ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN COMMISSIONE 7/00039

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 37 del 02/08/2018
Firmatari
Primo firmatario: MORETTO SARA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 02/08/2018
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BRAGA CHIARA PARTITO DEMOCRATICO 02/08/2018
BENAMATI GIANLUCA PARTITO DEMOCRATICO 02/08/2018
MANCA GAVINO PARTITO DEMOCRATICO 02/08/2018
BONOMO FRANCESCA PARTITO DEMOCRATICO 02/08/2018
MOR MATTIA PARTITO DEMOCRATICO 02/08/2018
NARDI MARTINA PARTITO DEMOCRATICO 02/08/2018
NOJA LISA PARTITO DEMOCRATICO 02/08/2018
ZARDINI DIEGO PARTITO DEMOCRATICO 02/08/2018


Commissione assegnataria
Commissione: VIII COMMISSIONE (AMBIENTE, TERRITORIO E LAVORI PUBBLICI)
Commissione: X COMMISSIONE (ATTIVITA' PRODUTTIVE, COMMERCIO E TURISMO)
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Risoluzione in commissione 7-00039
presentato da
MORETTO Sara
testo di
Giovedì 2 agosto 2018, seduta n. 37

   Le Commissioni VIII e X,

   premesso che:

    l'impianto Ilva di Taranto è il più grande stabilimento siderurgico d'Europa e anche uno dei più moderni;

    da luglio 2012 vari interventi della magistratura hanno disposto il sequestro dell'acciaieria e l'arresto di alcuni suoi dirigenti, tra cui i proprietari, per violazioni ambientali;

    essendo uno stabilimento di interesse strategico nazionale, l'impianto di Taranto è stato oggetto di una speciale disciplina (ai sensi degli articoli 1 e 2 del decreto-legge 4 giugno 2013, n. 61) che ne ha disposto il Commissariamento, prevedendo la prosecuzione dell'attività produttiva funzionale alla conservazione della continuità aziendale, nonché la predisposizione di un piano delle misure e delle attività di tutela ambientale e sanitaria, piano adottato con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 14 marzo 2014;

    la successiva ricollocazione sul mercato del complesso industriale Ilva è stata strutturata secondo un procedimento complesso idoneo a garantire, nel rispetto della compatibilità con le regole europee, l'esigenza di realizzazione di un piano di misure ambientali con le finalità della amministrazione straordinaria, cui la stessa è stata sottoposta all'inizio del 2015;

    su questa vicenda, strategica per le ricadute industriali, ambientali e occupazionali del territorio e nazionali, l'operato dei precedenti Governi ha da subito dato massima centralità al tema di coniugare la tutela ambientale e sanitaria del territorio e dei suoi abitanti con i livelli produttivi e occupazionali dell'Ilva dell'indotto, anche attraverso l'utilizzo di un notevole ammontare di risorse pubbliche;

    il 6 giugno 2017 il Ministro dello sviluppo economico ha firmato il decreto che ha autorizzato i commissari straordinari dell'Ilva a procedere all'aggiudicazione degli asset del gruppo Ilva ad Am Investco (cordata formata da Arcelor Mittal e dal Gruppo Marcegaglia);

    il piano industriale presentato da Am Investco prevede investimenti per 2,4 miliardi di euro, finalizzati al risanamento ambientale della fabbrica, alla copertura dei parchi minerari, all'adozione di nuove tecnologie per ammodernare gli impianti a cui si aggiungono 1,8 miliardi di euro che servono anche a rimborsare lo Stato e i creditori;

    il commissariamento, in scadenza 30 giugno 2018, data alla quale gli assegnatari della gara avrebbero potuto perfezionare l'acquisizione, è stato prorogato al 15 settembre su richiesta dei commissari che, in assenza di indicazioni chiare dal Governo e in presenza di tensioni relative al piano occupazionale, hanno chiaramente preferito far slittare i tempi per la cessione ad Am Investco;

    in assenza di questa proroga, il 1° luglio 2018, Am Investco avrebbe potuto rinunciare all'acquisizione oppure procedere direttamente con le assunzioni, partire con il rilancio del sito e continuare l'opera di risanamento ambientale e produttivo del sito e del territorio;

    il primo atto del Governo su questa questione di rilevanza nazionale è arrivato solamente dopo un mese dal suo insediamento ed è stato quello di inviare una nota all'Anac per segnalare presunte anomalie nella procedurali aggiudicazione della gara e chiedere un parere in merito;

    il 20 luglio 2018 il Ministro dello sviluppo economico ha riferito in Aula che Anac ha confermato tutte le criticità, che la procedura gara per la cessione è stata un pasticcio, è stato leso il principio della concorrenza, le regole del gioco sono state cambiate in corsa. Se la procedura fosse stata corretta ci sarebbero state molte più offerte e tutte migliori anche quella di Arcelor, indicando come azioni in merito chiarimenti ai commissari dell'Ilva, l'avvio di un'indagine interna al Ministero e un parere all'avvocatura di Stato, dimostrando così secondo i presentatori del presente atto di indirizzo di non voler effettivamente arrivare a prendere una decisione;

