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Resoconto dell'Assemblea

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XIX LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Giovedì 1 dicembre 2022

ATTI DI INDIRIZZO

Risoluzioni in Commissione:


   Le Commissioni X e XI,

   premesso che:

    in data 31 maggio 2019, la Whirlpool ha manifestato le circostanze che rendevano insostenibile il mantenimento della produzione presso il sito di Napoli e comunicato l'intenzione di reindustrializzare lo stabilimento, sito a Napoli, in via Argine, attraverso una nuova missione produttiva entro il termine del 1° novembre 2020;

    il 4 giugno 2019 si è aperto presso il Ministero dello sviluppo economico il tavolo di confronto istituzionale con incontri a cadenza mensile finalizzato a trovare un'intesa tra l'azienda, le istituzioni e le organizzazioni sindacali. Fino alla decisione della proprietà, comunicata il 17 settembre 2019, di procedere alla cessione di ramo d'azienda del sito di Napoli, per cui si era trovato un compratore;

    a ottobre 2019 il tavolo di confronto si è spostato in Presidenza del Consiglio; il Presidente del Consiglio e i Ministri hanno preso atto della successiva decisione, nella quale l'azienda ha deciso di abbandonare l'ipotesi dei trasferimento del ramo d'azienda e confermato la volontà di cessare le attività di produzione di lavatrici nella sede di Napoli;

    il 15 luglio 2021, l'azienda ha avviato la procedura di licenziamento collettivo, con l'inoltro della relativa comunicazione ai sindacati. La conseguente procedura conciliativa ha avuto esito negativo;

    il 3 novembre 2021, sono state notificate ai dipendenti le lettere individuali di licenziamento, con effetto immediato dalla data di ricezione;

    il 24 novembre 2021, si è svolta un'ulteriore riunione presso il Ministero dello sviluppo economico nel corso della quale è stata prospettata la possibilità di una reindustrializzazione del sito di via Argine, con il supporto delle istituzioni, a opera di un costituendo consorzio, il «Consorzio Sistema Campania» che aveva manifestato l'intenzione di realizzare un hub per la mobilità sostenibile per cui Whirlpool si è resa disponibile a cedere a questo consorzio il sito;

    il 23 marzo 2022, presso il Ministero dello sviluppo economico, si è svolto un incontro durante il quale si è confermata la presenza del gruppo Adler, in qualità di capofila del consorzio, ed è stato comunicato che le imprese del consorzio coinvolte avrebbero presentato in tempi rapidi progetti compatibili tra loro, di pronta realizzazione sulla mobilità sostenibile. Durante la riunione, sono stati illustrati i piani industriali delle aziende Midsummer, Garnet Services ed Envision;

    in esito alla predetta riunione del 23 marzo 2022, il Prefetto di Napoli ha annunciato l'istituzione di due tavoli di confronto separati, volti ad analizzare rispettivamente il tema della formazione e quello della trasferibilità degli immobili, venendo incontro all'espressa richiesta formulata dal Consorzio Sistema Campania che aveva segnalato la difficoltà ad aderire alla proposta formulata dalla Whirlpool, stante la necessità di chiarire preventivamente alcune questioni di natura amministrativa e ambientale;

    sempre il 23 marzo 2022, Whirlpool, ha ribadito al Ministero dello sviluppo economico la volontà di vendere a prezzo simbolico l'immobile di Via Argine a uno o più soggetti che si fossero impegnati in un loro progetto di reindustrializzazione che garantiscano l'assorbimento degli ex lavoratori Whirlpool;

    il 24 marzo 2022, si sono quindi istituiti presso la prefettura di Napoli i suddetti tavoli di confronto che hanno visto la partecipazione costante di tutti gli attori istituzionali coinvolti. Durante i numerosi incontri regione Campania, comune di Napoli e il Commissario Zes Campania hanno dato ampia disponibilità ad assumere tutte le iniziative di propria competenza, al fine di chiarire tempestivamente le questioni ambientali, urbanistiche ed edilizie e così consentire l'avvio del processo di reindustrializzazione e formazione del personale;

    il 5 agosto 2022, è stata indetta, presso il Ministero della transizione ecologica, la conferenza di servizi decisoria semplificata relativa al procedimento di bonifica sito;

