CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 4 ottobre 2018
68.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Lavoro pubblico e privato (XI)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

Modifiche al testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 marzo 1957, n. 361, concernente l'elezione della Camera dei deputati, e al testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 16 maggio 1960, n. 570, concernente l'elezione degli organi delle amministrazioni comunali, nonché altre norme in materia elettorale e di referendum previsti dagli articoli 75 e 138 della Costituzione (C. 543 Nesci).

PARERE APPROVATO

  La XI Commissione,
   esaminato, per quanto di competenza, il testo della proposta di legge Atto Camera n. 543, recante modifiche al testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 marzo 1957, n. 361, concernente l'elezione della Camera dei deputati, e al testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 16 maggio 1960, n. 570, concernente l'elezione degli organi delle amministrazioni comunali, nonché altre norme in materia elettorale e di referendum previsti dagli articoli 75 e 138 della Costituzione;
   preso atto delle modifiche introdotte dalla Commissione di merito nel corso dell'esame in sede referente;
   considerato che l'articolo 4, comma 1, lettera b), nel sostituire l'articolo 6 della legge 8 marzo 1989, n. 95, prevede, tra l'altro, che un numero pari alla metà, arrotondata per difetto, del numero degli scrutatori occorrenti sia riservato in favore di coloro che al momento del sorteggio tra gli scrutatori iscritti negli appositi elenchi e nei trenta giorni precedenti, si trovano in stato di disoccupazione ai sensi dell'articolo 19, comma 1, del decreto legislativo 14 settembre 2015, n. 150;
   rilevato che l'articolo 6 introduce un divieto per le aziende speciali, le istituzioni e le società a partecipazione pubblica locale o regionale, totale o di controllo, durante i sessanta giorni antecedenti e successivi alle elezioni comunali o regionali, limitatamente ai comuni o alle regioni interessati di procedere ad assunzioni, a qualsiasi titolo, di personale dipendente;
   tenuto conto che tale divieto non si applica nei casi in cui sia stato dichiarato lo stato di calamità o lo stato di emergenza,

  esprime

PARERE FAVOREVOLE

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ALLEGATO 2

5-00625 Epifani: Prospettive occupazionali dei lavoratori dello stabilimento Thyssenkrupp di Terni.

TESTO DELLA RISPOSTA

  L'interrogante afferma di aver appreso da organi di stampa che il Consiglio di sorveglianza della Thyssenkrupp avrebbe deciso di dividere il gruppo in due società autonome e chiede quali siano le prospettive dei lavoratori con particolare attenzione allo stabilimento di Terni rispetto al piano industriale del gruppo.
  Il Governo, in merito alla questione posta dall'interrogante, osserva che presso il MISE, in data 18 Settembre 2018, si è tenuto un incontro relativo alla situazione della AST di Terni con i rappresentanti dell'Azienda Thyssen Krupp, dell'Azienda Ast, della Regione Umbria, del Comune di Terni e le rappresentanze sindacali.
  Nel corso della riunione è emerso che negli anni si sono sviluppati rapporti positivi tra l'Azienda Ast, il Mise, le OOSS e le Istituzioni locali e che l'azienda è stata rimossa dalla lista delle aziende in crisi. In estate si è dimesso il CEO (Chief Executive Officer) ed il Presidente del Comitato di Sorveglianza.
  Il nuovo CEO, ha dato mandato al Comitato di Sorveglianza di proseguire il percorso già intrapreso dai predecessori. È stato confermato che AST non è asset strategico, ma allo stesso tempo non c’è nessuna intenzione di avviare il processo di vendita, visto l'andamento positivo dell'Azienda negli ultimi anni. Dal punto di vista operativo, AST è in linea con gli obiettivi di «budget» anche per l'acciaio liquido, si parlava infatti di una produzione di un 1 ml tons, l'obiettivo verrà superato, passando a 1,2 ml tons, il flusso di cassa sarà positivo e le performance registrate sulla sicurezza sono in miglioramento, AST sta lavorando per raggiungere l'obiettivo di zero infortuni. Il Progetto di recupero delle scorie si è chiuso dopo un lungo percorso di selezione, e a breve inizierà il lavoro di progettazione e realizzazione dell'impianto. Con riferimento agli investimenti inoltre, l'azienda nel quadriennio, ha superato l'obiettivo dei 170 mi di Euro (arrivando a 191 ml di Euro).
  Le OOSS hanno chiesto una interlocuzione con l'azienda in merito al piano industriale ed hanno confermato l'importanza degli investimenti continui per preservare la competitività aziendale. Hanno rimarcato il tema della sicurezza, che pur migliorando, grazie all'abbassamento dell'indice, non è sufficiente dati i gravi episodi che sono avvenuti.
  L'obiettivo del Governo è quello di monitorare con attenzione gli sviluppi, della vicenda. Conoscere costantemente gli aggiornamenti della situazione può portare a risultati costruttivi per la salvaguardia dei livelli occupazionali. In tal senso ce la volontà da parte di tutti di andare in questa direzione. L'affermazione che ha confermato la non strategicità di AST, porta a dire che bisogna proteggere i nostri settori e di tenere la massima attenzione in merito all'evoluzione della suddetta problematica.
  In conclusione si può affermare che una interlocuzione vera sulla cessione non è stata ancora avviata e che il fine del Governo è quello di prendere in carico la vicenda per la salvaguardia dei livelli occupazionali.

