circostanza, sconta una lavorazione più onerosa derivante dall'introduzione del PIAO, posto che solo poche amministrazioni hanno provveduto tempestivamente alla sua adozione entro il termine del 30 giugno. Pertanto, a causa della sua particolare complessità, l'iter di predisposizione del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, avviato dal Dipartimento della funzione pubblica già dal mese di settembre, è tuttora in corso»;

   in attuazione dei commi 147-149 dell'articolo 1 della legge n. 160 del 2019, l'articolo 35 del decreto legislativo n. 165 del 2001 è stato così modificato: «5-ter. Le graduatorie dei concorsi per il reclutamento del personale presso le amministrazioni pubbliche rimangono vigenti per un termine di due anni dalla data di approvazione»;

   sul sito del Ministero della giustizia la prima graduatoria pubblicata risulta essere quella del distretto della Corte di appello di Trieste, il 14 maggio 2021, e poi dei distretti di Ancona, Perugia e Venezia, il 20 maggio 2021;

   in assenza di ulteriori provvedimenti, considerata la validità biennale, dal maggio 2023 le graduatorie andranno progressivamente a scadenza –:

   se il Governo intenda adottare con urgenza i decreti del Presidente del Consiglio dei ministri che autorizzino lo scorrimento integrale delle graduatorie distrettuali per cancelliere esperto o se intenda almeno prevedere un'immediata proroga delle graduatorie in scadenza.
(3-00082)

Ritiro di un documento del sindacato ispettivo.

  Il seguente documento è stato ritirato dal presentatore: interrogazione a risposta in Commissione Graziano n. 5-00176 del 22 dicembre 2022.