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Resoconto dell'Assemblea

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XIX LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Martedì 14 novembre 2023

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interrogazioni a risposta scritta:


   D'ALFONSO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   Sogin SpA è la società pubblica, con unico azionista il Mef sotto la vigilanza istituzionale del Mase, responsabile dello smantellamento degli impianti nucleari italiani e della gestione e messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi prodotti dalle attività industriali, di ricerca e di medicina nucleare, nonché della realizzazione del deposito nazionale;

   a giugno 2022, visto l'articolo 34 del decreto-legge n. 73 del 2022 convertito nella legge n. 122 del 2022, è stato disposto il commissariamento di Sogin e, il 4 agosto 2023 è stato nominato un nuovo CdA e designato il dottor Gian Luca Artizzu amministratore delegato, il quale, in quella che sembrerebbe l'elusione del principio di separazione delle funzioni di indirizzo politico-amministrativo e funzioni di gestione amministrativa proprie dei dirigenti, che trova il suo fondamento nell'articolo 97 della Costituzione, assegnava a proprio staff i Responsabili delle funzioni «Regolatorio, Autorizzazioni e Istituzionale», «Ingegneria e Radioprotezione», «Decommissioning Project Planning», «Legale e Societario», «Procurement & Contract», «Comunicazione e Sostenibilità» e «Personale Organizzazione e Servizi», senza poteri procuratori, così che ogni ufficio passava sotto la sua diretta responsabilità, con il presidio curato da vice direttori;

   tale situazione si è protratta per ben circa due mesi, sino all'adozione da parte del dottor Artizzu della nuova macrostruttura aziendale;

   il 19 settembre 2023 l'amministratore delegato Artizzu, disponeva l'assegnazione al dottor Giuseppe Bono della direzione della Funzione «Regolatorio Autorizzazioni e Istituzionale», posizione di elevata strategicità in quanto si tratta di un ufficio chiamato a gestire i rapporti con gli organismi di regolazione, in particolare l'ARERA, elaborando le posizioni assunte dalla società e promuovendole per la remunerazione delle attività istituzionali riguardanti il decommissioning, la localizzazione e realizzazione del Parco tecnologico e il Deposito nazionale e delle relative attività;

   a quanto consta all'interrogante il Bono era stato in servizio presso la Sogin, categoria «quadro», dal dicembre 2011 all'aprile 2014; il suo contratto veniva ceduto al GSE SpA, per essere distaccato sino al dicembre 2018 presso la Cassa conguaglio per il settore elettrico e nel 2020 la Sogin aveva formalizzato l'eventuale suo rientro, senza mutazioni del trattamento economico e giuridico e comunque subordinato alle esigenze societarie;

   al contrario, risulta all'interrogante che il ritorno in Sogin del Giuseppe Bono e la sua rapidissima assegnazione a ruolo apicale sarebbero avvenute in assenza di atti istruttori che ne attestassero la necessità e urgenza, senza accertare l'impossibilità di reperire all'interno di Sogin di profili adeguati ai fabbisogni organizzativi e con un significativo aumento stipendiale ed un miglioramento dell'inquadramento di categoria;

   risultavano in servizio diversi dirigenti in attesa di incarico e ben 11 dipendenti affidatari del ruolo di vicedirettore, dotati di importante expertise professionale e profonda conoscenza dei processi aziendali, ai quali non è stato assegnato alcun incarico di responsabilità –:

   se il Governo e, in particolare il Ministro vigilante, abbia promosso o intenda effettuare le doverose verifiche sull'operato e gli atti adottati da Sogin SpA, volte ad accertare la legittimità e la conformità della riacquisizione lavorativa di Giuseppe Bono e dell'assegnazione al medesimo dell'incarico di direttore della Funzione «Regolatorio », con particolare approfondimento circa:

    la sussistenza dei presupposti normativi e amministrativi della vicenda;

    l'istruttoria del caso, ove svolta, finalizzata a neutralizzare il rischio di arbitrarie discriminazioni delle competenze ed esperienze dei dipendenti in servizio;

    l'adeguatezza del profilo curriculare del Bono rispetto all'incarico assegnatogli;

    il riconoscimento o meno al Bono di un significativo aumento stipendiale e un miglioramento dell'inquadramento di categoria, tale da esporre la Sogin al rischio di controversie interne legate a fattispecie di demansionamento e dequalificazione delle figure dirigenziali in organico;

    il rispetto delle norme in materia di anticorruzione, trasparenza ed evidenza pubblica.
(4-01872)


   ZARATTI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della cultura. — Per sapere – premesso che:

   con ordinanza del 10 novembre 2023 avente ad oggetto «Ipotesi di localizzazione di centri di raccolta ed impianti di trattamento di veicoli fuori uso, nonché di impianti di rottamazione sul territorio di Roma Capitale. Presentazione al Ministero della cultura di istanza di deroga alle prescrizioni del Piano Territoriale Paesistico Regione Lazio per l'area de “la Barbuta” ai sensi dell'articolo 14, comma 1, lettera d) delle Norme del P.T.P.R. Regione Lazio approvato con delibera del Consiglio della regione Lazio n. 5 del 21 aprile 2021», il commissario straordinario di Governo per il Giubileo della Chiesa cattolica 2025 Roberto Gualtieri ha disposto che Roma Capitale, in relazione all'area cosiddetta «la Barbuta», presenti formale istanza al Ministero della cultura per l'espressione del parere preventivo di ammissibilità alla deroga prevista dall'articolo 14, comma 1 lettera d) delle norme tecniche di attuazione del piano territoriale paesistico regione Lazio;

   con protocollo RM/2023/0003394 del 10 novembre 2023 la medesima proposta di ordinanza è stata trasmessa alla regione Lazio al fine di acquisire quanto previsto dal comma 2 dell'articolo 13 del decreto-legge n. 50 del 2022 come convertito con modificazioni con legge n. 91 del 2022;

   la deroga richiesta dal commissario straordinario sarebbe propedeutica al trasferimento nell'area «la Barbuta» delle attività di autodemolizione collocate nell'area del Parco archeologico di Centocelle, già oggetto di un vasto incendio nel luglio 2022, e di altri impianti di rottamazione presenti sul territorio di Roma Capitale;

   il comprensorio delle Capannelle-Barbuta, dove il commissario straordinario intenderebbe trasferire le attività, è parte dell'area costituita dal Parco dell'Appia Antica e dalle zone limitrofe, compresa tra le zone di interesse archeologico indicate all'articolo 1 lettera m), della legge 8 agosto 1985, n. 431 ed è quindi sottoposta ai vincoli e alle prescrizioni previste dalle norme, per effetto del decreto 16 ottobre 1998 del Ministero per i beni culturali ed ambientali;

   in virtù di tale tutela l'area della «Barbuta» è stata ricompresa dalla regione Lazio nel Piano territoriale paesistico 15/12 «Valle della Caffarella, Appia Antica e acquedotti», nell'ambito di tutela paesaggistica TPa.78: schermatura dei margini, per effetto della quale non è consentita alcuna cubatura poiché, essendo quello dell'Appia Antica un piano completamente circondato dalla città, tale tipo di tutela riveste importanza strategica a difesa del paesaggio;

   le norme tecniche del PTP 15/12, all'articolo 35, comma 1 - a6), prescrivono: «Nella sottozona TPa.78 deve essere prevista la sistemazione a parco pubblico attrezzato, anche con la realizzazione di impianti sportivi, nonché con i servizi locali previsti dagli S.U.V. (Strumenti Urbanistici Vigenti) a condizione che l'area sia liberata dai manufatti impropri e siano restaurati i casali esistenti»;

   l'area della «Barbuta», investita nel recente passato dalla presenza di un campo nomadi (aperto nel 1996, ampliato nel 2010 e chiuso nel 2021) risulta ancora da bonificare e da reintegrare, in un contesto più ampio di campagna romana incautamente – ma temporaneamente – sottratta alla trama, unitaria ed eccezionale, dell'Appia Antica, come il vincolo istitutivo riconosceva;

   le attività di autodemolizione, qualora trasferite nell'area «la Barbuta», verrebbero collocate nel cono di volo dell'aeroporto «G. B. Pastine» di Ciampino, con evidenti interferenze sull'attività aerea dello scalo, trattando questo tipo di attività combustibili e altro materiale infiammabile pericoloso (come si è visto nell'incendio di Via Palmiro Togliatti del luglio 2022) e utilizzando, solitamente, potenti sollevatori per la movimentazione dei veicoli da demolire, i cui potenti campi magnetici potrebbero influire sulla sicurezza della navigazione aerea –:

   se il Governo risulti a conoscenza dell'ordinanza del commissario straordinario e se il Ministro interrogato non ritenga, per quanto di competenza, di esprimere diniego alla richiesta per l'espressione del parere preventivo di ammissibilità alla deroga al vincolo di tutela dell'area «la Barbuta».
(4-01873)

AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INTERNAZIONALE

Interrogazioni a risposta immediata:


   FOTI, MESSINA, ANTONIOZZI, GARDINI, MONTARULI, RUSPANDINI, CALOVINI, TREMONTI, CAIATA, DI GIUSEPPE, LOPERFIDO, MURA e POZZOLO. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   il tragico conflitto in corso tra il gruppo terroristico di Hamas e lo Stato di Israele pone enormi questioni di sicurezza internazionale;

   in tale drammatico quadro, tempestivi e puntuali sono stati gli sforzi del Governo per tentare di porre fine alla spirale di insicurezza che dal 7 ottobre 2023 si è abbattuta sul nostro Paese e sul continente europeo;

   è chiaro come l'azione dell'Italia si muova lungo due direttrici fondamentali, di eguale importanza, ovvero adoperarsi con forza affinché vengano ribaditi la condanna degli attacchi di Hamas e il diritto a difendersi dello Stato di Israele e, contemporaneamente, tutelare la vita degli ostaggi e della popolazione palestinese –:

   quali iniziative intenda intraprendere il nostro Governo per cercare di porre fine a questa tragica situazione in Medio Oriente.
(3-00794)


   MAZZETTI, DEBORAH BERGAMINI, TENERINI, BARELLI, ORSINI, MARROCCO, ARRUZZOLO, BAGNASCO, BATTILOCCHIO, BATTISTONI, BENIGNI, CALDERONE, CANNIZZARO, CAPPELLACCI, CAROPPO, CASASCO, CATTANEO, CORTELAZZO, DALLA CHIESA, D'ATTIS, DE PALMA, FASCINA, GATTA, MANGIALAVORI, MULÈ, NEVI, NAZARIO PAGANO, PATRIARCA, PELLA, PITTALIS, POLIDORI, ROSSELLO, RUBANO, PAOLO EMILIO RUSSO, SACCANI JOTTI, SALA, SORTE, SQUERI, TASSINARI e TOSI. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   l'alluvione che ha colpito il 2 novembre 2023 diversi comuni della Toscana ha provocato vittime tra la popolazione ed enormi danni al territorio, colpendo un'area fortemente industrializzata della regione, composta da migliaia di piccole e medie imprese, che hanno subito ingenti danni alle strutture e la paralisi delle attività produttive;

   la Toscana è tra le regioni più dinamiche dal punto di vista delle attività produttive e della proiezione internazionale delle proprie imprese, collocandosi nel 2022 al quinto posto nella classifica delle regioni italiane per contributo all'export, con 54,7 miliardi di euro di esportazioni, pari all'8,8 per cento del totale delle esportazioni italiane;

   la provincia maggiormente colpita – quella di Prato – è caratterizzata dalla presenza di migliaia di imprese che compongono il più grande distretto tessile d'Europa e uno dei poli più importanti a livello mondiale per le produzioni di filati e tessuti di lana. Un'area che rappresenta per molti marchi italiani e internazionali della moda un punto di riferimento per il proprio approvvigionamento, grazie agli elevati standard di qualità e creatività che la caratterizzano. Tali fattori di competitività si riflettono nella performance dell'export delle imprese della provincia di Prato, che nel 2022 ha superato i 3,3 miliardi di euro, contribuendo così al successo del made in Italy nel mondo –:

   come il Governo intenda sostenere le attività delle imprese esportatrici delle aree colpite dall'alluvione per assicurare la loro rapida ripartenza.
(3-00795)


