Camera dei deputati

Vai al contenuto

Sezione di navigazione

Menu di ausilio alla navigazione

MENU DI NAVIGAZIONE PRINCIPALE

Vai al contenuto

Resoconto dell'Assemblea

Vai all'elenco delle sedute

XIX LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Mercoledì 26 ottobre 2022

ATTI DI CONTROLLO

INFRASTRUTTURE E MOBILITÀ SOSTENIBILI

Interrogazione a risposta scritta:


   FORATTINI e BONETTI. — Al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. — Per sapere – premesso che:

   il ponte sul fiume Po, tra i comuni di S. Benedetto Po e Bagnolo S. Vito, rappresenta un'infrastruttura viaria di importanza cruciale per il sistema dei collegamenti e della mobilità per i territori lombardo-emiliani, di cui è nota l'importanza economica;

   l'attuale ponte fu realizzato a metà degli anni '60 dall'Anas e purtroppo già nel 1987 sono iniziati i primi problemi strutturali quando una piena provocò la variazione statica di due campate. Nel 1993 si registrarono ulteriori danni che determinarono, in un primo momento, la chiusura del ponte e, successivamente, la sua riapertura, sebbene con una circolazione limitata;

   nel 1994 vennero compiuti accertamenti da parte della regione, della provincia e dell'Anas, dai quali risultò necessaria la sistemazione delle fondazioni del ponte;

   nel 2001 il ponte è stato chiuso per lavori di ristrutturazione e la strada statale 413 interrotta. Il ponte ha, quindi, subito una serie di dissesti che hanno causato una limitazione al transito dei mezzi pesanti e l'impossibilità di ristrutturare il ponte con caratteristiche di prima categoria, agibile a tutti i mezzi;

   nel 2010 la gestione del ponte è passata dall'Anas alla Provincia;

   nel 2012 il sisma ha compromesso il ponte in maniera irreversibile facendo quindi emergere la necessità della costruzione di un nuovo ponte;

   l'appalto per la costruzione del nuovo ponte è stato vinto dalla ditta Toto spa nel 2017, la quale presenta un progetto che si sarebbe dovuto concludere nel 2019;

   problemi legati alla necessità o meno di indurre una gara di appalto per i lavori in golena da parte della provincia, di Mantova, oltre all'incremento dei costi delle materie prime legate alla guerra e alla pandemia, avrebbero di fatto bloccato ulteriormente l'avanzamento dei lavori;

   i lavori per la realizzazione del nuovo ponte di San Benedetto Po sono infatti ancora in essere e non è chiara la data di ultimazione. La viabilità ridotta da oltre trent'anni sta causando innumerevoli danni e ritardi e/o ulteriori chiusure rischiano di affossare definitivamente l'area territoriale del basso mantovano;

   occorre far di tutto per evitare che il territorio sul quale insiste il ponte di San Benedetto Po e Bagnolo S/V subisca nuovi danni nella ricerca della soluzione giuridicamente sostenibile e più idonea per proseguire l'opera di costruzione del ponte. In questi anni, il tessuto sociale ed economico dell'area ha pagato un prezzo altissimo e non è più possibile procrastinare a tempo indeterminato una situazione che rischia di indebolire l'economia di questa parte della provincia –:

   quali siano gli elementi conoscitivi di cui disponga, per quanto di competenza, circa i motivi dei ritardi nella realizzazione del nuovo ponte sul fiume Po tra i comuni di S. Benedetto Po e Bagnolo S. Vito e quali iniziative, in raccordo con le amministrazioni territoriali competenti, intenda proporre per una rapida conclusione dei lavori;

   se intenda adottare le iniziative di competenza per nominare un commissario straordinario, previa intesa con gli enti territoriali competenti, con il compito di accelerare le attività per la realizzazione del Ponte tra i comuni di S. Benedetto Po e Bagnolo S. Vito.
(4-00026)

INTERNO

Interpellanza:


   Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro dell'interno, il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, per sapere – premesso che:

   in data 2 febbraio 2017 il Governo italiano ha sottoscritto il «Memorandum d'intesa sulla cooperazione nel campo dello sviluppo, del contrasto all'immigrazione illegale, al traffico di esseri umani, al contrabbando e sul rafforzamento della sicurezza delle frontiere» con il Governo di riconciliazione nazionale dello Stato della Libia presieduto da Al-Serraj, legittimando, tra l'altro, la guardia costiera libica nella veste di interlocutore del Governo italiano, nonostante la sua evidente inadeguatezza sia sul piano della tutela dei diritti umani sia quanto alle competenze nelle operazioni di salvataggio e coordinamento delle operazioni in area Sar;

   in base all'ultimo rapporto dell'Alto commissario Onu per i diritti umani, in Libia non esiste attualmente alcuna tutela dei diritti umani per le persone migranti. Già nel 2018 la missione di supporto delle Nazioni unite in Libia e l'Alto commissariato Onu per i rifugiati avevano documentato «orrori inimmaginabili» patiti dalle persone migranti nei centri di detenzione, governativi e non, nonché «la complicità di taluni agenti pubblici nel traffico illecito o nella tratta di migranti e di rifugiati». La violazione sistematica dei diritti umani ha portato diverse agenzie dell'Onu a sostenere che la Libia non possa essere considerata un porto sicuro e che il trasporto di quanti intercettati o salvati dal mare nei porti libici violerebbe il principio di non respingimento;

   il Memorandum, attualmente vigente ed in fase di esecuzione costituisce a tutti gli effetti un nuovo trattato internazionale, in quanto espressione della volontà delle parti contraenti di vincolarsi a nuovi impegni, e inserito dal Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale nell'archivio dei trattati internazionali;

   il trattato, inoltre, in considerazione dei contenuti riveste natura prettamente politica e non esclusivamente tecnica, avendo ad oggetto materie di rilevanza costituzionale quali la politica estera della Repubblica, l'ingresso nel territorio dello Stato e il controllo delle frontiere e prevedendo nuovi vincoli per l'Italia, tra i quali l'istituzione di un comitato misto a composizione paritetica per individuare le priorità d'azione e identificare strumenti di finanziamento, attuazione e monitoraggio degli impegni assunti. Non si limiterebbe, quindi, a riaffermare impegni assunti in trattati conclusi in precedenza;

   ai sensi dell'articolo 80 della Costituzione italiana, le Camere autorizzano con legge la ratifica dei trattati internazionali che sono di natura politica, o prevedono arbitrati o regolamenti giudiziari, o importano variazioni del territorio od oneri alle finanze o modificazioni di leggi. Ciononostante, il Governo ha omesso la presentazione del disegno di legge di autorizzazione alla ratifica, e non ha nemmeno ritenuto di adempiere l'obbligo di comunicazione alle Presidenze delle Camere, previsto dall'articolo 4 della legge n. 839 del 1984, recepito dall'articolo 13 del decreto del Presidente della Repubblica n. 1092 del 1985;

   in ogni caso, anche volendo sostenere che il contenuto e gli obblighi di cui al Memorandum costituiscano mera esecuzione del Trattato di amicizia, partenariato e cooperazione firmato a Bengasi il 30 agosto 2008 dal Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, per la Repubblica italiana, con Muammar El Gheddafi per la «Grande Giamahiria Araba Libica Popolare Socialista», si consideri che dopo il 2008 – tra le altre complesse vicende che hanno segnato la storia recente della Libia – è stato attivato dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite un intervento militare internazionale che ha condotto alla destituzione di Gheddafi, la Libia è entrata in regime internazionale controllato dall'Onu ed è iniziata una guerra civile che ancora è in corso;

   ai sensi dell'articolo 8 del Memorandum, lo stesso ha validità triennale ed è tacitamente rinnovato alla scadenza per un periodo equivalente, salvo notifica per iscritto di una delle due parti contraenti almeno tre mesi prima della scadenza del periodo di validità. Sarebbe per la seconda volta automaticamente rinnovato, quindi, il 2 febbraio 2023, salvo interventi da notificare entro il 2 novembre 2022;

