ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN COMMISSIONE 7/00025

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 25 del 12/07/2018
Abbinamenti
Atto 7/00052 abbinato in data 26/09/2018
Atto 7/00056 abbinato in data 03/10/2018
Approvazione risoluzione conclusiva
Atto numero: 8/00003
Firmatari
Primo firmatario: D'ARRANDO CELESTE
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 12/07/2018
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
LOREFICE MARIALUCIA MOVIMENTO 5 STELLE 12/07/2018
BARONI MASSIMO ENRICO MOVIMENTO 5 STELLE 12/07/2018
BOLOGNA FABIOLA MOVIMENTO 5 STELLE 12/07/2018
CHIAZZESE GIUSEPPE MOVIMENTO 5 STELLE 12/07/2018
LAPIA MARA MOVIMENTO 5 STELLE 12/07/2018
MAMMI' STEFANIA MOVIMENTO 5 STELLE 12/07/2018
NAPPI SILVANA MOVIMENTO 5 STELLE 12/07/2018
NESCI DALILA MOVIMENTO 5 STELLE 12/07/2018
PROVENZA NICOLA MOVIMENTO 5 STELLE 12/07/2018
SAPIA FRANCESCO MOVIMENTO 5 STELLE 12/07/2018
SARLI DORIANA MOVIMENTO 5 STELLE 12/07/2018
SPORTIELLO GILDA MOVIMENTO 5 STELLE 12/07/2018
TRIZZINO GIORGIO MOVIMENTO 5 STELLE 12/07/2018
TROIANO FRANCESCA MOVIMENTO 5 STELLE 12/07/2018
VOLPI LEDA MOVIMENTO 5 STELLE 12/07/2018


Commissione assegnataria
Commissione: XII COMMISSIONE (AFFARI SOCIALI)
Stato iter:
24/10/2018
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 13/09/2018
D'ARRANDO CELESTE MOVIMENTO 5 STELLE
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 13/09/2018
NOVELLI ROBERTO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
SIANI PAOLO PARTITO DEMOCRATICO
BARONI MASSIMO ENRICO MOVIMENTO 5 STELLE
PANIZZUT MASSIMILIANO LEGA - SALVINI PREMIER
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 19/09/2018
LOREFICE MARIALUCIA MOVIMENTO 5 STELLE
DE FILIPPO VITO PARTITO DEMOCRATICO
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 03/10/2018
LOREFICE MARIALUCIA MOVIMENTO 5 STELLE
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 10/10/2018
BOLDI ROSSANA LEGA - SALVINI PREMIER
TIRAMANI PAOLO LEGA - SALVINI PREMIER
NOVELLI ROBERTO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
BELLUCCI MARIA TERESA FRATELLI D'ITALIA
D'ARRANDO CELESTE MOVIMENTO 5 STELLE
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 17/10/2018
NOVELLI ROBERTO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
DE FILIPPO VITO PARTITO DEMOCRATICO
 
PARERE GOVERNO 24/10/2018
BARTOLAZZI ARMANDO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SALUTE)
 
INTERVENTO GOVERNO 24/10/2018
BARTOLAZZI ARMANDO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SALUTE)
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 24/10/2018
TIRAMANI PAOLO LEGA - SALVINI PREMIER
NOVELLI ROBERTO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
PEDRAZZINI CLAUDIO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
DE FILIPPO VITO PARTITO DEMOCRATICO
D'ARRANDO CELESTE MOVIMENTO 5 STELLE
 
DICHIARAZIONE VOTO 24/10/2018
BELLUCCI MARIA TERESA FRATELLI D'ITALIA
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 13/09/2018