    la risposta dell'Anac, arrivata al Ministero dello sviluppo economico il 19 luglio 2018, con la nota n. 0063844 pubblicata sul sito del Ministero stesso ha evidenziato che «Le considerazioni esposte rispondono, in punto di diritto, ai quesiti posti da codesto Ministero sui quali – si ribadisce – l'Autorità si è espressa sulla base degli elementi comunicati senza avere proceduto né potere procedere a specifici accertamenti. Per quanto ovvio, si rappresenta che l'individuazione di eventuali irregolarità non potrebbe portare di per sé all'adozione di provvedimenti di autotutela su determinazioni della serie procedimentale attribuita competenze di codesto Ministero che si è intersecata con le diverse fasi della procedura in questione. I provvedimenti di autotutela possono essere assunti, infatti, solo al ricorrere di tutti i presupposti di cui all'articolo 21-novies della legge n. 241 del 1990 e, in particolare, l'esistenza dell'interesse pubblico specifico all'annullamento, diverso – secondo la costante giurisprudenza amministrativa – dal mero ripristino della legalità. L'accertamento dei presupposti di fatto e di diritto previsti dalla legge, la valutazione dell'interesse pubblico prevalente e lo stesso accertamento delle illegittimità nel caso concreto sono rimessi, ovviamente, alla responsabilità dell'Amministrazione procedente»;

    dopo mesi di campagna elettorale incentrata sulla chiusura del sito di Taranto e su una non meglio precisata riconversione, peraltro citata nel contratto per il Governo del cambiamento come «programma di riconversione economica basato sulla progressiva chiusura delle fonti inquinanti» e dopo oltre due mesi di continue prese di posizione vaghe e contraddittorie da parte del Governo che vanno dalla prospettata «chiusura programmata» dello stabilimento, «che si riconvertirà non in sei mesi ma nemmeno in 20 anni», alla «lavoriamo su due fronti, con Arcelor Mittal e allo stesso tempo anche all'evenienza di ritiro in autotutela della gara qualora la legge dirà di farlo» appare evidente la difficoltà di coniugare responsabilità di governo e promesse e impegni di campagna elettorale, rallentando ulteriormente e rischiando di mettere in discussione il piano di rilancio e di conseguenza il futuro industriale di una filiera strategica, la tenuta dell'equilibrio della bilancia commerciale (già oggi l'Italia importa circa 12 milioni di tonnellate di piani dall'estero, quota superiore all'intera produzione italiana di circa 11 milioni), il destino di 20.000 lavoratori;

    la vicenda è stata oggetto di vari atti di sindacato ispettivo, durante l'ultimo dei quali il Governo ha dimostrato ancora una volta di non avere chiara quale sia la strada giusta per il futuro dell'Ilva, visto che nella risposta all'interrogazione in X Commissione n. 5-00034 ha indicato, tra l'altro, di avere come punto fermo la verifica delle condizioni per annullare la gara (peraltro senza dare indicazioni su cosa fare poi in questo caso), mentre nello stesso giorno, il Ministro dello sviluppo economico a mezzo stampa, ha dichiarato la propria disponibilità per incontrare gli assegnatari al fine di verificare eventuali margini di miglioramento dell'offerta;

    chiudere l'Ilva potrebbe costare al Paese 1 punto di Pil, la perdita di 14 mila posti di lavoro diretti più quelli dell'indotto e la fine della produzione dell'acciaio a Taranto con conseguenze negative anche negli altri siti italiani appartenenti al gruppo Ilva,

impegnano il Governo:

   ad assumere iniziative per accelerare l'uscita dall'attuale fase della gestione commissariale, consentendo la prosecuzione dell'attività aziendale per la tutela dell'occupazione, dell'ambiente e dello sviluppo industriale sostenibile messo in atto dai precedenti Governi, in un percorso che prevede la collocazione sul mercato del complesso industriale, una cornice di compatibilità con le regole europee e la realizzazione in tempi certi di un piano di misure ambientali e sanitarie indispensabili per superare le criticità ancora esistenti;

   ad assumere iniziative per mantenere l'operatività aziendale del complesso Ilva che rappresenta un valore assoluto del sistema produttivo nazionale in un settore come la produzione di acciaio che è strategico per l'economia italiana;

   a dissipare, in tempi immediati, ogni dubbio in merito al ventilato annullamento della gara di cessione del complesso industriale Ilva anche nelle more di una trattativa con gli assegnatari degli impianti Ilva, volta a integrare le condizioni di cessione;

   a garantire le risorse per la gestione del complesso industriale Ilva di Taranto, con particolare attenzione al tema della sicurezza sul lavoro e alla realizzazione dei necessari interventi di risanamento ambientale;

   a continuare il programma di interventi e investimenti di natura ambientale che è stato già avviato con l'investimento per la copertura dei parchi primari;

   ad assumere iniziative per consentire e valorizzare gli investimenti programmati dagli assegnatari e destinati alla realizzazione del Piano ambientale e alla ristrutturazione degli impianti produttivi;

   a proseguire i principali interventi ambientali per Taranto, di cui al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 29 settembre 2017;

   ad assumere iniziative per consentire l'avvio degli investimenti tecnologici e ambientali citati in premessa.
(7-00039) «Moretto, Braga, Benamati, Gavino Manca, Bonomo, Mor, Nardi, Noja, Zardini».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

soppressione di posti di lavoro

procedura amministrativa

ristrutturazione industriale