ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN COMMISSIONE 7/00723

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 566 del 17/09/2021
Firmatari
Primo firmatario: INVIDIA NICCOLO'
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 17/09/2021
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
MANZO TERESA MOVIMENTO 5 STELLE 17/09/2021
BUOMPANE GIUSEPPE MOVIMENTO 5 STELLE 25/01/2022


Commissione assegnataria
Commissione: XI COMMISSIONE (LAVORO PUBBLICO E PRIVATO)
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 25/01/2022

Atto Camera

Risoluzione in commissione 7-00723
presentato da
INVIDIA Niccolò
testo presentato
Venerdì 17 settembre 2021
modificato
Martedì 25 gennaio 2022, seduta n. 632

   La XI Commissione,

   premesso che:

    lo stabilimento Montefibre di Acerra nasce nella metà degli anni '70 come attività sostitutiva dello storico stabilimento Rhodiatoce di Casoria;

    l'area prescelta per la realizzazione della nuova realtà industriale è quella inserita nell'Area di sviluppo industriale di Acerra, in provincia di Napoli;

    per il ciclo produttivo sono state utilizzate le tecnologie più avanzate del momento e il complesso industriale è stato costituito dai seguenti impianti e servizi:

     a) impianto per la produzione di dimetiltereftalato;

     b) impianto per la produzione di polimero polyetilentereftalato;

     c) impianto per la produzione di fibre tessili e filati di poliestere;

     d) centrale termoelettrica a metano;

     e) impianti per la produzione di fluidi di servizi come azoto, aria compressa, acqua refrigerata, acqua di torre, acqua demi;

     f) impianto biologico a fanghi attivi per la depurazione dei reflui industriali del sito;

    negli anni, lo stabilimento a livello occupazionale ha superato stabilmente le 1000 unità (tra diretti e indotti);

    nel corso del periodo dal 2000 al 2010, l'azienda subisce una pluralità di cessioni, dismissioni, riorganizzazioni, che vedono coinvolti anche investitori stranieri;

    a fronte della perdurante crisi economica internazionale, i predetti investitori stranieri, nella fattispecie la società spagnola L.S.B., hanno terminato il proprio programma di investimenti;

    tra la fine del 2012 e la metà del 2013 viene avviato, da parte della Montefibre, un vero e proprio programma di smantellamento degli impianti, fino ad arrivare, immediatamente dopo, al fallimento della L.S.B.;

    il gruppo Montefibre, che aveva 2.500 dipendenti, ha ottenuto ottime performance nel campo della fibra acrilica e poliestere, posizionandosi tra i produttori mondiali, al primo posto nell'acrilico e tra i primi posti nel poliestere;

    nel 1995 Montefibre ha fatturato 1.800,00 miliardi di lire chiudendo il bilancio con un utile netto pari a 70 miliardi;

    Montefibre si distingueva per la sua tecnologia, riconosciuta, senza ombra di dubbio, e qualificata molto avanzata, ottenuta con corposi investimenti quantificabili in circa 270 miliardi di lire nel quadriennio 1993-1996;

    lo stabilimento di Montefibre di Miranda (Spagna) era all'epoca praticamente nuovo (del valore di circa 200 miliardi), ad altissima tecnologia, assieme a quello di Porto Marghera, la cui produttività era da record, e posizionavano appunto la Montefibre al primo posto nell'acrilico, ma non vanno dimenticati gli stabilimenti di Acerra, Porto Torres e Ottana che completavano l'assetto industriale del gruppo;

    a seguito del fallimento della società spagnola L.S.B., una società indonesiana, la Indorama, ha manifestato il proprio interesse all'acquisizione degli impianti ormai ex – Montefibre;

    tale manifestazione di interesse viene formalizzata al Ministero dello sviluppo economico nel novembre 2013;

    in tale passaggio, perdevano il posto di lavoro 72, dei 100 dipendenti impiegati presso l'impianto;

    a marzo 2015 veniva dichiarato il fallimento della Indorama;

    a fine 2015, in altre parole, ad eccezione dei 28 dipendenti assunti da Indorama, tutti i lavoratori della ex – Montefibre, fiore all'occhiello del tessuto industriale campano e della provincia di Napoli, a seguito di un'attività dismissiva lenta, ineluttabile e costante, tutti i lavoratori venivano posti in mobilità;

    la gestione di tali vicende, pur essendo stata più volte all'attenzione del Ministero dello sviluppo economico, non è mai stata risolutiva e, come ampiamente sopra descritto, ha avuto un esito infausto per le maestranze, per l'indotto e per tutto il tessuto sociale del comune di Acerra e del vicino comune di Casoria, città di provenienza, quest'ultima, di un numero consistente di addetti allo stabilimento della Montefibre;