   FRANCESCO SILVESTRI, CONTE, PELLEGRINI, BALDINO, SANTILLO, AURIEMMA, CAPPELLETTI e FENU. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   per la prima volta dal 1973, Israele ha dichiarato lo stato di guerra, a seguito di un attacco senza precedenti da Gaza sferrato dal gruppo terroristico palestinese islamico di Hamas. Il Consiglio di sicurezza del Governo israeliano ha, infatti, votato l'8 ottobre 2023 lo stato di guerra, preparandosi ad un conflitto di lunga durata;

   la situazione attuale tra Hamas e Israele presenta dei profili di violenza tra i più elevati degli ultimi anni, tanto che molti analisti politici evidenziano similitudini con la guerra del Yom Kippur del 1973;

   la situazione umanitaria nella Striscia di Gaza è drammatica: il bilancio delle vittime e dei feriti è pesantissimo e, purtroppo, destinato ad aumentare, visti la volatilità dello scenario e l'intensificarsi del conflitto. Si parla di oltre diecimila vittime, tra le quali risulta un elevatissimo numero di bambini;

   il 10 ottobre 2023 sono state votate e approvate le risoluzioni presentate al termine delle Comunicazioni del Governo sulla situazione e le prospettive in Medio Oriente a seguito degli attacchi di Hamas contro Israele;

   in particolare, la risoluzione n. 6-00052 impegnava a promuovere ogni iniziativa volta alla tutela della popolazione, anche attraverso l'apertura di corridoi umanitari, considerata la drammatica situazione della popolazione civile di Gaza, dove vivono due milioni di palestinesi, tra cui circa novecentomila bambini;

   in Commissione affari esteri e comunitari alla Camera dei deputati è stata approvata la risoluzione presentata dal MoVimento 5 Stelle n. 7-00160, che ribadiva l'urgente necessità dell'apertura di corridoi umanitari, stante la drammatica situazione degli innocenti coinvolti e soprattutto dei civili più vulnerabili;

   il 27 ottobre 2023 l'Assemblea generale dell'Onu ha adottato una risoluzione avanzata dalla Giordania sul conflitto tra Israele e Hamas. La risoluzione è stata approvata con 120 voti a favore, 14 contrari e 45 astensioni, tra cui quella dell'Italia;

   la citata risoluzione chiede una «tregua umanitaria immediata, durevole e sostenuta», nonché il rispetto del diritto umanitario internazionale, assicurando le forniture e servizi essenziali nella Striscia di Gaza. Si chiede, inoltre, la «liberazione immediata e incondizionata» di tutti i civili tenuti in ostaggio;

   dall'elevatissimo numero di vittime nella Striscia di Gaza, segnatamente costituite da civili innocenti, è desumibile una grave violazione delle prescrizioni di diritto internazionale umanitario;

   è dunque necessario intervenire urgentemente per porre fine a tale violenza, richiedendo alla comunità internazionale un atteggiamento più incisivo –:

   se non ritenga di dover intraprendere iniziative urgenti nelle opportune sedi internazionali ed europee al fine di perseguire il cessate il fuoco immediato.
(3-00796)


   FRATOIANNI. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   al terribile attacco terroristico compiuto da Hamas nei confronti di Israele il 7 ottobre 2023 e al sequestro di centinaia di persone inermi è seguito un assedio totale su Gaza con bombardamenti indiscriminati sulla Striscia da parte dell'esercito israeliano;

   migliaia di palestinesi sono stati costretti a lasciare le proprie case, a seguito dell'ordine di evacuazione del Governo israeliano, e vivono in edifici sovraffollati o sono senza riparo;

   gli ospedali di Gaza sono al collasso: stanno finendo i medicinali, i dispositivi usa e getta e il carburante per far funzionare le attrezzature. La corrente elettrica manca ormai da giorni e l'ultimo bombardamento ha completamente distrutto il reparto cardiaco dell'Al-Shifa;

   il 12 novembre 2023 il direttore generale dell'Organizzazione mondiale della sanità ha chiesto un cessate il fuoco immediato dopo la morte di alcuni neonati prematuri;

   oltre a colpire gli ospedali, l'esercito israeliano non sta risparmiando nemmeno le sedi delle agenzie delle Nazioni Unite. Come riporta il sito del Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo (Undp), è stata distrutta la sede dell'Undp a Gaza City e una scuola gestita dall'Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l'occupazione dei rifugiati palestinesi nel Vicino Oriente;

   prima del 7 ottobre 2023, tra i 300 e i 500 camion di rifornimenti attraversavano Gaza ogni giorno, dove la maggior parte delle persone dipendeva dagli aiuti umanitari. Ad oggi l'esiguo numero di camion transitati dal valico di Rafah rappresenta una risposta assolutamente inadeguata ai bisogni costanti e crescenti della popolazione;

   l'azione della comunità internazionale appare troppo debole e troppo lenta: la risoluzione adottata dalle Nazioni Unite per una tregua umanitaria e il rispetto degli obblighi di protezione nei confronti dei civili, su cui l'Italia si è astenuta commettendo ad avviso degli interroganti un grave errore, non ha prodotto conseguenze evidenti. La Presidente Meloni sulla posizione dell'Italia ha detto «è stato giusto tenere la posizione più equilibrata rispetto all'obiettivo di impedire una escalation del conflitto». Il Governo italiano in più occasioni ha esortato Israele al rispetto del diritto internazionale umanitario, ma tale diritto è stato violato più volte e l'escalation a Gaza, e anche in Cisgiordania, è già in atto;

   oltre all'Organizzazione mondiale della sanità e a Medici senza frontiere, anche Josep Borrell, Alto rappresentante dell'Unione europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza, ha ricordato come gli ospedali vadano protetti, in base al diritto umanitario internazionale, esortando Israele a salvaguardare i civili –:

   come intenda agire in ogni sede internazionale per ottenere un immediato cessate il fuoco, premessa necessaria per consentire che gli aiuti umanitari arrivino a Gaza, per giungere alla liberazione degli ostaggi e per costruire una credibile prospettiva di pace.
(3-00797)


   TONI RICCIARDI, CARÈ, DI SANZO, PORTA, FERRARI, GHIO, CASU e FORNARO. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   come risulta all'interrogante, la regolare riscossione delle pensioni per i cittadini italiani residenti in Svizzera, in particolare nella città di Losanna, sarebbe condizionata da particolari problematiche procedurali;

   come noto, l'accertamento dell'esistenza in vita è una verifica necessaria ai fini del pagamento delle pensioni Inps all'estero. Per garantire la regolarità degli stessi, la banca incaricata richiede ai pensionati residenti all'estero di fornire un'attestazione di esistenza in vita, recante, oltre alla firma del pensionato, anche quella di un operatore di patronato, di un funzionario di un ufficio consolare o di un'autorità locale abilitata;

   nello specifico, parrebbe che la città di Losanna non autorizzerebbe l'attestazione di esistenza in vita necessaria all'erogazione del trattamento pensionistico e rimanderebbe i cittadini a farsi rilasciare tale attestazione dai locali uffici di polizia;

   tuttavia, detta procedura non verrebbe riconosciuta come valida dall'Inps, bloccando di fatto la continuità di fruizione degli assegni pensionistici;

   peraltro, a seguito della razionalizzazione della rete consolare, il consolato di Losanna, a cui facevano capo circa 100 mila italiani che vivono nei cantoni di Vaud e Friburgo – la seconda comunità di italiani residenti in Svizzera – è stato chiuso nel 2009 e le competenze sono state trasferite alla sede di Ginevra;

   tale circostanza implica, ovviamente, per i nostri connazionali un ulteriore aggravio per potersi vedere riconoscere la regolare prosecuzione del diritto all'erogazione della prestazione pensionistica, in ottemperanza ai principi dei regolamenti dell'Unione europea in materia di sicurezza sociale, che dal 2002 sono stati estesi anche alla Confederazione elvetica grazie ad un apposito accordo –:

   quali iniziative di competenza intenda assumere per verificare e assicurare il regolare rispetto delle procedure convenute con le autorità svizzere ai fini del riconoscimento dei trattamenti pensionistici per i nostri connazionali.
(3-00798)


   LUPI, BICCHIELLI, BRAMBILLA, CAVO, CESA, ALESSANDRO COLUCCI, PISANO, ROMANO, SEMENZATO e TIRELLI. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   dal 2000 ad oggi, in diciotto Stati membri dell'Unione europea, i Governi hanno avuto una durata media inferiore ai tre anni;

   dal 2021 ad oggi, diversi Stati europei, come il Regno Unito, e Stati membri dell'Unione europea, come Paesi Bassi, Bulgaria, Estonia, Slovenia e Spagna, hanno attraversato crisi politiche e istituzionali, in grado anche talvolta di modificare le indicazioni di orientamento politico suggerite dal voto dei cittadini;

   le elezioni politiche svoltesi in Spagna il 23 luglio 2023 hanno visto l'affermazione del Partito Popolare, che con oltre il 33 per cento dei consensi è risultato il partito più votato a livello nazionale e nella larghissima maggioranza delle circoscrizioni;

   a dispetto del risultato elettorale, il Partito Socialista Psoe e gli indipendentisti catalani di Junts per Catalunya hanno raggiunto la scorsa settimana un'intesa che dovrebbe permettere al leader socialista, Pedro Sanchez, di poter contare su una maggioranza parlamentare per ottenere l'investitura al Congresso dei deputati;

   la premessa dell'accordo è rappresentata da un progetto di legge sull'amnistia che prevede di coprire tutti i reati commessi dai leader dell'indipendentismo catalano dal 2012 ad oggi;

   nel quadro dell'accordo è prevista l'istituzione di un meccanismo negoziale, con mediazione internazionale, per risolvere la questione sullo status politico della Catalogna, senza escludere il ricorso ad un referendum di autodeterminazione;

   i cambiamenti nelle geometrie di governo rispetto al risultato elettorale hanno provocato una durissima reazione da parte delle forze politiche di centro-destra e dell'opinione pubblica, con manifestazioni di piazza in diverse città della Spagna;

   il clima di tensione di questi giorni desta particolare preoccupazione nella misura in cui investe uno dei principali Stati membri, nonché attuale Presidente di turno del Consiglio dell'Unione europea –:

   se condivida queste preoccupazioni e quali siano gli effetti che possono derivare da quanto sta avvenendo in Spagna, anche con riferimento al quadro istituzionale dei Paesi europei e dei Paesi membri dell'Unione europea.
(3-00799)

Interrogazione a risposta in Commissione:


   CASU, QUARTAPELLE PROCOPIO, ASCANI, DELLA VEDOVA, BOLDRINI e SERRACCHIANI. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   secondo quanto riportato da fonti di stampa, centinaia di migliaia di bielorussi costretti a fuggire a seguito della violenta repressione perpetrata dal regime di Lukašenka dopo le elezioni dell'agosto 2020, rischiano di non avere più la possibilità di rinnovare i propri passaporti;

   infatti, il 7 settembre 2023 un decreto del regime ha stabilito che i cittadini bielorussi residenti all'estero non possano più ottenere o rinnovare i loro passaporti nelle rappresentanze diplomatiche all'estero, ma debbano richiederlo solo tramite gli organi del Ministero dell'interno bielorusso dove singoli cittadini erano registrati in precedenza – ossia per molti di loro in Bielorussia;

   l'ambasciata popolare della Bielorussia in Italia – organizzazione presente in 24 Paesi e che si pone come obiettivo quello di curare gli interessi dei cittadini bielorussi residenti in Italia che si riconoscono nei valori della democrazia –, evidenzia che il decreto del 7 settembre ha come scopo principale quello di costringere a rientrare in Bielorussia tutti coloro che hanno dovuto lasciare il Paese a seguito della violenta repressione delle manifestazioni contro i brogli elettorali perpetrati durante le elezioni presidenziali dell'agosto 2020;

   infatti, tutti coloro che hanno preso parte alle manifestazioni, o che hanno dichiarato il proprio voto per la Presidente eletta Sviatlana Tsikhanouskaya, o hanno comunque manifestato pubblicamente in qualunque modo il loro sostegno alla presidente eletta, rischiano in Bielorussia il carcere per un minimo di due anni;

   appare di tutta evidenza che la decisione del regime è volta a costringere i cittadini bielorussi che si oppongono alla dittatura a tornare in Patria, subendo il conseguente arresto, o a perdere il diritto al passaporto e quindi rischiando di essere de facto fuori legge nel Paese dove risiedono;

   secondo le informazioni fornite dall'ambasciata popolare bielorussa, il 10 per cento dei cittadini bielorussi residenti in Italia vedranno scadere il loro passaporto entro la fine del 2023, il 25 per cento nel 2024 mentre la maggioranza nel 2025. Inoltre, si devono affrontare i casi relativi ai bambini appena nati e quelli di coloro che hanno perso il passaporto o che non hanno più pagine libere nel loro documento;

   si tratta, quindi, di una situazione che necessita di una risposta, tenendo anche contro del fatto che l'articolo 24 del decreto legislativo n. 251 del 19 novembre 2007, al comma 2 prevede che «Quando sussistono fondate ragioni che non consentono al titolare dello status di protezione sussidiaria di chiedere il passaporto alle autorità diplomatiche del Paese di cittadinanza, la questura competente rilascia allo straniero interessato il titolo di viaggio per stranieri (...)»: questo articolo, con le opportune modifiche, potrebbe essere la risposta adatta alle esigenze dei cittadini bielorussi residenti in Italia che si trovassero nella situazione sopra esposta;

   in questi giorni la Presidente eletta Sviatlana Tsikhanouskaya ha annunciato che si sta lavorando per dare vita ad un passaporto della Nuova Bielorussia utilizzabile come documento di viaggio dei bielorussi all'estero, sul modello di quanto fatto dagli Stati baltici durante l'occupazione sovietica;

   secondo l'opposizione bielorussa in esilio il passaporto della Nuova Bielorussia avrebbe non solo un valore simbolico ma anche pratico, unendo la comunità bielorussa in esilio in tutto il mondo –:

   quali iniziative di competenza intendano intraprendere i Ministri interrogati per la tutela la libertà di circolazione anche all'estero dei cittadini bielorussi costretti a lasciare il proprio Paese a causa della repressione; in particolare, cosa si stia facendo per sostenere la creazione del passaporto della Nuova Bielorussia sopra ricordato, e se si intendano nell'immediato prendere iniziative di carattere normativo per modificare l'articolo 24 del decreto legislativo n. 251 del 19 novembre 2007 nel senso di cui in premessa.
(5-01611)

