ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/08242

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 707 del 14/06/2022
Firmatari
Primo firmatario: ANZALDI MICHELE
Gruppo: ITALIA VIVA
Data firma: 14/06/2022


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI delegato in data 14/06/2022
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-08242
presentato da
ANZALDI Michele
testo di
Martedì 14 giugno 2022, seduta n. 707

   ANZALDI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   dagli ultimi dati pubblicati dall'Istat emerge un quadro occupazionale preoccupante: ad aprile 2022 gli occupati tornano a scendere con la sola eccezione dei contratti a tempo determinato il cui aumento prosegue senza sosta raggiungendo quota 3 milioni e 166 mila. Si tratta di un record storico, che registra il picco più alto dal 1977, anno dal quale sono disponibili le serie storiche;

   nel mese di aprile i contratti a tempo determinato, hanno registrato un incremento di 9 mila unità, a fronte di un calo complessivo dei dipendenti stabili;

   anche sul fronte dell'occupazione femminile i dati di aprile 2022 registrano una battuta di arresto rispetto al mese precedente: mentre i lavoratori uomini salgono di 31 mila unità, le donne scendono di 43 mila;

   secondo gli utili dati a livello europeo, nel 2020 in media nell'Unione europea sono state occupate il 73,2 per cento delle donne tra 20 e 49 anni contro l'83,9 per cento degli uomini della stessa età. In assenza di figli, il divario si riduce: le donne europee che lavorano sono il 76,2 per cento, gli uomini il 79,1 per cento. Viceversa, invece, i divari tendono purtroppo ad allargarsi: le donne con figli occupate scendono al 71,2 per cento, mentre il tasso di occupazione per gli uomini sale all'89,1 per cento. Un gap che quindi passa da meno di 3 a quasi 18 punti di differenza;

   tale dinamica è ancora più evidente in Italia. Sempre restando nella fascia tra 20 e 49 anni, nel nostro Paese in presenza di un figlio lavora l'83,5 per cento dei maschi e solo il 55,2 per cento delle donne. Un divario superiore ai 28 punti percentuali (28,3 per cento), più ampio non solo della media dell'Unione europea (17,9 punti) ma anche rispetto a quello di tutti gli altri Paesi europei. Superiore ad esempio a quello greco (27 punti), ceco (26,5), ungherese (26,3) e slovacco (22,8);

   in presenza di un figlio, risultano occupate meno del 58 per cento delle donne italiane tra 20 e 49 anni, ma la quota supera l'80 per cento in Slovenia, Austria, Portogallo, Germania, Malta, Svezia e Lituania. Addirittura l'81,2 per cento delle donne danesi con almeno 3 figli sono occupate, più di quelle italiane con un figlio (57,8 per cento);

   i contratti a tempo determinato sono largamente impiegati dalle grandi aziende quali Ikea Italia, che li utilizza nella modalità part time, richiedendo poi ore di straordinario aggiuntivo ai lavoratori che sperano così nel rinnovo del contratto;

   anche presso Primark Italia di Roma, il contratto a tempo determinato di poche settimane o mesi, viene offerto a giovani lavoratori ai quali si ricorre per coprire la stessa posizione del contratto del lavoratore precedente non rinnovato. Risulterebbe inoltre all'interrogante, per quanto riguarda il gap occupazionale di genere, che recentemente nel punto Primark del centro commerciale Maximo di Roma nel quale lavorano circa 300 addetti, siano stati convertiti, a tempo indeterminato, quasi esclusivamente contratti di lavoratori maschi –:

   se le informazioni riportate in premessa corrispondano al vero;

   quali siano i dati relativi alla conversione dei contratti da tempo determinato a indeterminato dal punto di vista di genere.
(5-08242)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

contratto di lavoro

donna

giovane lavoratore