ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/05471

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 466 del 10/03/2021
Ex numero atto
Precedente numero assegnato: 4/05899
Firmatari
Primo firmatario: GIACHETTI ROBERTO
Gruppo: ITALIA VIVA
Data firma: 10/03/2021


Commissione assegnataria
Commissione: II COMMISSIONE (GIUSTIZIA)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 10/03/2021
Stato iter:
30/09/2021
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 30/09/2021
Resoconto SISTO FRANCESCO PAOLO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (GIUSTIZIA)
 
REPLICA 30/09/2021
Resoconto GIACHETTI ROBERTO ITALIA VIVA
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 10/03/2021

DISCUSSIONE IL 30/09/2021

SVOLTO IL 30/09/2021

CONCLUSO IL 30/09/2021

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-05471
presentato da
GIACHETTI Roberto
testo di
Mercoledì 10 marzo 2021, seduta n. 466

   GIACHETTI. — Al Ministro della giustizia, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   il 27 marzo 2020, l'ex deputata Rita Bernardini ha ricevuto l'email del figlio di un detenuto nel carcere di Voghera, A.R., morto per Covid-19;

   il ragazzo, D.R., chiede aiuto per far luce sulla morte del padre avvenuta il 9 aprile 2020; nell'email spiega che suo padre (58 anni), arrestato il 12 dicembre 2019 e in attesa di giudizio, è entrato in carcere sanissimo, ma che, intorno ai primi di marzo, comunica alla famiglia di essersi sentito male e di avere la febbre, stato febbrile confermato anche nei giorni successivi. A.R. fa anche sapere alla famiglia che il medico del carcere, nonostante la sua richiesta, si è rifiutato di visitarlo, il che avrebbe indotto l'agente penitenziario di turno a scrivere una lettera di richiamo. Al telefono con i familiari A.R., annuncia di aver loro inviato una dettagliata lettera su quanto accaduto in quei giorni, lettera che però, denuncia il figlio, non è mai arrivata a destinazione;

   D.R. racconta a Bernardini il patimento sopportato dal padre e da tutti i suoi familiari i quali, raggiunti da notizie di stampa sulla diffusione del virus nel carcere di Voghera, hanno cercato disperatamente di ricevere informazioni dall'istituto sullo stato di salute del proprio congiunto, ma di essere stati tenuti all'oscuro di tutto, compreso del suo ricovero in ospedale e dell'aggravarsi della situazione fino alla morte, avvenuta in terapia intensiva;

   in un servizio a cura di Giulia Innocenzi (Leiene.it – 23 marzo 2020) si legge che il figlio di A.R., ritirando dal carcere gli effetti personali, ha trovato il taccuino su cui il padre annotava quanto avveniva nell'istituto: «Una mattina mi sono alzato con un occhio pieno di sangue, ho chiamato il dottore ma non mi ha voluto visitare. A distanza di tre giorni sto nuovamente male con febbre alta e mal di testa». La ricostruzione degli ultimi giorni è stata fatta attraverso le lettere che A.R. è riuscito a far arrivare alla famiglia e le testimonianze dei compagni di cella: «quando hanno scoperto che stava male l'hanno messo in isolamento e lì non gli davano né da mangiare né da bere»;

   l'articolo 63, comma 1, del decreto del Presidente della Repubblica n. 230 del 2020, stabilisce che, «in caso di grave infermità fisica o psichica o di decesso di un detenuto (...), la direzione dell'istituto ne dà immediata comunicazione a un congiunto (...)» –:

   se siano a conoscenza dei fatti esposti in premessa;

   se corrisponda al vero che il medico del carcere si sia rifiutato di visitare A.R. nei momenti in cui il detenuto ha manifestato gravi stati febbrili; quanto tempo abbia dovuto attendere per essere visitato e quando sia stato effettuato il tampone per il Covid-19; quali siano state le modalità in cui si è svolto l'isolamento quanto a cure, vitto, igiene, presìdi medici precauzionali, possibilità di comunicare con i familiari; in quale data sia stato deciso il trasferimento in ospedale e con quali modalità sia stata effettuata la traduzione; se prima del contagio di A.R. si fossero verificati altri casi; quali precauzioni abbia preso l'istituto – e in quali date – per evitare la diffusione del contagio tra i detenuti e tra il personale; se e quando siano stati effettuati i tamponi ai detenuti e al personale e quale sia stato l'esito;

