ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/05861

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 495 del 27/04/2021
Firmatari
Primo firmatario: BELLUCCI MARIA TERESA
Gruppo: FRATELLI D'ITALIA
Data firma: 27/04/2021


Commissione assegnataria
Commissione: XII COMMISSIONE (AFFARI SOCIALI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 27/04/2021
Stato iter:
29/04/2021
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 29/04/2021
Resoconto BELLUCCI MARIA TERESA FRATELLI D'ITALIA
 
RISPOSTA GOVERNO 29/04/2021
Resoconto COSTA ANDREA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SALUTE)
 
REPLICA 29/04/2021
Resoconto BELLUCCI MARIA TERESA FRATELLI D'ITALIA
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 29/04/2021

SVOLTO IL 29/04/2021

CONCLUSO IL 29/04/2021

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-05861
presentato da
BELLUCCI Maria Teresa
testo di
Martedì 27 aprile 2021, seduta n. 495

   BELLUCCI. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   in Italia i problemi relativi alla pandemia sono sorti fin da subito e le mancanze non sono state colmate, se non con grave ritardo;

   il caso dei respiratori, insieme a quello delle mascherine non a norma o a quelle distribuite al personale sanitario malgrado l'espressa dicitura «For medical use prohibited», è uno dei simboli più emblematici di questa pandemia; già da subito è stata denunciata la loro carenza negli ospedali italiani e ad oggi, il loro numero è ancora troppo basso per fronteggiare le ondate che da oltre un anno ci costringono a fare i conti quotidianamente con i numeri dell'emergenza pandemica;

   dall'inizio della pandemia, i respiratori sono risultati fondamentali per salvare vite, eppure, nel corso nei mesi, tanti sono stati i disguidi e i contrattempi che hanno impedito di procurarne un numero considerevole;

   l'ultimo allarme ha riguardato una serie di ventilatori polmonari acquistati in piena emergenza e provenienti dalla Cina, per i quali è stata chiesta l'immediata sospensione dell'utilizzo;

   secondo fonti di stampa, sia il Lazio che altre regioni italiane avrebbero continuato ad usufruire di questi macchinari, privi di marchio CE e di standard di sicurezza, all'interno degli ospedali;

   è stato proprio il Ministero della salute a porre l'attenzione sui dispositivi impiegati nelle terapie intensive, inviando una lettera a tutte le regioni in cui si fa riferimento ai macchinari Aeonmed VG70, prodotti dalla Beijing Aeonmed Co. Ltd, dei quali il Ministero aveva ricevuto il rapporto Fsca: «Poiché dalla nostra ricognizione sui dispositivi medici e le apparecchiature acquisiti durante il periodo dell'emergenza Covid-19 privi del marchio CE, risulta che i ventilatori Aeonmed VG70 sono presenti in diverse strutture sanitarie, si ribadisce l'importanza di non utilizzare apparecchiature prive del marchio CE, in quanto non conformi ai requisiti di sicurezza previsti dalla normativa vigente»;

   il problema è che i dispositivi acquistati nel corso della pandemia non possiedono un sensore di pressione atmosferica incorporato, sebbene siano stati invece venduti come ventilatori dotati di tale apparecchio e, pertanto, messi sul mercato con istruzioni per l'uso errate –:

   di quali informazioni il Ministro interrogato disponga per fare chiarezza sulla vicenda, con particolare riguardo al numero dei dispositivi privi dei necessari standard di sicurezza acquistati e distribuiti nelle strutture sanitarie italiane e se siano stati accertati eventuali danni sui pazienti trattati con i ventilatori di cui in premessa.
(5-05861)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 29 aprile 2021
nell'allegato al bollettino in Commissione XII (Affari sociali)
5-05861

