ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN COMMISSIONE CONCLUSIVA DI DIBATTITO 8/00065

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: del 26/02/2020
Risoluzione conclusiva di dibattito su
Atto numero: 7/00406
Firmatari
Primo firmatario: EHM YANA CHIARA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 26/02/2020
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
SURIANO SIMONA MOVIMENTO 5 STELLE 26/02/2020
CABRAS PINO MOVIMENTO 5 STELLE 26/02/2020
QUARTAPELLE PROCOPIO LIA PARTITO DEMOCRATICO 26/02/2020
MIGLIORE GENNARO ITALIA VIVA 26/02/2020
BOLDRINI LAURA PARTITO DEMOCRATICO 26/02/2020
DEL GROSSO DANIELE MOVIMENTO 5 STELLE 26/02/2020
DI STASIO IOLANDA MOVIMENTO 5 STELLE 26/02/2020
EMILIOZZI MIRELLA MOVIMENTO 5 STELLE 26/02/2020
LA MARCA FRANCESCA PARTITO DEMOCRATICO 26/02/2020
OLGIATI RICCARDO MOVIMENTO 5 STELLE 26/02/2020
ROMANIELLO CRISTIAN MOVIMENTO 5 STELLE 26/02/2020
SIRAGUSA ELISA MOVIMENTO 5 STELLE 26/02/2020
FASSINO PIERO PARTITO DEMOCRATICO 26/02/2020


Commissione assegnataria
Commissione: III COMMISSIONE (AFFARI ESTERI E COMUNITARI)
Stato iter:
26/02/2020
Fasi iter:

COLLEGA (RISCON) IL 26/02/2020

APPROVATO IL 26/02/2020

CONCLUSO IL 26/02/2020

Atto Camera

Risoluzione conclusiva 8-00065
presentato da
EHM Yana Chiara
testo di
Mercoledì 26 febbraio 2020 in Commissione III (Affari esteri)

Risoluzione n. 7-00406 Ehm: Sui recenti sviluppi della situazione in Iraq.

RISOLUZIONE APPROVATA DALLA COMMISSIONE

  La III Commissione,
   premesso che:
    l'Iraq vive da decenni guerre e divisioni politico-partitiche che hanno portato a caos e movimenti interni al Paese che non si sono mai arrestati. Dalla guerra con l'Iran, all'intervento militare del 2003 da parte degli Stati Uniti, con la caduta del regime di Saddam, fino alla nascita del sedicente Stato Islamico (Daesh), larga parte della popolazione ha convissuto per buona parte della propria vita con la guerra. Vi è una generazione che è quella dei giovani di oggi, che costituiscono il 70 per cento della popolazione, che non ha conosciuto nient'altro che violenza, conflitto e terrorismo;
    dal 1o ottobre 2019 in Iraq milioni di giovani si sono riversati nelle piazze in quella che può essere definita la più forte ondata popolare di mobilitazione dall'azione statunitense del 2003, che ha coinvolto dieci governatorati su diciotto. Nel movimento di protesta, oltre alle proteste contro il Governo, la corruzione, la mancanza di libertà di espressione ed il sistema politico, si denota una vera trasformazione culturale e sociale, lontana dai settarismi, con la volontà di chiudere con il passato e la vecchia classe politica e portare ad un cambiamento totale;
    alle proteste hanno fatto seguito violente repressioni, condotte sia da parte delle forze armate irachene, sia da parte di milizie armate non identificabili. È stato stimato che, dall'inizio della protesta, fino a metà gennaio 2020, ci sono state circa 670 persone uccise, migliaia di persone sono state arrestate o rapite ed oltre ventimila risulterebbero essere i feriti. La maggior parte delle vittime è stata causata dall'uso indiscriminato di armi e dal lancio di lacrimogeni ad altezza uomo;
    i manifestanti, ad ogni modo, hanno continuato le proteste pacifiche nelle settimane a seguire, organizzando postazioni fisse che garantiscono cura, assistenza legale, cibo, attività culturali, ecologiste, usano i social media come mezzo di comunicazione e informazione (anche se il Governo più volte ha bloccato internet nel Paese, come accaduto nello shut down all'inizio delle proteste);
    le richieste del movimento, giunte a inizio dicembre 2019, erano la nascita di un governo indipendente, l'approvazione di una riforma e le dimissioni del Primo Ministro Madhi. A dicembre il Primo Ministro Mahdi si è dimesso e il 1o febbraio è stato dato a Mohamed Tawfiq Allawi l'incarico di costituire un nuovo Esecutivo;
    il 5 dicembre 2019 il Parlamento iracheno ha approvato all'unanimità una legge relativa alla commissione elettorale: essa non sarà più formata su basi partitiche, ma composta da nove membri, di cui sette giudici, estratti a sorte, e due scelti dal Consiglio consultivo statale, massima istituzione di giustizia amministrativa dell'Iraq. Inoltre, il 25 dicembre 2019 il Parlamento ha approvato una nuova legge elettorale, che garantisce la possibilità di candidature indipendenti dai partiti;
    la situazione, tuttavia, si è improvvisamente aggravata dopo gli attacchi statunitensi nel bombardamento con droni del 3 gennaio 2020 e con la conseguente l'uccisione del generale iraniano Souleimani e del comandante della milizia irachena Al Muhandis, a cui è seguito il lancio di missili da parte dell'Iran verso le basi Usa in Iraq, che non hanno causato vittime tra i soldati;
    dopo questi attacchi i giovani iracheni sono tornati a manifestare con più forza, ricordando che l'Iraq è indipendente e non vuole nessuna ingerenza esterna, rimanendo in una protesta estremamente organizzata, non violenta, in cui anche le donne hanno un ruolo da protagoniste;
    lo stesso Parlamento iracheno, il 5 gennaio 2020 – dopo che la NATO il 4 gennaio 2020 aveva sospeso ogni attività addestrativa nel Paese – ha approvato una risoluzione che chiede al Governo di revocare la richiesta di assistenza avanzata nel 2014 alla Coalizione internazionale anti-Daesh, di denunciare ogni accordo internazionale in vigore che autorizzi forze armate di un Paese straniero ad utilizzare il territorio, lo spazio aereo e marittimo dell'Iraq, di adire, attraverso il Ministero degli esteri il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite in merito alle azioni compiute dalle forze armate degli Stati Uniti in violazione della sovranità irachena e di dare immediato avvio ad un'accurata richiesta sui fatti occorsi;
    l'Italia ha in Iraq una presenza importante, con il dispiegamento del contingente militare più grande in loco dopo quello americano, rimasto fortunatamente illeso dai bombardamenti iraniani, e svolge importanti attività di addestramento e formazione delle forze militari irachene;
    il 17 dicembre 2019 la piattaforma «Iraqi Civil Society Solidarity Initiative» (ICSSI), costituita da associazioni, organizzazioni sindacali e politiche internazionali, ha inviato una lettera-appello al Governo iracheno, firmata da ventinove importanti personalità internazionali, in solidarietà con le richieste della protesta;
    la spirale di caos e violenza che oramai da tanto tempo soffoca l'Iraq rischia di destabilizzare ulteriormente l'intera regione, alimentando la crescita di gruppi terroristici che trovano nuova linfa dai momenti di tensione come questo;
    il Consiglio dei Ministri degli affari esteri dell'Unione europea, nella riunione del 10 gennaio 2020, ha discusso dell'impatto di questi sviluppi sulla coalizione internazionale coinvolta nella lotta contro Daesh, ribadendo il sostegno alla stabilità e alla ricostruzione dell'Iraq;
    nell'auspicio che si possano proseguire e rafforzare le attività diplomatiche, di cooperazione e quelle di addestramento e formazione delle forze armate locali da parte dei nostri militari già impegnati in Iraq, valorizzandone gli effetti positivi sulla tutela dei diritti umani e sulle pratiche corrette relative alle misure di contenimento di massa, non violento, verso la folla nelle manifestazioni di piazza, dove l'uso eccessivo di armi invece che disperdere i manifestanti ha provocato vittime,