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ALLEGATO 3

5-00626 Pallini: Attivazione della procedura amministrativa per l'accesso ai benefici previdenziali di legge in favore dei lavoratori occupati in imprese che impiegano amianto, per gli anni 2019 e 2020.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Il beneficio previdenziale per esposizione all'amianto è previsto dall'articolo 1, comma 117, della legge 190/2014 (come modificato dall'articolo 1, comma 274, della legge 208/2015), in favore degli «ex lavoratori occupati nelle imprese che hanno svolto attività di coibentazione e bonifica, che hanno cessato il loro rapporto di lavoro per effetto della chiusura, dismissione o fallimento dell'impresa presso cui erano occupati e il cui sito è interessato da piano di bonifica da parte dell'ente territoriale».
  Tali soggetti, qualora risultino ammalati con patologia asbesto-correlata, hanno diritto ad una maggiorazione dell'anzianità assicurativa e contributiva non superiore a 5 anni ai fini del perfezionamento dei requisiti per la pensione di anzianità vigenti prima dell'entrata in vigore del decreto-legge n. 201/2011 di riforma pensionistica, utili a determinare la decorrenza del trattamento pensionistico nel corso degli anni 2015, 2016, 2017, 2018.
  In merito, l'onorevole interrogante rileva come la suddetta disciplina sia stata ulteriormente modificata dall'articolo 13-ter del decreto-legge n. 91 del 2017, convertito dalla legge 123/2017, che ha disposto l'applicazione del beneficio anche ai lavoratori che conseguono il diritto alla decorrenza del trattamento pensionistico nel corso degli anni 2019 e 2020.
  Alla luce di tale modifica legislativa, l'onorevole interrogante sottolinea come non sia stata ancora emanata una circolare applicativa da parte dell'INPS, finalizzata ad individuare le modalità di accesso, per gli anni 2019 e 2020, ai benefici previdenziali di cui alla legge n. 190/2014, così come modificata dalla legge n. 123 del 2017.
  Al riguardo si precisa che la menzionata modifica normativa, non ha richiesto l'adozione di atti ministeriali di decretazione, attuativi di norme primarie.
  A seguito di istruttoria attivata con l'INPS, si è a conoscenza che l'istituto ha in corso di predisposizione un messaggio, da sottoporre al Ministero del lavoro e delle politiche sociali per l'estensione del beneficio in parola agli anni 2019-2020.
  Questo Ministero, nell'ambito dei propri poteri di vigilanza, assicura che adotterà le necessarie iniziative nei confronti dell'istituto per consentire ai lavoratori interessati il più sollecito accesso alla agevolazione pensionistica prevista dalla legge n. 123 del 2017, verificando la puntuale diffusione alle sedi periferiche delle comunicazioni predisposte, in materia, dall'INPS.

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ALLEGATO 4

5-00627 Viscomi: Ricollocazione dei lavoratori eccedenti delle società a controllo pubblico inseriti nell'elenco gestito dall'Anpal.

