ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN COMMISSIONE 7/00505

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 364 del 01/07/2020
Firmatari
Primo firmatario: MARTINCIGLIO VITA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 01/07/2020
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
LOREFICE MARIALUCIA MOVIMENTO 5 STELLE 01/07/2020
D'ARRANDO CELESTE MOVIMENTO 5 STELLE 01/07/2020
CANCELLERI AZZURRA PIA MARIA MOVIMENTO 5 STELLE 01/07/2020
BRESCIA GIUSEPPE MOVIMENTO 5 STELLE 01/07/2020
PERCONTI FILIPPO GIUSEPPE MOVIMENTO 5 STELLE 01/07/2020
RUGGIERO FRANCESCA ANNA MOVIMENTO 5 STELLE 01/07/2020
D'ORSO VALENTINA MOVIMENTO 5 STELLE 01/07/2020


Commissione assegnataria
Commissione: VI COMMISSIONE (FINANZE)
Commissione: XII COMMISSIONE (AFFARI SOCIALI)
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Risoluzione in commissione 7-00505
presentato da
MARTINCIGLIO Vita
testo di
Mercoledì 1 luglio 2020, seduta n. 364

   Le Commissioni VI e XII,

   premesso che:

    l'emergenza del virus COVID-19 ha avuto un impatto grave sull'economia del Paese con ricadute sociali pesanti;

    sul piano economico, le più recenti stime effettuate dall'Istat evidenziano un calo del prodotto interno lordo nel I trimestre 2020 pari al 4,7 per cento rispetto al periodo gennaio-marzo del 2019 e del 4,8 per cento se comparato con il I trimestre dell'anno ancora precedente;

    il crollo del prodotto interno lordo è con tutta evidenza determinato dalla combinazione di due fattori: il calo dell'offerta (sul punto si pensi che la produzione, al netto del diverso numero di giornate lavorative, è arretrata in aprile di ben il 45,2 per cento rispetto allo stesso mese del 2019) e il calo dei consumi (che Confcommercio ha quantificato in circa 84 miliardi di euro nel 2020, -31,7 per cento nel solo mese di marzo);

    è inevitabile che ciò determinerà una drammatica contrazione delle entrate erariali, che secondo le previsioni di autorevoli economisti con molta probabilità non sarà limitata al solo anno in corso;

    sul piano sanitario, a soffrire particolarmente gli effetti della pandemia si registrano, oltre ovviamente ai contagiati dal virus e alle loro famiglie, anche alcune categorie determinate di malati quali quelli cronici e rari, gli immunodepressi, gli acuti non ospedalizzati e i soggetti disabili non autosufficienti che necessitano di assistenza non-ospedaliera e domiciliare e per i quali i fondi rischiano di essere carenti a causa degli sforzi economici dirottati sul virus e del calo di entrate fiscali;

    per le categorie di malati citate appare, dunque, necessario rafforzare l'assistenza socio-sanitaria e domiciliare sul presupposto, tra gli altri, che la rapida diffusione del virus COVID-19 e il rischio di contagio siano tali da impedirne oggi – e certamente anche nel prossimo futuro – la loro collocazione in strutture in cui si troverebbero a stretto contatto con altri pazienti, condizione che favorirebbe la circolazione della malattia;

    le circostanze descritte rendono opportuna l'individuazione tempestiva di adeguate risorse, da destinare in parte alle regioni, per il finanziamento di piani straordinari triennali al fine di incrementare le prestazioni di cui al capo II «Prevenzione collettiva e sanità pubblica» del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 12 gennaio 2017;

    la rinuncia a qualsiasi forma di prelievo di ulteriori risorse dai cittadini per evitare un ulteriore peggioramento delle loro condizioni di vita nonché dei fondamentali macroeconomici imporrebbe la valutazione di tutte le possibili alternative;

    dall'analisi e dallo studio condotto sui vari settori economici, l'alternativa più immediata appare essere quella legata al settore del tabacco riscaldato i cui prodotti, immessi nel mercato italiano nella seconda metà del 2014, godono di una tassazione differenziata e agevolata che fino al 2018 è consistita nell'applicazione di un'accisa pari al 50 per cento dell'accisa media sulle sigarette tradizionali, mentre nel 2019 è stata ridotta ulteriormente assestandosi, oggi, al 25 per cento della stessa accisa media;