impegna il Governo:

   ad adottare le iniziative di competenza affinché le autorità irachene rispettino gli obblighi derivanti innanzitutto dall'ordinamento internazionale in materia di diritti umani, con particolare riferimento alla libertà di riunione e di associazione, affinché prevengano un ingiustificato uso della forza contro i dimostranti da parte delle Forze di Sicurezza e ne contrastino il ricorso da parte di gruppi armati diversi e non direttamente controllati dal Governo, e perché si astengano dalle detenzioni arbitrarie di manifestanti pacifici e difensori dei diritti umani e da restrizioni della libertà di stampa;
   ad adottare iniziative di competenza per sostenere le organizzazioni della società civile irachena contro la violazione dei diritti umani e contribuire all’empowerment della società stessa con progetti di formazione e sostegno;
   ad adottare le iniziative di competenza, nel quadro dell'attività dei competenti organismi internazionali per fornire assistenza alla commissione elettorale per il monitoraggio delle prossime elezioni in Iraq;
   a continuare a sostenere le attività dell'Unione europea in Iraq per consolidare, tramite la Missione Europea di Assistenza (EUAM), istituzioni statali rispettose dei diritti civili, per accrescere la sicurezza e garantire la prevenzione dei conflitti, il contrasto al terrorismo, la lotta a corruzione, instabilità politica e polarizzazione etnica e confessionale, nonché a lavorare per sostenere gli sforzi delle organizzazioni della società civile irachena affinché si esca dalla logica di guerra a vantaggio di una società incentrata sulla giustizia sociale e sul rispetto delle varie componenti;
   a sostenere ogni azione utile al consolidamento e alla stabilizzazione dell'assetto federalistico dello Stato iracheno, nel quadro della Costituzione irachena, tutelando l'autonomia della regione del Kurdistan e assicurando piena agibilità alle diverse comunità.
(8-00065) «Ehm, Suriano, Cabras, Quartapelle Procopio, Migliore, Boldrini, Del Grosso, Di Stasio, Emiliozzi, La Marca, Olgiati, Romaniello, Siragusa, Fassino».