   durante il Governo Conte II la Ministra dell'interno Lamorgese aveva comunicato, nel corso di un'informativa urgente del 6 novembre 2019, che la controparte libica aveva accolto favorevolmente la proposta italiana e si è dichiarata disponibile a rivedere il testo del Memorandum, e annunciato, a seguito dell'incontro con l'omologo libico, Fathi Bashaga, tenutosi a Roma il 21 ottobre 2020, l'avvio di un negoziato con il Governo libico a tale fine, esprimendo altresì la volontà di finalizzare al più presto la nuova bozza dell'accordo. Anche il Ministro degli esteri Luigi Di Maio, nel dibattito sul primo rinnovo del trattato, aveva dichiarato l'intenzione di migliorare il Memorandum «con particolare attenzione ai centri e alle condizioni dei migranti»; incontri bilaterali finalizzati alla revisione degli accordi con la Libia si sono susseguiti anche successivamente, durante il Governo Draghi –:

   quale sia stato l'esito degli incontri bilaterali tra le autorità italiane e libiche che si sono svolti finora;

   se non ritenga necessario assumere iniziative per revocare il Memorandum di cui in premessa o quali siano gli intendimenti del Governo in merito alla modifica dello stesso, in particolare al fine di garantire una maggiore tutela dei diritti umani dei migranti.
(2-00002) «Magi».

Interrogazioni a risposta scritta:


   GHIRRA. — Al Ministro dell'interno, al Ministro delle politiche del mare e il sud, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   l'articolo 1, comma 534, della Legge 30 dicembre 2021 n. 234, cosiddetta Legge di Bilancio per il 2022 dispone: «Al fine di favorire gli investimenti in progetti di rigenerazione urbana, volti alla riduzione di fenomeni di marginalizzazione e degrado sociale nonché al miglioramento della qualità del decoro urbano e del tessuto sociale e ambientale, sono assegnati ai comuni di cui al comma 535 contributi per investimenti nel limite complessivo di 300 milioni di euro per l'anno 2022»;

   il disposto di cui all'articolo 1, comma 535 prevede che: «possono richiedere i contributi di cui al comma 534: a) i comuni con popolazione inferiore a 15.000 abitanti che, in forma associata, presentano una popolazione superiore a 15.000 abitanti, nel limite massimo di 5.000.000 di euro. La domanda è presentata dal comune capofila; b) i comuni che non risultano beneficiari delle risorse attribuite con il decreto del Ministero dell'interno (...) nel limite massimo della differenza tra gli importi previsti dall'articolo 2, comma 2, del medesimo decreto del Presidente del Consiglio dei ministri e le risorse attribuite dal predetto decreto del Ministero dell'interno»;

   il comma 536 individua le tipologie di intervento nonché i contenuti essenziali della richiesta di contributo;

   con il decreto interministeriale del 30 dicembre 2021 è stata definita la modalità di presentazione della certificazione informatizzata, da utilizzare ai fini della richiesta;

   il decreto 19 ottobre 2022 del Ministero dell'interno, di concerto con il Ministero dell'economia e delle finanze, ha individuato i comuni beneficiari del contributo;

   fra gli enti locali beneficiari della misura non figura nessun comune sardo;

   il presidente dell'Anci Sardegna ha inviato una lettera al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio pro tempore, al Ministro per il Sud pro tempore, al Presidente di Anci «esprimendo in relazione alla completa esclusione dei comuni sardi dall'elenco dei Comuni beneficiari del contributo sconcerto, delusione e indignazione»;

   la Regione autonoma della Sardegna presenta un numero di 361 comuni con popolazione inferiore ai 15.000 abitanti (il 97,6 per cento del totale dei comuni sardi); di questi 350 hanno presentato istanza di finanziamento attraverso aggregazione di comuni, dimostrando una straordinaria capacità progettuale e di iniziativa;