   se corrisponda al vero che i familiari non abbiano ricevuto da parte del carcere tempestive notizie sulle condizioni di salute del loro congiunto;

   se intendano promuovere un'indagine amministrativa interna mediante una visita ispettiva per verificare i fatti esposti.
(5-05471)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 30 settembre 2021
nell'allegato al bollettino in Commissione II (Giustizia)
5-05471

  Con l'atto di sindacato ispettivo in oggetto, l'interrogante, riferito del decesso del signor Ribecco Antonio, occorso il 9 aprile 2020 presso il carcere di Voghera, solleva quesiti circa l'eventuale apertura di un'inchiesta amministrativa, in ragione di ritenute criticità legate alla gestione della detenzione e delle cure prestate in carcere.
  Orbene, attualmente, i fatti rappresentati nell'interrogazione formano oggetto di inchiesta giudiziaria, aperta dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Pavia a seguito di querele presentate dalla moglie e dai figli del signor Ribecco Antonio.
  Il procedimento risulta iscritto contro ignoti in relazione al reato di cui all'articolo 589 c.p., ovvero omicidio colposo.
  I querelanti infatti riferivano che il loro congiunto, detenuto nel carcere di Voghera – era deceduto il 9 aprile 2020 presso l'ospedale San Carlo di Milano «per infezione da Coronavirus, contratta durante l'esecuzione di una misura cautelare inframuraria nel carcere di Voghera».
  L'Autorità Giudiziaria procedente ha comunicato di avere acquisito, presso la Casa circondariale di Voghera, la copia del fascicolo personale e della cartella clinica relativa al detenuto, nonché copia degli esiti dei tamponi e/o dei diversi accertamenti relativi al COVID-19 eseguiti sullo stesso durante la detenzione; inoltre, venivano acquisiti i provvedimenti assunti in merito al trasferimento del detenuto in isolamento e alle sue motivazioni, nonché tutte le annotazioni/relazioni di servizio relative alle condizioni e alla condotta di Ribecco, anche con riferimento ad eventuali esposti formali/lettere di richiamo relativi alla situazione sanitaria del detenuto.
  Oltre alle acquisizioni documentali, risultano escussi a sommarie informazioni i compagni di cella del detenuto, il cappellano del carcere e gli appartenenti alla Polizia penitenziaria che avevano avuto contatti con il detenuto, prima e durante l'isolamento.
  Risulta acquisita altresì tutta la documentazione sanitaria relativa al ricovero presso l'Ospedale San Carlo e presso l'Ospedale San Paolo di Milano e venivano escussi a sommarie informazioni alcuni dei sanitari che, in quelle strutture, lo avevano avuto in cura.
  Ancora, in data 18 dicembre 2020 è stato nominato ex articolo 59 c.p.p. un consulente tecnico con l'incarico di accertare se fossero individuabili comportamenti colposi in capo al personale (sanitario e non) della Casa circondariale di Voghera, con particolare riferimento ad eventuali ritardi, omissioni o inadeguatezze nei trattamenti sanitari praticati o da praticare al detenuto in relazione alle sue condizioni di salute e se sussistesse nesso di causalità tra i comportamenti colposi eventualmente individuati e il decesso di Ribecco.
  L'Autorità Giudiziaria procedente, nel settembre 2021, nel precisare che «Attualmente, il procedimento è pendente in fase di indagini», ha comunicato dell'avvenuto deposito della citata relazione del consulente, riferendo altresì che «Nell'aprile 2021, nell'ambito delle indagini difensive, i difensori di Marianna Ribecco, Pasqualina Ribecco e Domenico Ribecco, rispettivamente moglie, figlia e figlio del detenuto Antonio Ribecco hanno presentato istanza di audizione ex articolo 391-bis comma 10 c.p.p. della direttrice del carcere di Voghera dottoressa Stefania Mussio, in qualità di persona informata sui fatti. A seguito di alcune integrazioni documentali richieste, la dott.ssa Stefania Mussio veniva citata davanti a questo P.M., alla presenza dei difensori richiedenti, e veniva escussa a sommarie informazioni in merito ai fatti».