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 13/09/2018

DISCUSSIONE IL 19/09/2018

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 19/09/2018

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 26/09/2018

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 26/09/2018

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 03/10/2018

DISCUSSIONE IL 03/10/2018

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 03/10/2018

DISCUSSIONE IL 10/10/2018

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 10/10/2018

DISCUSSIONE IL 17/10/2018

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 17/10/2018

ATTO MODIFICATO IN CORSO DI SEDUTA IL 24/10/2018

ACCOLTO IL 24/10/2018

PARERE GOVERNO IL 24/10/2018

DISCUSSIONE IL 24/10/2018

APPROVATO (RISOLUZIONE CONCLUSIVA) IL 24/10/2018

CONCLUSO IL 24/10/2018

Atto Camera

Risoluzione in commissione 7-00025
presentato da
D'ARRANDO Celeste
testo di
Giovedì 12 luglio 2018, seduta n. 25

   La XII Commissione,

   premesso che:

    secondo l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) l'obesità rappresenta uno dei principali problemi di salute nel mondo. Nonostante l'alto grado di malnutrizione tuttora esistente sul pianeta, si è di fronte a una vera e propria epidemia globale, che si sta diffondendo in molti Paesi e che può causare, in assenza di azioni immediate, problemi sanitari molto gravi;

    secondo i dati forniti dall'Oms, nel 2016 tra gli oltre 1,9 miliardi di adulti sovrappeso, 650 milioni, di cui il 39 per cento uomini e il 40 per cento donne, e 124 milioni di bambini erano obesi con un forte aumento di incidenza delle patologie non trasmissibili; complessivamente, nel 2016 circa il 13 per cento della popolazione adulta nel mondo (l'11 per cento degli uomini e il 15 per cento delle donne) era obeso. La prevalenza mondiale dell'obesità è quasi triplicata tra il 1975 e il 2016;

    sempre secondo l'Oms nel 2016, circa 41 milioni di bambini di età inferiore ai 5 anni erano in sovrappeso o obesi; oltre 340 milioni di bambini e adolescenti di età compresa tra 5 e 19 anni erano in sovrappeso o obesi; la prevalenza di sovrappeso e obesità tra i bambini e gli adolescenti di età compresa tra 5 e 19 anni è aumentata dal 4 per cento nel 1975 a più del 18 per cento nel 2016;

    un problema particolarmente grave è quello dell'insorgenza dell'obesità tra bambini e adolescenti, esposti fin dall'età infantile a difficoltà respiratorie, problemi articolari, mobilità ridotta, ma anche disturbi dell'apparato digerente e di carattere psicologico;

    chi è obeso in età infantile lo è spesso anche da adulto e aumenta dunque il rischio di sviluppare precocemente malattie di natura cardiovascolare (ipertensione, malattie coronariche, tendenza all'infarto) e condizioni di alterato metabolismo, come il diabete di tipo 2 o l'ipercolesterolemia; obesità e sovrappeso sono ormai universalmente riconosciute come fattori di rischio per le principali malattie croniche e condizioni associate a morte prematura;

    anche a livello psicologico, l'obesità può incidere in modo sconvolgente; infatti, chi è obeso spesso viene isolato e sottoposto a una vera e propria stigmatizzazione sociale, che rende difficile qualunque tipo di socialità. In particolare, i bambini in sovrappeso tendono a sviluppare un rapporto difficile con il proprio corpo e con i propri coetanei, con conseguente isolamento, che spesso si traduce in ulteriori abitudini sedentarie, creando un circolo vizioso pericolosissimo;

    peraltro, l'obesità comporta elevati costi per la società: costi diretti, costituiti dalle risorse spese per la diagnosi ed il trattamento dell'obesità in se stessa e delle patologie ad esso correlate, e costi indiretti, dovuti alla perdita di produttività causata dalle maggiori assenze dal lavoro delle persone obese e dalla loro morte prematura (Organizzazione mondiale della sanità, 2000; Yach et al. 2006; Hu, 2008); secondo le ultime stime dell'Organizzazione mondiale della sanità, circa il 7 per cento del budget sanitario dei Paesi europei viene speso per malattie legate all'obesità (EU action plan on childhood obesity 2014-2020);

