ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN COMMISSIONE 7/00813

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 659 del 17/03/2022
Firmatari
Primo firmatario: DELRIO GRAZIANO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 17/03/2022
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
UNGARO MASSIMO ITALIA VIVA 17/03/2022
QUARTAPELLE PROCOPIO LIA PARTITO DEMOCRATICO 17/03/2022
FASSINO PIERO PARTITO DEMOCRATICO 17/03/2022
LA MARCA FRANCESCA PARTITO DEMOCRATICO 17/03/2022


Commissione assegnataria
Commissione: III COMMISSIONE (AFFARI ESTERI E COMUNITARI)
Stato iter:
06/04/2022
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 05/04/2022
QUARTAPELLE PROCOPIO LIA PARTITO DEMOCRATICO
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 05/04/2022
CABRAS PINO MISTO-ALTERNATIVA
OLGIATI RICCARDO MOVIMENTO 5 STELLE
FASSINO PIERO PARTITO DEMOCRATICO
 
PARERE GOVERNO 05/04/2022
SERENI MARINA VICE MINISTRO - (AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INT.)
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 06/04/2022
FASSINO PIERO PARTITO DEMOCRATICO
OLGIATI RICCARDO MOVIMENTO 5 STELLE
 
DICHIARAZIONE GOVERNO 06/04/2022
DELLA VEDOVA BENEDETTO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INT.)
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 05/04/2022

ACCOLTO IL 05/04/2022

PARERE GOVERNO IL 05/04/2022

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 05/04/2022

DISCUSSIONE IL 06/04/2022

APPROVATO IL 06/04/2022

CONCLUSO IL 06/04/2022

Atto Camera

Risoluzione in commissione 7-00813
presentato da
DELRIO Graziano
testo di
Giovedì 17 marzo 2022, seduta n. 659

   La III Commissione,

   premesso che:

    l'Italia il 20 gennaio 1995 ha depositato lo strumento di ratifica della Convenzioni sulle armi inumane (CCW);

    il 26 marzo 1999 con la legge n. 106 del 1999 l'Italia ratifica la Convenzione di Ottawa per la messa al bando delle mine antipersona depositando lo strumento di ratifica del Trattato di Ottawa (messa al bando mine) il 23 aprile 1999;

    dal 1999 ad oggi il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale ha stabilito il Comitato nazionale per le azioni umanitarie contro le mine (Cnauma) che si riunisce una volta all'anno. Il Comitato è presieduto dal Sottosegretario agli esteri con delega alla cooperazione ed è coordinato dalla direzione generale alla cooperazione allo sviluppo, ufficio VI. Il Cnauma è considerata un'importante e proficua iniziativa di lungo termine;

    con la legge n. 173 del 12 novembre 2009, l'Italia ha ratificato e dato esecuzione del Protocollo V della Convenzione sulla proibizione o limitazione dell'uso di alcune armi convenzionali che possono essere considerate dannose o aventi effetti indiscriminati (Convention on Certain Conventional Weapons – Ccw), fatta a Ginevra il 10 ottobre 1980, relativo ai residuati bellici esplosivi, fatto a Ginevra il 28 novembre 2003;

    con la legge n. 95 del 14 giugno 2011 l'Italia ha ratificato e dato esecuzione alla Convenzione di Oslo sulla messa al bando delle munizioni a grappolo;

    la legge n. 95 del 14 giugno 2011 ha adeguato le norme dell'ordinamento interno configurando all'articolo 7 come penalmente perseguibili anche le attività di sostegno finanziario alla produzione, commercio e trasporto delle stesse;

    con la legge n. 202 del 22 dicembre 2021 recante «Misure per contrastare il finanziamento delle imprese produttrici di mine antipersona, di munizioni e submunizioni a grappolo», il Parlamento ha approvato all'unanimità una legge tra le più avanzate in materia a livello internazionale, definendo i meccanismi di controllo e sanzionatorio sulle attività degli intermediari finanziari abilitati al fine di un'esclusione totale e internazionale di supporto finanziario alla produzione, commercio uso e detenzione di mine e cluster bombs;

