ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/06664

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 564 del 14/09/2021
Firmatari
Primo firmatario: RIZZETTO WALTER
Gruppo: FRATELLI D'ITALIA
Data firma: 14/09/2021


Commissione assegnataria
Commissione: XI COMMISSIONE (LAVORO PUBBLICO E PRIVATO)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI delegato in data 14/09/2021
Stato iter:
15/09/2021
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 15/09/2021
Resoconto RIZZETTO WALTER FRATELLI D'ITALIA
 
RISPOSTA GOVERNO 15/09/2021
Resoconto NISINI TIZIANA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (LAVORO E POLITICHE SOCIALI)
 
REPLICA 15/09/2021
Resoconto RIZZETTO WALTER FRATELLI D'ITALIA
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 15/09/2021

SVOLTO IL 15/09/2021

CONCLUSO IL 15/09/2021

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-06664
presentato da
RIZZETTO Walter
testo di
Martedì 14 settembre 2021, seduta n. 564

   RIZZETTO. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   si apprende dell'ennesima multinazionale che delocalizza e lascia l'Italia. Si tratta dell'americana Carrier Corporation, con sede a Palm Beach in Florida, che nel 2017 ha rilevato una parte del gruppo Riello dall'omonima famiglia che lo fondò a Legnago, vicino Verona, nel 1922;

   il gruppo Riello ha infatti comunicato ai suoi 90 lavoratori, della sede di Villanova di Cepagatti vicino Pescara, che dopo 75 giorni, disporrà il licenziamento per 71 persone, per delocalizzare in Polonia l'assemblamento caldaie su cui sono specializzati nel sito in questione. Mentre gli altri 19 lavoratori che si occupano di ricerca e sviluppo saranno trasferiti nel centro di ricerca del gruppo a Lecco;

   i dipendenti che perderanno il posto di lavoro continueranno a lavorare sulla produzione delle caldaie, solo fino a novembre 2021;

   l'azienda non è in crisi, ma ha deciso di portare avanti un piano di delocalizzazione che improvvisamente colpisce decine di posti di lavoro. Il sito di Villanova fattura più delle altre sedi e una parte verrebbe trasferita in Polonia per diminuire il costo del lavoro del 20 per cento;

   i sindacati si sono subito mossi per contestare i licenziamenti e avviare una trattativa per indurre la proprietà a non procedere in tal senso o quanto meno per ottenere gli ammortizzatori sociali per un anno. Sembra sia stato fissato, quindi, un incontro tra le parti per il prossimo 16 settembre 2021;

   se la multinazionale non cambierà la sua decisione di delocalizzare ci saranno serie conseguenze in un territorio già provato da altre crisi aziendali, come Honeywell, Denso, Sevel e Brioni;

   l'interrogante ha già presentato molteplici atti parlamentari per sollecitare l'adozione di provvedimenti specifici a salvaguardia dei lavoratori, che vengono travolti dalle gravi conseguenze dovute alle politiche aziendali di delocalizzazione;

   a oggi nessun provvedimento utile è stato adottato dal Governo e casi del genere dimostrano tutta la debolezza delle istituzioni che subiscono decisioni aziendali, che causano la perdita di molti posti di lavoro, anche nell'indotto –:

   se e quali urgenti iniziative di competenza intenda adottare per tutelare i lavoratori del gruppo Riello, anche con l'istituzione di un tavolo di concertazione con le parti sociali.
(5-06664)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 15 settembre 2021
nell'allegato al bollettino in Commissione XI (Lavoro)
5-06664

  L'onorevole interrogante, pone l'attenzione sulla crisi del gruppo Riello, che – secondo quanto risulta all'interrogante – avrebbe comunicato ai suoi 90 lavoratori della sede di Villanova di Cepagatti vicino Pescara di voler disporre il licenziamento di 71 persone, per delocalizzare in Polonia l'assemblamento caldaie su cui sono i lavoratori sono specializzati nel sito produttivo in questione, mentre, per gli altri 19 lavoratori che si occupano di ricerca e sviluppo, sarebbe previsto un trasferimento nel centro di ricerca del gruppo a Lecco.
  Da informazioni acquisite dalla Prefettura di Pescara, va evidenziato che notevole preoccupazione e forte eco presso la stampa locale ha suscitato la notizia, annunciata dai vertici aziendali, della imminente chiusura dello stabilimento anzidetto, con il conseguente avvio della procedura di licenziamento collettivo di 71 lavoratori e il trasferimento di altri 19 negli stabilimenti del gruppo siti a Legnago e Volpago del Montello.
  Tale decisione, che non sembrerebbe nascere da difficoltà finanziare o crisi di settore, ma dall'esigenza dei vertici aziendali di ottimizzare gli asset industriali, è stata duramente criticata dalle organizzazioni sindacali e da gran parte dei politici locali, dal momento che la produzione attualmente realizzata nello stabilimento del pescarese non verrà interrotta, ma proseguirà nei menzionati stabilimenti del Nord Italia e in altri situati in Polonia.
  La vicenda, in considerazione delle gravi ripercussioni che potrebbe determinare sulle dinamiche produttive dell'indotto e nell'intero territorio provinciale, gravato da altre crisi aziendali in atto, è all'attenzione della classe politica e degli amministratori locali e regionali.
  La regione Abruzzo, in particolare, ha già tenuto, attraverso l'Assessorato al lavoro, incontri con le rappresentanze sindacali e contatti con i vertici aziendali.
  È in programma proprio per la giornata di oggi, 15 settembre, un ulteriore incontro presso l'Assessorato, al quale prenderanno parte le rappresentanze sindacali dei lavoratori della Riello e il sindaco del comune di Cepagatti.
  Il Ministero del lavoro che rappresento, monitora con costante attenzione, la vicenda per scongiurare, con ogni possibile strumento di legge, situazioni che compromettano i livelli occupazionali.
  Faccio presente che appare necessario affrontare queste crisi aziendali in un'ottica sistemica che possa contrastare efficacemente i fenomeni di delocalizzazione da parte di imprese multinazionali, che abbandonano repentinamente le attività produttive impiantate nel nostro territorio nazionale da anni, senza ragionevoli giustificazioni legate a crisi industriali o finanziarie o all'andamento del mercato.
  Il Ministero del lavoro, congiuntamente al Ministero dello sviluppo economico, sta lavorando a proposte che abbiano l'obiettivo di contrastare i processi di disinvestimento nel nostro Paese e di abbandono di siti produttivi, sia con misure volte alla costruzione di percorsi di mitigazione delle ricadute occupazionali connesse alle chiusure, sia con interventi di carattere sanzionatorio.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

licenziamento

soppressione di posti di lavoro

politica dell'impresa