ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/07450

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 633 del 04/02/2022
Firmatari
Primo firmatario: BRAGA CHIARA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 03/02/2022


Commissione assegnataria
Commissione: VIII COMMISSIONE (AMBIENTE, TERRITORIO E LAVORI PUBBLICI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA TRANSIZIONE ECOLOGICA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA TRANSIZIONE ECOLOGICA delegato in data 03/02/2022
Stato iter:
27/04/2022
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 27/04/2022
Resoconto GAVA VANNIA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (TRANSIZIONE ECOLOGICA)
 
REPLICA 27/04/2022
Resoconto BRAGA CHIARA PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 04/02/2022

DISCUSSIONE IL 27/04/2022

SVOLTO IL 27/04/2022

CONCLUSO IL 27/04/2022

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-07450
presentato da
BRAGA Chiara
testo di
Venerdì 4 febbraio 2022, seduta n. 633

   BRAGA. — Al Ministro della transizione ecologica. — Per sapere – premesso che:

   l'Italia e il bacino del Mediterraneo rappresentano una delle aree del pianeta più vulnerabili di fronte ai cambiamenti climatici. L'importante catena delle Alpi e delle Prealpi non fa eccezione. Nel corso degli ultimi 150 anni, infatti, la regione alpina ha purtroppo registrato un aumento della temperatura media annua quasi doppio rispetto alla media dell'emisfero settentrionale. Incremento della temperatura, alternarsi di siccità e precipitazioni meteorologiche violente, ovvero più in generale il cambiamento nelle modalità climatiche, hanno un impatto già evidente sulla nostra quotidianità;

   l'Agenzia europea dell'ambiente afferma che, se continuasse tale tendenza, il 95 per cento della massa dei ghiacciai alpini probabilmente sarà scomparsa entro la fine del corrente secolo;

   lo dimostra la difficile situazione idrometrica del Po considerata, anche secondo l'allarme lanciato dall'Autorità distrettuale del fiume Po-MiTE, come conseguenza di un inverno particolarmente avaro di precipitazioni, la cui relativa scarsità di risorsa idrica accumulabile da qui in avanti preoccupa fortemente in vista dell'avvio della stagione irrigua nella prossima primavera-estate;

   il totale della riserva idrica invasata nei grandi laghi, nei bacini artificiali e nelle nevi è diminuito ancora e risulta inferiore alla media del 51 per cento nel periodo 2006-2020. E un'anomalia più marcata è data proprio dall'entità del manto nevoso che, su tutto l'arco Alpino, è prossimo ai minimi (-55 per cento rispetto le medie), con punte in alcune zone che toccano l'80 per cento;

   il quadro sopradescritto impatta conseguentemente anche sul reticolo idrico dei grandi fiumi italiani. Come predetto, la condizione di magra invernale del fiume Po persiste pesantemente, con una diminuzione del -25 per cento proprio sulle portate mensili di gennaio. A Pontelagoscuro (Ferrara) il valore puntale di portata rilevato è di 765 metri cubi al secondo, -32 per cento sul valore medio; mentre la sezione di Piacenza risulta esser quella con valori maggiormente negativi, con una portata di 369 m3/s, prossimo alle minime mensili. È critica anche la situazione dei grandi bacini regolatori: il volume invasato nei laghi lombardi, rispetto alla settimana precedente, è diminuito sia per il lago Maggiore che per il lago d'Iseo, è rimasto costante per i laghi di Como (-9 cm) e di Garda. Particolarmente in crisi è il lago Maggiore, dove l'idrometro di Sesto Calende segna un -5 centimetri sullo zero idrometrico e un ammanco di circa 100 milioni di metri cubi. Anche nei restanti bacini montani la riserva dall'inizio del mese è in diminuzione mediamente del -30 per cento;

   oltre alla questione del flusso idrico in agricoltura la grave siccità desta grande allarme della filiera della pesca lacuale e non. Di fatto, l'assenza di precipitazioni non permette a molte barche di uscire dalla secca ed entrare in acqua nei nostri laghi –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti esposti e intenda valutare, per quanto di competenza e d'intesa con le regioni, gli enti territoriali interessati, l'Anb e le associazioni di categoria, l'istituzione urgente di un tavolo tecnico nazionale per mettere in campo ogni iniziativa utile ad affrontare la grave situazione ecosistemica presentata.
(5-07450)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 27 aprile 2022
nell'allegato al bollettino in Commissione VIII (Ambiente)
5-07450

