ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/05776

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 487 del 15/04/2021
Firmatari
Primo firmatario: MURONI ROSSELLA
Gruppo: MISTO-FACCIAMO ECO-FEDERAZIONE DEI VERDI
Data firma: 15/04/2021


Commissione assegnataria
Commissione: VIII COMMISSIONE (AMBIENTE, TERRITORIO E LAVORI PUBBLICI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA TRANSIZIONE ECOLOGICA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA TRANSIZIONE ECOLOGICA delegato in data 15/04/2021
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 15/04/2021

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-05776
presentato da
MURONI Rossella
testo di
Giovedì 15 aprile 2021, seduta n. 487

   MURONI. — Al Ministro della transizione ecologica. — Per sapere – premesso che:

   nel 2019, informa il Gestore servizi energetici (Gse), l'uso di Uco (rifiuto, olio vegetale di cucina usato) nel biodiesel finito nei motori diesel in Italia ammonta a oltre 205.000 tonnellate, il doppio del 2018 e circa il doppio di quanto raccolto in modo differenziato in Italia. C'è da chiedersi da dove viene tutto questo biodiesel aggiunto ai carburanti venduti in Italia. Sempre secondo il Gse almeno 90.000 tonnellate da raffinerie spagnole, in gran parte importato dalla Cina;

   il Conoe (Consorzio nazionale raccolta e trattamento oli e grassi vegetali ed animali esausti) ha dichiarato di aver raccolto nel 2018 meno di 72.000 tonnellate. Un secondo consorzio di raccolta, RenOils, dichiara di aver raccolto nel 2019 ben 44.400 tonnellate di oli e grassi alimentari esausti, quindi realisticamente non più di 120-130 mila tonnellate raccolte;

   secondo il report «Scegli l'olio giusto» di Legambiente, «al netto degli scarti, dei trattamenti (centrifugazione e distillazione) da cui si ricava metanolo e glicerina, degli altri usi, non più del 60-70 per cento può diventare biodiesel». Quindi non più di 90.000 tonnellate;

   si legge nella relazione Conoe, presentata il 9 aprile 2019 alla Camera dei deputati nell'ambito di un'indagine conoscitiva (che cita la Relazione speciale della Corte dei conti europea: «La possibilità del conteggio per un valore doppio dei biocarburanti prodotti da rifiuti e residui ha condotto a una situazione in cui il biodiesel prodotto da Uco è spesso commercializzato a un prezzo più elevato del biodiesel prodotto con olio vegetale. Vi era pertanto il rischio che l'olio venisse adulterato per essere venduto come olio da cucina esausto». Conviene dunque, ad operatori disonesti, «adulterare» oli alimentari reperibili sul mercato internazionale per classificarli come residui e venderli vantaggiosamente come biocarburanti;

   l'Associazione europea Transport&Environment segnala infine che, nel 2019, la metà degli Uco usati nei biocarburanti europei è stato importato da Cina, Stati Uniti, Malesia e Indonesia, e che forte è il rischio di importazione di Uco «false», che comportano potenzialmente a impatti indiretti come la deforestazione come normale olio di palma o derivati –:

   quali iniziative urgenti il Governo intenda assumere, anche attraverso il Gestore servizi energetici, al fine di impedire l'importazione di prodotti di cui non sia possibile controllare la tracciabilità, in questo caso come effettivi rifiuti da cucina (Uco), nonché per non riconoscere i relativi sussidi di mercato in qualità di biocarburanti double counting non avanzati, anche con lo scopo di salvaguardare i consorzi di raccolta, gli operatori onesti dell'economia circolare, delle bioenergie e dei carburanti.
(5-05776)