    per affrontare e gestire la crisi globale di obesità infantile, l'Oms ha istituito la Commission on Ending Childhood Obesity per individuare quali approcci e interventi di contrasto all'obesità si siano dimostrati più efficaci nei diversi Paesi del mondo. Nel 2016 la Commissione ha redatto una relazione contenente sei raccomandazioni necessarie per far fronte all'ambiente «obesogenico» e ai periodi cruciali della vita per contrastare l'obesità infantile; nel 2017 l'Assemblea mondiale della sanità ha accolto con favore la relazione della Commissione e il piano di attuazione per guidare i Paesi ad agire per eseguire le succitate raccomandazioni;

    a livello europeo, il documento più importante è l’Action Plan on Childhood Obesity 2014-2020, il Piano d'azione contro l'obesità infantile pubblicato a febbraio 2014. In particolare, il testo identifica 8 aree prioritarie di intervento, fornisce una base su cui lavorare per implementare le politiche nazionali di contrasto all'obesità infantile (bambini e ragazzi di 0-18 anni) e individua le 3 principali tipologie di stakeholder che possono giocare un ruolo importante nel raggiungimento degli obiettivi;

    l'Ufficio europeo dell'Oms, inoltre, ha promosso l'iniziativa Childhood Obesity Surveillance Initiative (Cosi) per raccogliere dati confrontabili sulla diffusione dell'eccesso ponderale nella regione e permettere di fare un confronto tra i Paesi (più di 30, tra cui anche l'Italia) che partecipano alla sorveglianza europea;

    la prevenzione rappresenta senz'altro la principale azione da intraprendere per affrontare il problema; soprattutto l'obesità infantile è possibile contrastarla con campagne di informazione capillare a partire dalle scuole e nella società allo scopo di orientare i bambini e i genitori verso una scelta alimentare sana ed incentivando e favorendo una attività fisica regolare;

    nell'ambito della prevenzione, l'industria alimentare può svolgere un ruolo significativo nella promozione di diete sane, riducendo il contenuto di grassi, zucchero e sale degli alimenti trasformati, limitando la commercializzazione di alimenti ricchi di zuccheri, sale e grassi, specialmente quelli destinati a bambini e adolescenti;

    le stesse finalità delle raccomandazioni succitate erano riferite al rafforzamento, presso gli Stati membri dell'Organizzazione mondiale della sanità di politiche in merito alle comunicazioni di marketing alimentare rivolto ai minori, con lo scopo di mitigare/ridurre l'impatto sui bambini della commercializzazione di alimenti con un alto tasso di grassi saturi, acidi grassi, zuccheri e sali liberi;

    nonostante in molti paesi membri dell'Oms siano già in vigore alcune norme applicate al marketing alimentare rivolto ai bambini, l'Oms avrebbe individuato una serie di lacune legislative a livello globale su molti aspetti: in primo luogo riscontrando forti differenze tra uno Stato e l'altro; è stata inoltre, constatata la presenza di alcune linee guida nazionali poco efficaci su contenuti e forme delle campagne di marketing rivolte ai bambini;

    allo stesso tempo è stata appurata, in molti Stati, l'assenza di regolamenti e di leggi che regolano promozioni e sponsorizzazioni ai alimenti nelle scuole e via internet; per l'Oms i codici di autoregolamentazione, i divieti di legge, nel contesto del marketing alimentare per i bambini, sono aggirati da tecniche pubblicitarie;

    sempre secondo l'Oms un miglioramento della salute pubblica e il contrasto all'obesità infantile, si potrebbero avere con lo sviluppo delle buone prassi nel marketing alimentare per i bambini, e dovrebbe vedere impegnati la sanità pubblica, la stessa industria alimentare, soprattutto per quanto riguarda la pubblicità televisiva;

    in Paesi come il Regno Unito, dal 2005; sono in atto divieti per la pubblicità in televisione per cibi ricchi di grassi, zuccheri e sali durante i programmi televisivi per bambini sotto i 16 anni; di conseguenza, dal 2009, si è appurato che è avvenuta una riduzione di questo tipo di pubblicità del 37 per cento; in Spagna e Norvegia sono stai siglati accordi di autoregolamentazione con aziende alimentari, che, per scelta volontaria, adottano un ridimensionamento della pubblicità dei prodotti alimentari per bambini;