TESTO DELLA RISPOSTA

  In merito all'interrogazione dell'onorevole Viscomi, si comunica quanto segue. L'articolo 25, comma 4, del decreto legislativo 19 agosto 2016 n. 175 «Testo unico sulle società a partecipazione pubblica», ha disposto il blocco delle assunzioni a tempo indeterminato nelle medesime società fino al 30 giugno 2018, salva la possibilità di assumere attingendo, con le modalità definite, agli elenchi di cui ai commi 2 e 3 del citato articolo.
  L'obiettivo di tale previsione era quello di favorire la ricollocazione dei lavoratori coinvolti nei processi di riorganizzazione delle società partecipate dalle pubbliche amministrazione.
  In attuazione del citato articolo 25 è stato adottato il decreto interministeriale del 9 novembre 2017, in base al quale l'ANPAL, dal 31 marzo al 30 giugno 2018, ha gestito gli elenchi del personale eccedente delle società a controllo pubblico e le richieste di autorizzazione per l'avvio delle procedure di assunzione a tempo indeterminato, esclusivamente per personale con profilo infungibile, in deroga alle previsioni di cui all'articolo 25, comma 4, ovvero personale non contemplato nei suddetti elenchi. Per facilitare la gestione di questo processo l'ANPAL ha messo a disposizione un apposito sistema ed ha emanato una serie di note tecniche, corredate da relative guide operative, fornendo assistenza alle Regioni ed alle Province Autonome, nonché alle società.
  La situazione dei dati sugli esuberi relativi alle società a partecipazione pubblica, al 30 giugno 2018, descrive un totale di 51 società che hanno dichiarato eccedenze in applicativo, per un totale di esuberi di personale di 868 unità. Non risultano eccedenze nelle seguenti Regioni/P.A.: Valle d'Aosta, Basilicata e Province Autonome di Trento e Bolzano.
  La Regione con il maggior numero di eccedenze è il Molise; seguono la Regione Lazio e l'Abruzzo. Le qualifiche del personale eccedente riguardano per lo più gruppi di professioni esecutive nel lavoro di ufficio e professioni con una qualificazione non elevata, principalmente con contratto di lavoro subordinato, a tempo indeterminato. I motivi di eccedenza del personale dichiarati dalle società in applicativo riguardano prevalentemente la liquidazione e la chiusura/cessazione attività.
  Quanto alle autorizzazioni all'avvio di procedure di assunzione in deroga, l'ANPAL, fino al 30 giugno 2018, ha richiesto, a tutte le società che presentavano istanza, di fornire la dovuta evidenza in merito alla verifica dell'infungibilità di tali profili rispetto a quelli presenti negli elenchi e sottoporre a colloquio tutti i nominativi presenti in elenco con il profilo ricercato, o ad esso assimilabile, inviando all'ANPAL stesso le evidenze circa gli esiti di tale verifica.
  Al 30 giugno 2018 risultano pervenute all'ANPAL n. 47 richieste per l'autorizzazione a nuove assunzioni a tempo indeterminato in deroga al divieto di cui all'articolo 25, comma 4. Sono anche pervenute n. 2 comunicazioni di avvenute assunzioni, tramite gli elenchi da parte di società a controllo pubblico e numerose Pag. 98generiche richieste di informazioni a cui l'Agenzia ha risposto attraverso puntuali e pronte informative.
  Su 42 richieste pervenute per assunzioni a tempo indeterminato, l'ANPAL ha accordato 26 autorizzazioni all'assunzione fuori dagli elenchi. Le autorizzazioni, in taluni casi, sono state accordate in quanto i profili presenti in elenco non avevano dato la loro disponibilità all'assunzione e/o al colloquio, seppur preventivamente contattati.

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ALLEGATO 5

5-00628 Murelli: Iniziative in materia pensionistica, con particolare riferimento all'introduzione della cosiddetta «quota 100».

TESTO DELLA RISPOSTA

  Vorrei qui illustrare uno degli obiettivi principali dell'agenda di questo Governo: il superamento della legge Fornero.
  Per ciò che riguarda il nostro sistema pensionistico riteniamo, infatti, non più rinviabili la previsione di nuovi canali di uscita che consentano, in presenza di una congrua contribuzione da parte del lavoratore, il conseguimento della prestazione pensionistica.
  L'obiettivo è quindi quello di approntare tutte quelle modifiche necessarie per agevolare l'uscita dal mercato del lavoro delle categorie ad oggi escluse, nella consapevolezza di dover rispettare non solo i vincoli di bilancio, ma altrettanto importanti parametri costituzionali come l'articolo 36 della Carta, che ci impone di garantire ad ogni lavoratore una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro, e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un'esistenza libera e dignitosa.
  Cercheremo, infatti, di consentire a lavoratori che già hanno prestato la loro attività per un numero consistente di anni di uscire dal mondo del lavoro con la garanzia di un reddito da pensione che rispetti i parametri costituzionali della adeguatezza e della proporzionalità.
  Non trascureremo, al contempo, di valutare la fattibilità di misure che tutelino massimamente i lavoratori che hanno svolto attività particolarmente usuranti e gravose.
  In questa prospettiva si colloca, altresì, la pensione di cittadinanza che darà sostegno a tutte quelle fasce di popolazione che non raggiungono la soglia di povertà, quantificata dall'OCSE in 780 euro al mese.
  Questa così come altre importanti misure saranno centrali nella prossima legge di bilancio e nel successivo percorso del nostro Governo, certi di dare risposte efficaci alle istanze di cittadini e lavoratori.