    il costante lavoro di tutte le pubbliche amministrazioni coinvolte ha consentito la rapida conclusione del predetto procedimento, giungendo all'adozione del provvedimento finale;

    con decreto del Ministero dello sviluppo economico del 25 agosto 2022 è stata definita la destinazione dei 2 miliardi di euro del Fondo per lo sviluppo e la coesione 2021-2027, assegnati dal Cipees al Ministero dello sviluppo economico;

    il comune di Napoli ha chiarito che l'immobile è trasferibile in quanto tutti i procedimenti legati a verifiche strutturali, urbanistiche ed edilizie risultano debitamente completati e documentati;

    il 21 ottobre 2022, è stato firmato un verbale tra Ministero dello sviluppo economico, prefettura di Napoli, regione Campania, comune di Napoli le organizzazioni sindacali e Whirlpool, nel quale la Whirlpool, in linea con gli impegni già precedentemente assunti, è disponibile a cedere il sito di via Argine 310 a l'ente Zes o privati;

    il comune di Napoli, in quanto ente competente, ha l'impegno affinché l'immobile mantenga la sua attuale destinazione industriale;

    il commissario straordinario del Governo della Zes Campania ha dichiarato la disponibilità ad acquisire entro il 30 novembre 2022 l'immobile in presenza delle idonee condizioni normative;

    il Ministero dello sviluppo economico congiuntamente al commissario della Zes Campania e alla prefettura di Napoli, per quanto riguarda gli strumenti, le procedure e le risorse economiche, si è impegnato affinché la successiva cessione dell'immobile possa avvenire verso soggetti che presentino piani completi e dettagliati e che venga assicurata la tutela dell'intero bacino dando priorità di occupazione ai lavoratori ex Whirlpool alle medesime condizioni economiche e normative della società di provenienza, vigilando sul mantenimento dell'impegno che i tempi di assunzione rimangano nei limiti del periodo coperto dagli ammortizzatori. In tale ambito saranno verificate da Invitalia le possibilità di attivare forme di supporto alle attività di investimento previste nei piani,

impegnano il Governo

ad adottare, d'intesa con tutti gli attori istituzionali coinvolti in questa vicenda, con la massima sollecitudine ogni iniziativa utile per proseguire il lavoro portato avanti in questi anni volto a garantire la cessione dell'immobile di via Argine, la sua reindustrializzazione e il riassorbimento dei 312 lavoratori ex Whirlpool, nonché assicurare le garanzie necessarie al costituendo consorzio della fattibilità del piano industriale già concordato nei mesi precedenti.
(7-00010) «Peluffo, Scotto, De Micheli, Di Biase, Gnassi, Gribaudo, Fossi, Laus, Orlando, Sarracino».


   Le Commissioni X e XI,

   premesso che:

    la Dema è un'azienda del settore aeronautico specializzata nella progettazione, costruzione e assemblaggio di componenti del segmento aerostrutture, radicata al sud con due sedi direttamente denominate Dema (Somma Vesuviana e Brindisi) e due aziende controllate al 100 per cento denominate Cam (Paolisi) e Dar (Brindisi). In totale sono occupate circa 630 persone;

    a luglio 2018, dopo una lunga vicenda legata ad una pesante crisi debitoria, con due ristrutturazioni del debito mediante articolo 182 e articolo 182-bis della ex legge fallimentare ed il passaggio per intero delle quote di proprietà del gruppo al fondo d'investimento inglese Bybrook capital, la società cambia amministratore delegato passando dal fondatore ed ex socio di maggioranza Vincenzo Starace all'ingegnere Renato Vaghi;

    al suo arrivo lo stesso annuncia circa 150 esuberi ed il fallimento del secondo piano di ristrutturazione;

    mediante l'impegno di Fim Fiom Uilm, dei lavoratori e il ruolo attivo del Mise nella vicenda, l'annuncio iniziale viene poi cambiato in un piano di rilancio della società e nella terza ristrutturazione del debito (articolo 182-ter);

    dagli annunci e dai verbali del Mise si evince l'esistenza di un piano industriale di rilancio accompagnato da investimenti, dell'utilizzo di un contratto di solidarietà difensivo per evitare licenziamenti e di un contratto di sviluppo da stipulare mediante il supporto del Mise con Invitalia;

