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Resoconto dell'Assemblea

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XIX LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Mercoledì 28 dicembre 2022

ATTI DI INDIRIZZO

Risoluzione in Commissione:


   La XI Commissione,

   premesso che:

    il 31 dicembre 2022 scadrà la proroga stabilita con ordinanza del capo del Dipartimento della protezione civile n. 931 del 13 ottobre 2022, dell'affidamento in outsourcing del servizio di contact center di primo livello del numero di pubblica utilità 1500, attivato ai sensi dell'articolo 1 dell'ordinanza del capo del Dipartimento della protezione civile n. 645 dell'8 marzo 2020, affidato ad Almaviva contact, società del gruppo Almaviva S.p.A.;

    i lavoratori attualmente impiegati presso Almaviva contact, alla scadenza della proroga della commessa, avrebbero dovuto far rientro alle commesse d'origine che nel frattempo risultano essere state cedute da Almaviva a soggetti terzi;

    con le operazioni di cessione delle varie commesse da parte di Almaviva sono stati assunti grazie alla protezione della clausola sociale tutti i lavoratori, tranne quelli comandati temporaneamente nella commessa «1500»;

    oltre alla commessa relativa al numero di pubblica utilità 1500, sono in scadenza, anche con prospettiva di esubero dei lavoratori, diverse commesse tra cui American Express, Trenitalia e AMG;

    il gruppo Almaviva, per il tramite di Almaviva contact, ha una storia pluridecennale di presenza produttiva a Palermo, ma ha manifestato la sua intenzione di abbandonare il settore call center;

    sono in atto da parte di Almaviva percorsi di riqualificazione e riconversione del personale per l'utilizzo nel settore IT e tali percorsi andrebbero incoraggiati e rafforzati ma nella logica di mantenere, anche mediante le moderne modalità di lavoro a distanza, il presidio produttivo a Palermo;

    le sigle sindacali in maniera unitaria hanno richiesto l'apertura di un tavolo interministeriale con riferimento alla situazione di Almaviva contact,

impegna il Governo

ad adottare iniziative urgenti di competenza al fine di tutelare i lavoratori, anche attraverso l'immediata istituzione di un tavolo interministeriale, e di individuare soluzioni volte alla salvaguardia dei livelli occupazionali e al rispetto della clausola sociale.
(7-00019) «Aiello».

ATTI DI CONTROLLO

AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INTERNAZIONALE

Interrogazione a risposta in Commissione:


   BOLDRINI, QUARTAPELLE PROCOPIO, PORTA e AMENDOLA. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   in Afghanistan, il regime dei talebani ha annunciato il divieto alle donne di lavorare anche nelle organizzazioni non governative;

   il Ministero dell'economia ha detto che revocherà le licenze d'esercizio di tutte le organizzazioni che si rifiutino di licenziare le donne che hanno lavorato per loro fino ad ora – circa 180 realtà sotto il cappello della Agency Coordinating Body for Afghan Relief and Development. L'Onu sembrerebbe essere esclusa dal provvedimento, ma si avvale per i suoi programmi, della collaborazione di Ong che invece ne sono state colpite;

   una decisione che mette a serio rischio la fornitura di servizi fondamentali che queste organizzazioni da decenni mettono a disposizione della popolazione. Senza il personale femminile, potrebbero svanire infatti, assistenza sanitaria, istruzione, protezione dell'infanzia e nutrizione per migliaia di persone, in particolare donne e bambini. Già Save the Children, Norwegian Refugee Council, Care International e l'International Rescue Committee – una delle presenze più corpose nel Paese con uno staff di oltre 8 mila persone, di cui più di 3 mila donne – hanno annunciato l'interruzione delle loro attività. «Se non abbiamo il permesso di impiegare donne, non possiamo aiutare chi ha bisogno» ha comunicato l'Irc in una nota;

   dal ritorno dei talebani al potere, l'economia afghana si è ridotta di oltre un terzo a causa dell'interruzione del flusso da 3,5 miliardi di dollari l'anno di aiuti internazionali, che incidevano su oltre il 40 per cento del Pil, e il congelamento degli asset della banca centrale afghana, sprofondando il Paese, già povero, al tracollo;

   le Nazioni Unite stimano che i cittadini bisognosi di assistenza umanitaria lieviteranno dai 24,4 milioni del 2022 a 28,4 milioni nel 2023, l'equivalente del 70 per cento della popolazione. L'Unicef avverte che 8 mila bambini rischiavano la vita per insicurezza alimentare a dicembre, mentre il 97 per cento della popolazione vive sulla soglia della povertà;

   il colpo inferto al lavoro delle Ong, peraltro in pieno inverno, aggraverà ulteriormente la situazione umanitaria, oltre a mettere a repentaglio la tenuta del sistema sociale;

   il malcontento sociale, tra regole repressive particolarmente punitive e anacronistiche soprattutto per i giovani e le donne e le gravissime condizioni economiche, è già fortemente diffuso. Da quando hanno riottenuto il potere, i talebani hanno limitato sempre di più le libertà personali e si sono in particolare accaniti contro i diritti delle donne afghane avvicinandosi progressivamente alle regole che vigevano durante il primo regime talebano, durato dal 1996 al 2001 e considerato allora uno dei più rigidi e oscurantisti al mondo. Soltanto la settimana scorsa, per esempio, hanno vietato alle donne di accedere all'università, dopo averle già escluse da gran parte delle scuole secondarie, un provvedimento che ha scatenato l'indignazione internazionale e boicottaggi interni agli stessi atenei-:

   quali iniziative di competenza intenda intraprendere il Governo affinché venga consentito alle donne afghane di ricevere gli aiuti e l'assistenza necessari e per garantire la partecipazione dell'Italia alle iniziative annunciate dalle Nazioni Unite, e quali iniziative diplomatiche intenda mettere in atto per indurre il Governo di Kabul a fare marcia indietro su questa scelta scellerata che infligge un altro duro colpo ai diritti delle donne e all'assistenza umanitaria in Afghanistan.
(5-00190)

AMBIENTE E SICUREZZA ENERGETICA

Interrogazione a risposta scritta:


   FRATOIANNI. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:

   il 22 marzo 2022, il precedente Governo ha incaricato Snam di elaborare un progetto per la collocazione di due navi rigassificatrici sulle coste del nostro Paese;

   uno dei progetti prevede l'installazione di tipo navale Fsru «Golar Tundra» presso la banchina Est della Darsena Nord del porto commerciale di Piombino (Livorno), sito all'interno della città e il trasferimento via condotta del gas naturale vaporizzato fino al punto di ingresso nella rete nazionale, posto a circa 8,5 chilometri;

   l'8 giugno 2022, l'allora Presidente del Consiglio dei ministri, ha nominato il Presidente della regione Toscana «Commissario straordinario di Governo per la realizzazione delle opere e delle infrastrutture finalizzate all'incremento della capacità di rigassificazione nazionale mediante unità galleggianti di stoccaggio e rigassificazione, nella Regione Toscana» ed è stata avviata una procedura di autorizzazione che esentasse il progetto relativo all'opera «Fsru Piombino e collegamento alla Rete Nazionale Gasdotti» dall'applicazione delle disposizioni in materia di Valutazione di Impatto Ambientale;

   il 25 ottobre 2022, il commissario straordinario di Governo, dopo un iter autorizzativo durato poche settimane, ha deliberato con l'ordinanza n. 140 l'avvio della realizzazione di nuova capacità di rigassificazione nazionale, unità galleggianti di stoccaggio e rigassificazione da allacciare alla rete di trasporto nazionale già esistente, per la durata di anni 3;

   il consiglio comunale di Piombino, dopo l'ordinanza commissariale, in modo unanime, ha chiesto all'attuale Governo di sospendere l'iter della realizzazione del rigassificatore;

   peraltro vari enti, in sede di conferenza dei servizi, hanno presentato una serie di prescrizioni, oltre 120, che molto probabilmente condizioneranno la realizzabilità dell'opera;

   il 18 dicembre 2022, il sindaco di Piombino ha reso noto che «dopo i giorni di intensa pioggia, è emersa una gestione degli scavi da parte di Snam che sembra contraria non solo alle prescrizioni poste dalle varie amministrazioni pubbliche, ma anche alle misure cautelari che la stessa Snam aveva dichiarato di adottare nel proprio progetto, al fine di evitare il dilavamento e la diffusione degli inquinanti presenti in area Sin. Peraltro la stessa Snam ha comunicato di aver accertato un superamento della soglia di contaminazione per gli inquinanti arsenico e zinco»;

   la società Snam, chiamata in causa, ha fatto sapere che «gli scavi avvengono nel pieno rispetto del piano attività e delle prescrizioni indicate»;

   data la pericolosità ambientale di quanto denunciato dall'amministrazione comunale della città toscana, è necessario che siano effettuate verifiche rigorose sullo svolgimento dei lavori e sulle misure adottate a difesa dell'ambiente-:

   se, anche alla luce dei fatti esposti in premessa, non si intenda valutare l'opportunità di promuovere una verifica da parte del Nucleo operativo ecologico dell'Arma dei Carabinieri con proprio personale specializzato, affinché venga effettuata una verifica immediata e rigorosa all'interno del cantiere dei lavori sulla situazione esistente, portando l'esito dei dati raccolti a conoscenza dell'opinione pubblica, e se, in attesa di tale verifica, non intenda valutare l'opportunità di sospendere temporaneamente i lavori.
(4-00212)

ECONOMIA E FINANZE

Interpellanza:


   Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere – premesso che:

   la società EUR S.p.A. gestisce un patrimonio pubblico immobiliare, congressuale, ambientale, culturale, monumentale di valore storico rilevante per Roma e per tutto il Paese;

   è una società pubblica 90 per cento Ministero dell'economia e delle finanze e 10 per cento Roma Capitale che oltre a gestire le parti immobiliari è tenuta a mantenere la gestione dei Parchi, del Laghetto e di altre aree edificabili e non, ma anche la vocazione sociale, sportiva, culturale che non possono essere monetizzate a costo di mercato;

   a quanto consta all'interpellante, l'attuale governo della società avrebbe assunto una serie di azioni che portano quasi a triplicare le richieste di affitto di locali storici del quartiere oltre quanto previsto dai valori OMI (Agenzia delle entrate) della zona e si pretenderebbe di richiedere affitti onerosi anche per eventi culturali, sociali e sportivi all'aperto;

   invece di utilizzare il personale dipendente, si continuano a conferire onerose consulenze e a nominare nuovi dirigenti;

   circa due mesi fa la società EUR S.p.A. è stata ricapitalizzata con circa 100 milioni di euro finanziati pro quota dal Ministero dell'economia e delle finanze e Roma Capitale con l'obiettivo di risanare la situazione debitoria e per un «presunto» piano industriale che dovrebbe rilanciare la vocazione turistica del quartiere;

   da anni è appesa la conclusione dei lavori del costruendo «Acquario di Roma», opera totalmente finanziata da privati, che negli ultimi anni sono stati ostacolati a giudizio dell'interpellante proprio dalla «burocrazia» della società, non riconoscendogli le note difficoltà prodotte dai cambiamenti intervenuti sia nel sistema bancario che per il cambiamento delle norme antisismiche;

   nel tempo EUR S.p.A. ha svolto una funzione molto più ampia e non solo la funzione di agenzia immobiliare e infatti il decreto legislativo del 17 agosto 1999, n. 304, all'articolo 3 (oggetto sociale) specifica che «Rientrano, in particolare, nell'oggetto sociale della società EUR S.p.A. la gestione e la valorizzazione del complesso dei beni di cui la società è titolare. Nell'ambito di tali attività è compresa l'utilizzazione dei beni immobili per la promozione ovvero per l'organizzazione di iniziative nel campo congressuale espositivo, artistico, sportivo, e ricreativo, ivi inclusi i servizi connessi a dette attività». A parere dell'interpellante, invece, l'attuale «governance» sta creando problemi seri a tutte queste attività molto importanti e addirittura, anche per quelle passate come «Sport in famiglia», che parrebbe vedersi richiedere canoni non dovuti e non concordati-:

   se non ritenga di adottare iniziative per verificare la gestione di EUR S.p.A. e per ripristinare la corrispondenza degli atti di Governo con la missione della società come prevista dalla richiamata normativa;

   se non ritenga opportuno dare indirizzi sul tema del rispetto della professionalità del personale dipendente, limitando al massimo consulenze e incarichi esterni;

   se non ritenga necessario verificare i valori degli affitti applicati dalla società EUR S.p.A. ed, eventualmente, adottare le iniziative di competenza affinché questa applichi i valori degli affitti previsti dall'OMI, come previsto per tutti gli enti pubblici;

   se non ritenga necessario dare disposizioni per far rispettare quanto previsto in merito alla promozione di attività sociali, sportive, turistiche e culturali;

   se non ritenga opportuno adottare iniziative di competenza affinché si possa pervenire, finalmente dopo 20 anni, all'apertura dell'Acquario di Roma sotto il laghetto, opera di meritevole iniziativa privata, riconoscendo le evidenti difficoltà subite dai proponenti.
(2-00038) «Ciocchetti».

