ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/05768

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 486 del 14/04/2021
Firmatari
Primo firmatario: BOLOGNA FABIOLA
Gruppo: MISTO-CAMBIAMO!-POPOLO PROTAGONISTA
Data firma: 12/04/2021


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 13/04/2021
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-05768
presentato da
BOLOGNA Fabiola
testo di
Mercoledì 14 aprile 2021, seduta n. 486

   BOLOGNA. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   la fibrosi polmonare idiopatica (Ipf) fa parte delle malattie polmonari interstiziali (Ild), un gruppo eterogeneo di circa 150 malattie polmonari caratterizzate da vari gradi di infiammazione e fibrosi. È una delle forme più aggressive di queste malattie ed è annoverata nella categoria delle malattie rare, e si stima che nei 27 Paesi dell'Unione europea colpisca ogni anno circa 30-35.000 persone;

   essa interessa soprattutto gli uomini adulti, in particolare tra i 40 e gli 80 anni, fumatori o ex fumatori, mentre le donne sviluppano la malattia meno frequentemente e, di norma, ne presentano forme meno gravi e a evoluzione più lenta;

   l'emergenza sanitaria ha messo a dura prova la tenuta del servizio sanitario nazionale e i pazienti che convivono con malattie polmonari interstiziali e con fibrosi polmonare in particolare, sono tra le popolazioni più vulnerabili e a più alto rischio in questa crisi sanitaria;

   la sospensione delle attività sanitarie programmate e dei ricoveri, eccetto i casi di prestazioni urgenti, per fare posto ai pazienti positivi al COVID-19, hanno fatto allungare esponenzialmente le liste di attesa per tutte quelle prestazioni che interessano i pazienti colpiti dalle malattie polmonari interstiziali;

   il Centro di ricerca in economia e management in sanità (Crems) dell'università Carlo Cattaneo, già nel giugno del 2020, aveva stimato per Dataroom sul Corriere della Sera, di quanto, in assenza di provvedimenti urgenti e mirati, avrebbero potuto allungarsi le liste di attesa: una proiezione a dicembre 2020 stimava complessivamente 51 milioni di prestazioni sanitarie saltate; 10 milioni di esami diagnostici, 24 milioni di analisi di laboratorio, 16,9 milioni di visite specialistiche;

   secondo i dati di Altroconsumo, i tempi medi di attesa prima della pandemia erano già più lunghi, di circa 60 giorni, rispetto a quanto previsto. Ora, da quanto emerge dai calcoli del Crems, sempre in assenza di provvedimenti mirati, la durata delle liste di attesa è destinata a raddoppiare;

   uno studio di Iqvia, basato sull'analisi di dati real world e diretto a monitorare l'impatto della pandemia sull'accesso alle prestazioni del Servizio sanitario nazionale, stima che nei primi dieci mesi del 2020 c'è stato un calo significativo dell'accesso alle diagnosi e alle cure nelle principali aree terapeutiche rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente;

   in data 23 febbraio 2021 nel corso della discussione sul decreto-legge «milleproroghe» è stato accolto l'ordine del giorno 9/2845-A/18, presentata dalla interrogante, che impegna il Governo a valutare l'opportunità di adottare politiche sanitarie volte al monitoraggio delle liste di attesa su tutto il territorio nazionale e di introdurre meccanismi incentivanti per la telemedicina e il personale sanitario che deve erogare le prestazioni rimaste sospese, utilizzando anche gli ambulatori mobili per programmi di screening e prevenzione –:

   quali iniziative di competenza il Ministro interrogato intenda intraprendere per garantire il diritto ad avere tempi certi di diagnosi e cura ai pazienti colpiti da malattie polmonari interstiziali e se non ritenga di dover monitorare e rivalutare strategie, azioni e risorse economiche dedicate al sistema sanitario al fine di affrontare e risolvere in modo sistematico la questione del recupero delle liste d'attesa.
(5-05768)