ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/06303

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 528 del 22/06/2021
Firmatari
Primo firmatario: DELMASTRO DELLE VEDOVE ANDREA
Gruppo: FRATELLI D'ITALIA
Data firma: 22/06/2021


Commissione assegnataria
Commissione: III COMMISSIONE (AFFARI ESTERI E COMUNITARI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE delegato in data 22/06/2021
Stato iter:
23/06/2021
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 23/06/2021
Resoconto DELMASTRO DELLE VEDOVE ANDREA FRATELLI D'ITALIA
 
RISPOSTA GOVERNO 23/06/2021
Resoconto SERENI MARINA VICE MINISTRO - (AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INT.)
 
REPLICA 23/06/2021
Resoconto DELMASTRO DELLE VEDOVE ANDREA FRATELLI D'ITALIA
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 23/06/2021

SVOLTO IL 23/06/2021

CONCLUSO IL 23/06/2021

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-06303
presentato da
DELMASTRO DELLE VEDOVE Andrea
testo di
Martedì 22 giugno 2021, seduta n. 528

   DELMASTRO DELLE VEDOVE. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   il 21 giugno 2021, il Ministro interrogato ha avuto un colloquio telefonico con il suo omologo cinese, Wang Yi;

   i dettagli del colloquio sono passati sotto traccia sui media nazionali mentre ne sono stati riportati alcuni importanti passaggi dai media cinesi;

   mentre sulla striminzita didascalia pubblicata sul sito del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale si parla di diritti umani nell'agenda, sull'agenzia cinese Xinhua si legge che la Cina è disposta a lavorare con l'Italia «per intensificare la comunicazione strategica, consolidare la fiducia reciproca strategica e liberarsi di tutte le distrazioni»;

   inoltre, si legge che Wang Yi avrebbe affermato che Pechino è disposta a condurre scambi più stretti ad alto livello, facilitare gli scambi di personale e promuovere la costruzione congiunta di «Belt and Road», la cosiddetta nuova via della seta, con l'Italia;

   a tal proposito, Wanga avrebbe chiesto con urgenza un rafforzamento delle cooperazioni in materia scientifica e tecnologica, indicando settori di vitale importanza come aerospazio e telecomunicazioni;

   infine, Wang ha auspicato che l'Europa «aderisca all'autonomia strategica, pratichi un vero multilateralismo e promuova la stabilità e lo sviluppo a lungo termine» delle relazioni con la Cina, esortando l'Italia a lavorare per giungere a queste posizioni a livello europeo;

   il colloquio telefonico è avvenuto pochi giorni dopo la visita del Garante del Movimento 5 Stelle, Beppe Grillo, presso l'ambasciata Cinese;

   il Ministro interrogato è un autorevole esponente del Movimento 5 Stelle;

   la scorsa settimana il sito Formiche.net ha reso noto un documento del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, in preparazione di un prossimo vertice Italia-Cina, che pone nuovi interrogativi sulla posizione di Roma rispetto alla Via della Seta, oggetto di specifica interrogazione da parte dell'interrogante;

   nel documento si sancirebbe la prosecuzione della collaborazione Italia-Cina, in una direzione che il presidente Draghi sembrava voler evitare, stando a quanto dichiarato al G7 e al vertice Nato dei giorni scorsi;

   a giudizio dell'interrogante, i rapporti dei Movimento 5 Stelle con la Cina sono poco chiari e trasparenti e una politica apertamente filo-cinese appare essere in aperto contrasto con gli indirizzi atlantisti ed europeisti dati dal Presidente del Consiglio dei ministri –:

   quali siano stati gli argomenti affrontati nel bilaterale con il Ministro degli affari esteri cinese e se intenda chiarire la conformità di eventuali esiti con la linea politica europeista e atlantista tracciata dal Presidente del Consiglio dei ministri.
(5-06303)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 23 giugno 2021
nell'allegato al bollettino in Commissione III (Affari esteri)
5-06303