    il 18 maggio 2021 la vertenza dei rappresentanti dei lavoratori dell'ex Montefibre di Acerra ha visto oltre cinquanta persone presidiare la sede della Rai Campania per manifestare la riluttanza dei lavoratori di una fabbrica chiusa quasi 18 anni fa per dare spazio al termovalorizzatore di Acerra, che ha ucciso due volte le oltre 140 unità che ne facevano parte i quali hanno perso la vita a causa della vicinanza con amianto e con prodotti chimici altamente cancerogeni;

    tutta la letteratura scientifica è concorde sui risultati dei dati epidemiologici relativi ai lavoratori dei petrolchimici, per i quali si parla di rischio elevato a causa delle situazioni di esposizione all'amianto nei vari ambienti di lavoro, per via delle tecnologie e delle procedure in uso, standard in tutti gli impianti industriali di quel tipo, le quali sono tali da determinare condizioni di insorgenza del mesotelioma pleurico;

   ciò comporta una grave sperequazione nel riconoscimento del rischio, e del riconoscimento dei benefici previdenziali, tra i lavoratori degli stabilimenti dello stesso tipo che le diverse e cospicue dimostrano l'esposizione all'amianto, superiore ai limiti previdenziali previsti dalla legge, di tutti coloro che hanno svolto specifiche mansioni che hanno comportato la manipolazione e/o il contatto di materiali in amianto;

   gli operatori degli impianti di produzione, degli impianti e dei reparti dei servizi ausiliari, (cosiddetto esposizione diretta), nonché di coloro che hanno svolto attività in ambienti contaminati per aerodispersione delle fibre e polveri di amianto. Tra questi si segnalano: gli impiegati d'ufficio (addetti magazzino attrezzi e ricevimento materiali) (cosiddetto esposizione indiretta), personale di staff di supporto alla gestione dei processi produttivi e di servizio, gli operatori posti alle dipendenze delle ditte esterne che lavoravano nell'indotto e che si occupavano dei lavori di pulizia, di facchinaggio e di rimozione del cascame,

impegna il Governo:

   ad adottare ogni possibile iniziativa di competenza per scongiurare la definitiva estromissione dei lavoratori dell'ex Montefibre di Acerra dal mondo del lavoro, dopo la chiusura dello stabilimento, al fine di preservare i livelli occupazionali degli stessi lavoratori affinché vengano riconvertiti e reinseriti nel mondo del lavoro al più presto;

   ad individuare e prevedere idonee iniziative finalizzate alla riconversione dello stabilimento di cui in premessa ed al mantenimento dei livelli occupazioni o comunque al reintegro, in altre posizioni, dei dipendenti della ex Montefibre;

   ad adottare iniziative per riconoscere ai lavoratori della società ex Montefibre le indennità contributive e per introdurre nuove misure a favore degli stessi anche ai fini pensionistici anticipati;

   ad adottare ogni iniziativa necessaria ad accelerare l'introduzione e l'applicazione delle misure di aiuto per questi lavoratori che, non per causa a loro imputabile, si sono visti ledere fondamentali diritti sanciti dalla Costituzione: il sacrosanto diritto alla salute ex articolo 32 della Costituzione, ed il diritto al lavoro sancito dall'articolo 1 della Carta fondamentale;

   ad adottare iniziative per la messa in sicurezza di siti industriali dove si è fatto largo uso di amianto;

   ad adottare iniziative affinché siano rilasciare le certificazioni di esposizione all'amianto, anche relativamente al ricorso per il riconoscimento dei benefici previdenziali previsti dall'articolo 13, comma 8, della legge n. 257 del 1992. Ai lavoratori che hanno operato nei siti industriali sopra descritti, nonché per il riconoscimento di malattie professionali, posto che tutta la letteratura scientifica è concorde sui risultati dei dati epidemiologici relativi ai lavoratori dei petrolchimici, per i quali si parla di rischio elevato a causa delle situazioni di esposizione all'amianto nei vari ambienti di lavoro, per via delle tecnologie e delle procedure e degli standard in uso in tutti gli impianti industriali di quel tipo, i quali sono tali da determinare condizioni di insorgenza del mesotelioma pleurico come già evidenziato in precedenza;

   ad adottare iniziative normative atte al riconoscimento dei benefici previdenziali per tutti i lavoratori esposti all'amianto.
(7-00723) «Invidia, Manzo, Buompane».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

sicurezza del lavoro

sanita' del lavoro

soppressione di posti di lavoro