GIUSTIZIA

Interrogazione a risposta scritta:


   AMORESE. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   il carcere di Massa è considerato a «trattamento avanzato» per le tante attività lavorative che vi svolgono e un istituto modello;

   il sindacato della polizia penitenziaria Osapp denuncia che in data 27 dicembre 2022 nel carcere di Massa «un detenuto proveniente dal carcere di Spoleto (Pg) ove già si era reso responsabile di atti violenti nei confronti dei poliziotti penitenziari, senza alcun motivo, ha dapprima aggredito un ispettore e un assistente capo, successivamente ha tentato di colpire anche il comandante di reparto, non riuscendo nel suo scopo grazie all'intervento di altri colleghi subito intervenuti»;

   tale detenuto era stato arrestato a Massa ed era stato trasferito ad altro carcere dopo essersi reso responsabile di varie aggressioni -:

   se sia a conoscenza della denuncia fatta dal sindacato Osapp;

   se e quali iniziative intenda adottare per appurare l'esatto svolgimento dei fatti;

   quali provvedimenti vengano adottati nei confronti dei detenuti che si rendono responsabili di aggressioni;

   con quali criteri tali detenuti violenti vengano assegnati ai vari istituti penitenziari dall'ufficio detenuti del provveditorato generale;

   se si intenda valorizzare il carcere di Massa e in genere le strutture «a trattamento avanzato»;

   se non intenda valutare l'opportunità di adottare iniziative ispettive presso gli uffici del Provveditorato regionale e quali conseguenti eventuali iniziative intenda assumere.
(4-00215)

INTERNO

Interpellanza:


   Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro dell'interno, per sapere – premesso che:

   i ruoli della Polizia di Stato sono carenti in linea generale. In particolar modo risulta carente il ruolo degli ispettori, con circa 19.000 unità in meno rispetto alla pianta organica prevista dal comparto sicurezza;

   allo stato degli attuali concorsi interni banditi per «Vice Ispettore della Polizia di Stato», ovvero, il concorso per «Titoli e Meriti» con graduatoria vigente in corso di validità e riservato al ruolo dei sovrintendenti ed assistenti, più il concorso interno per «Vice Ispettore della Polizia di Stato» per «Titoli ed Esami» riservato al personale con almeno 3 anni di servizio e con iter concorsuale non ancora concluso;

   va applicato un attento criterio di efficacia, economicità per buon andamento della pubblica amministrazione;

   va rilevata l'onerosità apportata dalle procedure selettive se pur interne, unitamente alla necessità di dover sopperire alle carenze organiche che, diversamente, rischierebbero di compromettere la struttura organizzativa della Polizia di Stato;

   va valorizzata la concreta possibilità di poter attingere ad un bacino selezionato di personale con ampia esperienza ed immediatamente impiegabile nel ruolo degli Ispettori tramite la graduatoria per «Titoli e Meriti», senza ulteriore aggravio per la pubblica amministrazione;

   occorre porre rimedio ai farraginosi ed onerosi meccanismi di selezione del personale interno per i concorsi banditi con modalità per «Titoli ed Esami» ed attualmente in svolgimento-:

   se il Ministro intenda adottare tempestivamente iniziative volte allo snellimento, semplificazione e velocizzazione delle procedure selettive per il personale interno della Polizia di Stato, tramite lo scorrimento delle graduatorie interne già esistenti, ovvero, in via eccezionale la riduzione delle prove previste per giungere alla redazione di una nuova graduatoria utile per il ruolo degli Ispettori della Polizia di Stato.
(2-00037) «Penza».

Interrogazioni a risposta scritta:


   BRUZZONE, CARLONI, DAVIDE BERGAMINI, PIERRO e MONTEMAGNI. — Al Ministro dell'interno, al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:

   il 2 dicembre 2022, in località Massarosa (Lucca), un cinghiale è stato investito ed è caduto in un canale, dove probabilmente, a causa di una frattura al bacino, è rimasto in acqua tutta la notte. Alcuni appartenenti ad una presunta associazione animalista, hanno tentato di rimuovere la carcassa, omettendo di segnalare la presenza dell'animale al Servizio veterinario della ASL territorialmente competente, contravvenendo alle prescrizioni dell'ordinanza 28 giugno 2022 n. 4 del commissario straordinario per la peste suina africana e, di conseguenza, all'articolo 650 del codice penale;

   successivamente sono intervenuti i servizi veterinari territorialmente competenti che, in ottemperanza alla citata ordinanza, relativamente alle misure di contenimento del contagio da peste suina africana, hanno disposto il definitivo abbattimento del cinghiale e i relativi accertamenti sanitari. Pertanto è stato contattato il comando della polizia provinciale di Lucca che ha inviato proprio personale sul posto per eseguire l'abbattimento alla presenza del personale dei servizi veterinari dell'ASL territorialmente competente, della polizia municipale e dei carabinieri;

   il suddetto gruppo di animalisti ha tentato di impedire l'abbattimento, frapponendosi, minacciando e strattonando l'agente della polizia provinciale, che, solo grazie alla presenza delle altre forze dell'ordine, è riuscito ad abbattere il cinghiale. Tutto quanto accaduto è documentato da filmati diffusi anche online;

   a seguito di questo episodio si è scatenata, quindi, sui social una campagna diffamatoria ed offensiva nei confronti dell'agente che ha eseguito l'abbattimento e del corpo di polizia di cui fa parte, i cui uffici sono stati oggetto di mail-bombing-:

   se sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e se non ritenga opportuno adottare iniziative di competenza affinché sia fatta luce su come si sia realmente svolto l'episodio di cui in premessa;

   se il Ministro interrogato intenda, per quanto di competenza, coinvolgere le Prefetture al fine di coordinare le attività di controllo, da parte delle forze di polizia provinciale, in modo da farsi carico delle ragioni di preminente interesse pubblico dovute all'aumento della popolazione dei cinghiali che continua a causare insostenibili danni alle colture e alle strutture agricole, ma che coinvolge parti intere del territorio nazionale, comprese le aree urbane, come l'alto indice degli incidenti stradali dimostra;

   se intenda precisare, con apposita circolare, le norme di comportamento e di sicurezza nel rispetto di esigenze di pubblica incolumità nonché di efficacia degli interventi al fine di assicurare il contenimento della specie cinghiale (sus scrofa) ed evitare il ripetersi di comportamenti di cittadini che costituiscono intralcio all'attività di pubblica sicurezza.
(4-00206)


   STEFANI. — Al Ministro dell'interno, al Ministro per la pubblica amministrazione, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   si è tenuto nei giorni scorsi il sit-in di protesta dei lavoratori in somministrazione presso le prefetture e le questure d'Italia;

   a quanto consta all'interrogante, con particolare riguardo agli interinali in servizio presso la Prefettura di Padova, il loro incarico ha avuto inizio a marzo 2021 con la finalità di seguire le pratiche di emersione e di ingresso in Italia tramite il cosiddetto decreto flussi. Dopo un incarico iniziale di sei mesi, esteso di altri tre e successivamente altri tre ancora, sono arrivati a marzo 2022, allorquando il loro contratto è stato correlato allo stato di emergenza relativo alla situazione in Ucraina per fronteggiare il carico di lavoro straordinario dovuto alla suddetta crisi, ottenendo così un'ulteriore proroga di nove mesi, in scadenza al 31 dicembre 2022;

   a oggi, 1.200 persone, dopo un anno e nove mesi di servizio presso la pubblica amministrazione, stanno per essere lasciate a casa;

   l'articolo 1, comma 683, della legge di bilancio appena approvata dalla Camera dei deputati, autorizza il Ministero dell'interno anche per l'anno 2023 ad utilizzare, tramite una o più agenzie di somministrazione di lavoro, prestazioni di lavoro a contratto a termine, in deroga alla normativa vigente; nulla tuttavia chiarisce, ad oggi, se tale autorizzazione si traduce in una ulteriore proroga degli interinali già in forza presso prefetture e questure e che hanno oramai maturato esperienza, a garanzia della continuità per la funzionalità degli uffici;

   l'interruzione dei rapporti di lavoro in essere, infatti, comporterebbe non solo una situazione di incertezza per i lavoratori stessi e le rispettive famiglie, ma anche un grave danno alle numerose aziende del territorio che si avvalgono di lavoratori stranieri qualificati (ricercatori, medici, ingegneri, operai specializzati), le quali si troverebbero con le pratiche di ingresso bloccate causa mancanza di personale nelle Prefetture e di conseguenza impossibilitate all'assunzione di specifiche professionalità-:

   se e quali iniziative di competenza intenda il Governo urgentemente adottare in vista dell'imminente scadenza contrattuale dei lavoratori di cui in premessa.
(4-00210)


   GRIMALDI. — Al Ministro dell'interno, al Ministro per la famiglia, la natalità e le pari opportunità, al Ministro per la pubblica amministrazione, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   dal quotidiano la Repubblica del 27 dicembre 2022 si apprende della volontà dei Ministeri dell'interno e per la famiglia di non modificare la dicitura «madre e padre» sulla carta di identità dei minori prevista dal decreto 31 gennaio 2019 recante modalità tecniche di emissione della carta d'identità elettronica, voluto dall'allora Ministro dell'interno Matteo Salvini che modificava la precedente dicitura «genitore», nonostante a novembre, una sentenza del tribunale di Roma, accogliendo il ricorso di una famiglia omogenitoriale, ha evidenziato come il decreto sia viziato da eccesso di potere, sottolineando «la rappresentazione alterata, e dunque falsa, della realtà» derivante proprio dalla dicitura «padre e madre» applicata ad una coppia omosessuale, ripristinando la più corretta dicitura «genitore»;

   l'attuale Ministra per la famiglia avrebbe confermato la suddetta intenzione sottolineando come la sentenza a cui si fa riferimento sia individuale, valida per la singola coppia che ha fatto ricorso e non estendibile alle altre coppie che, se vorranno, potranno anche loro proporre ricorso;

   la dicitura «genitore» sulla carta di identità è una scelta rispettosa della specifica composizione familiare dei minori e inclusiva per tutte le realtà familiari e non solo per le famiglie arcobaleno;

   ignorare la sentenza del Tribunale di Roma che di fatto disapplica il decreto del 2019, seppur in un singolo caso, denota una assoluta mancanza di assunzione di responsabilità nei confronti di tutti i minori, compresi quelli con due genitori dello stesso sesso che ancora oggi non possono godere di diritti e piena cittadinanza;

   la decisione del Governo danneggia principalmente i bambini di quelle famiglie omogenitoriali che nella società sono già presenti, accolte e considerate alla pari delle coppie formate da due genitori di sesso diverso;

   le famiglie omogenitoriali oggi discriminate, ogni giorno «collezionano» sentenze nei Tribunali dei minori del nostro Paese che affermano come la responsabilità genitoriale sia da garantire a ogni minore, per il suo supremo interesse, indipendentemente dall'orientamento sessuale e dell'identità di genere dei genitori;

   l'idea di conservare la dicitura «padre e madre» appare all'interrogante un principio di tipo ideologico volto a negare una realtà già esistente e non una reale necessità di tipo amministrativo;

   l'invito, o meglio la necessità delle famiglie di adire i tribunali, creerebbe soltanto incertezza nei tempi e nell'esito oltre che ulteriori discriminazioni anche perché il riconoscimento diventerebbe un privilegio per poche famiglie in grado di sostenere spese ingenti;

   la proposta di regolamento presentata dalla Commissione europea, che qualora approvata garantirebbe il riconoscimento della piena genitorialità anche nel caso di genitori dello stesso sesso in ogni Paese dell'Unione, a patto che il Paese originario la preveda, segna ancora una volta una direzione chiara verso il riconoscimento di diritti e doveri per ogni composizione familiare;

