ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN COMMISSIONE 7/00181

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 126 del 14/02/2019
Firmatari
Primo firmatario: COSTANZO JESSICA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 14/02/2019
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
CATTOI MAURIZIO MOVIMENTO 5 STELLE 14/02/2019


Commissione assegnataria
Commissione: I COMMISSIONE (AFFARI COSTITUZIONALI, DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO E INTERNI)
Commissione: XI COMMISSIONE (LAVORO PUBBLICO E PRIVATO)
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Risoluzione in commissione 7-00181
presentato da
COSTANZO Jessica
testo di
Giovedì 14 febbraio 2019, seduta n. 126

   Le Commissioni I e XI,

   premesso che:

    la guardia particolare giurata, nell'espletamento del proprio servizio, assume il ruolo d'incaricato di pubblico servizio secondo quanto statuito dall'articolo 358 del codice penale, che afferma che «agli effetti della legge penale, sono incaricati di un pubblico servizio coloro i quali, a qualunque titolo, prestano un pubblico servizio. Per pubblico servizio deve intendersi un'attività disciplinata nelle stesse forme della pubblica funzione, ma caratterizzata dalla mancanza dei poteri tipici di questa ultima, e con esclusione dello svolgimento di semplici mansioni di ordine e della prestazione di opera meramente materiale»;

    la categoria delle guardie particolari giurate consta in Italia di circa 76 mila addetti dipendenti di 1.326 istituti di vigilanza. La funzione svolta da queste migliaia di lavoratori è connotata da un elevato interesse sociale, posto che la guardia giurata è addetta alla vigilanza sui beni privati e pubblici;

    le principali norme sugli istituti di vigilanza privata e le guardie particolari giurate sono contenute nel testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, di cui al regio decreto 18 giugno 1931, n. 773, e nel relativo regolamento di esecuzione di cui al regio decreto 6 maggio 1940, n. 635. Da tempo è avvertita la necessità di una nuova disciplina per aggiornare il quadro di riferimento dell'attività del comparto delle guardie giurate. Questa attività, infatti, risulta ancorata a fonti normative obsolete che non tengono conto dello sviluppo sociale, nonché culturale e tecnologico che coinvolge la categoria;

    il mancato riconoscimento nell'attuale ordinamento normativo nazionale della qualifica di pubblico ufficiale o di agente ausiliare di pubblica sicurezza rappresenta per le guardie giurate un ostacolo di non poco conto nell'espletamento delle loro funzioni;

    le guardie particolari giurate vedrebbero riconosciute da tale attribuzione di qualifica una serie di garanzie maggiori, utili anche a scongiurare episodi di violenza e di aggressioni verbali;

    a Palermo, in data 9 settembre 2018, una guardia giurata è stata aggredita al volto nell'espletamento delle sue funzioni secondo quanto riportato dal sito Palermo Today, mentre due guardie giurate sono state aggredite, con riferimento all'istituto di vigilanza Aquila, nell'ospedale di Pescara, in data 14 ottobre 2018, come riportato dal quotidiano on-line ilpescara.it;

    con riferimento ai siti aeroportuali, dove le guardie giurate sono incaricate di svolgere le mansioni precedentemente proprie delle forze dell'ordine e poi delegate secondo quanto previsto dal decreto ministeriale n. 85 del 1999, come denunciato dal sindacato S.a.t.i.l. vigilanza, le guardie giurate sono spesso impossibilitate ad adempiere correttamente ai loro obblighi di sorveglianza nei siti aeroportuali dal momento che, dovendo verificare che chi accede all'interno della cosiddetta area sterile dell'aeroporto sia munito di titolo di viaggio idoneo, non possono verificare l'identità del soggetto oggetto di controllo;

    già nell'anno 2008 nella proposta di legge presentata il 30 aprile 2008 dai deputati Polledri, Rivolta, Grimoldi, Ranieri, Rondini e Corazzi si era avanzata la proposta di riconoscere alle guardie particolari giurate lo status giuridico di pubblico ufficiale;

    la disciplina dell'orario di lavoro nel settore della Vigilanza Privata è derogatoria rispetto alla normativa europea vigente in materia;

    l'attuale formulazione dell'articolo 2 del decreto legislativo n. 66 del 2003 esclude il settore della vigilanza privata dal campo di applicazione dello stesso decreto e pertanto l'organizzazione dell'orario degli addetti alla vigilanza privata, sia per ciò che concerne i riposi che per le pause dal lavoro, trova la propria disciplina esclusivamente nelle fonti contrattuali di cui sopra;

    ai lavoratori operanti nel settore non sono garantite le 11 ore consecutive di riposo giornaliero, potendo queste essere derogate e rimanendo la fattispecie disciplinata dalla contrattazione collettiva;

    il Contratto collettivo nazionale di lavoro di settore assegna alla guardia particolare giurata undici ore di riposo giornaliero, pur ammettendo che al ricorrere di straordinarie esigenze di servizio le stesse possano essere ridotte a nove ore. La medesima contrattazione collettiva non prevede poi nulla sul piano sanzionatorio, laddove nemmeno il limite predetto rimanga inosservato;

