ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/06726

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 569 del 22/09/2021
Firmatari
Primo firmatario: PALAZZOTTO ERASMO
Gruppo: LIBERI E UGUALI
Data firma: 22/09/2021


Commissione assegnataria
Commissione: III COMMISSIONE (AFFARI ESTERI E COMUNITARI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE delegato in data 22/09/2021
Stato iter:
23/09/2021
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 23/09/2021
Resoconto PALAZZOTTO ERASMO LIBERI E UGUALI
 
RISPOSTA GOVERNO 23/09/2021
Resoconto DI STEFANO MANLIO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INT.)
 
REPLICA 23/09/2021
Resoconto PALAZZOTTO ERASMO LIBERI E UGUALI
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 23/09/2021

SVOLTO IL 23/09/2021

CONCLUSO IL 23/09/2021

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-06726
presentato da
PALAZZOTTO Erasmo
testo di
Mercoledì 22 settembre 2021, seduta n. 569

   PALAZZOTTO. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   il ponte aereo messo in atto dalle forze armate italiane, conclusosi a fine agosto 2021, ha permesso l'evacuazione di circa cinquemila cittadini afgani. Ciononostante, molti altri che facevano parte delle liste per l'evacuazione dei Paesi Nato, minacciati dal regime talebano, al momento si trovano impossibilitati a lasciare l'Afghanistan;

   la scia mediatica dei giorni successivi alla presa di Kabul sta scemando, eppure, a parere dell'interrogante, la situazione di queste persone deve essere oggetto di attenzione costante e provvedimenti adeguati;

   fra coloro che si trovano bloccati in Afghanistan figurano professionisti come giornalisti, sottoposti a torture e abusi ampiamente documentati, oltre a persone che hanno prestato supporto, a vario titolo, alla missione italiana nel Paese, in particolar modo nella zona di Herat;

   i timori legati a un possibile peggioramento della condizione delle donne afgane stanno purtroppo trovando conferma nelle iniziative intraprese dal nuovo Governo di Kabul, volte a limitarne le libertà in ambito lavorativo, educativo e sociale;

   come riporta l'Unicef, circa 10 milioni di bambini in Afghanistan si trovano in condizioni critiche;

   i Paesi confinanti con l'Afghanistan non si trovano nelle condizioni di far fronte, da soli, all'emergenza causata dai recenti sviluppi. Inoltre, delegare interamente la gestione dei flussi migratori in uscita dall'Afghanistan ai suddetti Stati non darebbe alcuna garanzia circa l'ottenimento di protezione umanitaria da parte di chi ne avrebbe diritto;

   l'unico strumento per portare in salvo gli uomini e le donne afgane che si trovano in pericolo è l'istituzione di corridoi umanitari gestiti dall'Unione europea da assicurare agli afgani la possibilità di richiedere e ottenere asilo legalmente e in sicurezza in Europa;

   l'assenza di corridoi d'ingresso legali alimenta meccanismi di sfruttamento e violazioni dei diritti fondamentali che caratterizzano le rotte illegali di immigrazione, come nel caso della cosiddetta «rotta balcanica», che già da anni viene intrapresa anche da cittadini afghani;

   il Ministro interrogato ha espresso l'importanza di istituire dei corridoi umanitari dall'Afghanistan, sottolineando tuttavia le problematiche legate alla loro creazione direttamente dal Paese a causa del regime talebano e quindi la necessità di trovare appoggio presso Paesi terzi e Ong –:

   quali iniziative urgenti di competenza intenda assumere il Ministro interrogato, affinché le persone che facevano parte delle liste per l'evacuazione dei Paesi Nato e che avrebbero diritto a raggiungere Paesi dell'Unione europea possano uscire dall'Afghanistan e ottenere un visto di ingresso per ragioni umanitarie.
(5-06726)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 23 settembre 2021
nell'allegato al bollettino in Commissione III (Affari esteri)
5-06726

  Con il precipitare della crisi afghana, le Rappresentanze diplomatico-consolari nei Paesi limitrofi all'Afghanistan hanno ricevuto, e continuano a ricevere, numerose richieste di assistenza da parte di cittadini afghani, fuggiti dal loro Paese o intenzionati a farlo. In maggioranza, si tratta di richieste di visto per l'Italia: alcune inquadrabili in specifiche categorie previste dalla normativa vigente, altre riconducibili a generiche richieste di accoglienza in Italia.
  Dopo la fine delle operazioni di evacuazione (27 agosto) e l'inizio del controllo da parte dei Talebani dell'aeroporto di Kabul, i collegamenti internazionali sono sporadici e limitati. Inoltre, gli spostamenti all'interno del Paese sono molto rischiosi a causa del deterioramento del quadro di sicurezza. Ciò nonostante, siamo pronti, come Governo e come Farnesina, a contribuire a eventuali future operazioni qualora si creino le condizioni favorevoli per metterle in atto.
  Diversa è la condizione di cittadini afghani particolarmente vulnerabili che si trovino sul territorio di Paesi limitrofi all'Afghanistan e che abbiano legami con l'Italia. La Farnesina ha infatti già diramato alla rete diplomatico-consolare apposite linee guida che consentono di trattare prioritariamente, e con un elevato grado di flessibilità – ovviamente nei limiti del quadro normativo vigente – specifiche richieste di domande di visto, come ricongiungimenti familiari, motivi di studio, invito o reingresso.
  Inoltre, la Farnesina sta lavorando con il Ministero dell'Interno, le Organizzazioni della Società Civile e gli organismi internazionali (anzitutto Alto Commissariato ONU per i Rifugiati e Organizzazione Internazionale per le Migrazioni) alla messa a punto di uno schema di corridoi umanitari. Corridoi riservati a cittadini afghani in particolari condizioni di vulnerabilità che si trovino in Paesi terzi, cioè non in Afghanistan, ma che non abbiano documentazione sufficiente a ottenere un visto.
  Grazie alla proficua collaborazione tra Pubblica Amministrazione, Organizzazioni della Società Civile e organismi internazionali stiamo pensando a un programma strutturato con criteri precisi per selezionare i beneficiari e accertare, nei Paesi di partenza, la titolarità all'ottenimento della protezione internazionale una volta in Italia.
  L'eventuale rilascio dei visti di ingresso sarà subordinato all'attivazione di strumenti di accoglienza definiti in stretto raccordo con il Ministero dell'interno, con precise regole per identificare e vagliare, anche sul piano della sicurezza nazionale, i profili dei potenziali beneficiari prima del loro arrivo in Italia. A ciò si accompagna un'attenta predisposizione e una puntuale realizzazione di percorsi di accoglienza dedicati, definiti in collaborazione con le Organizzazioni della Società Civile.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

politica dei visti

condizione della donna

sicurezza pubblica