AGRICOLTURA, SOVRANITÀ ALIMENTARE E FORESTE

Interrogazione a risposta scritta:


   GADDA e DE MONTE. — Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:

   l'allevamento del pollame si concentra su due razze altamente specializzate: i polli da carne e le galline ovaiole;

   i pulcini maschi delle razze ovaiole non hanno alcun valore economico, di conseguenza, più di 6 miliardi di questi vengono uccisi ogni anno in tutto il mondo e si stima che in Europa ne vengano abbattuti 330 milioni dopo la schiusa, di cui 35 milioni in Italia, poiché non depongono uova e il loro ingrasso non è economicamente conveniente;

   una maggiore considerazione del benessere degli animali richiede un cambiamento e un miglioramento dei processi di produzione agroalimentare, in linea con le più recenti tecnologie e, nel settore delle uova e del pollame, ciò include la cessazione dell'abbattimento dei pulcini;

   le tecnologie di sessaggio precoce in ovo consentono di porre fine a questa pratica, rendendo più efficiente la produzione delle aziende e aumentando i consumi nel rispetto del benessere animale;

   lo sviluppo tecnologico fa sì che, in Europa, siano disponibili tecnologie che funzionano tanto con la «genetica bianca» quanto con la «genetica marrone» per le galline ovaiole, con un tasso di accuratezza del 98 per cento;

   lo schema di decreto legislativo sulla protezione degli animali durante l'abbattimento ha fissato il periodo limite al 14° giorno, nonostante le tecnologie più innovative – già disponibili e funzionanti nel mercato europeo – permettano di lavorare entro il 12° giorno, quando i pulcini in uovo non hanno ancora attività cerebrale e, quindi, non possono percepire il dolore;

   il parere espresso dalla XIII Commissione agricoltura sul citato schema di decreto legislativo, nelle osservazioni, invita il Governo a valutare l'opportunità di dare sostegno all'introduzione di tecnologie e di strumenti imputati al sessaggio in ovo, al fine di dare espressa attuazione al criterio di delega specifico di cui all'articolo 18, comma 2, dalla lettera d) della legge 4 agosto 2022, n. 127 (delegazione europea 2021), a garanzia della tutela del benessere animale, della tracciabilità della filiera, nonché dei nuovi standard qualitativi per il consumatore finale;

   promuovere l'impiego delle migliori tecnologie, anche riducendo il periodo limite per la determinazione del sesso dell'embrione al 12° giorno, permetterebbe di rafforzare la competitività delle nostre aziende anche sul mercato europeo;

   operando il sessaggio su ogni tipo di uova presente negli incubatoi, prima della loro schiusa, riducendo i margini di errore e i conseguenti sprechi, sarà possibile valorizzare l'utilizzo dei pulcini maschi per altri scopi, come i fini mangimistici;

   le tecnologie di sessaggio precoce in ovo permetterebbero di implementare le pratiche tecnologicamente più avanzate, di risparmiare tempo, capitale umano e risorse materiali per gli allevamenti, nel rispetto degli standard di sostenibilità e benessere animale –:

   se non ritenga opportuno prevedere iniziative di competenza finalizzate alla riduzione dal 14° al 12° giorno del periodo limite, per la determinazione del sesso dell'embrione, nel rispetto del benessere animale;

   se voglia adottare iniziative volte allo stanziamento di adeguate risorse, anche tramite l'accesso a quelle già previste, dando attuazione alle osservazioni contenute nel parere citato in premessa, favorendo così l'impiego delle più avanzate tecnologie per il sessaggio precoce in ovo.
(4-01869)

AMBIENTE E SICUREZZA ENERGETICA

Interrogazioni a risposta orale:


   BONELLI, ZANELLA, FRATOIANNI, EVI, ZARATTI, GRIMALDI, BORRELLI, DORI e MARI. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, al Ministro per le riforme istituzionali e la semplificazione normativa. — Per sapere – premesso che:

   con decreto interministeriale 7 novembre 2023 a firma dei Ministri interrogati viene costituita presso l'ufficio di gabinetto del Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica una commissione interministeriale con i compiti di elaborare uno schema di legge delega per il riassetto e la codificazione delle normative vigenti in materia ambientale e lo schema di uno più decreti legislativi attuativi dei princìpi e criteri direttivi della legge;

   per la particolare complessità tecnica del lavoro da compiere, viene ritenuto opportuno avvalersi di studiosi ed esperti che sono individuati all'articolo 2 del decreto nella misura di 32 figure;

   la commissione può, nel corso del suo lavoro, dividersi in eventuali sottocommissioni, i cui membri sono scelti tra i componenti della stessa commissione e tra ulteriori 22 esperti individuati dall'articolo 4 del medesimo decreto;

   lo stesso decreto ritiene che il lavoro della commissione sia particolarmente ampio e complesso per cui appare opportuno il contributo qualificati esperti;

   tra gli esperti individuati figura il professore Aristide Police dall'ottobre 2011 nel panel dei legali del G.S.E. Gestore dei servizi energetici s.p.a. con l'incarico di assistere la società nel contenzioso in materia di procedure relative all'ammissione ai benefìci ed agli incentivi previsti dal Conto Energia e dal 2013 nel panel dei legali di Enel s.p.a. con l'incarico di assistere la società nel contenzioso relativo alle attività strumentali agli impianti di produzione ed alla distribuzione di energia elettrica, lavorando anche con le società controllate Enel Servizi ed Enel distribuzione;

   sempre tra gli esperti figura il professore Angelo Lalli dello studio Piselli & Parteners, che ha maturato un'importante esperienza nel mercato dell'Oil & Gas, fornendo assistenza relativa a materie regolamentari in tutte le fasi di costruzione ed esercizio di impianti;

   ancora tra gli esperti figurano l'avvocato Elisabetta Gardini e l'avvocato Teodora Marocco entrambe partner dello studio internazionale Gianni Origoni Grippo Cappelli & Partners (Gop) che ha assistito Snam S.p.A. ed Eni gas e luce in operazioni di acquisizione di quote societarie di società che operano nel settore energetico, nonché Arcelor Mittal nell'acquisizione dei complessi aziendali del gruppo Ilva;

   risultano tra gli esperti individuati anche l'avvocato Maria Adele Prosperoni, responsabile ambiente ed energia di Confcooperative, l'ingegnere Paolo Battiato già fondatore della Società Technoside s.r.l. e l'ingegnere Pier Giorgio Falvo, Presidente del consiglio di amministrazione della E.co S.r.l. – Engineering Consulting, nonché l'Avvocato Enrico Morigi che fa parte del «Comitato Nazionale dell'Albo delle imprese che svolgono attività di gestione dei rifiuti» ed è coordinatore della speciale commissione incaricata di istruire i ricorsi che il Comitato è chiamato a decidere;

   infine tra gli esperti risultano il professore Vincenzo Pepe, già candidato della Lega alle ultime elezioni politiche 2022 e indagato nel 2020 per evasione fiscale e truffa aggravata ai danni dello Stato, nonché l'ex senatrice di Forza Italia dottoressa Giulia Rosina Papatheu, già consulente al Ministero dell'ambiente per l'attuazione del programma di Governo con riferimento alle tematiche ambientali –:

   con quali criteri siano stati scelti i componenti della commissione interministeriale e individuati gli esperti che possono far parte delle sottocommissioni e se i Ministri interrogati abbiano verificato l'eventuale conflitto d'interessi dei soggetti individuati in merito ad attività professionali rese per imprese e società che operano in ambiti per i quali il previsto riordino normativo avrà ricadute dirette o indirette.
(3-00804)


   SERGIO COSTA, ILARIA FONTANA, L'ABBATE e MORFINO. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, al Ministro per le riforme istituzionali e la semplificazione normativa. — Per sapere – premesso che:

   il 7 novembre 2023 i Ministri dell'ambiente e della sicurezza energetica, onorevole Gilberto Pichetto Fratin, e per le riforme istituzionali e la semplificazione normative senatrice Maria Elisabetta Alberti Casellati, hanno emanato un decreto interministeriale recante la costituzione di una commissione per l'elaborazione di uno schema di legge delega per il riassetto e la codificazione delle normative vigenti in materia ambientale nonché dei provvedimenti attuativi della legge delega;

   la commissione, in sostanza, sarà incaricata della riscrittura del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, recante «Norme in materia ambientale», meglio noto come «Testo unico ambientale», con il quale si è tentato di codificare in modo organico il quadro normativo in materia di tutela ambientale;

   la commissione è composta da 32 membri e potrà essere suddivisa in sottocommissioni per una più razionale organizzazione del lavoro e sarà coadiuvata da un team di 22 esperti, che potranno essere invitati a partecipare alle sedute delle sottocommissioni;

   il presidente della commissione potrà altresì avvalersi dell'audizione di «istituzioni, stakeholder e associazioni di categoria e degli Enti e Società in house e/o vigilate dal MASE»;

   non solo né la commissione, né il panel degli esperti prevedono la partecipazione delle associazioni ambientaliste, ma non vengono neppure prese in considerazione come soggetti da audire, con buona pace del ruolo ad esse riconosciuto dalla legge n. 349 del 1986, istitutiva del Ministero dell'ambiente;

   l'aspetto più preoccupante del provvedimento riguarda il combinato disposto degli articoli 1 e 8 del provvedimento che – affidando alla commissione sia la scrittura dello schema di legge delega, sia i decreti attuativi ed indicandone tempi strettissimi – sancisce la totale «esternalizzazione» di funzioni di competenza dei poteri esecutivo e legislativo dello Stato;

   si sottolinea infatti che il tempo che intercorrerebbe tra la presentazione del disegno di legge delega in Parlamento e la scadenza del termine per la predisposizione dei decreti attuativi da parte della commissione sarebbe chiaramente incompatibile con un esame che non preveda, di fatto, l'immediata ratifica della norma da parte del Parlamento, pregiudicandone in sostanza la funzione legislativa sancita dall'articolo 70 della Costituzione –:

   se i Ministri interrogati siano in grado di garantire l'assoluta imparzialità dei componenti della commissione istituita con il citato decreto interministeriale;

   se non si ritenga opportuno varare in tempi brevi un decreto correttivo al fine di integrare la composizione della commissione con esponenti delle associazioni ambientaliste;

   se si intenda garantire adeguate forme di trasparenza e pubblicità dei lavori della commissione, nonché delle tempistiche per l'accesso agli atti della commissione stessa, e se non si intenda comunque salvaguardare, per quanto di competenza, il ruolo del Parlamento, considerata anche l'ampiezza e la rilevanza del processo normativo in questione.
(3-00805)

Interrogazioni a risposta in Commissione:


   BRAGA, SIMIANI, CURTI, FERRARI e SCARPA. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, al Ministro per le riforme istituzionali e la semplificazione normativa. — Per sapere – premesso che:

   con la legge costituzionale 11 febbraio 2022, n. 1, recante «Modifiche agli articoli 9 e 41 della Costituzione in materia di tutela dell'ambiente» il Parlamento è intervenuto, nella XVIII legislatura per introdurre nella Costituzione il principio della tutela dell'ambiente, della biodiversità, degli ecosistemi e degli animali;

   intervenendo per la prima volta su uno dei dodici articoli iniziali della Costituzione è stato introdotto, in particolare, un nuovo comma all'articolo 9 della Carta, al fine di riconoscere nell'ambito dei principi fondamentali, accanto alla tutela del paesaggio e del patrimonio storico-artistico della Nazione, anche quella dell'ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi. Il principio di tutela degli animali viene inserito attraverso la previsione di una riserva di legge statale che ne disciplini le forme e i modi;

   l'altra modifica riguarda l'articolo 41 della Costituzione: da una parte si stabilisce che l'iniziativa economica privata non possa svolgersi in danno alla salute e all'ambiente, premettendo questi due limiti a quelli già vigenti e riguardanti la sicurezza, la libertà e la dignità umana; dall'altra si riserva alla legge la possibilità di indirizzare e coordinare l'attività economica, pubblica e privata, a fini non solo sociali ma anche ambientali;

   nei giorni scorsi, con decreto del Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica e del Ministro per le riforme istituzionali e la semplificazione normativa è stata costituita, presso l'Ufficio di gabinetto del Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, una commissione interministeriale con i seguenti compiti: a) elaborare uno schema di legge delega per il riassetto e la codificazione delle normative vigenti in materia ambientale, onde raccoglierle in un unico testo normativo coerente con la legge costituzionale 11 febbraio 2022, n. 1 e con i principi euro-unitari e internazionali; b) elaborare lo schema di uno o più decreti legislativi attuativi dei principi e criteri direttivi della legge delega di cui alla lettera a);

   da un articolo di stampa pubblicato il 13 novembre 2023 da Repubblica si legge che tra i nomi che stanno facendo discutere vi sarebbero «i soliti bocciati alle elezioni e avvocati e ingegneri che lavorano, o hanno lavorato, a stretto contatto con lobby importanti e sulle quali le norme andrebbero a impattare: legali vicini all'Eni, a grandi gruppi del cemento, ma anche vicini a compagnie leader nel settore del gas e del petrolio»;

   «a presiedere la Commissione» – si legge sempre nell'articolo – «è stato scelto il professore Eugenio Picozza, esperto di diritto amministrativo e docente a Tor Vergata. Insieme a lui altri docenti, come il professore e consulente della presidente Giorgia Meloni Francesco Saverio Marini, che ha scritto la riforma del premierato cara alla leader di Fratelli d'Italia. Nell'elenco anche generali della Guardia di finanza, esperti di aviazione e intelligence, come Christian Tettamanti, e il magistrato militare Giuseppe Leotta. Ma non mancano alcune "curiosità", diciamo così. Tra gli esperti della commissione c'è a esempio il professore Vincenzo Pepe, candidato alla Camera in Campania e non eletto nelle file della Lega, ma anche l'ex senatrice non ricandidata in Forza Italia Urania Papatheu, già consulente retribuita della ministra Casellati»;

   tra i componenti la commissione, accanto a figure di alta professionalità ed esperienza in campo giuridico – alcune delle quali facenti capo a Ispra –, figurano quindi anche molti nomi di «esperti» o «tecnici» ad avviso degli interroganti, con conflitti d'interesse evidenti o di dubbia professionalità nel campo richiesto –:

   quali siano i criteri seguiti per la nomina dei componenti la commissione e se sia stata verificata la loro compatibilità, o anche l'opportunità, che tra di essi figurino soggetti che lavorano, o hanno lavorato, con lobby importanti, sulle quali le nuove norme andrebbero a impattare.
(5-01610)


   GHIO, ORLANDO e PASTORINO. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:

   in relazione all'iter procedurale per trasferire la nave rigassificatrice Golar Tundra da Piombino nello specchio acqueo antistante i comuni di Vado Ligure e Savona si evidenzia che molte criticità sono state sollevate dai partecipanti alla conferenza di servizi, convocata in modo asincrono dal commissario di Governo;

   l'Istituto superiore di sanità ha giudicato lo studio di valutazione di impatto sanitario fortemente carente e ha chiesto di implementare il documento di valutazione di impatto sanitario, rivedere il modello relativo ai venti, rielaborare gli scenari emissivi simulati, integrare la valutazione tossicologica, presentare la valutazione di giustizia ambientale e completare la valutazione ecotossicologica che tratta la componente marina e il comparto suolo ma non le acque superficiali;

   l'Ispra ha chiesto integrazioni su tutte le tematiche e componenti, in particolare sull'aria, sulle acque superficiali, sul rumore prodotto sia in fase ante operam che in fase di esercizio, sulla gestione delle terre e rocce da scavo, sull'ambiente marino rispetto al quale non sono sufficienti gli strumenti per garantire l'assenza di impatto del cloro disperso o altre conseguenze dannose sulla fauna e flora, oltre a mancare l'area marina protetta «isola Bergeggi» dagli studi di impatto ambientale e valutazione di incidenza;

   la Capitaneria di porto di Savona ha chiesto integrazioni rispetto alla gestione delle interferenze con le altre attività portuali esistenti, così come la configurazione della nuova diga foranea di Vado ligure in fase di realizzazione mentre risultano carenti le simulazioni di manovra e non ammissibile il tracciato del microtunnel che ricade nella zona interessata dal posizionamento delle ancore delle navi cisterna ormeggiate e nell'area di manovra per ingresso uscita nel porto di Vado Ligure;

   la direzione regionale dei vigili del fuoco ha chiesto di implementare il rapporto preliminare di sicurezza, di motivare la mancata considerazione di alcuni rischi come la tracimazione di un serbatoio o la propagazione di incendi a bordo ai serbatoi di Gnl o all'area Fsru, ovvero di ipotizzare scenari con condizioni meteorologiche particolarmente avverse ma realistiche, e non con condizioni che, potrebbero essere poco significative come invece è stato fatto;

   Arpal ha rilevato che alcune opere non sono state descritte collocandole nel territorio in cui andranno ad insistere e non sono state valutate rispetto alle altre attività in essere (Diga foranea Vado Ligure e costruzione cassoni per Diga Foranea di Genova), inoltre non sono stati valutati i possibili effetti ambientali in fase di realizzazione ed eventuali misure di mitigazione e ripristino. Le numerose richieste di integrazioni riguardano le ricadute dell'impianto sulla qualità dell'aria, le emissioni acustiche, la gestione delle terre e rocce da scavo anche inserendo il monitoraggio dell'amianto aerodisperso, gli effetti sulle acque superficiali, sotterranee e la gestione di quelle di cantiere, la salvaguardia della biodiversità;

   a seguito della procedura di infrazione europea riguardante l'insufficienza di siti per la protezione del tursiope, è in corso una procedura di riperimetrazione e ampliamento della zona speciale di conservazione «Fondali Noli-Bergeggi»;

   come riportato espressamente nel parere dell'Ispra, lo studio di impatto ambientale relativo ai siti Natura 2000 interessati direttamente o indirettamente dal progetto non considera inspiegabilmente le nuove perimetrazioni della suddetta Zsc complementari alla nuova proposta di delimitazione del pSIC per la tutela del Tursiope nel Mar Ligure, approvata con deliberazione della Giunta regionale n. 414 del 5 maggio 2023, secondo cui la ricollocazione della Golar Tundra in quello specchio acqueo risulterebbe altamente improbabile –:

   se, alla luce delle forti criticità evidenziate in premessa, ritenga di dover interrompere l'iter procedurale di trasferimento della nave rigassificatrice Golar Tundra da Piombino nello specchio acqueo antistante i comuni di Vado Ligure e Savona.
(5-01620)

CULTURA

Interrogazione a risposta orale:


   DALLA CHIESA. — Al Ministro della cultura. — Per sapere – premesso che:

   la legge n. 106 del 2022 «Delega al Governo e altre disposizioni in materia di spettacolo», pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 180 del 3 agosto 2022, prevede l'emanazione di una serie di decreti legislativi finalizzati al riordino di diverse materie di competenza del Ministero della cultura;

   tra questi, risulta da presentare in Consiglio dei ministri, entro il 18 agosto 2024, termine già prorogato rispetto a quello del 18 maggio 2023 inizialmente previsto, lo schema di decreto legislativo di «graduale superamento dell'uso degli animali nei circhi e negli spettacoli viaggianti»;

   il senso comune su questo argomento è molto avanzato negli anni, e il provvedimento è atteso dalla grande maggioranza dei cittadini, che non vogliono più vedere animali nei circhi. Moltissime associazioni si battono da tempo perché gli oltre 2000 animali ancora sfruttati in circa 100 attività circensi nel nostro Paese possano avere una condizione di vita nuova e venga del tutto superata la pratica crudele di nascita dell'animale in cattività, per attività di spettacolo spesso umilianti;

   l'uso degli animali nei circhi è ormai ampiamente superato in tutte le legislazioni più avanzate. Nel 2022, oltre 600 psicologi europei hanno espresso, con una dichiarazione congiunta, preoccupazione per le conseguenze sul piano pedagogico e psicologico per i bambini che assistono agli spettacoli in cui si esibiscono animali;

   si pensi inoltre alle esperienze circensi che già hanno scelto di non sfruttare più gli animali, sottraendo loro dignità e libertà, e che sono fatte, invece, da grandissimi artisti che riscuotono sempre molto successo, anche in Italia, e che stanno contribuendo al rilancio del settore;

   l'ultimo, ennesimo, caso di cronaca, quello del leone fuggito dal circo a Ladispoli, deve essere un forte segnale per le imprese proprietarie dei circhi e per la politica, affinché si riesca, finalmente, ad intervenire in maniera efficace e definitiva –:

   se il Ministro interrogato intenda adottare, e con quali contenuti, le necessarie iniziative normative per dare attuazione, entro i termini previsti dalla legge, alle disposizioni in materia di graduale superamento dell'uso degli animali nei circhi e negli spettacoli viaggianti.
(3-00803)

ECONOMIA E FINANZE

Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:

VI Commissione:


   DEL BARBA e MARATTIN. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   con l'articolo 1 del decreto-legge 8 aprile 2020, n. 23, (cosiddetto decreto liquidità) al fine di assicurare la necessaria liquidità alle imprese, colpite dall'epidemia COVID-19, si autorizzava SACE S.p.A. a concedere garanzie, in favore di banche, di istituzioni finanziarie nazionali e internazionali e degli altri soggetti abilitati all'esercizio del credito in Italia, per finanziamenti sotto qualsiasi forma alle suddette imprese;

   gli impegni che avrebbero potuti essere assunti dalla SACE S.p.A. non dovevano superare l'importo complessivo massimo di 200 miliardi di euro, di cui almeno 30 miliardi destinati a supporto di piccole e medie imprese;

   con l'articolo 13 del medesimo decreto-legge, in deroga alla vigente disciplina, si disponeva che il Fondo di cui all'articolo 2, comma 100, lettera a), della legge 23 dicembre 1996, n. 662 (Fondo centrale di garanzia per le PMI), potesse concedere garanzie su finanziamenti a titolo gratuito e con importo massimo elevato fino a 5 milioni di euro;

   attraverso gli strumenti citati, messi allora in campo dal Governo, lo Stato ha di fatto prestato garanzie alle aziende in bisogno di liquidità;

   secondo stime fatte da esponenti della maggioranza di Governo, lo Stato si sarebbe fatto carico di garanzie per almeno 300 miliardi, garantendo prestiti molto convenienti ad aziende, tuttavia, non sempre solventi –:

   se il Ministro interrogato sia in grado di dichiarare a quanto ammonti attualmente l'effettiva esposizione complessiva dello Stato rispetto alle garanzie concesse, se e quante di esse siano state già escusse e per quali importi.
(5-01622)


