ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN COMMISSIONE 7/00743

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 580 del 22/10/2021
Abbinamenti
Atto 7/00686 abbinato in data 10/11/2021
Atto 7/00726 abbinato in data 10/11/2021
Approvazione risoluzione conclusiva
Atto numero: 8/00145
Firmatari
Primo firmatario: INCERTI ANTONELLA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 20/10/2021
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
CENNI SUSANNA PARTITO DEMOCRATICO 22/10/2021
CRITELLI FRANCESCO PARTITO DEMOCRATICO 22/10/2021
AVOSSA EVA PARTITO DEMOCRATICO 22/10/2021
CAPPELLANI SANTI PARTITO DEMOCRATICO 22/10/2021
FRAILIS ANDREA PARTITO DEMOCRATICO 22/10/2021


Commissione assegnataria
Commissione: XIII COMMISSIONE (AGRICOLTURA)
Stato iter:
09/12/2021
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 10/11/2021
INCERTI ANTONELLA PARTITO DEMOCRATICO
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 10/11/2021
VIVIANI LORENZO LEGA - SALVINI PREMIER
GALLINELLA FILIPPO MOVIMENTO 5 STELLE
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 09/12/2021
CENNI SUSANNA PARTITO DEMOCRATICO
VIVIANI LORENZO LEGA - SALVINI PREMIER
INCERTI ANTONELLA PARTITO DEMOCRATICO
CARETTA MARIA CRISTINA FRATELLI D'ITALIA
NEVI RAFFAELE FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
 
DICHIARAZIONE VOTO 09/12/2021
GADDA MARIA CHIARA ITALIA VIVA
MAGLIONE PASQUALE MOVIMENTO 5 STELLE
BENEDETTI SILVIA MISTO
 
PARERE GOVERNO 09/12/2021
BATTISTONI FRANCESCO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI, FORESTALI)
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 10/11/2021

DISCUSSIONE IL 10/11/2021

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 10/11/2021

AUDIZIONE INFORMALE IL 25/11/2021

DISCUSSIONE IL 09/12/2021

ATTO MODIFICATO IN CORSO DI SEDUTA IL 09/12/2021

ACCOLTO IL 09/12/2021

PARERE GOVERNO IL 09/12/2021

APPROVATO (RISOLUZIONE CONCLUSIVA) IL 09/12/2021

CONCLUSO IL 09/12/2021

Atto Camera

Risoluzione in commissione 7-00743
presentato da
INCERTI Antonella
testo di
Venerdì 22 ottobre 2021, seduta n. 580

   La XIII Commissione,

   premesso che:

    nell'ambito della Politica comune della pesca, sono stati predisposti appositi strumenti per la gestione e la conservazione delle risorse ittiche;

   ciascun piano di gestione pluriennale prevede obiettivi per la gestione degli stock ittici e può anche includere altre norme specifiche in materia di conservazione. Inoltre, i piani pluriennali devono includere un obiettivo in termini di rendimento massimo sostenibile e un termine per il suo raggiungimento;

   l'Unione europea stabilisce limiti annuali di catture per la maggior parte degli stock ittici commerciali, altrimenti noti come totali ammissibili di catture (Tac) o possibilità di pesca. Ciascun Tac è ripartito tra gli Stati membri dell'Unione europea mediante contingenti nazionali. I singoli Stati membri hanno la responsabilità di assicurare che i rispettivi contingenti non siano superati. Ciascun piano pluriennale prevede obiettivi per la gestione degli stock ittici e può inoltre includere altre norme specifiche in materia di conservazione. I nuovi piani pluriennali devono, inoltre, includere un obiettivo in termini di rendimento massimo sostenibile e un termine per il suo raggiungimento;

   la disciplina europea ha previsto la presenza di organismi consultivi che svolgono le proprie funzioni all'interno del procedimento decisionale della politici comune della pesca. Tra questi il «Comitato scientifico tecnico ed economico per la pesca (Cstep)» e la «Commissione generale per la pesca nel mediterraneo (Cgpm)» la quale promuove la conservazione e la gestione delle risorse biologiche marine anche attraverso raccomandazioni vincolanti per gli Stati membri, tra cui quelle relative a specifiche attività di pesca, individuando misure di gestione delle risorse della pesca nell'area di applicazione;

   il rapporto della Fao sullo stato della pesca e dell'acquacoltura 2020 sottolinea che lo sviluppo sostenibile delle attività ittiche e la gestione efficace delle stesse sono fondamentali per mantenere gli attuali trend legati alla sicurezza alimentare e nutrizionale globale e per raggiungere gli obiettivi fissati dalla green economy e dalla blue economy. Dal rapporto emerge che occuparsi della salute degli ecosistemi marini e costieri è fondamentale non solo dal punto di vista ambientale, ma anche sociale ed economico;

   il Mediterraneo, individuato come uno dei più importanti ecosistemi del pianeta in termini di biodiversità, rappresenta una ricca risorsa economica. Favorisce lo sviluppo di un fatturato annuo dei settori legati al mare pari a 386 miliardi di euro, con 205 miliardi di euro di valore aggiunto lordo e circa 4,8 milioni di posti di lavoro;

