ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/07140

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 602 del 24/11/2021
Abbinamenti
Atto 5/07138 abbinato in data 25/11/2021
Firmatari
Primo firmatario: PALAZZOTTO ERASMO
Gruppo: LIBERI E UGUALI
Data firma: 24/11/2021


Commissione assegnataria
Commissione: III COMMISSIONE (AFFARI ESTERI E COMUNITARI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE delegato in data 24/11/2021
Stato iter:
25/11/2021
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 25/11/2021
Resoconto PALAZZOTTO ERASMO LIBERI E UGUALI
 
RISPOSTA GOVERNO 25/11/2021
Resoconto DELLA VEDOVA BENEDETTO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INT.)
 
REPLICA 25/11/2021
Resoconto PALAZZOTTO ERASMO LIBERI E UGUALI
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 25/11/2021

DISCUSSIONE IL 25/11/2021

SVOLTO IL 25/11/2021

CONCLUSO IL 25/11/2021

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-07140
presentato da
PALAZZOTTO Erasmo
testo di
Mercoledì 24 novembre 2021, seduta n. 602

   PALAZZOTTO. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   al confine tra Polonia e Bielorussia da mesi sono intrappolati migliaia di migranti spinti al confine polacco dal Governo bielorusso e respinti dal Governo polacco;

   solo grazie alle Ong presenti lungo la frontiera si può conoscere veramente ciò che accade in quelle zone blindate e il numero di morti di freddo e di stenti, con le temperature che arrivano abbondantemente sotto lo zero, anche perché l'accesso per la stampa indipendente in Bielorussa è limitato e, anche sul versante polacco tra la dichiarazione di stato d'emergenza e zona rossa, le notizie provenienti dal confine non possono essere verificate;

   appare evidente all'interrogante come il Presidente bielorusso Lukashenko stia utilizzando la migrazione come arma per esercitare pressioni diplomatiche contro le sanzioni che l'Unione europea ha inflitto alla Bielorussia sia per le contestate ultime elezioni presidenziali che per il mancato rispetto dei diritti civili da parte del regime illiberale di Lukashenko, utilizzando i corpi dei migranti come arma per ottenere riconoscimento;

   una trappola disumana progettata artatamente da Lukashenko e il cui obiettivo era chiamare a raccolta donne, uomini e bambini inconsapevoli per creare incidenti ai confini dell'Europa. In questo modo migliaia di persone si sono trovate ammassate contro i fili spinati per combattere, disarmati, una guerra non loro;

   la Polonia, da parte sua, ad avviso dell'interrogante violando il diritto internazionale, ha schierato ventimila soldati al confine con la Bielorussia, legalizzato i respingimenti, costruito recinzioni di filo spinato e annunciato per il mese di dicembre 2021 la costruzione di 180 chilometri di muro lungo il confine;

   la tragedia che si sta consumando sui confini orientali dell'Europa affonda le radici nel paradigma creato dall'Europa da alcuni anni a questa parte per arginare un fenomeno, quello migratorio, che non riesce a gestire. L'attenzione ossessiva alla militarizzazione dei confini, l'esternalizzazione delle frontiere, lo scambio denaro-sicurezza con Paesi autoritari hanno eroso, nel tempo, il concetto stesso di asilo e protezione umanitaria;

   l'Unione europea, lasciando queste persone al freddo e nel fango, sta venendo meno ad una sua precisa responsabilità: proteggere chi è costretto a fuggire da fame, guerre, disastri climatici, chi a casa propria è in pericolo di vita e cerca rifugio in Europa –:

   quali iniziative di competenza intenda assumere in sede di Unione europea affinché la stessa si adoperi per garantire protezione e diritto d'asilo ai migranti intrappolati al confine tra Polonia e Bielorussia attraverso misure di ingresso umanitario.
(5-07140)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 25 novembre 2021
nell'allegato al bollettino in Commissione III (Affari esteri)
5-07140