    l'Economist Intelligence Unit e la Fondazione Barilla Center for Food & Nutrition hanno elaborato un indice di sostenibilità alimentare (Food Sustainability Index) e stilato una classifica che mette a confronto 34 Paesi del mondo in base all'impatto ambientale e socioeconomico dei loro modelli alimentari. L'Italia è quarta nella classifica della sostenibilità alimentare, dopo Francia, Spagna e Portogallo e, nell'ambito di questa classifica, il fattore di criticità è correlato all'obesità infantile e alla carente educazione alimentare; mentre, nell'indice parziale dedicato alle sfide nutrizionali, l'Italia risulta essere ottava, dopo Francia, Portogallo, Grecia, Spagna, Israele, Turchia e Tunisia;

    nel succitato indice si legge: «La posizione sorprendentemente bassa occupata dall'Italia in questa classifica (8° posto) è essenzialmente riconducibile alla voce che riguarda l'obesità infantile (nonostante vi sia stato un leggero miglioramento negli ultimi anni), nonché a un punteggio relativamente basso per i modelli alimentari (soprattutto a causa di una scarsa educazione nutrizionale e a un numero relativamente alto di persone che mangiano nei fast food). Il punteggio basso riportato alla voce modelli alimentari potrebbe essere in parte dovuto al fatto che, a seguito della crisi finanziaria mondiale del 2008-09, in Italia è aumentato in maniera significativa il numero di persone che vivono al di sotto della soglia di povertà nazionale (il 29 per cento, rispetto al 14 per cento in Francia e al 19 per cento in Portogallo)»;

    secondo l'ultimo dato rilevato dal Sistema di sorveglianza «Okkio alla Salute», promosso dal Ministero della salute/Ccm (Centro per il Controllo e la prevenzione delle malattie), coordinato dall'Istituto superiore di sanità e illustrato presso l'Auditorium «Biagio D'Alba» del Ministero della Salute, nel corso del convegno «Dieci anni di OKkio alla SALUTE, i risultati della V raccolta dati e le sfide future», i bambini obesi e in sovrappeso nel nostro Paese sono diminuiti del 13 per cento in meno di dieci anni;

    un dato che, se pure conferma la lenta ma costante diminuzione del fenomeno, non fa avanzare l'Italia nella classifica dei peggiori Paesi europei per obesità infantile, come dimostra la Childhood Obesity Surveillance Initiative – «COSI» della regione europea dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms), iniziativa internazionale a cui partecipano più di 30 Paesi e in cui l'Italia figura tra le nazioni con i più elevati livelli di sovrappeso e obesità;

    peraltro, le Nazioni Unite hanno dichiarato il periodo 2016-2025 «Decade della nutrizione», dunque diventa più che mai necessario intraprendere politiche e assumere impegni mirati ad arginare e risolvere il problema;

    il Fondo mondiale per la ricerca sul cancro dichiara che «limitare il consumo di cibi ad alta densità calorica ed evitare il consumo di bevande zuccherate» è la prima raccomandazione alimentare a cui è giunto il comitato di esperti dopo aver esaminato tutti gli studi scientifici su dieta e cancro;

    lo zucchero è presente in molti alimenti di consumo dove normalmente il consumatore generico non penserebbe di trovarlo, ad esempio in diversi prodotti in scatola, nei sughi pronti, nella maionese, nelle fette biscottate, nel pane, nello yogurt, nei succhi di frutta, e altro e probabilmente è utilizzato come edulcorante per camuffare il gusto di alimenti di qualità scadente che altrimenti sarebbero sgradevoli;

    pertanto, una riduzione degli zuccheri significherebbe, non solo migliorare la nostra salute, ma anche contribuire indirettamente ad offrire alimenti di maggior qualità, con particolare riguardo ai più giovani verso un futuro più sano quando saranno adulti e di ridurre significativamente la spesa sanitaria legata ai fenomeni dell'obesità;