   da qui emerge l'importanza delle risorse previste nel Piano nazionale di ripresa e resilienza a favore dello sviluppo logistico per i settori della pesca e dell'acquacoltura. Risorse fondamentali per la conservazione delle risorse ittiche e per la creazione di nuovi posti di lavoro;

   il 13 luglio 2021 è stato pubblicato il regolamento UE n. 2021/1139 del 7 luglio 2021, con il quale viene istituito il Feampa (Fondo europeo affari marittimi pesca e acquacoltura), nuovo strumento finanziario di sostegno del settore pesca e acquacoltura per il periodo di programmazione 2021-2027. Il regolamento indica le operazioni o le spese non ammissibili nell'ambito del Feampa, lasciando maggiore margine di discrezionalità agli Stati membri nell'ambito della programmazione nazionale che dovranno tener conto delle loro specificità regionali o locali. Gli interventi sono mirati a: promuovere la pesca sostenibile e la conservazione delle risorse biologiche marine; contribuire alla sicurezza alimentare nell'Unione mediante un'acquacoltura e mercati competitivi e sostenibili; consentire la crescita di un'economia blu sostenibile e promuovere la prosperità delle comunità costiere; rafforzare la governance internazionale degli oceani e garantire oceani e mari sicuri, protetti, puliti e gestiti in modo sostenibile;

   con nota del 14 giugno 2021 della direzione generale della pesca marittima e dell'acquacoltura del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali è stata disposta la chiusura delle attività di pesca nel Mar Ligure e nel Mar Tirreno Settentrionale, nel Mar Tirreno centrale e Meridionale, nel mar di Sardegna Orientale e Occidentale, in ragione della quota disponibile per le attività di pesca delle unità Lft superiori a 24 metri. La predetta nota impediva alle stesse imprese di pesca di procedere alle operazioni di sbarco e commercializzazione;

   il fermo pesca è un provvedimento istituito dal Governo italiano, su norme previste dai regolamenti dell'Unione europea che regola la pesca durante i periodi riproduttivi dei principali organismi marini oggetto di commercializzazione e si concentra, principalmente, sui sistemi di pesca invasivi per garantire la salvaguardia della fauna marina;

   l'inizio e la durata del fermo pesca nei mari italiani varia a seconda delle zone e delle coste; ogni anno il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali emana il decreto ministeriale dove sono specificate le date in cui è obbligatorio l'arresto temporaneo della pesca che, benché possa subire di anno in anno delle variazioni, generalmente segue i periodi riproduttivi delle specie marine e quindi si concentra in estate e può arrivare fino in autunno;

   nel 2021 al fermo pesca ordinario si somma la riduzione delle giornate di pesca prescritte dalla normativa europea per i pescherecci che fanno la pesca a strascico. Le giornate di operatività in mare si sono ridotte a circa 140 all'anno, a fronte di un'attività imprenditoriale che deve essere sostenuta per 365 giorni. Lo scontento degli operatori deriva dal fatto che mancano un sistema efficace di ammortizzatori e politiche di mercato in grado di compensare i periodi di interruzione dell'attività di pesca: una situazione che viene ritenuta non più sostenibile economicamente;

   per rimigliorare e conservare le risorse ittiche diventa oggi necessario gestire diversamente le giornate di fermo pesca, basandosi sul ripopolamento dello stock ittico, ma anche offrendo alle imprese di pesca che fanno attività di strascico (quindi con imbarcazioni superiori ai 25 metri) la possibilità di gestire in autonomia, secondo i fabbisogni e i costi di esercizio dell'impresa, un plafond di giornate di fermo biologico come indicato dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali ;

   a queste criticità si aggiungono gli effetti della pandemia che hanno causato perdite per 500 milioni di euro tra produzione invenduta, crollo dei prezzi e chiusura dei ristoranti, oltre al costo per garantire a bordo distanziamento e misure di sicurezza. Il risultato è che, nell'arco di trent'anni, hanno circa il 33 per cento delle imprese ittiche hanno chiuso, causando la perdita di 18 mila posti di lavoro, con la flotta ridotta ad appena 12 mila unità e con una vetusta età media del naviglio di circa 36 anni;

   la criticità della pesca italiana è fortemente influenzata dai costi di gestione che, nel corso degli ultimi anni, hanno subito andamenti crescenti. Ciò ha fatto registrare una progressiva riduzione della redditività delle imprese della pesca che ha portato gli operatori e le istituzioni a ricercare strategie gestionali tali da ridurre l'effetto depressivo per il settore;

   la pesca ha una funzione essenziale nel garantire la sussistenza e preservare il patrimonio culturale di molte comunità costiere italiane. La creazione e lo sviluppo di nuove attività economiche nel settore della pesca a opera di giovani pescatori, rappresenta una sfida sul piano finanziario e costituisce un elemento di cui è opportuno tener conto nell'assegnazione dei finanziamenti europei;

