ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/05897

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 497 del 29/04/2021
Firmatari
Primo firmatario: DE MENECH ROGER
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 29/04/2021
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
ROTTA ALESSIA PARTITO DEMOCRATICO 29/04/2021
ZARDINI DIEGO PARTITO DEMOCRATICO 29/04/2021
PELLICANI NICOLA PARTITO DEMOCRATICO 29/04/2021
ZAN ALESSANDRO PARTITO DEMOCRATICO 29/04/2021
DAL MORO GIAN PIETRO PARTITO DEMOCRATICO 29/04/2021


Commissione assegnataria
Commissione: XII COMMISSIONE (AFFARI SOCIALI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 29/04/2021
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 29/04/2021

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-05897
presentato da
DE MENECH Roger
testo di
Giovedì 29 aprile 2021, seduta n. 497

   DE MENECH, ROTTA, ZARDINI, PELLICANI, ZAN e DAL MORO. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   la trasmissione televisiva «Report» andata in onda lunedì 26 aprile 2021 sul Raitre ha messo in fila una serie aspetti critici sulla gestione dell'emergenza Covid all'interno della regione Veneto, in particolare ha messo in evidenza come il Veneto sia stato, durante la prima ondata, una delle regioni più virtuose nella gestione dell'epidemia, mentre ciò non sia accaduto nella gestione della seconda ondata, in particolare tra novembre 2020 e gennaio 2021, quando si è registrato il più alto tasso di mortalità in Italia;

   da quanto è emerso dal reportage andato in onda, il Veneto, in quel periodo, in cui il Governo ha istituito le zone rosse, arancione e gialle, per indicare i territori più o meno colpiti dalla pandemia e quindi imporre misure restrittive alle attività economiche, educative e sociali, aveva superato anche il parametro relativo all'occupazione delle terapie intensive;

   il professor Crisanti, protagonista durante la prima ondata Covid, intervistato dall'inviato, ha dichiarato che durante la seconda ondata, il Veneto avrebbe fatto affidamento su tamponi rapidi, invece di quelli molecolari, precisando che, secondo un suo studio diagnostico, tre tamponi rapidi (di prima e seconda generazione, oggi superati) su 10 non sarebbero stati affidabili;

   questo studio (per altro non è chiaro se sia stato reso pubblico) sconfesserebbe la strategia seguita dalla regione nel tracciamento dei casi positivi, favorendo così possibili nuovi focolai e un incremento esponenziali di ricoveri e quindi conseguentemente dei decessi;

   a sua volta, il direttore generale della sanità veneta, Luciano Flor, ha negato l'esistenza di tale studio anche se poi, a intervista conclusa, ha affermato «Detto inter nos, noi rischiavamo la denuncia da parte della ditta che produce i tamponi. Meglio dire che questo studio non esiste»;

   inoltre, una dipendente della regione Veneto anche lei intervistata all'interno del reportage, ha affermato che, a novembre 2020, immettendo nel sistema informatico i nominativi degli assistiti con tampone molecolare positivo, accanto all'esito del tampone, compariva automaticamente la voce «asintomatico», senza che quella persona fosse stata sentita prima;

   è importante sottolineare che il numero dei positivi asintomatici, (che per il presidente Zaia a un certo punto toccava il 97 per cento dei contagiati) è un altro dei valori nel calcolo del rischio da parte dell'Istituto superiore di sanità e quindi determinante per la collocazione della regione in uno dei quattro colori previsti;

   questi sono solo alcuni degli aspetti emersi durante il reportage che, in ultima analisi, ha dato una fotografia della gestione sanitaria del Veneto durante la seconda ondata pandemica che merita sicuramente approfondimenti più specifici;

   la stessa procura di Padova ha aperto un'inchiesta per appurare se i tamponi rapidi possano avere un'affidabilità molto inferiore a quella dichiarata dalle aziende farmaceutiche produttrici e quindi se il loro utilizzo possa aver favorito la seconda ondata di contagi che nei mesi scorsi ha piegato il Veneto;

   l'indagine è stata affidata al sostituto procuratore Benedetto Roberti e sta proseguendo da settimane nel più assoluto riserbo, anche se, negli ultimi giorni, specie in ambienti ospedalieri e universitari, hanno iniziato a circolare voci sulla convocazione di persone «informate dei fatti» da parte della procura. Voci che si sono fatte ancor più insistenti dopo la puntata di Report –:

   alla luce dei fatti sopraesposti quali iniziative urgenti, per quanto di competenza, il Ministro interrogato intenda adottare per contribuire a fare piena chiarezza sugli avvenimenti che si sono verificati durante la seconda ondata epidemica e sulla gestione della sanità veneta e, in particolare se non ritenga necessario valutare l'adozione di iniziative ispettive al fine di verificare se vi sia stato il rispetto del diritto alla salute così come sancito dall'articolo 32 della nostra Costituzione.
(5-05897)