ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/07345

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 625 del 11/01/2022
Firmatari
Primo firmatario: INVIDIA NICCOLO'
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 11/01/2022


Commissione assegnataria
Commissione: XI COMMISSIONE (LAVORO PUBBLICO E PRIVATO)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI delegato in data 11/01/2022
Stato iter:
12/01/2022
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 12/01/2022
Resoconto INVIDIA NICCOLO' MOVIMENTO 5 STELLE
 
RISPOSTA GOVERNO 12/01/2022
Resoconto ACCOTO ROSSELLA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (LAVORO E POLITICHE SOCIALI)
 
REPLICA 12/01/2022
Resoconto INVIDIA NICCOLO' MOVIMENTO 5 STELLE
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 12/01/2022

SVOLTO IL 12/01/2022

CONCLUSO IL 12/01/2022

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-07345
presentato da
INVIDIA Niccolò
testo di
Martedì 11 gennaio 2022, seduta n. 625

   INVIDIA. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   la forte crescita economica acquisita per il 2021 (+6,2 per cento) risulta paradossalmente sostenuta da forme di lavoro precario, senza prospettive di lungo periodo;

   da alcuni dati statistici si evince che la quota dei rapporti di lavoro cessati con durata effettiva inferiore o pari all'anno sia passata dal 74,7 per cento del primo trimestre all'82,3 per cento del terzo trimestre e, nello stesso periodo, i contratti con durata tra 1 e 3 giorni siano cresciuti da 265 mila a 433 mila (+168 mila, pari a + 63,4 per cento). Questa discontinuità lavorativa causa bassi salari e buchi contributivi che domani determineranno, a loro volta, basse pensioni;

   dai dati Inps relativi ai dipendenti del settore privato, esclusi agricoli e domestici, risulta una diminuzione del salario medio lordo annuo tra il 2019 e il 2020 del 5,9 per cento dal 21.945 a 20.658 euro. Focalizzando l'attenzione sui diversi profili si osserva che la riduzione più rilevante ha interessato, in particolare, i lavoratori con salari medi sotto la media generale: gli operai (-9,3 per cento), le donne (-6,7 per cento), i dipendenti a tempo determinato, inclusi gli stagionali (-10,5 per cento) e i lavoratori del Mezzogiorno (-8,1 per cento). Il salario medio dei giovani under 35 si riduce del 6,5 per cento, una diminuzione in linea con quella osservata nelle altre classi d'età, e, tuttavia, particolarmente grave perché incide su un livello salariale estremamente basso;

   recentemente, la Spagna, con apposito decreto, ha ristretto il ricorso ai contratti a termine, che prima della crisi pandemica toccavano la quota del 22,3 per cento, contro una media italiana del 13,4 per cento –:

   se il Ministro interrogato non ritenga opportuno adottare iniziative volte ad applicare lo stesso meccanismo virtuoso della Spagna.
(5-07345)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 12 gennaio 2022
nell'allegato al bollettino in Commissione XI (Lavoro)
5-07345

  Il quadro statistico citato correttamente dall'interrogante mostra alcune tendenze riscontrate nel ciclo economico in atto, caratterizzato da una crescita dei rapporti di lavoro a tempo determinato e – al contempo – da un veloce tasso di estinzione degli stessi. Risultano poi di particolare criticità i dati forniti dall'Inps sul livello medio dei salari, che mostrano un evidente arretramento delle retribuzioni per le categorie più fragili del nostro mercato del lavoro, donne, giovani, lavoratori del Mezzogiorno e lavoratori con bassa qualificazione professionale. Si tratta di un quadro certamente connesso con l'emergenza sanitaria, che ha determinato rilevanti effetti distorsivi nel mercato del lavoro.
  Come noto, il Governo nel decreto «Sostegni» ha prorogato la sospensione delle causali dei contratti a termine introdotte dal decreto cosiddetto «Dignità», in coerenza con la proroga delle altre misure emergenziali adottate a protezione e a sostegno dell'occupazione.
  A fronte del protrarsi del quadro emergenziale e della sospensione delle attività produttive, si è infatti determinata la necessità di introdurre un regime transitorio di flessibilizzazione del lavoro, connesso con l'emergenza e la contrazione delle attività produttive.
  Non c'è mai stato infatti un impulso ad incentivare in maniera strutturale la contrattazione a termine, ma solo un intervento di carattere straordinario e temporalmente limitato, che tenesse conto delle esigenze di flessibilità delle imprese.
  Coerentemente con questa impostazione, ricordo che il decreto-legge n. 87 del luglio 2018 ha introdotto l'aumento del contributo addizionale NASpI di 0,5 punti percentuali in occasione di ciascun rinnovo del contratto a tempo determinato, anche in regime di somministrazione.
  Inoltre, con il decreto-legge in materia fiscale, che ha accompagnato la manovra di bilancio per il 2022, si è deciso di limitare l'uso del regime speciale che consente le proroghe e i rinnovi acausali dei contratti a termine, inclusi quelli in regime di somministrazione, stabilendo una scadenza, quella del 31 dicembre scorso.
  Di certo bisogna contrastare efficacemente la precarizzazione dei rapporti di lavoro. In un'ottica di medio periodo e lungo periodo, occorre infatti soffermarsi sulla disciplina concernente il mercato del lavoro e le relative tipologie contrattuali, anche al fine di un efficace adattamento alle trasformazioni strutturali in atto.
  Il Governo ha già messo in atto una strategia di interventi coordinati per allargare il sistema delle protezioni del lavoro in un'ottica di tutela della dignità della persona.
  Le misure introdotte con il varo del programmo GOL e del Piano nuove competenze hanno rafforzato in maniera molto rilevante e innovativa le politiche pubbliche mirate alla costruzione di percorsi mirati di formazione e riqualificazione delle competenze professionali che possano accompagnare, soprattutto i giovani, verso un lavoro stabile e di qualità.
  In questo senso va anche la riforma degli ammortizzatori sociali contenuta nella legge di bilancio per il 2022. La riforma interviene sulle disomogeneità esistenti e intende accrescere il grado di equità generale del sistema, realizzando una universalizzazione e razionalizzazione degli ammortizzatori sociali, indispensabile per fronteggiare le trasformazioni, governare le instabilità del mercato del lavoro e supportare efficacemente le transizioni occupazionali.
  Inoltre, appare ormai improcrastinabile l'introduzione del salario minimo e di una legge sulla rappresentanza sindacale, che in coerenza e in attuazione delle proposte normative europee possa garantire, insieme all'adeguatezza delle retribuzioni, la realizzazione di un mercato del lavoro più inclusivo, più equo e paritario, abbattendo le disuguaglianze, anche in termini di gender pay gap.
  Infine, segnalo che l'Agenda 2030 colloca il lavoro dignitoso per tutti i lavoratori e le lavoratrici al centro delle politiche per lo sviluppo e per una crescita sostenibile e inclusiva. Il lavoro dignitoso non è solo un obiettivo, è un mezzo per raggiungere anche gli altri obiettivi specifici del nuovo programma internazionale di sviluppo sostenibile.
  Occorre quindi che le misure nazionali si integrino nel quadro giuridico internazionale promosso dall'Organizzazione internazionale del lavoro per una globalizzazione equa e stabile, al fine di garantire che la crescita economica e lo sviluppo vadano di pari passo con la creazione di un lavoro stabile e dignitoso.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

riduzione dei salari

lavoro temporaneo

contratto di lavoro