    l'esplosione della pandemia vede Dema inizialmente al centro delle produzioni indispensabili, non fermarsi mai e poi in una seconda fase cominciare paurosamente a rallentare a causa della risposta del mercato mondiale degli aeromobili, ed è qui che si cominciano a manifestare i segni più pesanti di un'assenza di un vero progetto;

    dal 2019 al 2022 i budget di fatturato, per quanto è dato sapere, vengono bucati a ripetizione a volte anche a distanza di poche settimane tra l'annuncio di un obbiettivo ed il risultato;

    le Rsu, le strutture territoriali e nazionali dei sindacati denunciano la mala gestione ad ogni occasione;

    in tre anni e mezzo la spesa in investimenti per la produzione è pari allo zero, cominciano a venire meno anche le spese ordinarie di manutenzione e gestione della produzione;

    il fondo Bybrook viene assorbito da Mediobanca (febbraio 2021) e diventa Cairn Capital, le denunce del sindacato però rimangono lettera morta, con un management che continua a gestire in maniera fallimentare e con alcuni importanti clienti che, stufi dell'inaffidabilità, fanno venir meno la fiducia;

    nell'estate 2022 si verifica il fermo totale delle linee di produzione e in tre mesi, si passa dalle richieste di turni alternati al fermo quasi totale degli acquisti e problemi pesanti sul pagamento dei dipendenti;

    a settembre 2022 all'operatività delle fabbriche ridotta al minimo, gli acquisti delle materie prime bloccati, il management di fatto commissariato dal fondo e voci insistenti sulla volontà mutata del fondo stesso di disinvestire in Dema;

    a fine settembre 2022 viene nominato amministratore Angelo Rodolfi, ingegnere nucleare esperto di ristrutturazioni, crisi aziendali e procedure concorsuali;

    nonostante un incontro fissato al Mise da tempo, lo stesso, secondo quanto risulta, avvia subito una procedura di concordato in bianco per il gruppo Dema, bloccando parti di salario per i dipendenti trattati come fornitori;

    al Mise l'ingegnere Rodolfi sembra confermare quello che lavoratori e sindacato avevano detto per anni, cioè che l'azienda era mal gestita, ma adducendo come causa il costo del lavoro troppo elevato;

    dalle risultanze di quella riunione pare invece che la questione sia riconducibile al fatto che il Fondo indica dal 2018 spese per 130 milioni di euro per investimenti e competenze specifiche di cui, secondo fonti sindacali, non vi sarebbe riscontro;

    dopo una lunga discussione si arriva ad una specie di tregua tra le parti, viene avviato un iter per sbloccare le parti di salario tenute bloccate e la Dema si impegna a non far partire procedure di riduzione del personale fino ai prossimi confronti istituzionali;

    i lavoratori Dema, collocati in solidarietà, sono già dalla metà di settembre in presidio permanente fuori alla fabbrica, applicando fermi totali anche in sciopero della produzione al fine di mettere in campo iniziative che fermino la malagestione;

    il mancato intervento delle autorità competenti rischia di determinare la fine di un avamposto industriale strategico per il territorio,

impegnano il Governo

ad adottare, d'intesa con tutti gli attori istituzionali coinvolti in questa vicenda, con la massima sollecitudine ogni iniziativa utile per l'attivazione di uno specifico tavolo di crisi per la società Dema, al fine di trovare soluzioni utili per una prospettiva industriale finalizzata a salvaguardare i siti produttivi, i livelli occupazionali e il patrimonio di professionalità della manodopera impiegata.
(7-00011) «Peluffo, Scotto, De Micheli, Di Biase, Gnassi, Gribaudo, Fossi, Laus, Orlando, Sarracino».


