ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN COMMISSIONE 7/00182

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 127 del 15/02/2019
Abbinamenti
Atto 7/00069 abbinato in data 19/02/2019
Atto 7/00148 abbinato in data 19/02/2019
Atto 7/00184 abbinato in data 19/02/2019
Atto 7/00185 abbinato in data 20/02/2019
Approvazione risoluzione conclusiva
Atto numero: 8/00019
Firmatari
Primo firmatario: GADDA MARIA CHIARA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 15/02/2019
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
FRAILIS Andrea PARTITO DEMOCRATICO 15/02/2019
MANCA GAVINO PARTITO DEMOCRATICO 15/02/2019
MURA ROMINA PARTITO DEMOCRATICO 15/02/2019
CENNI SUSANNA PARTITO DEMOCRATICO 15/02/2019
CARDINALE DANIELA PARTITO DEMOCRATICO 15/02/2019
CRITELLI FRANCESCO PARTITO DEMOCRATICO 15/02/2019
DAL MORO GIAN PIETRO PARTITO DEMOCRATICO 15/02/2019
D'ALESSANDRO CAMILLO PARTITO DEMOCRATICO 15/02/2019
INCERTI ANTONELLA PARTITO DEMOCRATICO 15/02/2019
PORTAS GIACOMO PARTITO DEMOCRATICO 15/02/2019


Commissione assegnataria
Commissione: XIII COMMISSIONE (AGRICOLTURA)
Stato iter:
21/03/2019
Partecipanti allo svolgimento/discussione
INTERVENTO PARLAMENTARE 13/03/2019
GALLINELLA FILIPPO MOVIMENTO 5 STELLE
FORNARO FEDERICO LIBERI E UGUALI
CARETTA MARIA CRISTINA FRATELLI D'ITALIA
GADDA MARIA CHIARA PARTITO DEMOCRATICO
VIVIANI LORENZO LEGA - SALVINI PREMIER
CENNI SUSANNA PARTITO DEMOCRATICO
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 19/03/2019
GALLINELLA FILIPPO MOVIMENTO 5 STELLE
 
ILLUSTRAZIONE 19/03/2019
CADEDDU LUCIANO MOVIMENTO 5 STELLE
GASTALDI FLAVIO LEGA - SALVINI PREMIER
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 19/03/2019
GADDA MARIA CHIARA PARTITO DEMOCRATICO
CADEDDU LUCIANO MOVIMENTO 5 STELLE
FORNARO FEDERICO LIBERI E UGUALI
GASTALDI FLAVIO LEGA - SALVINI PREMIER
 
PARERE GOVERNO 21/03/2019
PESCE ALESSANDRA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI, FORESTALI E TURISMO)
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 21/03/2019
CADEDDU LUCIANO MOVIMENTO 5 STELLE
FORNARO FEDERICO LIBERI E UGUALI
 
DICHIARAZIONE VOTO 21/03/2019
SPENA MARIA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
GADDA MARIA CHIARA PARTITO DEMOCRATICO
GASTALDI FLAVIO LEGA - SALVINI PREMIER
DE CARLO LUCA FRATELLI D'ITALIA
Fasi iter:

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 19/02/2019

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 19/02/2019

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 20/02/2019

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 20/02/2019

DISCUSSIONE IL 13/03/2019

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 13/03/2019

DISCUSSIONE IL 19/03/2019

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 19/03/2019

ATTO MODIFICATO IN CORSO DI SEDUTA IL 21/03/2019

ACCOLTO IL 21/03/2019

PARERE GOVERNO IL 21/03/2019

DISCUSSIONE IL 21/03/2019

APPROVATO (RISOLUZIONE CONCLUSIVA) IL 21/03/2019

CONCLUSO IL 21/03/2019

Atto Camera

Risoluzione in commissione 7-00182
presentato da
GADDA Maria Chiara
testo di
Venerdì 15 febbraio 2019, seduta n. 127

   La XIII Commissione,

   premesso che:

    la grave crisi in cui versano da tempo la pastorizia ed il comparto ovino e caprino italiano, richiede con urgenza misure concrete ed interventi strutturali;

    i recenti accadimenti in Sardegna evidenziano il grave stato di sofferenza in cui versa il settore, che rappresenta un asse portante per l'economia sarda non solo dal punto di vista economico, occupazionale ed imprenditoriale, ma anche per la valorizzazione e tutela dei prodotti del territorio e per l'impatto positivo a beneficio di tutta la comunità;