   numerose sentenze, in casi particolari di adozione (cosiddetta stepchild adoption), riconoscono giuridicamente la doppia genitorialità anche per coppie dello stesso sesso;

   al fine di rispondere alle necessità derivanti dai punti suddetti, anche l'Italia dovrà adeguarsi riconoscendo che la dicitura «padre e madre» sui documenti dei minori è in contrasto con la proposta di regolamento europeo e con numerose sentenze definitive –:

   se risponda al vero quanto contenuto nell'articolo pubblicato dal quotidiano la Repubblica richiamato in premessa;

   se non intendano rivedere le proprie posizioni adottando iniziative normative al fine di adeguare la disciplina prevista dal citato decreto recante modalità tecniche di emissione della carta d'identità elettronica al contenuto della sentenza del Tribunale di Roma, ripristinando la precedente dicitura «genitore» nelle carte di identità dei minori così da rispettare la specifica composizione familiare dei minori attraverso una definizione inclusiva di tutte le realtà familiari esistenti senza discriminazioni nei confronti delle famiglie omogenitoriali evitando al contempo di esporre il Governo e soprattutto le famiglie a numerosi e dispendiosi contenziosi legali.
(4-00213)


   GRIMALDI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   a parere dell'interrogante, da tempo è in atto, nella città di Torino, una pericolosa criminalizzazione del dissenso già denunciata quest'estate quando diversi attiviste e attivisti di «Extinction Rebellion» erano stati denunciati o allontanati dalla città per il fatto di essersi incatenati ad un balcone della Regione o anche solo di aver assistito a tale azione;

   il 7 dicembre 2022 attiviste e attivisti di «Extinction Rebellion» sono stati denunciati ancora prima che mettessero in atto un'azione dimostrativa, simbolica e non violenta nei confronti di Intesa Sanpaolo contro gli investimenti in petrolio, gas e carbone da parte della banca;

   a parere dell'interrogante tali denunce «preventive» rappresentano un fatto grave anche per le modalità con cui sono state effettuate le identificazioni, con attiviste e attivisti prelevati da locali pubblici e perquisiti intorno alla zona dove si sarebbe dovuta svolgere l'azione, in seguito al riconoscimento di alcuni volti presenti nelle piazze durante le manifestazioni per il clima svoltesi nei mesi scorsi;

   appare incomprensibile, infatti, all'interrogante sulla base di quali elementi una persona possa essere denunciata per un'azione, peraltro non violenta, che non ha ancora compiuto;

   circostanza ancora più sconcertante è che tra i fatti contestati, per sette persone su tredici denunciate, rientri anche il possesso d'armi, riconducibile al presunto rinvenimento di tre estintori; si ritiene opportuno precisare a tal proposito che «Extinction Rebellion» fonda la sua azione sulla base del principio della disobbedienza civile nonviolenta;

   l'attivismo climatico pone tutta la comunità di fronte a una realtà che continuiamo ad ignorare ovvero quella della crisi climatica in atto e delle conseguenze economico-sociali che porta con sé e per questo appare sproporzionata la reazione delle forze dell'ordine rispetto ad un'azione dimostrativa non violenta che non era stata ancora compiuta;

   non appare legittimo all'interrogante accusare qualcuno di aver svolto una manifestazione che non è mai avvenuta, così come non è legittimo considerare il presunto possesso di estintori come detenzione di armi e l'atteggiamento assunto dalla Questura di Torino nei confronti degli attivisti di «Extinction Rebellion» appare repressiva e intimidatoria nei confronti di chi sta cercando di sensibilizzare l'opinione pubblica sui temi ambientali -:

   se il Ministro sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e quali ulteriori elementi intenda acquisire dalla Prefettura e dalla Questura di Torino rispetto alle modalità di intervento da parte delle forze dell'ordine alle successive denunce per manifestazione non autorizzata e possesso d'armi contestate nei confronti degli attivisti e delle attiviste di «Extinction Rebellion» dato che non vi sarebbe stata nessuna manifestazione in corso e nessuna arma sarebbe stata ritrovata in possesso dei suddetti attivisti al momento del fermo.
(4-00214)

LAVORO E POLITICHE SOCIALI

Interrogazione a risposta scritta:


   GIAGONI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro per la famiglia, la natalità e le pari opportunità. — Per sapere – premesso che:

   la disciplina sull'assegno universale non opera alcuna differenziazione tra i figli, siano essi adottivi o biologici, così come equiparati per legge;

   l'accesso all'assegno è assicurato per ogni figlio a carico con criteri di universalità e progressività, nei limiti stabiliti dalla disciplina legislativa;

   la disciplina legislativa inoltre riconosce apertamente il beneficio anche a coloro che risultano affidatari ai sensi della legge sulle adozioni;

   è di questi giorni la notizia, apparsa anche su alcune testate giornalistiche, del rigetto ad opera dell'Inps della domanda presentata da una coppia di coniugi residenti nella città di Alghero genitori adottivi di due ragazzi minorenni motivandolo poiché non soddisfatto il requisito di genitorialità;

   discriminare la qualità dei figli appare essere fortemente discordante con la ratio dell'istituzione stessa dell'assegno unico che, istituito con l'approvazione della legge 1° aprile 2021 n. 46, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 82 del 6 aprile 2021, delega il Governo a riordinare e potenziare il quadro delle misure destinate a favorire la natalità e il sostegno della genitorialità, con particolare riguardo ai nuclei familiari con figli a carico-:

   se e quali iniziative di competenza intendano adottare al fine di evitare il ripetersi di episodi come quello richiamato in premessa.
(4-00208)

PROTEZIONE CIVILE E POLITICHE DEL MARE

Interrogazione a risposta scritta:


   LOMUTI. — Al Ministro per la protezione civile e le politiche del mare, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   il 30 novembre 2022, in località Castrocucco, nel comune di Maratea (PZ), si è verificata una disastrosa frana che ha interessato il costone sovrastante la strada statale 18, devastandone il tracciato per circa un centinaio di metri;

   il distacco di una parte consistente della montagna è visibilmente testimoniato da detriti e massi che hanno raggiunto la spiaggia sottostante;

   la gravità dell'evento è da considerarsi elevata sotto diversi aspetti;

   in primis perché la chiusura della suddetta strada statale comporta grandi disagi per i pendolari dei comuni limitrofi, costretti a percorrere strade alternative secondarie, aumentando notevolmente tragitto e tempi;

   in secondo luogo, Maratea e i suddetti comuni, concentrano nel settore turismo la parte preponderante delle proprie attività economiche, sia per la ricettività che per le attività commerciali;

   i gravi effetti riconducibili agli eventi alluvionali del mese di ottobre, evidenziano, inoltre, l'estrema fragilità dell'intera area in relazione al pericolo di dissesto idrogeologico;

   a 2 mesi dall'evento, non è stato ancora dichiarato lo stato di emergenza;

   l'evento calamitoso, compromettendo il sistema viario, ha già provocato la paralisi logistica di traffico e collegamenti, determinando pesanti ripercussioni economiche su tutto il territorio, compresa l'area confinante con la regione Calabria;

   il danno alle strutture ricettive e alle altre attività economiche locali è già evidente;

   già dal giorno dell'Immacolata e durante il corrente periodo delle festività natalizie, numerosi alberghi e quasi tutti i b&b sono rimasti chiusi;

   in caso di interruzione prolungata della strada statale, il nocumento alle predette attività aumenterà in maniera significativa;

   occorre, evitare che la stagione turistica 2023 sia pregiudicata dalla lentezza degli interventi. Cittadini e associazioni chiedono l'immediata dichiarazione dello stato di emergenza e la nomina di un commissario straordinario -:

   se i Ministri interrogati siano a conoscenza di quanto esposto;

   quali iniziative si intendano mettere in campo;

   se si intenda proclamare lo stato di emergenza e procedere alla nomina di un commissario straordinario;

   se e quali risorse aggiuntive siano state previste al fine di affrontare le rilevanti criticità di messa in sicurezza delle aree interessate da movimenti franosi;

   se e quando si intenda attivare un tavolo istituzionale con la regione Basilicata, gli enti locali e tutte le amministrazioni competenti, per affrontare nel complesso le principali emergenze legate al dissesto su tutto il territorio della Basilicata.
(4-00205)

SALUTE

Interrogazioni a risposta in Commissione:


   BRAGA. — Al Ministro della salute, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   come risulta da diversi articoli di stampa l'ospedale generale di zona «Moriggia Pelascini», sito in Gravedona ed Uniti (CO), a seguito di un cambio di appalto è interessato da una drastica riduzione di personale e di ore lavoro a scapito dei servizi di mensa, pulizia e smaltimento rifiuti del nosocomio per 63 unità: 49 a tempo indeterminato e 14 a tempo determinato;

   il «Moriggia Pelascini» è struttura sanitaria accreditata di riferimento della vasta area dell'Alto Lario, la Valchiavenna e la bassa Valtellina ed è sede di un Dipartimento di emergenza-urgenza con elisoccorso, in un territorio completamente sprovvisto di presidi simili ed in cui le comunicazioni viarie non sono certamente semplici in caso di necessità; il citato ospedale, nel corso degli anni duemila, ha poi ricevuto l'accreditamento, oltre alla specialità di Pediatria, anche per la Neurochirurgia, la Cardiologia con Emodinamica, la Chirurgia Vascolare e la Terapia Intensiva/UTIC;

   il citato riassetto delle risorse umane impiegate nell'ospedale di Gravedona a far data dal 1° gennaio 2023 si traduce in una riduzione del 40 per cento delle ore lavoro del personale, e di conseguenza dello stipendio, a scapito in particolare delle lavoratrici che operano nel settore;

   i servizi di pulizia sono fondamentali per garantire il benessere dei degenti e la stessa sicurezza degli operatori sanitari; per questo desta allarme una riduzione così significativa degli orari che rischia seriamente di tradursi in un peggioramento della qualità del servizio e in un ulteriore indebolimento della sanità territoriale. Un pericolo che viene anche lamentato dalle organizzazioni sindacali Filcams Cgil e la Fisascat Cisl comasche;

   risulta all'interrogante che l'azienda, il Gruppo ItaliCliniche, che gestisce il sopraccitato ospedale si neghi al tavolo di confronto promosso dalle organizzazioni sindacali e dall'Ispettorato del lavoro-:

   se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti sopra esposti e se, per quanto di competenza, non intendano verificare le ricadute negative sul servizio a fronte della prospettata riduzione di personale e di orario;

   se possa essere appurata, anche per tramite del locale Ispettorato del lavoro, l'opportunità di una convocazione coatta dell'azienda al tavolo sindacale di confronto al fine di acquisire notizie circa le ragioni della descritta riduzione di personale e di orario.
(5-00188)


   MALAVASI, FURFARO, CIANI, GIRELLI e STUMPO. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   per contrastare l'incidenza e la mortalità dei tumori in Italia, nel 2010 il Ministero della salute ha sviluppato il Piano nazionale oncologico (Pon), valido inizialmente per il triennio 2010-2012 e poi prorogato fino al 2016;

   questo piano consiste in una serie di indagini e interventi che la sanità pubblica si pone come obiettivo per «affrontare tutti i problemi connessi all'oncologia, dalla prevenzione alle cure palliative»;

   dopo anni di mancati aggiornamenti, lo scorso giugno la Conferenza Stato-Regioni ha approvato il nuovo Piano nazionale oncologico, relativo al periodo 2022-2027. Questo si coordina con il Piano europeo di lotta contro il cancro, un programma presentato dalla Commissione europea nel 2021 e basato su dieci iniziative negli ambiti della prevenzione, diagnosi, terapie e qualità della vita, mirato a sostenere «l'attività svolta dagli Stati membri per prevenire il cancro e garantire un'elevata qualità della vita ai pazienti oncologici, ai sopravvissuti, ai loro familiari e a chi li assiste»;

   il Pon 2022-2027 è formalmente in vigore, ma non ha ancora ricevuto i finanziamenti necessari per essere effettivamente attivo;

   la Commissione europea stima che tra poco più di un decennio il cancro sarà la prima causa di morte;