   La III Commissione,

   premesso che:

    l'attacco militare russo all'Ucraina ha posto in termini nuovi e drammatici la necessità di ricalibrare le scelte in materia di approvvigionamenti energetici che hanno portato l'Italia a dipendere per oltre il 40 per cento del suo fabbisogno di gas dalle forniture di metano provenienti dalla Federazione russa;

    l'orientamento prevalente nel mondo occidentale – nell'area euro-atlantica in particolare – è quello di rinunciare progressivamente al gas di provenienza russa, sostituendolo con forniture provenienti da altre fonti;

    tra le alternative prospettate finora per ridurre la dipendenza dalle forniture del gas russo spiccano quelle che fanno riferimento ad Algeria, Libia e Tap, oltre all'incremento della capacità nazionale di rigassificare il metano liquido, acquistabile da Stati Uniti e Qatar;

    la Libia permane altresì purtroppo molto instabile e lontana da una completa pacificazione;

    tra i progetti in itinere esiste anche l'Eastmed, che consentirebbe di collegare direttamente la Grecia, e l'Italia attraverso il cosiddetto Poseidon, alle risorse di Cipro, Israele ed Egitto;

    il 21 marzo 2022 si è espresso in favore del gasdotto il responsabile degli Affari esteri del dipartimento per l'energia degli Stati Uniti, Andrew Light, enfatizzando il ruolo che l'infrastruttura potrebbe svolgere nella «transizione via dalla Russia»;

    successivamente, nel giugno 2022 l'ente di certificazione internazionale Dnv ha confermato la fattibilità tecnica dell'infrastruttura;

    nel periodo estivo, inoltre, si è dato avvio anche alle attività di tender volte alla preselezione dei candidati che realizzeranno la fornitura, la costruzione, il trasporto, l'installazione e il pre-commissioning del tratto onshore greco della progettata infrastruttura, lungo 500 chilometri e delle relative facilities, come le stazioni di compressione e misura;

    le manifestazioni di interesse a quest'ultimo riguardo già ricevute sarebbero ora in fase di valutazione e dovrebbero essere seguite da offerte vincolanti entro il primo trimestre del 2023;

    si prevede altresì che nei primi mesi del 2023 vengano formalizzate anche le offerte vincolanti per la realizzazione della sezione offshore (lunga 1.500 chilometri) dai contrattisti coinvolti sin dal 2020 nella fase di progettazione, i quali hanno già confermato l'installabilità del tratto a mare;

    nel frattempo, si assiste ad un processo di moderazione della politica estera turca nei confronti d'Israele, che si spera possa preludere ad una più netta de-escalation anche delle tensioni tra il Governo di Ankara e quello di Atene;

    nelle nuove circostanze generate dal conflitto russo-ucraino, Eastmed parrebbe aver recuperato la sua ragion d'essere quale elemento di una strategia di diversificazione degli approvvigionamenti;

    oltre a contribuire alla sicurezza e diversificazione degli approvvigionamenti europei con caratteristiche uniche, e non in concorrenza ad altre opzioni di export, il progetto Eastmed si propone anche come corridoio strategico utile a promuovere il potenziale rinnovabile della regione del Mediterraneo Orientale grazie al trasporto di gas verdi come l'idrogeno;

    Eastmed è altresì un format che può congiungersi alla rete di relazioni costruita attorno ai cosiddetti «accordi di Abramo» e al processo di riconciliazione tra arabi ed israeliani, gettando un ponte tra l'Italia e i paesi arabi del Golfo Persico,

impegna il Governo:

   ad attivare le opportune interlocuzioni con i Paesi del progetto Eastmed per tentare di rilanciarlo, associandovi l'Italia, in modo tale da assicurare al nostro Paese quella sicurezza degli approvvigionamenti che è stata recentemente posta in dubbio;

   a prestare la massima attenzione possibile ai processi integrativi in atto nel Mediterraneo orientale, regione cruciale ai fini degli approvvigionamenti energetici nazionali e degli equilibri politico-strategici globali.
(7-00009) «Formentini, Billi, Coin, Centemero, Crippa».