  I dispositivi medici richiamati nell'interrogazione in esame sono presenti nella banca dati del Ministero della salute come «Dispositivo di Ventilazione per Terapia Intensiva AEONMED VG70», fabbricante BEIJING AEONMED CO, LTD (numero di repertorio 1941472).
  Essi sono, dunque, ventilatori regolarmente marcati CE e destinati dal fabbricante al mercato europeo.
  Nella prima fase dell'emergenza pandemica da Covid-19, per far fronte ad una possibile carenza di dispositivi medici, quali ventilatori ed altri dispositivi per terapia ventilatoria, essenziali nelle terapie intensive e sub intensive, sono state emanate una serie di provvedimenti, allo scopo di reperirli in tempi rapidi: le attività di approvvigionamento e distribuzione dei dispositivi medici, dapprima sono state svolte dal Dipartimento della Protezione Civile della Presidenza del Consiglio, e poi dalla struttura del Commissario Straordinario per l'emergenza Covid-19.
  In conformità alla Raccomandazione UE 2020/403 della Commissione Europea del 13 marzo 2020,che, proprio in ragione della necessità di garantire in maniera sostanziale il diritto alla salute in una situazione connotata da estrema criticità, ha chiarito che qualora i dispositivi medici avessero garantito, dal punto di vista sostanziale, un adeguato livello di salute e sicurezza, avrebbero potuto essere messi temporaneamente a disposizione, anche se le procedure di valutazione della conformità (compresa l'apposizione della marcatura CE) non fossero state interamente finalizzate in rispondenza alle norme armonizzate.
  Risulta pertanto evidente come, in un contesto connotato da una grave crisi sanitaria a livello mondiale, aggravata all'epoca dall'oggettiva carenza di dispositivi medici indispensabili per garantire la funzionalità delle terapie intensive e sub intensive, il sistema di approvvigionamento si è attivato in maniera perfettamente coerente con quanto disposto dalla Commissione europea.
  Quando, nell'estate 2020, la situazione delle terapie intensive e sub intensive è, in effetti, divenuta meno critica rispetto alla prima fase della pandemia, e precisamente nell'agosto 2020, il Ministero della salute ha avviato una ricognizione della dotazione di dispositivi medici che i Servizi Sanitari Regionali avevano ricevuto nel corso dell'emergenza pandemica.
  Con specifico riferimento ai dispositivi di ventilazione per terapia intensiva AEONMED VG70, va segnalato che detti dispositivi non hanno causato, a quanto consta a questo Ministero, alcun incidente o altro evento avverso.
  Peraltro, si segnala che la citata ricognizione ha consentito di rilevare la presenza di 19 ventilatori privi del marchio CE, nelle Regioni Piemonte, Marche, Abruzzo e Puglia e nella P.A. di Trento.
  Detti ventilatori sono da considerarsi aggiuntivi rispetto a quelli del medesimo produttore sopra richiamati (e marcati CE), e la loro presenza nell'ambito delle Regioni/PA è ragionevolmente da attribuirsi ad un loro ingresso in Italia durante la prima fase dell'emergenza.
  Essi potrebbero essere dispositivi con caratteristiche tecniche sovrapponibili a quelli marcati CE, che il fabbricante aveva inteso destinare a mercati diversi da quello europeo, e che, in via emergenziale, sono stati acquisiti dalle strutture deputate all'approvvigionamento in emergenza dei necessari dispositivi medici.
  Per quanto attiene al richiamo ai requisiti di sicurezza effettuato dal Ministero della salute, giova precisare che si tratta di un atto ordinario, che rientra (al pari di altri) nell'ambito delle consuete attività di vigilanza, e che è stato posto in essere in quanto detto avviso è stato emanato dal fabbricante il 16 febbraio 2021.
  Si tratta di un avviso relativo al sensore di pressione differenziale utilizzato per misurare il flusso di ventilazione del paziente.
  L'azione intende verificare la versione utilizzata e introduce l'inserimento manuale dell'altitudine nei sensori di pressione atmosferica laddove necessario.
  Si tratta di un avviso di sicurezza riguardante tutti ventilatori AEONMED VG70 regolarmente presenti nel mercato.
  Una volta acquisito dal fabbricante il citato avviso di sicurezza (riguardante il regolare device immesso sul mercato) – considerato che il Ministero era a conoscenza della possibile presenza nel territorio nazionale di alcuni apparecchi acquisiti in virtù delle procedure speciali sopra richiamate, e che la fase emergenziale appariva superata nel trasmettere alle Regioni/PA il menzionato avviso di sicurezza, è stato contestualmente, correttamente inserito un richiamo ai requisiti di sicurezza previsti dalla normativa vigente.