   l'ambito oncologico ed oncoematologico è stato toccato dalla pandemia, provocando ritardi significativi nelle nuove diagnosi, il posticipo degli screening e follow up con conseguenza gravi per la salute dei cittadini;

   nonostante nel 2021 ci sia stata una ripresa delle attività assistenziali, questa risulta ancora insufficiente a colmare i gap attuali imponendo la necessità di riconoscere, in ragione dei numeri e della specificità della malattia oncologica, l'urgenza di prevedere l'istituzione nello stato di previsione del Ministero della salute di un «fondo per l'implementazione del Piano oncologico nazionale 2022-2027-PON»;

   la cura dei tumori costa al nostro Paese 16 miliardi all'anno, da aggiungere ai 5 che i cittadini pagano privatamente per accelerare i tempi di una diagnosi;

   la pandemia ha allungato le liste d'attesa per gli screening e le persone sono costrette a sottoporsi a pagamento agli esami diagnostici nelle strutture private. In piena crisi economica ciò comporta una diminuzione della prevenzione con gravi ed evidenti danni in termini di scoperte precoci della malattia e di verifiche periodiche per chi ha avuto un tumore;

   il 6 dicembre 2022, il Ministro interrogato ha presentato alle Commissioni affari sociali e Sanità di Camera e Senato le linee programmatiche del suo Ministero. Per quanto riguarda il finanziamento del Pon, ha dichiarato di aver già «tentato di proporre» l'inserimento di una norma specifica nella legge di bilancio 2023, senza successo. Il Ministro ha quindi promesso di sostenere un emendamento per finanziare il Piano con 10 milioni euro per il 2023 e il 2024, in modo da «agevolarne l'adozione e la compiuta attuazione sul territorio», un'operazione definita come «non più procrastinabile»;

   tuttavia, tale emendamento non figura tra quelli approvati in sede di esame della legge di bilancio 2023-:

   se e quando intenda finanziare il Pon e quali altre iniziative urgenti metterà in campo per il potenziamento delle strategie e delle azioni per la prevenzione, la diagnosi, la cura e l'assistenza al malato oncologico.
(5-00189)

Interrogazione a risposta scritta:


   VIETRI, CANGIANO, CERRETO, SCHIFONE e SCHIANO DI VISCONTI. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   per la sanità campana è arrivata l'ennesima bocciatura in materia di Livelli essenziali di assistenza (Lea), il sistema che in base a diversi valori (43 per la precisione) calcola le percentuali di «soddisfazione» dei Livelli, appunto, essenziali d'assistenza in base ai fondi per la Sanità assegnati alle diverse regioni;

   ogni anno il Ministero della salute pubblica, infatti, il report «Monitoraggio dei Lea attraverso la cosiddetta Griglia Lea» che, attraverso l'assegnazione di un punteggio, attesta l'erogazione delle prestazioni sanitarie che le regioni devono garantire ai cittadini gratuitamente o attraverso il pagamento di un ticket; una vera e propria «pagella» per la sanità che permette di identificare regioni promosse (adempienti) e, pertanto, meritevoli di accedere alla quota di finanziamento premiale e bocciate (inadempienti);

   in particolare, «non adempiente» è la dicitura utilizzata dalla Fondazione Gimbe per descrivere una situazione preoccupante che negli ultimi mesi, soprattutto per quanto riguarda i Pronto soccorso e l'intero sistema dell'emergenza-urgenza, sono riesplose in Campania fra gravi carenze di personale e problemi strutturali mai affrontati;

   secondo il report della Fondazione, redatto in base ai dati trasmessi dall'Agenas, c'è un dato su tutti che fa comprendere quanto la Campania, dal punto di vista sanitario, sia «non adempiente» e, pertanto, non meritevole di accedere alla quota di finanziamento premiale: oltre il 40 per cento delle richieste arrivate alle strutture sanitarie (territoriali e non) nel periodo compreso fra il 2010 e il 2019 non è stato evaso;

   i calcoli effettuati da Gimbe evidenziano come nell'ultimo decennio in Campania i Livelli essenziali d'assistenza siano stati garantiti per il 58,2 per cento, dato lontanissimo dalla «capolista» Emilia-Romagna (93,4 per cento di adempimento) e più alto soltanto rispetto alla Provincia Autonoma di Bolzano (57,6 per cento) e alla Sardegna (56,3 per cento); la Campania è dunque tra quelle che, nel decennio 2010-2019, ha assicurato la minore percentuale di cure garantite ai propri cittadini;

   a destare preoccupazione non è tanto la posizione in classifica, ma il fatto che il sistema sanitario della «terra felix» sia distante di dieci punti percentuali dalla sufficienza;

   rispetto al mantenimento dell'erogazione dei Lea i risultati del report restituiscono un'Italia che, a fronte di un Servizio sanitario nazionale fondato su princìpi di equità e universalismo, presenta inaccettabili diseguaglianze regionali -:

   se e quali immediate iniziative di competenza il Governo intenda assumere in merito alla preoccupante situazione della sanità in Campania, anche valutando se sussistano i requisiti per un commissariamento della sanità regionale ai sensi dell'articolo 120, comma 2, della Costituzione, al fine di superare le gravi inadempienze amministrative e gestionali nella regione Campania, garantire i livelli essenziali di assistenza (Lea) e la tutela del diritto alla salute dei cittadini.
(4-00209)

SPORT E GIOVANI

Interrogazione a risposta scritta:


   PICCOLOTTI. — Al Ministro per lo sport e i giovani. — Per sapere – premesso che:

   in un'intervista pubblicata sul corriere.it del 12 dicembre 2022, il Ministro interrogato ha dichiarato che intende affrontare il tema, da lui stesso definito, del «diritto alle scommesse», affermando testualmente: «È irrituale che l'organizzatore dell'evento non abbia alcun beneficio, rispetto a una catena che parte proprio grazie ai suoi investimenti. Stiamo lavorando per rendere nuovamente legali pubblicità e sponsorizzazioni delle aziende del betting, anche per tutelare il gioco legale e responsabile»;

   il cosiddetto «Decreto Dignità» ha introdotto in Italia, dal 2018, il divieto di ogni forma di pubblicità, anche indiretta, e di sponsorizzazione delle aziende di gioco o promozione relativa al gioco scommesse all'interno di manifestazioni sportive, trasmissioni televisive o radiofoniche e stampa, estendendosi fino al divieto di sponsorizzazione di eventi sportivi;