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interrogazione a risposta in Commissione:


   MALAVASI, FURFARO e GIRELLI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della salute, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   la legge 10 novembre 2021 n. 175, nota come «Testo Unico sulle Malattie Rare», è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 27 novembre 2021 ed è entrata in vigore il 12 dicembre;

   per la prima volta una legge dello Stato riordina la materia delle malattie rare, anche in relazione alle numerose norme e direttive dell'Unione europea emanate negli ultimi anni in materia;

   si tratta della prima legge dedicata unicamente alle malattie rare, volta a organizzare in maniera ordinata e completa questo ambito;

   secondo l'ultimo rapporto MonitoRare 2021, elaborato dall'associazione Uniamo, il numero complessivo di persone affette da malattie rare in Italia sarebbe compreso fra i 2, 1 e i 3,5 milioni di persone;

   tuttavia, ad oggi, la legge è ancora oggi inattuata poiché è stato concluso solo uno dei cinque atti necessari per la sua piena applicazione, nonostante i termini fissati siano ormai scaduti;

   in particolare, per una concreta attuazione del «testo Unico Malattie Rare» mancano ancora quattro atti dei cinque previsti: un decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro della salute e del Ministro dell'economia e delle finanze, stabilito dall'articolo 6, comma 2, da adottare entro 3 mesi, per l'adozione del regolamento di attuazione del medesimo articolo per l'istituzione e del fondo di solidarietà per le persone affette da malattie rare; inoltre, la legge rinvia a due diversi accordi di competenza della Conferenza Stato-Regioni, rispettivamente previsti dall'articolo 9, comma 1, e dall'articolo 14: il primo relativo all'approvazione del secondo piano nazionale malattie rare e riordino della rete, da adottare, in sede di prima attuazione, entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della legge e il secondo con cui definire le modalità per assicurare un'adeguata informazione dei professionisti sanitari, dei pazienti e delle famiglie, da adottare entro il medesimo termine; infine, un regolamento del Ministro della salute, di concerto con il Ministro dell'università e della ricerca, per la definizione dei criteri e delle modalità di attuazione degli incentivi fiscali in favore dei soggetti, pubblici o privati, che si occupano di ricerca finalizzata allo sviluppo di protocolli terapeutici sulle malattie rare o nella produzione dei farmaci orfani da adottare entro 6 mesi dalla sua entrata in vigore;

   si attende ancora la prima convocazione del Comitato nazionale malattie rare, organismo istituito presso la Direzione generale della programmazione sanitaria del Ministero della salute, istituito con decreto del Ministro della salute in data 16 settembre 2021;

   ad oggi i termini indicati dalla legge sono ormai scaduti e la maggior parte degli atti non è ancora stata emanata rendendo vano il lavoro svolto dal Parlamento per garantire una presa in carico complessiva delle persone con malattia rara uniforme su tutto il territorio nazionale;

   il ritardo nell'attuazione della legge per i pazienti significa rinviare la gestione delle patologie e dei percorsi diagnostici e terapeutici;

   si stanno trascurando e disattendendo le aspettative di milioni di cittadini e delle loro famiglie che non hanno ancora ottenuto nessun beneficio concreto dall'importante e storico percorso normativo avviato con la legge n. 175 del 2021;

   gli enti che si occupano di ricerca finalizzata allo sviluppo di protocolli terapeutici sulle malattie rare o nella produzione dei farmaci orfani non possono ancora accedere agli incentivi fiscali –:

   quali siano le tempistiche per l'emanazione dei provvedimenti attuativi previsti dalla legge n. 175 del 2021 al fine di garantire la piena operatività delle disposizioni in essa contenute necessarie per rispondere concretamente ai bisogni delle persone con malattia rara e delle loro famiglie;

   quando si intenda convocare il Comitato nazionale malattie rare per avviarne i lavori.
(5-00087)

AGRICOLTURA, SOVRANITÀ ALIMENTARE E FORESTE

Interrogazione a risposta in Commissione:


   PIERRO, CARLONI, DAVIDE BERGAMINI e BRUZZONE. — Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:

   la pesca del tonno rosso è tra le più importanti e redditizie a livello globale ed è consentita solo tramite l'assegnazione di «quote» – questione molto complessa e controversa – stabilita, in sede internazionale dall'Iccat; i governi nazionali ripartiscono poi queste quote a favore di imbarcazioni autorizzate e, ogni anno, la Direzione generale della pesca e acquacoltura del Ministero dell'agricoltura definisce tale ripartizione e coordina le attività nazionali di monitoraggio per la pesca del tonno rosso;

   infatti, con decreto del Ministero dell'agricoltura, annualmente, si ripartiscono i contingenti di tonno rosso tra circuizione, palangaro, tonnara fissa, pesca sportiva/ricreativa e quota indivisa;