   è indubitabile la gravità dei dati relativi a spopolamento e isolamento dei territori sardi, problematiche che i progetti di rigenerazione urbana avrebbero contribuito ad attenuare in modo significativo;

   il metodo scelto per la selezione dei beneficiari – in particolare il parametro cosiddetto Indice di vulnerabilità sociale e materiale (Ivsm) – è un criterio implementato dall'Istat, costituito da «un indicatore composito costruito attraverso la sintesi di sette indicatori riferiti alle dimensioni della vulnerabilità sociale e materiale ritenute più rilevanti» che avrebbe dovuto condurre a una semplificazione dell'analisi di fenomeni socio-economici in serie storica e territoriale, ma che è risultato del tutto inadeguato a cogliere specifiche criticità dei territori più marginali;

   è risultato particolarmente punitivo nei confronti della Sardegna, così come verso altre regioni del tutto escluse dalla graduatoria dei beneficiari –:

   se i Ministri interrogati per quanto di propria competenza, non ritengano opportuno integrare la misura già disposta con altra similare, che selezioni i comuni beneficiari attraverso indici che meglio evidenzino le criticità specifiche dei territori periferici;

   quali iniziative intendano intraprendere al fine di integrare le risorse disponibili per investimenti in progetti di rigenerazione urbana con l'obiettivo di finanziare tutti i progetti ammissibili valutati secondo nuovi e diversi parametri che tengano conto della effettiva marginalità dei territori sardi;

   se non ritengano opportuno stabilire criteri differenti rispetto all'utilizzo del solo Ivsm per la formazione delle graduatorie di ripartizione dei finanziamenti previsti dai bandi del Pnrr, garantendo opportunità di sviluppo a tutti i Comuni italiani.
(4-00028)


   ZARATTI e PICCOLOTTI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   la mattina del 25 ottobre 2022 davanti la facoltà di Scienze politiche dell'Università «la Sapienza» di Roma, si sono riuniti pacificamente decine di studenti in un presidio di protesa per manifestare contro un convegno organizzato dall'associazione studentesca Azione Universitaria all'interno della facoltà, con la presenza dell'onorevole Fabio Roscani, presidente del movimento giovanile di Fratelli d'Italia, «Gioventù Nazionale»;

   secondo notizie diffuse dalle agenzie di stampa si apprende che le forze dell'ordine, presenti fin dal 7 mattino in tenuta anti sommossa, avrebbero impedito con la forza agli studenti di esporre uno striscione di protesta e alcuni di loro sarebbero stati violentemente percossi con i manganelli, riportando lesioni e contusioni;

   secondo la testimonianza dei ragazzi sarebbero stati bloccati dalle stesse forze dell'ordine i cancelli d'ingresso per impedire agli studenti di lasciare la città universitaria;

   successivamente circa 2.000 ragazzi si sono mossi in corteo verso il rettorato, per protestare contro le violente cariche di cui sarebbero rimasti vittime –:

   se il Ministro interrogato risulti a conoscenza dei fatti e delle circostanze richiamati e quali iniziative intenda intraprendere per fare piena luce in merito al comportamento delle forze dell'ordine e se vi sia stato un ricorso improprio della forza nei confronti degli studenti.
(4-00029)


   MAGI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   tra il 1923 e il 1924 centinaia di comuni italiani conferirono la cittadinanza onoraria a Benito Mussolini;

   dopo la caduta del regime fascista, molti comuni hanno revocato quella vergognosa cittadinanza, altri, senza porsi il problema, l'hanno mantenuta. Altri ancora, tra i quali il Comune di Pezzana (VC), cui è stato richiesto di revocarla, l'hanno addirittura confermata o rinnovata;

   il 20 agosto 2021, il Presidente di Radicali Italiani, Igor Boni, presentava formale istanza al Sindaco di Pezzana, Stefano Bondesan, per richiedere la revoca della cittadinanza onoraria concessa a Benito Mussolini il 15 maggio 1924;

   a seguito della suddetta istanza, in data 30 settembre 2021, il consiglio comunale di Pezzana approvava all'unanimità e senza alcun dibattito una deliberazione (n. 23) con la quale la cittadinanza onoraria veniva confermata e addirittura rinnovata;

   il 15 ottobre 2021, Radicali Italiani e +Europa Vercelli, con lettera aperta al Presidente della Repubblica, alla Senatrice Liliana Segre, al Ministro dell'interno, al Prefetto di Vercelli e al Comitato Resistenza e Costituzione del consiglio regionale del Piemonte, chiedevano un intervento ai destinatari della lettera, nell'ambito delle proprie competenze istituzionali, affinché la deliberazione succitata fosse annullata e/o revocata;