    l'approccio educazionale, secondo molti esperti, è fondamentale per ottenere risultati concreti e duraturi perché solo la consapevolezza può spingere i consumatori a fare scelte razionali ogni giorno, respingendo l'assalto del marketing della malnutrizione;

    oltre allo zucchero, i grassi saturi, risultano essere tra i maggiori indiziati dell'obesità infantile. Tra di essi, l'olio di palma, la cui composizione risulta essere, per percentuale di grassi saturi contenuti, simile a quella del burro e del lardo. Al contrario, infatti, di altri oli vegetali (olio d'oliva, olio di semi), quelli tropicali contengono un'elevata percentuale di acidi grassi saturi (92 per cento nell'olio di cocco, 82 per cento nell'olio di palmisto e 49 per cento in quello di palma), prerogativa che conferisce all'olio consistenza solida o semi-solida a temperatura ambiente, ma che solleva non pochi dubbi sui rischi per la salute umana legati alla sua assunzione,

impegna il Governo:

   a promuovere campagne di sensibilizzazione per mezzo di specifici spot sui principali organi di stampa e/o con pubblicità progresso in televisione per indicare i valori di una sana alimentazione, ossia di un'alimentazione con minor presenza di grassi e zuccheri, con l'obiettivo di evitare che la piaga dell'obesità si estenda in modo irreversibile;

   a promuovere campagne di sensibilizzazione per i bambini e le loro famiglie, sull'acquisto consapevole dei prodotti alimentari per disincentivare il consumo di snack e dolciumi confezionati, responsabili dell'obesità infantile;

   ad intraprendere iniziative urgenti ed incisive per contrastare la diffusione del fenomeno dell'obesità, investendo nella prevenzione, anche con il coinvolgimento attivo di settori della società esterni al sistema sanitario, sia istituzionali che della società civile, così come raccomandato dall'Unione europea (Ue) e dall'Oms, attraverso strategie e piani d'azione;

   ad intraprendere ogni iniziativa di competenza per la promozione e la protezione dell'allattamento al seno materno, che l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ed il Fondo delle Nazioni Unite per l'infanzia (Unicef) raccomandano come la pratica che facilita una crescita sana e lo sviluppo dei lattanti e dei bambini;

   ad assumere iniziative per quanto di competenza, per attuare le raccomandazioni contenute nella risoluzione WHA63 14, approvata il 21 maggio 2010, dalla sessantatreesima Assemblea mondiale della sanità, sulla commercializzazione di prodotti alimentari e bevande non alcoliche per bambini, al fine in particolare di:

    a) ridurre l'impatto sui bambini della commercializzazione di alimenti ricchi di grassi saturi, acidi grassi, zuccheri e sali liberi;

    b) intervenire affinché i luoghi (asili, scuole, cortili delle scuole e centri di pre-scuola, parchi giochi, cliniche della famiglia e del bambino e dei servizi pediatrici e durante tutte le attività sportive e culturali) dove i bambini si riuniscono, siano liberi da ogni forma diretta ed indiretta di commercializzazione e di pubblicizzazione di alimenti con grassi saturi, acidi grassi, zuccheri e sali liberi;

    c) sviluppare politiche di contenimento del marketing alimentare sui bambini, con la predisposizione di misure che proteggano l'interesse pubblico;

    d) cooperare con gli altri Stati membri Oms per avviare le iniziative necessarie per ridurre l'impatto della commercializzazione transfrontaliera di alimenti con grassi saturi, acidi grassi, zuccheri e sali liberi;

    e) approntare meccanismi specifici ed eventuali norme attuative per il contenimento del marketing alimentare per i bambini, corredati dalle definizioni di sanzioni (per comportamenti lesivi della salute dei cittadini e in particolare dei bambini) e di un sistema per la notifica di reclami;

    f) prevedere un sistema di monitoraggio per garantire la conformità degli obiettivi in merito al contenimento dell'impatto del marketing alimentare sui bambini che includa soggetti che non hanno conflitto di interesse;