   risulta agli interroganti che per il periodo 2023-2025 la quota assegnata all'Unione europea sia di 21.503 tonnellate annue su 40.570 totali, corrispondente a circa un +12,7 per cento rispetto al 2022, con un incremento per l'Italia, rispetto al 2022, stimato in circa 498 tonnellate, pari al +10,5 per cento;

   la distribuzione delle quote di tonno rosso, che viene fatta annualmente dal Ministero, alle imbarcazioni autorizzate, a parere degli interroganti, non tiene conto né dei parametri relativi alla funzione sociale territoriale, né dei parametri di intensità del lavoro creato dalla quota e neanche del valore aggiunto che queste quote portano sul territorio;

   la pesca del tonno rosso costituisce una preziosa fonte di reddito per la pesca italiana. Il tonno rosso, infatti, ha un valore commerciale elevatissimo e anche pochi esemplari catturati rappresentano per i pescatori una possibilità di reddito e occupazione spesso di vitale importanza;

   è necessario andare incontro anche alle esigenze delle categorie che comprendono, numericamente, il maggior numero di beneficiari tra i quali rientrano i numerosi pescatori che esercitano la «piccola pesca»;

   una diversa ripartizione della quota aggiuntiva non determina uno scompenso nella ripartizione del contingente nazionale, ma consente di bilanciare in modo più equo e sostenibile i sistemi di pesca;

   le comunità marinare e i pescatori tutti vanno protetti con ogni mezzo pur di assicurare esperienza, tradizione e lavoro, soprattutto in questo momento che con l'aumento del gasolio la pesca si trova oggi a dover fare i conti con questo nuovo ostacolo, che impatta pesantemente sui bilanci delle aziende;

   inoltre, la creazione di una filiera 100 per cento italiana del tonno rosso sarebbe un sostegno importante alle marinerie nazionali e, contestualmente, un'opportunità per gli italiani di consumare pescato locale sulle proprie tavole, facendo conoscere un prodotto di grandissima qualità fino adesso poco accessibile dalla popolazione –:

   stante l'incremento della quota aggiuntiva del tonno rosso, assegnata all'Italia per il periodo 2023-2025, come intenda ripartire tale quota, fra i vari sistemi di pesca, affinché venga garantita a tutti i pescatori una fonte di reddito aggiuntiva, al fine di dare la possibilità anche agli operatori della pesca, soprattutto nelle realtà costiere locali, che attualmente ne sono privi, di poter accedere a questa fondamentale risorsa economica, stabilendo, per esempio, dei metodi distributivi per aree geografiche e/o intervalli temporali, in quanto più idonei a garantire, durante la stagione di pesca, la fruibilità e l'uniformità per tutti i compartimenti marittimi;

   se non ritenga opportuno, per quanto di competenza, soprattutto attraverso una concreta valorizzazione delle realtà locali dedite alla piccola pesca costiera, quale volano di investimenti importanti e maggiore occupazione giovanile, creare una filiera 100 per cento italiana, il cui valore aggiunto, in termini di produzione, possa rimanere in Italia, visto che la maggior parte del tonno rosso pescato viene portato all'estero.
(5-00086)

ECONOMIA E FINANZE

Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):


   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'economia e delle finanze, il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, per sapere – premesso che:

   Ansaldo energia Spa è una società leader nel settore energetico strategica per il Paese, con più di quaranta società e filiali in Italia e nel mondo nonché più di tremila unità di lavoratori;

   Ansaldo energia Spa il 1° agosto 2022 ha reso noto alle Rappresentanze sindacali unitarie e alle segreterie provinciali di Fim, Fiom e Uilm di Genova – sede della società – che il Consiglio di amministrazione dell'azienda ha analizzato gli effetti economici negativi derivanti dal conflitto russo-ucraino con riguardo agli investimenti nella power generation a gas, prendendo atto del contesto inflazionistico circa i materiali di produzione;

   nella stessa sede ha certificato la situazione patrimoniale della società e illustrato alcune linee di indirizzo del nuovo piano industriale, le quali a giudizio del sindacato sono risaltate poco idonee a risolvere le problematiche in cui si trova l'azienda, con il rischio di possibili esuberi a fronte di una riduzione della produzione;