    lo studio statistico del settore permette di evincere come in materia di riposo giornaliero nessuno dei limiti imposti dalla contrattazione collettiva sia di fatto rispettato dagli istituti di vigilanza;

    come denunciato dal sindacato S.a.t.i.l. Vigilanza, la prassi ha anche dimostrato che sovente il limite delle 9 ore viene inosservato dagli istituti di vigilanza concedendo di conseguenza al lavoratore riposi ulteriormente inferiori;

    il medesimo meccanismo, derogatorio rispetto alle previsioni normative di cui al decreto legislativo n. 66 del 2003, investe poi la pausa giornaliera di 10 minuti prevista dalla normativa europea, al decorrere di 6 ore consecutive di prestazione lavorativa. La contrattazione collettiva ammette, infatti, la possibilità che la guardia non fruisca dei dieci minuti prevedendone la conversione in permessi che, tuttavia, mai vengono recuperati, né generalmente monetizzati. In un settore in cui l'orario medio giornaliero raggiunge le 13 o le 14 ore di lavoro al giorno, la prestazione lavorativa risulta dunque ininterrotta con conseguente aggravio per il lavoratore;

    la disciplina riguardante l'orario di lavoro è infine derogata avuto riguardo al limite massimo lavorabile settimanalmente e fissato in 48 ore;

    come evidenziato dal sindacato S.a.t.i.l. Vigilanza, la guardia giurata deve essere in possesso dei titoli di polizia, quali il porto d'armi ed il decreto di nomina a guardia particolare giurata, i quali sono soggetti ad una scadenza rispettivamente di sei e tre anni. Tuttavia, le contrattazioni collettive ed integrative pro tempore applicate disciplinano una particolare fattispecie, ovverosia l'ipotesi in cui i predetti titoli non vengano rinnovati anzitempo a causa di un ritardo imputabile all'Autorità competente. La contrattazione collettiva prevede che nelle ipotesi in cui i datori di lavoro siano legittimati a sospendere dal servizio la guardia giurata vengano meno gli obblighi retributivi. Così, la guardia giurata che si è adoperata per tempo affinché tutta la documentazione necessaria pervenisse all'azienda in tempo utile, sottoponendosi a visite mediche, anticipando il costo delle stesse, sostenendo i dovuti costi di marche da bollo, si ritrova ad essere sospesa dal servizio, ma soprattutto dalla retribuzione a causa di un mero ritardo imputabile esclusivamente alla prefettura;

    tali criticità sono state oggetto di rivendicazioni nelle ultime settimane, e in data 9 gennaio 2019 i maggiori organi di stampa hanno reso noto il possibile sciopero delle guardie giurate, paventato dal presidente dell'A.n.g.g.i., Fabio Padovani;

    Padovani è entrato nel merito e, insieme a Andrea Cacciotti, a capo di Security National, ha denunciato su Repubblica.it in data 9 gennaio 2019 i problemi della categoria e il bisogno di tutele ancora non riconosciute, dichiarando: «Ci stanno ammazzando con turni massacranti, ci stanno togliendo il diritto alla famiglia perché con turni di 12/14/16 ore non possiamo vivere le nostre famiglie, ci stanno portando alla depressione con effetti devastanti. Ci sono stati suicidi causati dalle conseguenze di stipendi minimi e incidenti mortali dovuti a 10 ore di servizio di notte percorrendo anche 300 km a turno»;

    considerando le specifiche caratteristiche del settore, che vede il susseguirsi di continui cambi di appalto o trasferimenti d'azienda o affitti di rami d'azienda e/o fallimenti, l'istituzione di un registro degli addetti alla vigilanza privata sopperirebbe all'esigenza di una maggiore stabilità dei posti di lavoro, nonché di una mobilità di personale già qualificato, e aiuterebbe a frenare l'ingente dispiego di risorse pubbliche per la tutela di chi rimane privo di occupazione e per il continuo rilascio e controllo dei titoli di polizia (porto d'armi e decreto di nomina a guardia giurata), causato dalla continua esigenza di formare nuovo personale assunto,

impegna il Governo:

   a porre in essere le opportune iniziative normative volte a riconoscere alle guardie particolari giurate lo status giuridico di pubblici ufficiali o di agenti ausiliari di pubblica sicurezza, in modo da garantire l'ottimale svolgimento delle mansioni e delle funzioni a cui sono preposte;

   a convocare un tavolo di confronto con le rappresentanze sindacali e datoriali per promuovere la ridiscussione e la ridefinizione dei contratti collettivi di categoria, nella direzione di ridefinire la disciplina dell'orario di lavoro delle guardie giurate, che attualmente risulta già derogatoria rispetto alla legislazione comunitaria, puntualmente disattesa in direzione peggiorativa per i lavoratori del settore;

   ad assumere le necessarie iniziative volte a istituire, presso il Ministero dell'interno, un registro degli addetti alla vigilanza privata.
(7-00181) «Costanzo, Maurizio Cattoi».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

sicurezza e sorveglianza

orario di lavoro

diritto comunitario