    la Sardegna rappresenta ormai l'area di riferimento nazionale per quanto riguarda il mercato del latte ovi-caprino e dei suoi derivati, con particolare riferimento al pecorino romano: nell'isola si stima, infatti, una produzione complessiva di 300 mila tonnellate di latte ogni anno e oltre 380 mila quintali di prodotti caseari;

    il prezzo attualmente remunerato all'allevatore di circa 60 centesimi al litro, difficilmente riesce a coprire i costi di produzione e di gestione; questo rischia di mettere in ginocchio un sistema costituito da oltre 12 mila aziende agropastorali presenti in Sardegna, in cui si trova il 40 per cento delle pecore allevate in Italia che producono quasi 3 milioni di quintali di latte destinato per il 60 per cento alla produzione di pecorino romano (Dop);

    la campagna di produzione di pecorino romano, che utilizza per la sua realizzazione in gran parte latte ovino di provenienza sarda, nel 2018 si è chiusa con oltre 330.000 quintali di prodotto, produzione ben lontana dal tetto di autoregolamentazione fissato dal consorzio di tutela (280.000 quintali); tale quantitativo è rapportato alle reali possibilità di consumo che sono state quantificate dal consorzio stesso in 250.000 quintali di prodotto stagionato (137.000 quintali destinati al mercato statunitense, 51.000 al mercato comunitario, 50.000 al mercato italiani e altri 12.000 verso altre aree del mondo);

    come dimostra la storia produttiva del pecorino romano, ogniqualvolta l'offerta si è discostata in termini rilevanti dalla domanda, il prezzo del formaggio è calato, e conseguentemente quello del latte alla produzione;

    andando a ritroso negli anni, si può verificare che quando si sono prodotti 384.314 quintali (annata 1994-1995) o 381.836 quintali (annata 2003-2004) il prezzo del latte è sceso a 0,51 euro/litro a valori attuali. Quando per tre annate consecutive (2011/2012 - 2012/2013 - 2013/2014) si è registrata una produzione, rispettivamente, di 254.530 quintali, 247.780 quintali e di 241.170 quintali, con una media pertanto, nel triennio, di 247.827 quintali, il prezzo del pecorino romano ha raggiunto la sua quotazione storica toccando i 9,50 euro/Kg. Davanti all'impennata produttiva dell'annata 2014-2015, che ha registrato il dato di 301.650 quintali, poi diventati 356.324 nell'annata 2015-2016, dati attutiti nella passata annata 2016-2017 con 278.557 quintali, il prezzo ha iniziato a manifestare una flessione negativa (5,13 euro/Kg nei primi mesi del 2017 risalendo a 7,70 a febbraio 2018 per poi ricadere ai 6,60 prezzo minimo mercato di Milano alla data odierna – Fonte CLAL);

    sarebbe pertanto utile da parte dell'Ineq, organismo di certificazione del pecorino romano, rendere pubblici i dati certificati o, quanto meno, averne visione, sia pure come dato provvisorio, dal Consorzio di tutela, ripristinando la pubblicazione dei dati mensili di produzione e delle differenze percentuali rispetto all'annata precedente;

    non sono stati mai definiti e comunicati i limiti produttivi dei caseifici sardi ai quali spetta valutare e stabilire quanto latte trasformare, quali formaggi produrre ed in quali quantità, in funzione della propria organizzazione commerciale. Il tema della programmazione produttiva resta quindi elemento essenziale per giungere a una maggiore solidità del comparto;

    tra le criticità più rilevanti del settore si segnalano: (a) l'estrema volatilità del prezzo del latte, e la sussistenza di un prezzo di vendita spesso non sufficiente a coprire i costi di produzione; (b) un sistema produttivo frammentato e sottocapitalizzato con limitate capacità di adattamento alle evoluzioni del mercato;

    il mancato riconoscimento di una congrua remunerazione del latte ovino e caprino e l'acquisto da parte di imprese di trasformazione sarde di materia prima di provenienza comunitaria, utilizzata anche per realizzare formaggi e prodotti a marchio sardo, hanno contribuito ad innescare una dura reazione dei pastori che rischia di degenerare in una protesta di cui è difficile prevedere le conseguenze;

    la crisi del comparto potrebbe determinare un ulteriore effetto sulla solidità di tali imprese, disincentivando gli investimenti e causando l'abbandono degli allevamenti in molte zone rurali, con pesanti ricadute sul fronte sociale e ambientale;