  Pertanto, premessa la competenza della preposta Autorità Giudiziaria all'esatto accertamento di quanto effettivamente occorso, ben posso riferire di ciò che, allo stato, oggettivamente mi risulta.
  Il detenuto Ribecco Antonio faceva ingresso presso la casa circondariale di Voghera in data 20 dicembre 2019, proveniente dalla casa circondariale di Perugia, a seguito di trasferimento disposto per assegnazione al circuito di appartenenza (alta sicurezza).
  All'atto dell'ingresso in istituto, le sue condizioni di salute risultavano ordinarie, senza particolari segnalazioni.
  In data 14 marzo 2020, a seguito di episodio febbrile, il sig. Ribecco veniva ubicato in isolamento sanitario presso la quinta sezione, in camera singola con bagno annesso, e sottoposto a tampone per sospetto Covid-19, con esito positivo.
  In data 17 marzo 2020, a seguito di un peggioramento delle condizioni di salute, il signor Ribecco veniva tradotto, con estrema urgenza, presso il Pronto Soccorso del nosocomio cittadino, cui è seguito, in pari data, il trasferimento al San Paolo di Milano, presso il reparto di Medicina V e, successivamente, in data 22 marzo 2020, presso l'ospedale San Carlo.
  Il ricovero risulta autorizzato dall'Autorità giudiziaria competente, senza piantonamento della Polizia penitenziaria.
  In data 9 aprile 2020, alle ore 18.00 circa, ne veniva dichiarato il decesso per cause naturali connesse a polmonite da Covid-19.
  La Direzione dell'istituto provvedeva a dare tempestiva comunicazione dell'avvenuto decesso al pubblico ministero di turno presso il Tribunale di Milano, il quale disponeva che la salma potesse essere consegnata alla famiglia, salve eventuali disposizioni impartite dall'Autorità sanitaria a causa dello stato epidemico in corso; venivano informato, altresì, il DAP ed il Provveditorato regionale.
  Il Comandante di Reparto dell'istituto provvedeva a comunicare personalmente l'avvenuto decesso ai familiari.
  La direzione della casa circondariale di Voghera, interpellata sulla vicenda, ha assicurato che non c'è stato alcun rifiuto da parte del personale sanitario dell'istituto di visitare il ristretto, né agli atti risultano annotazioni di richiamo da parte del personale del Corpo di polizia penitenziaria ivi in servizio.
  Il detenuto effettuava regolari colloqui con la moglie e i figli, intrattenendo con gli stessi anche regolare corrispondenza telefonica.
  Fin quando il Ribecco è rimasto in istituto, egli avrebbe potuto comunicare personalmente con la famiglia, avendo facoltà di richiedere una telefonata e/o inviare un telegramma.
  I familiari del ristretto sono stati sempre messi al corrente dei trasferimenti esterni per ragioni di salute: in data 17 marzo 2020, quando il detenuto giunge al San Paolo di Milano, i familiari vengono avvisati da un operatore, il quale riferisce loro, peraltro, di contattare direttamente l'ospedale per ogni notizia e informazione sullo stato di salute del proprio congiunto; in data 22 marzo 2020, la famiglia viene nuovamente avvisata, dall'educatore e dall'addetto ai colloqui dell'istituto, del trasferimento del Ribecco al San Carlo.
  Infine, le plurime richieste presentate dagli avvocati della famiglia del sig. Ribecco ai sensi dell'articolo 391-bis e 39-quater del c.p.p., risultano tutte regolarmente esitate.
  In conclusione, allo stato, non paiono ravvisarsi anomalie nelle procedure seguite ed adottate nella gestione della detenzione del signor Ribecco.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

detenuto

malattia

stabilimento penitenziario