   è fondamentale un piano industriale di sviluppo unitamente alla necessaria ed essenziale ricapitalizzazione, che è stata rinviata al 2023 con il documento deliberato dall'assemblea dei soci il 31 ottobre 2022;

   si prende altresì atto da fonti di stampa in data 30 novembre 2022 che sarebbe imminente un aumento di capitale pari a 550 milioni –:

   se notizia corrisponda al vero e quali siano le tempistiche previste, se sia a conoscenza del piano industriale e quali iniziative di competenza intenda adottare affinché tale piano possa essere effettivamente idoneo e strutturale tale da rilanciare Ansaldo energia Spa, sotto il profilo della piena capacità e continuità occupazionale e produttiva, al fine di salvaguardare il ruolo della società sul mercato della power generation e i suoi lavoratori, a tutela di un settore strategico per il Paese.
(2-00028) «Lupi, Cavo».

Interrogazione a risposta scritta:


   MANZI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:

   con la risposta a interpello n. 70 del 3 febbraio 2022, l'Agenzia delle entrate ha fornito chiarimenti in tema di modalità di riscossione e versamento del canone Tv ad uso privato per le utenze appartenenti alle zone colpite dagli eventi sismici del 2016;

   in seguito agli eventi sismici del 2016, infatti, è stata prevista una generale sospensione degli adempimenti e dei versamenti tributari;

   con specifico riferimento al canone RAI, la sospensione è stata inizialmente prevista dall'articolo 1, decreto ministeriale 1o settembre 2016 e, successivamente, dall'articolo 48 e dagli allegati 1, 2 e 2-bis del decreto-legge n. 189 del 2016;

   il decreto-legge n. 55 del 2018, recante «Ulteriori misure urgenti a favore delle popolazioni dei territori delle regioni Abruzzo, Lazio, Marche ed Umbria interessati dagli eventi sismici verificatisi a far data dal 24 agosto 2016», ha introdotto apposite disposizioni riguardanti il pagamento del canone di abbonamento ad uso privato nei territori dei comuni interessati dagli eventi sismici e ha esteso la sospensione del pagamento del canone RAI al 31 dicembre 2020;

   pertanto, l'agevolazione in favore delle popolazioni colpite dal sisma 2016 prevede la sospensione del pagamento del canone RAI fino al 31 dicembre 2020, mentre il canone relativo all'anno 2021 risulta dovuto e non sospeso;

   per i canoni sospesi (agosto 2016 – dicembre 2020) l'Agenzia delle entrate ha confermato che il canone Tv ad uso privato dovuto e non addebitato nelle fatture per la fornitura dell'energia elettrica per effetto della sospensione dei versamenti dovrà essere corrisposto autonomamente dai cittadini mediante modello F24, con rateizzazione fino a un massimo di 24 rate mensili di pari importo, a decorrere dal 1o gennaio 2021;

   la normativa si riferisce ai canoni sospesi e non disciplina le modalità di versamento dei canoni non sospesi dovuti a regime dal 1o gennaio 2021;

   in merito alla riscossione e al versamento del canone Tv ad uso privato per le utenze appartenenti alle zone colpite dagli eventi sismici del 2016, l'Agenzia delle entrate ha chiarito che le modalità di versamento in F24, con rateizzazione fino a un massimo di 24 rate mensili, risultano applicabili esclusivamente alla ripresa dei versamenti dei canoni cosiddetti sospesi, eventualmente dovuti, e non anche ai canoni dovuti a regime dal 2021;

   la nota dell'Agenzia delle entrate prot. n. 130774 del 28 giugno 2018 precisa che la sospensione del pagamento del canone Tv dalla data di entrata in vigore del decreto-legge fino al 31 dicembre 2020 definisce, in sostanza, una proroga della sospensione, in continuità con quella già disposta fino al 31 dicembre 2017;

   si disciplina la ripresa dei versamenti del canone di abbonamento alla televisione ad uso privato non addebitato, per effetto della sospensione, nelle fatture per la fornitura dell'energia elettrica ai contribuenti titolari di un'utenza elettrica nel luogo di residenza anagrafica;