   «Non è possibile – si legge nella sopracitata lettera – festeggiare ogni anno il 25 aprile, portando fiori e pronunciando discorsi davanti alle innumerevoli lapidi dei partigiani caduti, se si accetta passivamente che un Sindaco abbia presentato e fatto approvare un atto che si pone formalmente ed oggettivamente in antitesi alla stessa Carta Costituzionale, che affonda le proprie radici nella Resistenza, nella lotta senza quartiere al nazifascismo»;

   il 3 novembre 2021 l'odierno interrogante aveva presentato un'interrogazione scritta al Ministro dell'interno (n. 4-10595) in cui chiedeva se lo stesso fosse a conoscenza della deliberazione del Comune di Pezzana, se risultasse al Governo quali comuni italiani continuino ad avere tra i propri cittadini onorari Benito Mussolini, e se non ritenesse opportuno valutare, anche mediante iniziative normative, di revocare la cittadinanza onoraria;

   in data 23 febbraio 2022, il Ministro dell'interno ha però escluso la facoltà delle prefetture di sindacare il merito delle cittadinanze onorarie e di quantificarne il numero in relazione alle personalità delle delibere, non essendo i comuni tenuti ad informarle in merito alle stesse –:

   se non ritenga che vi siano i presupposti per proporre, ai sensi dell'articolo 138 del testo unico sugli enti locali, di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, l'annullamento straordinario della deliberazione approvata in data 30 settembre 2021, n. 23, del consiglio comunale di Pezzana (VC), con la quale è stata confermata e rinnovata la cittadinanza onoraria a Benito Mussolini;

   se non ritenga di valutare la possibilità di assumere altra iniziativa, anche di natura normativa, nei limiti delle sue competenze, finalizzata a revocare tutte le cittadinanze onorarie conferite a Benito Mussolini.
(4-00030)

ISTRUZIONE

Interrogazione a risposta scritta:


   ZAN. — Al Ministro dell'istruzione. — Per sapere – premesso che:

   si apprende da organi di stampa nazionali e locali della diffusione di un video sui social media in cui è stato ripreso il momento dello sparo con una pistola ad aria compressa contro un'insegnante da parte di un alunno, presso l'IIS Viola Marchesini di Rovigo, avvenuto nei giorni scorsi, in una data non resa nota dalla stampa;

   tale video, girato e diffuso dagli stessi alunni, conferma che l'insegnante è stata raggiunta da un violento colpo alla testa, seguito, a quanto riporta la stampa, da un secondo colpo all'occhio;

   i due colpi di pistola ad aria compressa hanno reso necessarie cure ospedaliere per la docente;

   a parere dell'interrogante, si tratta di un gesto premeditato dagli studenti, avendo organizzato anche la ripresa del gesto stesso e la successiva diffusione e rappresenta un fatto estremamente grave, che si rischia di essere emulato in altri istituti scolastici, esponendo il corpo docenti a rischi per la propria sicurezza e incolumità –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti sopra esposti e quali iniziative intendano porre in essere per garantire la sicurezza e l'incolumità del corpo docenti sul posto di lavoro.
(4-00027)

SALUTE

Interrogazione a risposta in Commissione:


   BARZOTTI. — Al Ministro della salute, al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, al Ministro per la pubblica amministrazione. — Per sapere – premesso che:

   da notizie di stampa si apprende dell'arresto di Leonardo Provana, direttore del dipartimento del distretto veterinario di Crema afferente all'Ats Valpadana per corruzione nell'ambito dell'indagine «Officium» dei carabinieri del Nas di Cremona e di suo figlio, veterinario e consulente di diverse aziende agroalimentari. Le accuse sono di corruzione, di non aver segnalato la contaminazione dalla listeria di carni, oltre che di non aver segnalato la frode in commercio di prodotti lattiero caseari con le etichette sostituite e la falsificazione delle scadenze;

   il batterio della listeria è molto pericoloso in modo particolare per persone immunocompromesse, come ad esempio i pazienti oncologici in terapia, i trapiantati o le donne in gravidanza che possono trasmetterla al feto con gravi conseguenze. Peraltro, come si legge sul sito dell'istituto superiore di sanità, la listeriosi rappresenta una delle più gravi malattie di origine alimentare, sotto la sorveglianza dell'Unione europea, a causa dell'elevata percentuale di casi ospedalizzati e dell'elevato numero di decessi. Per tale motivo l'European center for disease prevention and control (Ecdc) ha inserito, prioritariamente, la listeriosi fra le zoonosi da sottoporre a sorveglianza non solo epidemiologica, ma anche di laboratorio, attraverso la raccolta degli isolati clinici e la loro tipizzazione fenotipica e molecolare;

   nell'ambito delle indagini sono stati documentati «numerosi casi di corruzione in cui il padre, informato dal figlio delle numerose e gravi non conformità rilevate nelle aziende private per le quali prestava consulenza, avrebbe chiuso un occhio, assicurando copertura totale ai vari privati, omettendo di intervenire e di emettere i relativi provvedimenti»;

   l'operato del direttore del dipartimento veterinario – che, secondo l'impianto accusatorio, avrebbe omesso di vigilare in materia di sicurezza alimentare, favorendo contestualmente talune aziende agroalimentari – potrebbe configurarsi come atto contrario ai doveri d'ufficio, ai sensi dell'articolo 319 del codice penale;

   come noto, ai sensi della legge Severino, legge 190 del 2012 – «Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell'illegalità nella pubblica amministrazione», le pubbliche amministrazioni, comprese quindi le Ats, definiscono e trasmettono al Dipartimento della funzione pubblica un piano di prevenzione della corruzione;

   il bacino Padano secondo Istat vede l'allevamento intensivo di oltre 148 milioni di animali;

   i foraggi arrivano per oltre il 50 per cento dall'estero (Istat). Oltre alla qualità dell'aria peggiorativa con oltre 180 giorni con ozono sopra a 120 mcg/m3 o PM 2.5 sopra a 25 e con il 19 per cento del particolato causato dalla zootecnia (Arpa Lombardia 2021, speciazione del particolato di Arpa Emilia-Romagna e Ispra SNPA2020), le falde acquifere sono pressoché completamente eutrofizzate (Arpa Lombardia, direttiva «nitrati» (DIR 91/676/CEE) analisi dello Stato e tendenze per i corpi idrici superficiali (fiumi) e per le acque sotterranee quadriennio 2016-2019, pag. 21) –:

   se i Ministri interrogati, per quanto di competenza:

    a) intendano attivare controlli più intensivi quali ispezioni, verifiche, audit, campionamenti e l'esame di campioni attesa la gravità della malattia e la sua estrema contagiosità finalizzate anche alla verifica del buon funzionamento della macchina amministrativa competente;

    b) intendano predisporre verifiche su larga scala in relazione a possibili contraffazioni e contaminazioni diffuse nell'ambito della zootecnia padana;

    c) siano stati informati dell'accaduto sulla base delle raccomandazioni di cui alla nota circolare «Sorveglianza e prevenzione della Listeriosi»;

    d) a fronte dei fatti che hanno interessato l'Ats Valpadana, se non ritengano di adottare ogni iniziativa utile ad assicurare il rispetto dei princìpi di buon andamento e imparzialità della pubblica amministrazione, con particolare riferimento alla prevenzione della corruzione e alla rotazione dei dirigenti.
(5-00004)

