ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/06283

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 528 del 22/06/2021
Firmatari
Primo firmatario: ZANGRILLO PAOLO
Gruppo: FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
Data firma: 22/06/2021
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
MUSELLA GRAZIANO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 22/06/2021
CANNATELLI PASQUALE FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 22/06/2021


Commissione assegnataria
Commissione: XI COMMISSIONE (LAVORO PUBBLICO E PRIVATO)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI delegato in data 22/06/2021
Stato iter:
23/06/2021
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 23/06/2021
Resoconto ZANGRILLO PAOLO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
 
RISPOSTA GOVERNO 23/06/2021
Resoconto NISINI TIZIANA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (LAVORO E POLITICHE SOCIALI)
 
REPLICA 23/06/2021
Resoconto ZANGRILLO PAOLO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 23/06/2021

SVOLTO IL 23/06/2021

CONCLUSO IL 23/06/2021

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-06283
presentato da
ZANGRILLO Paolo
testo di
Martedì 22 giugno 2021, seduta n. 528

   ZANGRILLO, MUSELLA e CANNATELLI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   notizie di stampa riportano l'ipotesi di un rifinanziamento di circa 2 miliardi di euro della misura denominata reddito di cittadinanza, rifinanziamento che sarebbe effettuato con la prossima legge di bilancio;

   la legge n. 178 del 2020 (legge di bilancio per l'anno 2021) ha già previsto un rifinanziamento della misura per quasi 4 miliardi di euro complessivi spalmati su un arco temporale pluriennale;

   alla luce dei dati prodotti in più di un biennio di funzionamento, il reddito di cittadinanza si è dimostrato un fallimento come misura di politica attiva del lavoro per quanto riguarda il riavviamento al lavoro dei suoi percettori;

   gli effetti negativi prodotti sull'economia dalla pandemia e i recenti dati Istat che hanno certificato l'impennata della povertà con circa 5,6 milioni di persone scivolate sotto tale soglia pongono l'urgenza di individuare misure e interventi volti a fare fronte a quella che si configura come un'emergenza sociale;

   a giudizio degli interroganti, il contrasto alla povertà dovrebbe essere effettuato per il tramite di una misura specifica, mentre il lavoro deve essere incentivato con opportuni investimenti e riforme del settore delle politiche attive; in entrambi i casi non appare opportuno alcun rifinanziamento del reddito di cittadinanza che, non solo, non ha prodotto gli effetti attesi in materia di ricollocamento al lavoro, ma rischia di produrre effetti perversi che disincentivano i beneficiari ad accettare offerte di lavoro –:

   quali iniziative intenda adottare il Governo in merito alle criticità rappresentate in premessa e con particolare riferimento all'ipotesi di un ulteriore rifinanziamento dei reddito di cittadinanza, anche alla luce del lavoro sin qui svolto da parte del comitato scientifico appositamente istituito.
(5-06283)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 23 giugno 2021
nell'allegato al bollettino in Commissione XI (Lavoro)
5-06283

  Gli onorevoli interroganti pongono la questione relativa al funzionamento del reddito di cittadinanza.
  Dai dati diffusi dall'INPS, risulta che nel corso dell'emergenza si è verificata una crescita significativa dei nuclei familiari percettori di reddito e di pensione di cittadinanza.
  Il reddito si è dimostrato una misura puramente assistenziale, mentre non si è rivelato particolarmente efficace sul piano dell'integrazione con le politiche attive del lavoro.
  Inoltre, i dati diffusi dall'ISTAT sulla crescita degli italiani in povertà assoluta, rilevano il perdurare di una situazione di emergenza sociale, determinata certamente dagli effetti della crisi pandemica, a cui occorre far fronte con politiche orientate prioritariamente alla formazione e all'occupazione.
  La stessa Corte dei conti, nella memoria sul cosiddetto decreto-legge «Sostegni», con particolare riferimento al rifinanziamento del reddito di cittadinanza previsto nel provvedimento, ha fatto presente che «nel registrare la rilevanza esercitata da tali strumenti nella mitigazione del disagio socio-economico, si conferma l'esigenza di riconsiderare, a pandemia conclusa, il reddito di cittadinanza (RdC) nei suoi punti di palesata debolezza, separando soprattutto la componente di strumento di politica passiva da quello di strumento di politica attiva del lavoro e inquadrando i profili di inserimento lavorativo delle persone appartenenti a nuclei familiari in disagio socio-economico in una rinnovata, più complessiva e qualitativamente superiore politica attiva del lavoro; e ciò anche in considerazione delle rilevanti risorse previste su questo fronte dal Piano nazionale di ripresa e resilienza».
  In riferimento alla questione sollevata dall'interrogante circa il rifinanziamento del RdC, così come riportato da notizie di stampa, non è previsto alcun intervento volto a rifinanziare ulteriormente il reddito.
  È invece in corso l'attività di studio e di verifica del Comitato scientifico istituito dal Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al fine di valutare in maniera sistematica la resa dell'istituto e individuare eventualmente le azioni necessarie per riformarlo.
  Ad ogni modo è necessario concentrare l'azione del Governo sulle politiche per la crescita economica a favore delle imprese e dell'occupazione, in linea con quanto previsto dal PNRR.
  Il Piano prevede infatti una fetta importante di investimenti – che ammontano complessivamente a circa 6 miliardi di euro – al fine di rivedere le politiche attive del lavoro che, a partire dalla profilazione della persona, permettano la costruzione di percorsi personalizzati di riqualificazione delle competenze e di accompagnamento al lavoro.
  In particolare, attraverso il potenziamento dell'assegno di ricollocazione e l'istituzione del programma nazionale «Garanzia di occupabilità dei lavoratori» – GOL, si introduce un sistema attivo di presa in carico unico dei disoccupati e delle persone in transizione occupazionale (percettori di RdC, NASpI, CIGS). Appare poi fondamentale il Piano nazionale Nuove competenze che mira a rafforzare il sistema della formazione professionale, intercettando i nuovi fabbisogni delle imprese e promuovendo una rete territoriale integrata dei servizi di istruzione, formazione e lavoro, anche con partenariati pubblico- privato.