  Con riferimento alla questione posta dall'interrogante, concernente iniziative per affrontare la grave situazione dei bacini idrografici dovuti alla scarsità di risorsa idrica, si rappresenta quanto segue.
  Dai dati elaborati dall'ISPRA si evince che il decennio 2011-2020 è stato il più caldo dal 1961, mentre l'indice di siccità SPI (Standardized Precipitation Index) a 6 mesi calcolato a gennaio 2022 mette in evidenza estese condizioni di aridità sul nord Italia, dovute ad un livello di precipitazioni decisamente inferiori alle media sulle regioni alpine, confermando quanto esposto dall'onorevole interrogante.
  La stessa ANBI (Associazione Nazionale Consorzi Gestione Tutela Acque Irrigue) riafferma la situazione di criticità riguardo la disponibilità della risorsa idrica nel Paese.
  Si sottolinea innanzitutto che la situazione idrometeorologica nazionale e il livello di soddisfacimento degli usi idrici sono costantemente monitorati dagli Osservatori permanenti sugli utilizzi idrici, istituiti nel luglio 2016 presso le Autorità di bacino distrettuali mediante Protocolli d'intesa interistituzionali, sottoscritti dal Ministero della transizione ecologica, dal Dipartimento della Protezione Civile, dal Ministero delle politiche agricole, dal Ministero delle infrastrutture, dalle Autorità di Bacino e dalle regioni appartenenti ai vari distretti.
  A tali protocolli d'intesa partecipano anche enti quali ISTAT, CREA, ISPRA, ANBI, UTILITALIA, A.N.E.A., ed ASSOELETTRICA (con l'aggiunta, per il bacino padano, di TERNA Rete Italia, AIPO ed Enti Regolatori dei grandi Laghi sub-Alpini).
  Gli Osservatori, la cui attivazione costituisce specifica misura dei Piani di gestione distrettuali delle acque, così come disciplinato dalla Direttiva quadro 2000/60/CE, sono strutture operative, partecipate da tutti i principali attori distrettuali, pubblici e privati, deputate alla raccolta, all'aggiornamento e alla diffusione dei dati relativi alla disponibilità e all'uso della risorsa idrica dei distretti.
  Inoltre, gli Osservatori sono incaricati per la definizione di proposte tecniche relative alla regolamentazione dei prelievi e degli usi, in funzione degli obiettivi fissati dai Piani di Gestione dei Distretti Idrografici, ed in coerenza con gli indirizzi forniti della Strategia Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici.
  Gli Osservatori operano anche da Cabina di regia per la previsione e gestione degli eventi di carenza idrica e siccità, garantendo un adeguato flusso di informazioni, necessarie per la valutazione dei livelli della criticità, della sua evoluzione, dei prelievi in atto, e per la definizione delle azioni più adeguate alla gestione proattiva degli eventi da scarsità.
  Le attività degli Osservatori sono definite a seconda dei vari scenari di severità idrica, secondo un criterio di proporzionalità ed efficienza.
  In caso di «scenario di severità idrica bassa» o di «scenario di severità idrica media», gli Osservatori assumono il ruolo di Cabine di regia, provvedendo alla valutazione delle misure più appropriate per la mitigazione degli impatti della carenza idrica e della siccità, sulla base degli elementi conoscitivi disponibili e proponendo l'attuazione delle stesse misure.
  Sul Distretto idrografico del fiume Po, l'Osservatorio si è riunito frequentemente dal mese di febbraio scorso, effettuando una attenta analisi della situazione idrometeorologica attuale e prevista, tenendo conto delle riserve idriche disponibili nel distretto, sulla base dei dati e delle informazioni condivise dalle regioni in termini di precipitazioni, temperature, copertura nevosa e portata.
  Nello specifico, il Bollettino dell'Osservatorio del 29 marzo ha evidenziato uno scenario attuale di «severità idrica bassa», con il mese di marzo caratterizzato da temperature generalmente inferiori o prossime alle medie del periodo nonché accumuli precipitativi inferiori a quelli tipici del periodo.
  L'Osservatorio ha altresì individuato una tendenza verso uno scenario di «severità idrica media», pur se la ripresa dei deflussi nelle principali sezioni del fiume Po ha consentito di interrompere temporaneamente il trend di esaurimento.
  Pertanto, atteso quanto esposto, emerge che la situazione è attentamente monitorata da tutti gli Enti che hanno competenza in materia, in primis da questo Ministero che partecipa con propri rappresentanti a tutti gli Osservatori distrettuali.
  Infine, si rappresenta che le strutture preposte del Ministero, proprio al fine di operare una sintesi a livello nazionale delle problematiche che stanno interessando i diversi territori, così come auspicato dall'interrogante, stanno valutando l'opportunità di convocare un tavolo collegiale con la presenza dei principali soggetti interessati, ovvero le Autorità di bacino in rappresentanza dei singoli Osservatori, oltre che il Dipartimento della Protezione Civile, il Ministero delle politiche agricole, l'ISPRA e Terna.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

politica comunitaria dell'ambiente

regione alpina

corso d'acqua