SVILUPPO ECONOMICO

Interrogazione a risposta scritta:


   BORDONALI e IEZZI. — Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro della transizione ecologica. — Per sapere – premesso che:

   è notizia dei giorni scorsi quella dell'avvio, da parte della Autorità garante della concorrenza e del mercato, di quattro procedimenti istruttori – e altrettanti sub-procedimenti cautelari – nei confronti delle società Iren, Iberdrola, E.ON e Dolomiti, fornitrici di energia elettrica e gas naturale sul mercato libero;

   sempre l'autorità ha anche inviato ad altre 25 società (A2A Energia, Acea Energia, Agsm Energia, Alleanza Luce & Gas, Alperia, Amgas, Argos, Audax Energia, Axpo Italia, Bluenergy Group, Duferco Energia, Edison Energia, Enegan, Enel Energia, Engie Italia, Eni Plenitude, Enne Energia, Estra Energie, Hera Comm, Illumia, Optima Italia, Repower Italia, Sinergas, Sorgenia, Wekiwi) una richiesta di informazioni per acquisire copia di eventuali comunicazioni contra legem mandate ai consumatori, a partire dal 1° maggio 2022, relative alle modifiche unilaterali delle condizioni economiche di fornitura o anche alla rinegoziazione/sostituzione/aggiornamento applicate dopo il 10 agosto 2022;

   in particolare, oggetto dei procedimenti istruttori sarebbero le presunte modifiche unilaterali illegittime del prezzo di fornitura di energia elettrica e gas naturale, in contrasto con l'articolo 3 del decreto-legge 9 agosto 2022 n. 115 cosiddetto Aiuti bis), convertito in legge n. 142 del 21 settembre 2022;

   trattasi della norma che, per fronteggiare il caro energia e la crisi ad esso correlata, prevede la sospensione, fino al 30 aprile 2023, dell'efficacia sia delle clausole contrattuali che consentono alle società di vendita di modificare il prezzo di fornitura sia delle comunicazioni di preavviso, salvo che le modifiche si siano già perfezionate prima dell'entrata in vigore del decreto stesso;

   nello specifico, dunque, a Iberdrola e ad E.ON. viene contestata «la comunicazione con cui le società hanno rappresentato agli utenti la risoluzione del contratto di fornitura per eccessiva onerosità sopravvenuta, in alternativa all'accettazione di un nuovo contratto a condizioni economiche significativamente peggiori». A Dolomiti, invece, viene contestata «l'asserita efficacia delle comunicazioni di modifica unilaterale del prezzo di fornitura perché inviate prima dell'entrata in vigore del decreto Aiuti bis (10 agosto 2022), mentre la norma fa salve solo le modifiche unilaterali “perfezionate” ovvero effettivamente applicate prima della stessa data». A Iren, infine, viene contestata «la comunicazione relativa alla asserita scadenza di tutte le offerte a prezzo fisso con la contestuale prospettazione delle nuove e peggiorative condizioni economiche di offerta, in alternativa alla facoltà del cliente di recedere dalla fornitura». A Iberdrola e Dolomiti viene anche contestata «l'ingannevolezza delle comunicazioni che evidenzierebbero l'impossibilità di fornire energia elettrica al prezzo contrattualmente stabilito a causa dell'aumento del prezzo del gas naturale, in espressa e grave contraddizione con le affermazioni diffuse nei messaggi promozionali, secondo le quali l'energia elettrica venduta proverrebbe esclusivamente da fonti rinnovabili» –:

   a fronte dei fatti in premessa, se e quali iniziative di carattere normativo si intendano adottare al fine di garantire piena tutela ai consumatori.
(4-00025)

TRANSIZIONE ECOLOGICA

Interrogazione a risposta scritta:


   PAVANELLI. — Al Ministro della transizione ecologica, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   l'articolo 15-bis del decreto-legge 27 gennaio 2022, n. 4 ha previsto a decorrere dal 1° febbraio e fino al 31 dicembre 2022 l'applicazione di un meccanismo di compensazione a due vie sul prezzo dell'energia elettrica immessa in rete;

   tale meccanismo si applica agli impianti fotovoltaici di potenza superiore a 20 chilowatt descritti al comma 1, lettere a) e b) dell'articolo 15-bis;

   per rendere applicabile tale sistema, il GSE è tenuto a calcolare la differenza tra il prezzo di riferimento indicato nella tabella di cui all'allegato I-bis al citato decreto e un prezzo commisurato al prezzo zonale orario di mercato meglio specificato alla lettera b) del comma 3 del citato articolo 15-bis;

   se la differenza è positiva, il Gse eroga il relativo importo al produttore. In caso contrario effettua un conguaglio, ovvero provvede a richiedere al produttore l'importo corrispondente;

   con deliberazione del 21 giugno 2022, n. 266, Arera ha definito le modalità di attuazione del citato articolo 15-bis;

   l'applicazione dell'articolo 15-bis è stata differita al 30 giugno 2023 per effetto dell'articolo 11, comma 1 del decreto-legge n. 115 del 2022;

   con l'articolo 37 del decreto-legge n. 21 del 2022, con il fine di introdurre un meccanismo contro il caro bollette è stato previsto un prelievo solidaristico straordinario a carico dei soggetti che esercitano nel territorio dello Stato l'attività di produzione di gas metano o di estrazione di gas naturale, dei soggetti rivenditori di energia elettrica, di gas metano e di gas naturale, nonché dei soggetti che producono, distribuiscono e commerciano prodotti petroliferi;

   il contributo si applica nella misura del 25 per cento su una base imponibile costituita dall'incremento del saldo tra le operazioni attive e le operazioni passive riferito al periodo 1° ottobre 2020 al 31 marzo 2021;

   il Consiglio europeo, in data 30 settembre 2022, nell'approvare un pacchetto di misure per contrastare gli elevati prezzi dell'energia, ha previsto un prelievo del 33 per cento da applicare alle imprese che producono elettricità attraverso i combustibili fossili, da calcolare sui profitti del 2022 che superano del 20 per cento i profitti medi dei tre anni precedenti;

   in virtù dell'applicazione del richiamato articolo 15-bis del decreto-legge n. 4 del 2022, moltissimi piccoli produttori, sono stati costretti a vendere la loro energia a prezzo molto basso e ad acquistarla a un prezzo molto elevato (pari all'attuale prezzo di mercato);

   la predetta misura, sebbene entrata in vigore da luglio, computa il calcolo delle debenze a far data dal febbraio 2022. Conseguentemente, molte piccole imprese produttrici si stanno vedendo recapitare in questi giorni da parte del Gse delle fatture con importi per loro insostenibili;

   tale meccanismo di tassazione sugli extraprofitti appare fortemente disincentivante rispetto dia diffusione delle energie rinnovabili e, dunque, in contrasto con gli obiettivi del Green deal europeo, soprattutto se raffrontato con il prelievo degli extraprofitti delle aziende di produzione di energia da fonti fossili, in percentuale di entità notevolmente inferiore –:

   se i Ministri interrogati non intendano adottare, per quanto di competenza immediate iniziative al fine di evitare il fallimento di tutti i piccoli produttori di energia rinnovabile che si trovano impossibilitati a far fronte alle esose e insostenibili richieste del Gse, frutto di applicazione della disciplina di cui all'articolo 15-bis del decreto-legge n. 4 del 2022;

   se non intendano adottare iniziative normative volte ad abrogare, ovvero emendare, l'articolo 15-bis del decreto-legge n. 4 del 2022, che scoraggia gli investimenti in energie rinnovabili oltre a porsi in contrasto con gli obiettivi di medio-lungo periodo in termini di neutralità climatica convenuti a livello sovranazionale.
(4-00031)

Apposizione di una firma ad una interrogazione.

  L'interrogazione a risposta scritta Frassini e altri n. 4-00016, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 25 ottobre 2022, deve intendersi sottoscritta anche dalla deputata Cattoi.