ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/07702

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 656 del 14/03/2022
Firmatari
Primo firmatario: QUARTAPELLE PROCOPIO LIA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 14/03/2022


Commissione assegnataria
Commissione: I COMMISSIONE (AFFARI COSTITUZIONALI, DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO E INTERNI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'INTERNO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 14/03/2022
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 14/03/2022

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-07702
presentato da
QUARTAPELLE PROCOPIO Lia
testo di
Lunedì 14 marzo 2022, seduta n. 656

   QUARTAPELLE PROCOPIO. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   l'articolo 103 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34 ha previsto due procedure di emersione per la regolarizzazione dei lavoratori stranieri:

    a) emersione rapporti di lavoro: una procedura di regolarizzazione di rapporti di lavoro con cittadini italiani e stranieri presenti sul territorio nazionale prima dell'8 marzo 2020;

    b) regolarizzazione soggiorno: la possibilità per cittadini stranieri con permesso di soggiorno scaduto dal 31 ottobre 2019 di richiedere un permesso temporaneo della durata di 6 mesi a partire dalla richiesta;

   le domande presentate durante la finestra stabilita – dal 1° giugno al 15 agosto 2020 –, erano state 207 mila, ma nel dicembre 2021, le domande da allora prese in carico dalle amministrazioni competenti sono state soltanto circa poco più di un terzo di quelle presentate, e, secondo l'Asgi, Associazione per gli studi giuridici sull'immigrazione, considerati i lavoratori stranieri arrivati al dicembre del 2021, sono stati pochi i permessi di soggiorno effettivamente rilasciati in tutta Italia;

   la macchina burocratica è stata lentissima, nonostante il provvedimento per l'emersione dal lavoro nero fosse stato deciso soprattutto per intervenire rapidamente nel mezzo dell'emergenza coronavirus. Secondo l'associazione milanese che aiuta le persone immigrate, Todo Cambia, «a Milano, in prefettura sono state assunte dieci persone a tempo determinato per smistare le pratiche. Su 26.000 domande presentate, cioè oltre il 10 per cento di quelle di tutto il territorio nazionale, solo la metà è stata vagliata»;

   tra le 207 mila persone che avevano chiesto l'emersione dall'irregolarità e le cui pratiche sono ancora in sospeso c'è chi, nel frattempo, ha perso il lavoro a causa della pandemia. In altri casi, più semplicemente, il datore di lavoro ha cambiato idea riguardo all'assunzione. Per badanti e colf, c'è anche la possibilità che il datore di lavoro intanto sia morto;

   tra le domande presentate, molte sono di cittadini ucraini, che aggiungono dunque, ulteriore incertezza e precarietà alla loro situazione già fragile;

   l'Unione europea ha dato il via libera per applicare, per la prima volta nella storia, la direttiva 2001/55/CE del Consiglio, del 20 luglio 2001, sulle norme minime per la concessione della protezione temporanea in caso di flusso massiccio di sfollati e sulla promozione dell'equilibrio degli sforzi tra gli Stati membri che ricevono gli sfollati e subiscono le conseguenze dell'accoglienza degli stessi: la direttiva garantisce – come detto dal Presidente Draghi – «agli ucraini in fuga di soggiornare nell'Unione europea per un periodo di un anno rinnovabile», evitando «di dover attivare onerose procedure di asilo dopo i 90 giorni di soggiorno senza visto» –:

   quali iniziative siano previste per favorire una più rapida evasione delle procedure di regolarizzazione del lavoro in ordine alle richieste già presentate dai cittadini ucraini, anche alla luce della recente decisione assunta in sede europea di attivazione della protezione temporanea in applicazione della direttiva 2001/55/CE.
(5-07702)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

asilo politico

applicazione del diritto comunitario

lavoratore migrante