   CENTEMERO, BAGNAI, CAVANDOLI e GUSMEROLI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   già nella precedente legislatura il Gruppo della Lega, con diversi atti di sindacato ispettivo, aveva richiamato l'attenzione dell'allora Governo sull'importanza che i Pir – Piani individuali di risparmio a lungo termine rivestono nel sostegno all'economia reale e nella tutela dei risparmi delle famiglie;

   i Pir, infatti, rappresentano utili strumenti di investimento per i risparmiatori che intendono impegnare stabilmente una parte dei propri risparmi in azioni o obbligazioni emesse da imprese italiane, nonché per le società italiane che possono in tal modo finanziarsi attraverso l'emissione di titoli;

   il comma 112 dell'articolo 1 della legge n. 232 del 2016 prevede che ciascuna persona fisica può essere titolare di un solo Pir ordinario e di un solo Pir costituito ai sensi del comma 2-bis, articolo 13-bis del decreto-legge n. 124 del 2019 e ciascun piano non può avere più di un titolare. L'intermediario (o l'impresa di assicurazione) presso il quale è costituito il piano di risparmio a lungo termine, all'atto dell'incarico, acquisisce dal titolare un'autocertificazione con la quale lo stesso dichiara di non essere titolare di un altro Pir;

   differentemente, i cosiddetti Pir alternativi, ovvero quelli che investono prevalentemente in imprese diverse da quelle inserite negli indici FTSE MIB e FTSE Mid Cap della Borsa italiana o in indici equivalenti di altri mercati regolamentati, sono esclusi dal vincolo della titolarità unica ai sensi dell'articolo 1, comma 27, della legge n. 234 del 2021;

   secondo i più recenti dati della mappa trimestrale elaborata da Assogestioni, nel 2023 il livello di patrimonio gestito ha registrato un aumento, salendo a fine giugno a 2.277 miliardi di euro rispetto ai 2.258 miliardi di euro di fine marzo e ai 2.210 miliardi di euro di fine 2022; in termini di valore di mercato, inoltre, i Pir ordinari hanno gestito 17,8 miliardi di euro, mentre 1,5 miliardi di euro sono stati investiti in fondi Pir alternativi –:

   se e quali iniziative di carattere normativo intenda adottare al fine di superare il criterio della unicità dei Pir, consentendo ai risparmiatori di sottoscrivere, con riguardo ai Pir ordinari, più Pir ovvero essere contitolari di uno stesso Pir, fermo restando il limite di 40.000 euro in ciascun anno solare ed il limite complessivo di 200.000 euro di cui all'articolo 1, comma 101, della legge n. 232 del 2016, al fine di non creare nuove esigenze di finanziamento.
(5-01623)


   BORRELLI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   il settore bancario italiano, che durante la pandemia ha potuto contare su una forte crescita della liquidità pari a +256 miliardi di euro tra il 2020 e il 2021 solo in termini di depositi sui conti correnti, ha registrato, grazie al miglioramento del margine di interesse, un aumento della redditività pari, stando ai dati riportati dalla FABI, a circa 43 miliardi e 431 milioni di euro di utili netti nel solo anno 2023, soprattutto per effetto di un rapido adeguamento alle decisioni di politica monetaria della Bce degli interessi sul credito erogato alla clientela, che non sta trovando un altrettanto solerte adeguamento degli interessi riconosciuti alla clientela;

   sempre secondo il sindacato FABI il suddetto risultato sarebbe superiore di ben 17,2 miliardi (+70 per cento) rispetto ai 25,4 miliardi di utili del 2022 e quasi il triplo se confrontati con il quinquennio precedente;

   la stagione dei conti trimestrali dimostra nei fatti che gli effetti prodotti sul conto economico delle principali banche italiane sono stati strabilianti: «a soli tre mesi dalla fine del 2023, le banche sembrano essere già ben equipaggiate per affrontare la fase finale di chiusura dei conti ed utilizzare la leva del margine di interesse come “cuscinetto” per il possibile rallentamento dell'economia atteso per il 2024»;

   l'insieme di questi elementi ha determinato il Governo ad introdurre la tassa sugli extraprofitti, legittimamente classificabili come tali in quanto frutto di circostanze esterne che nulla hanno a che fare con la buona gestione delle banche o con la loro normale attività, ma che a causa della facoltà esplicitamente prevista dalla stessa di optare, in luogo del versamento del prelievo, per l'accantonamento a riserva non distribuibile d'importo pari a 2,5 volte l'imposta calcolata, ha nei fatti eluso;

   con questo escamotage le banche hanno potuto anticipare quei rafforzamenti patrimoniali, migliorando così gli standard di solidità, che, in prospettiva, alla luce del probabile deteriorarsi del credito, potrebbero essere suggeriti o imposti dalle autorità di supervisione e vigilanza, rendendo impossibile la maturazione di un importate gettito erariale destinato alla riduzione della pressione fiscale su famiglie ed imprese –:

   se non ritenga di dover adottare le iniziative di competenza al fine di ridare l'originario vigore ad una disposizione, quella della tassazione sugli extraprofitti bancari, che nei fatti si è rivelata, a parere dell'interrogante, solo una sterile mediazione con il settore bancario che non ha garantito l'atteso gettito.
(5-01624)


   FENU, SANTILLO, ALIFANO, RAFFA e LOVECCHIO. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   nel corso di diverse audizioni informali, l'Agenzia delle entrate ha fornito i dati in merito al fenomeno della circolazione dei crediti da bonus edilizi;

   l'ultimo dato disponibile risale al 30 agosto 2023: a tale data, l'ammontare delle cessioni e degli sconti in fattura rilevati a partire dal 15 ottobre 2020 ammontava a complessivi 146,8 miliardi di cui 93 miliardi riferibili al superbonus nelle due forme del super ecobonus (71,7 miliardi) e super sismabonus (21,5 miliardi);

   i restanti 53 miliardi erano invece ripartiti tra i restanti bonus edilizi, con prevalenza per il bonus facciate (25 miliardi), seguito da ecobonus e bonus ristrutturazioni (26,2 miliardi) e dal sismabonus (1,7 miliardi);

   quanto all'utilizzo in compensazione dei detti bonus, l'Agenzia ha fornito il dato complessivo dei crediti già compensati tramite F24, pari a complessivi 23,2 miliardi al 30 agosto 2023, senza specificazione tra le varie misure;

   si rende necessario acquisire dati aggiornati, con particolare riferimento al superbonus e all'utilizzo dei crediti in compensazione ai fini delle conseguenti valutazioni politiche –:

   quale sia ad oggi l'ammontare degli interventi edilizi ammessi in detrazione e dei corrispondenti crediti di imposta, distinguendo i dati per tipologia di bonus e con specificazione, per ciascuna tipologia di bonus e in particolare per il superbonus, dell'ammontare annuo dei crediti che sono già stati oggetto di compensazione in F24 rispetto al totale dei crediti d'imposta maturati.
(5-01625)


   DE PALMA, RUBANO, SALA, MAZZETTI e BATTILOCCHIO. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   dal 6 luglio 2023 è operativo l'indice nazionale dei domicili digitali (Inad), introdotto dall'articolo 6-quater del Codice dell'amministrazione digitale (Cad) necessario per ricevere comunicazioni con valore legale, quali raccomandate e cartelle esattoriali. A fronte dell'iscrizione, obbligatoria per imprese e professionisti, sono dematerializzate tutte le comunicazioni intercorse con la Pubblica Amministrazione, che vengono inviate via Posta elettronica certificata (Pec);

   la Pec è il sistema che permette di mandare e-mail con valore legale, equiparato ad una raccomandata con ricevuta di ritorno e progettata per offrire vantaggi in termini di immediatezza della comunicazione e certezza del contenuto;

   l'obbligo di conservare le Pec per 10 anni è da ricondurre agli articoli 2214 e 2220 del codice civile che, al titolare del dato (impresa o organizzazione pubblica) impongono l'obbligo di «conservare ordinatamente per ciascun affare gli originali dei documenti e delle fatture ricevute e spedite»;

   l'Agenzia delle entrate, in una risposta a una richiesta di consulenza giuridica pubblicata il 30 agosto 2023 ha confermato che ai fini fiscali la sottoscrizione e la conservazione delle dichiarazioni su supporto informatico è valida solo con l'apposizione della firma elettronica qualificata, della firma digitale o della firma elettronica basata sui certificati rilasciati dalle agenzie fiscali. Non è invece idonea la firma elettronica semplice;

   la conservazione digitale (cosiddetta sostitutiva), disciplinata dall'articolo 44 del Cad, è la procedura informatica che protegge, custodisce e assicura il valore legale dei documenti, come le fatture elettroniche, all'interno del sistema gestionale aziendale. A partire dal 1° gennaio 2022, secondo l'articolo 71 del CAD, ogni Azienda dovrà gestire e conservare a norma i propri documenti informatici;

   Il servizio Pec è reso alle imprese da fornitori privati. Con deliberazione 19 febbraio 2004 il Cnipa, ha previsto che «il procedimento di conservazione sostitutiva può essere affidato, in tutto o in parte, ad altri soggetti, pubblici, o privati» –:

   se non ritenga opportuno emanare specifiche istruzioni volte a consentire ai contribuenti l'adozione delle buone pratiche necessarie per la conservazione digitale in formato legalmente valido dei documenti ed in particolare di quelli fiscali, semplificando gli adempimenti e riducendo i costi a loro carico, prevedendo altresì che gli operatori che forniscono i servizi digitali siano tenuti a garantire la conservazione dei documenti fiscali, per il numero di anni prescritto dalla legge e il loro corretto trasferimento ad altro operatore in caso di cessazione del servizio.
(5-01626)

GIUSTIZIA

Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):


   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della giustizia, per sapere – premesso che:

   nel corso della trasmissione Piazza Pulita, in onda su «La7» il giorno 26 ottobre 2023, sono state documentate e mostrate immagini raccapriccianti di pazienti abbandonati per ore nel pronto soccorso dell'ospedale «Ruggi d'Aragona» di Salerno, in taluni casi addirittura legati al letto;

   dalle immagini si riscontrano problemi strutturali, gravi carenze igienico-sanitarie e ancora il «sequestro» dei pazienti legati ai letti;

   sulla vicenda sono state presentate due interrogazioni parlamentari a risposta scritta al Ministro della salute;

   nei giorni immediatamente successivi, però, si è appreso dai media locali e precisamente dal quotidiano «Le Cronache», in data 4 novembre 2023, che le succitate immagini sono state registrate da Gianluca Stella, un infermiere dell'ospedale citato, e che le stesse immagini sarebbero state consegnate ai carabinieri in data 8 aprile 2022, oltre un anno fa, dallo stesso signor Stella;

   sempre nell'articolo di «Le Cronache», il signor Stella mostra al giornalista che lo intervista altri video di pazienti legati e tra questi un video agghiacciante di un paziente morto da tempo e di cui nessuno si era accorto;

   sempre all'interno dell'articolo del quotidiano «Le Cronache» si evince che il pubblico ministero, dopo aver visionato le immagini, ha chiesto l'archiviazione del caso;

   sul quotidiano «L'Ora» di sabato 4 novembre 2023, in un articolo dal titolo «Ruggi, tutti sapevano ma nulla è stato fatto», si legge inoltre che sarebbe prossima l'apertura di un fascicolo da parte della procura di Salerno che avrebbe spedito il NAS negli studi di La7 per acquisire i video, gli stessi filmati consegnati dal signor Stella un anno fa ai carabinieri e già archiviati dalla procura;

   sul quotidiano «Il mattino», sempre del 4 novembre 2023, la giornalista Petronilla Cariello apre l'articolo dedicato alla vicenda scrivendo: «La procura tace ma i fatti parlano per gli inquirenti.»;

   da ultimo, il quotidiano «Le Cronache» del 13 novembre 2023, in un articolo a firma di Michelangelo Russo, dal titolo «Ospedale Ruggi: nessuno ha ancora convocato il teste principale», si evince che sarebbero stati consegnati ai carabinieri l'anno scorso anche immagini di un paziente tenuto legato al letto per almeno tre giorni consecutivi senza «una assistenza continua e vigilante»;

   risulta, agli interpellanti, quantomeno inusuale che la procura della Repubblica, da quello che si evince dai quotidiani locali, avendo già visionato i video, consegnati ai carabinieri oltre un anno fa, ne abbia richiesto ora l'acquisizione dagli studi di La7, tutto ciò dopo aver disposto l'archiviazione del caso –:

   di quali elementi disponga il Ministro interpellato in ordine alla vicenda segnalata in premessa, e se non intenda valutare la sussistenza dei presupposti per l'esercizio dei propri poteri ispettivi al riguardo.
(2-00270) «Lupi, Bicchielli».

Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:

II Commissione:


   GALLO. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   con bando deliberato dalla commissione Ripam, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 1° aprile 2022, è stato indetto un concorso pubblico, per titoli ed esami, su base distrettuale per il reclutamento, a tempo determinato, di n. 3.000 unità di personale non dirigenziale dell'area funzionale seconda, fascia economica F1, da inquadrare tra il personale del Ministero della giustizia, con il profilo di «operatore di data entry»;

   in data 21 novembre 2022 sono stati immessi in servizio, presso ciascun distretto di Corte di appello, i vincitori del concorso medesimo;

   il 14 aprile 2023 si è avuto un primo scorrimento del concorso su base distrettuale;

   con avviso del 15 giugno 2023 è stato disposto un secondo scorrimento – con presa di servizio fissata al 30 giugno 2023 – delle graduatorie ancora capienti, unificate per ciascun profilo su base di punteggio, a vantaggio dei profili e i distretti mancanti di graduatoria o con graduatoria incapiente che, per tale ragione, non sono stati interessati dal primo scorrimento e, per tale procedimento, sono stati legittimati a partecipare alla procedura tutti gli idonei residuati nelle graduatorie distrettuali all'esito del primo scorrimento, unificati su base punteggio, in un'unica graduatoria per ciascun profilo interessato;

   con avviso 17 ottobre 2023 vi è stato un ulteriore scorrimento per il profilo professionale di operatore data entry, nell'ambito del distretto di corte d'appello di Napoli, nella considerazione di dover sanare – a seguito di successive attività di rilevazione e di monitoraggio – gravi criticità nella digitalizzazione nonché nel supporto all'ufficio per il processo nell'abbattimento dell'arretrato, rispetto all'obiettivo del PNRR di celere definizione dei procedimenti giudiziari per gli uffici giudicanti e requirenti di Napoli, Napoli Nord e Santa Maria Capua Vetere;

   le gravi criticità, come sopra descritte, non sono circoscritte al solo distretto giudiziario di Napoli, ma riguardano certamente tutti i distretti giudiziari italiani, nell'ulteriore considerazione che uno dei compiti più rilevanti ai quali gli operatori di data entry sono stati adibiti riguarda il raggiungimento – tra gli obiettivi fissati dal PNRR entro giugno 2026 – della digitalizzazione dei fascicoli processuali in ambito civile e penale –:

   se il Ministro interrogato, preso atto delle criticità esistenti e dei tempi ristretti previsti dal PNRR, intenda procedere ad ulteriori scorrimenti delle sopra indicate graduatorie degli operatori di data entry, al fine di accelerare e completare la digitalizzazione dei fascicoli processuali in ambito civile e penale entro giugno 2026.
(5-01613)


   BISA, MIELE, CENTEMERO, BAGNAI, CAVANDOLI e GUSMEROLI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   ai sensi dell'articolo 17 della legge 7 marzo 1996, n. 108, il debitore protestato che abbia adempiuto all'obbligazione per la quale il protesto è stato levato e non abbia subito ulteriore protesto ha diritto ad ottenere la riabilitazione;

   in particolare, il debitore che entro un anno dalla data del protesto abbia eseguito il pagamento di una cambiale tratta o di un vaglia cambiario può chiedere la cancellazione del proprio nominativo dal registro informatico, inoltrando al presidente della Camera di commercio, territorialmente competente, apposita istanza;

   diversamente da quanto previsto per i titoli cambiari, la normativa vigente in materia di assegni non consente l'immediata cancellazione dal Registro informatico dei protesti, anche a seguito del sopraggiunto pagamento poiché la riabilitazione è accordata con decreto del presidente del tribunale territorialmente competente, su istanza dell'interessato corredata dai documenti giustificativi (liberatoria del beneficiario delle cambiali);

   tuttavia, a parere degli interroganti, il termine di un anno per la cancellazione del protesto di un assegno potrebbe comportare una serie di difficoltà come, ad esempio, la limitazione dell'operatività dei conti correnti, l'impossibilità per un anno ad accedere a qualsiasi forma di finanziamento stante la segnalazione, nonché ripercussioni sul legittimo affidamento di eventuali terzi fornitori;

   ne consegue, quindi, al fine di snellire soprattutto i correlati procedimenti esecutivi, l'opportunità di abbreviare le tempistiche inerenti al procedimento di cancellazione del protesto degli assegni –:

   per quanto di competenza, se e quali iniziative di carattere normativo si intendano adottare in merito alle procedure di cui in premessa.
(5-01614)


   PITTALIS. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   la situazione degli istituti penitenziari in Sardegna si è progressivamente aggravata nel corso degli ultimi anni, sino a presentare, oggi, aspetti di criticità ormai non più tollerabili così come evidenziato dai reiterati atti di violenza subiti dagli operatori della polizia penitenziaria nelle carceri dell'Isola;

   dopo le aggressioni di ottobre 2023 nella casa circondariale Cagliari Uta, dove nei primi giorni del mese un detenuto ha appiccato il fuoco alle suppellettili della propria cella, preso a calci un agente che tentava di metterlo in salvo e intossicato altri sei colleghi e, pochi giorni dopo, un altro detenuto ha sferrato una gomitata al petto di un agente perché il tentativo di telefonare a un familiare non era andato a buon fine, da ultimo, il 12 novembre 2023, nella casa circondariale Bancali «Giovanni Banchiddu» di Sassari un detenuto islamico, ristretta nella sezionata di alta sicurezza per i reati di terrorismo, a fronte del diniego frapposto da un agente a una sua richiesta, lo ha insultato, minacciato e tentato di ustionarlo sul volto con una sigaretta;

   nel mese di novembre 2023 sono stati destinati agli istituti penitenziari sardi sei direttori, tre dei quali hanno rassegnato le dimissioni prima ancora di prendere servizio, lasciando scoperti gli istituti di Isili, Tempio e Alghero, Sassari, Nuoro e Cagliari: si tratta di un fatto che comporta un ulteriore aggravamento di una condizione già al collasso, che pone a serio rischio la sicurezza del personale di polizia penitenziaria che opera nella Regione Sardegna e che plasma una situazione senza uguali sull'intero territorio nazionale;

   ad essere messa a repentaglio è altresì la sicurezza dell'intero sistema penitenziario, in particolar modo quella degli istituti di massima sicurezza presenti nella regione da uno dei quali è evaso nel febbraio 2023 un pericoloso detenuto, esponente di rilievo della mafia garganica, tutt'oggi latitante –:

   se e quali iniziative intenda intraprendere il Governo per affrontare e risolvere in modo strutturale la situazione di carenza di organico del personale dirigenziale degli istituti penitenziari della Regione Sardegna, al fine di garantire i diritti dell'intero personale di polizia penitenziaria e la sicurezza all'interno degli istituti di pena dell'isola.
(5-01615)


   GIULIANO, D'ORSO, ASCARI e CAFIERO DE RAHO. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   il giudice di pace di Verona, in data 29 settembre 2023 ha emesso un decreto ingiuntivo nel quale ha compensato le spese legali per violazione dei criteri di forma e redazione degli atti giudiziari stabiliti, ex articolo 46 delle disposizioni attuative del codice di procedura civile, dagli articoli 6 e 8 (dimensione carattere ed interlinea) del decreto ministeriale n. 110 del 7 agosto 2023, recante il «Regolamento per la definizione dei criteri di redazione, dei limiti e degli schemi informatici degli atti, giudiziari con la strutturazione dei campi necessari per l'inserimento delle informazioni nei registri del processo»;

   tale provvedimento, così come da più voci associative formalmente stigmatizzato, ha scosso il mondo forense del nostro Paese in quanto al mancato rispetto di formalismi stilistici noi può legittimamente ricollegarsi alcuna «sanzione» punitiva a carico della parte, che, per il resto, ha visto la propria domanda sostanziale integralmente accolta;

   in particolare, l'articolo 6 del decreto ministeriale n. 110 del 7 agosto 2023, rubricato «Tecniche redazionali», indica il carattere, la dimensione e l'interlinea che devono essere preferibilmente utilizzati nella redazione degli atti;

   non appare giustificata e costituisce una forzatura nell'interpretazione della norma la decisione del giudice di pace di Verona che ha posto totalmente a carico della parte, che ha avuto ragione nel merito, i costi di un procedimento monitorio per il mancato rispetto di mere indicazioni redazionali formali;

   l'istituto detta compensazione delle spese, applicato ad un procedimento monitorio privo di contraddittorio, denota la oltremodo forzata strumentalità della motivazione;

   la semplificazione dell'accesso alla giustizia e la rimozione degli ostacoli formali tra il cittadino ed il giudice, che deve accertare e valutare il merito della pretesa avanzata, costituiscono doveri di civiltà giuridica, prim'ancora che corretta applicazione di principi cardine costituzionali e comunitari;

   ad avviso degli interroganti la statuizione del giudice di pace di Verona pare aver travalicato il corretto esercizio della funzione giurisdizionale, basandosi su una lettura non equa e distorta del disposto normativo –:

   quali iniziative, per quanto di competenza, il Ministro interrogato intenda adottare per evitare che in futuro possano ripetersi decisioni ad avviso degli interroganti così abnormi e inique a danno dei cittadini e dei propri difensori, nonché se intenda adottare iniziative normative per superare il meccanismo di cui al richiamato articolo 46 delle disposizioni per l'attuazione del codice di procedura civile, riaffermando la centralità della tutela sostanziale delle ragioni delle parti, che non può certamente essere in alcun modo svilita e compromessa dalla rigida e non corretta applicazione di meri formalismi redazionali.
(5-01616)


   DONDI e VARCHI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   per effetto dei rifinanziamenti previsti dalla legge di bilancio 2022 (legge n. 234 del 2021) nel fondo per l'edilizia giudiziaria risultano complessivamente stanziate, per il triennio 2022-2024, risorse pari a euro 179.333.000 per l'acquisto, l'ampliamento, la ristrutturazione, il restauro e la manutenzione straordinaria di immobili da adibire a sedi di uffici giudiziari nelle città di Modena e Ancona (euro 54.250.000 per il 2022, 66.000.000 per il 2023 e 59.083.000 per il 2024, cap. 7200/7 dello stato di previsione del Ministero della giustizia);

   le risorse sopra citate si riferiscono, nello specifico, alla realizzazione di una «cittadella giudiziaria» nella città di Modena rispondendo così alle esigenze di avvocati, magistrati, istituzioni locali e, soprattutto, dei cittadini;

   si tratta di un'opera strategica necessaria per il territorio che prevede l'inserimento degli uffici giudiziari nel complesso della Manifattura Tabacchi, un ex impianto produttivo, da ristrutturare, situato alle porte del centro storico, in cui troverebbero posto sia le aule del tribunale che gli edifici della Procura;

   la realizzazione del progetto è finalizzata ad ottimizzare la macchina della giustizia e a fornire delle strutture più efficienti in quanto gli attuali edifici giudiziari della città di Modena presentano delle importanti criticità strutturali: uffici inospitali, spazi inadeguati, carente manutenzione e una frammentazione in più sedi che complica il lavoro dei professionisti e compromette la fruibilità dei servizi;

   gli interroganti sono consapevoli dell'attenzione mostrata dal Ministro interrogato rispetto la questione delle strutture dove quotidianamente si amministra la giustizia e della volontà di migliorare i palazzi della giustizia –:

   quale sia l'attuale situazione in merito al percorso di costruzione della cittadella della giustizia di Modena, ribadendo che la sua realizzazione risulta fondamentale per il superamento delle numerose disfunzioni degli attuali immobili giudiziari.
(5-01617)


   DORI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   giovedì 26 ottobre 2023 Oumar Dia, 21 anni d'età, nato e cresciuto in provincia di Bergamo, è morto all'ospedale di Rozzano (Milano);

   il ragazzo si trovava in stato di detenzione presso il carcere di Milano-Opera e da lì, qualche giorno prima, è stato trasportato nell'ospedale di Rozzano;