    g) predisporre un sistema per valutare l'efficacia delle norme sul contenimento dell'impatto del marketing alimentare sui bambini in relazione ad un contesto più generale, e in particolare per quanto riguarda la misurazione delle variazioni di vendita o di quote di mercato di alimenti con grassi saturi, acidi grassi, zuccheri e sali liberi;

    h) identificare le informazioni e la natura degli effetti del marketing alimentare rivolto ai bambini per sviluppare ulteriori ricerche in questo campo al fine di ridurre l'impatto sui bambini della commercializzazione di alimenti con grassi saturi, acidi grassi, zuccheri e sali liberi;

   ad assumere iniziative per attuare le raccomandazioni contenute nelle due risoluzioni sulla nutrizione (la WHA69.8 e la WHA69.9) adottate nella 69esima Assemblea internazionale dell'Organizzazione mondiale per la sanità, la WHA69 (World Health Organization) nella seduta del 28 maggio 2016, che invitano in particolare:

    a mettere in campo politiche concrete e impegni finanziari per migliorare la dieta delle persone, e di riferire regolarmente sulle politiche e gli investimenti;

    a guidare e implementare programmi di nutrizione nazionali e monitoraggio di supporto e meccanismi di segnalazione;

    a porre fine alla promozione inadeguata di alimenti per neonati e bambini, e dunque a proteggere, promuovere e sostenere l'allattamento al seno;

   ad assumere iniziative volte a vietare l'utilizzo dei personaggi dei cartoon e delle trasmissioni televisive per promuovere il cibo ad alto contenuto di grassi, zuccheri e sale;

   ad adottare iniziative finalizzate a ridurre, anche sul web, l'esposizione di bambini e adolescenti a pubblicità e operazioni di marketing inappropriate, compresi i videogiochi realizzati per comunicare messaggi pubblicitari;

   ad assumere iniziative normative affinché, nelle confezioni dei prodotti destinati ai più giovani e nelle bevande zuccherate, siano riportate etichette o scritte che indichino il rischio di obesità associato al consumo squilibrato dello zucchero (saccarosio, fruttosio e sciroppo di glucosio e fruttosio) in esso contenute;

   ad intraprendere iniziative di carattere informativo, oltre che normative, volte a disincentivare presso i produttori l'utilizzo dell'olio di palma o palmisto come ingrediente nelle preparazioni alimentari, in vista di una sostituzione con oli che non siano nocivi per la salute e per l'ambiente e che incentivino altresì le economie nazionali e i settori agricoli interessati (olio di semi di girasole, olio d'oliva, e altro);

   ad assumere iniziative, per quanto di competenza, per sostenere e incoraggiare, presso le scuole e gli istituti di formazione, progetti didattici legati all'educazione alimentare, intesa come conoscenza dei prodotti, delle etichette, della provenienza degli alimenti, della pericolosità del cibo e delle bevande con scarso apporto nutrizionale, del corretto consumo, del contrasto allo spreco, dello stile di vita attivo, nonché dell'importanza dei prodotti tipici, biologici, a «chilometro zero», e «chilometro utile», per accrescere negli studenti il senso di responsabilità sociale, verso la propria salute e l'ambiente, nonché il rispetto della biodiversità, in quanto conoscenze imprescindibili;

   ad inviare alle competenti commissioni parlamentari una relazione su come, e se, siano state attuate le raccomandazioni dell'Organizzazione mondiale della sanità, più volte citate nel presente atto, in materia di commercializzazione di prodotti alimentari e di bevande non alcoliche ai minori (la risoluzione WHA63.14) e le due risoluzioni in materia di nutrizione (la WHA69.8 e la WHA69.9).
(7-00025) «D'Arrando, Lorefice, Massimo Enrico Baroni, Bologna, Chiazzese, Lapia, Mammì, Nappi, Nesci, Provenza, Sapia, Sarli, Sportiello, Trizzino, Troiano, Leda Volpi».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

malattia

risoluzione

marketing