ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN COMMISSIONE 7/00286

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 210 del 17/07/2019
Firmatari
Primo firmatario: BENAMATI GIANLUCA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 17/07/2019
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
FREGOLENT SILVIA PARTITO DEMOCRATICO 17/07/2019
MORETTO SARA PARTITO DEMOCRATICO 17/07/2019
FRAGOMELI GIAN MARIO PARTITO DEMOCRATICO 17/07/2019
SERRACCHIANI DEBORA PARTITO DEMOCRATICO 29/07/2019


Commissione assegnataria
Commissione: VI COMMISSIONE (FINANZE)
Commissione: X COMMISSIONE (ATTIVITA' PRODUTTIVE, COMMERCIO E TURISMO)
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 29/07/2019

Atto Camera

Risoluzione in commissione 7-00286
presentato da
BENAMATI Gianluca
testo presentato
Mercoledì 17 luglio 2019
modificato
Lunedì 29 luglio 2019, seduta n. 217

   Le Commissioni VI e X,

   premesso che:

    dall'8° rapporto annuale sull'efficienza energetica dell'Enea, presentato il 3 luglio 2019 nell'aula del palazzo dei gruppi parlamentari insieme al rapporto annuale sulle detrazioni fiscali per interventi di risparmio energetico e utilizzo di fonti di energia rinnovabili, si evince che negli edifici esistenti, dal 2007, oltre 39 miliardi di euro sono stati investiti in Italia per interventi di riqualificazione energetica, di cui 3,3 solo nel 2018, con un risparmio cumulato di circa 100 milioni di MWh: sempre relativamente al 2018 l’«ecobonus» ha consentito un risparmio complessivo di 16 milioni di MWh, pari al consumo medio annuo di energia elettrica e termica delle famiglie di una città di 2,5 milioni di abitanti;

    analizzando i dati forniti da Enea emerge che lo scorso anno le famiglie italiane hanno effettuato oltre 300 mila interventi di efficienza energetica, prevalentemente per sostituire i serramenti (1,2 miliardi di spesa), per coibentare solai e pareti (circa 1 miliardo) e per installare caldaie a condensazione e pompe di calore per il riscaldamento invernale (circa 800 milioni). Circa il 77 per cento degli investimenti (2,56 miliardi di euro su oltre 3,3) riguarda edifici costruiti prima degli anni ’80. In particolare, circa il 35 per cento delle risorse (oltre 1,1 miliardi di euro) è stato destinato all'edilizia anni ’60. Il 36 per cento degli investimenti (altre 1,2 miliardi di euro) ha riguardato una costruzione isolata (ad esempio una villetta mono o plurifamiliare), mentre più del 50 per cento delle risorse (pari a oltre 1,7 miliardi di euro) ha interessato interventi su edifici in linea e condomìni con più di tre piani fuori terra. Sempre nel 2018, primo anno di monitoraggio del bonus casa (detrazione al 50 per cento) sono stati effettuati 500 mila interventi con un risparmio complessivo di 700 mila MWh;

    l'articolo 10 del decreto-legge 30 aprile 2019, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 giugno 2019, n. 58, introduce la possibilità per il soggetto che sostiene le spese per gli interventi di cui agli articoli 14 e 16 del decreto-legge 4 giugno 2013, n. 63 (rispettivamente, interventi di efficienza energetica e di riduzione del rischio sismico) di ricevere, in luogo dell'utilizzo della detrazione, un contributo anticipato dal fornitore che ha effettuato l'intervento, sotto forma di sconto sul corrispettivo spettante. Tale contributo è recuperato dal fornitore sotto forma di credito d'imposta, di pari ammontare, da utilizzare in compensazione, in cinque quote annuali di pari importo, senza l'applicazione dei limiti di compensabilità, con la facoltà, per i fornitori che hanno effettuato le due tipologie di intervento, di cedere a loro volta il credito d'imposta ai propri fornitori di beni e servizi;

    poiché l’«ecobonus» rappresenta un volano di crescita reale per una filiera industriale fortemente italiana legata al settore delle costruzioni e dell'impiantistica, ampliare il ventaglio delle modalità di fruizione delle agevolazioni potrebbe senz'altro costituire un ulteriore stimolo per la domanda; tuttavia, il recupero dello sconto da parte delle aziende in 5 anni come credito di imposta può essere estremamente problematico per le imprese piccole, medie e artigiane;

    durante l'esame parlamentare sono state presentate numerose proposte emendative da parte del gruppo del Partito democratico volte a dare seguito alle questioni sollevate da parte delle associazioni delle piccole e medie imprese e degli artigiani durante le audizioni, relative soprattutto agli inevitabili problemi in termini di liquidità, ma Governo e maggioranza, ad avviso dei firmatari del presente atto, non si sono dimostrati sensibili alle richieste, respingendo senza chiara motivazione tutte le proposte di modifica che permettessero di trovare una soluzione in tal senso;

    l'8 luglio 2019, le associazioni Ater, Coordinamento Free e Italia Solare hanno inviato una lettera al Ministro Luigi Di Maio e al sottosegretario Davide Crippa con la quale esprimono grande preoccupazione per la norma citata e chiedono l'urgente revisione della norma stessa, togliendo il divieto di cessione del credito a intermediari finanziari;

    nella lettera le associazioni scrivono che tale disposizione metterà in grande difficoltà la maggioranza degli operatori del settore, e che le uniche società che potranno avvalersi della cessione del credito Irpef saranno poche grandi utility, stante il fatto che già oggi le imprese di installazione subiscono una ritenuta dell'8 per cento sui pagamenti effettuati, con un conseguente impatto negativo sui flussi di cassa: l'articolo 10, nell'escludere la possibilità per gli operatori di rivolgersi a intermediari finanziari, impedirebbe di fatto a tutte le aziende di applicare tale possibilità in modo sistematico, con le piccole imprese che potranno lavorare solo in subappalto e ricavare un magro utile vedendosi costrette a ridurre al minimo possibile i costi, con il rischio di non riuscire a coprire le spese aziendali ed essere costrette a chiudere con conseguente perdita di tessuto imprenditoriale diffuso e di numerosi posti di lavoro;

    anche l'avvio da parte di oltre 60 imprese dei settori impianti, legno ed arredamento associate alla Confederazione nazionale dell'artigianato e della piccola e media impresa (Cna), di un procedimento amministrativo davanti alla Commissione europea ed all'Autorità garante della concorrenza e del mercato affinché venga accertata l'illegittimità della norma per le possibili ricadute negative in materia di alterazione della concorrenza indica come sia necessaria la modifica della norma,

impegnano il Governo:

   ad adottare iniziative per sanare questa situazione, affinché a fronte dello sconto operato dalle aziende vi sia:

    a) la possibilità di permettere forme di cessione del credito da parte delle aziende esecutrici delle opere di ristrutturazione a istituti finanziari o bancari;

    b) la trasformazione di tale crediti in rimborsi fiscali – per i soggetti titolari dell'azione efficientamento – cedibili a terzi o utilizzabili in operazioni di credito;

   ad adottare iniziative al fine di garantire la possibilità per i soggetti che svolgono le azioni di ristrutturazione di operare al meglio le scelte più convenienti e di creare, al contempo, un vero bacino della concorrenza in cui possano operare anche le piccole e medie imprese.
(7-00286) «Benamati, Fregolent, Moretto, Fragomeli, Serracchiani».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

rendimento energetico

concorrenza

detrazione fiscale