ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/06314

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 529 del 23/06/2021
Firmatari
Primo firmatario: NOJA LISA
Gruppo: ITALIA VIVA
Data firma: 23/06/2021
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
DEL BARBA MAURO ITALIA VIVA 23/06/2021


Commissione assegnataria
Commissione: XII COMMISSIONE (AFFARI SOCIALI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 23/06/2021
Stato iter:
24/06/2021
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 24/06/2021
Resoconto DEL BARBA MAURO ITALIA VIVA
 
RISPOSTA GOVERNO 24/06/2021
Resoconto COSTA ANDREA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SALUTE)
 
REPLICA 24/06/2021
Resoconto DEL BARBA MAURO ITALIA VIVA
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 24/06/2021

SVOLTO IL 24/06/2021

CONCLUSO IL 24/06/2021

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-06314
presentato da
NOJA Lisa
testo di
Mercoledì 23 giugno 2021, seduta n. 529

   NOJA e DEL BARBA. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   come riportato dalla stampa il 4 giugno 2021, il direttore dell'Aifa, Nicola Magrini ha dichiarato che i guariti dal Covid hanno la possibilità di vaccinarsi entro sei mesi dalla guarigione e devono vaccinarsi con una dose singola. Il direttore ha spiegato, inoltre, che, per questi soggetti, la seconda dose di vaccino virus andrebbe evitata in quanto sarebbe causa di un affaticamento del sistema immunitario;

   queste raccomandazioni sembrano essere state recepite dagli attuali protocolli di vaccinazione adottati nel Paese, salvo lasciare qualche dubbio interpretativo in particolare circa la necessità di evitare la seconda dose per i guariti da Covid in quanto «affatica il sistema immunitario»;

   sebbene manchi un chiarimento specifico, è logico supporre che la scelta del termine di 6 mesi sia dovuta alla constatazione statistica della presenza di una quantità sufficientemente alta di anticorpi a seguito dell'infezione da Covid-19 entro il termine del sesto mese dalla guarigione del contagio;

   di conseguenza, non è chiaro a quali condizioni la necessità di evitare la seconda dose di vaccino valga anche per chi fosse risultato guarito da oltre 6 mesi. Sembrerebbe, sempre secondo queste frammentarie informazioni, esservi un potenziale conflitto tra la garanzia di salute del paziente e una maggior certezza della sua copertura vaccinale, tanto più statisticamente significativa quanto più il termine di guarigione rimanga di poco superiore ai 6 mesi;

   questa valutazione, a livello statistico, va definitivamente e meglio chiarita, mentre, al contrario, nel caso del singolo paziente dove la diagnostica abbia mostrato un livello di presenza anticorpale elevato, paragonabile a quello statisticamente preso a riferimento per i guariti entro i 6 mesi, la somministrazione di una seconda dose di vaccino sarebbe analogamente da sconsigliare o meglio evitare del tutto;

   a parere degli interroganti sarebbe opportuno adottare iniziative affinché, oltre i sei mesi dalla guarigione dal Covid-19, sia disposta una valutazione sierologica per valutare la necessità di una seconda dose di vaccino, ciò con particolare riferimento ai soggetti già provati duramente dall'infezione Covid-19 –:

   quali chiarimenti intenda fornire il Governo, per quanto di competenza, in merito ai parametri che hanno portato a scegliere la soglia di sei mesi per stabilire questo differente trattamento tra guariti Covid-19 e, conseguentemente, se intenda chiarire su quali basi si possa stabilire se somministrare la seconda dose di vaccino ai guariti di Covid-19 da oltre sei mesi.
(5-06314)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 24 giugno 2021
nell'allegato al bollettino in Commissione XII (Affari sociali)
5-06314

  La Circolare del Ministero della salute n. 8284 del 3 marzo 2021, recante «Vaccinazione dei soggetti che hanno avuto un'infezione da SARS-CoV-2», indica che: «è possibile considerare la somministrazione di un'unica dose di vaccino anti-SARS-CoV-2/COVID-19 nei soggetti con pregressa infezione da SARS-CoV-2», purché la vaccinazione venga eseguita ad almeno 3 mesi di distanza dalla documentata infezione e preferibilmente entro i 6 mesi dalla stessa.
  Ciò non è da intendersi applicabile ai soggetti che presentino condizioni di immunodeficienza, primitiva o secondaria a trattamenti farmacologici. In questi soggetti, non essendo prevedibile la protezione immunologica conferita dall'infezione da SARS-CoV-2 e la durata della stessa, si raccomanda di proseguire con la schedula vaccinale proposta (doppia dose per i tre vaccini ad oggi disponibili).
  Tale indicazione è conforme al parere espresso dal Gruppo permanente sull'infezione da SARS-Cov-2 del Consiglio Superiore di Sanità, trasmesso al Ministero della salute con nota del 3 marzo 2021, e a quello espresso dall'Agenzia Italiana del Farmaco-AIFA in data 23 febbraio 2021, che ha anche ribadito l'inutilità di test sierologici o molecolari prima e dopo la vaccinazione.
  Diverse pubblicazioni concordano sul fatto che nelle persone con pregressa infezione da SARS-CoV-2, la risposta immunitaria evocata dalla prima dose di vaccino è robusta, e paragonabile o persino superiore a quella ottenuta con due dosi nei soggetti sieronegativi al momento della vaccinazione.
  La stessa Organizzazione Mondiale della Sanità ha suggerito di attendere 6 mesi prima sottoporre a vaccinazione anti-SARS-Cov-2/COVID-19 i soggetti con pregressa infezione da SARS-CoV-2 confermata.
  Ciò premesso, in considerazione che le conoscenze scientifiche in merito a questo argomento sono in rapida evoluzione, l'AIFA assicura il proprio impegno nel continuo aggiornamento delle evidenze, per sostenere nel modo migliore la campagna vaccinale.
  In particolare, la possibilità di estendere oltre i 6 mesi il limite temporale per la somministrazione della dose unica nei soggetti guariti dal COVID-19, a supporto della quale stanno emergendo dati scientifici, è all'attenzione della stessa AIFA.