    insieme a 80 Paesi, l'Italia ha espresso pubblico sostegno allo sviluppo di un documento internazionale, una Dichiarazione politica, che garantisca una migliore protezione delle popolazioni civili nei conflitti armati dai danni e dai cosiddetti «effetti riverberanti» causati dall'impiego delle armi esplosive nelle aree popolate nell'ambito della Conferenza di Vienna sulla protezione dei civili nei conflitti armati il 1° e 2 ottobre 2019;

    il 7 ottobre 2021, nell'ambito della I Commissione della 76a Assemblea generale delle Nazioni Unite, l'Italia ha ribadito grave preoccupazione per l'impatto umanitario delle armi esplosive nelle aree popolate durante i conflitti e dichiarato di allinearsi con la posizione dell'Unione europea in merito alla necessità di un documento internazionale per una migliore protezione dei civili nei conflitti armati. Tale posizione era stata ribadita anche il 14 ottobre 2019 durante la 74a Assemblea generale e, nel 13 ottobre 2020, durante la 75a Assemblea generale;

    ai sensi dell'articolo 51.4. del Primo protocollo aggiuntivo alle Convenzioni di Ginevra del 12 agosto 1949, relativo alla protezione delle vittime dei conflitti armati internazionale, adottato a Ginevra l'8 giugno 1977, ratificato con legge 11 dicembre 1985, n. 762, sono vietati gli attacchi indiscriminati;

    il medesimo articolo 51.4., alla lettera b), considera attacchi indiscriminati quelli realizzati con metodi o mezzi di combattimento che non possono essere diretti contro un obiettivo militare determinato; l'articolo 57.2. lettera a), ii), del citato protocollo attribuisce, a coloro che preparano o decidono un attacco, la responsabilità di prendere tutte le precauzioni praticamente possibili nella scelta dei mezzi e metodi di attacco, allo scopo di evitare o, almeno di ridurre al minimo, il numero di morti e di feriti tra la popolazione civile, nonché i danni ai beni di carattere civile che potrebbero essere incidentalmente causati;

    con la risoluzione S/RES/1265 del 17 settembre 1999 il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha ribadito il dovere di proteggere i civili nei conflitti armati, condannando qualsiasi attacco contro di essi e richiamando al rispetto delle disposizioni del diritto internazionale umanitario;

    nel report del Segretario generale delle Nazioni Unite, «Assistance in Mine Action», del 3 agosto 2015, e nelle successive risoluzioni A/C.4/70/L.8 del 13 ottobre 2015 della IV Commissione (Special Political and Decolonization Committee) e A/RES/70/80, adottata dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite in data 10 dicembre 2015, la «Mine Action» viene definita come una componente importante ed integrata delle attività di assistenza umanitaria e sviluppo delle Nazioni Unite, evidenziando che le mine ed i residuati bellici costituiscono non solo una seria minaccia alla sicurezza, alla salute ed alle vite delle popolazioni locali, ma anche un impedimento all'assistenza umanitaria ed allo sviluppo sociale ed economico;

    l'Unione europea attraverso la risoluzione del Parlamento europeo P8_TA-PROV(2015)0459 del 16 dicembre 2015 «Preparing for the World Humanitarian Summit: challenges and opportunities for humanitarian assistance», richiama gli Stati membri, tra i vari punti, a porre la protezione dei civili durante i conflitti al centro dell'azione umanitaria;

    nel report del Segretario generale delle Nazioni Unite sulla protezione dei civili nei conflitti armati del 3 maggio 2021 (S/2021/423) è riportato che i civili rappresentano l'88 per cento delle vittime dei conflitti armati e che oltre 50 milioni di persone soffrono per gli effetti diretti e indiretti dei conflitti combattuti nei centri popolati; le munizioni cluster, per le loro caratteristiche intrinseche (diffusione di centinaia di submunizioni su un'ampia superficie, instabilità delle submunizioni inesplose), rendono difficile se non impossibile rispettare le norme di diritto internazionale umanitario sopra richiamate previste a protezione delle popolazioni civili;

    nel conflitto russo-ucraino, come in molti dei recenti scenari di guerra, è stato confermato l'uso di cluster bombs anche in aree densamente popolate;

    nello specifico Human Rights Watch ha riportato, la notizia documentandola con fotografie di un missile balistico russo che trasportava munizioni a grappolo e che si è abbattuto nei pressi dell'ospedale della città di Vuhledar, nella regione di Donetska controllata dal governo ucraino. L'attacco è avvenuto il 24 febbraio 2022, e ha ucciso quattro civili e ne ha feriti altri 10, sei dei quali operatori sanitari;