   dalla stessa nota prot. n. 130774 del 28 giugno 2018 emerge che le modalità di versamento in F24, con rateizzazione fino a un massimo di 24 rate mensili, risultano applicabili esclusivamente alla ripresa dei versamenti dei canoni sospesi, eventualmente dovuti, e non anche ai canoni dovuti a regime dal 2021 («canoni non sospesi»);

   per questa tipologia di canoni restano operanti le regole ordinarie di addebito in bolletta del canone;

   in un momento di grande crisi economica e sociale, questi arretrati si sommano ai costi esorbitanti delle bollette ordinarie di luce e gas, generando ulteriori difficoltà ai cittadini;

   la normativa di cui sopra prevede anche l'applicazione delle sanzioni per i mancati pagamenti –:

   se il Governo non ritenga, in ragione anche degli aumenti onerosi dei costi dell'energia elettrica, di adottare le iniziative di competenza volte a prevedere l'azzeramento degli arretrati del canone di cui sopra o, in via subordinata, di dilazionarli insieme agli altri arretrati inseriti nelle bollette della luce.
(4-00132)

SALUTE

Interrogazione a risposta in Commissione:


   GUERRA e VACCARI. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   «Holostem avanzate» è uno spin-off dell'Università di Modena e Reggio Emilia nato nel 2008 per trasferire ai pazienti i risultati della ricerca sviluppata dal Centro di medicina rigenerativa «Stefano Ferrari» della medesima Università;

   si tratta di una realtà di eccellenza nazionale nel campo della ricerca medico-universitaria che ha conseguito importanti successi scientifici e le cui scoperte sono state trasformate in terapie avanzate da distribuire ai pazienti;

   nel 2015 Holostem, è stata la prima biotech al mondo ad ottenere l'autorizzazione per l'immissione in commercio di un farmaco con le cellule staminali come principio attivo Holoclar;

   le terapie cellulari e geniche sono state sviluppate da Holostem anche con fondi pubblici, in particolare fondi pubblici regionali;

   ora per Holostem è stata avviata la procedura di liquidazione;

   senza un sostegno pubblico, o finanziario o per la ricerca di soluzioni alternative, non solo andrebbero persi 80 posti di lavoro altamente specializzati, ma si depotenzierebbe sensibilmente un centro di ricerca come il Centro di medicina rigenerativa, famoso nel mondo intero per la sua capacità di trasformare la ricerca universitaria in terapie innovative che hanno migliorato la qualità della vita per tantissimi pazienti. I risultati nella riconquista della vista sono stati riconosciuti anche dall'Agenzia europea del farmaco. Ma non sono i soli. Di particolare importanza è ad esempio anche la terapia cellulare per la ricostruzione dell'uretra in pazienti, anche pediatrici, con ipospadia, e la terapia genica salvavita per i cosiddetti bambini farfalla, che ha permesso di curare nel 2017 il bimbo siriano Hassan, di cui tanto ha parlato anche la stampa internazionale. Una terapia genica altamente innovativa che consente di trattare diverse forme di epidermolisi bollosa, con una sperimentazione clinica in corso all'ospedale policlinico di Modena;

   il sindaco di Modena, Giancarlo Muzzarelli, ha sollecitato le autorità, regionali e nazionali, ad impegnarsi per garantire la continuità dell'attività di ricerca del Centro di medicina rigenerativa dell'Università di Modena e Reggio Emilia –:

   alla luce dei fatti sopradescritti quali iniziative normative urgenti il Ministro interrogato, per quanto di competenza, intenda adottare al fine di favorire la praticabilità di soluzioni alternative, da parte della sanità pubblica per garantire la continuità della ricerca presso il Centro di medicina rigenerativa «Stefano Ferrari» dell'Università di Modena e Reggio Emilia.
(5-00085)

ERRATA CORRIGE

  Interrogazione a risposta scritta Baldelli n. 4-00084 pubblicata nell'Allegato B ai resoconti della Seduta n. 11 del 18 novembre 2022. Alla pagina 229, seconda colonna, dalla decima alla undicesima riga deve leggersi: «"La grande tempesta";

  nella dichiarazione, Carlo Calenda sostiene che il finanziere ungherese George Soros ha sovvenzionato con un milione e mezzo» e non come stampato.