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ALLEGATO 6

5-00629 Rizzetto: Iniziative per favorire una positiva definizione della vertenza che coinvolge il personale dell'azienda Unopiù.

TESTO DELLA RISPOSTA

  La società Unopiù opera principalmente nel settore della produzione e commercializzazione di mobili e complementi d'arredo per esterni e ha sede a Soriano del Cimino in provincia di Viterbo.
  La situazione di crisi risale al 2008 ed ha subito negli anni successivi un ulteriore peggioramento, tanto che nel novembre 2014 il tribunale di Roma ha ammesso la società alla procedura di concordato preventivo in continuità.
  La crisi è stata affrontata nel tempo con l'utilizzo di ammortizzatori sociali, tanto che la Unopiù ha usufruito di più periodi di intervento della Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria.
  Da ultimo, la società Unopiù, al fine di evitare i licenziamenti, ha fatto ricorso ad un contratto di solidarietà difensivo per complessivi 36 mesi, scaduti il 24 settembre 2018 e non più prorogabili per raggiungimento dei limiti massimi.
  In data 14 settembre 2018, la società ha attivato la procedura di licenziamento collettivo per un esubero di 39 lavoratori su un organico di 131 dipendenti.
  Lo stabilimento e sito logistico interessato dalla procedura di licenziamento collettivo è situato a Soriano del Cimino (VT), pertanto, la competenza territoriale a trattare l'eventuale fase istituzionale della procedura appartiene alla Regione Lazio.
  In ogni caso, il Ministero che rappresento è disponibile, laddove fosse avanzata una richiesta in tal senso, a partecipare ad un tavolo di concertazione anche in raccordo con il Ministero dello sviluppo economico al fine di vagliare eventuali soluzioni alternative a tutela dei livelli occupazionali.

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ALLEGATO 7

5-00630 Polverini: Stipula delle convenzioni tra l'INPS e le organizzazioni sindacali dei medici di medicina generale per lo svolgimento degli accertamenti medico-legali sui lavoratori assenti per malattia.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con un decreto legislativo ad hoc, nel maggio 2017, è stata data attuazione ad una parte della cosiddetta Riforma Madia ed in particolare si è accentrata sull'INPS la competenza in materia di visite fiscali sia per i dipendenti pubblici sia per quelli del settore privato.
  Nello specifico, si è prevista la stipula di convenzioni tra l'INPS e le organizzazioni sindacali di categoria.
  A partire dal 4 ottobre 2017 l'Inps ha convocato, in plenaria o in sessioni separate, le associazioni e organizzazioni sindacali per addivenire ad un accordo sul testo della convenzione. L'Istituto ha tentato la strada della massima inclusione di tutte le rappresentanze dei medici fiscali e della definizione di un testo convenzionale che incontrasse il gradimento e l'approvazione di tutte loro. Fin dall'inizio, tuttavia, le trattative sono state frenate dalle obiezioni di alcune organizzazioni dei medici sulla rappresentanza e rappresentatività sindacale e su chi fosse abilitato a trattare e sottoscrivere la convenzione con Inps.
  L'Istituto ha, pertanto, individuato, come unica soluzione percorribile, quella di coinvolgere le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative sui tavoli della Struttura Interregionale Sanitari Convenzionati (SISAC) della medicina convenzionata con il Sistema Sanitario Nazionale (SSN), per la medicina generale e la medicina specialistica ambulatoriale.
  L'esclusione di talune Organizzazioni, derivante dall'adozione di tale criterio, ha purtroppo innescato da parte delle medesime organizzazioni un contenzioso davanti il Tribunale di Roma che il 6 giugno scorso ha decretato il comportamento antisindacale dell'Inps.
  L'Inps ha fatto sapere di aver fatto opposizione a tale decreto e la relativa udienza di discussione è stata fissata a febbraio 2019.
  La vicenda giudiziale ha nei fatti vanificato il lungo e proficuo lavoro di trattativa per la definizione di un testo convenzionale che, nel tempo, aveva progressivamente avvicinato le posizioni delle due parti e sul quale testo, nei primi mesi del 2018, si era registrato un ampio consenso da parte della maggioranza delle organizzazioni dei medici.
  In conclusione, posso assicurare che il Ministero del lavoro, consapevole del delicato e importante ruolo svolto dai medici fiscali e della necessità di garantire appropriate tutele a tali lavoratori, continuerà a monitorare la vicenda che potrà trovare una definitiva conclusione probabilmente solo all'esito del citato contenzioso giudiziario.