ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/06046

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 512 del 20/05/2021
Firmatari
Primo firmatario: TESTAMENTO ROSA ALBA
Gruppo: MISTO-L'ALTERNATIVA C'È
Data firma: 20/05/2021
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
CABRAS PINO MISTO-L'ALTERNATIVA C'È 20/05/2021
CORDA EMANUELA MISTO-L'ALTERNATIVA C'È 24/05/2021


Commissione assegnataria
Commissione: VIII COMMISSIONE (AMBIENTE, TERRITORIO E LAVORI PUBBLICI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA TRANSIZIONE ECOLOGICA
  • MINISTERO DELLA CULTURA
  • MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DELLA MOBILITA' SOSTENIBILI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA TRANSIZIONE ECOLOGICA delegato in data 20/05/2021
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 20/05/2021

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 24/05/2021

SOLLECITO IL 25/05/2021

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-06046
presentato da
TESTAMENTO Rosa Alba
testo presentato
Giovedì 20 maggio 2021
modificato
Lunedì 24 maggio 2021, seduta n. 514

   TESTAMENTO, CABRAS, CORDA. — Al Ministro della transizione ecologica, al Ministro della cultura, al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. — Per sapere – premesso che:

   da notizie di stampa apparse in data 14 maggio 2021 sul sito www.finestresullarte.info si apprende che il Ministero della transizione ecologica avrebbe messo a punto la bozza di un disegno di legge che – si legge nell'incipit dell'articolo – «potrebbe far strage dell'archeologia preventiva»;

   le principali associazioni del settore, riunite nel tavolo di coordinamento delle rappresentanze del settore archeologia, e le Consulte universitarie – si legge nel medesimo pezzo – hanno denunciato la volontà del Governo di comprimere l'esercizio della tutela del patrimonio paesaggistico e archeologico nazionale sancito dall'articolo 9 della nostra Costituzione, in nome di una maggiore rapidità nella realizzazione delle opere rientranti nella tanto decantata «transizione ecologica» e per questo hanno manifestato la disponibilità a essere ascoltati dai tre Ministri interrogati;

   nello specifico, in un articolo di tale bozza si prevedrebbe una modifica degli iter autorizzativi relativi a impianti situati in aree d'interesse culturale e paesaggistico, con l'introduzione del cosiddetto silenzio-assenso in merito alla valutazione d'impatto ambientale e la sua automatica adozione qualora non sia stato dato alcun riscontro entro 30 giorni dalla richiesta di autorizzazione. Inoltre, le Soprintendenze potranno esprimere pareri solo in merito a progetti aventi a oggetto impianti alimentati da fonti rinnovabili localizzati in aree già sottoposte a tutela oppure nei casi in cui venga verificato, alla data di presentazione dell'istanza di autorizzazione, che l'impianto ricade in aree interessate da procedimenti di tutela o da procedure di accertamento in itinere della presenza di beni archeologici. In sostanza, il parere della Soprintendenza verrà richiesto solo nelle aree già sottoposte a vincolo e questo significa che si potrà tutelare solo quello che già si conosce, grazie a indagini effettuate in passati e vincoli già posti;

   un'impostazione di questo genere costituirebbe un forte ridimensionamento dell'archeologia preventiva, ovvero di tutte quelle attività di ricerca finalizzate a comprendere la presenza o meno di reperti archeologici nei terreni dove si andrà a costruire, sia che si tratti di impianti sia che si tratti di collegamenti alle reti elettriche nazionali e altre opere accessorie. Questo comporta il rischio molto alto di perdere la memoria storica del Paese e danneggiare in maniera irreversibile il patrimonio dello Stato. Inoltre, la perdita dello strumento di verifica preventiva dell'interesse archeologico esporrebbe il nostro Paese a una probabile procedura di infrazione europea per il mancato rispetto della Convenzione dell'Unione europea sul patrimonio archeologico, ratificata con la legge 29 aprile 2015, n. 57;

   la necessità di snellire e semplificare gli iter autorizzativi non può contestualmente concretizzarsi nel depotenziamento degli strumenti di controllo in dotazione ai vari organismi di tutela, in particolare le Soprintendenze, e la tutela del nostro patrimonio archeologico e paesaggistico non può rappresentare un ostacolo allo sviluppo del Paese, bensì la vera risorsa per uno sviluppo culturale ed economico che sia veramente sostenibile;

   l'eventuale interruzione delle attività legate all'archeologia preventiva produrrebbe, inoltre ricadute occupazionali molto negative sulle migliaia di addetti ai lavori che come professionisti, sia in forma singola che associata, svolgono una importante e meritoria attività di tutela –:

   se non si intenda urgentemente espungere dalla iniziativa normativa di cui sopra le previsioni richiamate in premessa, salvaguardando i valori costituzionali di tutela del nostro patrimonio archeologico e paesaggistico;

   se non si ritenga doveroso promuovere un incontro con le associazioni facenti parte del Tavolo di coordinamento delle rappresentanze del settore archeologia e le Consulte universitarie, al fine di approfondire le criticità esposte in premessa e acquisire osservazioni e proposte su modalità alternative di effettiva semplificazione e velocizzazione degli iter autorizzativi.
(5-06046)