   il comparto ittico nazionale deve essere supportato in modo da sostenere l'adeguamento dell'imbarcazione a livello tecnologico, l'innovazione e gli investimenti a bordo dei pescherecci e di tutta la filiera ittica. Tali sostegni dovrebbero includere azioni intese a migliorare la salute, la sicurezza e le condizioni di lavoro, l'efficienza energetica e la qualità delle catture;

   il successo di queste politiche dipende dalla disponibilità di pareri scientifici per la gestione della pesca e, quindi, dalla disponibilità di dati sulle attività di pesca, secondo quanto disposto dal regolamento (Ue 2017/1004 del Parlamento europeo e del Consiglio;

   poiché i pescatori sono esposti a rischi economici e ambientali crescenti, tra l'altro a causa dei cambiamenti climatici e della volatilità dei prezzi, è necessario sostenere azioni che rafforzano la resilienza del settore della pesca, anche attraverso fondi di mutualizzazione, strumenti assicurativi o altri regimi che migliorano la capacità del settore di gestire i rischi e di reagire agli eventi avversi, tenendo conto delle esigenze specifiche della piccola pesca costiera;

   la pesca e l'acquacoltura contribuiscono alla sicurezza alimentare e alla nutrizione. La crisi del settore pesa anche sulla salute dei cittadini poiché con la riduzione delle attività di pesca viene meno anche la possibilità di portare in tavola pesce Made in Italy, favorendo gli arrivi dall'estero di prodotti ittici che non hanno le stesse garanzie di sicurezza di quelli italiani;

   la sicurezza alimentare dipende da mercati efficienti e ben organizzati che migliorino la trasparenza la stabilità, la qualità e la diversità della catena di approvvigionamento, nonché le informazioni fornite ai consumatori;

   la pandemia ha colpito duramente anche i settori della pesca e dell'acquacoltura. A tal fine, oltre alle misure contenute nel decreto-legge «Cura Italia» il Parlamento ha approvato diversi provvedimenti a sostegno del comparto della pesca con particolare riferimento alla tutela dei lavoratori del settore,

impegna il Governo:

   ad adottare iniziative, nelle opportune sedi europee, affinché sia maggiormente tutelato il comparto ittico nazionale fortemente colpito dall'emergenza Covid-19;

   ad adottare iniziative per l'armonizzazione degli strumenti di gestione nazionale con quelli comunitari, sulla base di metodologie scientifiche intraprendendo, con gli altri Paesi dell'Unione europea del Mediterraneo una politica di condivisione della gestione delle risorse ittiche e delle misure da adottare per salvaguardare l'economia della pesca mediterranea;

   a valutare gli impatti connessi con l'attuazione delle diverse misure di gestione in relazione agli aspetti di natura economica e sociale del comparto ittico nazionale, evitando oneri amministrativi e l'eccesso di regolamentazione;

   a favorire lo sviluppo della piccola pesca costiera sostenibile, attraverso misure che favoriscano l'economia blu sostenibile, la conservazione e il ripristino degli ecosistemi marini, la riduzione dei rifiuti marini;

   a promuovere la pesca sostenibile e la conservazione delle risorse biologiche del Mediterraneo;

   a promuovere le attività di trasformazione e commercializzazione dei prodotti della pesca, contribuendo alla sicurezza alimentare;

   a promuovere iniziative tese a rilanciare il consumo di prodotti ittici italiani attraverso accordi di filiera e piani di comunicazione adeguati;

   ad adottare iniziative volte a rafforzare il dialogo mediterraneo nelle sedi multilaterali, anche attraverso il sostegno dei processi di internazionalizzazione delle imprese, sia per l'identificazione di nuovi mercati di sbocco per le esportazioni, sia per il decollo di partnership con altri Stati membri e con Paesi terzi del Mediterraneo, nella prospettiva di una gestione condivisa delle risorse, in modo tale che l'onere di preservare le risorse biologiche non ricada solo sulle spalle dei pescatori europei, né tanto meno su quelli italiani;

   a promuovere iniziative tese a favorire un censimento delle infrastrutture portuali in cui sono presenti aree dedicate al settore ittico, nonché un censimento delle imbarcazioni da pesca, attraverso il quale definire lo stato attuale della flotta e programmare in modo puntuale interventi di modernizzazione in termini tecnologici e di minor impatto ambientale della flotta stessa;

   ad adottare iniziative che rendano attrattivo l'intero comparto ittico, favorendo il ricambio generazionale, incentivando l'apprendistato, la formazione continua, valorizzando nel contempo il ruolo delle donne nella filiera ittica come soggetti promotori di nuova imprenditorialità;

   ad assumere le iniziative di competenza per dotare il settore della pesca degli strumenti finanziari e delle risorse umane necessarie a raccogliere la sfida del nuovo corso europeo favorito dall'istituzione dal Fondo europeo per gli affari marittimi, la pesca e l'acquacoltura (Feampa).
(7-00743) «Incerti, Cenni, Critelli, Avossa, Cappellani, Frailis».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

gestione della pesca

salvaguardia delle risorse

industria della pesca