  Il Governo continua a seguire con grande attenzione e preoccupazione la crisi dei migranti con la Bielorussia. Il tragico decesso del bambino siriano avvenuto nel tentativo di attraversare la frontiera con l'Unione europea ci riporta alla memoria le strazianti immagini del piccolo Alan Kurdi. Sono simboli drammatici che sconvolgono la nostra coscienza collettiva e che impongono una risposta.
  Le tensioni ai confini orientali dell'Unione europea sono anche una riprova della natura mutevole dei flussi migratori e della necessità di una risposta europea pienamente condivisa.
  Un'esigenza, quest'ultima, che l'Italia sottolinea da lungo tempo in tutte le sedi pertinenti, rimarcando la necessità di dare piena attuazione al principio di solidarietà ed equa ripartizione della responsabilità, stabilito dal Trattato sul Funzionamento dell'Unione Europea.
  È quindi necessario che l'Unione fornisca una risposta condivisa a questo fenomeno, nel pieno rispetto della tutela della vita e della dignità umana, come è stato da ultimo riaffermato nelle conclusioni del Consiglio Europeo di ottobre scorso.
  Consiglio Europeo che, sul tema dei flussi migratori dalla Bielorussia, ha espresso anche una consapevolezza generalizzata della necessità di una più decisa dimostrazione di solidarietà ai Paesi maggiormente esposti alle manovre di Minsk, poi riflessa nel testo di Conclusioni.
  Testo che infatti contiene: un esplicito richiamo alla Bielorussia; la condanna della strumentalizzazione e di ogni «attacco ibrido» ai confini dell'Unione europea; l'adozione di nuove misure restrittive.
  Sulla richiesta politicamente più delicata di eventuali finanziamenti europei per le barriere fisiche, sono risultati chiari due dati di fatto: la maggioranza degli Stati membri continua ad opporvisi, al pari delle Istituzioni europee, ma essa può contare su simpatie crescenti. Nel testo delle conclusioni del Consiglio Europeo si contempla l'ipotesi di proporre eventuali modifiche al quadro giuridico dell'Unione e misure concrete per rispondere alla «strumentalizzazione dei migranti» e agli «attacchi ibridi», ma ciò nel rispetto degli impegni internazionali e del diritto europeo, compresi i diritti fondamentali.(1) Eventuali proposte di nuove misure a livello europeo dovranno quindi essere valutate alla luce della loro rispondenza a tali obblighi.
  La stessa Commissione europea ha finora espresso la propria contrarietà alla possibilità che l'Unione possa finanziare la costruzione di barriere fisiche. L'Italia – insieme ad altri Stati membri, tra cui anche Francia, Germania e Spagna – ha espresso forte cautela rispetto a misure di questo tipo. Riteniamo infatti che tali questioni debbano più correttamente essere affrontate attraverso il rafforzamento del dialogo e della cooperazione con i Paesi terzi in materia migratoria, e con una riforma globale delle politiche migratorie europee che possa assicurare solidarietà ai Paesi di primo ingresso.
  Più in generale, pur essendo l'esigenza di un efficace controllo delle frontiere esterne un tema di indubbia importanza, l'Italia continua ad adoperarsi affinché venga sempre adottato un approccio basato su una gestione globale del fenomeno migratorio, che tenga in adeguata considerazione i significativi flussi irregolari via mare.
  Allo stesso tempo, l'Italia ha sostenuto sia al Consiglio Europeo di ottobre, come detto, che al successivo Consiglio Affari Esteri di novembre l'adozione di un nuovo pacchetto di sanzioni nei confronti di Minsk, specificamente in relazione alla strumentalizzazione dei migranti.
  Continuiamo a svolgere un'azione concertata con i nostri principali partner in questo senso, come indicano i paralleli colloqui del Presidente Draghi con il Presidente Putin e quello della Cancelliera Merkel con il Presidente bielorusso Lukashenko, nonché dell'Alto Rappresentante con il Ministro degli Esteri di Minsk Makei, volti a sollecitare un atteggiamento costruttivo da parte di tutti verso una soluzione sostenibile.
  È al contempo essenziale continuare a premere su Minsk affinché garantisca l'accesso delle organizzazioni umanitarie ai migranti e avvii un dialogo con gli Stati membri dell'Unione confinanti, e con Bruxelles, per una gestione della crisi che sia sostenibile e rispettosa della dignità umana.
  Il 17 novembre la Commissione ha infatti stanziato 700.000 euro in assistenza umanitaria per le persone vulnerabili bloccate alla frontiera che ha consentito l'approvvigionamento di cibo, coperte e kit per l'igiene e di pronto soccorso.
  Inoltre, a seguito della recente visita del vicepresidente della Commissione europea Schinas in Iraq, le autorità irachene hanno annunciato l'organizzazione di operazioni di evacuazione umanitaria per i cittadini iracheni disposti a rientrare. Un primo volo di evacuazione ha avuto luogo il 18 novembre, portando a casa circa 430 cittadini iracheni.
  L'Italia continuerà a incoraggiare un approccio solidaristico tra gli Stati membri dell'Unione e di cooperazione e dialogo con i paesi di origine e transito dei flussi con l'obiettivo più generale di una riforma globale delle politiche migratorie che possa assicurare solidarietà ai Paesi di primo ingresso e che salvaguardi il rispetto dei diritti fondamentali e della dignità umana.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

migrazione

mortalita'

reato