    è noto che la tassazione agevolata sui prodotti a tabacco riscaldato ha già determinato nel corso degli anni una notevole perdita di gettito fiscale (si stima tra i 400 e i 600 milioni di euro su base annuale a seconda dell'aliquota e dell'andamento del mercato) che, secondo le previsioni, tenuto conto che negli ultimi anni il mercato sta crescendo in maniera esponenziale – per come dimostra il +7 per cento registrato a marzo di quest'anno (in piena emergenza sanitaria COVID-19) – sarà ancora più rilevante in futuro, con la conseguenza che lo Stato, ove non modifichi al rialzo la percentuale citata, si appresta a rinunciare a cospicue entrate erariali. Si stima, infatti, che nel caso in cui l'accisa rimanesse invariata e il mercato crescesse ulteriormente, l'ammanco per le casse statali potrebbe ammontare a circa 670 milioni di euro nel solo anno 2020, vale a dire un importo consistente se si considera che tutto il mercato del tabacco genera più di 10 miliardi di euro di gettito ogni anno;

    la motivazione formale a fondamento di questa minore pressione fiscale consisterebbe nel tentativo di spingere i fumatori ad abbandonare l'uso di sigarette tradizionali, considerate da alcuni maggiormente nocive per la salute, per orientare il consumo sulla nuova tipologia di prodotti «a tabacco riscaldato», senza combustione, considerati a rischio ridotto;

    tale motivazione sarebbe ammirevole e convincente qualora fosse provata scientificamente; purtroppo ad oggi non gode di pieno e definitivo sostegno della scienza né delle evidenze empiriche, mancando dell'approvazione delle agenzie governative preposte alla tutela della salute, ossia di una copertura scientifica univoca che dimostri la minor nocività e, per l'effetto, il minor rischio per la salute del consumatore, dei prodotti a tabacco riscaldato rispetto alle sigarette normali a combustione;

    sull'argomento, il Ministero della salute – secondo quanto riportato dal quotidiano Il Messaggero del 23 gennaio 2019 che dà notizia di una richiesta avanzata dalla società Philip Morris International di poter pubblicizzare il proprio prodotto a marchio «IQOS» (il sistema sviluppato da Philip Morris International per riscaldare il tabacco senza bruciarlo) come prodotto meno tossico per la salute – si sarebbe espresso ritenendo insufficienti le prove e le evidenze disponibili su tali prodotti per qualificarli «a rischio ridotto» ai fini della legislazione sulle accise;

    confermerebbe la posizione «negativa» adottata dal Ministero della salute sull'argomento anche la trasmissione «Report» andata in onda il 24 maggio 2020 secondo cui l'Istituto superiore di sanità (a cui materialmente era stata formulata la suddetta richiesta di certificazione) avrebbe addirittura manifestato preoccupazioni per la salute di chi usa il tabacco riscaldato, sottolineando la presenza al suo interno di sostanze cancerogene e di alcune potenzialmente genotossiche, criticando la presenza del mentolo quale potenziale fattore di incentivo dei giovanissimi al fumo ed elemento al pari importante, sensibilizzando al pericolo di danni del fumo passivo. Su quest'ultimo punto, si ricorda che ad oggi è consentito l'uso dei prodotti a tabacco riscaldato anche nei luoghi chiusi aperti al pubblico;

    anche a livello internazionale, sia la Food and Drug Administration statunitense che l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) convergerebbero verso le medesime conclusioni. In particolare, nel 2018 l'Oms ha raccomandato che il tabacco riscaldato sia equiparato dal punto di vista fiscale e normativo alle sigarette tradizionali;