   Oumar era entrato nel circuito penale a seguito del furto di uno smartphone all'inizio del 2020, per il quale è stato condannato a sei mesi di domiciliari;

   durante il periodo ai domiciliari i carabinieri hanno trovato Oumar fuori casa ed è stato quindi sottoposto a detenzione per sette mesi nel carcere di Bergamo. Successivamente è stato trasferito in una comunità per qualche mese, dove ha svolto lavori socialmente utili;

   verso la metà di ottobre 2023 Oumar era detenuto presso la casa circondariale di Bergamo, quando è stato trasferito improvvisamente presso il carcere di Opera;

   non sono al momento noti né il motivo del ricovero in ospedale, né il motivo del trasferimento da Bergamo ad Opera;

   all'Humanitas sarebbe però arrivato in gravissime condizioni: ricoverato in terapia intensiva, per sei giorni è rimasto attaccato alle macchine;

   secondo la testimonianza della madre, sabato 21 ottobre 2023 Oumar si trovava nella sua stanza in ospedale «con un sondino per mangiare, le flebo e un altro macchinario per farlo respirare»;

   sempre secondo quanto riportato dalla madre, il 24 ottobre una dottoressa dell'ospedale di Rozzano avrebbe comunicato che Oumar «era in coma irreversibile e che non sarebbe uscito dalla terapia intensiva»;

   il 26 ottobre viene comunicato il decesso alla famiglia, senza ulteriori spiegazioni circa le cause della morte e soprattutto circa il motivo del ricovero;

   per chiarire la causa del decesso è stato aperto un fascicolo in procura di Milano a carico di ignoti per istigazione al suicidio. Per il momento non c'è alcun iscritto nel registro degli indagati. Sarebbe stata inoltre sequestrata la cartella clinica –:

   se il Ministro interrogato intenda indicare i motivi per i quali Oumar Dia è stato trasferito dal carcere di Bergamo a quello di Opera e dal carcere di Opera all'ospedale di Rozzano al fine di comprendere le cause che hanno reso necessario il ricovero e le condizioni psico-fisiche nelle quali Oumar è giunto in ospedale.
(5-01618)


   GIANASSI, SERRACCHIANI, ZAN, DI BIASE e LACARRA. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   l'efficienza del sistema giudiziario rappresenta una condizione essenziale per la promozione dello sviluppo economico del Paese, poiché ne favorisce la competitività e l'attitudine ad attrarre investimenti internazionali, soprattutto in presenza di procedure giurisdizionali capaci di garantire adeguatamente l'attuazione delle obbligazioni contrattuali;

   negli scorsi anni è stato compiuto un notevole sforzo esattamente in questa direzione, sia per quanto concerne le riforme approvate dal Parlamento, necessarie al fine di rispettare gli impegni e i tempi previsti dal PNRR, sia per tentare di colmare le profonde carenze di organico e di personale effettivo negli uffici giudiziari e nell'intero sistema giustizia;

   sono state, per quanto riguarda il personale della magistratura, significativamente aumentate le piante organiche (sono stati banditi concorsi con la previsione di migliaia di posti per funzionari giudiziari), sono state previste le assunzioni di centinaia di unità di personale del comparto funzioni centrali del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria e per il comparto funzioni centrali del Dipartimento per la giustizia minorile e di comunità, dirigenti penitenziari di istituto penale per i minorenni di livello dirigenziale non generale, dirigenti di istituto penitenziario di livello non generale, funzionario giuridico pedagogico, funzionari contabili;

   per quanto riguarda la polizia penitenziaria sono stati banditi concorsi per numerose posizioni, tra cui allievo commissario, allievi agenti, e per dirigenti;

   con il decreto 3 dicembre 2019, inoltre, era stato bandito dal Ministero della giustizia un concorso a 300 posti di notaio, in seguito elevati a 400, e, anche al fine di supportare l'azione di aggressione dell'arretrato civile e delle pendenze civili e penali, per assicurare la piena operatività delle strutture organizzative denominate «Ufficio per il processo», è stato reclutato altro personale;

   il definitivo espletamento della gran parte di queste procedure concorsuali soffre di una eccessiva e, allo stato, non facilmente comprensibile lentezza nella definizione e nella conclusione con conseguente immissione in ruolo del personale;

   ogni proposta in materia di concorsi e di reclutamento di personale della giustizia in fase emendativa e non solo, è stata inesorabilmente respinta dal Governo e dalla maggioranza –:

   quale sia l'esatto quadro relativo alle risorse previste per il comparto giustizia, con particolare riferimento agli investimenti in assunzioni sul personale degli uffici giudiziari – magistratura, personale tecnico-amministrativo, ufficio del processo, personale del Dap e del Dipartimento della giustizia minorile e di comunità –, nonché se non ritenga necessario adottare ogni iniziativa di competenza atta a velocizzare e sbloccare le procedure concorsuali in corso.
(5-01619)

Interrogazione a risposta scritta:


   GRIBAUDO. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   nel 2013, con la revisione delle circoscrizioni giudiziarie, la procura di Ivrea è stata significativamente ampliata, senza, però, la previsione di un adeguamento in termini di dotazione di risorse – personale amministrativo, magistrati, polizia giudiziaria – e di un ampliamento delle piante organiche che fosse realmente proporzionato al territorio, alla popolazione, nonché alla qualità «criminale» del territorio;

   procura e tribunale soffrono, ormai da anni, di una purtroppo oramai cronica e gravissima carenza di personale;

   i sindacati segnalano scoperture di personale che arrivano a punte del 60 per cento, denunciano l'assenza di dirigenti e di direttori amministrativi, la carenza di effettivi in magistratura e nella polizia giudiziaria, e si parla di circa 19 mila fascicoli pendenti, circa 2600 per magistrato, dati confermati anche dai magistrati della procura di Ivrea;

   recenti statistiche del CSM dicono che Ivrea, su 139 procure in Italia, è «maglia nera», con un carico di procedimenti pari a quello della procura di Napoli, che è la procura più grande d'Italia e che opera, però, con 115 magistrati e relativo personale amministrativo, laddove ad Ivrea, invece, mancano i dirigenti, non c'è mai stato nemmeno il direttore amministrativo e si lavora con una pianta organica di 32 persone, di cui 18 effettivamente in servizio: si parla di una scopertura drammatica;

   il tribunale di Ivrea rappresenta un presidio di legalità e una garanzia di sicurezza, oltre che un essenziale fattore di impulso per lo sviluppo del tessuto economico e in termini di autorevolezza per l'intero territorio –:

   se il Ministro interrogato non ritenga di dover adottare con urgenza ogni iniziativa necessaria atta a colmare la gravissima inadeguatezza delle piante organiche e la scopertura di personale presso il tribunale e la procura di Ivrea, che rischia di paralizzare un presidio di giustizia nevralgico per il territorio e per suoi cittadini.
(4-01870)

IMPRESE E MADE IN ITALY

Interrogazione a risposta in Commissione:


   SIMIANI. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy, al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   lunedì 23 ottobre 2023 è stata annunciata dal gruppo Enel la vendita alla ORMAT Technologies Inc. dell'intero portafoglio di energia geotermica negli Stati Uniti, contro un corrispettivo pari a 255 milioni di euro;

   il perfezionamento della cessione, previsto nei prossimi mesi, è soggetto ad alcune condizioni sospensive consuete per questo tipo di operazioni, tra cui il nulla osta delle competenti autorità Antitrust;

   oltre al portafoglio geotermico, l'oggetto della compravendita ha riguardato diversi piccoli impianti solari, come si legge dal comunicato della società;

   l'operazione, realizzata attraverso la Green Power North America Inc., controllata al 100 per cento da Enel s.p.a., è stata realizzata con lo scopo di far leva sulla rotazione degli asset per promuovere la redditività del capitale investito a supporto dei futuri piani di sviluppo e per dar corso a una «progressiva semplificazione della struttura del Gruppo»;

   tra gli asset alienati vi è anche Stillwater, la centrale ibrida geotermica e a panelli fotovoltaici che costituisce il primo impianto ibrido rinnovabile al mondo in grado di combinare capacità di generazione ininterrotta di energia geotermica a ciclo binario e media entalpia e il solare fotovoltaico e termodinamico, inaugurata nel marzo del 2016 in Nevada dal Governo italiano;

   il precedente amministratore delegato di Enel Power Energia, Francesco Starace, dichiarò che si trattava di un progetto, frutto di un'intensa attività di collaborazione con Governi e partner industriali di tutto il mondo, in grado di affrontare concretamente le sfide climatiche e ambientali, adoperando le rinnovabili, affermando altresì che l'azienda avrebbe continuato ad investire in nuove soluzioni tecnologiche «per massimizzare gli asset esistenti e promuovere l'ulteriore crescita»;

   per di più, Enel Green Power North America, nell'ambito dei GEA Honors Awards, prestigioso concorso che premia le società tecnologicamente più avanzate nel settore geotermico, ha ricevuto il massimo dei voti proprio per il progetto Stillwater Solar-Geothermal Hybrid Project;

   l'operazione, altresì, avrà un impatto negativo di circa 35 milioni di euro sull'EBIDTA Reported del gruppo, come dichiarato dalla società stessa nel comunicato;

   quella «geotermica» è una forma di energia naturale che trova origine dal calore della terra e, tra le energie rinnovabili, ha un valore aggiunto che condivide soltanto con l'idroelettrico: la continuità della produzione;

   in questo contesto va quindi ricordato come l'energia geotermica sia una fonte rinnovabile e pulita e rappresenti una opportunità irrinunciabile per superare la dipendenza dalle fonti fossili e quindi contrastare con efficacia le emissioni nocive ed i mutamenti climatici;

   Enel Green Power ha sempre rivendicato con convinzione ed orgoglio di essere leader mondiale per lo sfruttamento dell'energia geotermica e la vendita di negli Stati Uniti potrebbe preannunciare anche ridimensionamenti strategici anche nel nostro Paese –:

   se, a seguito di quanto esposto nelle premesse e nelle more delle competenti decisioni dell'Antitrust, non si reputi opportuno un'adeguata e incisiva opera di approfondimento sulle strategie e le scelte del nuovo management di Enel s.p.a., con riguardo soprattutto agli asset, come ad esempio l'innovativa centrale Stillwater, del tutto funzionali a una strategia di contrasto ai cambiamenti climatici e dotati di un importante vantaggio competitivo derivante dal loro elevato valore innovativo e tecnologico;

   se non si reputi opportuno adottare iniziative di competenza volte a una verifica sull'operazione nei termini di una valutazione dell'adeguatezza del prezzo di vendita relazionato ai costi.
(5-01612)

Interrogazione a risposta scritta:


   GRIMALDI, ZANELLA, BONELLI, FRATOIANNI, BORRELLI, DORI, EVI, GHIRRA, MARI, PICCOLOTTI e ZARATTI. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   da più di una settimana gli operai e le operaie della Lear di Grugliasco, in provincia di Torino, hanno indetto uno sciopero con presidio permanente davanti agli ingressi dello stabilimento;

   da quanto risulta l'adesione allo sciopero da parte dei lavoratori e delle lavoratrici è pari al novanta per cento;

   il 31 dicembre 2023 scadranno gli ammortizzatori sociali per più di 400 famiglie;

   nel sito produttivo della Lear Corporation, multinazionale americana produttrice di sedili e sistemi elettrici per autoveicoli, i dipendenti sono infatti al momento 410, già progressivamente diminuiti negli ultimi quindici anni a seguito di numerose ristrutturazioni aziendali;

   il futuro produttivo dello stabilimento è incerto, nella misura in cui la prospettiva di crisi è strettamente legata al destino di Maserati, dopo la chiusura di quello che doveva essere il nuovo «polo del lusso», proprio a Grugliasco;

   tutta la produzione del polo Maserati, con i suoi duecento lavoratori, è stata trasferita all'interno dello stabilimento di Mirafiori;

   lo stabilimento Maserati, costruito nel 1959 dalla Bertone, è stato messo in vendita sul sito di annunci immobiliari «immobiliare.it»;

   a dicembre 2023 il trasferimento sarà completo e solo alcuni modelli resteranno in produzione;

   di conseguenza, i sedili delle Maserati Ghibli e Quattroporte endotermiche non saranno più fra le commesse di Lear;

   la produzione per le sole automobili Gran Cabrio e Gran Turismo ibride, a oggi non superiore a 20 vetture per giorno lavorato, darà lavoro solo a poche decine di lavoratori sul totale dei dipendenti;

   nell'ultima settimana l'azienda, che durante lo sciopero è rimasta in silenzio, invece di aprire un'interlocuzione ha richiamato al lavoro circa 270 operai rispetto ai 90/100 al giorno impegnati nelle ultime settimane, sostanzialmente ponendoli, a parere dell'interrogante, sotto ricatto;

   in data 22 novembre 2023 le rappresentanze sindacali degli operai della Lear parteciperanno a un incontro al Ministero delle imprese e del made in Italy;

   ad avviso dell'interrogante in quell'occasione è urgente che la società renda noto il suo progetto per Grugliasco, che si auspica preveda una diversificazione delle componenti prodotte e un investimento sulla transizione all'auto elettrica;

   in ogni caso, i sedili continueranno a essere prodotti e richiesti anche con la fine del motore endotermico e la transizione all'elettrico;

   a tal proposito occorre sottolineare che, proprio nel torinese, altre aziende produttrici di sedili per veicoli stanno già oggi investendo, come la Sabelt che sta raddoppiando il suo stabilimento –:

   quali iniziative di competenza intendano assumere affinché vengano individuate, in accordo con le istituzioni locali e le organizzazioni sindacali, soluzioni che impegnino la Lear Corporation nel rilancio produttivo e occupazionale dello stabilimento di Grugliasco, anche nella prospettiva della transizione ecologica, assicurando piena e buona occupazione per tutti i dipendenti e abbandonando qualsiasi ipotesi di dismissione che produrrebbe enormi ricadute economiche e sociali negative per l'intero indotto dell'automotive e, di conseguenza, per tutto il territorio;

   quali iniziative di competenza intendano assumere per garantire un sostegno immediato ai lavoratori e alle lavoratrici della Lear di Grugliasco dal momento che il prossimo 31 dicembre 2023 scadranno gli ammortizzatori sociali per più di 400 famiglie.
(4-01871)

