ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/06710

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 569 del 22/09/2021
Firmatari
Primo firmatario: LAPIA MARA
Gruppo: MISTO-CENTRO DEMOCRATICO
Data firma: 22/09/2021


Commissione assegnataria
Commissione: XII COMMISSIONE (AFFARI SOCIALI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 22/09/2021
Stato iter:
23/09/2021
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 23/09/2021
Resoconto LAPIA MARA MISTO-CENTRO DEMOCRATICO
 
RISPOSTA GOVERNO 23/09/2021
Resoconto BERGAMINI DEBORAH SOTTOSEGRETARIO DI STATO ALLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO - (PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI)
 
REPLICA 23/09/2021
Resoconto LAPIA MARA MISTO-CENTRO DEMOCRATICO
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 23/09/2021

SVOLTO IL 23/09/2021

CONCLUSO IL 23/09/2021

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-06710
presentato da
LAPIA Mara
testo di
Mercoledì 22 settembre 2021, seduta n. 569

   LAPIA. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   il decreto ministeriale 14 luglio 1999, all'articolo 1 dispone quanto segue: «I medicinali antiblastici iniettabili [...] possono essere erogati soltanto mediante la loro somministrazione presso le strutture ospedaliere o le altre strutture accreditate, in regime di ricovero o day-hospital o trattamento ambulatoriale»;

   la raccomandazione n. 14 del 2012 emanata dal Ministero della salute, inoltre, al punto 4.8, prevede che «in accordo con il decreto ministeriale 14 luglio 1999, la somministrazione per via parenterale dei farmaci antineoplastici può avvenire nei seguenti setting assistenziali: ospedale, in regime ambulatoriale, di ricovero ordinario o di day-hospital; a domicilio, in regime di ospedalizzazione domiciliare»;

   nell'accordo recante «Nuove linee guida organizzative e raccomandazioni per la rete oncologica ospedale-territorio», raggiunto il 17 aprile 2019 nella conferenza Stato-regioni, viene sottolineata la necessità di garantire, su tutto il territorio nazionale, l'equità di accesso alle cure e il superamento della frammentarietà dei percorsi terapeutici;

   non vi è dubbio che la sicurezza del paziente oncologico, come quella del personale sanitario impiegato nei protocolli di cura per le terapie antiblastiche, sia caposaldo essenziale dal quale partire per fornire chiarezza ai pazienti in tema di equità di accesso alle terapie e continuità assistenziale;

   risulta all'interrogante, tuttavia, che non sempre sia adeguatamente garantita la possibilità di erogare terapie antiblastiche per via endovenosa anche nelle strutture ambulatoriali, com'è ad esempio il caso della Sardegna, dove la Assl di Nuoro ha disposto, per taluni ambulatori (ad esempio per il distretto di Siniscola) sospensione di tale attività; costringendo i pazienti oncologici a recarsi esclusivamente in ambienti ospedalieri distanti centinaia di chilometri dal proprio domicilio;

   è necessario che gli spostamenti dei pazienti oncologici vengano limitati al minimo essenziale, garantendo ad essi la possibilità di sottoporsi alle cure in tutte le sedi della rete della specialistica oncologica ambulatoriale, come previsto dal decreto ministeriale del 14 luglio 1999 –:

   se il Ministro interrogato non ritenga di dover adottare iniziative per meglio chiarire la normativa che regola le modalità di somministrazione delle terapie antiblastiche per via endovenosa nelle strutture ambulatoriali, risolvendo possibili problematiche di interpretazione discrezionale della norma da parte delle aziende sanitarie locali, come avvenuto nel distretto di Siniscola, in modo da uniformare la possibilità di accesso alle cure in tutto il territorio nazionale.
(5-06710)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 23 settembre 2021
nell'allegato al bollettino in Commissione XII (Affari sociali)
5-06710

  La somministrazione ambulatoriale delle terapie antiblastiche in via endovenosa è disciplinata dal decreto ministeriale 22 luglio 1996; i medicinali antiblastici iniettabili possono essere erogati a carico del Servizio Sanitario Nazionale anche in regime di ospedalizzazione domiciliare, ai sensi del decreto ministeriale 14 luglio 1999.
  Rientra nelle competenze delle Regioni la programmazione degli accessi alle strutture sanitarie dedicate alla terapia oncologica: peraltro, nell'ambito delle iniziative in tema di tutela della salute e sicurezza dei pazienti ed uniforme erogazione dei LEA nel territorio nazionale, il Ministero della salute, in collaborazione con Regioni ed altri «stakeholder», elabora una serie di Raccomandazioni per garantire ai pazienti prestazioni sanitarie efficaci, sicure e di qualità.
  In particolare, la Raccomandazione n. 14 del 2012, in fase di aggiornamento, precisa che la scelta del «setting assistenziale» per la somministrazione della chemioterapia può influenzare la sicurezza delle cure, per cui va posta attenzione ai criteri per classificare i pazienti in accesso al trattamento (condizioni generali; tipo di farmaco e durata della terapia; tipologia di accesso venoso; età pediatrica; condizioni logistiche).
  Nella prevenzione degli eventuali errori nel corso delle terapie è decisivo il ruolo rivestito dalle Direzioni mediche di struttura (presidio ospedaliero/ASL).
  La somministrazione delle terapie con farmaci oncologici rappresenta una fase critica, che non può essere considerata avulsa dalla preparazione della terapia, da effettuare nell'Unità farmaci antiblastici (UFA), con personale dedicato e formato.
  Sulla base della citata Raccomandazione, la somministrazione parenterale degli antineoplastici può essere effettuata presso strutture ospedaliere dotate di una Unità Operativa Complessa di Oncologia (quindi anche IRCCS, ASL/ASP o strutture private); essa avviene anche al domicilio del paziente, ove sia attuabile il regime di ospedalizzazione domiciliare.
  La Regione Sardegna ha comunicato di aver autorizzato alla prescrizione e somministrazione dei medicinali oncologici indicati per i tumori solidi le strutture ospedaliere pubbliche e le due strutture private accreditate per l'oncologia riportate nella tabella allegata.
  Al fine di consentire ai pazienti la somministrazione delle chemioterapie in strutture adeguate più prossime alla loro residenza, sono stati autorizzati anche i due ambulatori di oncologia di Macomer e di Siniscola, in quanto garantiscono la necessaria sicurezza.
  Pertanto le eventuali temporanee sospensioni delle attività potrebbero essere dovute a problematiche organizzative legate alla carenza di personale di cui soffrono tutte le Aziende sanitarie, poste sotto stress anche dalla attuale situazione pandemica.

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Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

diritto alla salute

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professione sanitaria