    Amnesty International ha riferito, invece, di una scuola nel Nord-Est dell'Ucraina, colpita il 25 febbraio 2022 con munizioni a grappolo lanciate da un razzo. Tre i morti, tra cui un bambino. Un secondo bambino è stato ferito;

    l'ufficio delle Nazioni Unite per i diritti umani ha dichiarato venerdì 11 marzo 2022 di aver ricevuto «rapporti credibili» su diversi casi di forze russe che utilizzano munizioni a grappolo in aree popolate in Ucraina, aggiungendo che l'uso indiscriminato di tali armi potrebbe equivalere a crimini di guerra;

    la forma e il colore delle submunizioni rappresentano un motivo di attrazione soprattutto per i bambini, tanto che, come dimostrano i dati forniti da organizzazioni umanitarie internazionali delle circa 10.000 persone rimaste uccise, ferite o mutilate a causa delle bombe a grappolo, circa il 90 per cento è rappresentato da civili e un quarto di questi è costituito da bambini;

    a causa dei loro effetti ad ampio raggio, l'uso di munizioni a grappolo in aree popolate è incompatibile con i principi del diritto umanitario internazionale che regolano la condotta delle ostilità;

    bisogna tener conto degli effetti a lungo termine di danni causati dal danneggiamento, dalla distruzione o dall'inagibilità per presenza di ordigni inesplosi delle infrastrutture vitali (alloggi, servizi pubblici essenziali servizi o strutture sanitarie) sulla vita e i mezzi di sussistenza delle popolazioni coinvolte (cosiddetti «effetti riverberanti»);

    le cluster bombs e gli ordigni inesplosi hanno un impatto duraturo sulla sicurezza dei civili e rappresentano un blocco reale al raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile del millennio;

    il 4 aprile 2022 si celebrerà la giornata internazionale per le azioni umanitarie contro le mine e gli ordigni inesplosi indetta dalle Nazioni Unite;

    dal 18 novembre 2019 sono stati avviati, e sono attualmente in corso, negoziati per la stesura di una Dichiarazione politica internazionale sulle armi esplosive per proteggere i civili dalle inutili sofferenze causate dalle armi esplosive nelle guerre in contesti urbani, che concentrano la loro attenzione su: il riconoscimento dell'indiscutibile danno umanitario causato dalle armi esplosive nei conflitti armati e sugli effetti riverberanti delle stesse; sulla promozione di procedure operative militari condivise che si basino sul principio di presunzione di non uso delle armi esplosive con effetti a largo raggio per definizione indiscriminati; sull'assistenza alle vittime;

    dal 6 all'8 aprile 2022 si riuniranno a Ginevra le delegazioni diplomatiche e i rappresentanti delle organizzazioni della società civile che compongono l'International Network on Explosive Weapons, la Rete internazionale sulle armi esplosive, per l'ultima ripresa di negoziati sulla stesura della suddetta Dichiarazione,

impegna il Governo:

   a esprimere, attraverso le proprie delegazioni diplomatiche e in ogni foro multilaterale appropriato, severa e netta condanna per l'uso di cluster bombs e mine antipersona in Ucraina ed in ogni conflitto che ne registri l'impiego da uno qualsiasi degli attori coinvolti;

   ad adottare iniziative, in sede internazionale, per garantire migliore protezione alle popolazioni civili coinvolte loro malgrado nelle guerre urbane, partecipando e sostenendo attivamente l'attuale percorso diplomatico che porterà all'adozione di una Dichiarazione politica internazionale per evitare l'uso di armi esplosive con effetti a largo raggio in aree popolate, allo scopo di evitare effetti indiscriminati sui civili e le loro infrastrutture;

   ad adottare iniziative volte a valorizzare la successiva Dichiarazione politica internazionale come ulteriore punto di riferimento operativo per l'adozione dei principi e linee guida di protezione dei civili dalle armi esplosive nei conflitti urbani.
(7-00813) «Delrio, Ungaro, Quartapelle Procopio, Fassino, La Marca».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

guerra

diritto umanitario internazionale

risoluzione