LAVORO E POLITICHE SOCIALI

Interrogazioni a risposta immediata:


   MANES. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   l'Aido – Associazione italiana per la donazione di organi è stata fondata nel 1973 e ha come esclusivo obiettivo il perseguimento di finalità di solidarietà sociale;

   l'Aido Valle d'Aosta è nata nel 1975, in una regione con circa 130.000 abitanti, distribuiti in 74 comuni, con un servizio socio-sanitario erogato da un'unica unità sanitaria locale che coincide con l'ambito territoriale della regione;

   la Valle d'Aosta è la seconda regione con un indice del dono di organi, di 59,32, rispetto ad una media nazionale ferma al 52,86, a testimonianza di una profonda cultura del dono radicata in Valle d'Aosta e costruita nel tempo dall'Aido valdostana;

   uno degli elementi fondamentali del codice del terzo settore, decreto legislativo 3 luglio 2017, n. 117, è il principio della democraticità, ovvero dare voce a tutti i soci del territorio tramite la costituzione delle sezioni comunali, come prevede infatti la revisione dello statuto dell'Aido;

   a causa delle caratteristiche del territorio e del numero ridotto della popolazione, non è stato possibile creare le sezioni comunali, cosa che, comunque, non ha mai precluso la rappresentatività dei territori nell'assemblea direttiva dell'Aido. Infatti, da oltre 40 anni, nel consiglio è sempre stato presente un rappresentante della bassa, della media, dell'alta Valle e delle valli laterali;

   questa criticità ha portato al commissariamento dell'Aido Valle d'Aosta, con la conseguente espulsione del presidente e dei membri dell'ex direttivo, fondatori dell'Aido Valle d'Aosta;

   in data 27 maggio 2021 il consiglio regionale della Valle d'Aosta ha approvato una risoluzione che impegnava il Governo della Valle e i suoi rappresentanti in Parlamento a percorrere tutte le vie possibili per sostenere l'associazione, riaffermare il suo ruolo sociale e sospendere il commissariamento;

   un'interrogazione venne anche presentata nella XVIII legislatura dal senatore Lenièce che non ha mai ricevuto risposta;

   ad aprile 2023 si è svolta una riunione aperta a tutti gli iscritti, dove è stata tentata una mediazione da parte del vice presidente nazionale Aido Vincenzo Scarola che invitava l'ex direttivo a inviare una lettera con la richiesta di reintegrazione nell'Aido nazionale e, in via eccezionale, la creazione di un singolo gruppo comunale per la regione. Questa lettera non ha mai ricevuto risposta;

   da articoli di stampa di questi giorni si apprende che l'Aido nazionale intende chiudere la sede regionale in Valle d'Aosta –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti esposti e quali iniziative di competenza intenda adottare per evitare la chiusura dell'Aido Valle d'Aosta.
(3-00800)


   BONETTI, D'ALESSIO e GRIPPO. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   in Italia vivono circa 3 milioni e 800 mila persone anziane non autosufficienti; diventeranno 4,4 milioni nel 2030 e 5,4 milioni nel 2050;

   il 21 marzo 2023 il Parlamento ha approvato la legge delega in materia di politiche in favore delle persone anziane (legge n. 33 del 2023); la legge nasce da un impegno che il nostro Paese ha preso con la Commissione europea all'interno del Piano nazionale di ripresa e resilienza e disegna un processo di riforma per il sistema integrato sociosanitario della presa in carico e della cura delle persone anziane e delle persone anziane non autosufficienti, basato su tre pilastri: una valutazione unica dei bisogni dell'anziano, con differente gradazione degli interventi e dei trasferimenti; il potenziamento dell'assistenza; il miglioramento della qualità dell'assistenza nelle residenze per anziani;

   il lavoro di stesura del testo, che ricalca quello approvato nell'ottobre 2022 dall'ultimo Consiglio dei ministri del Governo Draghi, raccoglie i contributi della commissione presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali presieduta da Livia Turco, del comitato di coordinamento interministeriale presso la Presidenza del Consiglio dei ministri presieduto da Monsignor Paglia nonché di un'ampia coalizione di realtà sociali riunite nel Patto per un nuovo welfare sulla non autosufficienza;

   secondo alcune stime, sarebbero necessari almeno 1,3 miliardi di euro per avviare concretamente la riforma, da implementare negli anni successivi con un costo complessivo pari a circa 8 miliardi di euro;

   l'articolo 8 della legge delega prevede che alla sua attuazione si provveda mediante le risorse derivanti dal riordino delle misure di una serie di fondi (Fondo per le non autosufficienze, Fondo nazionale per le politiche sociali, Fondo per la lotta alla povertà e all'esclusione sociale, Fondo per i caregiver), oltre con le risorse disponibili nel Piano nazionale di ripresa e resilienza;

   si prevede infine che, in caso di insufficienza delle risorse, esse vengano reperite mediante provvedimenti legislativi che dovranno entrare in vigore prima dell'adozione dei relativi decreti legislativi;

   considerando che il termine per l'esercizio della delega scade il 31 gennaio 2024 e che il disegno di legge di bilancio per il 2024 non prevede alcuno stanziamento specifico per l'esercizio della delega, c'è il rischio concreto che essa non possa essere esercitata o che ci si limiti a sperimentazioni territoriali o ad altri interventi poco incisivi, proprio perché non accompagnati dalle necessarie risorse –:

   se e come intenda il Governo esercitare la delega in materia di politiche in favore delle persone anziane, con particolare riferimento alle tempistiche previste, agli ambiti di intervento e alle risorse che si intendono reperire al fine di implementare questa importante riforma.
(3-00801)


   NISINI, MOLINARI, ANDREUZZA, ANGELUCCI, BAGNAI, BARABOTTI, BELLOMO, BENVENUTO, DAVIDE BERGAMINI, BILLI, BISA, BOF, BORDONALI, BOSSI, BRUZZONE, CANDIANI, CAPARVI, CARLONI, CARRÀ, CATTOI, CAVANDOLI, CECCHETTI, CENTEMERO, COIN, COMAROLI, CRIPPA, DARA, DI MATTINA, FORMENTINI, FRASSINI, FURGIUELE, GIACCONE, GIAGONI, GIGLIO VIGNA, GUSMEROLI, IEZZI, LATINI, LAZZARINI, LOIZZO, MACCANTI, MARCHETTI, MATONE, MIELE, MINARDO, MONTEMAGNI, MORRONE, OTTAVIANI, PANIZZUT, PIERRO, PIZZIMENTI, PRETTO, RAVETTO, SASSO, STEFANI, SUDANO, TOCCALINI, ZIELLO, ZINZI e ZOFFILI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   con la legge di bilancio per il 2023 è stato potenziato l'utilizzo delle prestazioni di lavoro occasionale (PrestO), ripristinando, di fatto, la volontà del Legislatore con la loro introduzione nel 2003 (cosiddetta legge Biagi);

   dal 1° gennaio 2023, dunque, è consentito il ricorso ai buoni lavoro per i settori dell'agricoltura, del cosiddetto comparto Horeca (industria alberghiera) e della cura della persona, in particolare per quel che riguarda i lavori domestici; il buono ha un valore nominale di 12,41 euro lordi all'ora (circa 9 euro netti) e un tetto di reddito per i lavoratori fino a 10 mila euro l'anno (15.000 euro per settore termale, fieristico, eventi e parchi divertimento);

   lo strumento dei voucher è indubbiamente utile per sopperire alla carenza di personale in situazioni particolari e strumento valido per regolarizzare il lavoro stagionale e quello occasionale;

   con la circolare Inps n. 89 del 7 novembre 2023, l'Istituto ha fornito chiarimenti in merito alla compatibilità e cumulabilità delle prestazioni di lavoro occasionale in agricoltura con NASpI e Dis-Coll; permangono tuttavia dubbi in merito all'utilizzo ed alla compatibilità nel settore alberghiero e della ristorazione –:

   quale sia il numero di voucher utilizzato nell'anno in corso nel settore alberghiero e della ristorazione e se non ritenga opportuno fornire chiarimenti circa la compatibilità dei voucher con la Naspi anche per i lavoratori stagionali in questi settori.
(3-00802)

PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

Interrogazione a risposta in Commissione:


   MAZZETTI, DE PALMA e RUBANO. — Al Ministro per la pubblica amministrazione, al Ministro delle imprese e del made in Italy, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   le alluvioni e gli eventi catastrofali verificatisi nel 2023 hanno posto di nuovo all'attenzione dell'opinione pubblica il problema dell'assicurazione contro eventi quali sismi, alluvioni, frane, inondazioni ed esondazioni. Il Governo ha introdotto nel disegno di legge di bilancio per il 2024 l'obbligo di assicurarsi contro questi eventi, posto in capo a tutte le imprese, prevedendo per le compagnie una sanzione in caso di elusione dell'obbligo a contrarre e un meccanismo di riassicurazione e di garanzia gestito da SACE;

   secondo la stampa specializzata, questo obbligo produrrà maggiori oneri a carico delle imprese valutabili in 2 miliardi di euro l'anno;

   si definiscono «Cat Bond» le obbligazioni catastrofali di durata relativamente breve (3-5 anni), emesse da una compagnia di assicurazione o di riassicurazione, per trasferire una parte dei rischi legati a eventi atmosferici o idrogeologici ad altri operatori, riducendo così la propria esposizione rispetto alle catastrofi naturali. Al verificarsi del sinistro, il sottoscrittore dell'obbligazione perde una parte o la totalità degli interessi o del capitale. Se il sinistro non si verifica, l'obbligazione è rimborsata a scadenza;

   il Cat Bond non è un'architettura finanziaria opaca e non è necessariamente uno strumento con un profilo di rischio/rendimento elevato – il range delle cedole tra il 2 il 18 per cento ne è la dimostrazione. Tuttavia il rischio è molto specifico, e l'investitore in genere è solo professionale. In Italia una sola compagnia assicurativa ha lanciato un prodotto con sottostante un rischio catastrofale, legato ad eventi che si verifichino in Europa e non nel nostro Paese;

   poiché l'Italia è un Paese a elevato rischio idrogeologico e le spese vengono coperte dagli enti pubblici, è in corso un'interlocuzione per trovare una soluzione assicurativa, sul modello del Nord Europa e degli Usa dove le municipalità stesse cartolarizzano il rischio, cedendolo a riassicuratori di ultima istanza. In tale ambito i modelli assicurativi attualmente in essere in Italia, sottoscritti in particolare dai consorzi di bonifica, appaiono insufficienti a coprire gli enormi danni che gli eventi estremi producono in un territorio fortemente antropizzato –:

   quali metodologie assicurative contro eventi catastrofali utilizzano le pubbliche amministrazioni e se non si ritenga opportuno, stante l'insufficienza di tali metodologie, incentivare l'introduzione dei Cat Bond nel quadro delle attività volte a ripartire il rischio derivante da tali eventi.
(5-01621)

Apposizione di una firma ad una interrogazione.

  L'interrogazione a risposta scritta Ilaria Fontana n. 4-01631, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 27 settembre 2023, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Sergio Costa.

Ritiro di documenti del sindacato ispettivo.

  I seguenti documenti sono stati ritirati dai presentatori:

   interrogazione a risposta in Commissione Buonguerrieri n. 5-00978 del 15 giugno 2023;

   interrogazione a risposta in Commissione Giuliano n. 5-01526 del 23 ottobre 2023;

   interrogazione a risposta in Commissione Marattin n. 5-01593 dell'8 novembre 2023.