  Il colloquio telefonico tra il Ministro Di Maio e il Ministro degli Esteri cinese Wang Yi ha soprattutto riguardato i principali temi della collaborazione economica tra Italia e Cina, sul piano bilaterale e multilaterale.
  Sul piano bilaterale il Ministro Di Maio ha anzitutto esortato il Ministro Wang alla ripresa di voli diretti tra i principali scali di Italia e Cina, essenziali per le nostre imprese e le nostre esportazioni a sostegno della ripresa economica. Sono stati affrontati poi temi connessi alla transizione energetica, rispetto alla quale il mercato cinese offre opportunità di estremo rilievo per i maggiori gruppi italiani e per la nostra piccola e media impresa specializzata in questo settore.
  Le collaborazioni auspicate nel corso del colloquio favoriranno non solo la ripresa economica ma anche, e passo al piano multilaterale, il sempre maggiore impegno richiesto alla Cina sul fronte ambientale. Oltre alla co-presidenza della Cop 26 e alla linea sancita dal Vertice G7 del 13 giugno, la nostra presidenza del G20 ci impone di affrontare anche questi temi. Dal Ministro Wang Yi abbiamo in questa occasione raccolto l'adesione circa le nostre priorità G20.
  Nel colloquio il Ministro Di Maio ha sottolineato al Ministro Wang Yi la ben nota posizione italiana di fermezza nella difesa dei diritti umani e delle libertà fondamentali, nel quadro dell'adesione indiscutibile dell'Italia alla famiglia europea e all'Alleanza Atlantica.
  Pur nella disponibilità ad un dialogo franco e aperto con Pechino, alla ricerca di ambiti di collaborazione in particolare sui temi globali quali lotta ai cambiamenti climatici e ripresa economica, il posizionamento internazionale dell'Italia è chiaro e non ha bisogno di esser ricordato ogni volta. Una collocazione pienamente condivisa con i partner del G7 e dell'Unione europea.
  Sul Piano d'Azione 2021-2023 sono opportuni alcuni chiarimenti. Il partenariato strategico con la Cina risale all'inizio degli anni Duemila, gli stessi in cui simili partenariati venivano formalizzati da Germania, Francia, Regno Unito e da altri Paesi dell'Unione europea e del G7. Il nostro partenariato fu istituito in occasione della visita dell'allora Primo Ministro cinese Wen Jiabao nel 2004, quando il Presidente del Consiglio Berlusconi firmò con l'omologo cinese un Comunicato Congiunto sulla Partnership Strategica e sul suo principale meccanismo di dialogo istituzionale, il Comitato Governativo Italia-Cina. A partire da quegli anni, dunque, come i nostri principali alleati occidentali abbiamo cominciato a tenere annualmente i rispettivi Comitati Governativi con la Cina.
  A margine di questi incontri vengono adottati documenti di programmazione delle attività future, base per la tutela dei rispettivi interessi. Cito a titolo di esempio la firma di Memorandum, facilitazioni all'accesso al mercato e cooperazioni industriali. Questi «Piani d'Azione» hanno appunto la funzione di definire, delimitare e incanalare gli ambiti della collaborazione, in modo da tutelare il nostro interesse nazionale.
  Per dare una dimensione prospettica, il primo Piano d'Azione 2010-2013 fu adottato dall'allora Presidente Berlusconi in occasione della visita del Premier cinese Wen Jiabao nell'ottobre 2010. Il secondo Piano d'Azione 2014-2017 fu concluso durante la visita in Cina dell'allora Presidente Renzi nel giugno 2014, mentre il terzo, dal 2017 al 2020, a margine della visita in Cina dell'allora Presidente Gentiloni nel maggio 2017. Ciascuno dei Governi responsabili ha così definito le priorità della collaborazione bilaterale con la Cina nel modo giudicato più opportuno.
  In vista del rinnovo del Piano d'Azione, Pechino ha recentemente trasmesso una propria proposta di testo per il triennio 2021-23. Diversamente da quanto riportato, si tratta di una proposta cinese oggetto di attento esame e revisione negoziale, già in corso da parte della Farnesina e di tutte le altre Amministrazioni interessate, proprio con l'obiettivo di definire al meglio l'interesse nazionale. Un chiarimento è doveroso anche per un altro documento talvolta richiamato e denominato «Italia-Cina, collaborazione scientifica e tecnologica. Piano d'Azione verso il 2025». E l'aggiornamento di un analogo testo redatto nel 2015 e razionalizza per l'Italia le attività bilaterali di cooperazione scientifica e tecnologica, anche a sostegno dell'internazionalizzazione delle nostre imprese. Questo «Piano», frutto del lavoro del «Tavolo Cina» al quale dal 2014 partecipano Università ed Enti Pubblici Nazionali di Ricerca, costituisce un documento nazionale e non viene concordato con la controparte. Permette all'Italia di valutare dove concentrare le risorse, allo scopo di accrescere la nostra competitività sui mercati dell'innovazione. Così come fanno altri grandi Paesi europei.
  Il perseguimento della cooperazione economica con la Cina a vantaggio del Sistema Paese non esclude dunque in alcun modo che l'Italia continui a dialogare con fermezza e franchezza con Pechino su tematiche quali i diritti umani e la situazione a Hong Kong. Aspetti a riguardo dei quali emergono, in modo chiaro, differenze strutturali in termini di valori e di gestione della cosa pubblica.