    negli anni scorsi, in relazione ad eventi straordinari e crisi di settore, il Ministero delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo ha adottato misure puntuali di sostegno come nel caso del Grana Padano dop (a pasta dura), dell'Asiago pressato e del Provolone Val Padana dop (a pasta tenera). Ad esempio, nel 2017 si verificò un'analoga situazione per cui il prezzo del latte ovino scese a 60 centesimi al litro a allora furono adottate delle misure, come gli aiuti diretti agli allevatori e l'introduzione del pegno rotativo, al fine di fare accedere più agevolmente i produttori a strumenti di finanziamento bancari;

    l'articolo 62, comma 2, del decreto-legge n. 1 del 2012 vieta qualsiasi comportamento del contraente che, abusando della propria maggior forza commerciale, imponga condizioni contrattuali ingiustificatamente gravose, ivi comprese, ad esempio: qualsiasi patto che preveda prezzi particolarmente iniqui o palesemente al di sotto dei costi di produzione;

    le comunità e le istituzioni locali osservano l'aggravarsi della condizione delle imprese del comparto agro-pastorale, che lede la dignità del lavoro, vanifica tutti gli sforzi rivolti a combattere lo spopolamento e la desertificazione produttiva delle aree rurali e mette a rischio la tenuta, la coesione sociale e l'ordine pubblico; le istituzioni locali necessitano di adeguato sostegno rispetto alle politiche di sviluppo locale intraprese, e nella attività di mantenimento e promozione della legalità e di prevenzione di azioni violente e incontrollate, atti vandalici e danneggiamenti a beni mobili ed immobili pubblici e privati;

    la crisi delle aziende agropastorali sarde rischia di provocare ripercussioni anche in altre regioni italiane, con particolare riferimento a Toscana e Lazio, dove la zootecnia ovicaprina è uno dei settori trainanti dell'economia locale,

impegna il Governo:

   ad adottare con urgenza le iniziative di competenza, ai sensi dell'articolo 12 della legge n. 287 del 1990, per richiedere all'autorità garante della concorrenza e del mercato un'indagine conoscitiva in relazione alle pratiche sleali di mercato;

   ad adottare politiche, iniziative e un patto di filiera per agevolare relazioni contrattuali che assicurino alla componente allevatoriale prezzi all'origine congrui, in grado di coprire i costi produttivi sostenuti e garantire margini di redditività economicamente sostenibili, al fine di ridare vitalità, sicurezza e slancio ad un comparto essenziale del sistema socio-economico italiano;

   ad adottare iniziative per la creazione di un «fondo latte ovino», che possa contare su una copertura di almeno 25 milioni di euro, e un «patto di filiera per il pecorino»;

   ad intraprendere tutte le iniziative istituzionali necessarie a riattivare presso il Ministero delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo un tavolo tecnico fra pastori, organizzazioni di categoria, cooperative di produttori e industriali per affrontare l'emergenza sarda e per arrivare a interventi immediati di ristoro per gli allevatori e, soprattutto, a un piano di settore che preveda misure condivise per migliorare le condizioni di produzione, con una nuova articolazione e differenziazione delle opportunità di mercato;

   ad assumere iniziative in ambito comunitario volte a gestire l'attuale situazione di emergenza e ad individuare, nell'ambito della nuova Pac 2021-2027, misure incentivanti a sostegno del sistema agropastorale e strumenti efficaci per fronteggiare le emergenze di mercato;

   ad incentivare il sistema produttivo, al fine di indirizzarlo verso un sistema di gestione manageriale e moderno, per rispondere in modo adeguato e strutturale alle sfide derivanti dall'andamento dei mercati mondiali, e alla evoluzione legislativa europea, nazionale e regionale;

   a promuovere misure volte ad agevolare l'accesso al credito per le imprese agro-pastorali e la riformulazione dei piani di restituzione dei crediti già in essere, utilizzando anche i relativi strumenti con la condivisione degli istituti di credito (Medio credito centrale), al fine di accompagnare tali imprese in un percorso di maggiore solidità e strutturazione;

   a sostenere e a promuovere iniziative di valorizzazione e di tutela di produzioni casearie di qualità della tradizione locale, in grado di diversificare l'offerta commerciale nei mercati nazionali ed internazionali e di evitare di dover essere soggetti alle ricadute derivanti dalla fluttuazione di un unico prodotto e mercato di riferimento;

   ad adottare iniziative per istituire una zona franca rurale rivolta soprattutto a pastori, allevatori e agricoltori con una detassazione sul modello di quella prevista per la zona franca urbana per 5/10 anni e in particolare modo rivolta alle nuove generazioni che si insediano in ambito rurale e in agricoltura.
(7-00182) «Gadda, Frailis, Gavino Manca, Mura, Cenni, Cardinale, Critelli, Dal Moro, D'Alessandro, Incerti, Portas».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

latte

denominazione di origine

allevamento