ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/07846

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 672 del 05/04/2022
Firmatari
Primo firmatario: SURIANO SIMONA
Gruppo: MISTO-MANIFESTA, POTERE AL POPOLO, PARTITO DELLA RIFONDAZIONE COMUNISTA-SINISTRA EUROPEA
Data firma: 05/04/2022


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
  • INNOVAZIONE TECNOLOGICA E LA TRANSIZIONE DIGITALE
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 05/04/2022
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 13/04/2022
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-07846
presentato da
SURIANO Simona
testo di
Martedì 5 aprile 2022, seduta n. 672

   SURIANO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro per l'innovazione tecnologica e la transizione digitale, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   nella presentazione del piano industriale, avvenuta il 2 marzo 2022, Tim ha dichiarato di voler separare l'azienda in due entità legali separate: una società di gestione della rete, la NETco in cui andrebbero a confluire gli asset infrastrutturali (al netto di quelli mobili), e una società di gestione di servizi, la SERVco;

   si sono moltiplicate le indiscrezioni sull'interesse ai singoli asset di Tim, non solo da parte del fondo americano KKR, con la manifestazione di interesse non vincolante inviata in data 17 novembre 2021, ma anche da parte di altri fondi esteri;

   tra questi spiccherebbe il fondo inglese Cvc, affiancato dalla banca d'affari Nomura che, una volta realizzato il progetto, come previsto dal piano industriale 2022-2024 presentato dall'amministratore delegato Pietro Labriola, sarebbe interessato a rilevare il 49 per cento della divisione Enterprise, che comprenderebbe le società controllate da Tim: Noovle (cloud), Olivetti (IoT), Telsy (cybersecurity) e Trust Tecnologies (posta certificata);

   in uno scenario di «spezzatino» del gruppo Tim, quello che si va delineando con l'ingresso di fondi su specifici asset rischia di chiudere per sempre il cerchio del massacro dell'azienda, iniziato con la privatizzazione peggiore mai avvenuta;

   intorno a Tim non esistono solo interessi economici, ma soprattutto di tipo geopolitico e di sicurezza nazionale. Infatti, nonostante il suo debito, Tim risulta appetibile e strategica a livello internazionale, anche in contesti di competizione militare, nel cyber spionaggio, cyber war e cyber control;

   gli asset in vendita sono proprio quelli a rilevanza strategica per il Paese, i quali passerebbero sotto il controllo di gruppi esteri ed è rilevante che mai nessun'altra azienda di telecomunicazioni europea si sia privata della gestione della sua rete;

   nonostante quella che appare all'interrogante come una pessima privatizzazione, Tim possiede ancora una posizione rilevante nel mercato europeo dalle telecomunicazioni e avrebbe tutte le potenzialità tecnologiche necessarie per portare avanti la digitalizzazione del Paese senza sacrificare le aree a fallimento di mercato;

   l'intervento dello Stato attraverso Cassa Depositi e Prestiti (Cdp), che dovrebbe chiarire una volta per tutte il suo ruolo nella partita, è fondamentale, in particolare sul progetto di rete unica con Open Fiber, poiché è inconcepibile la duplicazione degli investimenti pubblici sulla rete anche dal punto di vista industriale, come del resto ha dichiarato l'amministratore delegato di Cassa Depositi e Prestiti Fabio Scannapieco;

   con ogni probabilità e come già visto per molte precedenti svendite di aziende italiane, tale operazione nasconderebbe, da parte di Tim, esclusivamente ragioni finanziarie, che produrranno solo la perdita di migliaia di posti di lavoro e il fallimento della stessa azienda italiana, con la svendita di asset strategici per lo sviluppo del sistema Paese;

   è preoccupante, inoltre, come la separazione della rete dai servizi si ripercuota negativamente sui perimetri occupazionali sia diretti che indiretti come la miriade di aziende che vivono degli appalti Tim, per la rete, l'informatica e la logistica;

   dal 2010 ad oggi, il numero dei dipendenti di Tim in Italia è passato da 57.400 del 2010 ai 42.910 del 2021 (-14.490). Gli accordi imposti negli anni ai lavoratori, siglati dai sindacati concertativi, hanno portato i lavoratori a perdere importanti quote salariali e diritti acquisiti negli anni, ma sono state garantite buonuscite milionarie ai vari amministratori delegati che si sono succeduti alla guida dell'azienda –:

   quali obiettivi avrebbero le due nuove società e con quali organici intendano raggiungerli;

   quali prospettive di sostenibilità economica avranno le nuove società senza un cospicuo aumento dei prezzi di interconnessione degli operatori che garantiscano il ritorno degli ingenti investimenti di cablatura previsti dagli impegni europei;

   quali garanzie occupazionali intenda offrire il Governo, per quanto di competenza, a quello che rimarrebbe di Tim;

   quale parte di rete si intenda scorporare e quali garanzie di sicurezza nazionale si intendano assicurare mediante Data Center e apparati di backbone;

   se si possa prevedere l'ingresso di ulteriore capitale pubblico in Tim, nazionalizzando l'azienda.
(5-07846)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

telecomunicazione

politica industriale

sicurezza pubblica