    essendo pressoché pacifico che i prodotti a tabacco riscaldato difettino dei requisiti necessari per essere classificati quali prodotti a rischio ridotto rispetto alle sigarette tradizionali, appare conseguentemente altrettanto pacifica la infondatezza della ragione posta a sostegno della loro tassazione agevolata;

    questa posizione di favore fiscale è inoltre avversata, soprattutto a livello internazionale, da coloro che, oltre a non ritenere la diversa fiscalità dei prodotti a tabacco riscaldato una corretta ed efficace strategia di riduzione del danno, la considerano fonte di squilibrio nel mercato dei tabacchi lavorati e di gravi ingiustificate perdite erariali;

    una diversa e più equa tassazione che riportasse lo sconto fiscale dall'attuale 75 per cento ad una percentuale più contenuta (ad esempio il 25 per cento farebbe recuperare oltre un miliardo di euro in un solo triennio, consentendo un incremento di spesa sul finanziamento sanitario corrente di circa 300 milioni di euro per il 2020, di 400 milioni di euro per il 2021 e di 500 milioni di euro per il 2022);

    l'emergenza sanitaria ha messo drammaticamente in evidenza la necessità di una solida ed efficiente rete di assistenza territoriale e, più in particolare, di quella domiciliare integrata, che garantisca qualità e continuità di cura ai cittadini, soprattutto alle fasce più fragili, da attuare attraverso una capillare riorganizzazione dei servizi sanitari su tutto il territorio nazionale e, simultaneamente, una riorganizzazione dei servizi di assistenza domiciliare, quale utile strumento anche per la decongestione dell'attività negli ospedali;

    la sensibilità del Governo di rafforzare l'offerta sanitaria e sociosanitaria territoriale necessaria a fronteggiare l'emergenza epidemiologica conseguente alla diffusione del virus COVID-19 è stata di recente dimostrata attraverso l'inserimento nel cosiddetto «decreto Rilancio» della previsione secondo cui – ancorché limitatamente all'anno 2020 – le regioni e le province autonome sono chiamate a predisporre specifici piani regionali di potenziamento dell'offerta dei servizi da recepire nei programmi operativi regionali per la gestione dell'emergenza COVID-19, previsti dal decreto «Cura Italia» (decreto-legge n. 18 del 2020, articolo 18) prevedendo autorizzazioni di spesa da indirizzare, tra gli altri, alla implementazione dei servizi di assistenza domiciliare integrata – Adi –,

impegnano il Governo:

   a valutare l'opportunità di intraprendere iniziative, anche normative, finalizzate alla revisione del regime fiscale vigente per i prodotti di tabacco riscaldato, rendendolo più omogeneo rispetto a quello previsto per le sigarette tradizionali;

   a valutare l'opportunità di adottare iniziative per destinare gli introiti ricavati dalla predetta revisione fiscale al potenziamento dei piani straordinari triennali delle regioni con il fine di rafforzare l'assistenza sociosanitaria e domiciliare anche per i malati cronici e rari, gli immunodepressi, gli acuti non ospedalizzati e le persone disabili non autosufficienti e, per una quota non inferiore al 5 per cento delle entrate derivanti dalla rimodulazione dell'accisa, ai servizi per la cura del tabagismo e di problematiche fumo-correlate presso le aziende sanitarie locali;

   a valutare l'opportunità di adottare iniziative per rafforzare queste misure di assistenza con un piano pluriennale che doti di maggiori risorse l'insieme dei trattamenti domiciliari che rendono migliore la qualità di vita, con un'attenzione particolare ai cittadini che vivono nelle aree interne del Paese;

   a valutare, infine, l'opportunità di adottare iniziative per estendere l'efficacia della legge 16 gennaio 2003, n. 3, cosiddetta Legge Sirchia, anche ai prodotti a tabacco riscaldato, vietandone l'uso nei luoghi aperti al pubblico.
(7-00505) «Martinciglio, Lorefice, D'Arrando, Cancelleri, Brescia, Perconti, Ruggiero, D'Orso».