ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/06383

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 538 del 12/07/2021
Firmatari
Primo firmatario: MAGI RICCARDO
Gruppo: MISTO-AZIONE-+EUROPA-RADICALI ITALIANI
Data firma: 09/07/2021


Commissione assegnataria
Commissione: I COMMISSIONE (AFFARI COSTITUZIONALI, DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO E INTERNI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'INTERNO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 09/07/2021
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 12/07/2021

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-06383
presentato da
MAGI Riccardo
testo di
Lunedì 12 luglio 2021, seduta n. 538

   MAGI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   nel complesso residenziale Colle Romito di Ardea, in provincia di Roma, il 13 giugno 2021, Andrea Pignani ha ucciso 2 bambini e un uomo di circa 75 anni e – più tardi lo stesso giorno – si è tolto la vita;

   il triplice omicidio e il suicidio sono avvenuti per motivi di squilibrio mentale dell'autore del fatto e sono stati attuati con una pistola Beretta 7,65 che era detenuta illecitamente;

   l'arma infatti apparteneva al deceduto padre dell'autore del fatto, che in vita aveva lavorato come guardia giurata;

   i motivi per cui il Pignani avesse conservato la disponibilità dell'arma non sono noti e destano grande preoccupazione in ordine alla tenuta del tessuto normativo;

   l'intarsio complicato tra il testo unico di pubblica sicurezza del 1931, il relativo regolamento di attuazione del 1940 e la legge n. 110 del 1975 fa intravedere sì la possibilità di imputare chiunque di omessa custodia (si veda l'articolo 20-bis della citata legge n. 110 del 1975), ma non ha consentito di tracciare con immediatezza l'arma usata per la strage;

   sebbene risulti dalla cronaca quotidiana (Corriere della sera, edizione on line del 19 giugno 2021) che la vedova del Pignani padre (e madre di Andrea) abbia mostrato pubblicamente il suo dolore per non aver fatto tutto quel che forse le spettava per evitare l'irreparabile, appare evidente che la principale falla sia nell'applicazione della disciplina;

   poiché l'articolo 39 del testo unico di pubblica sicurezza prevede che il prefetto ha facoltà di vietare la detenzione delle armi, munizioni e materie esplodenti, denunciate ai termini dell'articolo 38, alle persone ritenute capaci di abusarne, sembra che tale intervento prefettizio non sia potuto intervenire perché non disponeva dell'informazione;

   resta pertanto da stabilire se la famiglia Pignani – dopo la morte del legittimo titolare dell'arma – abbia fatto le denunzie del caso;

   non a caso il Ministro interrogato, come risulta dalla stampa quotidiana (La Stampa, edizione on line 14 giugno 2021), ha affermato che occorre intervenire presto sul piano normativo per rafforzare la tracciabilità delle armi;

   in ogni modo si pone, più in generale, a parere dell'interrogante, la questione della facilità con cui i questori rilasciano i porti d'arma ai sensi dell'articolo 42 del medesimo testo unico e dell'articolo 4 della legge n. 110 del 1975;

   sul Manifesto del 14 giugno 2021, Giorgio Beretta ha sottolineato come occorra che le autorità di pubblica sicurezza esercitino in modo più incisivo i poteri che già hanno di verifica medica e psicologica all'atto del rilascio del porto d'armi e del suo rinnovo annuale –:

   quali iniziative di competenza, tempestive ed efficaci, intenda assumere in ordine ai problemi esposti in premessa.
(5-06383)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

arma personale

carcerazione

sicurezza pubblica