   con le suddette misure il decreto intende combattere nello specifico la ludopatia, ovvero la dipendenza da gioco d'azzardo, rappresentando un primo e non ancora definitivo provvedimento per contrastare le problematiche sociali causate dall'industria delle scommesse online;

   la campagna nazionale «Mettiamoci in gioco», contro i rischi del gioco d'azzardo è un'iniziativa nata nel 2012 e promossa da una pluralità di soggetti istituzionali, organizzazioni di terzo settore, associazioni di consumatori, sindacati, per sensibilizzare l'opinione pubblica e le istituzioni sulle reali caratteristiche del gioco d'azzardo nel nostro Paese e sulle sue conseguenze sociali, sanitarie ed economiche;

   dai loro studi emerge come il gioco d'azzardo ha avuto negli ultimi anni uno sviluppo enorme nel nostro paese generando circa 108 miliardi di euro di fatturato annuo, ricavato da lotterie, slot machines, videolottery, scommesse e giochi d'azzardo di natura sempre più varia che in questi anni, a ritmi sempre più frenetici, sono stati immessi sul mercato;

   di conseguenza, la platea dei giocatori si è allargata notevolmente e ormai anche giovani, casalinghe, pensionati, disoccupati costituiscono nuove fasce da catturare e fidelizzare;

   in misura proporzionale alla crescita del settore sono aumentati i costi sanitari, sociali, relazionali e legali del gioco d'azzardo: in mancanza di rilevazioni e ricerche epidemiologiche precise, le «vittime» dirette del gioco d'azzardo – i giocatori patologici o ad alto rischio di dipendenza – sono stimati in oltre un milione;

   molte inchieste della magistratura e alcune indagini economiche tendono a evidenziare non solo che il business del gioco d'azzardo costituisce un interesse specifico di infiltrazione delle grandi organizzazioni criminali, ma che l'espansione del gioco d'azzardo legale non contiene, ma alimenta a sua volta il gioco d'azzardo illegale, senza considerare il nesso molto stretto che esiste tra gioco d'azzardo e usura;

   il problema del gioco d'azzardo, grazie anche a «Mettiamoci in gioco» e alle altre campagne presenti nel Paese, è oggi all'attenzione dell'opinione pubblica e, a parere dell'interrogante, sarebbe un errore rendere nuovamente legali pubblicità e sponsorizzazioni delle aziende del betting quando invece bisognerebbe continuare ad interrogarsi su come proteggere davvero e maggiormente le persone più fragili diminuendo l'offerta di gioco d'azzardo nel nostro Paese-:

   se il Ministro interrogato non intenda chiarire il contenuto e le finalità dell'intervista rilasciata al corriere.it nella parte richiamata in premessa e quali iniziative normative intenda adottare per rivedere l'attuale normativa sulla pubblicità e le sponsorizzazioni delle società di scommesse sportive tenendo in debito conto i danni sociali e sanitari che il gioco d'azzardo arreca a milioni di persone.
(4-00211)

UNIVERSITÀ E RICERCA

Interrogazione a risposta scritta:


   GIAGONI. — Al Ministro dell'università e della ricerca, al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:

   il progetto «Einstein Telescope» prevede l'installazione di un telescopio per la realizzazione dell'osservatorio di onde gravitazionali di terza generazione, il cui scopo è quello di ascoltare l'Universo attraverso la ricerca di simili onde emesse in fenomeni catastrofici, quali la collisione (coalescenza) di buchi neri o di stelle a neutroni;

   l'ET sarebbe il primo osservatore al mondo di onde gravitazionali di terza generazione che consentirà di ascoltare un volume d'universo mille volte superiore a quello osservato dai rilevatori esistenti, Ligo e Virgo;

   tra i siti candidati per l'installazione dell'ET è la località «Sos Enattos», in Sardegna, ricadente nell'ambito territoriale del comune di Lula e individuata per le caratteristiche funzionali del progetto;

   il sito risulta essere infatti classificato come uno dei luoghi più silenziosi al mondo, elemento indispensabile per la realizzazione del progetto, e pressoché totalmente privo di attività sismica oltre a poter godere del privilegio di poter allocare la base per l'ET nell'ex complesso minerario;

   la realizzazione di Einstein Telescope a Sos Enattos è uno dei progetti del piano di investimenti presentato dalla regione Sardegna nell'ambito del Recovery Fund oltre ad aver disposto un finanziamento per lo stesso di 300.000 euro;

   il Consiglio dei ministri, su proposta dell'allora Presidente del Consiglio Mario Draghi, in data 10 ottobre 2022, ha deliberato l'approvazione del giudizio positivo di compatibilità ambientale per tre progetti di impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili (energia eolica, fotovoltaica e geotermica), tra cui l'impianto eolico «Gomoretta» che verrà realizzato nell'agro dei comuni di Bitti, Orune e Buddusò;

   un progetto che prevede, in particolare, l'installazione di 13 aerogeneratori – 84 metri di altezza e 132 metri di diametro – per una potenza nominale complessiva di 45 megawatt;

   una struttura non voluta dal territorio e che andrà a mettere a repentaglio la candidatura dell'Italia nella corsa per l'assegnazione della sede del progetto Einstein Telescope;

   il 16 novembre scorso alla presenza del Presidente della regione Christian Solinas, i Capigruppo, i consiglieri regionali eletti nella circoscrizione di Nuoro, il presidente dell'Anci Sardegna Emiliano Deiana, la presidente del CAL Sardegna Paola Secci, il presidente del consorzio industriale provinciale di Nuoro (Cip) Gianni Pittorra, ben trentotto sindaci del nuorese hanno chiesto un intervento presso il Governo nazionale per impedire la creazione del parco eolico e di contro sostenere l'ambizioso progetto dell'ET;

   la realizzazione del progetto ET rappresenta un'importantissima occasione di crescita e sviluppo per la Sardegna sia in termini economici che in termini di occupazione -:

   se e quali iniziative possano essere intraprese affinché venga revocata la deliberazione di approvazione della compatibilità ambientale per il parco eolico della Gomoretta e conseguentemente la realizzazione di tale progetto che potrebbe precludere l'esecuzione dell'ET in Sardegna.
(4-00207)